Spettacoli 53 L’ECO DI BERGAMO DOMENICA 24 APRILE 2011 a Sul palcoscenico di Rock Island le emozioni rock dei Verdena Dal 28 giugno l’edizione del ventennale del festival «roccioso» di Bottanuco La musica indipendente italiana in scena in sei giorni di concerti gratuiti, con 22 band Diego Parassole FOTO YURI COLLEONI DANIELA MORANDI a Riflettori e musica si accendono. Come per il trailer di un colossal annunciano lo spettacolo: prossimamente il festival «roccioso» di Rock Island, dal 28 giugno al 3 luglio, nell’area feste di Bottanuco. Monolite per il genere della musica indipendente italiana, nato nell’estate del 1992, il festival in occasione della sua ventesima edizione avrà due palchi, sei giorni di concerti gratuiti per 22 band dal ritmo incendiario e viscerale, tra stoner rock, folk sbilenco, blues, senza perdere di vista il punk. Il rock dell’Isola è espressione della veemenza giovanile di chi attacca la spina nell’amplificatore e produce decibel: è rock, stridulo, martellante, suonato e ribattuto su giri di riff di chitarra che attraversano lo stomaco e scacciano il malumore. per dare lustro al rock deflagrante e introspettivo di Wow, ultimo meritevole doppio disco della formazione Alberto e Luca Ferrari e Roberta Sammarelli, anticipati dai Gea. Il festival aprirà i battenti il 28 giugno con la Notte della Fumaio Records, giovane etichetta bergamasca. Parassole commuove nella Passione secondo Marco Rock impegnato e tagliente Sul palco quattro gruppi da lei promossi: Il Garage Ermetico, Bancale, con l’album di debutto «Frontiedal rock impeRitmi ra», gnato, tagliente, marmartellanti tellante e crepuscolaCaso e La Nevicae generi re, ta dell’85. diversi in un Il giorno dopo il granitico, fusioconcentrato rock ne tra hardcore, d’energia punk, math-rock e metal, dei romani Zu, che lo scorso febbraio hanno visto l’uscita dal gruppo dello storico batterista Jacopo Battaglia. Ad aprire il loro concerto le atmosfere eteree, dub e psichedeliche dell’elettronica degli AuLe emozioni di «Wow» can, seguita dalle masse sonore Solo il grido della musica che fa dei Verbal. Il primo luglio Pierascoltare immagini, in bilico tra paolo Capovilla, spogliati per un denuncie sociali e visioni emo- attimo i panni del Teatro degli zionali. Orrori, ritorna ad essere basso Ed è la volta dei Verdena che, e voce degli infervorati One Didate del tour sold out in tutta mensional Man. All’adrenalina Italia, il 30 giugno scelgono Bot- del rock ad alto voltaggio si altanuco quale tappa bergamasca terna la musica da cantautore a È un Vangelo a misura di ragazzo quello raccontato da Diego Parassole in «Il lenzuolo - La Passione secondo Marco» andato in scena al Teatro Sociale in Città Alta nell’ambito della rassegna di deSidera. I Verdena saliranno sul palco di Bottanuco il 30 giugno: le date del loro tour italiano sono già sold out degli Ardecore, tensione poetica da stornello romano, dalla scrittura raffinata e pungente, insigniti della targa Tenco nel 2007 per l’album Chimera. Ad anticiparli i bergamaschi Spread. Il due luglio l’energia del rock-blues del duo chitarra batteria Bud Spencer Blues Explosion, le sonorità evanescenti de Il Cielo di Bagdad e gli Aim. Melodie e storie A chiudere il festival il rock d’autore dei livornesi Virginiana Miller, che seguono la scuola di Piero Ciampi e compagni. Diversi cambi di formazione, sulla scena della musica italiana dagli anni Novanta, si risvegliano con Il primo lunedì del mondo, ultimo album. Occhi aperti sulla realtà sociale e intima, le loro canzoni respirano grazie a un rock sottile, melodico e solare, mai banale. Guidati dal paroliere e cantante Simone Lenzi, riportano alle orecchie storie, pagine di diario, distillato di parole che sanno di vento, quello che fa girare foglie e buste di plastica per le strade di Livorno, dove Lenzi ama passeggiare con il suo cane e bere caffè. Ad anticiparli le frequenze della musica componibile dei Mariposa, ibrido tra forma canzone, psichedelia e teatro surreale, e l’energia dei Bangarang, miscuglio di diversi generi, turbine di musica, voci, rumori, citazioni e dialoghi campionati. Per maggiori informazioni www.rockislandfestival.com. ■ ©RIPRODUZIONE RISERVATA Un Vangelo raccontato utilizzando come spunto narrativo un oggetto di uso quotidiano come un lenzuolo che, sulla scena, funge da sfondo e da drappo ma è anche metaforizzato nella narrazione, attraverso grandi fogli bianchi su cui è scritto il testo della storia. A misura di ragazzo perché il testo di Claudio Bernardi (regia di Marco Rampoldi), sembra scritto apposta per il pubblico dei più giovani e perché il protagonista, Marco l’evangelista, è raccontato proprio come un giovanetto che, con la curiosità e un pizzico di incoscienza, diventa il testimone dell’arresto di Gesù nell’orto del Getsemani. Il giovane Marco «scoprì con orrore gli amici che ti tradiscono, tutti che fuggono nel momento del bisogno, i buoni e i giusti che vengono eliminati». Il lenzuolo come metafora a a La Resistenza vista da Lizzani in auditorium Cinevideoclub Serata di «corti» da Valdarno al circolo Greppi a In collaborazione con Comune di Bergamo, Isrec, Comitato bergamasco antifascista, Acli, Aned e Biblioteca di Vittorio, Lab 80 presenta domani all’auditorium di piazza della Libertà (inizio ore 21 – ingresso libero) il film di Carlo Lizzani «Achtung! Banditi!». Il film – del 1951 – è interpretato da Gina Lollobrigida, Andrea Checchi, Lamberto Maggiorani. La guerra sta per finire e a Genova un gruppo di partigiani è incaricato di una pericolosa missione: impedire che i nazisti portino con loro in Germania i macchinari di una fabbrica d’armi. L’azione è difficile, ma i partigiani ottengono la solidarietà degli operai che difendono così anche il proprio posto di lavoro. Quando tutto sembra perduto, l’intervento decisivo di un battaglione di alpini porta il gruppo alla vittoria. Come ha scritto Vittorio Spinazzola: « Il film si presenta con due elementi di indubbio interesse. Anzitutto è il primo a soggetto di un giovane, Carlo Lizzani, già affermatosi con la collaborazione a varie sceneggiature e con alcuni pregevoli documentari. In più il film è stato prodotto con i mezzi forniti da una cooperativa, costituita da migliaia di operai genovesi, che, sottoscrivendo ciascuno la sua quota, hanno risposto all’appello loro rivolto dall’Anoi, che li invitava a finanziare un film dedicato ad alcuni episodi della Resistenza ligure fra il ’43 e il ’44». Esordio alla regia per Carlo Lizzani che prende spunto da un reale fatto di cronaca per parlare dei rapporti tra operai e Resistenza. Parlare di questo film, che viene presentato in occasione della ricorrenza del 25 Aprile, ci offre l’occasione per accennare e anticipare il programma di una serie di film che Laboratorio 80 in collaborazione con Comune di Bergamo e il progetto «Il futuro della memoria», presenterà durante il mese di maggio all’Auditorium di piazza della Libertà, sotto il titolo «150 anni. Atto primo – Il Risorgimento». Il programma prevede la proiezione di quattro pellicole: mercoledì 4 maggio (le proiezioni iniziano alle ore 21 – ingresso intero 5 eu- a Serata di «corti» promossa da Cinevideoclub giovedì 28 aprile alle 21 al circolo Greppi (via Moroni 25) di Bergamo, con con il meglio di Valdarno Cinema Fedic, con la collaborazione della Fondazione Cineteca Nazionale Fedic. Un fotogramma di «Achtung! Banditi!» di Carlo Lizzani (1951) ro, ridotto 4 euro) il via con In nome del popolo sovrano di Luigi Magni (1990), con Alberto Sordi, Elena Sofia Ricci, Nino Manfredi (Nel 1849 Papa Pio IX è costretto a recarsi esule a Gaeta per l’avvento della Repubblica Romana). Mercoledì 11 maggio, Un garibaldino in convento di Vittorio De Sica (1942) con Leonardo Cortese, Olga Vittoria Gentili, Carla Del Poggio, Fausto Guerzoni, Maria Mercader (Giovane garibaldino ferito ripara in un collegio femminile dov’è curato da due fanciulle, di una delle quali s’innamora). Mercoledì 18 maggio, La pattuglia sperduta – Vecchio regno (1952) di Piero Nelli (Settembre 1849: sperduti nella campagna novarese, otto soldati piemontesi guidati dal generale Salviati cercano di raggiungere le divisioni del generale Ramorino. Faranno il possibile per infliggere qualche perdita al nemico). Chiude il ciclo, mercoledì 25 maggio, 1860, film del 1934 di Alessandro Blasetti (Un giovane patriota siciliano è inviato sul continente per dare notizie precise a Giuseppe Garibaldi che prepara la sua spedizione e per sollecitarne la partenza). Ispirato a Noterelle di uno dei Mille (1880) di Giulio Cesare Abba. ■ Andrea Frambrosi Il ricco programma si apre con «A sera» di Antonio Maciocco e Alessandro Indriolo. Poi Gemelline di Filippo D’Antoni, la storia di Viola e Diletta, due sedicenni sveglie e simpatiche, quelle che in gergo adolescenziale si chiamano «migliori amiche», tanto amiche che il loro soprannome, per tutti, è appunto «gemelline». A fine anno a scuola è un disastro: ma per non «saltare» le vacanze attuano un piano a dir poco diabolico. E ancora Il segreto del santo di Hervè Ducroux, con Milena Vukotic, Pino Colizzi, Giulio Pampiglione: una promessa per il futuro di due ragazzi che cercano di scappare dalle brutture della guerra. Ne L’inquilina dell’ultimo piano di Igor Mendolia e Guido Norzi, si parla di Enrico, un ragazzo sui trent’anni, che vive con sua zia ed è innamorato della sua vicina di casa. E infine Il naso di Pietro Sussi, una storia surreale con Leo Gullotta, Oreste Lionello, Pino Insegno. ■ Parassole entra in scena sulle note di «Jesus Christ Superstar» e prende subito il filo della narrazione tirandolo per un capo come quel lenzuolo che avvolge il giovane Marco e che resterà nelle mani del soldato che lo voleva fermare. La scena è mossa da una serie di praticabili che si sovrappongono dando modo all’attore di muoversi in uno spazio scenico funzionale ed ergonomicamente minimale. L’attore racconta così le ultime ore della Passione di Gesù, attraverso gli occhi di questo ragazzo, Marco, che assiste sgomento a quello che sta accadendo. Grandi fogli bianchi Le stazioni della Via Crucis si dipanano attraverso le parole dell’attore, si srotolano e diventano quasi cinematografiche mentre un breve frammento di film viene proiettato sullo schermo e le frasi del testo scritte su grandi fogli bianchi sembrano prendere vita attraverso la voce dell’attore. Assumono così un carattere che trascende la lingua per farsi Verbo: quello di una Parola che si fa immagine e di immagini che evaporano nelle parole. Fantasmi avvolti da quel lenzuolo che copriva Marco, asciuga il volto insanguinato di Gesù e lo avvolgerà nel sepolcro per riapparire il giorno della Resurrezione. Parassole è bravo e commuove per la dedizione con cui elabora un testo che forse corre un po’ troppo veloce, in uno spettacolo comunque compatto ed equilibrato, dove immagini, musica e parola trascendono il teatro. ■ An. Fr.