CHE COS’È UN MUSEO? LA GALLERIA NAZIONALE D’ARTE MODERNA PERCORSO DI VISITA PER LE SCUOLE MEDIE SUPERIORI DOSSIER PER I DOCENTI 1. Obiettivi 2. Presentazione 3. Preparazione della visita 4. Percorso proposto 5. Modalità di conduzione della visita 6. Attività di riflessione e consolidamento della visita museale in rapporto ai curricula disciplinari Servizio per la comunicazione culturale ed i servizi educativi, GNAM Università degli Studi “La Sapienza” di Roma, Dottorato di ricerca in Pedagogia sperimentale 1. OBIETTIVI • • • • • • • Conoscere forma funzioni e finalità del museo Conoscere “dal di dentro” la Galleria e il suo funzionamento Rendere familiare l’ambiente museale Rendere consapevoli gli studenti dell’esistenza e del valore di un patrimonio pubblico e collettivo Riflettere sulla funzione del museo nella società attuale Favorire l’approccio e la conoscenza dell’ arte contemporanea Acquisire un linguaggio specifico 2. PRESENTAZIONE 2.1 Il Museo Il museo - secondo la definizione elaborata nell’ ambito dell’ICOM (International Council of Museum, l’associazione internazionale che riunisce musei di tutto il mondo) - è: “un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. È aperto al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio, educazione e diletto”. L’elemento caratterizzante del museo è la collezione che ne determina tipologia e dimensione e che è potenzialmente in continuo accrescimento. Esistono diverse modalità di acquisizione delle opere: l’acquisto da privati, da mercanti d’arte o nel corso di aste pubbliche; le donazioni da parte di collezionisti, di eredi di un artista, di associazioni che sostengono il museo, di imprese ecc; il deposito di opere appartenenti ad altri musei, a istituzioni pubbliche o anche a collezionisti privati o artisti che decidono di affidare per un certo periodo di tempo le opere di loro proprietà al museo. In linea di massima, a parte alcune eccezioni per quanto riguarda l’arte contemporanea, le opere conservate in un museo non sono state create per il museo: pale d’altare, frammenti archeologici ecc. appartenevano ad altri contesti; con la loro musealizzazione acquisiscono un nuovo valore e significato in quanto oggetti degni di essere conservati e apprezzati. Solo una parte delle collezioni è aperta al pubblico. I grandi musei riescono a esporre a malapena il 50% degli oggetti posseduti, mentre gli altri sono conservati nei depositi e sono utilizzati per la rotazione delle collezioni nel museo o per mostre temporanee. Gli oggetti e le opere che entrano a far parte delle collezioni museali sono considerate dalla legislazione italiana, e da quella di molti altri paesi, inalienabili. Non possono essere né vendute, né donate ed entrano a far parte del patrimonio della collettività. Il pubblico attuale o futuro è l’altro elemento che caratterizza il museo che deve conservare le proprie opere per le future generazioni, garantendo al tempo stesso la possibilità a tutti di apprezzarle e conoscerle. Per questo si cerca di rendere accessibili le collezioni attraverso un orario di apertura comodo e flessibile, la predisposizione di materiali e strumenti in grado di accompagnare il pubblico nel corso della visita, la creazione di condizioni di piacere e di confort per la visita. Le attività che si svolgono nel museo consistono nello studio e documentazione delle opere della raccolta, nella loro conservazione e restauro, nell’ordinamento e allestimento dell’ esposizione, e sono finalizzate a garantire la conservazione degli oggetti della collezione, cercando allo stesso tempo di assicurare la possibilità uguale per tutti i cittadini di visitare il museo garantendo la massima soddisfazione personale. L’ordinamento e l’allestimento delle sale rappresenta un momento cruciale della vita di un museo e lo si può considerare come lo strumento per raccontare una storia attraverso gli oggetti. Nel tempo le modalità di allestimento (articolazione degli spazi, illuminazione, colore delle pareti, apparati didattici e di comunicazione) si sono modificate e oggi sono considerate un elemento fondamentale che caratterizza e influenza l’esperienza del visitatore. La cura e la gestione delle collezioni comporta la presenza di numerose e diverse professionalità che attendono alle diverse attività che si svolgono all’interno del museo. Generalmente il pubblico viene a contatto esclusivamente con il personale presente nelle sale (custodi, addetti all’accoglienza, operatori didattici); ma altri professionisti quasi sempre presenti sono il direttore, il funzionario responsabile delle collezioni e organizzatore delle mostre, (curatore), il restauratore cui è affidata la conservazione delle opere, il catalogatore che si occupa dello studio e della catalogazione delle opere in collezione e il responsabile dei servizi educativi cui spetta il compito di curare la comunicazione con le diverse categorie di pubblico (scuole, università, bambini, pubblico adulto, pubblici speciali ecc). Accanto a queste figure essenziali per il funzionamento del museo possono coesistere altre professionalità come il bibliotecario, l’archivista, l’addetto alle riproduzioni fotografiche, l’architetto, il grafico a cui - in tempi più recenti - si sono aggiunti l’addetto al marketing e alla gestione delle attività commerciali, l’addetto alla ricerca di fondi. La sede del museo può essere uno spazio aperto/chiuso, un insieme di edifici, un edificio appositamente costruito, il riadattamento di un edificio preesistente. Ma al di là della tipologia architettonica, i musei necessitano di una serie complessa di impianti (illuminazione, climatizzazione, videosorveglianza, ecc.), nonché di una organizzazione degli spazi funzionale alla conservazione, allo studio ed alla esposizione delle opere. La forma del museo e l’organizzazione degli spazi si sono evoluti nel corso dei secoli e il loro aspetto rivela la concezione e l’uso del museo nella società. Oggi, come dimostrano i numerosi casi italiani e stranieri, c’è un grande interesse per la progettazione di nuovi edifici destinati alla conservazione e alla promozione delle arti. 2.2 La Galleria nazionale d’arte moderna Il luogo e la sede Il Museo è ospitato nell’edificio progettato appositamente dall’architetto Cesare Bazzani in occasione della Esposizione Universale del 1911 che celebrava il cinquantenario dell’Unità di Italia. L’area prescelta, Vigna Cartoni, era una zona suburbana della città che viene urbanizzata proprio in quella occasione prendendo il nome di Valle Giulia. L’Esposizione del 1911 era articolata in due grandi mostre a Roma e a Torino che dovevano celebrare valori del recente passato risorgimentale e affermare il ruolo dell’Italia come nuova forza europea. Affinché le celebrazioni lasciassero un’ impronta forte nella città, si dà corso ad una serie di importanti sistemazioni urbanistiche. Si completa il monumento a Vittorio Emanuele II e si provvede, tra l’altro, al restauro delle Terme di Diocleziano e di Castel Sant’Angelo. Si costruiscono inoltre nelle due aree della esposizione (Vigna Cartoni e l’ex Piazza delle Armi) edifici e padiglioni, molti dei quali però al termine dei festeggiamenti vengono abbattuti. Nel tempo il quartiere si è sempre più caratterizzato per la presenza di musei e istituzioni culturali (le Accademie e gli istituti di cultura stranieri, la facoltà di Architettura, il Museo Etrusco etc). L’edificio, tipico esempio dell’eclettismo architettonico diffuso tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX, è improntato a criteri di magniloquenza celebrativa e funzionalità insieme. Un ampio scalone con un porticato a colonne ornato di fregi plastici precede l’accesso al museo che si sviluppa secondo una quadrata. Una delle principali caratteristiche del progetto di Bazzani risiede nella scelta di privilegiare l’illuminazione naturale zenitale e di concepire sale ampie in cui l’altezza e la larghezza si equilibrino. La presenza di spazi aperti (le due terrazze laterali e i giardini) era stata immaginata al fine di garantire ulteriori fonti di luce e per potervi ordinare parte della collezione di sculture. Ai piani superiore e inferiore si trovavano i locali di servizio: dai magazzini, alla sala riunioni, agli alloggi, ecc.). Ben presto il continuo incremento delle collezioni e l’ampliarsi delle attività determinano la necessità di provvedere a un ampliamento dell’edificio, condotto dallo stesso Bazzani tra il 1933 e il 1934. I nuovi spazi, però, sono immediatamente occupati dall’ esposizione permanente della mostra della Rivoluzione Fascista, inizialmente allestita a Palazzo delle Esposizioni. A metà degli anni Cinquanta si ricomincia a discutere della necessità di accrescere gli spazi espositivi; il progetto è affidato all’ingegnere Luigi Cosenza che inizia a lavorarci nel 1962. Il progetto è approvato e finanziato nel 1973, ma la sua realizzazione è tormentata da una serie di ritardi e tagli di spese tanto che, quando nel 1988 le nuove sale vengono aperte, emerge immediatamente l’inadeguatezza dei nuovi spazi in relazioni alle esigenze espositive e agli standard di sicurezza. Intanto l’esigenza di offrire nuovi servizi ai visitatori porta un ripensamento generale della distribuzione degli spazi interni; dapprima viene sistemata la Biblioteca, e - in successione - vengono modificati gli spazi dedicati all’accoglienza (biglietteria, guardaroba) nonché vengono aperti un ristorante caffetteria e la libreria. Dopo la metà degli anni Novanta si procede a un complessivo riordinamento delle collezioni museali e il Ministero per i Beni e le Attività Culturali da cui dipende la Galleria istituisce un nuovo museo, il MAXXI, cui è affidato il compito di collezionare e curare l’architettura e l’arte contemporanea. La storia La Galleria nazionale d’arte moderna viene istituita nel 1883 a Roma e trova la sua prima sede nel Palazzo delle Esposizioni in Via Nazionale dove rimarrà fino al 1915. La sua storia si intreccia con quella dello Stato unitario e ne rispecchia le politiche culturali. L’Italia è una nazione giovane che sta costruendo la propria fisionomia anche culturale cercando di mantenere un difficile equilibrio tra identità comune e il rispetto delle tradizioni locali. Per questo, ad esempio, si rinuncia a centralizzare le collezioni ereditate dagli stati preunitari che restano nelle loro sedi; piuttosto si apre a Roma, capitale della nazione, il primo museo espressamente dedicato all’ arte contemporanea. Si avvertiva l’esigenza di costruire un linguaggio nazionale comune senza per questo cancellare l’esperienza delle scuole regionali e si riconosce all’arte una importante funzione di coesione pari a quella dell’unificazione linguistica. Non a caso l’ordinamento con cui si inaugura il Museo nella sua sede a Valle Giulia era articolato per scuole regionali. Le opere che entrano a far parte della collezione testimoniano, a livello nazionale, del dibattito in corso tra classici e romantici, riflettono gli ideali e le passioni dell’epopea risorgimentale e, allo stesso tempo, documentano le tensioni e i problemi sociali della nazione al volgere del secolo. A partire dall’inizio del Novecento, gli acquisti si indirizzano di più verso opere di artisti stranieri di area simbolista e numerose donazioni contribuiscono ad accrescere il patrimonio della Galleria, mentre continuano le acquisizioni di opere di arte contemporanea. Durante la direzione di Roberto Papini si modifica l’ordinamento delle sale, privilegiando quelle opere che più chiaramente aiutavano a comprendere l’evoluzione del linguaggio moderno. Nel 1938 in nome dell’autarchia, la Galleria viene privata di tutte le opere di artisti stranieri trasferite alla Galleria Civica di Venezia, ricevendo in cambio opere italiane. Intanto, già a partire dal 1933, al fine di favorire lo studio e la conoscenza dell’arte contemporanea era stata formata una biblioteca specializzata e un archivio bio - iconografico dove si raccolgono articoli/ notizie/cataloghi/fotografie relativi ad artisti e opere del nostro tempo. Durante la guerra la nuova soprintendente Palma Bucarelli fa ricoverare la collezione presso il Palazzo Farnese di Caprarola. Al termine del conflitto - dopo i necessari lavori di restauro dell’edificio pesantemente colpito dai bombardamenti - la Galleria riapre: viene smantellata la mostra della Rivoluzione Fascista e si organizza un nuovo ordinamento in cui figurano anche le opere di artisti allontanate durante la guerra o date in prestito a ministeri o altri enti. A partire da questo momento si apre un nuovo corso della Galleria che diventa punto di riferimento per la cultura artistica contemporanea nazionale e internazionale. Mostre, dibattiti, conferenze proiezioni di film e documentari, spettacoli teatrali e concerti si succedono a ritmo serrato. La necessità di ricavare spazi per queste iniziative e, allo stesso tempo, per poter procedere alla esposizione delle nuove opere che man mano venivano acquisite comporta la necessità di provvedere ad un nuovo ordinamento delle sale realizzato a metà degli anni Sessanta. Nel 1975, quando viene istituito il Ministero per Beni Culturali, la Galleria perde autonomia per le acquisizioni; di fatto il museo, nonostante continui ad accrescere le proprie collezioni grazie alle donazioni, cessa di essere un luogo espressamente dedicato al contemporaneo. Nel frattempo, grazie ad una serie di acquisizioni patrimoniali (edifici e raccolte di opere) si aprono alcuni nuovi musei collegati alla Galleria nazionale d’arte moderna: Museo Hendrik Christian Andersen, dove si conservano le opere dello scultore Hendrik Christian Andersen. Museo Boncompagni Ludovisi, una casa - museo degli inizi del XX secolo di famiglia patrizia che è stata destinata a diventare centro di promozione e documentazione delle arti decorative, della moda e del costume del periodo moderno. Raccolta Manzù di Ardea, dove si conservano più di ottanta tra sculture, bozzetti e medaglie, quasi tutte in bronzo, realizzate da Manzù tra il 1927 e il 1984, e da circa trecentotrenta tra disegni, incisioni e bozzetti di costumi teatrali, eseguiti tra il 1940 e il 1980. Casa Museo di Mario Praz, l’abitazione privata del celebre studioso di letteratura inglese e collezionista di opere e di arredi del XIX secolo trasformata in casa museo. Intanto, a partire dal 1995, riprendono le acquisizione di opere d’arte contemporanea e, con la fondazione del MAXXI, si ridefinisce il ruolo della Galleria nazionale d’arte moderna. In particolare oggi la Galleria intende essere una un luogo fondamentale di studio e documentazione e valorizzazione dell’arte italiana dell’Ottocento e del Novecento attraverso l’esposizione permanente e il patrimonio bibliografico e archivistico collegato, inoltre – con la serie continua di mostre temporanee e altre iniziative – si pone l’obiettivo di promuovere la conoscenza delle collezioni della Galleria in rapporto alla realtà internazionale e con particolare riferimento alla produzione artistica degli anni Cinquanta – Sessanta. La cura e gestione delle collezioni Il museo conserva oltre 24.000 opere tra dipinti, scultura e grafica. Gran parte della collezione è costituita dalla grafica che viene esposta in occasione di mostre temporanee organizzate dallo stesso museo o allestite presso altri istituti. Nelle sale sono esposte complessivamente 1800 opere tra dipinti e sculture. Le raccolte del museo coprono un arco temporale che va dal XIX secolo alla fine XX secolo. L’ordinamento e l’allestimento delle opere secondo un percorso di visita organizzato e coerente, la predisposizione dei cartellini accanto ad ogni opera o di altro materiale informativo sono compito degli storici dell’arte che lavorano nel museo. Sono loro a decidere quali opere esporre e quali lasciare nei depositi e come distribuire i quadri e le sculture all’interno di ogni singola sala. Architetti e restauratori cooperano nelle diverse fasi di allestimento, collaborando alla definizione del circuito di visita, verificando da un punto di vista conservativo se e in che modo le opere possono essere esposte in permanenza e curando l’illuminazione delle sale che - oltre a permettere una visione ottimale delle opere - deve tener conto del loro stato conservativo. L’illuminazione è un elemento fondamentale dell’allestimento ed è pensato in modo da garantire sia l’illuminazione generale della sala, sia per favorire la lettura del singolo pezzo. E’ sempre compito degli storici dell’arte decidere se le opere della collezione possono essere prestate ad altri musei in occasioni di mostre temporanee. In quei casi, quando le opere prestate sono parte della esposizione permanente, occorre decidere come rimpiazzare il quadro o la scultura esposta utilizzando quelli conservati nei depositi. A curare la movimentazione delle opere sono i registrar che lavorano permanentemente nel museo e a cui è affidato il compito di seguire ogni aspetto delle diversi fasi del trasporto delle opere: dalla richiesta di prestito alla assicurazione, alle modalità con cui devono viaggiare ecc. L’ordinamento e l’allestimento attuale In ragione dell’articolazione della pianta dell’edificio, le opere della collezione permanente si succedono secondo l’ordine cronologico (I Ottocento, II Ottocento; I Novecento; II Novecento) e sono collocate nelle quattro ali delle edificio. L’ordinamento attuale è il frutto di un generale ripensamento del museo e delle sue caratteristiche originarie. Passato l’atrio di ingresso si accede direttamente ai due grandi saloni centrali (Sala delle Cerimonie o delle colonne e il Salone centrale o d'onore) dove solitamente viene allestita la mostra temporanea di maggiore rilevanza. L’illuminazione e l’articolazione degli spazi interni di questi saloni varia, a seconda delle mostre che vi sono allestite. Attualmente le due aperture sulle verande laterali (corte dei Saturnali, corte dei Romani) sono chiuse, privilegiando così l’illuminazione artificiale rispetto a quella naturale. Pertanto le due corti sono attualmente visibili dai due corridoi laterali anch’essi destinati, in linea di massima, ad accogliere la mostra temporanee. Il Salone centrale in occasione della mostra dedicata a Pino Pascali La mostra di Arturo Martini PIANTINA DI ORIENTAMENTO Nella parte bassa dell’edificio, a destra e a sinistra dei saloni centrali, si snoda la serie di sale simmetriche dove sono esposte le opere dell’Ottocento. Ogni sala prende il suo nome dall’opera più significativa che vi è esposta. Il percorso espositivo ha inizio nell’ala di sinistra che documenta il periodo che va dalla età napoleonica al 1883, anno della istituzione della Galleria nazionale d’arte moderna; l’esposizione continua nell’ala di destra con le opere realizzate negli ultimi anni del XX secolo. L’esposizione delle collezioni dell’Ottocento è il frutto di un complesso lavoro di riordinamento condotto tra il 1995 e il 1997. In quella occasione sono state restaurate anche le sale espositive con l’obiettivo di recuperarne la fisionomia originaria: sono state ripristinate l’alta zoccolatura in ciliegio, le cimase delle porte e sono stati riutilizzati i divani che arredavano la Galleria nel 1911; anche la tinta delle pareti - blu pavone, rosso pompeiano, giallo paglia – contribuisce a sottolineare il carattere storico del museo. Fulcro centrale di questo percorso sono i due saloni centrali delle due ali laterali, la Sala dell’Ercole e la Sala di Giordano Bruno, che devono il loro nome alle grandi statue che occupano il centro delle sale. Nel primo caso si tratta dell’ Ercole e Lica di Canova e nel secondo del modello in gesso del monumento a Giordano Bruno eretto a Campo de’ Fiori e opera di Ettore Ferrari. Entrambe allestite scenograficamente accolgono opere particolarmente significative per il valore civico morale politico e religioso. Le altre sale relative al Primo Ottocento seguono, in linea di massima, l’ordinamento per scuole regionali recuperando così l’originario allestimento del 1911. Dall’altra parte, invece, il percorso inizia con la sala del Giardiniere, cosiddetta per il titolo dell’opera di Van Gogh, dove sono raccolti alcuni esempi importanti dell’arte straniera di fine Ottocento insieme a opere di pittori italiani trasferiti a Parigi, acquistati da Palma Bucarelli nel dopoguerra per supplire a una evidente lacuna della collezioni. Le altre sale dedicate al Secondo Ottocento sono anch’esse ordinate per scuole regionali. La sezione si conclude nella veranda tripartita che affaccia sul giardino di Via Aldrovandi dove sono disposte una serie di opere realizzate a Roma sullo scorcio del secolo e caratterizzate da una forte ascendenza simbolista e rinascimentale. Da qui, salendo pochi gradini si accede alle due sezioni dedicate al Novecento che sono ospitate nell’ala del museo costruita da Bazzani nel 1933. L’ordinamento di queste sale segue, in linea di massima, un percorso cronologico che ha inizio con la sala dedicata alla mostra del 1911 e termina nell’altra ala del museo con le ultime acquisizioni. Con l’obiettivo di illustrare la varietà dei linguaggi artistici del XX secolo in alcune sale coesistono opere di artisti che, pur lavorando nello stesso periodo, adottano linguaggi e modalità espressive differenti privilegiando ora le forme tradizionale del quadro e della scultura figurativa, oppure - al contrario – sperimentando tecniche innovative come il collage e optando per forme decisamente astratte. Le modalità con cui si è formata la collezione del Novecento che si è accresciuta anche grazie a importanti donazioni di artisti collezionisti e storici dell’arte si riflettono nell’attuale ordinamento, alcune sale, infatti sono interamente dedicate a queste raccolte (donazione Schwarz, Bucarelli). Infine recentemente è stato curato il restauro e il riordinamento della collezione cinetico visuale. Le opere selezionate sono ora esposte in un ambienti semibui per esaltare gli effetti visivi e cinetici di questi lavori; al momento attuale, la sala non è sempre aperta al pubblico. Nel 2005 è stata inaugurata l’opera di Joseph Kosuth, De iis quae ad speculum et in speculum. Si tratta di un’opera cosiddetta site specific, cioè concepita e realizzata direttamente per un luogo specifico. In questo caso il lavoro collocato nel cortile nord- ovest della Galleria è ispirata a una descrizione del concetto di realtà di Giordano Bruno e si ricollega idealmente al gesso del Giordano Bruno conservato nell’omonima sala del I Ottocento. Le ultime sale del percorso espositivo sono generalmente dedicate alle mostre temporanee; ultimata la visita è possibile uscire direttamente da questo lato che affaccia su via Gramsci e dove si trovano la libreria e il caffè - ristorante. Mostre, attività e servizi per il pubblico. Oltre alla collezione permanente, il pubblico della Galleria ha la possibilità di vistare le mostre temporanee. Le esposizioni sono allestite in diversi ambienti del museo e nei musei satelliti. In linea di principio la mostra principale occupa, come già detto, i saloni centrali e gli ambienti limitrofi. La scelta degli artisti e dei temi da proporre in queste occasioni è parte integrante delle politiche culturali del museo che soprattutto negli ultimi anni ha cercato di accentuare il rapporto tra mostra temporanea e collezione permanente. Per questo motivo, ad esempio, può accadere che l’allestimento delle esposizioni temporanee sconfini, per così dire, nelle sale del museo dove permanentemente sono esposte opere riferibili agli argomenti della mostra. Oltre alla mostra principale lo staff del museo provvede a realizzare iniziative espositive di formato minore o tramite la partecipazione ad eventi che coinvolgono altri luoghi e istituti di cultura della città (ad esempio il Festival della Fotografia) oppure con rassegne periodiche finalizzate ad esplorare aspetti particolari della ricerca artistica attuale (mostre sulla fotografia contemporanea), o infine esposizioni che valorizzino soprattutto le collezioni del museo. Al fine di presentare e far conoscere tutte le opere della raccolta, la Galleria ha organizzato negli ultimi anni una serie di mostre tematiche allestite presso altri musei italiani Oltre alle mostre temporanee, il Museo realizza una serie variegata di iniziative, presentazioni di libri, concerti, conferenze, ecc., che permettono al pubblico di approfondire la loro conoscenza del museo. Gran parte di questi incontri si svolgono nel Salone dell’Ercole, ma anche in alcuni dei musei satelliti. Ed infine il Servizio Educativo cura i rapporti con le scuole per i programmi in partenariato e si occupa delle visite guidate o di altre iniziative per il pubblico in occasione di manifestazioni come, ad esempio, la Settimana della Cultura. Informazioni e notizie circa le attività del museo, le sue collezioni, la storia ecc. si possono trovare all’indirizzo web del museo: www.gnam.beniculturali.it. Infine occorre ricordare che il museo assicura un servizio di ristorazione con il Caffè delle Arti e un servizio commerciale con la libreria dove è possibile acquistare testi e oggettistica varia ispirata al mondo dell’arte. Visite guidate per gruppi e scolaresche sono curate dalla Cooperativa Pierreci. Studio ricerca e documentazione Oltre alle iniziative direttamente rivolte al pubblico, lo staff nel museo è impegnato quotidianamente in attività legate alla tutela, conservazione, documentazione e studio. Il laboratorio di restauro è attivo dal 1976 ed è l’unica struttura in Italia specializzata nel restauro del contemporaneo; vi lavorano specialisti nell’intervento sui differenti materiali costitutivi delle opere d’arte. All’Ufficio catalogo è demandato il compito di catalogare, secondo le norme stabilite a livello nazionale, le opere di pertinenza della Galleria, dei musei satelliti, nonché di altre importanti raccolte pubbliche private relative all’arte del XIX e del XX secolo. Inoltre nel museo sono presenti l’Archivio Fotografico, l’Archivio bioiconografico e una Biblioteca specializzata; sono strumenti molto importanti per chi studente, curatore, studioso, voglia conoscere e approfondire i temi relativi all’arte più recente. Concepiti originariamente per coadiuvare lo staff interno del museo nel lavoro di ricerca, oggi sono aperti al pubblico specialistico e ospitati in un ambiente accessibile dall’esterno del museo appositamente progettato da Costantino Dardi alla fine degli anni Ottanta. 3. PREPARAZIONE DELLA VISITA Di seguito si forniscono una serie di suggerimenti che ogni insegnante potrà utilizzare combinandoli ed adattandoli in relazione ai livelli degli allievi e agli obiettivi che si intendono raggiungere. 1. Stimolare e avviare una discussione sulla percezione del museo da parte degli studenti. Confrontare le definizioni fornite dagli studenti con quella dell’ICOM (cfr presentazione) e proporre la lettura di brani di autori che da diversi punti di vista hanno contestato questa istituzione. (Paul Valery, Jacob Burckradt; Henry James; Georges Bataille). Annotare le definizioni fornite dagli studenti per poterle ridiscutere dopo lo svolgimento delle attività. 1. Lavorare sulla etimologia della parola “museo” 2. Fornire la definizione dei termini lessicali relativi al museo e alle professioni che vi si svolgono 3. Precisare le differenze tra esposizione permanente e mostra temporanea 4. Elencare i documenti che possono accompagnare le opere per aiutare il visitatore a conoscerle e comprenderle meglio (targhette, schede di sala pannelli, piantine, guida ecc ) e definirne la funzione. 5. Studiare la piantina del museo. 6. Con l’aiuto della presentazione fornire le informazioni necessarie per capire come funziona il museo, chi e come vi lavora all’interno. 7. Fornire le informazioni necessarie per la visita alla Galleria nazionale d’arte moderna insistendo in particolar modo sulla specificità delle sue collezioni. 4. PERCORSO PROPOSTO Le raccolte della Galleria coprono un arco temporale che va dall’inizio del XIX secolo alla fine del XX; nel museo convivono opere di pittori e scultori che hanno lavorato nel solco della tradizione e lavori di artisti caratterizzati dall’adozione di tecniche, linguaggi e modalità espressive inconsuete e innovative. Durante la visita è importante condurre gli studenti nelle diverse sezioni del museo in modo da far percepire loro gli elementi di continuità e di rottura del fare artistico Il percorso può avere inizio all’esterno del museo in cima alla scalinata. Da qui è possibile osservare l’architettura dell’edificio, sottolineando in particolare alcuni aspetti: la presenza di scalinate, di colonne e fregi plastici che rimandano alla concezione di un museo come luogo “sacro” e monumentale. Passati il portone è opportuno fermarsi e con l’aiuto della piantina osservare e comprendere come funziona l’articolazione dello spazio. Oltre a fornire gli strumenti per un orientamento spaziale nelle sale, è opportuno ribadire qui finalità, motivazione della visita e illustrare il percorso che si andrà a seguire. 4.1 Atrio Far osservare la dimensione degli spazi, le funzioni della zona dell’atrio, la presenza di materiale informativo, il guardaroba ecc. 4.2 Saloni centrali Fare riferimento alla distinzione tra mostra temporanea ed esposizione permanente; osservare le dimensioni delle sale, il colore alle pareti, le tamponature alle parti che chiudono le aperture verso le due corti laterali; le modalità di illuminazione delle opere e la loro disposizione; i pannelli che scandiscono il percorso espositivo. Prestare attenzione ai supporti informativi dell’ esposizione temporanea; osservarne la tipologia (targhette/pannelli ecc) e i contenuti. La mostra sul Simbolismo 4.3 I OTTOCENTO Nel dirigersi verso le sale del primo Ottocento mostrare la corte visibile dal corridoio laterale e ricordare i cambiamenti intervenuti nel tempo nell’edificio. Salone dell’Ercole Far rilevare la presenza di due tipologie di opere (pittura e scultura). Studiare la specificità di un dipinto, opera bidimensionale che si guarda da un solo punto di vista e di una scultura, opera tridimensionale visibile da più angolature. La collocazione dell’Ercole e Lica di Canova con il relativo corteo di divinità che rimanda all’ originaria disposizione delle opere nel Palazzo Torlonia a Roma, può essere lo spunto per riflettere sulla presenza nel museo di opere concepite con altri fini e per altri spazi. Riflettere sui temi delle opere esposte. Con l’aiuto della piantina attraversare le altre sale della sezione I Ottocento fermandosi di tanto in tanto, mettendo in evidenza le modalità di ordinamento delle opere. Osservare l’ordinamento per scuole regionali e riflettere sulle condizione dell’Italia post unitaria. 4.4 II OTTOCENTO Far osservare, con l’aiuto della piantina, la simmetria nella disposizione delle sale e le analogie/differenze tra le modalità di ordinamento /allestimento. Nella sala Previati soffermarsi sulle opere dell’artista giunte al museo per legato del gallerista collezionista Alberto Grubicy. Fare riferimento alle diverse modalità di acquisizione delle opere da parte di un museo. Osservare soggetti, tecniche e materiali delle opere presenti nelle sale e confrontarli con quelli già visti nella sezione I Ottocento. Attraversare il Vestibolo di Eva, dell’Ondina e della portatrice d’acqua, osservare le modalità di illuminazione delle sale; si tratta di ambienti che godono di un’ illuminazione naturale laterale; per questo motivo sono stati destinati prevalentemente alla presentazione di sculture. 4.5 I NOVECENTO Al momento del passaggio nella sezione dedicata al Novecento ricordare che questa si trova ad un livello superiore rispetto alla precedente ed è ospitata nell’ampliamento del museo realizzato nel 1933 dallo stesso architetto che aveva progettato l’intero edificio. Attraversando le sale dedicate al I Novecento osservare le soluzioni architettoniche adottate per creare ulteriori spazi espositivi (in particolare la creazione dei soppalchi). Ragionare inoltre sulle titolazioni delle sale e confrontarle con quelle precedenti. Nella sala dedicata a Le grandi correnti nazionale degli anni trenta soffermarsi ad osservare le modalità di ordinamento del percorso espositivo e gli elementi dell’allestimento (colore delle pareti, illuminazione, disposizione delle opere, ecc) e confrontarlo con quanto visto nei Saloni dell’Ercole e Giordano Bruno. Sottolineare la compresenza di opere differenti per soggetto, modalità espressive e tecniche artistiche. 4.6 II NOVECENTO Con l’aiuto della piantina verificare la simmetria di questa ala del museo rispetto a quella precedentemente visitata. Nel salone centrale (L’abbandono dei codici tradizionali, da Burri a Pascali) riflettere sulle modalità espositive delle opere d’arte contemporanea. La sequenza delle sale dedicate alle correnti più recenti può stimolare la discussione intorno alle specificità dell’arte contemporanea e delle sue modalità di presentazione e di fruizione. Infatti, al contrario di quanto avveniva nel passato, le opere sono spesso concepite per essere esposte in una galleria e/o in un museo, in alcuni proprio per quello specifico museo. Inoltre la loro stessa natura prevede un diretto coinvolgimento dello spettatore a cui, ad esempio, si richiede di camminare all’interno di una installazione o di interagire direttamente con l’opera attraverso strumenti tecnologici. L’ultima sala, cosiddetta Dossier è quella dove di solito si allestiscono mostre temporanee ridotte. Da qui si accede al cortile nord ovest dove si trova l’opera di Kosuth realizzata appositamente per quello spazio dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna. La configurazione dell’opera, le modalità con cui se ne propone la fruizione sono un efficace strumento per comprendere alcune specificità dell’arte contemporanea, soprattutto in relazione alle modalità di coinvolgimento dello spettatore. Inoltre è opportuno sottolineare il fatto che è uno dei rari esempi di opere realizzate su commissione del museo Su questo lato del museo si trovano anche la libreria con il negozio di oggettistica e il caffè ristorante. 4.7 BIBLIOTECA L’ingresso alla biblioteca è situato sul fianco sinistro della facciata dell’edificio. L’accesso è riservato a studiosi e agli studenti delle Università e delle Accademie di Belle Arti. La struttura architettonica che ospita la biblioteca è stata progettata dall'architetto Costantino Dardi alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, con criteri di estrema funzionalità e ariosità. L'odierna consistenza del materiale librario ammonta a circa 60.000 volumi, circa 1500 periodici tra correnti e cessati e una preziosa collezione, composta da circa 40.000 pezzi tra miscellanee ed opuscoli. Oggi, insieme all'Archivio Storico della Biennale di Venezia, la biblioteca della Galleria nazionale d’arte moderna di Roma conserva il più imponente patrimonio italiano di documentazione sull'arte contemporanea. 5. SUGGERIMENTI PER LE MODALITA’ DI CONDUZIONE DELLA VISITA Le osservazioni degli studenti sulle opere d’arte e sul museo sono un punto di partenza importante per stimolare la riflessione e la discussione sui temi della visita. Per questo è opportuno consentire ai bambini e ai ragazzi più grandi di esprimere le loro opinioni, consapevoli che molto spesso non esiste una risposta giusta e una sbagliata, ma che il nostro modo di interpretare un’ opera dipende dal nostro personale bagaglio di esperienze e di conoscenze. D’altro canto dalla semplice lettura dei giornali capiamo che esistono punti di vista diversi e questo nel mondo dell’arte accade molto spesso. Il museo può dunque diventare un luogo dove gli studenti sono incoraggiati a esprimere le proprie idee e convinzioni e confrontarle con quelle degli altri. Per questo motivo - e sulla base degli obiettivi della visita proposta - si elencano di seguito una serie di domande da porre agli studenti nel corso della visita finalizzate a stimolare la discussione e la riflessione sugli argomenti oggetto della visita. Nel caso del percorso adesso proposto è molto utile, nella preparazione della visita, porre la domanda: Che cos’è un museo? Le risposte fornite saranno molto utili per rilevare diffidenze, preconcetti e aspettative. Tornare con la stessa domanda al termine della visita significa incoraggiare gli studenti a riflettere sulla loro esperienza e a capire se e come le loro idee iniziali siano cambiate a seguito della visita. In particolare si potrebbe stimolare la discussione intorno alle seguenti questioni: Per chi sono i musei? Che cosa dovrebbero presentare i musei? Chi dovrebbe pagare per i musei? Nel corso della visita i ragazzi, se del caso divisi in piccoli gruppi, possono essere chiamati a rispondere a una serie di domande di cui si fornisce qui una possibile traccia. In questo modo si intende stimolare la partecipazione attiva degli allevi alla visita al fine di guidarli: a. nella osservazione degli oggetti e del luogo in modo da trasformarli in strumenti di informazione b. alla produzione delle informazioni dirette e inferenziali c. a cogliere le relazioni tra le conoscenze del passato e le conoscenze del presente Qual è il titolo della sala? Quali tipologie di opere sono esposte? Riesci a vedere un legame tra le opere esposte nella sala? Rifletti sulle dimensioni della sala, l’illuminazione, il colore delle pareti. In che modo questi elementi concorrono a suggerire un’ interpretazione delle opere esposte? Osserva due opere, vicine l’una all’altra, e valuta se sono state giustapposte perché hanno qualcosa in comune o meno. Osserva le sculture presenti nella sala; quale pensi sia il loro legame con i dipinti appesi alle pareti? Come sono posizionate nello spazio? Quanto spazio c’è intorno ad ogni opera? Da sempre l’Italia è stata un luogo privilegiato per artisti di ogni nazionalità; in questa sala ci sono opere di artisti stranieri? E opere di donne? Che effetto ti fa vedere le opere d’arte in museo? Pensi le guarderesti nello stesso modo se le trovassi lungo le strade, riprodotte su di una cartolina o a casa? Quali informazioni sulle opere sono disponibili nel museo (pannelli, scheda di sala, targhette ecc) Sono scritti in maniera da suggerire un punto di vista? Quali informazioni ti forniscono? Influenzano le tue idee intorno all’opera? In questo museo le sale sono ordinate per lo più cronologicamente; l’immagine dei diversi periodi della storia che emerge dai dipinti e dalle sculture che vedi coincide con quella che ti sei fatto su questi stessi periodi leggendo i libri o guardando i film? Al termine della visita L’allestimento è stato messo a punto dai curatori del museo. Se tu fossi il curatore del museo quali cambiamenti apporteresti e perché? Quali opere escluderesti e perché? Predisporresti un maggior numero di didascalie e/o di pannelli? Ripensa alle sale che hai visitato, ti piaceva il colore delle pareti? Erano illuminate sufficientemente? C’erano posti per sedersi, erano comodi? Quali erano le tue aspettative sul museo, prima di visitarlo? Credi che queste abbiano influenzato il tuo modo di guardare le opere? Le riposte possono essere annotate da ogni singolo studente su di una apposita scheda, oppure la scheda può essere il frutto del lavoro di un piccolo gruppo. Infine, si potrà chiedere ad ogni singolo studente di osservare un dipinto e scrivere, sulla base delle proprie impressioni e conoscenze, una breve interpretazione 6. ATTIVITÀ DI RIFLESSIONE E CONSOLIDAMENTO DELLA VISITA MUSEALE IN RAPPORTO AI CURRICULA DISCIPLINARI 6.1 Italiano Per quanto riguarda la produzione scritta si possono far esercitare i ragazzi nel comporre dei testi descrittivi relativi a un dipinto, a una sala, al museo, utilizzando le informazioni raccolte nelle schede. Oppure li si può invitare a scrivere una breve sceneggiatura o un racconto partendo dalle suggestioni di un’opera o da un insieme dei lavori conservati in una sala. Le diverse tipologie di testi informativi presenti (targhette delle opere, pannelli, schede di sala, ecc) possono essere esaminate e analizzate da un punto di vista morfologico, sintattico, lessicale, ecc. In linea più generale discutere intorno alle differenze tra la scrittura e la pittura può essere un buon metodo per introdurre lo studio della letteratura perché aiuta a focalizzare l’attenzione su alcune questioni di fondo come: perché si scrive? Quali sono i motivi che spingono a scrivere un poema piuttosto che a dipingere un quadro? In che rapporto stanno pittura e scrittura all’interno di un museo? A tal fine si possono riprendere le schede redatte dai ragazzi relative alla loro interpretazione di un’opera e leggere dal catalogo del museo o dal sito la descrizione e l’ interpretazione che viene offerta dallo specialista. A quel punto si può verificare fino a che punto e in che modo le parole dello storico dell’arte sono necessarie per capire ciò che è stato dipinto. Infine l’ordinamento cronologico del museo, la presenza preponderante di artisti italiani, le differenti modalità di allestimento tra le sezioni dell’Ottocento e del Novecento sono una utile sponda per approfondire la comprensione dei movimenti e dei fenomeni storico e letterari degli ultimi due secoli. 6.2 Storia ed educazione civica La storia dell’ istituzione della Galleria e come questa si rifletta nell’attuale ordinamento e allestimento del museo è di per sé stessa un’ ottima occasione per approfondire temi comunemente affrontati in classe. In linea di massima inoltre tutta la produzione artistica precedente l’invenzione della fotografia è una eccellente risorsa per studiare la storia. Ma anche le opere più recenti molto spesso ispirate alle problematiche contemporanee, possono essere utilizzate per cercare di comprendere i complessi fenomeni della società contemporanea. Di fronte ad ogni opera d’arte si possono porre domande del tipo: Quando e dove l’opera è stata realizzata? É possibile stabilire delle connessioni tra l’opera e il luogo e il periodo in cui è stata realizzata? Quali sono i legami dell’artefatto con la storia sociale e politica del tempo? Si tratta di un’opera che interpreta l’ideologia dominante del periodo o, al contrario, propone una visone rivoluzionaria? Che storia rappresenta? Questo stesso set di domande si può adattare all’analisi delle vicende storiche della Galleria nazionale d’ arte moderna analizzandone i cambiamenti e le evoluzioni nel contesto storico, sociale e culturale di riferimento. Nel caso di questo itinerario la riflessione sull’ evoluzione del museo, sui suoi scopi nella società contemporanea, apre la riflessione intorno al significato del concetto di patrimonio culturale e al suo valore attuale. A questo scopo è utile riprendere le definizioni di museo fornite dagli studenti e le questioni intorno al valore e alla funzione del museo nella società sollevate in fase di preparazione della visita. 6.3 Lavori interdisciplinari Le conoscenze acquisite sul museo possono diventare il materiale su cui basarsi per far redigere alla classe una guida breve della galleria. La realizzazione della guida richiede tempi di lavoro più lunghi e un coinvolgimento attivo di molta parte dei consigli di classe. I contenuti e i destinatari della guida dovranno essere definiti in ragione delle discipline presenti nel corso di studio. La guida potrà: • contenere le informazioni pratiche per la visita • descrivere la storia del museo • descrivere singole sale • proporre un percorso di visita • analizzare una o più opere • contenere un organigramma del personale che lavora in un museo • contenere una o più piantine • essere tradotta in una delle lingue presenti nel curriculum • essere progettata da un punto di vista grafico • essere realizzata su supporto multimediale