INVECCHIAMENTO, RADICALI LIBERI ED AGENTI ANTIOSSIDANTI DR. MARCO VACCARINO INTRODUZIONE L’analisi delle complesse relazioni tra caratteristiche demografiche ed epidemiologiche della popolazione e’ necessaria per la razionale pianificazione della ricerca medica e dell’assistenza sociale e sanitaria. In questo secolo la popolazione anziana ha subito un aumento numerico e relativo mai registrato in precedenza. L’ipotizzata compressione della morbilita’, che avrebbe dovuto portare ad una diminuzione dell’incidenza e della prevalenza delle patologie croniche e, quindi, ad un aumento della speranza di vita priva di patologie e disabilita’ non si e’ finora realizzato. La sopravvivenza superiore delle femmine rispetto ai maschi comporta un largo numero di donne spesso sole, in condizioni di salute scadenti ed in condizioni economiche precarie, che richiedono interventi assistenziali sociosanitari onerosi. Le proiezioni della popolazione nei prossimi 30-40 anni indicano un progressivo aumento degli anziani, con tutte le pesanti problematiche assistenziali che si possono prevedere. Particolare attenzione va’ posta alle patologie disabilitanti che, pur non essendo mortali, causano perdita dell’autosufficienza tale da non richiedere continua cura ed assistenza. L’invecchiamento della popolazione e’ accompagnato infatti dall’aumento delle forme morbose la cui frequenze e’ massima nella terza e quarta eta’: neoplasie, malattie cardiovascolari, diabete, affezioni croniche dell’apparato respiratorio, etc. La maggiore frequenza con cui si presenta oggi la patologia dell’anziano, in massima parte di tipo cronico-degenerativo, richiede un adeguamento in tal senso delle strutture sanitarie e della preparazione culturale e professionale dei medici e del personale sanitario in generale. Tale adeguamento e’ ancor piu’ necessario ove si tenga presente che le persone anziane, oltre ad essere esposte ad un elevato rischio di malattie nosologicamente definite, sono frequentemente soggette vari tipi di invalidita’ fisica ed a turbe psichiche, la cui importanza deve essere valutata al fine di assicurare loro una adeguata qualita’ della vita. Per assicurare alle persone anziane una dignitosa qualita’ della vita e’ necessario predisporre una serie di strutture e di servizi differenziati che rispondano alle loro reali esigenze di salute. Occorre infatti non solo curare le malattie proprie dell’eta’ avanzata ma anche prevenire l’invalidita’ ed evitare l’emarginazione sociale. Si comprende quindi come la risposta ai bisogni dell’anziano non puo’ essere solamente l’attivazione di reparti ospedalieri di geriatria; questi anzi vanno limitati allo stretto indispensabile per evitare che diventino dei cronicari ove l’anziano resti recluso sino alla morte. Vanno invece attivati servizi sociali sul territorio (centri culturali, strutture di assistenza domiciliare), servizi residenziali (casealbergo, comunita’-alloggio e case protette) e servizi ospedalieri territoriali (ambulatori geriatrici, centri di riabilitazione motoria e di assistenza medica ed infermieristica domiciliare). Di primaria importanza in quest’ottica risulta la comprensione dei processi fisiologici e patologici legati all’invecchiamento. Solo raggiungendo le conoscenze sufficienti per prevenire o posporre le patologie e le disabilita’ dell’anziano, potremo considerare l’invecchiamento della popolazione come una positiva conquista della nostra societa’ e non come un problema ed un peso per le generazioni piu’ giovani. DEFINIZIONE DELLA SENESCENZA Dal punto di vista della patologia generale la senescenza e’ la fase cronologica della vita delle cellule e dell’organismo che precede la morte biologica. E’ un processo di deterioramento determinato geneticamente e regolato da precise leggi biologiche.che si manifesta nella diminuzione del trofismo, in aumento della sensibilita’ o diminuzione della resistenza agli agenti nocivi, cioe’ in una diminuzione della “vitalita’” del soggetto. Si distinguono una senescenza dell’organismo ed una senescenza cellulare. La senescenza dell’organismo e’ caratterizzata da una serie di modificazioni di tipo degenerativo che si stabiliscono a carico dei vari tessuti, organi e sistemi. Nella cute si assiste ad una perdita di elasticita’ da diminuzione del tessuto adiposo, diminuzione della forza tensile, frammentazione delle fibre elastiche. Nel sistema nervoso si ha una diminuzione del numero di neuroni ed accumulo intravellulare di lipofuscine (pigmenti bruni), con conseguente diminuzione della risposta agli stimoli e della velocita’ dei riflessi. Nelle ossa si riscontrano perdita di sostanza ossea, decalcificazione dei dischi intervertebrali e riduzione delle trabecole ossee, fenomeni che determinano un aumento della fragilita’. Nei reni si ha obliterazione dei vasi per arteriosclerosi e fibrosi glomerulare, processi che portano alla diminuzione del numero dei nefroni. Nei polmoni si hanno fenomeni di enfisema, processi infiammatori dei bronchi e riduzione progressiva dell’elasticita’ del parenchima. Nei testicoli e nelle ovaie si riscontrano fenomeni di ipotrofia dei tessuti parenchimatosi e processi di fibrosi. Nei vasi si presentano fenomeni di arteriosclerosi che portano alla riduzione dell’elasticita’ della parete con diminuzione della velocita’ del flusso ematico, sino all’occlusione completa. La senescenza cellulare e’ un fenomeno che si manifesta in tempi variabili, con alterazioni strutturali e funzionali che risultano tanto piu’ evidenti quanto piu’ elevato e’ il grado di differenziazione raggiunto. A livello subcellulare le manifestazioni della senescenza sono molto varie. Nelle cellule nervose risulta caratteristica la diminuzione dei Corpi di Nissl, espressione di alterazioni del reticolo endoplasmatico e dei ribosomi. Una delle manifestazioni piu’ comuni a carico del nucleo e’ l’aumento della frequenza dell’aneuploidia. A carico della membrana plasmatici si ha una diminuzione progressiva della permeabilita’ selettiva. Nelle cellule nervose, nel miocardio e nei tubuli renali di riscontra un accumulo di lipofuscine la cui patogenesi e’ stata associata ad alterazione del metabolismo lipidico ed alla formazione di complessi costituiti da perossidi lipidici e metalloproteine. Tutte queste alterazioni degenerative possono ricondursi a influenze genetiche (instabilita’ genetica per mutazioni), a modificazioni del mezzo intercellulare o del contenuto intracellulare (squilibrio metabolico per accumulo di detriti o perdita di enzimi) ed all’attivazione di enzimi lisosomiali. Particolare importanza riveste il ruolo dei radicali liberi, principalmente come causa di un aumento dei fenomeni di perossidazione, con conseguente progressiva modificazione delle membrane cellulari. In tal senso un effetto favorevole sulla longevita’ e’ svolto da diete a basso tenore di grassi saturi e con l’utilizzo di agenti antiossidanti, come la 2-mercapto-etilamina che protegge dall’effetto delle radiazioni ionizzanti. La perossidazione La perossidazione e’ un processo di ossidazione (idrossilazione) che ha sede strutturale nel reticolo endoplasmatico cellulare e che porta all’inserimento di un atomo di ossigeno in un substrato organico con formazione di un gruppo idrossilico. L’altro atomo di ossigeno viene ridotto ad acqua. Questo processo richiede l’intervento dell’enzima monossigenasi o idrossilasi, che catalizza l’idrossilazione del substrato, e di donatori di elettroni (NADH e NADPH) che trasferiscono elettroni all’altro atomo di ossigeno. Per questa duplice utilizzazione della molecola di ossigeno la monossigenasi e’ anche chiamata ossigenasi funzione mista. Le monossigenasi sono responsabili non solo delle reazioni di idrossilazione ma anche di quelle di desaturazione, particolarmente importanti nel metabolismo degli acidi grassi. Nelle reazioni di per ossidazione spetta particolare importanza la formazione di composti intermedi dell’ossigeno parzialmente ridotto, superossidi estremamente reattivi e tossici, il radicale superossido O2 e il perossido d’idrogeno, il cui metabolismo viene controllato dalla superossidodismutasi. L’effetto perossidante sulle molecole organiche puo’ essere prevenuto mediante accettori di elettroni come il glutatione e la vitamina E. Nella reazione perossidativa vengono coinvolte le proteine cellulari che vanno incontro a denaturazione e polimerizzazione. La perossidazione porta ad alterazione della disposizione spaziale dei costituenti lipidici delle membrane che vanno incontro alla perforazione di membrana. Ne derivano alterazioni della permeabilita’ e del trasporto a carico del reticolo endoplasmatico e delle membrane lisosomiali, con attivazione delle idrolisi (autolisi) e lesione dei mitocondri con alterazioni del metabolismo energetico. Ogni tessuto ha un potenziale antiossigeno determinato dai fattori che promuovono l’ossidazione (fattori perossidanti) e da quelli che la inibiscono (fattori antiossidanti). Numerosi agenti lesivi modificano il bilancio ossidativi delle cellule spostando l’equilibrio verso l’auto-ossidazione. Gli antiossidanti non sono normalmente presenti nelle cellule in quantita’ sufficiente per proteggere dalla perossidazione. L’azione degli antiossidanti e’ dovuta alla inibizione delle reazioni indotte dai radicali liberi e quindi alla prevenzione della degradazione perossidativa dei lipidi delle membrane cellulari. Fumo di sigaretta e deplezione di agenti antiossidanti Il fumo di sigaretta e’ ritenuto il principale fattore causale nello sviluppo della BPCO, termine che raggruppa bronchite cronica ed enfisema. Recenti studi hanno focalizzato la loro attenzione sull’apopotosi cellulare, il suicidio cellulare responsabile della distruzione del tessuto polmonare responsabile dell’enfisema. L’apoptosi e’ una forma controllata di morte cellulare che si manifesta durante situazioni biologiche normali al fine di rimuovere cellule “indesiderate” senza che esse rilascino i loro contenuti tossici nell’ambiente extracellulare. L’apoptosi impropria, inadeguata o eccessiva, e’ implicata nei quadri patologici di molte malattie, enfisema e bronchite cronica comprese. Studi recenti hanno dimostrato che il fumo di sigaretta inibisce l’apoptosi cellulare e favorisce invece la necrosi, intesa come distruzione della membrana cellulare e conseguente rilascio di sostanze tossiche intracellulari con ulteriore danno tessutale. Sostanzialmente si assiste ai seguenti fenomeni: a)Esposizione al fumo di sigaretta con deplezione di glutatione ridotto e ditiotreitolo, antiossidanti dell’ambiente extracellulare. b)Proseguimento dell’esposizione con necrosi cellulare, rilascio del contenuto delle cellule in ambiente extracellulare, reclutamento di cellule infiammatorie sull’area danneggiata con conseguente danno diretto al tessuto circostante.