Gereber Haaas Ulrich edrtmann Samorindo Peci Dalle Biofrequenze all’Eigen Bio-Frequenz Collana Medicina Integrata Principio di non contraddizione Nella storia della filosofia antropologica ogni forma vivente comprende al suo interno quattro principi fondamentali: MATERIA - FORMA SOSTANZA - ACCIDENTE L’essere vivente è costituito da MATERIA, ha una FORMA armonica, adatta alle sue funzioni. Questi due elementi producono una SOSTANZA, nell’uomo sia a livello endogeno (pensiero, ormoni, sangue, linfa, ecc.) che esogeno (parola, odore, liquidi fisiologici, ecc.) Questi principi non si manifestano in modo preordinato, ma secondo ACCIDENTE, in un continuo adattamento alle situazioni contingenti. Questi principi devono uniformarsi al principio ultimo che è quello della non contraddizione. L’E.B.F. è stato concepito in osservanza di questi principi, infatti La sua materia è pura, la sua forma è armonica e integra frequenze e magnetismo, produce una sostanza non standardizzata, ma unica e irripetibile, senza l’interferenza di materiali estranei come la corrente elettrica o le batterie. INDICE CENNI STORICI PARTE PRIMA CAPITOLO 1 1.1 Campo elettrico 1.2 Campo magnetico 1.3 L’induzione o intensità di campo magnetico 1.4 Campo elettromagnetico 1.5 C.E.M. ionizzanti e non ionizzanti 1.6 Radiazioni ionizzanti 1.7 Radiazioni non ionizzanti 1.7.1 Frequenze estremamente basse 1.7.2 Radiofrequenze CAPITOLO 2 2.1 Campi elettromagnetici naturali 2.1.1 Campo geomagnetico terrestre 2.1.2 Composizione del GMF e ricerche sui suoi effetti 2.2 Risonanza di Schumann 2.3 Le energie esterne 2.4 Campo biologico 2.4.1 Biomagnetismo 2.4.2 Biofotoni 2.5 Onde elettromagnetiche endogene 2.5.1 Luce endogena 2.6 Due importanti fattori 2.6.1 il campo informatico del potenziale vettore 2.6.2 il campo del punto zero 2.7 La rete di Hartmann e le geopatie 2.7.1 Geopatie CAPITOLO 3 3.1 Elettrosmog 3.2 Visione Meccanicistica e olistica dei C.E.M. 3.2.1 Concezione deterministica 3.2.2 Concezione olistica CAPITOLO 4 4.1 L’acqua e il campo elettromagnetico 4.2 La struttura “quasi-cristallina” 4.3 L’acqua coerente 4.4 La superradianza 4.5 L’omeopatia 4.6 La legge dei simili 4.7 Il rimedio omeopatico 4.8 Memoria dell’acqua 4.9 Agopuntura e resistenze elettriche 4.10 L’emoglobina sotto un profilo elettro – fisico 4.11 Sistemi Cellulari Coerenti 4.12 DNA 4.13 Crescita dei processi nervosi 4.14 La teoria del caos 4.15 Reti booleame e autorganizzazione (Anticaos) 4.16 Teoria dell’informazione 4.17 In sintesi PARTE SECONDA CAPITOLO 5 5.1 Le isobiofrequenze: Eigen Bio-frequenz 5.2 I segnali elettromagnetici 5.3 Caratteristiche della trasmissione delle biofrequenze 5.4 Ricerca e comparazione con altri strumenti 5.5 Terminologia in uso CAPITOLO 6 6. EBF in breve 6.1 Produzione isoterapici 6.1.1 Cosa sono gli isoterapici 6.1.2 Onde portanti 6.1.3 Onde portate 6.2 Omeopatizzazione 6.2.1 Tinture madri 6.2.2 Farmaci allopatici 6.2.3 Minerali 6.2.4 Vitamine 6.2.5 Allergeni 6.3 Isoterapie indirette 6.4 Nosodi 6.5 Omeoimmunoterapia 6.6 Criteri generali per la scelta delle diluizioni 6.7 Tempo di captazione dell’informazione 6.8 Decongestione E.B.F. CAPITOLO 7 7.1 Schede tecniche 7.1.1 L’E.B.F. e i suoi accessori 7.1.2 Come si presenta l’E.B.F. 7.1.3 Preparazione dello strumento 7.2 Preparazione di isoterapici 7.3 Produzione di rimedi omeopatizzati CAPITOLO 8 Intervista con l’inventore, Prof. Samorindo Peci PARTE PRIMA CAPITOLO 1 1.1 CAMPO ELETTRICO (E): “ Un campo elettrico è una condizione, nello spazio attorno a un corpo carico, che può produrre una forza su una qualsiasi altra carica posta in quello spazio. I campi elettrici sono quindi creati da corpi carichi e i loro effetti possono essere risentiti solo da altri corpi carichi.”1 In particolare, si definisce campo elettrico “una regione dello spazio nella quale si manifestano in seguito alla presenza di cariche elettriche, delle forze di natura elettrica che agiscono sui corpi elettrizzati posti all’ interno del campo.” 2 L’intensità del campo elettrico è dato dalla forza agente sulla carica positiva unitaria nel punto e si misura in V/m (volt/metro) In particolare se in uno spazio mettiamo una carica elettrica q, possiamo determinare le linee di forza del campo elettrico e quindi il campo stesso mettendo nello spazio una carica di prova e osservandone i movimenti. Il campo elettrico può infatti essere definito come il rapporto tra la forza elettrica generata sulla carica di prova q e il valore della carica stessa: Il campo fluisce per convenzione dal polo positivo al polo negativo. 1- Capra Fritjof, Il Tao della fisica, Ed. Gli Adelphi Marzo 2003, p. 239, 240 2- Manuale Cremonese di Meccanica Elettrotecnica Elettronica Vol. I, Ed. Cremonese 1992, sez. 13-1 3- Scalia Massimo, Sperini Massimo, Marinelli Fiorenzo, Guidi Fabrizio, Guida completa e ragionata al bioelettromagnetismo. Ed. Andromeda , www.gruppi.camera/misti/verdi/scaffale/int2.htm Nel campo statico a differenza di quello alternato questa direzione del flusso rimane costante. “Il campo statico è quello della terra a cui in condizioni di bel tempo corrisponde un forza di 0,1-0,5 kV/m. Il campo statico è anche presente in alcune metropolitane e ferrovie urbane e nella tomografia RMN.”3 Esempio 1: Nel nostro esempio la batteria eroga una corrente costante, ma se ruotiamo la batteria velocemente la corrente continuerà a fluire ma cambiando direzione, ovvero abbiamo ottenuto una corrente alternata. Il numero di volte che la corrente inverte direzione nel tempo sono gli Hertz (Hz). Se la corrente cambia direzione 50 volte al secondo è una corrente di 50 Hz. Esempio 2: Se due piastre metalliche si connettono ad una batteria, tra le due piastre si viene a localizzare un campo elettrico dovuto alla differenza di potenziale tra le due piastre stesse. Il voltaggio è espresso in Volts (V) Se la batteria ha un Voltaggio di 1,5 V e se le piastre sono ad una distanza di 1 metro il campo elettrico (E) tra di esse sarà di 1,5 Volt/metro. 1.2 CAMPO MAGNETICO (H): ”In prossimità di magneti naturali o artificiali, o di correnti elettriche, sono presenti forze magnetiche che esercitano attrazione su oggetti di ferro e provocano la deviazione di un ago magnetizzato libero di ruotare (ago della bussola). Nella porzione di spazio sede di azioni magnetiche affermiamo che è presente un campo magnetico.”2 “Il campo magnetico è diverso dal campo elettrico. Esso è generato da cariche elettriche in movimento ed esercita la sua forza su qualsiasi altra carica elettrica in movimento. Nel caso di un magnete permanente (una calamita, l'ago di una bussola) le cariche in movimento sono dovute al moto degli elettroni. L'unità di misura del campo magnetico è l'Ampere/metro.”3 C’e poi da considerare che “nello spazio intorno ad un conduttore percorso da corrente si osserva la presenza di azioni magnetiche.”3 In particolare la forza magnetica tra due poli magnetici è “direttamente proporzionale al prodotto delle forze dei poli ed inversamente proporzionale al quadrato della loro distanza.”4 Esempio 3: Se una lampadina è connessa ad una batteria questa si accende. Questo è reso possibile grazie ad un flusso di corrente che attraversa tutto il circuito. Non appena la corrente inizia a circolare nel circuito si forma anche un campo magnetico. La forza del campo magnetico (H) è misurata in Ampere su metro (A/m). Le 1- Bobbio G. Sammarco S., Elettrotecnica generale, Petrini Editore 1994, p. 215 2- http://www.comune.orbassano.to.it/vivere/ambiente/inquinamento.htm 3- Bobbio G. Sammarco S., op. cit. p. 230 4- Bistolfi Franco, op. cit. p. 10 linee di forza del campo magnetico sono concentriche con il filo attraverso il quale fluisce la corrente. 1.3 L'INDUZIONE O INTENSITA’ DI CAMPO MAGNETICO (B) “L’induzione rappresenta la densità del flusso magnetico attraverso una superficie”4, “L’intensità del campo magnetico si misura in gauss (G) o, più modernamente, in tesla (T) e suoi sottomultipli (1T = 104 G). Per avere due termini di paragone, l’intensità del campo magnetico terrestre è dell’ordine di 0.02 - 0.07 mT (0.2 - 0.7 G), mentre quella utilizzata nella diagnostica tramite risonanza magnetica è dell’ordine di 0.1 - 10 mT (1 - 100 G) [Walleczek, 1992].”5 Sottoforma di equazione: “ B = µ H (Tesla) “6 “Il fattore di proporzionalità µ viene detto "permeabilità magnetica" ed il suo valore dipende dalla natura del mezzo fisico in cui ha sede il campo. (Il valore della permeabilità magnetica nel vuoto risulta: µ 0=4µ 10-7 [H/m] ).”7 4 Bobbio G. Sammarco S. op. cit. p. 241 http://www.radio.rai.it/cpu/archivio_2005/eventi/fenomeni_biologici_legati_al_campo_ elettromagnetico.htm 6 Manuale Cremonese, op. cit., sez. 13-15 7 Manuale Cremonese, op. cit., sez. 13-15 5 1.4 CAMPO ELETTROMAGNETICO “Dall’analisi delle ultime due leggi dell’elettromagnetismo e delle sue equazioni, Maxwell ipotizzò che si potesse produrre una perturbazione dei campi elettrico e magnetico in grado di automantenersi, poiché la variazione del campo elettrico produce un campo magnetico la cui variazione produce un campo elettrico e così via. Tale perturbazione si comporta come un onda propagantasi nello spazio con velocità pari a quella della luce” Un campo elettromagneti co è quindi caratterizzato dalla presenza contemporane a di un campo elettrico ed un campo magnetico variabili e mutuamente dipendenti, perciò né Fig. 1: Mutua dipendenza di Campo Elettrico (E) e Campo Magnetico (H). cariche né correnti stazionarie possono produrre c.e.m., in più le onde elettromagnetiche sono originate dal campo elettrico ottenuto attraverso la variazione di un campo magnetico e/o dal campo magnetico prodotto dalla variazione di un campo elettrico, in particolare le onde elettromagnetiche sono prodotte dall’accelerazione delle cariche; cioè una particella carica, una volta accelerata, perde energia per effetto dell’irradiazione di onde elettromagnetiche. I campi elettromagnetici si propagano come onde che si differenziano sulla base della frequenza espressa in Hertz. Per radiazione elettromagnetica si intende la propagazione nello spazio dell'energia (energia elettromagnetica) associata ai campi elettrici e magnetici (v. figura 1), variabili nel tempo, generati da cariche e correnti oscillanti, strettamente intercorrelati fra di loro, secondo le equazioni di Maxwell, da notare che: ”le variazioni del campo elettrico e magnetico si propagano nello spazio senza alcun spostamento del mezzo di propagazione” , è analogo all’effetto che produce un sassolino gettato in acqua: questo crea delle onde sull’acqua stessa, ma l’acqua compie semplicemente un oscillazione e non uno spostamento. Tre principali grandezze fisiche, correlate tra di loro, caratterizzano tali radiazioni: a) la lunghezza d'onda (λ), o distanza fra i due punti di un'onda, misurata in metri. b) la frequenza (f), ovvero il numero di cicli completi dell'onda in un secondo, misurata in Hertz. c) l'energia (E), trasportata in pacchetti di energia, chiamati fotoni, la cui unità di misura è, per il Sistema Internazionale il Joule (J); spesso però l'unità di misura utilizzata è quella convenzionale dell' elettronvolt (eV), definita come l'energia acquistata da un elettrone quando attraversa una differenza di potenziale di 1 Volt. Frequenza f e lunghezza d'onda λ sono sempre legate, quando la propagazione avviene in un mezzo materiale, la velocità di propagazione dipenderà dalle proprietà del mezzo attraversato. Le frequenze delle onde elettromagnetiche possono coprire un vastissimo intervallo di valori, definito come spettro elettromagnetico. E’ possibile distinguere diverse fasce di utilizzazione a seconda della frequenza impiegata nel sistema come si puo osservare nella tabella 1 qui di seguito: DENOMINAZIONE SIGLA FREQUENZA LUNGHEZZA D'ONDA FREQUENZE ESTREMAMENTE BASSE ELF 0 - 3kHz > 100Km FREQUENZE BASSISSIME VLF 3 - 30kHz 100 - 10Km FREQUENZE BASSE (ONDE LUNGHE) LF 30 - 300kHz 10 - 1Km MEDIE FREQUENZE (ONDE MEDIE) MF 300kHz 3MHz 1Km - 100m ALTE FREQUENZE HF 3 - 30MHz 100 - 10m FREQUENZE ALTISSIME (ONDE METRICHE) VHF 30 - 300MHz 10 - 1m ONDE DECIMETRICHE UHF 300MHz 3GHz 1m - 10cm ONDE SHF CENTIMETRICHE 3 - 30GHz 10 - 1cm ONDE EHF MILLIMETRICHE 30 - 300GHz 1cm - 1mm 0,3 - 385THz 1000 - 0,78mm 385 - 750THz 780 - 400nm RADIOFREQUENZE MICROONDE INFRAROSSO IR LUCE VISIBILE ULTRAVIOLETTO UV 750 - 3000THz 400 - 100nm RADIAZIONI IONIZZANTI X > 3000THz Tabella 1 < 100nm 1.5 C.E.M. IONIZZANTI E NON IONIZZANTI Le onde elettromagnetiche, in base alla frequenza e all'energia, possono originare radiazioni ionizzanti (per es. i raggi X ) e radiazioni non ionizzanti (NIR) che si distinguono in base alla loro capacità o meno di ionizzare la materia, vale a dire di creare nuovi atomi rompendo i legami che tengono unite le molecole nella cellula. “A questo scopo è utile ricordare che le radiazioni elettromagnetiche hanno una doppia natura secondo la fisica quantistica: ondulatoria e particellare (“quanti” o “fotoni”).”8. 1.6 RADIAZIONI IONIZZANTI (IR) Le radiazioni ionizzanti sono quelle che hanno frequenza superiore a 1015 Hz, e comprendono l’UV lontano, raggi X e raggi gamma. Le radiazioni ionizzanti “possono pensarsi costituite da quanti di energia ("fotoni") che hanno ciascuno un'energia sufficiente per rompere un legame chimico. Se un fotone è assorbito da una molecola la spezza o la ionizza. Se molti fotoni sono assorbiti molte molecole vengono spezzate. Se, ad esempio, la molecola è il DNA di una cellula, esso può danneggiarsi irreparabilmente. Dato che l'energia di un fotone è direttamente proporzionale alla frequenza dell'onda, le IR hanno frequenza molto elevata, precisamente dalle frequenze degli ultravioletti in su.” Non si tratterà in questo contesto di questi tipi di radiazioni, poiché i loro effetti sono universalmente riconosciuti quali deleteri per gli organismi, sono gravemente dannose per la salute umana essendo onde ad altissima energia “sono in grado di generare ionizzazione, ovvero la rottura dei legami covalenti molecolari, e quindi di danneggiare i DNA delle cellule.”9 8 9 Bersani F et coll., op. cit. p. 2 http://web.tiscali.it/bottelli/emf/emf.html 1.7 RADIAZIONI NON IONIZZANTI (NIR): Le radiazioni non ionizzanti “non sono in grado di rompere direttamente i legami molecolari delle cellule perché i quanti che le costituiscono non possiedono energia sufficiente. Sono generate da un campo elettromagnetico con frequenza compresa tra 0 e circa 1015 Hz e comprende anche la porzione di spettro dove si trova la luce visibile (0,384.1015 Hz per il rosso e 0,769.1015 Hz per il violetto). E’ alle radiazioni elettromagnetiche non ionizzanti con frequenza inferiore a quella della radiazioni ultravioletta che ci si riferisce quando si parla di inquinamento elettromagnetico.”10 Sono proprio questo tipo di frequenze che verranno trattate in questo ambito. Un’ulteriore distinzione, sempre in frequenza, che potrà essere utile è quella che solitamente si fa all’interno delle radiazioni non ionizzanti, in particolare: 1.7.1 Frequenze estremamente basse (ELF – Extremely Low Frequency): con frequenza minore di 300 KHz: Gli elettrodomestici, gli elettrodotti, gli impianti elettrici, ecc. sono delle sorgenti di campi elettromagnetici ELF. Per tali fonti viene di solito misurato il campo magnetico (unità di misura il Tesla, ma solitamente i valori sono espressi in sottomultipli, per es. millitesla e microtesla, si usa anche il gauss) in quanto, alle basse frequenze, la componente magnetica si propaga praticamente inalterata attraverso i muri e gli ostacoli di varia natura, mentre il campo elettrico (misurato in V/m) è facilmente schermato dalle pareti e dal terreno. “I campi elettrici a bassa frequenza influenzano la distribuzione delle cariche elettriche sulla superficie dei tessuti conduttori e provocano un flusso di corrente elettrica nel corpo. I campi magnetici a bassa frequenza inducono la circolazione di correnti all’interno del corpo umano L’intensità di queste correnti indotte dipende dall’intensità del 10 Bersani F., Mesirca P., Platano D., op. cit. , p. 2, 3 campo magnetico esterno e dall’ampiezza del circuito entro cui la corrente fluisce. Se sufficientemente alte, queste correnti possono causare la stimolazione di nervi e muscoli.”11 “I campi a bassa frequenza inducono delle correnti elettriche all’interno del campione esposto, che possono alterare l'equilibrio elettrico naturale. Alle basse frequenze il campo elettrico ed il campo magnetico sono di solito circoscritti in prossimità della sorgente che li genera, inoltre, il campo elettrico è presente se l'elettrodomestico è collegato alla rete elettrica, indipendentemente dal fatto di essere acceso o spento. L'intensità del campo magnetico invece è proporzionale alla corrente: se la corrente è nulla (per esempio, quando la radio è spenta, anche se collegata alla rete elettrica) il campo magnetico è nullo. “12 1.7.2 Radiofrequenze (RF - Radio Frequency): comprese tra 300 KHz e 300 GHz, che includono anche le cosiddette “microonde” (frequenza > 300 MHz). I cellulari, le stazioni radio base, i radar, i ripetitori radio-televisivi, ecc sono delle sorgenti di campi elettromagnetici ad alta frequenza e la componente dell'onda elettromagnetica che più frequentemente viene rilevata è quella del campo elettrico; il campo magnetico è strettamente legato al campo elettrico. “I campi elettromagnetici ad alta frequenza cedono energia ai tessuti sotto forma di calore e possono provocarne il riscaldamento. Alle alte frequenze i campi elettrici e magnetici sono intimamente legati. La caratteristica del campo elettromagnetico prodotto da queste sorgenti è la capacità di diffondersi per lunghe distanze ed è su questa capacità che si basa il principio di funzionamento dei sistemi di telecomunicazione.”13 11 12 13 Scalia Massimo (et coll.), op. cit., p.3 Bersani F., Mesirca P., Platano D. , op. cit. p. 3 Bersani F. et coll. , op. cit. p. 3 In particolare “alle radiofrequenze (RF), i campi penetrano soltanto per una breve profondità dentro il corpo. L’energia di questi campi è trasformata in movimento delle molecole. L’attrito tra le molecole in rapido movimento dà luogo ad un aumento della temperatura.”14 La distinzione fra emissioni a bassa ed alta frequenza è essenziale perché diversi sono i meccanismi di interazione con la materia vivente. Al di là di ogni distinzione delle onde elettromagnetiche, dobbiamo sempre tener presente che “tutta la materia (praticamente vuota) e’ fondamentalmente caratterizzata da energia, cioè EMISSIONE DI CAMPO ELETTROMAGNETICO derivante dagli atomi e dai suoi nuclei atomici che scambiano continuamente questa energia attraverso le loro particelle (elettronifotoni-ed altre particelle subatomiche come mesoni, pioni, antiparticelle ecc.). La materia e’ quindi sostanzialmente vuota e composta da quasi solo energia. A Carlo Rubbia nel 1984 e’ stato conferito il Nobel per la fisica perchè ha dimostrato che la materia e’ sottoposta a delle forze energetiche interattive e che esiste una costante naturale: il rapporto tra massa ed energia che e’ di uno ad un miliardo (1: 9,746 x 109) si riallaccia alla relazione della Teoria della Relativita’ di Einstein. Questo aspetto e’ fondamentale, perchè viene messo in evidenza il piccolo significato della materia e quello grandissimo dell’energia. In pratica, la materia che compone l’uomo e’ un miliardesimo di quello della sua energia. Tutto l’universo e’ quindi campo elettromagnetico tenuto insieme anche dalle altre 3 forze della natura”15 (forza gravitazionale, forza nucleare debole e forza nucleare forte). 14 Come stabilire un dialogo sui rischi dei campi elettromagnetici, Ed. Elettra 2000 Pubblicato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2002 con il titolo: Establishing a dialogue on risk from electromagnetic fields , p. 1, 15 http//www.royaldevice.com/ce.htm CAPITOLO 2 2.1 CAMPI ELETTROMAGNETICI NATURALI Nel secolo scorso le uniche sorgenti di radiazioni non ionizzanti erano quelle naturali: il Sole, le stelle e la stessa Terra sono quelle principali. La luce, per esempio, è un'emissione di radiazioni ad altissima frequenza. “I nostri stessi corpi emettono radiazioni elettromagnetiche con una frequenza di poco inferiore a quella della luce visibile (raggi infrarossi), inoltre, la vita sulla Terra si è sviluppata in presenza di un campo magnetico terrestre di entità non trascurabile (circa 50 microtesla). “Queste sorgenti costituiscono il fondo, o ambiente elettromagnetico naturale, in cui si sono evoluti gli organismi viventi, i quali a loro volta utilizzano nelle loro funzioni biologiche impulsi elettrici e differenze di potenziale che creano deboli correnti elettriche e quindi anche campi elettromagnetici.“16 2.1.1 CAMPO GEOMAGNETICO TERRESTRE (GMF): Con buona approssimazione, il campo magnetico terrestre può essere assimilato a quello di un dipolo magnetico, cioè di una sbarra magnetica con il centro coincidente con quello della Terra e l'asse disposto in modo da formare un angolo di circa 11° con l'asse di rotazione terrestre. Le variazioni che il campo magnetico terrestre subisce possono essere suddivise in giornaliere e secolari: per quanto riguarda le variazioni giornaliere, osservatori diversi posti alla stessa latitudine, registrano quotidianamente oscillazioni del magnetismo terrestre all'incirca uguali, purché riferite al tempo locale; ciò dimostra che esse sono strettamente dipendenti dal Sole. 16 Scalia Massimo e coll., op. cit., www.gruppi.camera/misti/verdi/scaffale/int2.htm Fig. 1 17 Queste oscillazioni variano con la latitudine, presentando variazioni d'intensità massima verso l'equatore e di declinazione verso i poli; tuttavia esse corrispondono a fluttuazioni che variano intorno allo 0.5% del campo totale e non lasciano tracce permanenti. Tali oscillazioni possono però essere influenzate dal vento solare, particolarmente in occasione di tempeste magnetiche che sono inequivocabilmente collegate all'attività delle macchie solari. Nell'ambito delle variazioni secolari, se consideriamo intervalli di tempo dell'ordine di 102 anni, e' possibile registrare variazioni d'intensità fino al 20%. Risalendo indietro nel tempo per intervalli dell'ordine di 106 anni, sono state scoperte variazioni assai più ingenti e strettamente connesse con un altro fenomeno particolarissimo: l'inversione della direzione del campo magnetico, più volte ripetutasi nel tempo. 17 Vanin Gabriele, Atlante Fotografico dell’Universo, Ed. Mondatori 1998, pag. 40 Fig. 2- Scala temporale delle polarità magnetiche per gli ultimi 30 milioni di anni (ridisegnata da Berggren et al. in Soc. Econ. Paleontol. Mineral., Spec. Pubbl. 54, 129-212, 1995) Qui viene rappresentata la cosiddetta varvatura magnetica: le varve bianche stanno ad indicare la polarita' magnetica inversa, mentre le varve nere stanno ad indicare quella normale. Durante un'inversione, l'intensità del campo diminuisce continuamente fino ad annullarsi (o quasi), per poi tornare a crescere in direzione opposta alla precedente più o meno bruscamente Le cause di tali inversioni sono a tutt'oggi ancora parzialmente sconosciute tuttavia, “studi paleontologi hanno correlato tali inversioni, con significative variazioni dell’evoluzione biologica, quali la scomparsa di specie viventi.”18 Bisogna considerare che comunque ancora non c’è una spiegazione certa in grado di dare una risposta definitiva sulle origini del campo geomagnetico, “attualmente sembra essere più attendibile la teoria che ricerca l'origine di questo nelle intense correnti elettriche che facilmente 18 Bistolfi Franco, op, cit. p. 547 possono circolare nella materia costituente il nucleo il quale, per la sua natura metallica, è evidentemente dotato di conducibilità elettrica assai elevata (Bullard, 1948).” 2.1.2 COMPOSIZIONE DEL GMF E RICERCHE SUI SUOI EFFETTI: “Il campo geomagnetico è formato da due componenti differenti, una continua ed una variabile: “sulla superficie terrestre la componente continua media è di circa 100 µT,a questa è sovrapposta la componente variabile (ELF) estremamente piccola (circa il 2%) ma molto importante dal punto di vista biologico.” Per quanto riguarda studi e ricerche svolte nell’ambito degli effetti del campo sugli esseri viventi ed in particolare sull’uomo, “la prima rassegna esauriente è stata pubblicata da Dubrov, a Leningrado, nel 1974, questi riferisce di persone che hanno vissuto per lunghi periodi di tempo in abitazioni sotterranee schermate mediante acciaio dal campo geomagnetico terrestre nell’ ambito di alcuni lavori sovietici condotti dal prof. Wewer dell’istituto Max Plank in Germania (1973, 1985). Nel corso di queste indagini sui ritmi cicardiani dell’uomo, Wewer ha riscontrato una marcata sensibilità del sistema ai deboli campi ELF.[…]. Nel corso di 20 anni sono stati esaminati 325 soggetti, solitamente isolati per un periodo che andava dalle 4-6 settimane a 3 mesi, schermati dal campo geomagnetico e sottoposti ad un campo magnetico verticale “standard” di 2,5 V/m con frequenza di 10 Hz a onda quadra. L’effetto più rilevante osservato era l’accorciamento, indotto dal campo, del ritmo cicardiano e alterazioni sistematiche di tutti i parametri ritmici, è interessante il fatto che il ritmo cicardiano è risultato insensibile a variazioni nel livello di illuminazione.”19 “Ricerche sperimentali hanno poi dimostrato la sensibilità delle cellule dell’epifisi a campi magnetici dello stesso ordine di grandezza del campo geomagnetico, alla stessa pineale , ed in ogni caso all’ipofisi, sarebbero attribuiti compiti nella regolazione dei ritmi cicardiani, soprattutto endocrini, la cui inducibilità magnetica in alcuni animali è stata sperimentalmente dimostrata.” “Dubrov (1978) elenca una ampia gamma di effetti ottenuti in vitro su colture schermate dal campo geomagnetico, alcuni dei quali compaiono solo dopo la generazione di numerose sottocolture. Questi effetti comprendono: disturbi istologici e fisiologici così come tumori caratteristici, anche definiti come alterazioni biochimiche, fisiologiche e comportamentali di tutte le creature compreso l’uomo seguenti una prolungata schermatura totale dal campo geomagnetico; un esempio si trova negli equipaggi di sottomarini che passano lunghi periodi schermati dalla componente costante del campo grazie al rivestimento di acciaio del sottomarino e da quella variabile tramite l’acqua salata”, analogo problema si rileva per gli astronauti che orbitano attorno alla terra nei quali “sono altresì importanti le modificazioni fisiologiche.” C’è poi da considerare una grande quantità di studi, ricerche e sperimentazioni con risultati contrastanti, ma tra queste “una sperimentazione inglese, condotta su una popolazione di studenti, avrebbe acquisito due dati di fatto: - l’esistenza di un senso di orientamento anche nell’uomo - la notevole riduzione di tale sensibilità a seguito dell’applicazione di campi magnetici artificiali sul cranio dei soggetti in esperimento.” 19 Smith C. W. Scritti di bioelettromagnetismo, op. cit., p. 6, 7 In conclusione “il geomagnetismo è stato forse un elemento essenziale al sorgere ed evolvere della vita sul nostro pianeta. E’ forse anche possibile che esso abbia giocato un suo ruolo sia nello sviluppo della biosfera, che nell’evoluzione genetica dell’uomo. Gli aspetti più interessanti della magnetobiologia terrestre a livello umano riguardano facoltà connesse col sistema nervoso, come il senso di orientamento la soglia convulsiva”, nonché i bioritmi, peraltro anche la neuroendocrinologia sembra esserne interessata, ed oggi “stanno assumendo grande importanza i fenomeni di risonanza o coerenza tra campi magnetici di bassa frequenza e bassa intensità coi ritmi propri del sistema nervoso centrale.” 2.2 RISONANZA DI SCHUMANN “Nel 1952, un ricercatore di Monaco di Baviera, W.O. Schumann, presentò una ricerca in cui dichiarava che, tra la ionosfera e la terra, si crea un campo magnetico pulsante alla frequenza di 10 Hz. Tale pulsazione venne definita come di Risonanza di Schumann. La terra si comporta come un circuito elettrico enorme. L'atmosfera è un conduttore debole e se non ci fossero fonti di carica, la relativa carica elettrica attuale si disperderebbe in circa 10 minuti. Dobbiamo quindi immaginare che esista una cavità risonante tra il bordo della terra e quello più basso della ionosfera (v. figura 3) a circa 55 Km, tra questi due estremi si crea un flusso di corrente continuo verticale. Sappiamo inoltre, per rilevazione scientifica, che ci sono circa 1000 lampi su tutta la terra in ogni istante questi rappresentano il flusso di corrente misurato nella cavità elettromagnetica del pianeta. Le risonanze di Schumann sono onde elettromagnetiche che esistono e si propagano in questa cavità. Come le onde su una molla, non sono sempre presenti tutto il tempo, ma devono essere eccitate per essere osservate. Si sa di per certo che esse non sono causate dalla morfologia terrestre, dalla crosta al mantello o al nucleo, ma sembrano essere collegate con l’attività elettrica nell'atmosfera, specialmente durante i periodi di attività intensa di lampi. Si presentano a parecchie frequenze fra 6 e 50 cicli al secondo; specificamente 7.8, 14, 20, 26, 33, 39 e 45 Hertz , con una variazione quotidiana circa +/- di 0.5 Hertz, le tre prime linee possono essere viste nella figura che visualizza i dati della Finlandia del Nord, la stazione di Kilpisjärvi. A condizione che le proprietà della cavità elettromagnetica della terra rimangano quasi invariate, queste frequenze rimangono le stesse.”20 “Nel 1957 W.O. Schumann calcolò le frequenze di risonanza della cavità terra ionosfera, e fissò l’onda stazionaria predominante a circa 7,83 Hz.”21 Presumibilmente c’è un certo cambiamento dovuto al ciclo delle macchie solari poichè la ionosfera cambia in risposta al ciclo undicennale di attività solare (Ciclo di Wolff). “Gran parte della ricerca, durante gli ultimi vent’anni, è stata condotta dalla Marina Militare degli Stati Uniti d’America. Il problema principale nell’affrontare la ricezione e lo studio di tale risonanza è dovuto ai forti interferenti causati dalle correnti alternate di tipo domestico, 50 Hz per l’Europa e 60 Hz per gli Stati Uniti . Dal punto di vista biologico, molti studiosi, tendono a sostenere che la risonanza di Schumann governi in qualche modo la neuro fisiologia animale: le migrazioni e gli accoppiamenti potrebbero essere scandite da essa. Per quel che riguarda l’uomo è curioso notare che la risonanza ha la medesima frequenza delle onde Beta celebrali, quelle onde che caratterizzano l’attività di veglia delle nostre capacità intellettive. Da alcuni studi, tra i quali citiamo quelli del dott. Fiorenzo Marinelli del CNR di Bologna, emerge la possibilità che gli interferenti elettromagnetici possano disturbare la percezione da parte dell’organismo umano della risonanza di Schumann e creare quindi problemi di carattere neuro vegetativo al nostro orologio biologico andando a peggiorare quelle situazioni di stress che già caratterizzano il mondo moderno”.22 “L‘ingegnere elettrotecnico Lewis B. Hainsworth, fu uno dei primi a suggerire che la salute umana è collegata con i parametri geofisici tramite le ELF Schumann normalmente presenti in natura. La sua ipotesi identificò le 20 Ghedi Andrea - www.andreaghedi.it, p. 17, 18 Ghedi Andrea, op. cit. p. 18, 19 22 Ghedi Andrea, op. cit. p. 18, 19 21 caratteristiche naturali che determinano lo spettro di frequenza dei ritmi cerebrali: Le frequenze dei segnali elettromagnetici prodotte naturalmente, che circolano nella cavità elettricamente risonante compresa tra la Terra e la ionosfera, hanno governato o determinato la ‘evoluzione’ e lo sviluppo delle frequenze di operazione dei principali segnali delle onde cerebrali umane. In particolare, il ritmo alfa è disposto in modo tale che in nessuna circostanza possa soffrire di un’eccessiva interferenza dai segnali di origine naturale.[…]. Le onde cerebrali sono state studiate soltanto dalla metà degli anni ’20 del secolo scorso, e la forma di segnale che sembra più ampiamente conosciuta e identificata è quella del ritmo alfa. La frequenza di questo segnale varia da individuo ad individuo, ma rimane circa tra i 7-8 Hz e i 12 Hz, con un valore medio circa di 10,5 Hz. Ci sono anche i segnali dei ritmi teta e beta, e sono identificabili con l’elettroencefalogramma nelle frequenze inferiori agli 8 Hz e superiori ai 12 Hz..[…] La risonanza Schumann forma un circuito naturale di reazione col sistema corpo/mente. Il cervello e il corpo umano si sono sviluppati nella biosfera, l’ambiente elettromagnetico condizionato da questo impulso ciclico. Per converso, questo impulso agisce come un “pilota” del nostro cervello e potenzialmente può anche veicolare informazioni. I processi funzionali possono venire alterati e nuovi schemi comportamentali possono essere facilitati tramite le reti di reazione inibitoria ed eccitativa del cervello.” In conclusione diversi studiosi del fenomeno della risonanza di Schumann, attribuiscono una forte correlazione tra i disturbi del comportamento umano associato alla variazione delle onde cerebrali e la turbolenza del campo geomagnetico o l’isolamento o l’alterazione delle frequenze di Schumann, in più “i campi elettrici prodotti dalle moderne tecnologie sono possibili sorgenti di cambiamenti evolutivi”, “è stato dimostrato che l’eliminazione forzata delle onde di Schumann crea, ad esempio, disturbi psicofisici, alterazioni dei livelli ormonali e del sistema immunitario, soprattutto nei soggetti sottoposti a stress” purtroppo per la scarsità di dati disponibili mancano misurazioni precise e pertanto vanno considerati privi di valore da un punto di vista quantitativo. Soltanto la ricerca approfondita dei segnali prodotti naturalmente può darci qualche traccia nel mostrare i possibili esiti. 2.3 LE ENERGIE ESTERNE Tra le energie e le forze naturali che possono interagire con l’uomo, sono da annoverare studi basati sugli effetti di cicli quali le fasi lunari o delle macchie solari sui sistemi viventi, citiamo a tal proposito qualche studio indicativo: Harold Burr (Burr,1945) della Yale University “studiò le variazioni dei potenziali elettrici degli alberi, osservando che questi seguivano il ciclo lunare, venendo anche influenzati dal numero delle macchie solari, postulando che tutti gli organismi sono dotati di un campo elettrico organizzante”23, ciò che lui chiamò “campo L”, un suo allievo Leonard Ravitz osservò invece “variazioni nel potenziale elettrico tra capo e torace di 10 soggetti, che in tutti i casi mostrava un ciclo di 14-17 giorni strettamente correlato alle fasi lunari (Ravitz 1951).” Più recentemente “un gruppo di ricercatori sovietici ha confermato indipendentemente le teorie di Burr e Ravitz. Questi oltre a misurare per la prima volta l’intensità e la distribuzione spaziale dei campi attorno al corpo umano, iniziarono a stabilire in che modo le persone possono reagire ai campi generati da un'altra persona.” Il prof. Frank A. Brown jr. (1976-1983) si occupò per molti anni dei ritmi esogeni di piante ed animali soprattutto in rapporto ai cicli lunari arrivando a dimostrare “come l’attività metabolica, ad esempio, di patate, carote, lombrichi e tritoni, misurata sulla base del consumo di ossigeno, dipendesse dal ritmo lunare diurno.” 23 Smith Cyril W. , Best Simon, op. cit., p.33 Uno dei primi studiosi dell’effetto dell’attività solare sull’essere umano è stato uno storico russo, il prof. Aleksandr Chizhevsky (1897-1964), questi “dopo una raccolta di dati relativi a 2400 anni, giunse alla conclusione che la maggior In figura 4: Distorsione delle fasce di Van Allen parte dei movimenti di dovuta al Vento Solare massa della terra, incluse tutte le guerre, sommosse e movimenti sociali, rivelavano periodicità regolari legate al ciclo delle macchie solari. L’apice dei tumulti popolari coincideva in quasi ogni caso considerato, con l’anno di massima attività solare.”24 Le ricerche appena citate ripropongono un tema estremamente interessante: quello secondo il quale gli organismi viventi ricevono in ogni momento informazioni ed influenze dal mondo che li circonda e che ci circonda, l’universo sembra quindi essere egli stesso un organismo che vive, che scambia informazioni con tutte le sue parti, che la variazione di un suo stato ne provoca tutta un ‘infinità di altre anche molto distanti spazialmente tra loro; è anche interessante osservare che energie estremamente deboli quali possono essere quelle provenienti dallo spazio esterno all’atmosfera terrestre, possono venire percepite ed addirittura influenzare il normale metabolismo degli organismi del pianeta. Molti altri studi e ricerche sono stati svolti nell’ultimo secolo da persone rimaste ai margini della comunità scientifica ma che non hanno avuto timore di tentare di andare oltre il puro e semplice meccanicismo, portando avanti riflessioni sull’importanza dell’ambiente che ci circonda verso un osservazione 24 Smith Cyril W., Best Simon, op. cit., p.34 di un universo ricco di scambi informativi fra tutti gli elementi che lo compongono, in una sinergia di forme dimensioni e relazioni già anticamente discusse ed accettate sotto profili filosofici e religiosi, abbandonate negli ultimi secoli a favore di una realtà fredda e razionale descritta da una scienza che si pone quale unica interprete di questa, ma che con l’andar del tempo risulta sempre più limitata e circoscritta a solo determinati campi “precisi” ed incapace di accogliere nuove teorie forse più semplici, ma difficili da accettare. Dovrebbe fare riflettere la grande sensibilità che gli organismi viventi dimostrano di avere in rapporto alle svariate ricerche in questi campi di “confine” effettuate nell’ultimo secolo ma spesso assecondate o denigrate dalla comunità scientifica in favore di concetti che non tollerano quali soluzioni anche le inverosimili. Il punto fondamentale è che si stanno effettuando tutt’oggi ricerche complementari e/o alternative nell’ambito dei più svariati campi con soluzioni innegabilmente migliori di ciò che riserva l’ufficialità, un esempio concreto è la teoria dell’acqua coerente (che verrà affrontata in seguito) la quale dà spiegazione in maniera molto più esauriente del perché di molte proprietà della stessa e conseguentemente una possibile soluzione al concetto omeopatico non ancora accettato dalla comunità scientifica ma in continua diffusione nell’ambito medico e paramedico. 2.4 CAMPO BIOLOGICO 2.4.1 BIOMAGNETISMO Dopo il campo geomagnetico (GMF), dopo la risonanza di Schumann, dopo le possibili influenze sugli organismi derivanti dallo “spazio esterno” passiamo ad osservare anche il “biomagnetismo” negli organismi viventi ed in particolare nell’uomo. Con il termine biomagnetismo si intende “lo studio dei campi magnetici generati dal corpo umano che possono essere correlati a correnti bioelettriche o alla presenza di contaminanti magnetici o al comportamento magnetico dei tessuti posti in un campo magnetico esterno (suscettività magnetica). Caratteristica di tali campi è la loro ampiezza, estremamente piccola.”25 Nell’uomo ma anche negli esseri viventi in generale i campi biomagnetici possono essere dati da differenti fattori: 1- Un primo fattore è “la magnetizzazione dovuta alla presenza di materiali ferromagnetici magnetizzati all’interno del corpo; tra gli esempi si annoverano particelle magnetizzate che possono essere state inalate come polvere di carbone, oppure l’ingestione di ferro contenuto nei cibi, magnetizzato da contaminazione esterna. 2- Una seconda sorgente di campi biomagnetici si presenta applicando artificialmente un forte campo magnetico esterno al corpo: esso induce magnetismo residuo, a causa di particelle ferromagnetiche, solitamente smagnetizzate, presenti all’interno del corpo. Dal punto di vista teorico, i campi magnetici prodotti dalla risonanza magnetica nucleare (RMN) sono esempi di reirradiazione elettromagnetica causata dalla radiazione elettromagnetica a radiofrequenza, che interagisce con gli effetti di orientamento del campo magnetico esterno molto elevato. 3- Altra sorgente di campi biomagnetici è dovuta ai normali processi biologici coinvolti con le correnti elettriche o ioniche nel corpo. La produzione fisiologica di campi biomagnetici è derivata dalle correnti bioioniche associate con i numerosi gradienti di tensione tipici dei processi vitali: nel cervello ad esempio, la differenza di potenziale di transmembrana dei neuroni è eccitabile e pertanto subisce rapidi cambiamenti, i quali dipendono da una varietà di influenze elettrochimiche che occorrono ad una giunzione di sinapsi. I potenziali di post-sinapsi sono dati da una tensione a gradino, e ciò origina l’elettroencefalogramma (EEG); questi potenziali successivamente pilotano le deboli correnti bioioniche all’interno delle cellule nervose stesse. 25 Bistolfi Franco, op. cit. p. 557 I calcoli mostrano che le correnti ioniche in grado di produrre tali campi sono estremamente piccole (dell’ordine dei micro Ampere); Nel sistema biologico sia le correnti elettriche sia le ioniche seguono una legge fisica, la quale associa il movimento delle cariche ai campi magnetici I campi biomagnetici sono fortemente deboli, persino raffrontati con i deboli segnali magnetici della terra (circa 50.000 volte più piccoli).”26 Ricercatori inglesi hanno scoperto materiale magnetico in alcune ossa della base cranica dell’uomo, questi “magnetosomi” trovati sono situati in prossimità del sistema nervoso centrale, dell’ipofisi e dell’epifisi, “la localizzazione di depositi di magnetite in batteri e nelle ossa di uccelli, mammiferi e uomini suggerisce l’implicazione di un sensore a torsione elettromeccanica e che la combinazione di quest’ultimo con depositi magnetici formi una bussola.” 2.4.2 BIOFOTONI Sempre nell’ambito dei campi elettromagnetici biologici, recenti studi il cui primo fautore fu Fritz Popp hanno rivelato anche che “tutte le cose viventi, dalle piante agli animali più basilari, fino agli esseri umani in tutta la loro sofisticata complessità, emettono una corrente stabile di fotoni, in quantità comprese da pochi fino ad alcune centinaia. Il numero di fotoni sembra essere legato alla posizione dell’organismo nella scala evolutiva: più complesso è l’organismo meno fotoni vengono emessi”, in più “se la luce viene emessa su cellule viventi, queste assumono la luce e con un certo ritardo risplendono intensamente, un processo questo chiamato “luminescenza ritardata.” “La materia come dimostrato da Einstein, ha dimensione energetica, quindi anche la materia di cui è costituito un organismo vivente può ricevere ed immagazzinare o cedere energia, tale energia è direttamente connessa con la frequenza ed è conseguentemente portatrice di informazioni. Gli organi del corpo umano emettono quindi informazioni che possono essere 26 Storia del Bioelettromagnetismo, op. cit., p. 31, 32, 33 legate a organi o strutture sane e quindi rappresentano informazioni fisiologiche, oppure possono essere generate da situazioni patologiche (oscillazioni di disturbo). Il dottor Pisichinger afferma che tutte le funzioni sono controllate a livello del mesenchima molle (tessuto connettivo molle ) che è ubiquitario in tutto l’organismo; la sua sfera di azione è il liquido extracellulare; esso riempie lo spazio extracellulare, prende contatto con la membrana cellulare di ogni cellula e le collega una all’altra. E’ stato ampiamente dimostrato che ogni molecola, cellula, organo, organismo emettono onde elettromagnetiche ultrafini, prodotte da biofotoni. Tutti i processi vitali sono regolati da oscillazioni elettromagnetiche che sono preposte ai processi biochimici. Tali studi partono dal presupposto che i processi biochimici vengono regolati non soltanto da messaggi ormonali, chimici o elettrici, ma anche da particolari onde elettromagnetiche (biofotoni) che le cellule sono in grado di decifrare”. 2.5 ONDE ELETTROMAGNETICHE ENDOGENE Il corpo umano, oltre ad essere soggetto a radiazioni elettromagnetiche esogene ne produce di proprie. E’ noto che generiamo correnti elettriche e che tramite normali analisi di laboratorio possiamo misurle. Tali correnti, dovute all’attività di nervi e muscoli, possono essere rilevate mediante elettrodi applicate sulla pelle: si tratta dell’ ECG che registra l’attività cardiaca, dell’elettromiogramma che evidenzia l’attività muscolare e dell’EEC relativa al cervello. L’attività elettrica del cervello, è sede di numerosissime onde, che vengono rappresentate da quattro forme d’onda principali, caratteristiche dei vari stati di coscienza: alpha (da 7,5-13,5 Hz) generate in uno stato di calma o meditazione; beta (14-30 Hz) proprie dello stato di veglia; delta (0,5-3 Hz) associate al sonno profondo; teta (da 4-7 Hz) nello stato di dormiveglia. Uno studio di Giovanni Mancini27 degli anni ’70 cerca di spiegare l’origine di tali onde endogene facendo leva sul concetto di funzionamento ‘panelettrico’ dell’organismo. L’autore identifica nel gruppo cerebrospinale una pila atta alla produzione di energia elettrica interna; paragona il sistema nervoso ad un circuito per il trasporto di tale corrente e riconosce nei tessuti muscolari il ruolo di gruppo di elettromagneti destinati ad espletare le funzioni meccaniche. Secondo questa visione, l’intero sistema encefalico e spinale funzionerebbe come un generatore per effetto Volta, grazie alla presenza di due sostanze in intimo contatto: la sostanza grigia e la sostanza bianca (a livello encefalico la sostanza grigia è all’esterno e quella bianca all’interno di ciascun sottosistema, nel cordone dorsale tale dislocazione delle sostanze è invertita). Questa contiguità crea coppie che costituiscono un elemento pila, più coppie una serie di elementi e gruppi di elementi danno vita a specifici tipi di pila. Tutti i gruppi sono collegati in serie e danno vita a una ‘colonna voltaica’, un apparato elettromotore destinato a creare una forza elettromotrice e quindi ad erogare energia elettrica nell’organismo. Mancini effettua esperimenti mediante i quali misura, tramite l’inserimento di un puntale di polo positivo nella sostanza grigia ed uno negativo nella sostanza bianca, una forza elettromotrice o tensione di contatto che si aggira intorno ai 40·10-3 A (con un verso della corrente da sostanza grigia - positiva - a sostanza bianca - negativa) ed in generale una corrente cerebro-spinale all’origine relativamente intensa: 2 ·10-4 A. Egli identifica poi nel liquor, a reazione alcalina, il circuito di raffreddamento. Tale corrente elettrica è oscillante o 27 G. Mancini, Phyisiologia Nova, Vita Sana, Breganzona CH. alternata e quindi in grado di generare campi magnetici, il cui effetto è la produzione di onde elettromagnetiche. figure 3 e 4: condensatore e solenoide. 28 Un condensatore ( vd. fig.3) è costituito da 2 superfici conduttrici dette armature separate tra loro da uno strato isolante detto dielettrico. Le 2 armature hanno cariche elettriche uguali e opposte e tra esse si crea una differenza di potenziale data da: ∆V=Q/C, dove C indica la capacità. La capacità di un condensatore è un indice della sua possibilità di accumulare carica su di esso. La capacità dipende dalla forma delle armature, dalla loro distanza e dall’isolante interposto. Un solenoide è un insieme di spire che, percorso da corrente, genera al suo interno un campo magnetico uniforme. Inoltre, Mancini ravvisa nel cervello l’esistenza di un doppio circuito dove le due metà del corpo calloso costituiscono un condensatore e le circonvoluzioni 28 figure: Paolo Corazzan e Al., Fisica 3, Alpha Test, Milano 2004 – pp.28 e 73. dei due emisferi della corteccia, compresi gli avvolgimenti delle fibre nervose che congiungono le due parti della corteccia alle due metà contrapposte del corpo calloso, un doppio sistema di solenoidi. Sarebbe dunque l’interazione del generatore cerebro-spinale e del doppio circuito cerebrale (condensatore-solenoidi) a generare soprattutto le onde cerebrali. Infine, l’autore riscontra una analogia tra le oscillazioni delle onde alpha cerebrali e la contrazione ritmica di riposo nel muscolo: entrambe si aggirano su una media di 4-12 cicli al secondo. Ma ho avuto modo di evidenziare una peculiare analogia tra le tre situazioni seguenti: 1.: ”...Dobbiamo adesso introdurre il concetto che la postura non è un insieme statico, ma dinamico. Al centro di tutto abbiamo infatti il movimento respiratorio primario cranio-sacrale (MR ). L’ MRP è costituito dal movimento alternato, ritmico che il cranio effettua con una frequenza di 12/14 cicli al minuto. Esso non ha niente a che vedere con la normale respirazione, è facilmente auscultabile anche se chiedete al paziente una apnea. In una veduta superiore del cranio possiamo (per semplificazione) dire che durante la cosiddetta inspirazione craniale o rotazione esterna del cranio incrementa leggermente il suo diametro trasverso e decrementa i diametri sagittali e supero inferiore. Al contrario durante la espirazione craniale o rotazione interna il cranio incrementa i diametri sagittale e supero inferiore e decrementa quello trasverso. L’ MRP costituisce il cosiddetto movimento della vita e si origina da alcuni fattori, tra cui la motilità intrinseca delle cellule del sistema nervoso centrale. Tale movimento viene trasmesso dalla dura madre, encefalica e spinale, la quale si comporta come una fascia inestensibile, anelastica, e trasmette l’impulso lungo tutto il midollo spinale fino all’osso sacro, il quale muove quindi passivamente, ‘a rimorchio’ ed effettua un movimento di verticalizzazione o flessione ed uno di orizzontalizzazione o estensione. Tale movimento avviene quindi in perfetta sincronia con il ciclo craniale....Il suo impulso [MRP] si propaga inoltre attraverso i fluidi intercellulari, fino all’estrema periferia...”29 2.: W.Ludwig scrive “E’ interessante il fatto che l’ippocampo dimostra avere esattamente la stessa frequenza di tutti i mammiferi. Questa sfera è responsabile del comportamento dell’attenzione e della capacità di concentrazione ed ha un ruolo fondamentale nell’ambito dei sogni. “30 Egli ritiene che il segnale ambientale di 7,8 Hz (frequenza che appartiene alla gamma delle onde alpha!) sia fondamentale. 3.: “Visto nel suo insieme, l’involucro aurico...nella fase I della sua pulsazione,...si espande per uno o due secondi allontanandosi dal corpo...a tal punto smette di essere distinto e si fonde con l’atmosfera circostante...Poi nella fase II, si riduce rapidamente...e scompare completamente. Il periodo di riposo, la fase III del ciclo, dura da uno a tre secondi. Poi ricomincia il processo di espansione-contrazione che in un individuo medio in stato di veglia si verifica da 15 a 25 volte al minuto.”31 29 S. Casanova, Dispense del Seminario tenuto presso ‘ Scuola Italiana Heilpraktiker’ , Milano 2002. 30 W. Ludwig, SIT-Terapia di informazione del sistema, Spitta Verlag GmbH&Co.KG, Balingen – p.14 31 J. Pierrakos, Corenergetica, Ed. Crisalide, Latina 1994 – p.85 2.5.1 LUCE ENDOGENA I primi esperimenti sulle emissioni luminose endogene risalgono agli anni ’20 quando A.G. Gurwitsch, rileva una azione a distanza tra due sistemi viventi. Scopre che la punta della radice di un bulbo tenuta per un certo tempo nelle vicinanze del fusto di una seconda radice ne accelera i processi di moltiplicazione cellulare. Gurwitsch postula perciò vi sia una emissione di una particolare radiazione capace di indurre mitosi nelle cellule del ricevente, radiazione per questo denominata mitogenetica. Egli successivamente interpone un diaframma di vetro, che assorbe radiazioni ultraviolette, e constata che vi è l’annullamento dell’effetto stimolante. Tale radiazione elettromagnetica viene perciò indicata come appartenente alla gamma UV. Trattandosi di radiazione elettromagnetica, o di debole flusso di fotoni, tale ipotesi richiedeva una conferma da parte dei fisici: è D. Gabor (scopritore del principio dell’olografia) ad avvalorarle per primo e successivamente, a metà degli anni ’50, anche un gruppo di fisici italiani: L. Colli, U. Facchini, G. Guidotti, R. Dugnani Lonati, R. Orsenigo ed M. Sommariva. Grazie all’introduzione di una nuova apparecchiatura in grado di rilevare deboli intensità luminose detto fotomoltiplicatore32, essi rilevano che germi di cereali e di alcune leguminose, nella fase iniziale della germinazione, 32 fotomoltiplicatore: strumento che permette che un elettrone emesso da una prima placca di metallo vada ad urtare una seconda placca estraendone più elettroni che a loro volta urtano un’altra placca e così via finché il flusso finale di elettroni costituisca una corrente abbastanza intensa da essere facilmente rilevata. Con un fotomoltiplicatore si possono contare singoli fotoni: basta inviare su di esso una luce di bassissima intensità in modo che ci siano pochi fotoni ed il loro arrivo sia perciò distinguibile. cioè prima che si inneschino i processi della fotosintesi, emettono una debole radiazione nella gamma ottica intorno ai 500nm: giallo-rosso. 33 figura 5: ‘esperimento fondamentale’ di A.G. Gurwitsh. U. Facchini riporta che le piante, una volta cresciute, se tenute lontano dalla luce solare mostrano un’emissione luminosa che va intensificandosi; qualora tuttavia le piante vengano esposte alla luce solare ed appare il colore verde dovuto alla formazione di clorofilla, tali fotoni non vengono più osservati. Il gruppo di fisici sperimenta anche che danneggiando le piantine l’intensità dell’emissione aumenta sensibilmente. Essi postulano che ciò sia dovuto al contatto tra i fluidi della pianta e l’ossigeno dell’aria. Studiano anche direttamente le emissioni dei fotoni da estratti liquidi ottenuti tramite spremitura delle piantine germinanti. Constatano la presenza di una luce molto intensa che va però decrescendo nel tempo. Rimescolando il liquido ottengono intensi fiotti di luce, che confermano la loro teoria del contatto con l’ossigeno. Un risultato analogo si ottiene iniettando nell’estratto perossido di idrogeno. Nel frattempo, verso la fine degli anni ’30, i coniugi Kirlian, elettrotecnici sovietici, scoprono casualmente l’effetto su oggetti (materia inorganica) ed organismi viventi di un fenomeno definito forza elettromagnetica indotta generata da un campo elettrico ad alta tensione o ad 33 figura: F.A. Popp, Nuovi orizzonti in medicina, Nuova Ipsa, Palermo 1985 – p.40 alta frequenza. Tale procedimento è conosciuto come fotografia del campo di radiazioni, o effetto Kirlian. Consiste in una strumentazione che applica corrente ad alta tensione a due lastre metalliche a diverso potenziale poste nelle immediate vicinanze dell’oggetto da esaminare. Scoccando una scintilla viene impressa su di una pellicola fotografica l’immagine delle radiazioni prodotte dall’oggetto stesso. L’immagine che risulta è la sua rappresentazione energetica. I Kirlian descrivono l'immagine che si forma sulla pellicola fotografica come derivante dall'insieme delle caratteristiche elettriche dell'oggetto fotografato vale a dire strettamente connesse alle peculiarità chimiche della sostanza. Le sostanze inorganiche mostrano come schema energetico una corona sull’emulsione fotografica. I Kirlian sono convinti che questa corona contenga importanti informazioni. Nello studiare gli organismi viventi scoprono una diretta connessione tra cambiamenti nelle caratteristiche elettriche dell'organismo, risultanti da cambiamenti della sua condizione od attività rispetto alle variazioni dell'immagine energetica osservata. Essi considerano dunque un organismo vivente pari a un complesso elettrodo nell'atto di emettere scariche, e ritengono che ogni canale di scarica emetta uno spettro relativo ai bioelettrodi e dei suoi componenti. I principali ricercatori sul processo in URSS (oltre a Semyon Kírlian e Valentina Kirlian) sono il biologo cosacco V.M. Inyushin, ed il biofisico moscovita Viktor Adamenko. V. Adamenko ritiene che l'effetto Kirlian sia un emissione autogena di elettroni da parte dell'oggetto sottoposto a studio: questo si comporta come un elettrodo nell’atmosfera quando viene inserito in un campo elettrico ad alta frequenza. Adamenko, nel considerare l'immagine energetica, crede che l’autoemissione di elettroni avvenga in funzione di due variabili: l’intensità del campo elettrico e il comportamento dell'elettrone che sfugge all'oggetto. V.M. Inyushin, nel tentativo di determinare la matrice dei processi energetici esistenti nell'organismo vivente, propone una nuova concezione della materia che definisce come quarto stato della materia o bioplasma34. Egli considera l'effetto Kirlian come un mezzo per studiare questo plasma biologico. Nella sua visione, il bioplasma consiste in un sistema di particelle elementari cariche, con una specifica distribuzione spaziale, che sta alla base di tutte le relazioni biodinamiche dell'organismo vivente. Inyushin ritiene che tale sistema sia altamente organizzato poichè l'entropia, il movimento caotico di tali particelle quando riscaldate, è minima. Infatti, nella sua condizione di squilibrio termodinamico, ha la capacità di raggiungere una notevole stabilità anche se soggetta a temperature variabili e ad altre condizioni ambientali differenti. Adamenko, però, non accetta la tesi di Inyushin e crede che la prova rigorosa necessaria a questo proposito non esista ancora. Alcuni esperti elettronici ma anche fisici ritengono che l’effetto corona presente nelle fotografie Kirlian, sia direttamente riconducibile al fenomeno della scarica corona, fenomeno associato alla perdita di potenza elettrica che avviene ad esempio nelle linee ad alta tensione. Secondo Peter E. Viemeister: “Il flusso di elettricità da un punto è solitamente un processo tranquillo ed invisibile, ma se il gradiente potenziale, o differenza di voltaggio, diventa sufficientemente grande, le collisioni di ioni sprigionano un'energia sufficiente ad eccitare particelle di aria, rendendole luminose. Questa ionizzazione visibile è stata definita corona, scarica e può talvolta essere vista 34 Bioplasma o protoplasma = sost. viscida, translucida, colloidale, costituente essenziale della cellula vitale, vegetale ed animale. Non è una sostanza chimicamente definita, perché la sua composizione varia secondo la specie e l’attività fisiologica; è costituita da Carbonio, Azoto, O, H e vari ioni, quali P, Na, K, Ca, Mn, Fe, ecc e acqua [ Dizionario Enciclopedico Sanzoni ) nell'oscurità sotto forma di bagliore. Questa definizione di scarica corona, però, non è altro che una versione popolare “.35 IONIZZAZIONE: le radiazioni elettromagnetiche possono essere suddivise “...sulla base del contenuto energetico dei fotoni: radiazioni ionizzanti e non ionizzanti. Le prime, che comprendono raggi X, raggi γ e ultravioletto (UV) lontano, hanno energia sufficiente per determinare il distacco di un elettrone ( ionizzazione ), delle specie assorbenti. Le seconde (UV vicino, visibile, infrarosso, microonde, radiofrequenze) non ne sono capaci. In questo secondo gruppo si distinguono poi le radiazioni UV, visibili, IR (cosiddette ottiche), sufficientemente energetiche per perturbare i livelli di energia elettronica di atomi e molecole (eccitazione).”36 Questo fenomeno è correlato strettamente a reazioni con radicali. I radicali sono molecole altamente reattive poiché cercano un’altra molecola in grado di saturare il loro spin (senso rotatorio) in eccesso. Nella materia vivente l’ossigeno molecolare (O2), si presenta con i due elettroni dell’orbita più esterna con spin paralleli . Tale conformazione lo rende più soggetto ad un campo magnetico esterno poiché lo porta a tre orientamenti spaziali (stati tripletto – . Se la molecola di ossigeno viene eccitata mediante apporto di energia uno degli elettroni spaiati può rovesciarsi, si forma ossigeno singoletto che richiede a sua volta l’intervento di un’ulteriore molecola di ossigeno (reazione bimolecolare), decade nello stato normale di tripletto, energeticamente inferiore, emettendo luce. La trasformazione bimolecolare dell’ossigeno da 35 K. Johnson, Effetto Kirlian e aura vivente, Reprint, Milano 1977 – p.30 F. Bistolfi, Campi magnetici in medicina, Minerva medica, Torino 1986 – p. 154 36 singletto a tripletto produce un fotone. La lunghezza d’onda è di 634,7nm (spettro visibile). Tale fenomeno è tipica della reazione di lipossigenasi che avviene a livello organico: ossidazione di lipidi mediante catalizzazione enzimtica. Infatti inibitori di tale reazione diminuiscono l’intensità della radiazione mentre l’apporto di ossigeno o perossido di idrogeno ne incrementano notevolmente l’emissione. F.A. Popp riporta che recenti ricerche evidenziano uno spettro di radiazioni cellulari che si estende a tutta la gamma, dall’IR all’UV e che, in sistemi integri, l’azione di catalizzatori o inibitori sembra essere ininfluente. Inoltre, ritiene che tale trasformazione dell’ossigeno, da singoletto a tripletto, possa essere attribuita ad una reazione secondaria. figura 6: rappresentazione grafica di spin opposto (sx), di spin parallelo (dx). figura 7: l’orientamento parallelo porta a tre posizioni energeticamente diverse (tripletti ). 37 37 figure: F.A. Popp, ibid – p.42 Altri studiosi fisici ritengono che i punti ed i filamenti di luce visti nelle fotografie Kirlian abbiano una natura strettamente correlata a correnti ad alto voltaggio che scelgono sentieri di minima resistenza elettrica: sono le correnti di Maxwell. I filamenti di luce possono inoltre essere figure di Lichtenberg, cioè schemi prodotti dall'effetto delle scariche elettriche direttamente proporzionali alla magnitudine della scarica. La scarica corona è stata chiamata anche ‘effetto spazzola’ o ‘fuoco di S. Elmo’. Quest’ultima denominazione si riferisce ad una luminescenza bluastra e misteriosa che apparve intorno alla cupola della Chiesa di Sant'Elmo in Italia, ed era nota alla popolazione come ‘fuochi di Sant'Elmo’. Viktor Adamenko riferisce che: “...i navigatori medievali consideravano la comparsa di luminescenze sull'albero della loro nave come un presagio negativo. Di regola, seguiva una violenta tempesta. Ma la comparsa dei fuochi di Sant'Elmo sulla cima degli alberi durante una tempesta veniva salutata dai marinai come un segno di salvezza”.38 I Kirlian, nella visualizzazione del fenomeno sull’epidermide umana, riportano: “Nel campo visivo, sullo sfondo della configurazione dell'epidermide, sono visibili canali di scarica con determinate caratteristiche: punto, corona, fiamma, spirali luminose etc... Sono di colori diversi: blu, lilla, giallo; brillanti e pallidi, ardono continuamente e lampeggiano; fiammeggiano periodicamente; sono stazionari o mobili.”39 La ‘fotografia del campo di radiazioni’ è un fenomeno suscettibile di modificazioni in quanto le impressioni sull’emulsione variano in tempi differenti per lo stesso soggetto. 38 39 K. Johnson, ibid – p.15 K. Johnson, ibid – p.80 Dopo numerosissime prove sperimentali che escludono qualsiasi correlazione con cambiamenti fisiologici (temperatura del dito, vasocostrizione/vasodilatazione, reazione galvanica epidermica, respirazione, pulsazioni cardiache, pressione sanguigna, reazioni elettrolitiche epidermiche) si giunge alla conclusione che i diretti responsabili di tali modificazioni siano mutamenti emotivi e mentali o condizioni fisiche. La corona, a seconda delle caratteristiche elettriche della scintilla, genera un insieme di canali di scarica che irradiano linearmente dalla periferia dell'oggetto. L’effetto corona in una persona sana si presenta: nelle fotografie in b/n sottoforma di aloni a ‘spazzola’; nella fotografia a colori come una colorazione blu cielo. Varia, con lo stesso andamento, in funzione dello stato di salute o di malattia. Tale variazione sembra possa essere notata ancor prima che la malattia si sia apertamente manifestata. Man mano che la persona ammalata peggiora, non solo aumenta intensamente la colorazione blu cielo, ma iniziano a comparire macchie bianco opaco. Una persona gravemente ammalata imprime una lastra quasi completamente bianca, senza il minimo effetto corona. In condizioni di estrema rilassatezza si verifica dapprima un’estrema dilatazione della corona che successivamente si contrae a tal punto, tanto da far registrare la sua totale scomparsa. Alcune sperimentazioni sui punti di agopuntura dove è presente una sensibile diminuzione di resistenza elettrica appaiono come zone di non-luminescenza. Nella fotografia del campo di radiazioni si notano, oltre l’effetto corona, anche delle spirali, orientate nel loro movimento, che vengono emanate da un punto dell'epidermide e riassorbite in un altro. La peculiarità è che fino a quando una spirale non ‘rientra’, quella successiva non entra in azione. Altre invece si spostano lentamente e cessano con un lampo, o si dissolvono nello spazio. La colorazione delle spirali risulta essere di tipi: blu-lattiginoso, lilla pallido e giallo-arancio (gli ultimi due non hanno alcun corrispettivo colorimetrico nelle foto in b/n). La presenza del blu-lattiginoso è strettamente correlato alla colorazione dell’effetto corona. Il giallo-arancio sembra corrispondere ad una disposizione mentale di forte concentrazione. Il lilla pallido sembra essere messo in relazione ad un certo tipo di malattia o di grave affaticamento psichico. Esperimenti condotti sulle piante, evidenziano un fenomeno definito effetto fantasma. Dopo aver asportato una piccola porzione di una foglia ed aver scattato una fotografia Kirlian, si nota che rimane, a circondare la zona in cui la foglia è stata tagliata, un'immagine che corrisponde alla struttura della foglia così come si presentava quando era intatta (tranne per il fatto che la strutturazione energetica è più debole). Ciò sembra essere l'evidenza dell’esistenza di una possibile ‘matrice energetica’ che fornisce una struttura archetipa per il corpo materiale di ogni organismo vivente. 40 figure 8 e 9: immagini energetiche, ottenute tramite la ‘fotografia del campo di radiazioni’, di un dito e di una foglia di geranio. Questi sono anni in cui vi è una profondo interesse relativo all’energia, al suo significato e alla sua origine. Ricordo (vd. capitolo precedente sulla fisica) che coincidono con il periodo in cui si stanno affermando le innovative idee della meccanica quantistica. Tra i numerosi ricercatori appartenenti ai più disparati settori della conoscenza troviamo W. Reich Reich, noto sopratutto come psichiatra e psicanalista, allievo di Freud e padre fondatore della terapia bioenergetica, approda a studi in materia di biofisica. Durante alcuni esperimenti condotti alla fine degli anni ’30, scopre casualmente delle particelle di radiazione che in seguito chiama bioni. La letteratura ci riporta che un suo assistente per errore prese una provetta sbagliata e la riscaldò fino all’incandescenza. Essa conteneva comune sabbia di oceano e, quando venne messa in coltura e inoculata con un medium di uovo e 40 figure: K. Johnson, ibid. pp.33 e 164. di un tipo specifico di alga, produsse una crescita giallastra. Vista al microscopio mostrò la presenza di vescicole che brillavano di un colore blu intenso e che successivamente iniziavano a crescere ed a muoversi. Con il passare del tempo Reich dimostra, misurandola termicamente, elettroscopicamente e mediante contatori Geiger-Ruller, che l’energia definita da lui stesso orgonica è la stessa energia che il Sole emana e che, l’aver portato a incandescenza la provetta di sabbia, aveva nuovamente forzato il suo rilascio. Quello che Reich ritiene di aver scoperto è che l’energia biologica vitale è presente in tutti gli organismi viventi. Successivamente Reich costruisce degli accumulatori di questa energia orgonica costituiti da un contenitore formato da strati alterni di materiale organico (lana) e metallo. Numerosi sono gli esperimenti, condotti sia da Reich che da altri studiosi, che riferiscono che piante ed esseri umani introdotti in accumulatori orgonici riportano effetti benefici. Ad esempio, foglie strappate dalle piante madri si mantengono in vita per qualche mese, completamente al buio, senza terra né acqua, come se traggano nutrimento dall’esposizione a questa energia vitale concentrata. L’FDA (Food And Drugs Administration) si oppone nettemente alle idee di Reich vietandone la circolazione, distruggendo tutte le sue pubblicazioni. Inoltre la scienza ufficiale lo deride. Reich passa gli ultimi anni della sua vita in carcere. Tra gli anni ’55 e ’75 compaiono numerose pubblicazioni sui rilevamenti di radiazioni cellulari ultradeboli. S. V. Konev ed il suo gruppo di ricerca, sostengono che l’emissione fotonica ultradebole si manifesta presumibilmente in tutti gli organismi e che aumenta di pari passo con il grado di evoluzione degli esseri viventi. 41 figura 10: spettro delle onde elettromagnetiche, ionizzanti (a dx della luce) e non ionizzanti (NIR). Visualizzazione grafica della collocazione ULF ed ELF. Tale flusso fotonico è di una intensità milioni di volte più debole della bioluminescenza (fenomeno caratteristico di alcuni animali quali lucciole e alcune specie di pesci oceanici): la sua intensità è paragonabile a quella di una candela posta a venti chilometri di distanza. Lo spettro luminoso ha delle intensità caratteristiche per ogni specie e generalmente appartiene alla gamma che va dall’infrarosso all’ultravioletto. Quando le cellule muoiono, se sottoposte durante la sperimentazione a radiazioni ionizzanti, centrifugazione, riscaldamento/raffreddamento o avvelenamento, l’intensità dell’emissione aumenta sensibilmente e cessa con la loro morte. Nel ’66 Konev e i suoi collaboratori resero noto che cellule di miceti manifestano la loro massima emissione nella fase G1, cioè quando passano 41 figura: F. Bistolfi, ibid.- p.377. dalla loro massima differenziazione alla divisione cellulare. Il passaggio dalla fase G0 alla fase G1 corrisponde al discioglimento della cromatina. 42 figura 11: ultime tre fasi della mitosi cellulare. La figura a dx indica la telofase che corrisponde all’ultimo passaggio della fase G0 alla fase G1. H. Fröhlich, nel 1968, avanza una proposta nella quale considera il vivente come un sistema dotato di due proprietà fondamentali: capacità di interazione elettromagnetica a distanza e elevato ordine (coerenza). Per coerenza si intende che le particelle subatomiche siano in grado di cooperare. Queste onde, o particelle, non solo si conoscono ma sono anche concatenate da campi elettromagnetici comuni in modo che possano comunicare tra loro. Quando le onde entrano in fase, o sincronia, iniziano ad agire come un’unica onda gigante. La coerenza stabilisce la comunicazione. E’ come se facessero parte di un’unica orchestra. Le idee di Fröhlich hanno segnato una tappa importante nella ricerca di un ponte tra fisica e biologia. Però tale visione si fonda ancora sul concetto di interazioni statiche tra le molecole: egli considera le cellule e molte delle macro biomolecole dotate di proprietà dielettriche. La sua opinione rispetto all’emissione di onde elettromagnetiche è legata alla differenza di potenziale delle membrane cellulari: questa essendo di ca.100mmV risulta capace di 42 figura:D.U. Silverthorn, Fisiologia, Ambrosiana, Milano 2000 – p. 744. creare un campo elettrico di tale intensità da far vibrare parti della membrana generando frequenze di risonanza nell’ordine di 1011 –1012 Hz . E’ grazie all’apporto della rivoluzionaria concezione introdotta da Ilya Prigogine alla fine degli anni ’70 rispetto al sistema vivente, che avviene il salto qualitativo nell’indagine che stiamo studiando. Egli interpreta la materia biologica come una ‘struttura dissipativa’ la cui qualità primaria è quella di essere lontana dall’equilibrio termico. Il vivente è un sistema aperto che scambia con l’ambiente energia ‘non caotica’, sottoforma di segnali elettromagnetici o di materia. Tale energia ‘non caotica’ produce correlazioni spazio-temporali, vale a dire strutturazione della materia e ritmo nel moto delle particelle. Inoltre l’apporto di energia, che crea caos (tipico comportamento dei sistemi chiusi), nelle strutture dissipative crea ordinatissime strutture specifiche. L’ordine agisce da catalizzatore verso un ordine superiore. E’ dunque la comunicazione ad elevare la vita al di sopra dell’equilibrio termodinamico e a far si che essa si mantenga al di sopra dello stato caotico e si possa evolvere. Dopo dieci anni di ricerche, nel 1981 al centro di ricerche mediche di Novosibirsk, L. Michailova e i suoi collaboratori divulgano esperimenti eseguiti che consistevano nell’inserimento all’interno di due palloni di vetro collegati mediante un diaframma, culture di cellule. In una delle due culture viene indotta un’infezione virale. Il risultato dell’esperimento porta a constatare che nella cultura contigua, non si riscontrano segni di infezione quando il diaframma interposto è fatto di vetro impermeabile agli UV. Quando invece il diaframma è costituito da vetro di quarzo, permeabile, con una riproducibilità dell’80%, si riscontrano sintomi di infezione. La conclusione è che ‘segnali’ patogeni con componenti ultraviolette abbiano infettato la cultura cellulare separata senza trasmissione diretta del virus. Le due colture risuonano tutte assieme. 43 figura 12: esempio di strumentazione utilizzata da L. Michailova ed i suoi collaboratori. F.A. Popp ed i suoi collaboratori, utilizzando una particolare apparecchiatura denominata fotomoltiplicatore, svolgono una ricerca sui fotoni biologici. Effettuano esperimenti su piantine di cetriolo: il fotomoltiplicatore riceve fotoni ad una densità estremamente alta emessa dalle piante. Si suppone che ciò sia legato a processi clorofilliani. Successivamente, nonostante li facciano crescere nell’oscurità, l’intensità dell’emissione luminosa aumenta sensibilmente. Inoltre, vi è la constatazione che tali fotoni dimostrino di essere estremamente coerenti. La sperimentazione prosegue su aggregati cellulari che vengono eccitati mediante una luce debole (simile al processo naturale). L’esito è il riscontro della qualità elevata come risonatori biologici: dopo lo spegnimento della sorgente luminosa, l’intensità dei fotoni si affievolisce in tempi lunghi (nell’ordine di minuti ed ore). Popp deduce che i sistemi biologici siano dotati di spiccate caratteristiche fotoaccumulatrici, che esprimono proprietà 43 figura:F.A. Popp, ibid.- p.47 estremamente coerenti e di comunicazione. Inoltre si eseguono esperimenti per rilevare eventuali differenze dell’emissione biofotonica tra tessuti normali e tessuti tumorali corrispondenti. Dopo l’attivazione fotonica, il tessuto normale restituisce la radiazione più lentamente del corrispondente tessuto tumorale. La capacità di accumulo nel tempo del tessuto normale è dunque più alto. Il tessuto sano durante l’emissione luminosa riassorbe (processo simile a quello evidenziato nell’effetto Kirlian) una parte dei fotoni, il tessuto tumorale ha perduto quasi completamente questo risucchio di luce. Nelle sue ricerche, Popp riconosce che le molecole nelle cellule rispondono a determinate frequenze e che una serie di vibrazioni proveniente dai fotoni causa una varietà di frequenze in altre molecole del corpo. Inoltre il riconoscimento dell’esistenza delle onde di luce pare finalmente dare una risposta a come l’organismo riesca a governare funzioni complesse istantaneamente. Popp ritiene che queste emissioni biofotoniche siano in grado di fornire un sistema di comunicazione perfetto per trasferire l’informazione a molte cellule nell’organismo. L’ipotesi, dunque, è che tali biofotoni, nonostante la loro bassa intensità, siano responsabili della regolazione dei processi cellulari, in grado cioè, di innescare tutte le reazioni biochimiche della cellula: essi eccitano gli stati elettronici delle biomolecole che a loro volta determinano la reattività chimica. La radiazione che si manifesta verso l’esterno sarebbe imputabile a piccole perdite, dovute al fatto che l’aggregato non trova impiego per quei fotoni. Popp scrive: “ Nell’ordine gerarchico della regolazione la priorità spetta...all’apporto di fotoni adeguati. La disponibilità di fotoni adatti al posto giusto ed al momento giusto è condizione prima della reattività, significa perciò regolazione e, quando al processo in atto partecipano più centri, anche comunicazione.” 44 La regolazione elettromagnetica dei processi cellulari acquisisce così caratteristiche proprie di un campo fotonico (tra cui direzioni di polarizzazione del tempo) di molte frequenze, probabilmente dalla gamma UV fino alla gamma delle onde radio. Ogni reazione richiederebbe quindi una determinata composizione di frequenze e tanto più esse risultano essere modulate tra loro, quanto più elevato diviene il grado di informazione; inoltre, proporzionalmente diminuisce la possibilità che vi sia interferenza prodotta da flussi di fotoni estranei. Il presupposto essenziale di questo modello di regolazione biochimica è che i fotoni costituiscano all’interno delle cellule, e nell’intero aggregato molecolare, un campo elettromagnetico di elevata coerenza. Popp definisce come ‘coerenza’: “...la capacità di interferenza, cioè di assumere carattere ondulatorio...le interazioni del campo elettromagnetico su grandi distanze in tempi diversi mostrano precise correlazioni, cioè deviazioni dal comportamento casuale. Con la crescente coerenza, aumentano anche proprietà come identificabilità, trasparenza, trasporto di energia senza perdite, capacità regolative e trasmissione di informazioni.”45 E. Del Giudice parlando di dominio di coerenza scrive: “...una regione di diametro K [al cui interno vi è] un certo numero di molecole che, entro un tempo definito, si diseccitano restituendo al vuoto l'energia ricevuta dalla fluttuazione. Questa dinamica di eccitazione-diseccitazione, ..., produce una corrente che interagisce in senso attrattivo con il campo elettromagnetico fluttuante ... All'interno del dominio di coerenza la fase del campo elettromagnetico è ben definita, perché si è all'interno di un'unica lunghezza d'onda, perciò la fase dell'oscillazione molecolare è la stessa per tutti i 44 45 F.A. Popp, ibid. – p.48 F.A. Popp, ibid. – p.50 componenti. L’accoppiamento tra campo di materia delle molecole e campo elettromagnetico rende coerenti le oscillazioni dei due campi, separatamente e tra di loro. “46 Popp, inoltre, facendo riferimento alle idee di I. Prigogine (sistemi viventi intesi come strutture aperte ideali), ritiene che, poiché l’energia nel sistema aperto ideale viene ripartita con uguale probabilità su tutti i possibili livelli energetici, questi hanno lo stesso grado di probabilità di essere attivati (f=cost); ciò che ne consegue, è che il sistema diventa trasparente per i fotoni. Quando un fotone giunge in un tale sistema può: o essere assorbito o attivare il sistema o indurre l’emissione di un altro fotone di uguale energia (principio del laser47). 46 N. ed E. Del Giudice, Omeopatia e bioenergetica, Cortina, Verona 1999 p.180 47 Laser: dispositivo capace di creare un’amplificazione della luce per mezzo di emissione stimolata di radiazioni. L’emissione stimolata consiste nell’inviare un fotone ad un atomo ed a costringerlo a perdere energia inducendo un elettrone a compiere un salto da un orbitale più esterno ad uno più interno (il contenuto energetico del fotone deve essere pari al salto energetico tra i due livelli) con conseguente emissione di un fotone. Mediante un continuo pompaggio di energia è quindi possibile realizzare una situazione in cui siano più numerosi gli elettroni che si situano su livelli energetici più alti (normalmente questi si stabilizzano su livelli energetici inferiori). In questo processo gli atomi assumono una sorta di comportamento collettivo coordinato ed emettono fotoni in fase tra loro; in altre parole emettono una luce coerente. Inoltre, nella emissione stimolata il fotone viene emesso nelle direzione del fotone incidente, quindi è possibile controllare con precisione la direzione dell’emissione in modo da ottenere un fascio di luce ben collimato, che mantiene lo stesso diametro su grandi distanze e la cui intensità si conserva quasi come una costante. Tale concetto viene raggiunto sperimentalmente mediante la scoperta che i tessuti, seppur considerati otticamente densi, risultano essere trasparenti ai biofotoni. Irradiando uno strato di semi di soia dello spessore di 3mm con frequenze nella gamma delle ELF si verifica che avviene un assorbimento del 99,9% ma, se lo irradia contemporaneamente con luce biofotonica di germi di cetriolo viventi, questo strato ne lascia passare (= trasparente) il 70% circa. Se il sistema è trasparente ne deriva che il flusso fotonico non subisce alterazioni. Il sistema può mantenere una struttura ordinata se gli impulsi sono adeguati ed ordinati. Eventuali fattori di disturbo lo attraversano senza effetto. Popp ed il suo gruppo di ricerca effettuano esperimenti con una sostanza: il benzo[a]pirene, un idrocarburo noto per essere cancerogeno. Riscontrano che tale sostanza dimostra di possedere una proprietà ottica peculiare: una volta esposta alla luce ultravioletta la assorbe in un primo tempo, riemettendola successivamente ad una frequenza completamente diversa, come se si trattasse di una sostanza rimescolatrice di frequenze. Secondariamente effettuano un altro esperimento con benzo[e]pirene, idrocarburo differente solo per una piccola alterazione nella struttura molecolare, che risulta essere innocuo agli esseri umani. La luce passa attraverso questa sostanza rimanendo inalterata. Viene inoltre osservato, tramite sperimentazione anche con altre sostanze, che i composti generalmente considerati cancerogeni manifestano la caratteristica di reagire alla luce solo ad una determinata lunghezza d’onda: -380nm. Grazie alla conoscenza del noto fenomeno di foto-riparazione Popp arriva ad ipotizzare che nel corpo ci sia qualche tipo di luce responsabile del fenomeno stesso. La fotoriparazione è un processo che prevede una capacità autorigenerante della cellula: se la si danneggia con luce UV, in modo che il 99% della stessa (incluso il DNA) venga distrutto, il danno può essere riparato quasi completamente illuminando ciò che rimane con la stessa lunghezza d’onda (ma con un’intensità minore). La fotoriparazione funziona nel modo più efficiente quando la lunghezza d’onda è pari a 380nm e questa risulta essere proprio la stessa alla quale i composti cancerogeni reagiscono rimescolando le frequenze. Se ne deduce che il composto canceroso agisca bloccando permanentemente questa luce endogena cosicché la fotoriparazione non possa più avvenire. Intanto nell’80 vengono pubblicate le ricerche di F.C. Crick e J.D. Watson che spiegano come infiltrazioni di bromuro di etidio provochi lo srotolamento delle superstrutture del DNA . Due anni prima, lo stesso Popp, aveva constatato che l’aggiunta di tale sostanza a livello del DNA, penetrando nel nucleo si intercalasse tra le coppie di basi provocando negli aggregati cellulari l’alterazione dell’emissione fotonica. E’ nel 1981 che M. Rattemeyer fornisce la prova definitiva che la radiazione cellulare ultradebole origina dal DNA. Rattemeyer ipotizza che se il DNA ha il ruolo di accumulatore fotonico, nel momento in cui si apre o si richiude vi deve essere una concomitante emissione di fotoni. La prova sperimentale conferma che l’emissione ha una punta massima in corrispondenza con il massimo discioglimento di cromatina (come per Konev). La scienza accademica mette in primo piano la funzione matrice del DNA e per un certo periodo si era supposto che esso dovesse aumentare il proprio contenuto in funzione del grado evolutivo. R. Hinegardner nel 1976 cerca appunto, di determinare tale correlazione definendo coefficiente c la quantità di DNA espressa in picogrammi (1 pg = 10-12 g). Ma i risultati connotano una mancanza di relazione diretta; ad esempio risulta che il ratto abbia un coefficiente c in quantità pressoché uguale a quella dell’uomo e che quello dell’urodelo sia addirittura 15 volte più grande del nostro. Inoltre W. Nagl evidenzia che tra organismi di uguale complessità si riscontrano spesso ‘coefficienti c’ estremamente diversi. Nel frattempo è stato appurato che la parte geneticamente attiva (eucromatina) del DNA negli organismi superiori costituisce solo circa il 2% del totale; di conseguenza le notevoli differenze del ‘coefficiente c’ possono essere attribuite soltanto alle variazioni della restante parte ritenuta geneticamente inattiva (eterocromatina). Ma la maggior parte degli scienziati ritiene che la parte inattiva (cioè più del 98% del DNA) sarebbe da considerarsi DNA di ‘scarto’, ‘superfluo’. Ma dal punto di vista energetico ed evoluzionistico è improbabile che le cellule producano e trasmettano una tale quantità di DNA senza valore. I risultati sperimentali indicano che il DNA è la molecola centrale dalla quale procedono la regolazione biologica e l’emissione biofotonica. P. Vighy, M. Duchesne nel 1976 avevano ipotizzato che le basi nucleotidiche costituiscono efficaci fotoaccumulatori, adatti come ottimo materiale laser, ed oggi tale visione è stata generalmente riconosciuta. A temperatura ambiente quando una delle basi assorbe luce passa ad uno stato di attivazione e si accoppia con una molecola vicina (generalmente attivata anch’essa), a formare un eccimero. Non appena l’eccimero torna allo stato normale emette un fotone e le due basi, respingendosi, decadono ai propri stati originari di monomeri con contenuto energetico più basso. Lo stato di attivazione dell’eccimero, ad un livello energetico elevato, conferisce ad essi la proprietà di mezzo otticamente attivo, cioè materiale laser. Quando un fotone attraversa l’eccimero induce il decadimento degli stati venendo al contempo rinforzato da fotoni liberati (emissione indotta). Il processo del pompaggio, nei sistemi aperti, relativo alla continua riattivazione degli eccimeri avviene grazie all’apporto di energia che è parzialmente attribuibile ai prodotti metabolici. In quest’ottica, il DNA non ha più solo la funzione di matrice per la sintesi proteica, bensì gli viene riconosciuto il ruolo di stazione radio primaria che guida tutti i processi cellulari e tutte le reazioni biochimiche. Lo spettro di questi biofotoni abbraccia tutta la gamma elettromagnetica compresa tra gli UV e le onde radio lunghe. In particolare, le radiofrequenze attivano stati di traslocazione e di rotazione; le microonde e gli IR modulano gli stati oscillatori; le frequenze ottiche e gli UV provocano l’attivazione degli stati elettronici. L’intero spettro può essere ricevuto ed al contempo prodotto dal DNA, specialmente in interazione intercellulare con le sequenze di DNA adiacenti. Per concludere questa sezione, anche i ritmi biologici acquisiscono un nuovo fondamento: l’elica del DNA si contrae quando riceve ed accumula fotoni in eccesso poichè l’attivazione degli eccimeri induce forze di attrazione tra molecole, mentre si espande quando si verifica scarsità di fotoni. Tali contrazioni ed espansioni possono essere indotte dalla luce, la quale le eccita in senso oscillatorio. E’ possibile dimostrare che una delle possibili frequenze fondamentali dell’intera molecola di DNA viene determinata dall’accoppiamento al proprio campo fotonico emesso. Questa frequenza corrisponderebbe al ritmo giornaliero dove esperimenti dimostrano che di giorno, sotto l’azione della luce, il DNA si presenta più denso. Mediante condensazioni nella luce e decondensazioni nell’oscurità, il DNA è in grado di formare attorno a sé un campo fotonico relativamente stabile. Ciò è necessario per stabilizzare la sua vita e a sua volta il sistema stesso. 48 tabella 1: spiegazione di diversi fenomeni secondo il modello biofotonico 2.6 DUE IMPORTANTI FATTORI: 2.6.1 IL CAMPO INFORMATICO DEL POTENZIALE VETTOREl (o campo magnetico scalare): Entrando ora nel vivo dello studio dei campi elettromagnetici non si può non soffermarsi su una proprietà di questo spesso assecondata; infatti 48 tabella: F.A. Popp, ibid.- p.63. nell’interazione tra campo elettromagnetico ed uomo così come nelle possibili comunicazioni tra le varie parti del corpo o anche tra cellula e cellula è da considerare che il campo elettromagnetico intrappolato ha con sé un compagno inseparabile, il "potenziale vettore", quantità totalmente non misurabile nell’ambito della fisica classica, ma che, nella teoria quantistica dei campi, influenza la fase di un sistema coerente. Il potenziale vettore, a differenza del campo, non è intrappolato, esso si estende ad una ampia regione circostante, senza trasportare energia ma solo informazioni, esercitando una sua "influenza sottile", potremmo dire informatica, modificando la fase dei sistemi coerenti presenti. Il potenziale vettore “può interagire con le onde elettromagnetiche per produrre uno spostamento di fase relativo, anche se il percorso dell’elettrone non attraversa le linee di flusso magnetico. Questo è l’effetto di Aharonov e Bohm, un insolito ma importante effetto della fisica quantistica”49, predetto teoricamente nel 1959 e verificato sperimentalmente nel 1980. In particolare ”nella realizzazione di Aharonov e Bohm un fascio coerente di elettroni, cioè dotato di fase ben definita, attraversa lo spazio esterno ad un lungo solenoide, al cui interno è intrappolato un campo magnetico; il potenziale di questo trabocca nella regione esterna. La previsione quantistica, confermata dall’esperimento, è che la fase del fascio di elettroni si debba modificare. Il fascio può cioè scoprire l’esistenza del campo magnetico, attraverso il suo potenziale, senza doverlo incontrare direttamente. E’ possibile che questa interazione sottile alla Bohm-Aharonov possa giocare un ruolo importante tra i domini di coerenza in cui si siano generati i campi magnetici prodotti da varie eccitazioni, stabilendo legami tra le loro fasi, nonché influenzando le fasi di altri oggetti coerenti circostanti.” E’ ben noto che in fisica classica un sistema materiale possa interagire elettromagneticamente solo mediante le forze prodotte dai campi elettrico e magnetico, ma non con i potenziali da cui questi campi derivano. 49 Smith C. W., Potenziale magnetico scalare, bioinformazione e acqua Ed. Andromeda Quaderni per la scienza n° 17 1995, p. 8 L’inosservabilità dei potenziali è un dogma in fisica classica. Sorprendentemente questo dogma cade in fisica quantistica, nel caso di sistemi dotati di fase ben definita, cioè i sistemi coerenti.”50 Tra i vari sistemi coerenti si apre perciò la possibilità di un "dialogo sottile", una comunicazione senza scambio di energia, che coinvolge solo le fasi, che sfugge perciò ad ogni misura di tipo parcellare e può essere percepita solo da chi si pone in un ambito ondulatorio. 2.6.2 IL CAMPO DEL PUNTO ZERO Oltre al campo informatico del potenziale vettore vi è un altro campo energetico che permeando l’intero universo e quindi attraversando qualsiasi organismo non può essere sottovalutato nell’ambito di un discorso concernente l’informazione e la comunicazione tra organismi, è questo il cosiddetto Campo del Punto Zero, così chiamato dai fisici in quanto “le fluttuazioni nel campo sono ancora rilevabili alla temperatura dello zero assoluto.[…] Questo è il minimo stato possibile di energia, quando tutta la materia è stata rimossa, e niente è rimasto che possa apparentemente essere in grado di creare qualsiasi moto. E’ lo stato dal quale non può essere rimossa più energia. Nelle equazioni fisiche la gran parte dei fisici sottraeva la fastidiosa energia del punto zero poiché è sempre presente e sosteneva la teoria, non cambia nulla.“51 “E’ stato calcolato che l’energia totale del campo del punto zero, oltrepassi in maniera esorbitante tutta l’energia presente nella materia, secondo un fattore di 1040“ Bisogna sottolineare l’importanza dell’esistenza di un simile campo, in quanto “lo stato stabile della materia dipende per la sua stessa esistenza da l’interscambio dinamico di particelle subatomiche, con il campo dell’energia del punto zero che fa da sostegno” in parole povere:”il vuoto è ben lungi dall’essere vuoto. Al contrario, esso contiene un numero illimitato di particelle che vengono generate e scompaiono in un processo senza fine” difficile a 50 51 Del Giudice Nicola, Del Giudice Emilio, op. cit. pag. 190 Mc Taggart Lynne, op. cit. p.41 questo punto non aprire una riflessione filosofica: come dice il sutra: ”la forma è vuoto, e il vuoto è in realtà forma” Un simile campo, ubiquitario in tutto l’universo, pone inevitabilmente delle domande e delle riflessioni inerenti le possibili capacità degli organismi di poter recepire informazioni fluttuanti sullo stesso: “La meccanica quantistica rivela quindi un essenziale interconnessione dell’universo e ci fa capire che non possiamo scomporre il mondo in unità elementari con esistenza indipendente.”5 Ci si ritrova inevitabilmente su concetti inerenti le possibili caratteristiche di scambi informazionali tra gli organismi viventi, nonché ad un bellissimo e sofisticato concetto sull’unità dell’universo, “diciamo che la realtà fondamentale è l’inseparabile interconnessione quantistica di tutto l’universo e che le parti che hanno un comportamento relativamente indipendente sono solo forme particolari e contingenti dentro a questo.52, purtroppo la dimostrazione di interscambio di informazioni tra organismi o sistemi organici attraverso il campo del punto zero è ben lungi dall’essere dimostrata, ci si deve per ora accontentare di conoscere che vi è un supporto sull’universo, simile ad una pagina di carta di un libro che supporta le lettere ivi scritte……. “Il vuoto è certamente un “Vuoto vivente”53. 52 53 Capra Fritjof, op. cit., p. 157 Capra Fritjof, op. cit., p. 258 2.7 LA RETE DI HARTMANN E LE GEOPATIE “Si intende con "Rete di Hartmann" un insieme di linee elettromagnetiche, verticali ed orizzontali, che, disposte su tutta la superficie della terra, creano tanti rettangoli larghi 250 cm e alti 200 cm. I lati di questi rettangoli misurano circa 21 cm di spessore. Nel loro insieme questi rettangoli formano una griglia detta appunto "Rete di Hartmann" . I punti in cui queste linee si incrociano prendono il nome di "nodi radianti" perché sono soggetti ad un'intensa attività radiante. Le zone all'interno dei vari rettangoli sono definite "zone neutre". Va tenuto presente che le dimensioni di questa rete sono leggermente diverse a Luna piena rispetto che a Luna nuova. “ “Il reticolo ha quindi tre zone di intensità diversa: 1. La zona neutra: essa è compresa fra i limiti di ciascun riquadro; in essa non vi sono radiazioni rilevanti e le attività vitali vi si svolgono senza alterazioni; è la zona ideale per la vita dell’uomo, specie per rimanervi lunghi periodi e per il sonno. 2. Le pareti: per tutta la loro lunghezza costituiscono una zona di prima intensità, la cui debole azione non può nuocere all’uomo, a meno che l’intensità non sia aumentata da fenomeni diversi. 3. I nodi: le zone di massima intensità di radiazioni telluriche; si trovano all’intersezione delle pareti, e dunque sono dei riquadri di circa 21 cm di lato; anche qui le dimensioni possono variare notevolmente e sono aumentate da oggetti metallici, specie se collegati alla corrente elettrica, da corsi d’acqua e da faglie sotterranee e cavità del sottosuolo.”54 Come per tante branche della scienza catalogate come “stregoneria” non esiste ancora una spiegazione esauriente sull’origine e la genesi di questi campi reticolari, in particolare la scienza ufficiale afferma che: ”caratteristica primaria del campo magnetico sono le sue linee di forza sempre geometricamente chiuse, e quindi l'assenza di loro "punti sorgente": in un oggetto o in una regione di spazio magnetizzati, polarita' nord e sud compaiono sempre legate, 54 Peci Samorindo, E.B.F. Eigen Bio-Frequenz Non tutti sanno che.. , un monopolo magnetico isolato (come si tenta di dare spiegazione della Rete di Hartmann), l'equivalente di ciò che per il campo elettrico sono le cariche positive o negative, non e' mai stato osservato in alcun modo.[…] Nessuno ha mai visto le equazioni che dovrebbero governare questa fantomatica rete, e non esiste in proposito alcuna pubblicazione scientifica.” In più “se queste intensita' sono talmente basse da sfuggire a qualunque strumento, non si riesce a capire perchè mai sarebbero tanto pericolose per la salute,”55 “Per ovviare al problema dei “punti sorgente” ed in particolare ad un monopolo magnetico isolato alcuni autori hanno proposto un modello dove: “I "Campi Reticolari" che avvolgono la superficie del pianeta da qualche centinaio di metri sottoterra alla ionosfera potrebbero essere visti come campi energetici dovuti ciascuno ad una coppia di fonti con emissione simile che creano onde concentriche. Queste onde s'intersecano, entrando in fase, nei punti di alta intensità chiamati "incroci" o "nodi" nei quali le due emissioni si rinforzano reciprocamente. Qualcosa di analogo sarebbe osservabile nel far cadere contemporaneamente dalla stessa altezza due pesi uguali in uno specchio di acqua ferma. Nella piccola scala questi campi sembrano avere maglie ad andamento rettangolare poiché non si percepisce la circolarità dei fronti di onde. Non si conosce, per ora, la natura delle loro origini, né la loro composizione anche se avendo un comportamento magnetico con i campi elettromagnetici tecnici, le masse ferrose, i giacimenti di ferro ecc. si può presumere abbiano una componente elettromagnetica. E' accertato dagli studi più recenti che questi punti ad alta intensità possono nuocere, nel senso di creare punti di stress nel nostro corpo ma si è visto anche che questa nocività si trasforma in vera patologia quasi esclusivamente quando si trovano in concomitanza di zone di stress tellurico dovute a falde confinate o ad anomalie geologiche. In genere le maglie di questi campi reticolari subiscono l'influenza delle energie più forti emesse a livello geologico e quindi, dove incontrano l'energia degli 55 http://www.arcetri.astro.it/~comore/skeptic/hartmann1.html acquiferi confinati, di giacimenti ferrosi, carboniferi o anomalie geologiche di altra natura, le maglie possono presentare un andamento irregolare. Anche i campi elettromagnetici tecnici dovuti alle teletrasmissioni sono in grado di alterare le maglie dei campi reticolari. Un'altra teoria basata, è quella formulata da R. Endross e K. E. Lotz sui campi energetici formati dalla fuoriuscita di neutroni dai processi di decadimento degli isotopi degli elementi pesanti della crosta terrestre. cioè neutroni in fuga che non vengono assorbiti dalle rocce della crosta e fuoriuscendo creano dei "muri" di energia dal basso verso l'alto ad andamento perpendicolare fra loro. Di recente il dottor W. Ludwig, collaboratore di consulenti della NASA per lo studio dei campi elettromagnetici naturali da riprodurre nelle stazioni spaziali, ha formulato un'ulteriore teoria che vede i campi reticolari come fenomeni ondulatori dovuti all'effetto della risonanza prodotto dalla ionosfera e dalla crosta terrestre (compresi gli oceani), masse sferiche concentriche che costituiscono un enorme "risonatore sferico cavo" che emette un'onda portante a 7.8 Hz, (onda di Schumann), della quale i reticoli energetici potrebbero costituire delle armoniche in sequenza, interagenti con il campo magnetico del pianeta e da ciò la loro polarizzazione con il Nord magnetico. Altri autori, soprattutto i meno recenti, si rifanno alle scoperte di G. Lakhovsky, un grande ricercatore degli anni '30, e ritengono che i campi reticolari traggano origine dalla rifrazione delle onde cosmiche dovuta alla permeabilità del terreno poiché i diversi substrati hanno diversa capacità di assorbimento rispetto a queste onde. Probabilmente queste ipotesi sono tutte in parte valide costituendo solo alcuni tasselli di un mosaico del quale non si riconosce ancora il disegno.”56 56 http://www.istitutogea.it/articoli03.html 2.7.1 GEOPATIE “La "geopatia" da geos (terra) e patos (soffrire), è una patologia causate dalle onde radianti emesse dal nostro pianeta. Si distinguono in due tipi fondamentali di geopatia: 1. Le geopatie in cui vi è carenza di energia (dette geopatie YIN). L'individuo colpito da queste patologie denota una diminuzione di energia vitale e di attività ed un aumento di freddo e passività. Si presenta con un aspetto stanco ed emaciato. Il suo viso mostra la sofferenza con occhiaie scavate e non riesce a dormire a causa del continuo esaurimento psicofisico. Prova stanchezza mortale al risveglio e si riprende leggermente nel pomeriggio. Una delle cause principali della geopatia YIN è un corso d'acqua o genericamente acqua che scorre sotto il letto o sotto il luogo dove si soggiorna maggiormente. 2. Le geopatie in cui vi è un eccesso di energia (dette geopatie Yang). L'individuo colpito da queste patologie denota un aumento di calore e di attività. Si presenta con un aspetto florido ma sofferente, pertanto mostrerà una persona "falsamente" sana a cui bastano poche ore di sonno per sembrare sveglia, ma in effetti non sarà sufficientemente riposata. Queste persone tendono verso possibili stati "iper", ovvero iperglicemia, ipertensione, ecc. La cause di una geopatia di questo tipo potrebbero essere una "faglia", ovvero un accostamento di due terreni diversi nella loro natura, oppure a qualche cavità chiusa localizzata sotto il luogo in cui si dorme o si soggiorna maggiormente. A volte noi stessi creiamo queste dannose cavità quando formiamo uno spazio vuoto (p. es. una controsoffittatura) in cui l'aria si può ionizzare. Generalmente le geopatie di tipo Yang sono dovute a masse ferromagnetiche (caldaie, frigoriferi, automobili, ecc.), poste nel locale sotto il letto o al luogo dove si passa la maggior parte della giornata. Queste masse tendono ad amplificare la rete di Hartmann e quindi a convogliare verso l'alto gli ioni generati, creando così dei pericolosi punti radianti artificiali.” “Uno degli esperimenti più interessanti è quello del Dr. Petschke. Egli scelse tre punti di un tavolo, uno neutro, uno lungo la parete e uno sul punto di incrocio della rete di Hartmann. In questi punti, scrupolosamente, effettuò 62 esperimenti sulla velocità di sedimentazione del sangue. Si ebbero enormi variazioni del risultato dipendenti dalla posizione delle provette, certamente non ascrivibili alla casualità. La sedimentazione risultò ritardata sul reticolo e sull’incrocio e normale nel punto neutro. Famosissimo l’esperimento di Hartmann stesso su 24.000 topi di laboratorio. Dopo aver rilevato il reticolo nella zona dell’esperimento, Hartmann collocò delle gabbie con 12.000 topolini nelle zone neutre della rete, mentre posizionò le gabbie con i restanti 12.000 sui nodi del reticolo, poi inoculò in tutti i topolini la stessa quantità di cellule tumorali. Nelle settimane successive constatò che i topolini che vivevano sui nodi si ammalarono tutti di cancro e morirono nel giro di 40 giorni, mentre la malattia crebbe durante i primi giorni nei topolini posizionati in zona neutra poi si stabilizzò per un lungo periodo. Alla fine del periodo di osservazione erano sopravvissuti 8.000 topolini. L’organismo, non indebolito dal campo di disturbo geopatico, era riuscito a vincere la malattia. Nel 1963 a Moulins in Francia al dott. Picard capitò una strana coincidenza. Dopo aver avuto in cura una ragazzina poi morta per un cancro alla regione destra del pube, il medico ebbe in cura una signora ammalata di cancro all’utero che abitava al piano di sotto della sua paziente deceduta; poi gli si presentò un uomo con tumore alla prostata che abitava in quella casa nella quale tutte le camere da letto erano sovrapposte e i letti in posizione obbligata. Nella famiglia che andò ad abitare l’appartamento della prima paziente, il figlio cominciò ad avere dolore nel muovere la gamba destra. Quando il dott. Picard venne a sapere che un altro inquilino era morto di cancro alla prostata cinque anni prima, non ne poté più e fece venire dalla Svizzera una delle prime geobiologhe europee, Blanche Merz, che rilevò nella zona dei letti maledetti un incrocio fra un nodo di Hartmann e un corso d’acqua sotterraneo.”57 “Gli studi hanno confermato le teorie, soprattutto per i seguenti due aspetti: 1. Esiste un rapporto molto stretto fra determinati luoghi e l’insorgenza di certe malattie (ciò è anche confermato da diversi studi epidemiologici). 2. Vivendo per lunghi periodi in particolari zone geopatiche, il corpo umano reagisce per adeguarsi alle variazioni, ma così facendo può facilmente sviluppare malattie. Gli edifici più pericolosi sono quelli costruiti sopra fessure geologiche del terreno, falde acquifere, sorgenti sotterranee, falde freatiche, concentrazioni di metano o altri gas; in corrispondenza di nodi della rete di Hartmann, tutte le radiazioni generate da questi elementi sono riportate in superficie e risultano dannose alla nostra salute. La situazione si aggrava ulteriormente se in corrispondenza del nodo abbiamo il pilastro delle fondamenta in cemento armato, perché esso condurrà le radiazioni per tutto l’edificio.”58 Da quanto detto fin qui ne consegue che: 1. Non tutte le zone perturbate sono patogene. 2. Gli effetti variano da persona a persona, ma si acutizzano se l’individuo è ammalato 3. Nell’uomo moderno abbiamo una diminuzione delle resistenze ai campi patogeni a causa dello stato di intossicazione generale, causato dalla vita innaturale che conduciamo, piena di interferenze energetiche e alimentari. 4. Più lungo è il periodo di esposizione, maggiore è la probabilità di ammalarsi, soprattutto se non si introducono nella propria vita cambiamenti che permettano di scaricare l’inquinamento accumulato e interventi che schermino le nostre abitazioni. 5. I disturbi iniziali sono del tutto aspecifici e di tipo funzionale, ma hanno una forte tendenza alla cronicizzazione: insonnia, astenia, cefalea, depressione, vertigini, scarsa concentrazione, etc. Dopo diversi anni possono insorgere malattie cardiovascolari, degenerazioni cellulari, tumori. 57 58 Peci Samorindo, E.B.F Eigen Bio-Frequenz Non tutti sanno che, Samorindo Peci, op. cit., pag. 12 CAPITOLO 3 3.1 CAMPI ELETTROMAGNETICI ARTIFICIALI: Fu durante la prima metà dell’ottocento che si osservò un veloce sviluppo della tecnica e delle macchine basate inizialmente sullo sfruttamento della forza vapore, e solo dal 1850 in poi gli ingegneri iniziarono ad utilizzare l’energia elettromagnetica. L'uso generalizzato dell'elettricità come sorgente di energia è dovuto in gran parte al lavoro pionieristico di inventori e tecnologi come Thomas Alva Edison, Nikola Tesla e Charles Proteus Steinmetz. All’inizio di questo secolo nacquero le centrali elettriche, sorsero i grandi impianti per la produzione dell’elettricità: ciò consentì la diffusione capillare ed il ricorso sempre più esteso alle diverse forme di sfruttamento dell’energia elettromagnetica. Dal dopoguerra ai giorni nostri la diffusione dell’elettrificazione, l’incremento dei consumi energetici e l’enorme sviluppo delle telecomunicazioni hanno indotto una profonda trasformazione nell’industria, nell’economia e nel comportamento sociale. ”Siamo arrivati alle soglie del terzo millennio e la società dipende ormai esclusivamente dalla corrente elettrica e dai suoi derivati: - per uso domestico: macchine lavatrici e Fig: Ripetitori per lavastoviglie, forni a microonde, asciugacapelli, rasoi telefonia mobile elettrici - per uso industriale, tra cui forni ad induzione, a radiofrequenza ed all’infrarosso, motori, videoterminali; - per impiego medico, nella diagnosi (tra cui risonanza magnetica nucleare, radiografia) e nella terapia (marconiterapia, bisturi a radiofrequenza, radarterapia, magnetoterapia); - nel sistema di distribuzione dell’energia elettrica, tra cui elettrodotti, cabine di trasformazione, cavi conduttori, prese elettriche; - nelle telecomunicazioni, ovvero telefoni cellulari, trasmissioni radio e televisive, controllo del traffico aereo, radionavigazione, radar, comunicazioni via satellite, sistemi d’allarme, sorveglianza militare. Tutte queste innovazioni tecnologiche immettono nell’ambiente circostante radiazioni elettromagnetiche.”59, quindi ognuno è esposto a una complessa miscela di campi elettrici e magnetici a molte frequenze diverse, sia in casa sia al lavoro. Nel corso del ventesimo secolo, l’esposizione ambientale a campi elettromagnetici di origine artificiale è costantemente aumentata a seguito della richiesta di elettricità, del continuo sviluppo delle tecnologie di comunicazione senza fili, delle modificazioni intervenute nelle pratiche lavorative e nei comportamenti sociali. Correnti elettriche molto piccole esistono naturalmente nel corpo umano e sono parte essenziale delle normali funzioni fisiologiche. Tutti i segnali nervosi si basano sulla trasmissione di impulsi elettrici. La maggior parte delle reazioni biochimiche, da quelle associate alla digestione a quelle coinvolte nell’attività cerebrale, comportano processi elettrici. “Tutta la porzione dello spettro elettromagnetico compreso tra le bassissime frequenze e la luce Fig.: Antenna radio visibile, in tutti i tempi evolutivi, è sempre stata vuota. Negli ultimi 70 anni è stata riempita recentemente, da quando utilizziamo in maniera così diffusa l'energia elettrica per la radio e le telecomunicazioni. In questa parte dello spettro troviamo la modulazione di frequenza della radio, i segnali televisivi, le radiocomunicazioni, la telefonia cellulare, i radar e così via. Dunque questa pulsazione elettromagnetica era assente nei periodi evolutivi e 70 anni di uso di emissioni elettromagnetiche di questo tipo non sono 59 Scalia Massimo (et coll.), op. cit., p.3 certamente un periodo che permette agli organismi di adattarsi a questa profonda modificazione ambientale.”60 “Gli effetti che un’esposizione a campi elettromagnetici esterni provoca nel corpo umano e nelle sue cellule dipendono soprattutto dalla frequenza dei campi e dalla loro ampiezza o intensità.“61 3.1 ELETTROSMOG A causa della presenza delle tecnologie elettromagnetiche il livello del fondo elettromagnetico, in alcune aree urbane, è cresciuto in modo esponenziale dagli inizi del secolo, raggiungendo negli anni '30 la sensibilità dei comuni radioricevitori, negli anni ’60 la soglia di interferenza tra apparati elettronici ed avvicinandosi, all’inizio degli anni ’90, ai livelli di soglia delle normative. L’esposizione collettiva in atto, a causa dell’incremento nel settore della generazione, distribuzione ed utilizzo dell’energia elettrica, è in rapida crescita; si riscontra analogo fenomeno nel settore delle telecomunicazioni, dove si moltiplicano i dispositivi radianti, gli intervalli di spettro utilizzati ed i tempi di esposizione all’irradiazione. Nei paesi industrializzati, per il continuo aumento di tali apparati elettronici, attualmente alcune categorie di lavoratori e la popolazione in generale è esposta a radiazioni elettromagnetiche ed a campi elettrici e magnetici artificiali, che possiedono un livello di intensità media di alcuni ordini di grandezza maggiori dei campi naturali: in determinate situazioni oramai si parla di inquinamento elettromagnetico o di elettrosmog dell’ambiente. “Le sorgenti tipiche dell'inquinamento alle basse frequenze sono gli elettrodotti (sistema di trasporto, trasformazione e distribuzione dell'energia elettrica a 50 Hz). 60 http://www.artling.it/schizo.html Come stabilire un dialogo sui rischi dei campi elettromagnetici, Ed. Elettra 2000 Pubblicato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2002 con il titolo: Establishing a dialogue on risk from electromagnetic fields , p. 1, 61 Gli effetti biologici acuti (o a breve termine) dei campi elettrici e magnetici sono dovuti alle correnti elettriche indotte nei tessuti biologici. L'esposizione ai campi magnetici ed elettrici generati dagli elettrodotti alla frequenza di 50 Hz 62 provoca, all'interno del corpo umano, correnti elettriche indotte i cui valori dipendono dall'intensità dei campi. Il valore massimo di esposizione attualmente è fissato dal DPCM (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri) del 23/4/92 che prevede: • 5 kV/m e 0,1 mT, rispettivamente per l'intensità di campo elettrico e di induzione magnetica, in aree o ambienti in cui si possa ragionevolmente attendere che individui della popolazione trascorrano una parte significativa della giornata; • 10 kV/m e 1 mT, rispettivamente per l'intensità di campo elettrico e di induzione magnetica, nel caso in cui l'esposizione sia ragionevolmente limitata a poche ore al giorno.”63 “Negli ambienti domestici, nelle scuole e negli uffici si trovano molti dispositivi alimentati da corrente elettrica di rete, alternata a 50 Hz. I trasformatori di tensione e i motori elettrici di questi apparecchi sono sorgenti di campi elettromagnetici e, data la prolungata esposizione e l’uso ravvicinato, sono interessanti ai fini dello studio dell’inquinamento elettromagnetico. Tipiche sorgenti di campo nell’ambiente domestico sono sorgenti isolate di dimensioni contenute, come elettrodomestici e macchine per ufficio (computer, fotocopiatrici...). Questi apparecchi possono emettere un campo magnetico che supera abbondantemente la soglia di attenzione epidemiologica e a volte anche i limiti fissati dalla normativa di sicurezza. Un esempio è dato da uno studio condotto dall’Istituto Ricerca sulle Onde Elettromagnetiche (IROE) del CNR su un asciugacapelli elettrico, che per la sua stessa natura viene impiegato molto vicino alla testa dell’utilizzatore. Dalle misurazioni effettuate (v. figura 3) si ottiene che ad una distanza inferiore a 60 cm il campo magnetico ha intensità superiore alla soglia di attenzione (0,2 mT), mentre il limite della normativa 62 Stessa intensita utilizzata da tutte le macchine di biofrequenza oggi i commercio, è il paradosso delle elementari basi di biofrequenza. 63 http://www.comune.orbassano.to.it/vivere/ambiente/inquinamento.htm italiana (100 mT) viene superato misurando il campo a meno di 10 cm dall’apparecchio. Fig. 3: Intensità di campo magnetico di un asciugacapelli. Un altro dispositivo elettrico che genera un forte campo magnetico e a cui l’utilizzatore è esposto per lunghi periodi è il monitor per computer: si è osservato che la massima intensità di campo si rileva nelle parti laterali e posteriori del monitor, dove occorre allontanarsi di ben 122 cm per scendere a 1 mt.; nella parte anteriore si ha la stessa intensità alla distanza di 71 cm. Come mostrano questi esempi, è possibile che nelle immediate vicinanze degli apparecchi si superi il limite di sicurezza di 100 mT. L’intensità del campo decade rapidamente con la distanza, ma per rientrare nei limiti suggeriti dalle indagini epidemiologiche bisogna allontanarsi mediamente di 60-80 cm, che può essere una distanza eccessiva per l’utilizzo di alcuni apparecchi.“64 Esposizione tra le pareti domestiche. (Per tutti gli elettrodomestici i valori sono riferiti ad una distanza di 30 cm) 65 Campo magnetico (microTesla) Campo elettrico (V/m) Sotto una linea a 380 kV 20 5000 In una classica abitazione 1 10 In aree urbane 0.1 50 In aree rurali 0 0.05 Frigorifero 1 60 Frullatore 500 50 TV a colori 500 30 Aspirapolvere 100 15 Fornello elettrico 100 5 Asciugacapelli 2500 1 Trapano elettrico 500 1 “Nel giugno 2001, un gruppo di lavoro della IARC, formato da scienziati esperti nel settore, ha esaminato gli studi relativi alla cancerogenicità dei campi elettrici e magnetici statici ed alternati (ELF). Usando la classificazione 64 65 http://web.tiscali.it/bottelli/emf/emf.html www.astrea.it/inq_elet/ele_man.htm standardizzata della IARC, che soppesa i dati di studi sull'uomo, sull'animale e di laboratorio, i campi magnetici ELF sono stati classificati come possibilmente cancerogeni per l'uomo, sulla base degli studi epidemiologici relativi alla leucemia infantile. Le evidenze scientifiche relative a tutti gli altri tipi di tumori nei bambini e negli adulti, nonché quelle relative ad altri tipi di esposizione (cioè a campi statici ed a campi elettrici ELF) sono stati considerati non classificabili, perché le informazioni scientifiche erano insufficienti o incoerenti.”66 “All'interno dello spettro dei campi elettromagnetici a radiofrequenza (da 30 KHz a 3 Ghz) sono comprese le frequenze tipiche della telefonia cellulare. L'Italia detiene il primato europeo per il numero di possessori di telefoni cellulari (40 milioni) con un tasso di crescita costante. I telefoni cellulari attualmente sul mercato operano a frequenze comprese tra 800 e1800 MHz ed emettono potenze massime comprese tra 0,2 e 0,6 Watt che diminuiscono molto rapidamente con la distanza del dispositivo. Da un recente documento dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) emerge che l'evidenza scientifica attuale indica che l'esposizione ai campi a RF, quali quelli emessi dai telefoni cellulari e dalle stazioni radio base, non inducono o favoriscono il cancro".67 “Allo stato attuale, per quanto riguarda le conseguenze a breve termine derivanti dall'esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza, le ricerche scientifiche censite dall'OMS riferiscono essenzialmente effetti di natura termica. Le onde elettromagnetiche ad alta frequenza vengono, infatti, in gran parte assorbite dai tessuti biologici. Penetrando all'interno del corpo esse perdono progressivamente energia, la quale viene depositata nei tessuti sotto forma di calore. Questo aumento della temperatura è contrastato dai normali meccanismi di termoregolazione e, in particolare, dalla vasodilatazione che favorisce lo smaltimento per via convettiva del calore. Questo processo non è 66 Campi elettromagnetici e salute pubblica, Organizzazione Mondiale della Sanità , Promemoria N° 263 Ottobre 2001, p. 1 67 http://www.comune.orbassano.to.it/vivere/ambiente/inquinamento.htm tuttavia efficace negli organi scarsamente vascolarizzati come l'occhio e l'apparato riproduttore maschile. Per quel che concerne le conseguenze a lungo termine, derivanti dall'esposizione ai campi elettromagnetici a radiofrequenza, sono tutt’ora in corso innumerevoli studi per stabilire se possano essere evidenziati effetti di tipo tumorale. Queste ricerche vengono condotte al fine di verificare se gli effetti che alcuni studi hanno suggerito per l'esposizione a campi a bassa frequenza, possono essere estesi anche a campi a frequenza più elevata. In realtà, i campi a bassa e ad alta frequenza interagiscono con i tessuti biologici in maniera del tutto diversa, al punto che, , devono essere considerati come due agenti fisici del tutto distinti. Le preoccupazioni manifestate a proposito dell'esposizione cronica a campi elettromagnetici a radiofrequenza non trovano ancora, allo stato attuale, piena conferma nei dati scientifici.”68 La situazione generale sopra delineata solleva in tutta Europa e nel mondo non solo nell’opinione pubblica, ma anche negli ambienti scientifici e nelle istituzioni - una diffusa preoccupazione ed un vivo allarme per la salute, riguardante gli eventuali potenziali effetti associati ad un’esposizione incontrollata a tutti i tipi di campi elettromagnetici. L’esposizione alle radiazioni immesse nell’ambiente dalle tecnologie elettromagnetiche determina l'interazione tra campi elettromagnetici e sistemi viventi. 68 http://www.comune.orbassano.to.it/vivere/ambiente/inquinamento.htm Fig. 4: Differenza di campo elettromagnetico tra area urbana e area rurale Il Principio di Precauzione “Il principio di precauzione creato per affrontare le problematiche ambientali, fu introdotto per la prima volta dalla Dichiarazione di Rio de Janeiro del 1992 ed è stato poi inserito nel Trattato istitutivo dell'Unione Europea. Anche se viene menzionato esplicitamente solo nel settore dell'ambiente, il suo campo di applicazione è molto più vasto. Esso comprende, infatti, quelle specifiche circostanze in cui le prove scientifiche sono insufficienti, non conclusive o incerte. La normativa di tutela contro gli effetti dei campi elettromagnetici, a livello internazionale, così come in Italia, sono state emanate norme di tutela indirizzate alla massima prudenza Il documento più importante è la recente Raccomandazione emanata dal Consiglio dell'Unione Europea. Essa fonda le sue conclusioni sulla totalità dei lavori di ricerca censiti e raccolti dall'OMS, in base ai quali la Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radia-zioni non Ionizzanti ha anche individuato dei limiti di esposizione ai campi e i relativi tassi di assorbimento specifico ammessi. Per quel che concerne le frequenze tipiche della telefonia cellulare, 900 e 1800 MHz, i valori limiti i esposizione sono, per l'intensità del campo elettrico, rispettivamente di 41,25V/m e 58,3 V/m. La normativa italiana, indirizzata alla massima tutela della salute pubblica, impone invece limiti enormemente più bassi. Con il Decreto del Ministero dell'Ambiente 10 settembre 1998 n. 381 recante il "Regolamento per la determinazione dei tetti di radiofrequenza compatibili con la salute umana", sono stati fissati i valori limite di esposizione ai campi elettromagnetici connessi al funzionamento ed esercizio dei sistemi fissi delle telecomunicazioni e di quelli radiotelevisivi operanti nell'intervallo di frequenza compresa tra 100 KHz e 300 GHz. Tale Decreto ha stabilito infatti che il limite di esposizione, per tutti i campi elettro-magnetici compresi nella suddetta frequenza, sia di 20 V/m. Un limite molto cautelativo che in sostanza vale di fatto soltanto per gli ambienti esterni. Infatti nel caso che le persone siano esposte per più di 4 ore al giorno, ovvero in tutte le condizioni: luoghi di lavoro, abitazioni, scuole, ospedali, il limite è stato portato a soli 6 V/m. Un valore che, per quel che concerne la densità di potenza dell'onda piana, è inferiore tra 45 e 90 volte a quello stabilito in sede europea.”69 3.2 VISIONE MECCANICISTICA E OLISTICA DEI C.E.M. Nello studio delle interazioni tra i campi elettromagnetici naturali ed artificiali e i sistemi viventi, il cosiddetto bioelettromagnetismo, si vedono contrapposte due posizioni: 69 http://www.comune.orbassano.to.it/vivere/ambiente/inquinamento.htm 3.2.1 CONCEZIONE DETERMINISTICA “La prima concezione, deterministica e riduzionistica, fondata sulla fisica newtoniana, scompone i sistemi materiali nelle sue minime parti (ciò che molti chiamano il “modello meccanicistico”); la conoscenza di esse permette di prevedere, in una fase successiva, il comportamento del sistema sulla base della formulazione di leggi semplici e generali Il modello meccanicista, importato dagli U.S.A., acriticamente accettato come unica metodologia scientifica valida da una parte del mondo accademico italiano e dall’Istituto Superiore di Sanità, ritiene che gli unici effetti biologici dell’interazione tra i campi elettromagnetici ed i sistemi viventi, scientificamente accertati, sono: 1) per frequenze uguali o maggiori di 10 MHz (radiofrequenze e microonde), se l’energia della radiazione elettromagnetica è sufficiente, si ha il riscaldamento dei tessuti biologici (aumento di temperatura) 2) per frequenze inferiori a 10 MHz, se l’energia della radiazione elettromagnetica è sufficiente, si può avere anche stimolazione di cellule dei tessuti nervosi e muscolari periferici, eccitabili elettricamente. Il primo tipo di effetto biologico è solitamente indicato nella letteratura comune come effetto termico: un esempio classico è il riscaldamento dei tessuti a scopo terapeutico con la marconiterapia o la cottura dei cibi mediante forno a microonde. Il secondo tipo di azione è indicato come effetto non termico ed include tutti i mutamenti dell’attività biologica non dovuti ad innalzamento di temperatura: l’azione di un campo elettrico sull’orientamento delle cellule, o sulle membrane eccitabili, rappresenta un esempio di effetto non termico Queste due categorie di effetti in letteratura sono indicate come effetti acuti oppure a breve termine.“ Un esempio della valutazione degli effetti dei fenomeni elettromagnetici sull’uomo da parte della comunità scientifica che adotta una visione meccanicista è quanto riportato qui di seguito inerente conclusioni fatte in seguito a studi condotti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) : “L'esposizione a campi RF può causare riscaldamento o indurre correnti elettriche nei tessuti corporei. Il riscaldamento costituisce la principale interazione dei campi RF ad alta frequenza al di sopra di circa 1 MHz. Al di sotto di circa 1 MHz, l'azione dominante dell'esposizione a RF è l'induzione di correnti elettriche nel corpo. Una revisione dei dati scientifici svolta dall'OMS nell'ambito del Progetto internazionale CEM (Monaco, Novembre 1996) ha concluso che, sulla base della letteratura attuale, non c'è nessuna evidenza convincente che l'esposizione a RF abbrevi la durata della vita umana, né che induca o favorisca il cancro. Comunque, la stessa revisione ha anche evidenziato che sono necessari ulteriori studi, per delineare un quadro più completo dei rischi sanitari, specialmente per quanto concerne un possibile rischio di cancro connesso all'esposizione a bassi livelli di campi RF.”70 ”E' noto che i campi ELF interagiscono con i tessuti viventi inducendo al loro interno campi e correnti elettriche. Questo è l'unico meccanismo di azione accertato per questi campi. Comunque, l'intensità delle correnti indotte dai campi ELF ai livelli comunemente riscontrati nel nostro ambiente è di solito molto inferiore alle massime correnti che si sviluppano naturalmente nel corpo, come quelle che controllano il battito cardiaco. A partire dal 1979, quando gli studi epidemiologici sollevarono per la prima volta il problema della relazione tra campi magnetici a frequenza industriale e tumori infantili, sono stati condotti un gran numero di studi per stabilire se l'esposizione ai campi ELF potesse influenzare lo sviluppo del cancro, ed in particolare della leucemia infantile. 70 Campi Elettromagnetici e Salute Pubblica. Promemoria n. 183, Revisione Maggio 1998, Organizzazione Mondiale della Sanità, p.4 Non c'è nessuna evidenza convincente che l'esposizione ai campi ELF che sperimentiamo nei nostri ambienti di vita provochi un danno diretto alle molecole biologiche, compreso il DNA. Poiché non sembra verosimile che l'esposizione a campi ELF possa iniziare un processo cancerogeno, sono state condotte numerose ricerche per stabilire se non possa invece influenzare la promozione o la co-promozione del cancro. I risultati degli studi su animali condotti fino ad oggi suggeriscono che i campi ELF non siano né iniziatori né promotori del cancro Tuttavia, due recenti analisi dei dati aggregati di diversi studi epidemiologici hanno fornito indicazioni che sono state cruciali nella valutazione della IARC. Questi studi suggeriscono che, in una popolazione esposta a campi magnetici mediamente superiori a 0,3-0,4 µT, si possa sviluppare un numero doppio di casi di leucemia infantile rispetto ad una popolazione con esposizione inferiore. Nonostante la gran mole di dati, rimane ancora incerto se l'aumento dell'incidenza di leucemie sia dovuto all'esposizione ai campi magnetici o a qualche altro fattore.”71 In definitiva le uniche ricerche svolte da organi internazionali nell’ambito della valutazione di effetti elettromagnetici sui viventi ed in particolare sull’uomo, si limitano ad una ricerca di possibili effetti cancerosi e danni molecolari in generale non valutando in maniera concreta possibili perturbazioni dell’ambiente molecolare nei suoi scambi di tipo informazionale e di sinergia, soprattutto alla luce delle ultime valutazioni inerenti concetti di cooperatività dei sistemi e di coerenza, questione questa che verrà trattata nei prossimi capitoli e che viene invece considerata dalla visione olistica. 3.2.2 CONCEZIONE OLISTICA La seconda concezione, “risalente agli inizi degli anni ’60, introduce metodi e linguaggi adatti allo studio di sistemi - come quelli viventi caratterizzati da una complessità strutturale e funzionale che impedisce 71 Campi Elettromagnetici e Salute Pubblica Organizzazione Mondiale della Sanità Promemoria N° 263 Ottobre 2001, p. 2,3 di spiegarli attraverso la semplice conoscenza delle loro parti. Quest’approccio rifiuta di riconoscere il riduzionismo come unica procedura scientifica valida.” “Da notare che si definisce “effetto biologico, in generale: qualsiasi modificazione reversibile, oppure irreversibile, della struttura (variazione morfologica) e/o del funzionamento, ad esempio nell’equilibrio, nell’omeostasi o nella capacità di autoregolazione di un sistema vivente; quando queste variazioni determinano un qualsiasi tipo di patologia (funzionale, strutturale, cronica, sistemica, mentale), si ha l’effetto sanitario ovvero il danno per la salute. In questa logica un effetto biologico o sanitario è scientificamente provato solamente se sono noti i meccanismi biofisici che lo determinano. Quasi tutta la letteratura riguardante gli studi in vivo, in vitro ed epidemiologici sull’esposizione a deboli campi, pertanto, non è considerata nonostante evidenzi un: • effetto sulle cellule in crescita, con particolare incremento del tasso di riproduzione delle cellule cancerose; • incremento dell’incidenza di particolari forme di cancro; • sviluppo di anormalità negli embrioni; • alterazioni delle sostanze chimiche del sistema nervoso, che si traduce in o anormalità comportamentali, quali il suicidio; o alterazioni nei cicli biologici; o declino dell’efficienza del sistema immunitario; o alterazioni nelle capacità di apprendimento. Questi effetti sono generalmente indicati come a lungo termine o cronici. La visione non riduzionista, indicata talvolta come visione olistica, durante gli anni ‘60-’70 ha prima messo in discussione e poi confutato questa impostazione riduzionista, funzionale agli interessi delle forze economiche e sociali che traggono un profitto da un certo tipo di modello di sviluppo tecnologico.”72 Le risposte che esibiscono gli organismi viventi ai campi elettromagnetici di debole intensità, non prevedibili con i modelli classici sollecitazione-effetto, sono il caso particolare di generali proprietà di ordine della materia, assai maggiore di quanto non si tenga conto nelle formulazioni e nei calcoli delle attuali teorie sulla struttura della materia, proprietà che invece comincia a valutare una importante quanto complessa branca della fisica che è l’elettrodinamica quantistica. 72 Scalia Massimo et coll. ., op. cit. p. 5 CAPITOLO 4 4.1 L’ACQUA ED IL CAMPO ELETTROMAGNETICO Struttura composizione e caratteristiche: “L’acqua chimicamente pura è costituita da idrogeno ed ossigeno in rapporto 2:1. L’acqua alla pressione e temperatura ordinaria è un liquido incolore (attraverso ad uno spessore piuttosto forte si presenta color verde-azzurro). Il punto di passaggio dell’acqua dallo stato liquido a quello solido è stato preso come punto 0 della scala termometrica centigrada. La temperatura di ebollizione alla pressione ordinaria costituisce il punto 100° della stessa scala. L’acqua è una sostanza relativamente assai stabile. Si combina direttamente con molte sostanze: con gli ossidi con le anidridi, coi Sali, coi quali diventa conduttrice di elettricità.” ". La molecola d'acqua non è lineare, ma l'ossigeno forma con i due idrogeni un angolo di 104,5°(v. figura 1)”73 73 Bellavite Paolo, Signorini Andrea, op. cit. http://chimclin.univr.it/omc/omeo-it cap7.htm “Le interpretazioni del comportamento dell'acqua allo stato liquido vengono generalmente formulate in termini di interazioni a corto raggio, come ad esempio i legami idrogeno e le forze di Van der Waals, che in qualche modo connettono le molecole in una specie di "network”.74 “Nella molecola d’acqua l’ossigeno s’impossessa degli elettroni allo stesso modo di un amante egoista che tira dalla sua parte tutta la coperta. A causa di questo comportamento, l’atomo di ossigeno acquista una carica negativa, mentre quelli di idrogeno restano carichi positivamente. Pauling suggerì che tali cariche nella molecola dell’acqua dessero luogo a una forza di attrazione elettrica tra molecole vicine, in cui gli atomi di idrogeno di una molecola puntano verso gli atomi di ossigeno di un’altra. Perciò in realtà il ponte idrogeno è un legame tra un atomo di idrogeno ed una coppia solitaria di elettroni. Questo significa che una molecola di acqua può formare quattro ponti idrogeno. “ 74 Ball Philip ,H20 Una biografia dell’acqua- Ed. Superbur Scienza, Maggio2003 p.182,183 “L'attrazione tra la regione negativa correlata all'atomo di ossigeno e la regione positiva correlata all'atomo di idrogeno porta all'associazione di varie molecole d'acqua, così che si forma un reticolo irregolare di forme tetraedriche interallacciate [Stillinger, 1980].” I legami intermolecolari a idrogeno nell'acqua sono evidenziati mediante i trattini gialli; sono dovuti alla interazione elettrostatica tra atomi di ossigeno e atomi di idrogeno di molecole di acqua vicine tra loro. Si creano così legami parziali tra O e H di molecole diverse. Le conseguenze sono, da una parte, l'allentamento di legami preesistenti; dall'altra, la formazione dinamica (che si modifica cioè continuamente) di agglomerati di molecole di acqua che giustificano l'alto punto di ebollizione: è come se si trattasse non di singole Fig. 2 molecole, ma di un "polimero" con peso molecolare molto più alto di quello della molecola H2O. “La sistemazione tetraedrica permette la massima distanza tra ciascuno dei due atomi di idrogeno e le due coppie solitarie di elettroni. Il ponte idrogeno, quindi, è ciò che differenzia l’acqua dagli altri liquidi.[…] Tuttavia , esso non da una spiegazione immediata del perché l’acqua sia così strana: perché sia più densa del ghiaccio, perché abbia una così elevata capacità di assorbire calore e così via.” “Il modello dei ponti idrogeno è la base della teoria convenzionale dell’acqua, ma è esposto a gravi obiezioni concettuali: ¾ In primo luogo esso chiama in gioco soltanto la parte statica dell’interazione; pertanto esso resta totalmente inerme rispetto alle conseguenze dell’analisi fondata sulle proprietà inconfutabili dell’elettrodinamica quantistica che mostra che tutti i sistemi fisici fondati su interazioni puramente statiche diventano necessariamente instabili al di là di una densità critica e al di sotto di una temperatura critica, poiché allora compare imperiosamente il campo elettromagnetico ad assumere la successiva evoluzione fisica. ¾ In secondo luogo, per ottenere una interazione elettrostatica, come quella chiesta per generare il ponte idrogeno, è necessario ristrutturare profondamente la distribuzione spaziale della carica elettrica nella molecola, per generare un ponte idrogeno occorre che la carica negativa degli elettroni si riorganizzi producendo protuberanze lungo la direzione del costruendo ponte, onde ancorare ad esso il nucleo di idrogeno carico positivamente. Nel caso specifico in esame, si dimentica che la molecola d’acqua, considerata come un oggetto quantistico, ha una nuvola elettronica estremamente rigida,”75 cosa che le simulazioni al computer non tengono in esame poiché i dati immessi dagli operatori “considerano le molecole d’acqua come oggetti classici e perciò polarizzabili dalla mutua interazione, o in alternativa alcuni teorici hanno inventato a tavolino potenziali di interazione capaci di generare il ponte idrogeno”; nell’approccio elettrodinamico invece, “il problema della ristrutturazione interna della molecola trova soluzione, 75 1- Del Giudice Nicola, Del Giudice Emilio Omeopatia e bioenergetica le medicine alternative:dalla stregoneria alla scienza, Ed. cortina international Febbraio 1999 p.185 e questa ristrutturazione dà luogo ad una distribuzione della carica elettrica molecolare esattamente conforme a quella richiesta dalle esigenze del ponte idrogeno e della coordinazione tetraedrica delle molecole. Naturalmente l’interazione elettrostatica tra le molecole polarizzate per cura del campo elettromagnetico si va ad aggiungere all’interazione elettrodinamica.” Secondo la fisica classica “l'atomo si muove solo per sollecitazione esterna: l'altro atomo è un ostacolo, un nemico”, mentre da un punto di vista di un sistema elettrodinamico: “l'altro atomo è la condizione del mio moto, ed io sono la condizione del suo, e ci si muove non a dispetto l'uno dell'altro, ma proprio perché c'è l'altro.”5 4.2 LA STRUTTURA “QUASI-CRISTALLINA” Secondo un concetto classico nel tentativo di spiegare la struttura dell’acqua, si propone una struttura “"quasi-cristallina" [Stillinger, 1980]. Infatti dire che la disposizione delle molecole sia irregolare non significa che le molecole d'acqua siano in un totale disordine; il disordine è ristretto dalla particolare geometria delle molecole, che tendono a formare legami in forma di tetraedri. La struttura a tetraedri interallacciati su tre dimensioni forma figure pentagonali ed esagonali molto regolari nel ghiaccio, ma tali da essere presenti anche nel liquido, solo che in quest'ultimo variano continuamente in modo caotico.”76 “Due sono i principali problemi aperti: il primo riguarda l'interazione tra molecole vicine, il secondo riguarda ciò che avviene quando una molecola diversa viene sciolta o immersa nell’acqua: 76 Del Giudice Emilio, www.globalvillage-it.com/encinclopedia/sci2/sci08.htm Punto 1: Nel modello (classico) sopra presentato (tetraedri interallacciati in moto caotico) si deve fare l'assunzione che l'energia totale di N molecole dipenda dalla somma delle energie di interazione tra ciascuna singola coppia di molecole. Si trascura cioè un eventuale influsso da parte di molecole vicine sull'energia di interazione, cioè di ciascun legame idrogeno. Date due molecole che interagiscono in un liquido, si deve assumere che la energia di legame non sia alterata da altre molecole vicine. Tale assunzione non sembra che si possa applicare all'acqua, sulla base di considerazioni sia teoriche che sperimentali [Finney, 1982].” L'esistenza di influenze di altre molecole vicine sul legame di due molecole (ipotizzato dall’elettrodinamica quantistica) non è certo priva di conseguenze: si vengono a realizzare interazioni multiple a cascata che possono cambiare notevolmente il comportamento casuale, introducendo fenomeni di cooperatività e di coerenza.” “Esistono delle situazioni che corrispondono a quelle di esistenza ordinaria, in cui gli atomi si riposano di più danzando insieme che da soli: diventa un principio di costruzione estrinseca ed intrinseca, perché gli atomi si muovono non solo di per sé stessi, ma sulla base di una sollecitazione che ricevono da un campo generato da tutti gli altri, e anche da sé stessi, quindi abbiamo un principio di automovimento.” “Un gruppo di fisici dell'Istituto di Fisica Nucleare di Milano (E. Del Giudice e coll., ed in passato il compianto G. Preparata ) sta portando avanti da diversi anni la formulazione di un modello descrittivo della fisica dell'acqua allo stato liquido. Gli autori partono da una critica alla teoria dell'acqua allo stato liquido che contempli solo l'interazione mediante il legame idrogeno tra molecola e molecola. Secondo i loro calcoli, quando il vapore d'acqua liquefa, il cambiamento di fase gas-liquido, che coinvolge qualcosa come 1023 molecole/litro, è troppo rapido e massivo (tenendo conto anche che avviene a 100 °C, sotto una fortissima agitazione termica che contrasta la attrazione elettrostatica) per essere spiegato solo da un modello basato sull'esistenza del legame idrogeno che unisce due molecole vicine.”77 Punto 2: “Un secondo punto importante riguarda ciò che avviene quando una molecola diversa viene sciolta o immersa nell'acqua: è certo che la struttura si modifica e si rompe, a seconda delle proprietà della nuova molecola, Inoltre, all'interfaccia tra macromolecole e solvente si verificano enormi riorganizzazioni della struttura dell'acqua, che assume configurazioni del tutto nuove, anche a distanze considerevoli dalla molecola del soluto. In questo caso sicuramente gli effetti cooperativi sono molto importanti. A questo proposito, vari autori parlano di "acqua vicina" per intendere l'acqua che si trova vicino a superfici solide o a macromolecole e da queste viene influenzata. Ad esempio, una catena proteica con gruppi chimici positivi (NH) e negativi (CO) alternantisi dovrebbe polarizzare l'acqua circostante, ridurne i movimenti di rotazione e traslazione e dar luogo alla formazione di molti strati ordinati di molecole d'acqua. Tali modificazioni peculiari della struttura dell'acqua si estendono, a seconda degli autori, da 5 a 200 diametri molecolari a distanza dalla superficie considerata. Questo fenomeno non coincide con le ben riconosciute interazioni molecolari tra l'acqua e la superficie (ad esempio interazioni ione-dipolo o dipolo-dipolo), che sono ad alta energia ed a breve raggio. L'acqua vicina, invece, si estende molto più lontano delle interazioni specifiche di superficie [Drost-Hansen, 1982]. Ciò potrebbe avere grosse implicazioni nel funzionamento delle cellule che, come è noto, sono ricchissime di macromolecole, di fibre e di membrane. 77 Bellavite Paolo, Signorini Andrea, op. cit. (capitolo 7) Le proprietà dell'acqua vicina sono peculiari: essa è più densa dell'acqua normale e congela solo a molti gradi sotto lo zero ed anche le sue proprietà di solvente sono alterate. E' stato suggerito che molti enzimi, ritenuti sciolti nel citoplasma, in realtà siano debolmente associati alle superfici di fibre o membrane per l'interazione con l'acqua vicina, così che molti processi metabolici si svolgerebbero in condizioni di organizzazione su piani bidimensionali piuttosto che nel moto caotico dell'acqua libera [Clegg, 1982].”78 4.3 L’ACQUA COERENTE In relazione al punto 1, citato in precedenza, vediamo studi e modelli adottati da ricercatori italiani quali Del Giudice, Preparata e collaboratori, i quali “ hanno studiato l’elettrodinamica quantistica e in particolare discusso le dinamiche dei livelli rotazionali delle molecole di acqua, conducendo così ad un modello di acqua liquida consistente di due distinte fasi frammischiate: una fase incoerente comprendente molecole di acqua nello stato fondamentale impacchettate negli spazi fra grappoli (clusters), di circa 75 nm di sezione, di molecole di acqua che agiscono coerentemente per mezzo di un ampio campo elettromagnetico classico e sono stabili contro l’agitazione termica. Questo modello spiega le anomalie delle proprietà fisiche dell’acqua.”79 78 79 Bellavite Paolo, Signorini Andrea, op. cit. (capitolo 7) Smith C. W. Scritti di bioelettromagnetismo, op. cit. p. 57 Fig. 3 L'acqua secondo questo innovativo ed interessante concetto è quindi “un insieme di due fluidi, c'è una parte dello spazio con queste molecole che si muovono in fase, ma esistono anche regioni in cui si addensano "gli esuli", cacciati da fluttuazioni termiche particolarmente forti: la frazione non coerente cresce con l'aumento di temperatura, in essa le molecole si muovono come un gas, dando luogo all'entropia, ossia la temperatura osservata del liquido. Il sistema coerente ha entropia e temperatura zero. Le molecole diverse, non potendo entrare nel sistema coerente, entrano negli interstizi di non coerenza, ecco perché la vita ha una temperatura minima al di sotto della quale non si può scendere; calando la temperatura, la parte non coerente sparisce, e gli interstizi, divenuti troppo piccoli, non possono far entrare le molecole diverse sufficienti a dare luogo all'organismo vivente. Si calcola che la dimensione della grandezza di quegli interstizi nell'acqua è più o meno quella delle macromolecole biologiche; a temperature più basse non avrebbero lo spazio per entrare.”80 “Le molecole d’acqua all’interno di un dominio di coerenza oscillano tutte insieme tra due configurazioni diverse della loro “nuvola elettronica” al ritmo di un campo elettromagnetico di frequenza ben definita (campo magnetico coerente). I domini di coerenza, in situazioni di equilibrio dinamico, si accostano uno all’altro cosicché si saldano tra loro. Per ogni dato valore della temperatura, e quindi per un dato numero di collisioni con le molecole dell’ambiente, una frazione delle molecole di acqua “perde il ritmo” e va ad alimentare una frazione non coerente che, come un gas denso, circola negli interstizi tra i domini di coerenza. Alla temperatura corporea , circa il 40% dell’acqua dell’organismo umano si organizza in insiemi coerenti, il restante 60% dell’acqua non è dominato dal campo elettromagnetico coerente e si comporta come un sistema che segue le leggi dei gas. Le molecole di un soluto non possono entrare all’interno dei domini di coerenza del solvente, se non a spese di notevoli energie, e si collocano all’interno della frazione non coerente dell’acqua.” Conseguenze dell’ ”acqua vicina” sulla pompa Na-K In relazione al punto 2, precedentemente citato, “allo scopo di illustrare le possibili implicazioni che avrebbe l’accettazione dell'esistenza e dell'importanza dell'"acqua vicina" nella cellula, ci si può riferire alla teoria portata avanti soprattutto da Ling [Ling et al., 1973; Ling and Ochsenfeld, 1983; Rowlands, 1988]. E' noto che lo ione sodio ha una bassa concentrazione all'interno della cellula rispetto all'esterno, mentre l'opposto vale per lo ione 80 Del Giudice Emilio, www.globalvillage-it.com/encinclopedia/sci2/sci08.htm potassio. La teoria corrente è che tale differenze di concentrazione siano mantenute da pompe di membrana, ma secondo Ling se ciò fosse vero si avrebbe un eccessivo consumo di energia solo per far funzionare le pompe. L'autore propone quindi l'ipotesi che il potassio all'interno della cellula sia quasi interamente legato alle proteine, mentre lo ione sodio, che ha un maggiore volume di idratazione, sia molto meno solubile nell'acqua vicina, ordinata e polarizzata dei liquidi intracellulari, rispetto all'acqua ordinaria presente nei liquidi extracellulari. Quindi il potassio sarebbe trattenuto ed il sodio sarebbe escluso dalla cellula mediante meccanismi che non richiedono costante rifornimento di energia.81 Riprendendo i lavori di Hameroff (1988), l'autore ipotizza che l'acqua adiacente al citoscheletro sia altamente ordinata, cioè allineata con legami polari sulla superficie delle proteine filamentose. Tale acqua ordinata potrebbe accoppiarsi alle dinamiche coerenti delle proteine (che, come è noto, sono fatte dall'assemblaggio di tante sub-unità identiche), opponendosi alla dissipazione termica dell'energia di oscillazione delle proteine. In altre parole, le proteine filamentose potrebbero essere dei conduttori di segnali vibrazionali e l'acqua vicina potrebbe essere una specie di isolante che favorisce la conduzione. 4.4 LA SUPERRADIANZA “Si è visto che le molecole d'acqua sono dei dipoli elettrici. Il contributo di questo piccolo campo elettromagnetico alle dinamiche dell'acqua è trascurabile in termini quantitativi se la interazione tra molecole è vista come una somma di interazioni binarie molecola-molecola. Tuttavia, quando un gran numero di elementi (molecole) interagisce attraverso il campo elettromagnetico, oltre una certa densità il cui valore dipende dalla lunghezza d'onda del campo 81 Del Giudice Emilio, www.globalvillage-it.com/encinclopedia/sci2/sci07.htm elettromagnetico, il sistema si situa in una configurazione in cui la maggior parte delle molecole si muovono coerentemente, tenute in fase dal campo stesso. Questo fenomeno è detto "superradianza" e consiste praticamente in una oscillazione all'unisono nel tempo in un certo spazio (corrispondente a metà della lunghezza d'onda) di un gran numero (si calcola 1015) di molecole di acqua. Data una lunghezza d'onda tipica di una radiazione elettromagnetica di 200 m, il dominio di coerenza si estenderebbe per circa 100 m. Gli studi del gruppo milanese (Del Giudice et al.) si sono spinti ben più avanti della scoperta della superradianza, in quanto nel loro modello sono trattate altre due questioni di fondamentale importanza per la problematica dell'omeopatia delle alte diluizioni: a) la stabilità di un simile fenomeno nel tempo (qualcosa di analogo ad una "memoria") b) la interazione tra il regime di superradianza e le molecole del soluto. Secondo la teoria quantistica, è possibile che nell'acqua liquida coesistano due fasi separate: una fase sottoposta al regime di coerenza, un'altra fatta di molecole che si muovono a caso come un gas, una situazione descritta anche per l'elio superfluido ed in accordo con le osservazioni sperimentali secondo cui i legami idrogeno tra le molecole di acqua sono molto inferiori a quelli teoricamente possibili se tutte le molecole vi fossero coinvolte [citazioni in Del Giudice, 1990]. Quella parte di molecole che vibrano coerentemente, si "vedono" l'un l'altra come immobili e quindi le attrazioni elettrostatiche dovute principalmente ai legami idrogeno non sono casuali come nel gas, bensì sequenzialmente ordinate in pacchetti in cui le forze attrattive sono enormemente superiori che nella fase gassosa. La teoria di Del Giudice e Preparata prevede che i gruppi di molecole che si muovono coerentemente siano mantenuti in regime di superradianza sia per effetto dello stesso campo elettromagnetico prodotto (che, come si è visto, controlla significative distanze), sia perché protetti dal "guscio" di forti legami idrogeno formatisi come descritto. La fase coerente dell'acqua è perciò piuttosto stabile e con difficoltà altre molecole potrebbero entrarvi. Secondo Del Giudice, all'interno della fase coerente l'entropia sarebbe pressoché zero, e le proprietà termiche e di solvatazione dell'acqua sarebbero dipendenti solo dalla fase fluida (simil-gassosa).” 82 Un modello più soddisfacente dovrebbe includere un altro ingrediente, mancante nei modelli precedenti: il campo elettromagnetico radiante, al quale si fa riferimento nel capitolo 2. Bioinformazione e Dinamizzazione omeopatica: 4.5 L’OMEOPATIA “La medicina omeopatica è un sistema clinico-farmaceutico che utilizza microdosi di sostanze derivate da vegetali, minerali o animali allo scopo di stimolare la risposta di guarigione naturale [Meuris, 1982; Granata, 1990; Ullman, 1991a; Gibson and Gibson, 1987; Vithoulkas, 1980; Reckeweg, 1981; Del Giudice e Del Giudice, 1984; Lodispoto, 1984; Dujany, 1978; Barros e Pasteur, 1984; Julian and Haffen, 1982; Bianchi, 1987; Bianchi, 1990; Brigo e Masciello, 1988; Charette, 1982; Tetau, 1989; Coulter, 1976; Mossinger, 1992]. Questo sistema afferma di curare le malattie utilizzando farmaci (chiamati solitamente "rimedi") che vengono preparati secondo particolari metodiche di 82 Bellavite Paolo, Signorini Andrea, op. cit. (capitolo 7) diluizione-dinamizzazione e scelti secondo una complessa metodologia che si basa essenzialmente sulla cosiddetta "legge dei simili".83 4.6 LA LEGGE DEI SIMILI “La "legge" o "principio" dei simili (o di similitudine) costituisce la principale acquisizione della omeopatia e la base per la sua comprensione, anche se, come vedremo, oggi da molti non è più considerata come una "legge" universale valida in tutti i casi. Secondo questo principio, già presente in alcuni sistemi medici Fig. 4: Samuel Hahnemann e filosofici dell'antichità, (Ippocrate, S. Agostino, Paracelso) ma riscoperto soprattutto dal medico tedesco Samuel Hahnemann (1755-1843), una malattia può essere curata somministrando al paziente una sostanza che nell'uomo sano provoca sintomi simili a quelli propri della malattia (da cui il detto "similia similibus curentur") [Hahnemann, 1796] Nelle sue prime formulazioni, tuttora presenti in alcune scuole, la prescrizione del rimedio è fatta non solo in base alla diagnosi, avendo essa importanza secondaria, ma con estrema cura cerca la corrispondenza del quadro sintomatologico della malattia con il quadro dei sintomi provocati da una determinata sostanza nei sani. Se la corrispondenza è elevata o perfetta 83 Paolo Bellavite e Andrea Signorini, op. cit. http://chimclin.univr.it/omc/omeo-itcap2.htm (capitolo2) (rimedio come "simillimum"), la somministrazione anche di una minima dose del rimedio innesca nel paziente una reazione che porta, spesso dopo un iniziale aggravamento, alla guarigione. “La guarigione quindi non sarebbe effetto diretto soppressivo della sostanza somministrata ("legge dei contrari"), ma della reazione del soggetto, dovuta, secondo l'omeopatia classica, all'azione di una cosiddetta "forza vitale" [Hahnemann, 1985].”84 4.7 IL RIMEDIO OMEOPATICO “Non solo la metodologia clinica, ma anche la preparazione delle sostanze utilizzate in omeopatia è del tutto peculiare. Come è noto, infatti, esse vengono prodotte con un processo di diluizione seriale e di succussione che dovrebbe conferire alle soluzioni un maggiore effetto terapeutico (dinamizzazione). In pratica, i materiali grezzi sono estratti mediante solubilizzazione in alcool contenente varie percentuali di acqua, o, se insolubili, sono inizialmente polverizzati e triturati con lattosio, quindi portati in soluzione idroalcolica. Le soluzioni iniziali, contenenti la massima concentrazione dei principi attivi, sono dette "Tinture Madri" (TM). Da queste si procede a successive diluizioni, seguite da forte agitazione. E' ben noto che spesso, ma non di regola, vengono utilizzate diluizioni estremamente alte, per cui teoricamente non vi è più presenza delle molecole della sostanza di partenza. Ciò costituisce uno dei capisaldi dell'omeopatia e nel contempo forse il principale problema che la ricerca dovrà confermare e possibilmente spiegare.” in particolare “quando una preparazione omeopatica è stata diluita serialmente 24 volte, ogni volta per un fattore di 10 (24X, 24D), o 84 Paolo Bellavite e Andrea Signorini, op. cit. (capitolo2) 12 volte per un fattore di 100 (12C), non rimane alcuna delle molecole originali” “La necessità di andare oltre la chimica e la biochimica, entrando quindi nell'ambito di un paradigma biofisico, per spiegare gli effetti delle altissime diluizioni omeopatiche, è ovvia: se non si vogliono accettare aprioristicamente (come qui non si vuole) né l'ipotesi "nulla" (= è tutto un imbroglio) né spiegazioni di tipo extra-scientifico (azione di "entità" o "energie" non meglio definibili). Una volta accertata matematicamente la assenza di molecole oltre la diluizione 24x o 12c, si deve pensare all'esistenza di informazioni legate a fenomeni di natura fisica, quali vibrazioni di campi elettromagnetici o particolari strutture spaziali del solvente che in qualche modo riproducono l'"immagine", o l'"informazione", del soluto originario.”85 “Affinché si possa accettare che il farmaco omeopatico ultra-diluito agisca con meccanismo biofisico bisogna affrontare le seguenti due questioni fondamentali: a) Può un solvente, quale acqua, incorporare e mantenere qualche forma di ordine o organizzazione che sia veicolo di informazioni in assenza del soluto originario? In altre parole: esiste la famosa "memoria dell'acqua" e come eventualmente la si può spiegare? b) Ammettendo che ordine e informazione possano essere incorporate e mantenute nelle soluzioni altamente diluite, come esse possono interagire con il livello biologico? In altre parole: come l'organismo legge e recepisce tali proprietà del rimedio omeopatico e le utilizza in senso regolativo? 85 Paolo Bellavite e Andrea Signorini, op. cit. (capitolo7) A nessuno può sfuggire che solo se tali domande avranno una risposta convincente, si potrà affermare l'esistenza di basi scientifiche dell'omeopatia delle alte diluizioni, qui di seguito si riportano le teorie e gli esperimenti effetuati che si propongono di dare risposta alle suddette domande. 4.8 MEMORIA DELL’ACQUA “Secondo alcuni [Smith, 1988; Anagnostatos et al., 1991; Anagnostatos, 1994] la "memoria dell'acqua" sarebbe basata sulla formazione di aggregati di molecole d'acqua in forma di "clatrati". Si intende per clatrati, dal latino "clathrus" (= inferriata), delle formazioni cave che verrebbero ad assumere le molecole d'acqua con una disposizione a rete, ripiegata attorno ad una nicchia interna. La possibilità di formazione di cavità in liquidi è universalmente accettata. Nell'acqua, le molecole possono allinearsi in forme pentagonali o esagonali grazie a legami idrogeno; a loro volta, varie conformazioni poligonali possono costruire, in certe condizioni (agitazione o sonicazione del liquido), figure geometriche complesse, cave al loro interno. Un certo numero di molecole del composto originale verrebbe circondato, una volta sciolto nell'acqua, da un maggior numero di molecole d'acqua che formano come un piccolo guscio, una nicchia. Una simile nicchia potrebbe avere stabilità anche se il composto originale viene espulso dalla nicchia stessa. Quindi, con continue diluizioni e succussioni, comincerebbero a formarsi clatrati vuoti all'interno, i quali a loro volta potrebbero divenire il nucleo per la formazione di altri clatrati, sempre con lo stesso schema originale [Anagnostatos, 1994]. Il modello dei clatrati è interessante in quanto consentirebbe di spiegare come "aggregati" di molecole d'acqua possano divenire il mezzo di trasmissione dell'informazione. Tuttavia bisogna ammettere che ancora non esiste una base fisica per spiegare la permanenza di tali aggregati, in forme definite, per un tempo sufficientemente lungo.”86 Una descrizione precisa delle leggi che regolano la disposizione delle molecole d'acqua e quindi i suoi cambiamenti di fase è ben lungi dall'essere compiuta “Smith ed altri (1985) hanno proposto un percorso di conduzione elicoidale strutturata dell’acqua. Questo viene ottenuto prendendo la struttura pentagonale del ghiaccio e, al posto del legame piegato per chiudere la catena, continuare ad aggiungere molecole di acqua per sviluppare un elica. Un elica equivarrebbe ad una corrente solenoidale avvolgente e se situata intorno ad un quanto di flusso magnetico, allora la forza elettromotrice indotta sarebbe abbastanza grande da generare una corrente che a sua volta rigenererebbe la linea del flusso magnetico. Una volta che tale stato metastabile è raggiunto, i percorsi elettrici e le risonanze devono persistere nell’acqua dopo che il flusso magnetico alternato è stato rimosso. Una struttura elicoidale dell’acqua è la sola struttura con simmetria solenoidale compatibile col campo magnetico.”87 Secondo Del Giudice la particolare preparazione del farmaco omeopatico consente di ipotizzare che la “succussione che si accompagna alla diluizione produca un regime di turbolenza tale che il guscio di legami idrogeno dei domini di coerenza per qualche momento si rilassi, lasciando quindi la possibilità ad un campo elettrico esterno (quale quello generato dal materiale disciolto) di comunicare con il campo di polarizzazione dell'acqua ed attribuirgli le nuove frequenze vibratorie. Alla fine della agitazione, il guscio si 86 Bellavite Paolo, Signorini Andrea, op. cit. http://chimclin.univr.it/omc/omeo-itcap7.htm (capitolo 7) 87 Smith C. W. , Scritti di bioelettromagnetismo, op. cit. p.22 riformerebbe, proteggendo le nuove frequenze da disturbi esterni. Secondo questo modello, la presenza di altre molecole sciolte nell'acqua (come ovviamente avviene quando il farmaco è assunto dal paziente) non causa problemi alle frequenze così stabilitesi, sia perché il soluto sta nella fase fluttuante e non interagisce con la fase coerente, sia perché le frequenze delle molecole in soluzione sono molto superiori a quelle delle macromolecole e dei grani in dispersione semi-solida con cui i farmaci omeopatici normalmente vengono preparati [Del Giudice, 1990]. A questo punto è opportuno ricordare che lo stato attuale delle conoscenze sulle teorie su esposte sono ancora in attesa di una convincente conferma sperimentale (ad esempio che dimostri con mezzi chimici o fisici l'esistenza dei postulati domini di superradianza), non si può non sottolineare come la moderna fisica quantistica non esclude che l'acqua abbia proprietà finora sconosciute e che sono in qualche modo compatibili con le osservazioni empiriche dell'omeopatia.”88 “Un farmaco omeopatico dinamizzato e potentizzato potrebbe essere visto come una piccola quantità frequenze oscillatorie ai liquidi biologici (a loro volta fatti per la maggior parte di acqua), ma anche a strutture "metastabili", complesse, soggette a comportamenti non lineari, capaci a loro volta di oscillare (macromolecole, alfa-eliche, membrane, strutture filamentose, recettori). Vi sarebbe quindi una possibilità di accoppiamento tra frequenze del farmaco ed oscillatori presenti nell'organismo vivente perturbato dalla malattia. “Ludwig (1987) ha misurato e confrontato un grande numero di ritmi del campo elettromagnetico in soggetti umani con le frequenze di risonanza dei rimedi omeopatici, un certo numero di frequenze è risultato essere comune in tutti i soggetti e legato a specifiche funzioni fisiologiche. Ad esempio la frequenza di 1 Hz è legata al sistema circolatorio, quella di 7,8 Hz 88 Paolo Bellavite e Andrea Signorini, op. cit. (capitolo7) all’ippocampo, quella di 10 Hz ai ritmi cicardiani, quella di 33 Hz al sistema linfatico e quella di 65 Hz alla tossina di eliminazionee al sistema linfatico (comunicazione personale del Dott. W. Ludwig, 1987)”.89 “La memoria dell’acqua può essere impressa con una frequenza usando un campo magnetico alternato o con un potenziale vettore alternato con l’aggiunta della succussione o del campo magnetico. Tuttavia l’informazione sarà anche lentamente impressa per contatto. Per esempio, se una provetta di vetro contenente acqua “cancellata” è posta in un bicchiere di acqua con impressa un’estensione di frequenze, queste saranno lentamente impresse , le alte frequenze lo saranno rapidamente rispetto alle basse.”90 “Non esiste ancora una esauriente spiegazione di come possa eventualmente avvenire un trasferimento di informazione dal rimedio omeopatico all'organismo, ma, se si imposta il problema a livello fisico e non solo chimico, è molto probabile che tale spiegazione debba tenere in considerazione i fenomeni elettromagnetici.”3 “Variazioni delle caratteristiche di risonanza NMR, ed in particolare dei tempi di rilassamento T1 e T2, in soluzioni altamente diluite di silicio, sono state recentemente rilevate anche da un altro gruppo in Francia e pubblicate su una rivista ufficiale di fisica [Demangeat et al., 1992]. In sintesi, è stato osservato che soluzioni di silicio/lattosio, preparate in diluizioni centesimali secondo le metodologie omeopatiche, presentavano aumento di T1 e aumento del rapporto T1/T2 se comparate a acqua distillata o a soluzioni diluite e dinamizzate di NaCl. Queste modificazioni erano rilevabili anche con concentrazioni di silicio dell'ordine di 10-17 moli/L). Questo esperimento è importante anche perché in precedenza era stato dimostrato un effetto stimolatorio di alte diluizioni di 89 90 Smith C. W. Scritti di bioelettromagnetismo, op. cit. p. 9 Smith C. W. Scritti di bioelettromagnetismo, op. cit. p. 7 silicio sui macrofagi peritoneali di topo [Davenas et al., 1987, v. par. 4.1]. Si tratta quindi del primo caso in cui sia stata dimostrata rigorosamente una differenza di natura fisica tra il solvente e l'alta diluizione di un medicamento omeopatico la cui attività biologica sia stata evidenziata sperimentalmente.”4 Secondo recenti studi. “il riscaldamento dell’acqua al di sopra dei 70 °C cancellerà la sua memoria e lo stesso può essere provocato da un amplificatore con una corrente di off-set maggiore di circa 1 µA o anche dal maneggiamento della provetta dalla persona “sbagliata”. Ma il fatto più impotante è che ponendo l’acqua in un contenitore ipomagnetico (cioè in una scatola di metallo chiusa) si cancella non solo la memoria dell’acqua, ma anche compresse e preparazioni liquide di potenze omeopatica” 91 “Pare che anche l'analisi spettrofotometrica I.R. consenta di evidenziare cambiamenti fisico-chimici nelle alte diluizioni omeopatiche. Il gruppo di Heinz [dati riportati da Barros e Pasteur, 1984, in quanto la letteratura originale, argentina, è di difficile reperimento] avrebbe dimostrato, con tale metodica, l'importanza della succussione, o dinamizzazione, nel metodo di preparazione: a) sostanze diluite e dinamizzate alla 30x presentano bande di assorbimento allo spettro I.R.; b) le stesse bande non si presentano in soluzioni diluite alla 30 dc ma non dinamizzate; c) una diluizione dinamizzata alla 30 dc perde la proprietà di produrre bande allo spettro I.R. se sottoposta ad ebollizione; d) le bande di assorbimento decrescono in forma alternante e non uniformemente: la massima attività corrisponde alle 6,9,12,14,18,21,28,30 decimali, e la minore alle 7,10,13,16 decimali.” 91 Smith C. W. Scritti di bioelettromagnetismo, op. cit. pag. 71 diluizioni 92 4.9 AGOPUNTURA e RESISTENZE ELETTRICHE L’agopuntura è un’arte curativa molto antica; la sua origine risale al 3000 a.C., secondo i suoi principi si ritiene che “ le forze vitali, energia corporea o chi, circolino attraverso i meridiani 25 volte ogni notte e ogni giorno.”93 “Pur essendovi nel corpo migliaia di siti chiamati “punti di agopuntura”, questi non si distinguono per una qualsiasi caratteristica strutturale osservabile nei tessuti corporei, anche se la resistenza elettrica della cute mostra una precisa diminuzione nei pochi millimetri dei classici punti di agopuntura cinese. Ciascun punto è legato ad un organo o funzione corporea specifici e situati a distanza, che possono essere raggiunti da un trattamento sull’adeguato sito di agopuntura.”, sui quali si possono applicare si stimoli fisici (aghi, scariche elettriche, pressione, laser, ecc...) che sono trasmessi a organi e apparati e “fungono da riequilibratori della "energia vitale" ("Ch'i", secondo la tradizione cinese) persa o disordinata (squilibrio di Yin e Yang).” “Dai punti partono i meridiani, che "connettono" la superficie corporea con organi specifici e con una rete bioenergetica interna la cui natura resta ancora in gran parte sconosciuta, non coincidendo né col sistema nervoso, né con l'apparato vascolare o linfatico.” Recentemente, Darras e De Vernejoule (Los Angeles 1986) hanno riferito il successo riportato nella visualizzazione dei meridiani di agopuntura mediante iniezione di un tracciante radioattivo in un punto di agopuntura. Usando una telecamera a raggi gamma gli autori hanno rilevato che la radioattività viaggiava lungo il meridiano ad una velocità di 3-5 cm/min, il giusto ordine di grandezza per fornire 25 circolazioni al giorno o per notte. La velocità è inferiore nel caso di organi ammalati. Gli autori hanno confermato che il radioisotopo non si diffonde in modo apprezzabile se iniettato in un punto 93 Paolo Bellavite e Andrea Signorini, op. cit. (capitolo7) diverso di quello di agopuntura, e che lo stesso non entra nel sistema linfatico o nella circolazione sanguigna. Il radioisotopo si fa strada come una pinza emostatica che evita la circolazione, si diffonde solo verso l’organo bersaglio se iniettato su un punto di agopuntura, lungo una via parziale del meridiano. La diffusione non era dovuta a forze ionoforesiche in quanto un radioisotopo non ionico (xenon) veniva ugualmente influenzato. La velocità di diffusione lungo il meridiano aumentava quando il punto di agopuntura veniva stimolato mediante un ago, elettricamente o attraverso un laser elio-neon.”94 “L’origine dei meridiani dell’agopuntura può essere interpretata attraverso la coerenza nello sviluppo embrionale. E’ solo a questo stadio che le cellule indifferenziate sono in streto contatto fra di loro per poter stabilire una rete di biocomunicazione attraverso i legami cellula-cellula. Questo può avvenire attraverso una coerenza di fase fra correnti circolanti intorno alle membrane di cellule adiacenti.[…] così nello stadio pre-metamero dell’embrione le cellule individuali sono in stretto contatto fisico, sufficiente per attivare canali di coerenza che potrebbero persistere quando l’organismo si sviluppa alla maturità” “E' noto che meridiani e punti sono distribuiti in modo non casuale sulla superficie corporea, rappresentando, in molti casi, delle aree con distribuzione cosiddetta somatotopica. Ad esempio, in zone quali le estremità delle dita, l'orecchio, la pianta del piede, la lingua, i punti si presentano secondo delle precise mappe di organi e sistemi, disposte con un certo ordine. Nonostante queste e altre evidenze, non esiste a tutt'oggi una soddisfacente teoria scientifica per l'agopuntura. Tutto comunque lascia pensare che alla base del funzionamento delle terapie agopunturistiche non vi sia semplicemente un 94 Smith C. W. Scritti di bioelettromagnetismo, op. cit. p.24 riflesso nervoso (mancano precise correlazioni anatomiche), ma una trasmissione di informazioni di natura elettromagnetica lungo reti di comunicazione di diverso tipo. E' stato sostenuto [Kroy, 1989] che nella filogenesi e nella ontogenesi degli esseri viventi esiste un ordine cibernetico più ancestrale di quello basato sul sistema nervoso o sul sistema umorale (sangue, ormoni). Tale sistema ancestrale sarebbe di natura elettromagnetica, perché la radiazione elettromagnetica è la più fondamentale forma di informazione presente in natura. I segnali elettromagnetici hanno costituito (e costituiscono) sia il linguaggio di comunicazione tra atomi e molecole, sia il mezzo con cui gli organismi primordiali ricevevano una serie di informazioni dall'ambiente (luce solare, altre onde cosmiche). E' quindi fuor di dubbio che gli organismi viventi abbiano imparato ad usare l'elettromagnetismo come segnale di informazione, e quindi di comunicazione fra cellule e tessuti. […]Le discussioni sull'agopuntura potrebbero allargarsi senza limite. Qualunque sia il meccanismo d'azione dell'agopuntura, tale metodica resta una delle principali dimostrazioni di come si possano ottenere effetti biochimici (v. ad esempio l'aumento di endorfine, o l'attivazione del sistema immunitario [Chou et al., 1991]) e terapeutici con stimolazioni di tipo fisico (stimolo meccanico, deboli correnti elettriche o luce laser) e non con farmaci.”95 4.10 L’Emoglobina sotto un profilo elettro-fisico: Interessante è la spiegazione che il Dott. Peter Plitchta dà per quanto riguarda le dinamiche inerenti il trattenimento della molecola di ossigeno da parte dell’emoglobina del sangue, infatti pur conoscendo la struttura molecolare dell’emoglobina, “nessuno sa 95 Paolo Bellavite e Andrea Signorini, op. cit. http://chimclin.univr.it/omc/omeo-itcap7.htm (capitolo7) come la molecola di ossigeno sia trattenuta dall’atomo di ferro”96, si parla soltanto di un legame coordinativo, in cui cinque posizioni di coordinazione sono occupate dall’azoto e la sesta proprio da una molecola di ossigeno anziché di azoto. “La formula di struttura dell’eme, apparentemente complessa, è un geniale sistema ad anelli di carbonio e di atomi d’azoto, i cui elettroni del doppio legame sono liberi di muoversi e perciò di correre nel cerchio. Al centro di questa struttura circolare si trovano 4 atomi di azoto, questi trattengono al centro, sospeso in aria, un atomo di ferro. Quest’atomo di ferro ogni volta è circondato da quattro atomi di azoto. Si ritiene che l’atomo di ferro sia semplicemente un legante centrale comparso improvvisamente dalla miscela originaria”97 Ciò di cui nessuno tiene conto è che il ferro ha la proprietà di centuplicare il campo magnetico di una spola da cui è circondato, il sospetto che deriva è che “il ferro dell’emoglobina abbia una funzione ferromagnetica.”98 In particolare “i quattro atomi di azoto non sono nient’altro che i quattro poli di un magnete quadripolare”99 e “un atomo di ferro centrale con carica zero influisce ferromagneticamente sul campo magnetico in modo tale che tutta la molecola agisca come un magnete di ferro. Se alla molecola si avvicina una sostanza paramagnetica, questa deve essere trattenuta magneticamente. L’inserimento e il disinserimento di un magnete simile può accollarsi l’involucro di una proteina con le sue quattro catene, dato che negli spostamenti pH la loro disposizione spaziale viene mutata. Uno dei quattro gas che noi respiriamo è paramagnetico (magnetico). Gli altri gas dell’atmosfera: azoto, argon, diossido di carbonio sono diamagnetici (non magnetici). 96 Plichta Peter. La formula segreta dell’universo, Ed. Piemme 1998, p. 107 Plichta Peter. Op. cit. p.107 98 Plichta Peter. Op. cit. p.108 99 Plichta Peter. Op. cit. p.109 97 L’idea è sorretta ancor più dal fatto che uno dei più grandi veleni respirabili, il monossido di carbonio, si lega saldamente all’emoglobina. Anche questo gas è paramagnetico.”100 L’opposizione a una soluzione tanto semplice, cioè che l’ossigeno nel sangue venga legato tramite dinamiche di tipo magnetico e non chimico, si basa come sempre sulla novità del pensiero, ma anche sul dogma per cui il trasporto di ossigeno debba essere in qualche modo di natura chimica e non elettro-fisica. 4.11 SISTEMI CELLULARI COERENTI: Alla luce di quanto esposto finora non si può non ipotizzare la possibilità che le cellule possano entrare in fase tra loro assumendo quindi un andamento coerente, questa ipotesi è rafforzata anche da un esperimento condotto dai fisici americani David Grier e Amy Larsen nel quale simularono quello che potrebbe essere dal punto di vista elettromagnetico un sistema cellulare tramite palline di polistirene aventi un diametro di 0,65 micron e ricoperte con procedimenti elettrochimici da uno strato di carica elettrica negativa, sospesi in acqua e racchiuse tra due lastre di vetro parallele: “le palline raggiungono uno stato di equilibrio metastabile di tipo cristallino in cui sotto il gioco della continua repulsione elettrostatica e dalla repulsione esercitata dalle pareti ogni pallina si pone in una posizione geometrica definita. La rimozione delle pareti provoca il rapido disfacimento di questo edificio cristallino con velocità dipendente dalla carica elettrica deposta sulle palline. Grande fu la sorpresa degli sperimentatori quando si accorsero che, al di sotto di una soglia critica di densità della forza ionica, cioè della densità della carica positiva in soluzione, legata alla condizione di neutralità elettrica complessiva alla carica negativa 100 Plichta Peter. Op. cit. p.109 sulle palline, il cristallo colloidale non si disfaceva più, ma permaneva per tempi lunghi fino a varie decine di minuti. Sul filo dell’elettrodinamica coerente, questo risultato ha potuto essere compreso. Gli elettroni che formano lo strato carico superficiale di ogni pallina (circa 100.000 per pallina) compiono oscillazioni, che si può dimostrare essere coerenti, producendo un campo elettromagnetico associato. Quando la carica delle palline diventa tale che i domini di coerenza delle varie palline si toccano, si apre la possibilità di un guadagno di energia legato alla messa in fase dei campi dei vari domini di coerenza fino a realizzare un unico campo in cui gli elettroni di tutte le palline oscillino con un'unica fase. Questa possibilità si realizza quando le cariche di tutte le palline diventano uguali e quando i vari domini di coerenza si toccano senza sovrapporsi.”101 Sulla scia di questo modello artificiale si aprono interessanti prospettive di interesse biologico, infatti un tessuto è un insieme di cellule aventi un potenziale negativo di membrana esattamente come le palline dell’esperimento, ”il tessuto forma un sistema in cui la posizione relativa delle cellule è fissata, le cellule sono tutte uguali, sono più difficilmente trasformabili delle cellule isolate, esercitano un rigetto nei confronti di corpi estranei ed infine, come rivelato da molti esperimenti finora non interpretati, sono danneggiate da radiazioni elettromagnetiche di frequenza estremamente specifica. Questo quadro di proprietà osservato nelle cellule coincide esattamente con il quadro di predizioni su un sistema coerente di palline.”102 La coerenza del sistema tutela quindi la stabilità dei suoi membri. “Lo stato coerente può essere distrutto con mezzi mesoscopici da correnti idrodinamiche che alterino di forza la distanza tra le palline, da variazioni del pH della soluzione che portino il valore della carica delle palline oltre la soglia 101 102 Del Giudice Nicola, Del Giudice Emilio, op. cit. pag. 192, 193 Del Giudice Nicola, Del Giudice Emilio, op. cit. pag. 194 critica o da radiazioni elettromagnetiche risonanti con l’oscillazione degli elettroni posti sulla superficie delle palline.”103 Risulta difficile, una volta osservato un effetto ben preciso, tornare indietro: si dovrebbe conoscere approfonditamente quello che avviene nella cellula ma, per il momento, questo non è alla portata dei biologi, sicuramente alla luce dei nuovi concetti di coerenza supportati dall’influenza sottile del potenziale vettore, alla luce di un nuovo modello dell’acqua molto più efficiente nella spiegazione di dinamiche altrimenti irrisolvibili con modelli classici (superradianza, acqua vicina ecc.), alla luce della elettrodinamica quantistica e considerando la dinamica dei sistemi, un nuovo mondo si profila all’orizzonte, un mondo in cui oltre a processi chimici e fisici estremamente meccanicisti si accostano concetti biofisici e quantistici sicuramente più legati a modelli di probabilità, ma anche più efficienti nella spiegazione di un mondo altrimenti estremamente limitato e costretto a chiudersi in dogmi e limitazioni imposti da una visione statica degli eventi e da una comunità scientifica troppo impostata a mantenere privilegi acquisiti nella società. La scienza medica attualmente ignora, anzi rifiuta anche solo l'eventuale possibilità di una regolazione del metabolismo cellulare e dei vari sistemi organici mediante impulsi elettromagnetici. Per sottolineare l'ottusità di tale confutazione basterebbe osservare le informazioni rapidissime che influenzano i sistemi di difesa del corpo umano all'entrata in circolo di tossine, allergeni, virus e batteri, rapide esattamente come la propagazione di radiazioni elettromagnetiche e le relative informazioni veicolate. Oppure basta osservare le risposte neuro-ormonali mediate dall'ipofisi e dall'ipotalamo a seguito di uno stimolo di paura. Oramai è saputo che vi è un continuo scambio di energia, di radiazioni, di ioni, di onde elettromagnetiche, di frequenze, tra Cielo e Terra. La Natura e l'Uomo vivono in mezzo a questo complesso interscambio, le nostre cellule cioè sono in stretto contatto con tali campi di forze. 103 Del Giudice Nicola, Del Giudice Emilio, op. cit. pag. 193 4.12 DNA “Le molecole informazionali per eccellenza sono gli acidi nucleici, perché sono caratterizzati da un grande ordine (vedi la disposizione dei nucleotidi in lunghissime sequenze), una grande complessità (vedi tutti i meccanismi che controllano la espressione del codice genetico ed anche la sua continua trasformazione) e una grande stabilità chimico-fisica (data la particolare struttura a doppia elica, il DNA è tra le molecole più resistenti, ed inoltre vi sono molti sistemi di riparazione di eventuali errori). Molte altre molecole, però, contengono e trasmettono informazione: proteine, peptidi, zuccheri, lipidi, persino sali minerali e protoni (H+) servono alla natura per trasmettere informazioni e regolare quindi i sistemi biologici.”104 “La catena elicoidale del DNA, può essere paragonata ad un solenoide il cui campo magnetico è dell’ordine del centomiliardesimo di Gauss, quindi il DNA ha le caratteristiche di un circuito oscillante e come tale può ricevere e trasmettere onde elettromagnetiche e quindi informazioni. Le informazioni frequenziali vengono trasformate dal DNA in codice biochimico e possono essere trasmesse ad altre cellule, anche più distanti, anche in altri organi”2 “L'organizzazione del DNA nei cromosomi risente di influenze di natura elettromagnetica, come dimostrato in una ampia serie di lavori dal gruppo di Kremer [Kremer et al., 1988]. Gli autori hanno usato il modello fornito dai cromosomi giganti degli insetti (per la 104 Paolo Bellavite e Andrea Signorini, op. cit. http://chimclin.univr.it/omc/omeo-itcap5.htm (capitolo5) Fig 5: Elica di DNA precisione, larve di Acricotopus lucidus), che sono facilmente visibili e studiabili al microscopio. E' noto che quando l'informazione deve essere trascritta dal DNA al RNA, i cromosomi (bastoncini compatti contenenti migliaia di geni impacchettati e stabilizzati da proteine istoniche) devono parzialmente de-condensarsi, mostrando, nel segmento interessato, degli zaffi ("puffs", nella terminologia inglese) di materiale genetico che fuoriesce dal bastoncello. Questo fenomeno è fortemente e significativamente inibito, nel senso che gli zaffi sono molto più piccoli, dall'irradiazione del cromosoma con frequenze attorno a 40 GHz e 80 GHz e di potenza di appena 6 mW/cm2. La natura non-termica del fenomeno fu dimostrata da molti esperimenti di controllo [Kremer et al., 1988]”.105 “Il DNA, nel nucleo cellulare, non è soltanto un puro elemento biochimico, ma anche e soprattutto una antenna capace di emettere ed assorbire frequenze elettromagnetiche in grado di leggere il contenuto informativo e trasmetterlo in un processo a cascata. Dagli anni Venti molti ricercatori, tra i quali Geoges Lakhovsky, sostennero il ruolo dei campi elettrici prodotti da frequenze di 750 KHz sulla salute umana. La sua convinzione scientifica si può riassumere nell'affermazione: "Ogni essere vivente emette radiazioni, la grande maggioranza degli esseri viventi è capace di ricevere e rilevare onde..." e ancora: "La vita è creata dalle radiazioni, la vita è mantenuta dalla radiazione, la vita è distrutta da uno squilibrio oscillatorio e vibratorio"106 C’è un altro fattore da considerare sul DNA: solo il 10% viene utilizzato per costruire le proteine, questo subcomplesso di DNA è quello che interessa i 105 Paolo Bellavite e Andrea Signorini, op. cit. http://chimclin.univr.it/omc/omeo-itcap7.htm (capitolo7) 106 http://www.artling.it/schizo.html ricercatori occidentali che lo stanno esaminando e catalogando, l'altro 90% è considerato “DNA rottame”. Tuttavia, i ricercatori russi, convinti che la natura non è stupida, hanno riunito linguisti e genetisti per intraprendere un'esplorazione di quel 90% di "DNA rottame". I loro risultati, scoperte e conclusioni sono semplicemente rivoluzionarie! Secondo loro, il nostro DNA non solo è il responsabile della costruzione del nostro corpo, ma serve anche da magazzino di informazioni e per la comunicazione. “I linguisti russi hanno scoperto che il codice genetico, specialmente dell'apparentemente inutile 90%, segue le stesse regole di tutte le nostre lingue umane. Per questo motivo, hanno confrontato le regole della sintassi (il modo in cui si mettono insieme le parole per formare frasi e proposizioni), la semantica (lo studio del significato delle parole) e le regole grammaticali di base. Hanno scoperto che gli alcalini del nostro DNA seguono una grammatica regolare e hanno regole fisse come avviene nelle nostre lingue. Così le lingue umane non sono apparse per coincidenza, ma sono un riflesso del nostro DNA. I maestri esoterici e spirituali sanno da millenni che il nostro corpo si può programmare con il linguaggio, le parole e il pensiero. Ora questo è stato provato e spiegato scientificamente. Certamente la frequenza deve essere quella corretta e a questo si deve il fatto che non tutti hanno lo stesso risultato o possano farlo sempre con la stessa forza. La persona deve lavorare con i processi interni e la maturità per poter stabilire una comunicazione cosciente con il DNA. I ricercatori russi lavorano con un metodo che non dipende da questi fattori, però funziona SEMPRE, sempre e quando venga usata la giusta frequenza. Però, quanto più è sviluppata la coscienza individuale, meno c'è la necessità di qualsiasi tipo di dispositivo! Si possono ottenere quei risultati da se stessi e la scienza finalmente smetterà di ridere di tali idee e potrà spiegarne e confermarne i risultati. E non finisce qui. Gli scienziati russi hanno anche scoperto che il nostro DNA può causare modelli di perturbazione nel vuoto, producendo così “cunicoli” magnetizzati! I “piccoli buchi” sono gli equivalenti microscopici di quelli chiamati ponti Einstein-Rosen nella vicinanza dei buchi neri (lasciati da stelle consumate). Questi sono dei tunnel di connessione, fra aree completamente differenti dell'universo, attraverso i quali si può trasmettere l’informazione fuori dallo spazio e dal tempo. Il DNA attira quei frammenti di informazione e li passa alla nostra coscienza. Questo processo di ipercomunicazione è più efficace in stato di rilassamento. Lo stress, le preoccupazioni e l’intelletto iperattivo impediscono completamente il successo dell'ipercomunicazione l'informazione rendendola o ne inutile. In distorcono Natura, l’ipercomunicazione è stata applicata con successo da milioni di anni. Il flusso di vita strutturato in “organizzazioni stato” di insetti lo prova drammaticamente. L'uomo moderno lo conosce solo ad un livello molto più sottile come “intuizione”. Però anche noi possiamo recuperarne a pieno l’ uso. Gli scienziati russi hanno irradiato campioni di DNA con luce laser. Nello schermo si è formato un modello di onde tipico. Quando hanno ritirato il campione di DNA, i modelli di onda non sono scomparsi, sono rimasti. Molti esperimenti di controllo hanno dimostrato che il modello proveniva ancora dal campione rimosso, il cui campo energetico apparentemente è rimasto di per se stesso. Questo effetto ora si denomina effetto del DNA fantasma.”107 107 http://www.progettoterra.it/dna.htm 4.13 Crescita nei processi nervosi: “La crescita dei processi nervosi è guidata da deboli correnti elettriche [Alberts et al., 1989]. Infatti quando un processo nervoso si allunga in coltura o anche nel tessuto connettivo al suo apice si forma una struttura chiamata cono di crescita, che appare come un centro di espansione di molti lunghi filamenti (filopodi) che appaiono come digitazioni in continuo lento movimento, effettuando movimenti ameboidi: alcuni si retraggono, altri si allungano, come esplorando il terreno. All'interno dei filopodi si trovano moltissimi filamenti di actina. Allo spostamento vettoriale netto del cono di crescita in una direzione segue l'allungamento della fibra nervosa (si calcola ad una velocità di circa 1 mm al giorno). La direzione del movimento dipende da vari fattori locali, come ad esempio l'orientamento di fibre della matrice connettivale, lungo le quali avviene preferenzialmente la crescita, e anche l'esistenza di specifici sistemi di riconoscimento di membrana tra cellule adiacenti. Le cellule però sono anche influenzate potentemente da campi elettromagnetici: i coni di crescita di neuroni in coltura si orientano e si dirigono verso un elettrodo negativo, in presenza di campi di bassa intensità (70 mV/cm) “ Le cellule hanno capacità di recepire e integrare segnali luminosi, percependo di essi sia la frequenza che la direzione. Ciò è stato dimostrato mediante speciali apparecchiature microscopiche a contrasto di fase con luce infrarossa [Albrecht-Buehler, 1991]. Fibroblasti 3T3 in coltura estendono gli pseudopodi preferenzialmente verso sorgenti di luce, le più efficaci essendo quelle nel range 800-900 nm intermittenti con 30-60 impulsi al minuto. Secondo l'autore di tali sperimentazioni, il recettore cellulare delle radiazioni sarebbe il centrosoma. Vi sono evidenze che anche la attività proliferativa cellulare sia influenzata da campi elettromagnetici, anche di intensità molto debole (0.2 - 20 mT, 0.02 - 1.0 mV/cm) [Luben et al., 1982; Conti et al., 1983; Cadossi et al., 1992; Walleczek, 1992].108 ”La cellula è una struttura piuttosto complicata capace di percepire azioni o disturbi esterni ed è in grado di reagire; una cellula perturbata è, in un certo senso, in grado di "difendersi" scambiando continuamente informazioni di tipo chimico ed elettrico con l’esterno. Gli effetti che si riscontrano a questo livello sono: risonanze molecolari, alterazioni dei potenziali di membrana (potenziale DC, alterazione frequenza di firing), aberrazione del DNA e riattivazione delle cellule quiescenti (cellule a riposo che, sotto l’azione del campo, sono spinte a riprodursi).”109 “Dal livello microscopico, nel quale si osserva un effetto locale, si dovrebbe poi passare ad uno macroscopico (tessuto), mediante una serie di processi biologici (trasmissione, integrazione, trasformazione); il completamento di questo percorso è, però, un processo complesso e spesso irresolubile. Recentemente effetti non termici sono stati osservati ed alcuni usati nella pratica clinica; non esiste, però, un legame ben definito fra meccanismo biofisico ed effetto riscontrato”110 “E' ben noto che le radiazioni elettromagnetiche possono causare notevoli cambiamenti a livello molecolare, ma la maggior parte della attenzione, fino a non molto tempo fa, era rivolta agli effetti di radiazioni a medio-alta energia, come raggi X, gamma, ultravioletti. Come si è detto, recentemente si è cominciato ad indagare i meccanismi degli effetti biologici di radiazioni non ionizzanti “111 1- Paolo Bellavite e Andrea Signorini, op. cit. http://chimclin.univr.it/omc/omeo-itcap7.htm (capitolo7) 109 http://bioem.die.uniroma1.it/tesine/html/Tesina1/Home.htm#Home 110 http://bioem.die.uniroma1.it/tesine/html/Tesina1/Home.htm#Home 111 Paolo Bellavite e Andrea Signorini, op. cit. http://chimclin.univr.it/omc/omeo-itcap7.htm (capitolo7) 4.14 LA TEORIA DEL CAOS In tempi piuttosto recenti, nelle teorie esplicative delle dinamiche dei sistemi complessi ha fatto la sua comparsa un nuovo protagonista: il caos. L'esistenza di fenomeni casuali accanto a fenomeni strettamente deterministici e prevedibili è sempre stata riconosciuta, ma fino a tempi molto recenti l'attenzione degli scienziati era rivolta solo verso questi ultimi. Le leggi della fisica classica sono infatti deterministiche: se si conosce lo stato di un sistema in un certo istante e le leggi che ne regolano le modificazioni, si è in grado di prevederne il comportamento futuro. Sulla base delle leggi di gravitazione classiche, ad esempio, è possibile prevedere le eclissi, o la traiettoria di un satellite, il moto di un pendolo. Sulla base delle leggi genetiche mendeliane, è possibile prevedere i caratteri di una pianta derivante dall'unione di due gameti di piante a caratteri noti. Altri fenomeni naturali, non sono prevedibili: il moto dell'atmosfera, la densità di popolazione animale in un certo ambiente, la forma delle impronte digitali, la turbolenza di un liquido che scorre in una tubazione, sfuggono alla nostra capacità di previsione. “Nella visione classica, una possibile soluzione, che salva il determinismo, era quella di imputare l'insuccesso alla scarsità di informazioni, per cui basterebbe raccogliere ed elaborare un numero maggiore di informazioni sul sistema oggetto di studio per avvicinarsi progressivamente alla descrizione esatta. Come sosteneva il matematico Laplace, le leggi della natura implicano un rigido determinismo e una predicibilità totale, benché l'incompletezza e le imperfezioni delle osservazioni rendano necessario ricorrere alla teoria delle probabilità. Con l'ausilio di tale teoria, l'esplorazione del mondo fisico non dovrebbe avere problemi a svilupparsi in modo progressivo e lineare. Questa opinione "ottimistica" sulle possibilità della scienza tradizionale è stata modificata, nel corso del novecento, da due fondamentali ragioni: la prima è lo sviluppo della meccanica quantistica ed in particolare la scoperta del principio di indeterminazione di Heisenberg, per cui vi è una limitazione insuperabile nella precisione con cui si può determinare simultaneamente la posizione e la velocità delle particelle elementari. La seconda ragione, più strettamente legata al discorso sul caos, è la scoperta che sistemi costituiti da tre o più corpi possono presentare un comportamento aleatorio. Tale aleatorietà non scompare con la raccolta di ulteriori informazioni sul sistema stesso. L'esempio che viene fatto a questo riguardo è quello di un sistema di sfere dure (biliardo), che rappresenta, in modo semplificato, l'interazione tra atomi o molecole in un gas. Lanciando una palla da biliardo contro altre palle, non si può prevedere il percorso che seguirà la palla dopo pochi urti. La non prevedibilità si mantiene anche se si assume che le superfici delle palle siano perfettamente lisce e le traiettorie siano perfettamente rettilinee. La ragione di tale imprevedibilità in un sistema così semplice sta nella sua estrema dipendenza dalle condizioni iniziali. Il fenomeno è infatti noto come "sensibilità alle condizioni iniziali". Una minima variazione della direzione di incidenza del primo urto viene amplificata dalla superficie curva della palla, per cui la traiettoria dopo il primo urto sarà più sensibilmente divergente da quella prevista, e così via negli urti successivi. Dopo diversi urti, i percorsi saranno imprevedibili. Non esiste nessuno strumento che possa lanciare la palla senza la minima imperfezione (sarebbe uno strumento perfetto, ma la perfezione assoluta non esiste nel mondo fisico: vi sarà sempre una minima perturbazione, o fluttuazione nello stato di un sistema fisico, anche se macroscopicamente tale imperfezione può non apparire). Per questo il sistema apparentemente "semplice", descritto dal modello del biliardo, ha una intrinseca tendenza al comportamento caotico. Il caos non deriva da un "errore" di lancio, o dalla non conoscenza delle leggi che regolano le traiettorie ed i rimbalzi, ma è una proprietà caratteristica del sistema. Ruelle, il "padre" degli attrattori strani e uno dei massimi studiosi del caos, definisce quest'ultimo come "un'evoluzione temporale con dipendenza sensibile dalle condizioni iniziali" [Ruelle, 1992, pag. 77]. “112 4.15 RETI BOOLEANE E AUTOORGANIZZAZIONE (ANTICAOS) Una proprietà peculiare dei sistemi complessi è la capacità di evolvere nel corso del tempo: ciò si osserva sia nello sviluppo biologico di ogni organismo (ontogenesi), sia nello sviluppo delle specie viventi in generale nella storia (evoluzione). Nella classica teoria darwiniana dell'evoluzione, l'emergere di specie sempre più complesse è il frutto della variabilità casuale e della "selezione", che agiscono avvantaggiando le specie che, grazie a caratteristiche acquisite mediante mutazioni casuali, meglio riescono ad adattarsi alle sempre difficili condizioni ambientali ed a sopravvivere alla competizione per lo spazio vitale ed il cibo. Questo ben noto concetto della evoluzione naturale è stato applicato anche su scala molecolare, cellulare e in embriologia. Tale visione classica dell'origine dell'ordine e della diversificazione delle specie biologiche fondata sulla selezione naturale - è stata recentemente messa in discussione da studi matematici e modelli fatti al computer, studi dai quali risulta che, oltre alla selezione, vi sarebbero in gioco altri meccanismi, che sono stati compresi sotto il termine di "autoorganizzazione" [Kauffman, 1991; Kauffman, 1993]. 112 Bellavite Paolo e Signorini Andrea, http://chimclin.univr.it/omc/omeo-it-cap5.htm (capitolo 5) “Si è già visto che, per effetto delle leggi del caos, sistemi dinamici non lineari possono presentare facili transizioni da ordine a disordine, e viceversa, a seguito di minime perturbazioni dei parametri di controllo o del flusso di energia che li attraversa (v. effetto farfalla, sistemi dissipativi). Tuttavia, in questi casi, si tratta sempre di modificazioni in qualche modo indotte dall'esterno. Esisterebbe invece anche un fenomeno per cui il sistema complesso e disordinato "cristallizza" spontaneamente in uno stato ordinato. Dal disordine all'ordine grazie ad una proprietà intrinseca ed originaria del sistema stesso e senza apporto di energia esterna: giustamente, questo fenomeno è stato anche definito "anticaos". I modelli matematici di autoorganizzazione sono stati sviluppati inizialmente con l'intento di spiegare come si organizzi il genoma cellulare, che potrebbe essere visto come un complesso calcolatore in cui si ha la memoria (l'informazione depositata nel DNA, per circa 100.000 diverse proteine) ma anche l'elaborazione, in parallelo, di alcune di queste informazioni (qualche centinaio o migliaio simultaneamente). In più, molte di queste proteineinformazioni influenzano il genoma stesso nella sua attività, in molteplici siti di controllo. In tal modo, molti geni sono "accoppiati" al funzionamento di altri, influenzandosi reciprocamente, costituendo, cioè, una rete. Il comportamento coordinato e sequenziale di questa rete è alla base del funzionamento e della differenziazione cellulare, per cui una cellula di fegato è diversa da una del muscolo cardiaco, svolge funzioni diverse, pur avendo in sé la stessa informazione genetica, essendo costituita degli stessi materiali elementari (aminoacidi, zuccheri, lipidi, carboidrati) e seguendo le stesse "regole generali" di funzionamento (reazioni biochimiche).” 113 “Utilizzando simili metodi, è stato possibile calcolare approssimativamente quanto lungo dovrebbe essere il ciclo di una cellula, per passare attraverso tutti 113 Bellavite Paolo e Signorini Andrea http://chimclin.univr.it/omc/omeo-it-cap5.htm (capitolo 5) gli schemi di espressione dei suoi geni (cioè, in termini matematici, percorrere tutto l'attrattore per tornare al punto di partenza). I risultati ottenuti (tra 370 e 3700 minuti) approssimano i dati delle osservazioni sperimentali del ciclo mitotico. E' stato possibile anche calcolare, sulla base degli attrattori possibili in un genoma, quanti tipi cellulari sono resi possibili (infatti un tipo cellulare si differenzia dagli altri proprio in quanto attiva alcuni geni e ne reprime altri). Anche queste previsioni si sono viste corrispondere a quanto osservato sperimentalmente in organismi di complessità crescente, dal batterio all'uomo. Infine, i modelli consentono anche di prevedere la stabilità dei tipi cellulari e l'effetto delle mutazioni genetiche, fatto di notevole importanza nello studio dei tumori. In conclusione, grazie a questo interessante tipo di approccio matematico, è stato possibile approfondire la conoscenza dei sistemi complessi e del rapporto tra fenomeni stocastici e nascita dell'ordine. Soprattutto, è stato possibile dimostrare un fenomeno che ha indubbia rilevanza nella teoria dell'evoluzione: dal caos di molteplici elementi interconnessi può originare, "casualmente", un ordine microscopico; da questo nucleo iniziale può originare, "spontaneamente", un ordine macroscopico in forma di isole di ordine o in forma di cicli di modificazioni che si ripetono secondo cicli descritti dagli attrattori. Questa teoria, pertanto, viene ad ampliare (non a sostituire) quella della selezione naturale e quella delle strutture dissipative per spiegare l'ordine biologico.”114 4.16 TEORIA DELL’INFORMAZIONE 114 Bellavite Paolo e Signorini Andrea http://chimclin.univr.it/omc/omeo-it-cap5.htm (capitolo 5) Da tutto questo è nato un nuovo approccio basato sulla teoria dell’informazione, per il quale, l’effetto biologico dovuto alle interazioni energetiche ed informative, “non dipende dal valore dell’energia introdotta nel particolare sistema, ma dalla quantità di informazione.”115. La teoria dell’informazione indica “la possibilità di “sommatorie nello spazio” per segnali informativi elettromagnetici ricevuti simultaneamente da n sorgenti e di “sommatorie nel tempo” per segnali ripetuti n volte. In ogni caso il rapporto segnale/rumore complessivo risulta incrementato di un fattore √n. Si deduce che se n è sufficientemente grande la ricezione di informazioni con intensità di segnale al di sotto del livello di rumore risulta possibile.”116 La principale informazione sulle caratteristiche di ingresso e di uscita dei sistemi biologici sensibili ai c.e.m. è stata ottenuta principalmente dall’esame delle reazioni degli organismi completi ai c.e.m.. Tuttavia ricercare determinate reazioni specifiche è come “cercare un ago in un pagliaio” 4.17 IN SINTESI E' noto che onde elettromagnetiche, anche di bassa energia e ampia lunghezza d'onda, quando assorbite da materiale biologico, generano calore. La questione se onde millimetriche causano effetti non dipendenti dall'assorbimento di calore, cosiddetti effetti non-termici, è stata oggetto di lunghe discussioni scientifiche. Le controversie concernenti l'esistenza di risposte cellulari a onde di bassa energia è dovuta sia al fatto che la riproducibilità di molti esperimenti si è dimostrata difficile, sia alle obiezioni teoriche per cui l'energia dei campi 115 Storia del bioelettromagnetismo, op. cit., pag. 11 Bellavite Paolo e Signorini Andrea8c http://chimclin.univr.it/omc/omeo-it-cap5.htm (capitolo 5) 116 così deboli sarebbe inferiore all'energia del "rumore di fondo" dovuto alla temperatura a cui le cellule sono studiate ("thermal noise"). Se c'è da aspettarsi un effetto di un campo elettromagnetico applicato dall'esterno, bisogna che questo campo causi cambiamenti significativamente superiori a quelli che comunque avvengono casualmente nei sistemi biologici anche allo stato di riposo (per esempio, continuo aprirsi e chiudersi di canali ionici, oscillazioni del potenziale di membrana e di molte attività metaboliche, ecc..., tutti processi che sono comunque attivi ad una certa temperatura). Oggi però l'esistenza di effetti non-termici di campi elettromagnetici deboli è dimostrata in molti sistemi sperimentali ed ormai generalmente accettata “Per avere interazione tra un campo elettromagnetico e un tessuto biologico non è necessario avere ionizzazione perché possono esserci fenomeni di accoppiamento capacitivo e induttivo, moti vibrazionali e rotazionali o cambiamenti di stato. Per spiegare alcuni fenomeni che avvengono in natura non è possibile risalire sempre a considerazioni riguardanti il trasferimento di energia dal segnale e.m. all’oggetto fisico”117 “Per rompere un legame covalente occorrono 2.2 ÷4.8 eV; per Van der Waals è necessario un valore 100 volte inferiore ma l’energia in gioco per ciascuna molecola è di almeno un fattore 103 maggiore di quello che proviene dai segnali e.m. di interesse; confortati da questi valori molti studiosi negano che ci siano degli effetti delle radiazioni e.m. dato che il singolo quanto non ha neanche un’energia comparabile con l’agitazione termica. In realtà avviene qualcosa di più complesso: si deve ipotizzare un meccanismo di accumulo; il singolo quanto non è in grado di provocare un effetto energetico rilevante ma, fornendo una successione nel tempo di pacchetti e.m., si hanno dei fenomeni 117 http://bioem.die.uniroma1.it/tesine/html/Tesina1/Home.htm#Home apprezzabili.118 Questo è proprio ciò che afferma la Teoria dell’Informazione:per la quale, “l’effetto biologico dovuto alle interazioni energetiche ed informative, “non dipende dal valore dell’energia introdotta nel particolare sistema, ma dalla quantità di informazione.”119. La teoria dell’informazione indica “la possibilità di “sommatorie nello spazio” per segnali informativi elettromagnetici ricevuti simultaneamente da n sorgenti e di “sommatorie nel tempo” per segnali ripetuti n volte. In ogni caso il rapporto segnale/rumore complessivo risulta incrementato di un fattore √n. Si deduce che se n è sufficientemente grande la ricezione di informazioni con intensità di segnale al di sotto del livello di rumore risulta possibile.”120 La principale informazione sulle caratteristiche di ingresso e di uscita dei sistemi biologici sensibili ai c.e.m. è stata ottenuta principalmente dall’esame delle reazioni degli organismi completi ai c.e.m.. Tuttavia ricercare determinate reazioni specifiche è come “cercare un ago in un pagliaio” “Le indagini biologiche hanno mostrato che gli organismi delle specie più disparate, sono sensibili ai campi magnetici costanti ed a campi elettromagnetici di qualsiasi frequenza dotati di energia effettiva decine di ordini minore dei livelli effettivi stimati teoricamente. Ulteriore contraddizione invece è della ipotizzata relazione di proporzionalità tra gli effetti biologici e l’intensità dei c.e.m. che agiscono, sperimentalmente facendo risultare una relazione differente. In alcuni casi è stato rilevato che le reazioni degli organismi viventi ai c.e.m. si manifestano solamente con determinate intensità, definite “ottime”, in alcuni casi l’effetto si incrementa in presenza di 118 Bellavite Paolo e Signorini Andrea8c http://chimclin.univr.it/omc/omeo-it-cap5.htm (capitolo 5) 119 Storia del bioelettromagnetismo, op. cit., pag. 11 Bellavite Paolo e Signorini Andrea8c http://chimclin.univr.it/omc/omeo-it-cap5.htm (capitolo 5) 120 attenuazione di c.e.m., ed in atri casi le reazioni a basse ed elevate intensità risultano avere comportamento opposto. Sono stati osservati effetti biologici “cumulativi” prodotti dalle ripetute esposizioni ai c.e.m. ben al di sotto della soglia efficace osservata per una singola esposizione.”121 C’è poi da considerare che ”gli organismi completi risultano più sensibili ai c.e.m., mentre gli organi isolati lo sono di meno, e le soluzioni di macromolecole lo sono ancor meno.” Come affrontato nei capitoli precedenti, vi sono evidenze che sostengono la possibilità che i sistemi viventi rispondano a campi magnetici estremamente deboli, soprattutto a certe frequenze specifiche, i modelli della fisica dell’acqua (v. capitolo 2) forniscono una riprova che la stessa possa essere deposito e veicolo di oscillazioni elettromagnetiche “La tradizione e le nuove evidenze sperimentali derivate dalla agopuntura e tecniche correlate dimostrano che un individuo con un disordine molecolare o funzionale presenta uno sbilanciamento della omeostasi elettromagnetica, sbilanciamento che pare sfruttabile a scopo diagnostico e che pare reversibile se trattato con specifica stimolazione” come fa appunto l’apparecchiatura EBF. La malattia non viene più vista come semplice anomalia funzionale o strutturale-molecolare come nella visione classica, ma anche (e non in contrasto) come un disturbo di tutta una rete di comunicazioni elettromagnetiche basate su interazioni "long-range" tra elementi (molecole, centri nervosi, organi, ecc...) che oscillano a frequenze coerenti e specifiche e quindi capaci di risonanza; si tratta di un “disturbo degli oscillatori interni e delle loro comunicazioni”. 121 Storia del bioelettromagnetismo, op. cit., pag. 10, 11 Stando in questo ordine di idee, la patologia che appare in prima istanza come una anomalia della struttura molecolare del corpo rimanda in seconda istanza ad un disturbo nella rete elettromagnetica di controllo de traffico molecolare. Perciò è possibile assumere due attitudini terapeutiche: 1. Intervenire direttamente sul livello chimico dell'organismo, fornendo sostanze chimiche atte a rimuovere l’anomalia manifestata nella struttura molecolare. 2. Intervenire sul livello elettromagnetico rimuovendo il disturbo che sconvolge il traffico molecolare. Mentre la medicina ufficiale sposa la prima attitudine, le varie medicine “alternative”, consapevolmente o inconsapevolmente, si legano alla seconda. Questo intervento sul livello elettromagnetico può avvenire sia applicando direttamente dall’esterno campi elettromagnetici (come nelle magnetoterapie, nell’elettroagopuntura, nelle terapie Mora e Bicom Soqez e così via), sia intervenendo in modo da alterare in modo indiretto la struttura dei segnali elettromagnetici (questo può essere il caso delle altre medicine alternative). Non esistono ancora sufficienti conoscenze per dire se tali oscillatori si identificano con alcuni centri nervosi in particolare (è tipico, ma non esclusivo dei centri nervosi la capacità di oscillare a frequenze caratteristiche) o col comportamento collettivo di centri nervosi e/o altri tessuti o cellule.”122 Alla luce di quanto esposto un nuovo concetto subentra al solito freddo meccanicismo del mondo delle sue reazioni e delle sue interazioni: il concetto dell’unità, in una tale visione l’uomo diventa una piccola cellula di quell’enorme essere vivente che è l’intero universo, e come in ogni essere 122 Bellavite Paolo e Signorini Andrea http://chimclin.univr.it/omc/omeo-it-cap5.htm (capitolo 5) vivente ogni più piccola parte di questo risente delle perturbazioni a cui è soggetto l’intero organismo, anche se non direttamente interessata. L’uomo così come le sue cellule e le reazioni che avvengono al loro interno e nel loro intorno, andrebbero considerate secondo parametri biofisici che possano tenere in considerazione non solo la cellula o l’insieme di cellule ma l’intero organismo nella sua inscindibile unità relazionabilità sia con l’interno che con l’esterno. Tramite la Teoria del Campo del Punto Zero osserviamo che l’universo è intimamente legato con ogni sua parte e scambia continuamente dati ed informazioni, tramite il Potenziale Vettore osserviamo che lo scambio di informazioni di carattere elettromagnetico avviene anche a “distanza”, il concetto omeopatico, soprattutto inerente la “memoria dell’acqua”, trattato sotto il profilo dell’elettrodinamica quantistica risulta meccanismo possibile e se anche non ancora approvato dalla comunità scientifica l’omeopatia è in continua diffusione nella sua applicazione nei trattamenti e nelle terapie da parte di sempre una maggiore quantità di medici, lo stesso concetto di acqua coerente se considerato all’interno dell’organismo rivela una nuova visione, un intero mondo ricco di interazioni, di scambi informazionali e di “energie sottili” che vanno oltre la solita considerazione di carattere “magico” o “divino”, ma che entrano con forza ed efficacia all’interno della vita comune, presentando una visione in grado di fornire spiegazioni molto più esaurienti rispetto allo stretto concetto chimico o fisico meccanicista attualmente in auge. Non va dimenticato poi che di fronte ad un simile innovativo approccio della realtà lo studio dei possibili effetti dei campi elettromagnetici sull’uomo è di indubbia difficoltà anche perché se determinate reazioni si ottengono su cellule in vitro le stesse reazioni non si ripresentano su sistemi complessi formati da un infinità di cellule interagenti tra loro come è il caso dell’organismo umano o animale in generale, oltre al fatto che le stesse reazioni variano da individuo ad individuo a parità di sollecitazione. La Medicina biologica si colloca in posizione di privilegio rispetto ai concetti di bioinformazione e di unità poiché essa stessa fonda la sua esistenza su tutto questo, la stessa si basa sulla capacità di intervento e di interazione proprio sui concetti fin qui descritti e nel momento in cui la comunità scientifica comincerà a prendere in considerazione anche le possibili interazioni di carattere biofisico ed elettromagnetico, tutte le discipline “complementari” a torto spesso dette “alternative” potranno avere adeguata collocazione e maggiore spiegazione all’interno della medicina ed in particolare della stessa comunità scientifica. Nel momento in cui si comincerà ad allargare la visione della medicina sottoponendola ad una revisione che comprenda anche l’aspetto oscillatorio intrinseco della materia vivente e non, le medicine cosiddette "alternative" che contengono una notevole dose di incertezze metodologiche e per questo possono essere utilizzate, con facilità, al di fuori di qualsiasi logica scientifica, potrebbero avere finalmente una loro collocazione ed analisi specifica. Nel gran mare della attuale ignoranza sulle cause e la terapia di molte malattie, è invece facile che trovino alimento approcci empirici ed intuitivi, che nessuno può facilmente dimostrare né validi, né inutili o dannosi. La scienza moderna sta sempre più orientandosi ad affrontare i temi della complessità della natura, e la medicina non può eludere tale evoluzione, l’analisi molecolare e l’integrazione dei sistemi devono andare di pari passo per non rischiare di cadere in un riduzionismo fine a se stesso. Nella realtà fisica e quindi anche in quella biologica, se da una parte si ha la materia, misurabile e tangibile (atomi, molecole, organi, farmaci, e così via), dall’altra si ha l’aspetto dualistico della stessa, ovvero il suo spettro oscillatorio elettromagnetico. L’aspetto dualistico della materia è una legge naturale fondamento della fisica: il carattere della luce può essere considerato sia come particella che come onda. Ogni sostanza ha un suo spettro elettromagnetico dipendente dall’insieme delle oscillazioni che la costituiscono, ogni sostanza interagisce con le onde elettromagnetiche sia in modo aspecifico (ad esempio mediante trasferimento di energia termica), sia in modo specifico (interazioni basate sulla risonanza in particolari "finestre" di frequenza). L’insieme delle frequenze oscillatorie di sostanze varie, enzimi, membrane cellulari, acidi nucleici (molto ricchi di strutture di risonanza quali sono i legami-idrogeno tra i nucleotidi), fenomeni bioelettrici ritmici generati dall’attività elettrica coerente di gruppi di cellule, costituiscono gerarchie sempre più complesse di segnali elettromagnetici di varia frequenza che percorrono l’essere vivente e rappresentano una fondamentale rete di informazioni controllanti il metabolismo cellulare e organico (omeostasi elettromagnetica). In conclusione le scienze mediche vanno ad occupare quel posto della materia che la comunità scientifica vincolata al freddo meccanicismo e materialismo ha lasciato libero: l’aspetto ondulatorio, la seconda faccia della stessa medaglia tuttavia sempre assecondato e che solo nell’ultimo cinquantennio sta fuoriuscendo con forza grazie alla fisica quantistica e relativistica, possiamo affermare che uomini del calibro di Einstein con la sua teoria della relatività, di Maxwell con le equazioni del campo elettromagnetico, di Heisenberg con il principio di indeterminazione e molti altri hanno per primi fatto scricchiolare la perfezione del pensiero meccanicista ed aperto un varco su una comprensione più grande della realtà. PARTE SECONDA CAPITOLO 5 5.1. LE ISOBIOFREQUENZE: Eigen-Bio-Frequenz Questo metodo rientra nei sistemi rari d’interazione sinergica con il sistema biologico umano. La medicina moderna ha prodotto esborsi esasperati e anche l’omeopatia ha generato costi non sempre accessibili a tutti. Il paradosso, che si stava presentando prima dell’avvento dell’EBF, era che la medicina omeopatica diventasse una cura per ricchi. L’apparecchio EBF permette di trattare individualmente ogni paziente a costi irrisori. La nuova tecnologia di bio-frequenza con condensatori energetici a modulazione costante e l’aggiunta di una sinergia di cristalli e vibrazioni cromoquantiche fanno dell’EBF l’unico apparecchio al mondo che non utilizza nessun campo elettrico, ma un campo completamente naturale amplificato dal campo energetico umano. Le basi scientifiche dell’applicazione di questi fattori fisici sono state studiate da un gruppo di ricercatori dell’equipe del prfo.Samorindo Peci, e sono di origine fisica e biologica. Il campo di frequenza energetico-magnetica, attivata dal corpo umano, apre un nuovo orizzonte alla medicina vibrazionale. Alcuni componenti dell’EBF, in passato, sono stati utilizzati nel campo spaziale; gli studi da questo punto di vista sono quinquennali. L’apparecchio EBF gode oggi della fiducia di oltre 500 tra i più illustri terapeuti in Italia e soprattutto l’unico apparecchio italiano presente in germania, che lo utilizzano e che ne continuano a studiare i campi di applicazione. I risultati terapeutici ottenuti con l’applicazione dell’EBF, aprono nuovi orizzonti a diverse discipline naturali: all’omeopatia, perché ne sposa i principi di similitudine, all’isoterapia (curarsi con il proprio), alla nosodoterapia (curarsi con il proprio male), all’agopuntura, di cui utilizza specialmente i punti Ting (punti finali di agopuntura), alle zone somatotopiche, quindi alle tecniche di auricoloterapia, reflessologia del piede, reflessologia della mano ed altre, alle zone riflesse per l’acquisizione del dolore diretto o indiretto attraverso le zone di Head o Weihe. La realizzazione dei rimedi ha trovato applicazione sia nelle forme acute che in quelle croniche. L’assunzione del rimedio preparato con L’EBF provoca una reazione dell’organismo che si manifesta con i seguenti effetti: Situazione cronica: Vicariazione123 primario Situazione acuta: o manifestazione del sintomo portando alla luce la causa. Miglioramento del sintomo già alle prime applicazione. 5.2.I segnali elettromagnetici La teoria che ha rappresentato il punto di partenza per la ricerca e che ha portato alla realizzazione dell’apparecchiatura EBF si basa sugli studi del biologo francese Jacques Benveniste sulla memoria dell’acqua. 123 termine usato in omeopatia per identificare uno stadio differente della malattia cronica, un ripresentazione non sempre necessaria dei sintomi orignari. Si era notato che era possibile attivare specifiche funzioni cellulari con la corrispondenza di una bassa frequenza inferiore a 20 khz. Il segnale molecolare risulta essere composto da onde a bassa frequenza: il legame risuona con il recettore, come avviene con l’identificazione di una frequenza di un apparecchio radio. Le onde hertziane emesse dalle molecole sono state riprodotte trasmettendo l’informazione all’acqua, che ha dimostrato di poter scatenare lo stesso tipo di reazione della sostanza la cui frequenza era stata registrata. Gli studi indicano che i segnali molecolari sono composti da onde comprese da 0 a 20 khz; la funzione dell’acqua risulta quindi essere quella di un veicolo informativo e non potrebbe essere altrimenti, perché vi sono 10.000 molecole di acqua nel corpo umano per ogni molecola di proteina. Come il sommergibile non può comunicare con la sua base mediante onde elettromagnetiche con frequenze dell’ordine dei Megahertz, che non penetrano nell’acqua, ma deve usare onde elettromagnetiche a bassa frequenza che consentono di informare le molecole dell’acqua, cosi le molecole, quando producono un effetto biologico, non trasmettono il segnale direttamente. Il lavoro vero è svolto dall’acqua intorno alla molecola che ritrasmette ed amplifica il segnale. 5.3. Caratteristiche di trasmissione delle biofrequenze L’EBF è formato da un nucleo. All’interno di questo nucleo si trova un minerale (chiamato quarzo)124; questo minerale ha la caratteristica di emettere un campo elettrico e di onde armoniche che attraverseranno il corpo, inoltre questo caratteristica di minerale poter ha invertire la la polarità dell’informazione che proviene dal corpo (l’informazione negativa, passando attraverso questo minerale diventerà positiva e viceversa). Questo ci consentirà di creare un’informazione simile e non identica, proprio grazie a questo fattore di ripolarizzazione. La frequenza acquisita e ripolarizzata sarà captata ed inviata nelle vaschette porta fiale. I primi studi di questo tipo di tecnologia sono stati effettuati nel settore spaziale, da cui proviene una parte della tecnologia dell’apparecchio. 124 I primi studi di questo tipo di tecnologia sono stati effettuati nel settore spaziale, da cui proviene una parte della tecnologia dell’apparecchio. Il nocciolo di quarzo aveva la caratteristica di avviare gli strumenti a bordo di satelliti,, usando quella microfrequenza necessaria per attivare le macchine a loro volta alimentate da gruppi di acquisizione corrente e da accumulatori esterni. Il nocciolo di quarzo aveva la caratteristica di avviare gli strumenti a bordo di satelliti,, usando quella microfrequenza necessaria per attivare le macchine a loro volta alimentate da gruppi di acquisizione corrente e da accumulatori esterni. Le vaschette hanno una caratteristica: al loro interno sono strutturate in modo da diluire l’informazione attraverso un processo cromoquantico, grazie al quale avremo una classica diluizione in CH a partire in senso orario dal foro centrale (dove vengono collegati manipoli ed elettrodi). Ogni vaschetta quindi avrà una sua diluizione captata nel seguente schema scalare: 5 7 9 15 30 200 1.000. 10.000 CH (in senso orario a partire dai fori porta elettrodi) 5.4. Ricerca e comparazione con altri strumenti Il principio fondamentale dell’E.B.F. è di non utilizzare nessun campo elettrico. Questo ci ha portati a fare delle verifiche riguardo all’importanza di questo principio, quindi a paragonare questo apparecchio ad altri strumenti presenti sul territorio. Le ricerche effettuate dal Prof. Samorindo Peci presso i laboratori universitari hanno portato ad elaborare le stesse frequenze con strumenti diversi ed abbiamo notato la seguente differenza, preparando una tabella di comparazione: Organo EBF App.1 App.2 Fegato 4,1 4,1 4,1 Fegato steatosico 4,12 4,12 4,12 4,163 4,12 4,12 4,1631 4,12 4,12 4,16312 4,12 4,12 Fegato steatosico con virus Fegato steatosico con virus e rabbia Fegato steatosico con virus, rabbia e influenza magnetica Come potete notare, le frequenze sottili che devono attivare i processi di guarigione del corpo si sono perse; inoltre il test ha messo in evidenza come l’acquisizione dell’informazione è molto legata al tipo di campo energetico utilizzato all’interno del corpo; la corrente che scorre deve essere più pulita possibile. Il rischio di perdere le informazioni sottili, necessarie ad affrontare la totalità dell’intervento terapeutico e i filtri utilizzati per schermare i campi elettrici non servono ad evidenziare le frequenze sottili. Lo stesso utilizzo di batterie, che noi riteniamo peggiore proprio perché al loro interno scorrono frequenze di metalli pesanti, gli stessi elementi che compongono la batteria, oltre ad informare l’organismo del suo isoterapico, portano al suo interno anche l’informazione del metallo contenuto nel campo energetico utilizzato. Qui parliamo di frequenze. Siamo nel mondo della vibrazione, non fatevi ingannare, pensate a questo tipo di interazione prima di scegliere di comprare uno strumento di questo genere. 5.5. Terminologia in uso Qualcuno dirà “Produrremo un organoterapico”, qualcun’altro dirà “Produciamo un nosodoterapico”, noi diciamo che con L’E.B.F. produciamo un Isoterapico. 125 Noi non crediamo di poter captare un’informazione di organo- terapico senza captare lo stadio completo della sua malattia in tutti i suoi aspetti, che a questo punto potrebbe chiamarsi Nosodoterapia, quindi ripetiamo che uno strumento capta l’informazione dell’organo malato (quindi organoterapico) solo quando il suo organo è malato (quindi nosodo- terapico). Il tutto verrà identificato da noi come isoterapico (cioè curarsi con il proprio). Riteniamo molto importante far chiarezza su questo tipo di vocabolo; si attiverà un isoterapico solo quando al suo interno ci saranno ambedue le informazioni, anche perché riteniamo nullo trattare una malattia senza organo o un organo senza malattia, noi riteniamo che un nosodo per essere un vero nosodo non debba provenire dal maiale o dal toro, ma da infromazioni dell’ndividuo stesso, oggi i nosodi sono prodotti da estrazione fetale di animal, ma una domanda mi sorge, ma se nell’organo è racchiusa tuttà l’informazione della malattia stessa ci sono informazioni che non mi appartengono “tipo trauma della morte” oppure questo le industrie omepatiche sono in grado di escluderle con processi tecnologici, non giriamoci intorno, le inforazioni sono pure se provengono dall’organo umano, sarete d’accordo con me che non possiamo 125 Curare con il proprio evitando di utlizzare elementi aimali che possono contenere al suo interno infromazioni di altro genere, tipo quelle descritte nella tabella precedente. prelevare l’organo umano per produrre un nosodo, allora dobbiamo ricorrere a strumenti di biofrequenza idonei, capici di prelevare informazioni su base elettromagnetica, e rinfornderle nell’organismo per avere quel risultato importante dal punto di vista clinico, dell’informazione biologica, questo presupposto è stato la base per la costruzione di questi strumento. CAPITOLO 6 6. L’ E.B.F. in breve 6.1. PRODUZIONE ISOTERPICI 6.1.1. Cosa sono gli isoterapici Per capire gli isoterapici, dobbiamo prima spiegare cosa sono i nosodi. I nosodi sono rimedi omeopatici ricavati da prodotti patologici sterilizzati o colture microbiche devitalizzate. Dei nosodi parla per la prima volta, nel 1831, il medico americano Constantin Hering, ma già nel 1820 Wilhelm Lux accennava all’impiego di prodotti patologici in terapia. Da trent’anni essi trovano largo impiego nella metodica diagnostica dell’elettroagopuntura secondo Voll. Come agiscono gli isoterapici? 1. All’inizio di un’infezione o di una malattia Mediante lo scioglimento degli spasmi nel sistema sanguigno e linfatico, ottenuto col nosodo adeguato, si ha una rapida escrezione delle tossine. Prodotte dagli agenti patogeni, quando la formazione di anticorpi è appena iniziata. Il carico tossinico dell’organismo non diventa quindi eccessivo e la durata della malattia risulta notevolmente abbreviata. 2. Nel pieno corso dell’infezione o della malattia Mediante gli isoterapici e gli omeoterapici di accompagnamento che intensificano l’escrezione degli agenti patogeni e delle loro tossine, si ha un’abbreviazione della malattia acuta in corso. 3. Nelle malattie croniche Nelle malattie croniche gli sio sciolgono i depositi di tossine nei tessuti e, attraverso il flusso linfatico, li riportano nel sangue e quindi l’escrezione, in genere attraverso i reni. Mediante una terapia omeopatica d’accompagnamento si favorisce la disintossicazione dei tessuti (riattivazione del mesenchima) e la funzionalità degli organi escretori. Terapia di accompagnamento L’isoterapico risulta molto più efficace se somministrato col rimedio omeopatico complementare. Poichè durante una cura, sia l’isoterapico che gli omoterapici vengono impiegati partendo da una potenza bassa per terminare con una potenza elevata, l’EBF produce diluizioni scalari che vanno dalla potenza più bassa a quella più alta. Impiego di drenanti La somministrazione dell’isoterapico fa si che il materiale tossico si sposti dai depositi mesenchimali, nei quali si trovava, al circolo linfatico e sanguigno. Si rende così necessaria la stimolazione delle funzioni disintossicanti ed escretorie di fegato, reni, intestino, polmoni e pelle. Impiego di metaboliti L’impiego di metaboliti omeopatizzati è necessario nelle malattie croniche, specie in geriatria. In tali casi gli isoterapici e i drenanti sono spesso insufficienti, poiché con l’avanzare dell’età il metabolismo basale risulta già fisiologicamente ridotto. 6.1.2 Onde portanti Si tratta di informazioni indirette che si captano da in vari punti del corspo nell’eimmagini qui di seguit riportiamo alcune aree: Aree riflesse Somatotopie Trigger Points DermatomeriNeuromeri Punti di agopuntura Zone di Head Zone di Weihe Ecc. 6.1.3. Onde portate Si tratta di informazioni captate da aree interessate dalla patologia, in forma acuta con manifestazione dolorosa e in forma cronica sotto forma di disturbo funzionale. 6.2. OMEOPATIZZAZIONE Con l’E.B.F. si possono omeopatizzare: Tinture Madri Farmaci allopatici Minerali Vitamine Allergeni 6.2.1. Tinture Madri Partendo dalla tintura madre si possono produrre tutti i rimedi omeopatici su base elettromagnetica vibrazionale nelle seguenti diluizioni: 5, 7, 9, 15, 30, 200, 1.000, 10.000 CH. 6.2.2. Farmaci allopatici Antagonizzazione (diluizioni consigliate 7 e 9 CH) Antagonizzare un farmaco allopatico significa produrre antidoti alla mostarda metabolica, contrastare gli effetti tossici e migliorare la risposta del sistema immunitario. 6.2.3. Minerali Produrre oligoelementi (diluizioni consigliate 9, 15, 30 CH). Dalla base minerale si possono produrre oligoelementi, anche non in commercio, e quelli di tipo tossico, come gli arsenicati e i mercuriali, per la stimolazione del drenaggio. 6.2.4. Vitamine Stimolazione endogena (diluizioni consigliate 7, 9, 15 CH). Esistono vitamine, tipo la C, non prodotte e non accumulabili dall’organismo; tipo quelle del gruppo B, prodotte dall’organismo, ma che necessitano di stimolazione; tipo la D, che in realtà è un ormone, che sappiamo essere meglio non accumulare, ma stimolare. La diluizione con l’E.B.F. stimola questi processi. 6.2.5. Allergeni Con l’E.B.F. si possono produrre allergeni individuali: - non reperibili come il pelo del gatto della Sig.ra Rossi, la polvere del suo divano, il detersivo che usa; - personalizzati, in quanto possiamo creare una sola fiala che contiene tutti gli allergeni del paziente, essendo che difficilmente una persona è allergica ad un solo elemento. Possiamo altresì accorciare i tempi delle diete ad esclusione, utilizzando gli allergeni dei cibi da escludere (studio della Dr.ssa Carla Marzetti, Bologna). 6.3. ISOTERAPIA INDIRETTA Si tratta di usare campioni di sangue, urina o saliva per informare i rimedi omeotossicologici prescelti, senza passaggio attraverso il corpo del paziente. 6.4. NOSODI Il nosodo è la frequenza della patologia, reperibile nei muchi, nel pus, nei liquidi organici. Per terapie specifiche ogni materiale endogeno può essere trattato creando il simillimum. 4.1 Muco Il muco può essere vescicole, vaginale, nasale, bronchiale e anale. 4.2 Pus Il pus può provenire da pustole, cisti, sacche gengivali, esantemi. 4.3 Liquidi Con l’omeopatizzazione del liquido seminale, per esempio, si agisce sia sull’anomalia che sulla vitalità. 6.5. OMEOIMMUNOTERAPIA Quando parliamo di Omeoimmunoterapia ci troviamo sempre di fronte ad una manifestazione su base cronica. Possiamo trattare: Danni da vaccini di grado lieve come l’aumento della temperatura intestinale; Ceppi batterici come il prolasso della mitralica su base streptococcinea o una malattia ossea da stafilococco; Ceppi virali come in una neurite post-erpetica; Ceppi funginei come nella candidosi. 6.6. CRITERI GENERALI PER LA SCELTA DELLE DILUIZIONI126 5CH – Emergenza, terapia dell’acuto 7CH – I primi giorni, anche di stabilizzazione terapia dell’acuto 9CH - Terapia fisica continuativa, anche di sblocco, terapia dell’acuto 15CH – Terapia dell’acuto con coinvolgimento mentale fasi intermedia 30CH – Come completamento della terapia dell’acuto, per il cronico, vacariazioni più mentali, per il coinvolgimento emozionale 200CH – Come completamento della terapia dell’acuto, utilizzato per il cronico, scarsa reazione di vicariazione, per il coinvolgimento mentale profondo. 1.000CH – Come completamento della terapia dell’acuto, per il cronico, vicariazione più comportamentale che emozionale, per il coinvolgimento esistenziale 10.000CH – Come completamento della terapia dell’acuto, per il completamneto del processo di trattamento o ciclo. 6.7. TEMPO DI CAPTAZIONE DELL’INFORMAZIONE In generale il tempo di captazione dell’informazione è di 10 minuti, ad esclusione della captazione delle onde portanti per le quali bastano 10 secondi per punto. 126 Anche se esitono indicazioni specifiche nella tabella, rimane un’indicazione primaria ovvero che per la forma acuta occorre produrre tutte le otto fiale e per la forma cronica dapprima le prima quattro e in un secondo tempo le successive. 6.8. DECONGESTIONE E.B.F. Dopo ogni trattamento la macchina sfrutta i principi di magnetodinamica come evidenziato nella foto, il principio viene attivato con l’inserimento dell’ogiva che completa la forma. Lo strumento deve essere pulito attraverso l’inserimento dell’ogiva nella sua sede per 10 minuti, passati i quali si consiglia di mettere l’ogiva sul davanzale della finestra, o fuori da campo di lavoro, la foto qui sotto fa vedere il posizonamento delle strumento. Così facendo l’apparecchio sarà perfettamente pulito e pronto per il prossimo trattamento. Immagine dell’ebf in fase di decongestione delle infromazioni bio-elettriche CAPITOLO 7 7.1. SCHEDE TECNICHE 7.1.1. L’ E.B.F. e i sui accessori Lo strumento è composto da una serie di accessori in dotazione che sono: E.B.F.; Un cavo con manipolo; Un cavo con elettrodo per acquisizione di onde portate (onde che provengono dalla profondità dei visceri, portate in superficie come proiezione); Un cavo cercapunti (o puntale) e 4 punte finali per acquisire le onde portanti (onde che provengono da zone non dirette della malattia, ma da punti che ne contengono l’informazione). Le quattro differenti punte servono per: 1. Punti di agopuntura 2. Punti somatotopici ( Auricoloterapia etc.) 3. Punti zone di Head 4. Aree grandi Il manipolo dovrà essere inserito nel cavo nero, a sua volta inserito nel foro posto alla base dell’EBF; il monocavo con elettrodo ed il cavo cercapunti verranno inseriti nel foro posto nella parte superiore dell’EBF (i due cavi possono essere inseriti uno dentro l’altro, il foro dell’attacco a banana è universale). Accessori non compresi nella dotazione standard: Multicavo ( attacco per 4 elettrodi) Fiale da 2 ml di acqua per preparazioni iniettabili (acquistabili in farmacia) Elettrodi EBF Piastra per trasferimanto su contenitori di grandi dimensioni o materiale 7.1.2 Come si presenta l’E.B.F. Lo strumento E.B.F. si presenta con questa forma, con un corpo macchina ed un’ogiva, che completa la struttura, consentendo lo sviluppo del campo magnetico. In questa immagine ci sono tutti gli accessori in dotazione per la captazione delle biofrequenze. A Corpo macchina B Ogiva 10 Foro per manipolo 11 Foro per puntale e/o portaelettrodo Corpo macchina che mette in evidenza il pozzetto centrale per l’introduzione della matrice o rimedio da omeopatizzare e i pozzetti dove inserire le fiale di acqua per la memorizzazione. 1-2-3-6-7-8 Pozzetto per fiale 5-7-9-200-1000-10.000 CH 9 Pozzetto fiale matrice 10 Foro per manipolo 11 Foro per puntale e/o portaelettrodo Full optional Lo strumento completo di accessori come il manipolo ed il cercapunti. 15-15/b-15/c-15/d Accessori cercapunti varie forme 1-2-8 Porta fiale 5-7-10000 CH 11 Foro per puntale e/o portaelettrodo 14 Cavo con manipolo per mano sinistra 15 Cavo con puntale 7.1.3. Preparazione dello strumento Collegamento manipolo Il primo procedimento da tenere in considerazione è il posizionamento del corpo macchina, che deve avvenire in luogo esente da campi magnetici e possibilmente da aree sterili, su tavolo di legno o plastica. L’inserimento del manipolo sul cavo in dotazione è il primo passaggio da effettuare. Il foro in basso è quello da utilizzare obbligatoriamente come indicato nella foto al numero 10. Il manipolo è l’accessorio da far tenere nella mano sinistra del paziente. A Corpo macchina 9 Pozzetto centrale porta matrice 10 Cavo con manipolo Collegamento manipolo e puntale Il secondo passaggio è quello di inserire il cercapunti nel foro superiore, indicato nella foto con il numero 11; questo accessorio serve per prelevare informazioni iso da punti di aree riflesse. 1-2-7-8 Pozzetti porta fiale 5-7-1000-10000 CH 14 Cavo con manipolo per mano sinistra 15 Cavo con puntale Collegamento manipolo e porta elettrodo In questa foto vediamo il porta elettrodo, che puo essere inserito sia da solo che insieme al cercapunti come nella foto precedente nello stesso foro superiore. Questo accessorio viene utilizzato per captare informazioni sulle aree patologiche (onde portate), aree anatomiche dove in alcuni casi è presente il dolore, ma non necessariamente, vista la possibilità di utilizzarlo nei casi di cronicità. 1-2-7-8 Porta fiale 5-7-1000-10000 CH 9 Pozzetto centrale 14 Cavo con manipolo per mano sinistra 16 Porta elettrodo Collegamento manipolo, puntale e portaelettrodo Questa foto contiene tutti e due gli accessori necessari per captare le informazioni, su onde portate e onde portanti. Il migliore iso è quello prelevato da queste due informazioni. 10 Foro per manipolo 14 Cavo con manipolo per mano sinistra 15 Cavo con puntale 16 Porta elettrodo 7.2. PREPARAZIONE DI ISOTERAPICI Faremo accomodare il paziente su un lettino, invitandolo a togliersi tutto il materiale che nel suo corpo possa ricondurre a campi elettromagnetici (telefonini, orologi al quarzo) e a tutti quei campi di catalizzazione dell’informazione di forma circolare (braccialetti di rame, oro, argento). Lo inviteremo a rilassarsi perché, come abbiamo già spiegato in precedenza, l’E.B.F. si occupa anche dell’aspetto emozionale (lo stato alterato delle emozioni della persona potrà influire sull’esito dell’acquisizione dell’informazione). Mi sembra ovvio che il rilassamento lo si ottenga con il paziente disteso sul lettino in una posizione comoda; a questo punto dobbiamo trovare il punto dove collocare l’elettrodo. Le strade qui si dividono: il paziente viene da noi con precisa patologia acuta, cioè dolore localizzato oppure alterazione funzionale. A questo punto posizioneremo l’elettrodo sul punto. Una buona anamnesi può individuare molti punti conteporaneamente. Tra gli accessori esiste il multicavo - un cavo con più elettrodi - da utilizzare in questi casi, oppure si ripete l’operazione più volte). Collochiamo l’elettrodo E.B.F. nella zona prescelta e inseriamo lo spinotto nell’apposito foro. Inseriremo nelle logge portafiale le fiale necessarie con la seguente applicazione: 1) In caso di patologia acuta inseriremo tutte le 8 fiale e, all’avvenuta acquisizione dell’informazione, faremo ingerire una fiala a settimana o con altra posologia specifica. 2) In caso di patologia cronica dobbiamo risvegliare il meccanismo di guarigione, VIS MEDICATRIX NATURAE, attraverso la riacutizzazione simbolica della malattia; prepareremo quindi le prime 4 fiale, che si occupano di gestire la parte fisica della malattia, e chiederemo al paziente di ingerire la prima fiala il giorno successivo alla terapia. Nel caso si verificasse una forte riacutizzazione della malattia, il paziente dovrà assumere immediatamente la seconda fiala che servirà a sedare l’acutizzazione. Chiedere al paziente di chiamarci e di fissare un incontro allo scadere della quarta fiala, ricordandogli di indicarvi precisamente dove si è verificata la riacutizzazione. A quel punto collocherete l’elettrodo sul punto e terminerete il processo delle ultime 4 fiale. Importante: il processo di guarigione procede a strati; esso è come una cipolla, il primo strato si collega con tutta la storia del paziente. Gli incontri successivi, sia che si parta dallo stadio acuto che da quello cronico, servono ad eliminare questi strati fino a raggiungere il più alto livello di benessere. In questo caso con l’elettrodo stiamo captando l’onda portata, quell’onda che viene trasmessa dall’organo verso l’esterno (l’organismo si comporta come un grosso campo pulsante dall’interno verso l’esterno). Adesso dobbiamo captare l’onda portante: essa sarà contenuta in ogni forma di somatotopia; la malattia sarà contenuta in qualsiasi di esse (ad esempio un punto di agopuntura). Abbiamo stabilito per ogni tipo di somatotopia un protocollo di acquisizione delle informazioni vibrazionali. Ripetiamo dunque: Il paziente, disteso sul lettino, collegato con il manipolo nella mano sinistra e l’elettrodo applicato nella zona di corrispondenza per circa 10 minuti; nel frattempo capteremo le onde portanti per ogni punto (circa 10 secondi). A questo punto abbiamo acquisito tutte le informazioni necessarie per un isoterapico; le fiale EBF sono pronte per l’assunzione. L’importante è che il paziente durante l’acquisizione delle informazioni abbia un atteggiamento rilassato, senza parlare e con una respirazione diaframmatica. Ora, se dobbiamo procedere ad acquisire informazioni da un nuovo paziente, dobbiamo utilizzare l’ogiva per decongestionare l’E.B.F. 7.3. PRODUZIONE DI RIMEDI OMEOPATIZZATI Come abbiamo affermato all’inizio, l’E.B.F. si comporta come un riproduttore di frequenze; abbiamo visto come il collegamento con il corpo ci consente di acquisire le informazioni per la costruzione di fiale isoterapiche. Siamo pronti con l’E.B.F. a riprodurre il rimedio scelto in diluizioni omeopatiche. Posizioneremo all’interno del pozzetto centrale il rimedio base, la matrice da riprodurre, tutto in soluzione liquida (alcool, idrolito, olio, acqua). Nelle logge sottostanti posizioneremo le fiale di acqua, tenendo in considerazione di scuoterle prima di inserirle. A questo punto il cavo nero, utilizzato per il manipolo, verrà sganciato e i due attacchi a banana verranno inseriti nei due fori presenti nell’E.B.F. creando cosi un cortocircuito. L’operazione avrà una durata non inferiore a 10 minuti. Si possono preparare dei composti, l’importante che siano posti nel pozzetto centrale. Possiamo utilizzare tutto quello che vogliamo riprodurre, l’importante che venga usata una soluzione liquida. Facciamo un esempio molto importante: vogliamo preparare un rimedio omeopatico con la diluizione del materiale allergico o altro materiale come specificato nel capitolo specifico, di una persona: possiamo collocare, all’interno del pozzetto, tutto quello a cui la persona ritiene di essere allergico oppure, dopo un controllo con test adeguati, possiamo omeopatizzare peli del gatto del paziente, solamente se questi siano stati prima inseriti in un flacone contenente acqua e debitamente succussati (dieci colpi sul palmo della mano sono sufficienti). A questo punto la matrice potrà subire la sua diluizione in 5- 7- 9- 15- 30- 2001000- 10000 CH come indicato nell’isoterapico. Come potete immaginare le applicazioni in questo campo sono innumerevoli; vogliamo però mettervi in guardia: questo tipo di concetto viene utilizzato dalla maggior parte delle case produttrici omeopatiche, anche se non sempre comunicato, ma la necessità di produrre grosse quantità va a scapito della qualità. Mi spiego meglio: quando un paziente ritira dalla farmacia un rimedio il lettore laser delle farmacie rischia di alterare l’informazione; se parliamo di frequenze, la lettura laser su un prodotto omeopatico, ragionateci da soli, cosa può fare? quindi molti prodotti omeopatici realizzati con questo sistema vengono alterati da questi meccanismi, le fiale di biofrequenza realizzati con l’EBF non corrono questo rischio, “dovete stare attenti solo su pazienti addetti ai piloni dell’alta tenzione”. Esempio riproduzione frequenza da matrice 1/a-2/a-3/a-7/a-8/a-9/a Pozzetti con fiale di acqua 9/a Pozzetto centrale con matrice 13 Cavo in posizione corto circuito Immagine che descrive l’ebf in afse di realizzaione di allergeni omeopatizzati personalizzati Produzione di omeopatizzaione di farmaci allopatici. Composizione di fitoterapici personalizzati e preparazione di una scalare completa dalla 5 ch alla 10.000 ch. CAPITOLO 8 Intervista agl’inventori dell’ E.B.F, Tanto per incominciare, professore, cosa significa EBF? EBF è la sigla di Eigen Bio-Frequenz con il suo significato di frequenze biologiche proprie. Quali sono stati i principi ispiratori della realizzazione di questo strumento? Io mi sono sempre occupato di omeopatia e di omotossicologia; in passato ho acquistato macchine di altre aziende, sempre chiedendomio se era giusto il metodo di prelievo delle informazioni. Poi lessi un articolo pubblicato dal CNR, che parlava delle alterazione delle frequenze del corpo in presenza di campi elettrici ed elettromagnetici. Di nuovo mi trovavo davanti alle stesse domande ma con un’indicazione di risposta. Era un problema evidentemente sentito, perché anche altre aziende cominciarono a modificare le proprie macchine, secondo me creando danni maggiori di quelli precedenti. Il lavoro pubblicato dal CNR di Firenze sulle frequenze è stato illuminante. Lo studio aveva dimostrato che la conduzione bio-elettrica di parti anatomiche del nostro organismo si modifica se gli stessi sono attraversate da un campo magnetico, specialmente quello creato a 50Hz cioè quello della corrente elettrica che permette il funzionamento della la macchina. Non vi sembra illogico parlare di frequenze sottili in presenza di campi di forza cosi elevati. Quando ho sollevato queste problematiche, le case produttrici hanno subito rimediato costruendo batterie di silicio, zinco ed altri componenti di cui alcuni tossici, peggiorando così le cose in quanto così facendo oltre al campo magnetico si immettono delle informazioni pericolose derivanti, niente popò di meno che da minerali primordiali. Come ha potuto realizzarlo e quanti hanno partecipato alla realizzazione? Ho dovuto utilizzare concetti di alta ingegneria; basti pensare che ho dovuto far realizzare un campo elettrico armonico, utilizzando il quarzo, una scala cromoquantica per diluire l’informazione originaria ed una forma studiata apposta per favorire la distribuzione e l’oscillazione, dell’informazione magnetica. Io non sono ingegnere, ma un Midico ed in questo caso un inventore, ma in principal modo sono l’esecuotr delle mie conoscenze e della professione quotidiana che esercito. Avevo delle intuizioni e sono andato alla ricerca delle soluzioni tecnologiche presso amici dalle diverse professionalità e aziende estere specializzate. Con quali materiali è realizzato? Il corpo della macchina è una pressofusione di alluminio, puro al 99,99% con una schermatura di platino all’esterno. All’interno abbiamo il blocco di quarzo che comunica con l’esterno attraverso i fori che troviamo sul lato della macchina e la scala cromoquantica in contatto con il pozzetto centrale e gli otto pozzetti posizionati sulla circonferenza. L’altra parte della macchina, l’ogiva, che si innesta sul pozzetto centrale, completando la forma conica dello strumento, è anch’essa composta di alluminio purissimo e platino con un nucleo di serpentina e tormalina. Come è fatto il quarzo, ed il significato della scala cromoquantica ci può spiegare meglio? Avrete sentito parlare del quarzo degli orologi, o di particolari strumenti alimentati al quarzo, esistono oggi strumentazioni tecnologicamente avanzate che utilizzano questi sistemi di alimentazione: L’utlizzo di questi tipi di alimentazioni avviene principalmente in sistuazioni di difficoltà di accumulo o in presenza di rischi di accumulo di energia, l’esempio è quello di strumentazione spaziale, dove per questioni di sicurezza, non devono utilizzare fonti energetiche di accumulo, questo per il problema di interazione di queste forme con l’attraversamento dell’atmosfera, perché potrebbere creare scintille e alimentare fuochi incontrollabili, esse serviranno in un secondo tempo a percepire da lunghe distanze segnali di radiofrequenza che attiveranno lo spunto per l’apertura dei pannelli solari, che a sua volta alimenteranno l’energia in modo autonomo La scala cromoquantica invece è u progetto di alta ingegneria, poso dirv cne viene da Heidelberg ed è utlizzata in campo della fisica, essa serve epr diluire l’informaziona primaria utilizzando l’energia della scala cromatica. È difficile metterlo in opera? L’EBF è lo strumento più semplice mai concepito. Esso è sempre funzionante, come se fosse sempre acceso. Occorre soltanto inserire due cavi con spinotti a banana nel corpo macchina e procedere alle rilevazioni. Quali sono i campi di applicazione? L’EBF si usa per la riproduzione di rimedi omeopatici, per la produzione del rimedio isoterapico, per la preparazione di allergeni e gli omeoimmuno e per la preparazione del rimedio più simile possibile, che comprende sia le informazioni del corpo che quelle dei rimedi . Ci spiega i principi delle frequenze riprodotte? Bisogna considerare alcuni fattori, primo fra tutti la transcutaneità del dolore. Il corpo trasmette dall’interno verso l’esterno l’informazione del dolore, la cosiddetta onda portata, ma non solo è dimostrato che ogni forma di alterazione dell’organo “vedi capitoli di riferimento” con uno strumento chiamto termografica percepiamo ogni forma di alterazione trascutaneamente. L’informazione del dolore e del disturbo viene trasmessa anche alle aree somatotopiche e alle zone riflesse dell’organismo dalle cosiddette onde portanti e può essere quindi prelevata anche in punti lontani o diversi dalla parte dolente. Le frequenze riprodotte sono quindi quelle proprie di quella persona in quel determinato stato di salute in quel determinato momento. Per che cosa è indicato un trattamento con l’EBF? Non esistono indicazioni e controindicazioni specifiche. Esso è indicato in tutte quelle alterazioni energetico-funzionali in cui si necessita uno sblocco e un riequilibrio, in questi ultimi anni molti campi si sono aperti all’utilizzo di ebf e posso dire che è l’unico strumento catalogato e presente in unità ospedaliere come strumento di biofrequenza, in ogni caso serva u rimedio su base omotossicologica, l’isoterapia, l’organoterapia e nosodoterapia, l’EBF ne fa da padrona, inoltre dobbiamo sapere che uan normativa in vigore farà si che questi rimedi nei prossimi anni in Italia non saranno più disponibili sul mercato. Chi può adoperarlo? Non essendo classificato come elettromedicale, il suo uso è libero anche se, presupponendo una buona conoscenza dei concetti sopra elencati, dell’omeopatia e dell’omotossicologia e dell’iso, se ne raccomanda l’uso da parte di professionisti specializzati che sappaino anche cosa significa vicariazione e che sappiano spiegarsela e spiegarla al paziente. Ci sono delle certificazioni che accompagnano lo strumento? Certamente. Lo strumnto è certificato CE e TUV, inoltre c’è un lavoro universitario strabiliante che ha dimostarto la modifica della conducibilità elettrica delle fiale dopo l’informazione percepita attraverso l’ebf. L’ebf è presente nei reparti di medicina di alcuni ospedali italiani. Perché scegliere questo strumento invece di altri presenti sul mercato? Perché è l’unico strumento sul mercato in grado di sommare le frequenze dei pazienti a quelle dei rimedi naturali, creando il rimedio più perfetto possibile per ogni singolo individuo, perché non usa la corrente elettrica contraria ad ogni principio di biofrequenza come indicato in questo libro e oltretutto costa dieci volte di meno del suo più prossimo concorrente. Inoltre perché concepito dalle esigenze cliniche di un Medico inoltre anche se l’ebf fa parte degli strumenti vibrazionali oggi esso è presente in diverse strutture ospedaliere “attualmente quattr” ed in ognuno facente funzioni diverse. Lo staff Il produttore dichiara che lo strumento EBF è conforme alle direttive CE ed è composto di materiale non tossico, tutto il materaile elettrico è costruito a norma, rispettando le direttive comunitarie. Un contratto di fornitura ASL in Italia