unità La litosfera, lo strato più esterno della Terra, è costituita da aggregati di minerali, sostanze solide naturali caratterizzate da una struttura cristallina. È questa struttura a conferire a molti minerali la loro tipica forma geometrica e altre importanti proprietà fisiche come colore, durezza, densità e sfaldatura. I minerali vengono classificati in vari gruppi a seconda della loro composizione chimica: i più abbondanti e diffusi sulla Terra sono i silicati, formati da silicio e ossigeno. ciclo 2 Ildelle rocce La litosfera è formata da tre tipi di rocce: ignee, sedimentarie e metamorfiche. Le rocce ignee derivano dal raffreddamento di roccia fusa, quelle sedimentarie sono il risultato dell’esposizione delle rocce, sulla superficie terrestre, all’azione dei fenomeni atmosferici e degli organismi, quelle metamorfiche derivano da lunghe e complesse trasformazione che interessano gli altri due tipi. Nella litosfera si compie un ciclo continuo di trasformazione da un tipo di roccia all’altro: il ciclo delle rocce. rocce 3 Leignee lezione lezione 1 I minerali lezione 106 E La litosfera Le rocce ignee derivano dalla solidificazione di materiale fuso: il magma. Quando il magma solidifica nelle profondità della Terra si formano le rocce ignee intrusive, caratterizzate da cristalli ben formati. Quando il magma erutta sulla superficie terrestre sotto forma di lava si formano le rocce ignee effusive, ricche di sostanze vetrose. Basalti e graniti sono, rispettivamente, le rocce effusive e intrusive più diffuse sul pianeta. © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_106-107.indd 106 7-01-2010 14:47:11 107 Che cosa vedi? T. Bean Il Grand Canyon, l’immensa gola scavata dal fiume Colorado nell’Arizona settentrionale. Gli strati di roccia, formatisi uno sopra l’altro nel corso di centinaia di milioni di anni, racchiudono preziose informazioni sul passato del nostro pianeta. Le stesse rocce potrebbero un domani tornare a fondersi nelle profondità della Terra: sembra impossibile, ma anche le rocce che compongono la litosfera sono soggette, in tempi molto lunghi, a un vero e proprio ciclo di trasformazione. Le condizioni di pressione e temperatura presenti nel sottosuolo possono modificare anche le rocce più resistenti. Le trasformazioni sono così profonde da formare nuovi tipi di rocce: le rocce metamorfiche. Il metamorfismo può essere localizzato, come il metamorfismo di contatto, oppure esteso su vaste aree, come quello regionale. risorse 6 Leminerarie lezione Tutte le rocce che affiorano sulla superficie terrestre subiscono l’attacco dell’acqua, dell’aria e degli organismi. Le rocce vengono alterate e ridotte in frammenti dai quali hanno origine nuovi tipi di rocce, le rocce sedimentarie. In base alla loro origine le rocce sedimentarie vengono classificate in detritiche, organogene e chimiche. rocce 5 Lemetamorfi che lezione lezione rocce 4 Lesedimentarie Dalla Terra ricaviamo la maggior parte delle materie utili per la civiltà industrializzata. Tali risorse, che hanno avuto origine da processi geologici molto lenti, sono limitate ed esauribili. Al contrario, le attività di estrazione mineraria sono sempre più intense e veloci, e lo sfruttamento può avere gravi conseguenze sull’ambiente. © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_106-107.indd 107 7-01-2010 14:47:14 lezione unità E 1 I minerali 108 CONOSCENZE E ABILITÀ Ω sapere di che cosa si compone la litosfera e che cos’è un minerale Ω conoscere le proprietà che permettono di distinguere i minerali Ω sapere come si formano i minerali Ω conoscere i principali gruppi di minerali 2 figura 1 Montagne di minerali. Le rocce sono costituite da minerali diversi, che ne determinano forma, colore, durezza e altre caratteristiche. 1 Elemento Simbolo % in massa ossigeno silicio alluminio ferro calcio sodio potassio magnesio O Si Al Fe Ca Na K Mg Totale 46,60 27,72 8,13 5,00 3,63 2,83 2,59 2,09 98,59 CALCIO Dentro la litosfera La litosfera è lo strato più esterno della Terra, formato dalla crosta e dalla parte superiore del mantello (vedi anche Lezione A1). È un involucro solido e rigido costituito, in superficie e al proprio interno, da rocce. A loro volta, le rocce sono miscugli eterogenei di minerali (figura 1). Questo significa che i minerali che le compongono sono distinguibili a occhio nudo o almeno al microscopio. Esistono moltissimi tipi di rocce, diverse fra loro per origine, forme e colori. Queste notevoli differenze sono dovute proprio ai diversi minerali che le costituiscono. Le rocce, in genere, contengono da 2 a 5 minerali più abbondanti, e altri in tracce. Solo 8 dei 90 elementi chimici presenti in natura – cioè ossigeno, silicio, alluminio, ferro, calcio, sodio, potassio e magnesio – costituiscono quasi totalmente la crosta terrestre e quindi gran parte delle rocce (figura 2). Gli altri elementi sono presenti in quantità minime o soltanto in tracce. 2 I minerali: sostanze solide con struttura cristallina Diamante, sale da cucina, gesso: sono tutti minerali e sono diversissimi fra loro. Ma che cosa sono i minerali? Quali strutture sono alla base delle loro forme geometriche? Quali caratteristiche chimiche e fisiche conferiscono loro colorazioni così differenti? Un ˘minerale è una sostanza allo stato solido, è naturale e ha una composizione chimica specifica. Secondo i geologi, perché una sostanza si possa definire un minerale è necessaria un’altra importante caratteristica: deve avere una struttura cristallina. Riprendiamo, punto per punto, le caratteristiche di un minerale. SODIO POTASSIO MAGNESIO ALTRO FERRO ALLUMINIO OSSIGENO SILICIO 1 figura 2 Gli elementi più comuni. Il grafico e la tabella mostrano gli otto elementi chimici più abbondanti nella crosta terrestre, in percentuale di massa. ” È un composto di uno o più elementi chimici che può essere descritto da una precisa formula chimica. ” È naturale: le pietre sintetiche e i gioielli in resina da bigiotteria non sono minerali, perché sono fabbricati con processi industriali. ” È generalmente solido – solo il mercurio si trova in natura allo stato liquido –, mai gassoso: l’acqua non è un minerale, anche se è naturale e ha una tipica composizione chimica. ” Ha sempre una struttura cristallina, cioè gli atomi che lo formano sono disposti in configurazioni regolari, lungo determinate direzioni e su piani specifici. Il vetro siliceo, per esempio, che compone le bottiglie e che troviamo alle finestre, non è un minerale. Vi sono alcune eccezioni a questa regola: i vetri vulcanici o l’opale, nei quali la disposizione di atomi o molecole è disordinata, rientrano ugualmente nella categoria dei minerali. struttura cristallina dei minerali | LaAnche solo osservati a occhio nudo, alcuni minerali presentano in natura delle forme geometriche caratteristiche: è il cosiddetto abito cristallino (figura 3). Grazie a questo, già oltre due secoli fa gli scienziati avevano intuito che nei minerali gli atomi erano collocati in modo ordinato, secondo una precisa disposizione tridimensionale. In quale modo sono state scoperte le strutture cristalline dei minerali? La prova definitiva è arrivata con le “radiografie” dei cristalli realizzate nei primi anni del secolo scorso: i cristalli bombardati dai raggi X impressionavano la pellicola fotografica, “disegnando” la loro struttura interna. © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_108-111.indd 108 7-01-2010 14:47:34 Diamante o zircone? 3 figura 3 L’abito cristallino è la forma geometrica del minerale. [a] Una blenda con abito tetraedrico. [b] Un quarzo con abito prismatico. b Dalle immagini ottenute con la cristallografia a raggi X, che oggi si avvale di strumenti di calcolo molto raffinati, si può concludere che gli atomi dei diversi elementi che compongono il minerale si collocano sempre nelle stesse posizioni l’uno rispetto all’altro, dando luogo a una struttura geometrica semplice, ordinata e caratteristica, chiamata cella elementare. L’insieme delle celle elementari accostate fra loro dà luogo al reticolo cristallino, la struttura ordinata e regolare, tipica di ogni minerale, che gli conferisce la sua forma caratteristica (figura 4). 3 Diamante Zircone Colore incolore, gialliccio, bruno, grigio, verde, nero incolore, giallo, bruno, giallo-bruno, verde-giallastro, bruno-rosso, rosso, blu, nero Densità 3,52 g/cm3 4,70 g/cm3 Durezza elevata media Sfaldatura perfetta, secondo angoli precisi debole, prismatica A Riconoscere i minerali Vero o falso? Il riconoscimento dei minerali segue alcune regole tipiche dell’indagine poliziesca. Certo, non si possono interrogare i sospettati, ma è possibile dedurre la loro identità dalle “tracce” e dagli indizi personali, che in questo caso sono le loro ˘proprietà fisiche. ˘ La tua pietra è incolore e trasparente: ” La proprietà più appariscente è l’abito cristallino, cioè la forma geometrica esterna. Non sempre, però, questa è perfettamente riconoscibile; inoltre, uno stesso minerale può presentarsi in più forme diverse. ˘ La tua pietra, sottoposta alle prove di durezza, B v f di 3 cm3, quindi la sua densità è pari a 3,52 g/cm3. v f incide il rubino (una varietà di corindone). Nella scala di Mohs la sua durezza è pari a 8. v f E ora, pensaci bene... ˘ In base a queste prove, sei in grado di capire cuni minerali sono di un solo colore, come le olivine, che sono sempre verdi, proprio come le olive. Altri minerali sono policromi, come il quarzo o la tormalina, cioè assumono colorazioni differenti in base ai composti chimici presenti in tracce nel reticolo cristallino. di che pietra si tratta? ˘ La brillantezza è un effetto ottico prodotto dal ritorno della luce dalla gemma all’occhio dell’osservatore, e dipende in buona parte dalla precisione con cui la gemma viene tagliata. Secondo te, la pietra in figura è già stata lavorata per rendere massima la sua brillantezza? Per determinare altre proprietà fisiche dei minerali sono necessari semplici test, alcuni dei quali si possono condurre direttamente sul campo. ˘ Secondo te, il fatto che una gemma presenti una sfaldatura perfetta è utile o svantaggioso per chi la deve tagliare? Può essere una caratteristica che la rende più preziosa? ” La durezza è la capacità di resistere alla scalfittura da parte di un altro corpo. Per misurare la durezza di un minerale si usa la scala delle durezze di Mohs, la quale si basa sulla durezza di dieci minerali presi come .A questa caratteristica è sufficiente per il suo riconoscimento. ˘ La tua pietra pesa 10,56 g e ha un volume ” Un’altra proprietà molto evidente è il colore. Al- #L« 109 ˘ Quale delle proprietà elencate nella tabella determina la durevolezza nel tempo di una gemma? 3 figura 4 La cella elementare del salgemma è un cubo ai cui vertici si alternano atomi di cloro e atomi di sodio; questa struttura genera il reticolo cristallino. ˘ Secondo te, quali sono le caratteristiche che rendono così preziose le gemme e le distinguono da quelle che vengono semplicemente chiamate “pietre dure”? LA LITOSFERA a Ti sei mai chiesto come si può fare a distinguere un diamante da un’altra pietra meno preziosa, come uno zircone? Nel nostro paese, chi ha l’esigenza di far valutare minerali e gioielli può rivolgersi all’Istituto Gemmologico Italiano (IGI), i cui uffici si trovano in molte città. Dopo aver letto attentamente questa Lezione, prova anche tu a condurre una piccola analisi sulla pietra nella figura, con l’aiuto della tabella qui sotto. E © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_108-111.indd 109 7-01-2010 14:47:40 E1 i minerali tabella 1 Scala di Mohs Durezza 110 Minerale Oggetti comuni Durezza Minerale Oggetti comuni 1 talco facilmente scalfito dall’unghia 6 ortoclasio scalfito da un filo metallico, scalfisce il vetro 2 gesso facilmente scalfito dall’unghia 7 quarzo scalfisce l’acciaio e il vetro 3 calcite scalfito da una moneta di rame 8 topazio più duro della maggior parte degli oggetti comuni 4 fluorite facilmente scalfito dalla lama di acciaio di un coltello 9 corindone più duro della maggior parte degli oggetti comuni 5 apatite scalfito dalla lama di acciaio di un coltello o dal vetro 10 diamante il materiale più duro conosciuto riferimento. Ogni minerale della scala viene scalfito da tutti quelli che lo seguono: il diamante (numero 10 nella scala) è il minerale più duro, il talco (numero 1) è il più tenero (tabella 1). Quando si lavora sul campo, è utile sapere che un’unghia ha una durezza di poco maggiore di 2 e la lama di un coltellino di poco maggiore di 5. 2 figura 5 Minerali che si sfogliano. Le miche si rompono facilmente lungo piani paralleli, seguendo la propria struttura cristallina. ++ +++++++ + + +++++ +++ ++ ++++ + +++ + + ” La densità, cioè la quantità di materia per unità di volume, permette di distinguere minerali dello stesso colore. Per esempio, la grafite è grigia come l’ematite, ma è molto meno densa: 1 centimetro cubo di grafite ha una massa di 2,2 g, mentre lo stesso volume di ematite ha una massa di 5,2 g. ” La sfaldatura è la tendenza di un minerale a romper- si facilmente lungo delle superfici piane e dipende dai legami fra gli atomi che lo compongono. In un minerale che presenta questa proprietà, i legami della struttura cristallina sono più deboli nelle direzioni lungo le quali esso si rompe. Per esempio, le miche sono minerali che si sfaldano facilmente lungo piani paralleli fra di loro (figura 5): se colpite con un martello, possono spezzarsi in foglietti molto sottili, utilizzati anche nei cosmetici per le loro caratteristiche di lucentezza. 4 Come si formano i minerali Lo stesso minerale si può trovare in natura in forme diverse. Il quarzo, un minerale molto diffuso, a volte presenta cristalli giganteschi, con spigoli lunghi oltre un metro; altre volte appare come un filone bianco omogeneo nella roccia. L’aspetto esterno dei minerali dipende in parte dai ˘processi di cristallizzazione, cioè dalle modalità con cui si formano i cristalli. Si individuano due processi fondamentali di cristallizzazione: la cristallizzazione per raffreddamento e quella per precipitazione. ” Nella cristallizzazione per raffreddamento i minerali si formano a partire da rocce fuse. Gli atomi e le molecole, disposti in modo disordinato all’interno del fluido, solidificano riordinandosi nei reticoli cristallini mentre la temperatura si abbassa. A parità di composizione chimica, il risultato del processo è influenzato dalla velocità e dalla pressione: • se il raffreddamento avviene lentamente, si formano minerali con facce ben definite e caratteristiche di ciascun tipo di minerale. Viceversa, se è molto veloce, per esempio se avviene in acqua o a contatto con l’aria, si formano solidi amorfi, di aspetto vetroso, cioè con una disposizione degli atomi più disordinata; • a seconda della pressione, si possono formare strutture cristalline diverse. È il caso, per esempio, del diamante e della grafite, composti entrambi di atomi di carbonio: il diamante si forma a pressioni estremamente elevate e assume una struttura interna particolarmente ordinata che gli conferisce le caratteristiche di trasparenza e di durezza che lo rendono così prezioso. La grafite, invece, che si forma a pressioni molto più basse, assume una colorazione grigia ed è piuttosto facile da scalfire. Ogni minerale presenta una propria specifica temperatura di cristallizzazione. ” La cristallizzazione per precipitazione si verifica quando gli ioni di una sostanza disciolta in acqua si legano fra loro formando solidi cristallini. Questo processo può avvenire per evaporazione dell’acqua, come accade in una salina naturale – cioè una laguna o un braccio di mare basso con poco ricambio di acqua – o in una salina artificiale. 5 I principali gruppi di minerali I minerali possono essere classificati in diversi gruppi a seconda della loro composizione chimica, che è legata all’abbondanza degli elementi all’interno della Terra e alle condizioni fisiche presenti al momento della loro formazione. Ci occuperemo solo dei minerali della crosta, la parte più superficiale della litosfera. © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_108-111.indd 110 7-01-2010 14:47:45 ˘ Minerale Solido naturale, di composizione chimica specifica, avente una struttura cristallina, cioè una disposizione degli atomi in configurazioni regolari, che gli fa assumere un aspetto caratteristico, con forma e angoli tipici, chiamato abito cristallino. ˘ Processi di cristallizzazione Insieme di trasformazioni che portano alla formazione di un minerale. ˘ Proprietà fisiche Caratteristiche tipiche di ciascun minerale, che possono essere percepite con i nostri sensi – vista, tatto, olfatto – o individuate attraverso semplici analisi fisiche. Esse comprendono colore, durezza, densità e sfaldatura. ˘ Silicati Gruppo di minerali molto diffuso nella crosta terrestre. Sono caratterizzati dalla presenza dello ione silicato (SiO44– –), costituito da un atomo di silicio e da quattro atomi di ossigeno disposti a formare un tetraedro. I tetraedri possono essere variamente uniti fra loro e legati a ioni di diversi metalli. Gli altri minerali, che non contengono lo ione silicato, vengono definiti non silicatici. Prepara il test Scegli la risposta o il completamento corretto. 1. Quale fra le seguenti è una proprietà fisica? a b c d colore densità formula chimica sia a sia b sono corrette 2. La cristallizzazione per raffreddamento è un processo di formazione dei minerali: a b c d a partire da roccia fusa per evaporazione dell’acqua sia a sia b sono corretti sia a sia b sono sbagliati 3. Quale dei seguenti minerali è un carbonato? a b c d quarzo calcite gesso i minerali citati sono tutti carbonati Completa le seguenti frasi con il termine appropriato. 4. La ......................... è la capacità di resistere alla scalfittura da parte di un corpo. 2 figura 6 5. Gli ......................... sono sali formati da due elementi, uno non metallico e uno metallico. I silicati. [a] Il tetraedro del silicio; [b] una catena semplice di tetraedri; [c] una struttura laminare. 6. La pirite è un tipico ......................... . Vero o falso? 7. La struttura interna dei minerali si studia mediante i raggi X. 8. La scala delle durezze è detta scala di Mohs. 9. I minerali silicatici sono i meno diffusi nella crosta terrestre. v f v f v f ossigeno Si a 111 b c œ Guida allo studio a pagina 130 LA LITOSFERA ” I ˘silicati sono i minerali più abbondanti: costituiscono il 92% della crosta terrestre. Si formano in seguito a cristallizzazione per raffreddamento e la loro unità di base è lo ione silicato (SiO44 –), formato da atomi di silicio e di ossigeno disposti a tetraedro, cioè in una struttura piramidale. Il tetraedro può legarsi a ioni di metalli, come il calcio o il ferro, e formare strutture semplici, o ad altri tetraedri e formare strutture più complesse (figura 6). • I silicati ricchi di magnesio, ferro e calcio, con strutture semplici formate da tetraedri isolati o accoppiati, sono scuri e densi, e vengono chiamati mafici, termine che deriva dalle iniziali di magnesio e ferro; • i silicati chiari, ricchi di silicio e alluminio, con strutture complesse, sono chiamati felsici, dal nome dei loro rappresentanti più diffusi, i feldspati, che da soli costituiscono oltre la metà delle rocce della crosta terrestre. Il quarzo, il secondo minerale più diffuso sulla crosta terrestre, è composto soltanto di ossigeno e silicio (SiO2). Anche i pirosseni, la biotite e la muscovite sono silicati molto abbondanti nelle rocce. ” Tutti gli altri minerali, quelli che non contengono lo ione silicato, formano il gruppo dei minerali non silicatici. Sono più rari nella crosta terrestre, ma molto importanti per l’estrazione dei metalli e di altri elementi. • I carbonati sono composti dello ione carbonato (CO32–), e sono i non silicati più diffusi sulla crosta terrestre. Spesso hanno origine marina, dai gusci e dalle parti dure di organismi depositati sui fondali; la calcite, CaCO3, e la dolomite, CaMg(CO3)2, sono i carbonati più diffusi. • Alcuni elementi, come oro, argento, rame, zolfo e carbonio, si trovano liberi in natura, cioè non legati ad altri elementi, perciò sono detti elementi nativi. • I solfuri sono un gruppo di minerali non silicatici formati da metalli legati allo ione solfuro, S2–. Sono abbastanza diffusi e molto sfruttati per l’estrazione mineraria. Un tipico esempio è la pirite (solfuro di ferro), FeS2, di colore giallo, simile all’oro. • I solfati sono composti dello ione solfato, SO42 –. Generalmente cristallizzano per precipitazione, in seguito all’evaporazione di acque marine in lagune chiuse. Un esempio di solfato è il gesso. • Gli aloidi sono sali formati da due elementi, uno non metallico – come fluoro, cloro – e uno metallico – come sodio, potassio e magnesio. Il minerale più rappresentativo è il salgemma (cloruro di sodio), NaCl. • Gli ossidi e gli idrossidi comprendono minerali composti da uno o più metalli legati all’ossigeno o allo ione idrossido, OH–. Sono ricercati per l’estrazione di metalli utili: fra gli ossidi, ricordiamo l’ematite (ossido di ferro), Fe2O3. E © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_108-111.indd 111 7-01-2010 14:47:49 lezione unità E 21 MAGMA Il ciclo delle rocce LAVA )LMAGMAOLALAVA SOLIDIFICANDODANNO ORIGINEALLEROCCEIGNEE ROCCEIGNEE CR IS T A ZAZ LLIZ IO N E CA RE EP L ORE CONOSCENZE E ABILITÀ Ω sapere che cos’è una roccia Ω conoscere le tre principali tipologie di rocce presenti in natura Ω saper descrivere le trasformazioni che avvengono nel ciclo delle rocce 1 Le principali rocce della litosfera e la loro origine Nella Lezione precedente abbiamo fatto la conoscenza dei minerali. In questa Lezione e in quelle che seguono ci avventuriamo nel mondo delle rocce, miscugli di minerali, per capire che cosa sono, come sono fatte e come si formano. Ogni roccia è caratterizzata da una particolare composizione di minerali, che ci permette di risalire alla sua origine. Alcune rocce, per esempio, sono formate da sabbia e ghiaia tipicamente fluviali. Altre contengono frammenti di corallo e conchiglie di origine marina (figura 1). Altre ancora sono composte da minerali che suggeriscono la provenienza dalle profondità della Terra. In base alla loro origine, tutte le rocce esistenti in natura possono essere catalogate in tre principali gruppi: rocce ignee (dette anche magmatiche), rocce sedimentarie e rocce metamorfiche. Tutte “interagiscono” fra loro in un sistema dinamico chiamato ˘ciclo delle rocce (figura 2). Proviamo a seguire questo “percorso” a partire dalle profondità della Terra. | Le rocce ignee 2 figura 1 Rocce di origine marina. Sono visibili frammenti di conchiglie e coralli; si trovano anche ad altitudini elevate. Man mano che si scende al di sotto della superficie terrestre, la temperatura aumenta finché, a profondità comprese fra 100 e 350 km, essa diventa così alta che alcune rocce fondono: si forma così il cosiddetto ˘magma, una massa di minerali allo stato fuso, spesso contenente anche dei gas. Il magma fluido è meno denso delle rocce che lo circondano e per questo tende a risalire in superficie. Risalendo, il magma si raffredda e la sua solidificazione dà origine alle ˘rocce ignee. ” Quando la risalita del magma è molto lenta, il ma- teriale fuso resta intrappolato sotto kilometri di roccia e si raffredda lentamente, anche per svariate decine di mi- E IO N RO S N E E IO T O SI Z EN PO M E D VA LLE TOE SO P O R S RA T 112 NE SSIO ET E R O S R AS IO N PO E R TO 'LIAGENTIESOGENI SBRICIOLANOLEROCCE ELETRASPORTANO )NFINEIFRAMMENTI SIDEPOSITANO SEDIMENTI lioni di anni. I minerali che si formano in questo modo hanno il tempo di cristallizzare nelle proprie forme tipiche e danno origine alle rocce ignee intrusive. ” Quando il magma fuoriesce dalla superficie terrestre in seguito a un’eruzione vulcanica prende il nome di lava. La lava si raffredda rapidamente e dà origine alle rocce ignee effusive. | Le rocce sedimentarie Una volta esposte sulla superficie terrestre, tutte le rocce, comprese quelle ignee, subiscono complessi processi di trasformazione a causa dei fenomeni atmosferici e biologici, detti agenti esogeni. Gli agenti esogeni (acqua, vento, ma anche le modificazioni operate da animali e vegetali) alterano le rocce, cioè sottraggono loro minerali o frammenti. In seguito, trasportano i minerali e i frammenti di roccia lontano dal luogo di origine e li depongono: si formano così i sedimenti. I sedimenti sono poi cementati fra loro dalla deposizione di sostanze particolari presenti nelle acque sotterranee. Questo processo, detto ˘diagenesi, è all’origine delle ˘rocce sedimentarie che possono essere: ” clastiche, formate prevalentemente da detriti prove- nienti da altre rocce; ” organogene, originate per deposizione di conchiglie, coralli e resti di animali; ” chimiche, originate da processi chimici che avven- gono in acque superficiali e profonde. | Le rocce metamorfiche Le rocce che si sono originate sulla superficie della Terra possono essere coinvolte nei processi di formazione degli oceani e delle montagne ed essere così sottoposte a forti pressioni ed elevate temperature. I minerali originari subiscono grandi trasformazioni che ne modificano la struttura e l’intera roccia cambia aspetto. In questo modo hanno origine le ˘rocce metamorfiche. © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_112-113.indd 112 7-01-2010 14:48:09 )LCALOREINPROFONDITg FONDELEROCCE METAMORFICHE F US I O N ROCCEMETAMORFICHE ˘ Ciclo delle rocce Serie di cambiamenti che portano E i diversi tipi di rocce (ignee, sedimentarie, metamorfiche) a trasformarsi ciclicamente le une nelle altre. CALOREEPRESSIONE ˘ Diagenesi Insieme dei processi fisici e chimici che portano alla formazione delle rocce sedimentarie a partire dal sedimento. ˘ Magma Materiale roccioso fuso, spesso contenente dei gas, 3ELEROCCESEDIMENTARIEVENGONO SPINTEINPROFONDITgLAPRESSIONE EILCALORELETRASFORMANO METAMORFISMO INROCCEMETAMORFICHE che si trova al di sotto della superficie terrestre. Quando entra in contatto con l’atmosfera viene denominato lava. ˘ Rocce ignee Hanno origine dalla cristallizzazione di magmi S O LL E VA M E N TO ERO SION TOED E E P OS IZIO NE DI A G E N E SI o lave. ˘ Rocce metamorfiche Si formano in seguito a profonde trasformazioni subite dai minerali che costituiscono rocce preesistenti. ˘ Rocce sedimentarie Hanno origine dai processi di trasformazione delle rocce sulla superficie terrestre, a opera degli agenti esogeni. ROCCESEDIMENTARIE )SEDIMENTISICOMPATTANOECEMENTIFICANO 2 Le rocce formano un unico sistema Le rocce sembrano resistenti e immutabili, ma è solo un’illusione, dovuta a un intervallo di osservazione troppo breve. Su tempi molto più lunghi di quelli a cui siamo abituati – parliamo di migliaia o di milioni di anni – nessuna roccia è immutabile: tutte, lentamente, passano da un tipo all’altro, in un processo di trasformazione continua: il ciclo delle rocce. Anche se l’abbiamo appena descritto a partire dalla formazione delle rocce ignee, possiamo cominciare da un punto qualsiasi del ciclo. Inoltre, come si vede nella figura 2, è possibile individuare dei “percorsi” alternativi. Le rocce sedimentarie, per esempio, se esposte agli agenti esogeni possono subire nuovi processi di degradazione, trasporto, deposizione e diagenesi: si trasformano così in altre rocce sedimentarie, che hanno caratteristiche diverse. Allo stesso modo, le rocce metamorfiche possono essere coinvolte in processi di trasformazione che le modificano profondamente. Anche le rocce ignee possono essere riscaldate così tanto da fondere di nuovo. 3 1 figura 2 Lo schema del ciclo delle rocce. Le frecce rappresentano i processi che collegano i tre gruppi fra di loro. Molte rocce, una sola origine Tutte le rocce, a qualsiasi tipo appartengano, hanno avuto origine da un solo tipo di roccia primitiva, chiamata roccia primaria. Si tratta della prima roccia che si è consolidata negli stadi iniziali della formazione della Terra. Circa quattro miliardi e mezzo di anni fa, il magma che formava la Terra primordiale, detto magma primario, cominciò lentamente a solidificare in superficie, formando la crosta primitiva, che era composta esclusivamente di rocce ignee. Nei miliardi di anni successivi, processi sedimentari, metamorfici e magmatici hanno prodotto tutte le rocce presenti nella litosfera attuale. Si pensa che il magma attualmente presente nell’astenosfera (vedi Lezione E3) abbia la stessa composizione del magma primordiale. Prepara il test Scegli il completamento corretto. 1. Le rocce ignee possono trasformarsi in: a b c d rocce sedimentarie rocce metamorfiche altre rocce ignee tutte le trasformazioni elencate sono possibili 2. La solidificazione del magma si chiama: a b c d litificazione cristallizzazione metamorfismo sedimentazione 3. Le trasformazioni subite dalle rocce esposte sulla superficie terrestre sono all’origine delle: a b c d rocce ignee intrusive rocce ignee effusive rocce sedimentarie rocce metamorfiche Completa le seguenti frasi con il termine appropriato. 4. Le rocce …….............…… si formano in seguito alla deposizione di conchiglie, coralli e resti di animali. 5. Le rocce …….............…… sono prodotte da forti pressioni ed elevate temperature. 6. Tutte le rocce hanno avuto origine da un solo tipo di roccia primitiva, chiamata roccia …….............…… . Vero o falso? 7. Il processo chiamato diagenesi è all’origine delle rocce ignee. v f provenienti da altre rocce prendono il nome di rocce sedimentarie chimiche. v f considerati residui del magma primario. v f 8. Le rocce formate prevalentemente da detriti 9. I magmi che si trovano nell’astenosfera sono œ Guida allo studio a pagina 130 LA LITOSFERA T R A SP O R 113 E © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_112-113.indd 113 7-01-2010 14:48:14 lezione unità E 31 tabella 1 Tipi di rocce ignee Le rocce ignee Contenuto in silice (SiO2) del magma SiO2 < 52% 52% < SiO2 < 65% SiO2 > 65% ΩΩconoscere i processi di formazione delle rocce ignee ΩΩsaper descrivere e classificare le rocce ignee ΩΩsapere come si presentano in natura le rocce ignee 2 figura 1 Rocce effusive e intrusive. [a] Fiume di lava. [b] La roccia del Monte Capanne (isola d’Elba) è di tipo intrusivo. basica intermedia o neutra acida nuto in silice (un composto di ossigeno e silicio, che rappresentiamo con la formula SiO2) dei magmi da cui hanno origine (tabella 1). Abbiamo già incontrato il composto SiO2, studiando i minerali, nella sua forma cristallina più diffusa, il quarzo. A parità di composizione, le rocce ignee vengono poi distinte in base alle modalità di cristallizzazione dei minerali che le formano. 114 conoscenze e abilità Tipo di roccia ignea 1 Come si formano le rocce ignee Quasi certamente vi sarà capitato di vedere, in un documentario o in una fotografia, la lava fuoriuscire da un vulcano in eruzione (figura 1a). L’immagine richiama quella di un’immane massa infuocata, ma, in realtà, la lava è materiale fuso che, una volta raffreddato, dà origine a rocce solide e resistenti, le rocce ignee o magmatiche. Tutte le rocce ignee si sono formate dalla solidificazione di materiale roccioso fuso, il magma, denominato lava quando scorre in superficie. La loro classificazione viene effettuata in base alla composizione del magma da cui si sono formate e al suo tempo di raffreddamento. Via via che il magma si raffredda, i minerali cristallizzano secondo una sequenza temporale precisa, che dipende dalla temperatura di cristallizzazione propria di ognuno di essi. La solidificazione del magma avviene quindi gradualmente, per frazioni. Questo processo è chiamato ˘cristallizzazione frazionata ed è analogo al processo opposto, cioè la fusione frazionata, nella quale i minerali di una roccia fondono a temperature diverse. I magmi più comuni sono formati in prevalenza da silicati fusi. È possibile distinguere le rocce ignee in tre tipologie – basica, neutra e acida –, secondo il conte- ”” Se la roccia fusa è eruttata in superficie dalla bocca di un vulcano, il raffreddamento è rapido e il tempo insufficiente perché i minerali possano cristallizzare nelle loro forme tipiche. La roccia che ne deriva, definita ˘roccia effusiva o vulcanica (dal nome del dio romano del fuoco, Vulcano), ha una struttura vetrosa o contiene aggregati minuti di minerali, cioè cristalli microscopici. In particolari circostanze, la roccia fusa che scorre sul terreno – la lava – può solidificare entro poche ore dall’eruzione. Il processo è così rapido che gli atomi non hanno tempo di organizzarsi nella struttura ordinata dei solidi cristallini; perciò si aggregano in modo caotico e disordinato e formano l’ossidiana, un vero e proprio vetro vulcanico. ”” Se lo stesso magma si raffredda sotto la superficie, nelle profondità di crosta e mantello, il tempo di raffreddamento è molto più lungo, anche di molti milioni di anni, e consente la formazione di cristalli di dimensioni tali da essere visibili a occhio nudo, che costituiscono una ˘roccia intrusiva o plutonica (dal nome del dio romano degli inferi, Plutone) (figura 1b). a b © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_114-117.indd 114 7-01-2010 14:48:31 2 Rocce al microscopio Le quattro principali famiglie di rocce ignee Da oltre centocinquanta anni, per osservare e distinguere i minerali che formano le rocce ignee i geologi possono avvalersi di uno speciale microscopio a luce polarizzata, detto anche microscopio petrografico, che sfrutta le proprietà ottiche dei minerali, cioè il comportamento della luce quando li attraversa. Per analizzare le rocce con questo microscopio è necessario un piccolo accorgimento: si prende un blocchetto di roccia e lo si seziona con attrezzature particolari, fino a ottenere una fetta così sottile da risultare trasparente alla luce, chiamata proprio sezione sottile. In base alla percentuale dei vari minerali che le compongono, le rocce ignee assumono una colorazione che può variare da gradazioni diverse del grigio fino al nero o al verde scuro. In generale, le rocce acide sono più chiare e contengono grandi quantità di silicio e alluminio (minerali felsici), mentre quelle basiche, più scure, sono ricche di ferro e magnesio (minerali mafici). In base al contenuto di minerali felsici o mafici, cioè chiari o scuri, è possibile identificare alcune famiglie di rocce. Le quattro famiglie principali di rocce ignee sono: i graniti, le andesiti, i basalti, le rocce ultrabasiche. 115 famiglia dei graniti | LaComprende rocce acide e chiare, di colore variabile dal bianco al rosa in funzione della presenza di ferro. I minerali essenziali sono il quarzo, trasparente, il feldspato, di colore chiaro, e la biotite, un silicato scuro. I ˘graniti (figura 2a), le rocce intrusive più diffuse nella crosta terrestre, sono i principali rappresentanti di questa famiglia. La roccia effusiva corrispondente in composizione è la riolite (figura 2b). 1 3 figura 2 Rocce acide. [a] Il granito, una roccia intrusiva; [b] la riolite, la roccia effusiva corrispondente. 2 Ciascuna delle due figure rappresenta la sezione sottile di un campione di rocce ignee osservata al microscopio. Leggi attentamente questa Lezione, quindi prova a descrivere le due sezioni sottili in figura e a riconoscere a quali rocce appartengono. a A quale figura si riferiscono le seguenti affermazioni? ˘ Ogni macchia colorata è l’immagine di un minerale. figura 1 figura 2 entrambe ˘ Pochi cristalli di grosse dimensioni sono immersi in una “pasta” scura, composta di microcristalli. figura 1 a b figura 2 entrambe ˘ Tutti i cristalli sono ben visibili e distinguibili tra loro; si osserva la presenza di grossi cristalli di quarzo, che appaiono di colore chiaro alla luce del microscopio. | La famiglia delle andesiti Comprende rocce intermedie, di colore più scuro rispetto ai graniti, prevalentemente effusive. I minerali che le costituiscono sono pirosseni, anfiboli, biotite – tutti minerali mafici di colore dal verde al nero – e plagioclasio, di colore bianco. Il principale rappresentante di questa famiglia è l’andesite (figura 3b), una roccia effusiva molto diffusa sulle Ande. La roccia intrusiva corrispondente è la diorite (figura 3a). figura 1 b figura 2 entrambe E ora, pensaci bene... Osserva la figura 1. ˘ La sezione sottile in figura è composta da minerali mafici o felsici? ˘ La roccia da cui proviene si è raffreddata e consolidata rapidamente o lentamente? ˘ È una roccia effusiva o intrusiva? ˘ Secondo te, di quale roccia ignea si tratta? Osserva la figura 2. ˘ La sezione sottile in figura proviene da una roccia acida o basica? ˘ La roccia si è raffreddata e consolidata rapidamente o lentamente? ˘ È una roccia effusiva o intrusiva? a b ˘ Secondo te, di quale roccia ignea si tratta? LA LITOSFERA 3 figura 3 Rocce intermedie. [a] Una diorite; [b] un’andesite, la roccia effusiva corrispondente. e © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_114-117.indd 115 7-01-2010 14:48:37 E3 le rocce ignee VULCANO famiglia dei basalti |La Comprende rocce basiche molto scure o nere, formate COLATA DILAVA essenzialmente da olivina, pirosseni e plagioclasio calcico, tutti minerali mafici. I ˘basalti (figura 4b), che danno il nome a questa famiglia, sono le rocce effusive più diffuse sulla Terra. I vulcani che si trovano sul fondo degli oceani eruttano continuamente lave basiche che, raffreddandosi, formano i pavimenti di tutti gli oceani. La roccia intrusiva corrispondente è il gabbro (figura 4a). 116 CONDOTTO VULCANICO CAMERAMAGMATICA 4 figura 4 PLUTONE 1 figura 6 Rocce basaltiche. [a] Un gabbro; [b] un basalto, la roccia effusiva più diffusa. Il magma può risalire, eruttando, oppure solidificare in ammassi anche molto grandi, detti plutoni. a b famiglia delle rocce ultrabasiche |La Comprende diversi tipi di rocce, molto scure perché composte esclusivamente di silicati mafici, ricchi di ferro e magnesio. Il minerale caratteristico è l’olivina, seguita dal pirosseno, spesso accompagnati da vari ossidi (figura 5). 4 figura 5 Rocce ultrabasiche. La lherzolite è composta soprattutto da olivina, minerale caratteristico delle rocce ultrabasiche. oppure rimanere accumulato nella crosta terrestre per periodi lunghissimi, anche milioni di anni. Una volta raffreddati, questi magmi profondi danno origine ai ˘plutoni, ammassi di rocce intrusive, che possono affiorare in superficie a causa dell’erosione (figura 6). Se le cavità di accumulo del magma sono molto grandi, e l’ammasso che affiora in superficie si estende per oltre 100 kilometri quadrati, esso è chiamato batolite (figura 7). Da questi corpi intrusivi principali possono svilupparsi strutture più piccole di varie forme e dimensioni. 4 Le rocce ignee in Italia In Italia le rocce ignee affiorano in molti luoghi: proviamo a fare un viaggio virtuale per visitarne alcuni. Partiamo dalle rocce ignee effusive dell’Alto Adige, la principale zona di provenienza del porfido, cioè la riolite rossa con cui si lastricano le strade fin dai tempi dell’antica Roma (figura 8). Il porfido altoatesino è il residuo di colate di lava di oltre 300 milioni di anni fa, molto più antiche della comparsa dei dinosauri. Le altre rocce effusive italiane si trovano in Veneto, in Sardegna e nelle zone vulcaniche dell’Italia centro-meri- 3 Gli affioramenti delle rocce ignee Alcune rocce ignee, come i graniti e i basalti, ci sono molto familiari, perché normalmente vengono impiegate nell’edilizia o nella pavimentazione delle strade. Ma dove si possono incontrare, in natura? Mentre le rocce effusive, originate dalla lava, si trovano in prossimità di vulcani antichi o ancora attivi, gli affioramenti delle rocce intrusive hanno una storia un po’ più complessa. Le rocce intrusive si formano a varie profondità nella litosfera per accumulo di magma la cui zona di origine, come vedremo meglio studiando la struttura interna della Terra, è l’astenosfera. Da lì, il magma risale lentamente attraverso la litosfera verso la superficie, lungo fratture o zone di debolezza presenti nella crosta, sotto forma di enormi “gocce” dense e caldissime (circa 2000 °C). La risalita termina in cavità profonde della crosta, poste anche a svariate decine di kilometri dalla superficie: le camere magmatiche. Una volta che il magma si è accumulato, può subire due sorti diverse: riprendere a salire lungo fratture della crosta che gli permetteranno di eruttare in superficie, 2 figura 7 Dopo l’erosione. L’Half Dome, un enorme batolite affiorato in superficie nel Parco Nazionale di Yosemite, California (Stati Uniti). © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_114-117.indd 116 7-01-2010 14:48:40 3 figura 8 Canyon del Butterloch. È una stretta gola scavata nel porfido in provincia di Bolzano. ˘ Basalto La roccia effusiva più diffusa nella crosta terrestre, di colore scuro perché ricca di minerali mafici. ˘ Cristallizzazione frazionata Processo di raffreddamento progressivo di un magma, i cui minerali cristallizzano in una successione che dipende dalla temperatura di cristallizzazione di ciascuno. È l’opposto della fusione frazionata. ˘ Granito La roccia intrusiva più diffusa nella crosta terrestre, di colore chiaro perché ricca di silice. 117 ˘ Plutone Ammasso di rocce intrusive che ha origine da grossi accumuli sotterranei di magma; può affiorare in superficie a causa dell’erosione. 3 figura 9 Un antico plutone. La roccia di cui è formato il Monte Bianco è di tipo intrusivo, affiorata in superficie. ˘ Rocce effusive Rocce ignee che si formano dal raffreddamento del magma eruttato in superficie (lava). ˘ Rocce intrusive Rocce ignee che si formano dal raffreddamento del magma all’interno della crosta terrestre. Prepara il test Scegli il completamento corretto. 1. La formazione delle rocce ignee è dovuta a: a b c d dionale e insulare, in particolare sull’isola vulcanica di Lipari, nell’arcipelago delle Eolie. In Italia esistono anche batoliti e plutoni. La maggior parte si trova nelle Alpi: il Monte Bianco, per esempio, è formato da un granito “vecchio” di oltre 300 milioni di anni (figura 9). Facciamo un lungo salto in avanti nel tempo, per arrivare a circa 30 milioni di anni fa, e troviamo i plutoni di Traversella, Biella, Val Masino e Bregaglia, Adamello e Presanella, Vedrette di Ries e Pohorje. Questi graniti si sono formati nello stesso periodo, durante il sollevamento della catena alpina. Resti di plutoni si trovano anche altrove: famosi sono i sabbioni calabri, graniti disgregati dal tempo. Ma sicuramente i più spettacolari sono i graniti sardi, che hanno quasi 300 milioni di anni. Buona parte della costa sarda è interessata da affioramenti di graniti variamente modellati dal vento in forme straordinarie (figura 10). lento raffreddamento di un magma veloce raffreddamento di un magma precipitazione sia a sia b sono corretti 2. Il basalto è: a b c d una roccia intrusiva ricco di minerali mafici una roccia effusiva sia b sia c sono corretti 3. Le rocce ignee in Italia si trovano: a b c d nelle Alpi nelle regioni centro-meridionali nelle isole tutti i completamenti precedenti sono corretti Completa le seguenti frasi con il termine appropriato. 4. La solidificazione del magma avviene gradualmente, per frazioni: questo processo è chiamato …….............…… frazionata ed è analogo al processo opposto, cioè la fusione …….............…… . 5. Le rocce ignee possono essere classificate in base alla percentuale dei vari …….............…… che le formano. 6. La famiglia delle rocce …….............…… comprende rocce molto scure perché sono c0mposte esclusivamente di …….............…… mafici. Vero o falso? 7. L’andesite è una roccia effusiva molto diffusa sulle Ande. v f a plutoni. v f del porfido in Italia. v f 8. I magmi profondi danno sempre origine 9. L’ Alto Adige è la principale zona di provenienza œ Guida allo studio a pagina 130 LA LITOSFERA 3 figura 10 Un affioramento di granito rosso, ad Arbatax, in Sardegna. e © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_114-117.indd 117 7-01-2010 14:48:48 lezione unità E 1 4 Le rocce sedimentarie 118 CONOSCENZE E ABILITÀ Ω conoscere i processi di formazione delle rocce sedimentarie Ω sapere come si presentano in natura le rocce sedimentarie Ω saper descrivere e classificare le rocce sedimentarie 2 figura 1 La storia nella pietra. La storia geologica delle Tre Cime di Lavaredo, nelle Dolomiti, si può leggere attraverso gli strati di roccia, distinguibili anche a occhio nudo. 1 L’origine delle rocce sedimentarie La neve, la pioggia, l’acqua dei fiumi che scorrono nelle vallate, le onde del mare che si frangono sulle coste, il vento che leviga le rocce e trasporta la polvere del deserto: è l’azione incessante di questi elementi sulla superficie terrestre a causare la disgregazione continua delle rocce in frammenti. I materiali disgregati, come i frammenti di roccia, la sabbia nell’acqua o la polvere, prima o poi si depositano per effetto della forza di gravità. Questi materiali, chiamati ˘sedimenti, si accumulano via via sul fondo dei mari e degli oceani, nei laghi, nelle pianure. Con il tempo, i sedimenti si compattano e si cementano, e formano così le rocce sedimentarie. Solo il 5% della crosta terrestre è composto di rocce sedimentarie, tuttavia sono le rocce che incontriamo più facilmente: esse ricoprono, con uno spessore sottile e variabile, il 75% della superficie continentale della crosta terrestre. La principale caratteristica delle rocce sedimentarie, che le rende particolarmente interessanti all’occhio del geologo e del paleontologo, è la ˘stratificazione dei sedimenti. Man mano che si accumulano sulla superficie terrestre, i sedimenti cementificano formando degli strati di roccia, l’uno sopra l’altro, ciascuno dei quali contiene tracce dell’ambiente nel quale i sedimenti si sono formati (figura 1). ambiente marino 4 figura 2 Rocce erose dal vento nel Theodore Roosevelt National Park, Nord Dakota (Stati Uniti). Le rocce sedimentarie contengono quindi un vero e proprio archivio della storia del pianeta: conservano traccia di antichi mari o dune di sabbia, dei cambiamenti climatici, del sollevamento e dell’erosione delle montagne e anche delle antiche forme di vita. Con il tempo, anche i resti di origine biologica si trasformano in petrolio, gas naturale e carbone, fonti energetiche primarie. 2 Ambienti e processi di sedimentazione Le rocce sedimentarie possono avere origine sia sulle terre emerse sia sui fondali marini, in ambienti diversi fra loro. Ecco i principali ambienti di formazione. ” Continentali: si distinguono in ambienti alluvionali, lacustri e glaciali, dove predomina l’azione dell’acqua; ambienti desertici, che risentono del clima arido e del vento; ambienti delle grotte, o del sottosuolo, dove domina l’azione delle acque sotterranee. ” Di transizione: costituiscono le zone di passaggio fra gli ambienti continentali e quelli marini. Si distinguono: ambienti lagunari, vicini alle coste; ambienti deltizi, situati alla foce dei fiumi, dove si incontrano l’acqua dolce e quella salata del mare; ambienti litorali, sottoposti all’azione incessante delle onde e delle maree. ” Marini: comprendono diverse zone dei fondali, da ambiente di laguna quelle in prossimità della costa alle pianure abissali che si estendono sul fondo degli oceani. Ciascun ambiente è caratterizzato da uno o più processi di sedimentazione. I principali sono la degradazione, l’erosione e il trasporto, la deposizione. ambiente di terraferma ” La degradazione è la disgregazione delle rocce: può essere di tipo meccanico, se la frammentazione avviene a causa dell’azione abrasiva degli agenti atmosferici, oppure di tipo chimico, quando la roccia viene alterata dall’acqua e dai gas presenti nell’atmosfera. I processi di degradazione frammentano e decompongono le rocce; i detriti rocciosi che ne derivano sono chiamati ˘clasti. © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_118-121.indd 118 7-01-2010 14:49:16 Il diagramma di Hjulström I “mezzi di trasporto” principali dei sedimenti in ambiente continentale sono fiumi e torrenti: l’energia di un corso d’acqua o, in altri termini, la sua velocità, può strappare dal fondo dei frammenti rocciosi (erosione) e trasportarli in luoghi diversi da quelli d’origine (trasporto). Se la velocità diminuisce oltre un certo limite può non bastare più per il trasporto: in tal caso, i clasti finiscono il loro “viaggio” e si depositano nuovamente sul fondo (sedimentazione). Il diagramma di Hjulström, così chiamato dal nome dello studioso che lo ha proposto, delimita le condizioni in cui avvengono erosione, trasporto e sedimentazione. Sull’asse delle ascisse sono riportate le dimensioni dei clasti (diametro, in mm), mentre sull’asse delle ordinate è riportata la velocità media della corrente d’acqua (in cm/s). Proviamo a esaminarlo insieme, con l’aiuto di qualche domanda. EROSIONEPI|TRASPORTO VE L O CI E NE ION SIO O AZ R T TgCR E EN ITICADI DI M 6ELOCITgMEDIACMS per effetto della forza di gravità, si depositano sul fondo del mare, di un lago o sulla terraferma. In questo processo, chiamato appunto deposizione, si formano strati di depositi di materiali incoerenti, nei quali cioè i frammenti sono slegati gli uni dagli altri, come la sabbia di una spiaggia. La continua deposizione di nuovi detriti, che si accumulano via via gli uni sugli altri, provoca, a causa del loro peso, lo schiacciamento e il compattamento dei detriti posti negli strati inferiori. I clasti si avvicinano fra loro e il deposito si compatta. Osserva la figura 3: negli spazi fra i clasti circola acqua ricca di sostanze minerali che vengono depositate sulla superficie dei frammenti e formano una pellicola adesiva chiamata ˘cemento. Il cemento lega i clasti fra loro e il sedimento sciolto si trasforma così in sedimento litificato, cioè roccia dura e coerente. L’insieme dei processi di compattazione e cementazione che portano alla trasformazione di un sedimento in roccia sedimentaria coerente viene chiamato litificazione. L’insieme delle trasformazioni fisiche e chimiche subite dal sedimento nel corso di questi processi viene chiamato diagenesi. LA SE ” Trasportati anche a grandissima distanza, i clasti, TRASPORTO A R IT L’interazione fra l’ambiente e i processi di sedimentazione dà origine ai tre principali tipi di rocce sedimentarie: clastiche, organogene, chimiche. VE LO g CIT C SEDIMENTAZIONE $IAMETROCLASTIMM Vero o falso? ˘ Per trasportare una ghiaia di dimensioni 6 figura 3 La litificazione. [a] Sedimento litificato; [b] schema del processo. di 10 mm di diametro è necessaria una velocità superiore ai 100 cm/s. v f le particelle sono piccole, più la corrente deve essere veloce per strapparle dal fondo. v f lo è sempre anche per l’erosione. v f dal diametro di dimensioni inferiori a 0,01 mm, una volta strappate dal fondo, non “cadono” mai. v f ˘ Oltre un certo limite (0,5 mm circa), più ˘ Se la velocità è sufficiente per il trasporto, ˘ Secondo il diagramma, le particelle a materiale incoerente compattazione 119 ER trasporto e di erosione dei clasti (figura 2). L’azione abrasiva degli agenti atmosferici rimuove dai clasti particelle di minerali, trasformandoli ulteriormente. Le modalità di erosione e trasporto sono legate al tipo di agente coinvolto e alla dimensione dei clasti. Clasti grossi come massi possono essere trasportati nei fiumi solo da onde di piena eccezionali; clasti delle dimensioni di un granello di polvere possono essere trasportati dal vento per migliaia di kilometri. IC A P ” Acqua, ghiaccio e vento sono i principali agenti di cementazione B E ora, pensaci bene... Quelli di montagna sono più veloci? ˘ Qual è la forza principale che fa precipitare i fiumi a valle e, in questo modo, conferisce loro energia e velocità? b ˘ Dove è più probabile, quindi, che avvenga la sedimentazione? LA LITOSFERA ˘ Prova a pensare ai fiumi e ai torrenti che conosci. E © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_118-121.indd 119 7-01-2010 14:49:23 E4 le rocce sedimentarie 3 Le rocce sedimentarie clastiche Le ˘rocce clastiche derivano dall’erosione e dalla deposizione di clasti e sono classificate essenzialmente in base alle dimensioni dei frammenti di roccia che le compongono. ”” I conglomerati derivano dalla diagenesi delle ghiaie, sedimenti incoerenti formati da clasti del diametro superiore a 2 mm. 120 ”” Le arenarie sono formate da sabbie, sedimenti incoerenti del diametro compreso fra 0,06 mm e 2 mm. ”” Le siltiti e le argilliti derivano da accumuli di polve- ri, dette anche fanghi, del diametro inferiore a 0,06 mm: le siltiti si formano per compattazione di polveri fini, chiamate silt, le argilliti hanno origine per compattazione di polveri finissime, dette argille. Una delle caratteristiche principali dei silt e delle argille è la loro capacità di formare masse di fango appiccicoso se mischiate con acqua, proprio come la farina forma un impasto quando il panettiere la mescola all’acqua per preparare il pane. Questa caratteristica, chiamata tenacità, è molto sviluppata nelle argille ed è sfruttata per plasmare oggetti che, in seguito a cottura a temperature dell’ordine dei 1000 °C, diventano permanentemente solidi, per esempio statue, terrecotte, ceramiche e piastrelle. 4 Le rocce sedimentarie organogene Le rocce sedimentarie che derivano dall’accumulo di resti di materia organica, come frammenti di conchiglie o foglie, oppure dall’azione di organismi marini costruttori, come i coralli, sono dette ˘rocce organogene. La classificazione di tali rocce prende in consi5 figura 4 Le rocce organogene sono di origine molto varia. [a] Calcare formatosi per deposizione di gusci di foraminiferi; [b] selce a composizione prevalentemente silicea; [c] il carbone è un resto fossile vegetale. derazione diversi fattori, per esempio il tipo di resti organici o la composizione chimica della roccia, grazie ai quali si distinguono: rocce carbonatiche, silicee, fosfatiche e combustibili fossili. rocce carbonatiche |Le Contengono carbonati e si suddividono in calcari, se il minerale che compone la roccia è in prevalenza carbonato di calcio, CaCO3, e dolomie, se sono formate da carbonato di calcio e magnesio, CaMg(CO3)2. ”” I calcari possono formarsi in mare aperto, lontano dalla costa, in seguito alla deposizione di gusci di foraminiferi, organismi microscopici che fanno parte del plancton che galleggia nel mare, oppure vicino alla costa per accumulo di conchiglie di molluschi e di loro frammenti (figura 4a). ”” Le dolomie derivano da sedimenti calcarei nei quali parte degli atomi di calcio è stata sostituita da atomi di magnesio disciolto nell’acqua. Questo fenomeno si verifica soprattutto in corrispondenza delle barriere coralline, scogliere semisommerse dove si accumulano gusci e scheletri carbonatici di coralli e spugne. Le rocce silicee |Chiamate anche selci, si formano grazie all’accumu- lo di resti di organismi microscopici con guscio siliceo, come i radiolari, microrganismi che fanno parte del plancton animale, o le diatomee, alghe che fanno parte del plancton vegetale (figura 4b). Se la deposizione del plancton siliceo avviene in mare aperto e profondo, dove non è presente plancton carbonatico come i foraminiferi, si forma una roccia costituita da silice pura. In alternativa, nel caso di deposizione contemporanea di gusci di foraminiferi e di radiolari, la selce forma noduli immersi nella roccia calcarea. | Le rocce fosfatiche Si formano per compattazione del guano, formato da grosse quantità di escrementi di uccelli marini che si accumulano sulle scogliere o da escrementi di pipistrelli che si accumulano nelle grotte. Poco diffuse, sono rocce molto ricercate dall’industria dei fertilizzanti per il loro elevato contenuto di fosforo e azoto. a I combustibili fossili |Sono costituiti dai carboni e dal petrolio. ”” I carboni sono resti fossili di piante accumulatisi, milioni di anni fa, in zone paludose o umide, come le torbiere, dove l’acqua era stagnante e priva di ossigeno (figura 4c). ”” Il petrolio, invece, si è formato in seguito a com- b c plessi processi di fossilizzazione avvenuti in particolari condizioni fisiche dopo la deposizione di resti di animali, in prevalenza microrganismi, in acque povere di ossigeno. Giacimenti di petrolio sono presenti sia sui continenti sia sul fondo del mare. © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_118-121.indd 120 7-01-2010 14:49:26 ˘ Cemento Sottile pellicola di materiale cristallino che si deposita fra i clasti legandoli fra loro. ˘ Clasti Frammenti rocciosi prodotti dai processi di degradazione e di erosione delle rocce. ˘ Rocce chimiche Rocce sedimentarie che derivano da processi di dissoluzione e precipitazione di sali. ˘ Rocce clastiche Rocce sedimentarie formate da accumuli di detriti, i clasti, che derivano dalla disgregazione di rocce preesistenti. 121 ˘ Rocce organogene Rocce sedimentarie formate da accumulo Le rocce sedimentarie chimiche Le ˘rocce chimiche si formano in seguito a processi chimici che si verificano in acqua. I due processi più diffusi sono quelli di tipo carsico e quelli di tipo evaporitico. 1 figura 5 Il travertino delle piscine naturali di Pamukkale, in Turchia. | | sul fondo dei mari e degli oceani, nei laghi o nelle pianure e, con il tempo, si compattano e si cementano formando le rocce sedimentarie. ˘ Stratificazione Caratteristico aspetto in natura delle rocce sedimentarie, dovuto alla litificazione, in periodi successivi, di strati di sedimenti che hanno avuto origine in condizioni ambientali diverse. I processi di tipo carsico Si tratta di trasformazioni che interessano le rocce carbonatiche, che sono facilmente disciolte dall’acqua delle piogge o dei fiumi resa leggermente acida dalla presenza di diossido di carbonio. L’espressione processi di tipo carsico deriva da Carso, il nome di una vasta area dell’altopiano vicino a Trieste, dove questo fenomeno è molto diffuso. Le sostanze sciolte dall’acqua, in prevalenza sali di calcio e magnesio, sono trasportate in soluzione lungo le fratture presenti all’interno delle rocce. Quando l’acqua, passata attraverso le fratture, finisce in cavità sotterranee, comincia a gocciolare in maniera lenta e continua. La sua evaporazione determina la deposizione dei sali sul soffitto e sul fondo delle cavità. In questo modo il carbonato di calcio si accumula in forme particolari come le stalattiti e le stalagmiti. Un processo di questo tipo avviene ai piedi di alcune cascate, quando l’acqua, satura di calcare, impregna il fogliame e i rami caduti a terra trasformandoli in una roccia porosa detta travertino (figura 5). Processi simili a quelli appena descritti possono verificarsi anche in acque ricche di silice (SiO2); in questo caso le rocce che si formano vengono denominate diaspri. In particolari condizioni, la deposizione della silice dà origine a un minerale amorfo, l’opale, dai colori iridescenti (figura 6). I processi di tipo evaporitico Consistono nella deposizione dei sali disciolti nell’acqua per evaporazione dell’acqua stessa. Tali processi avvengono sia in ambienti continentali caratterizzati da clima arido, come laghi situati nei deserti, sia in ambienti marini, per esempio lagune dove l’acqua di mare può evaporare. Le rocce che si formano sono chiamate rocce evaporitiche e sono costituite da minerali come carbonati, gesso, cloruro di sodio e zolfo. ˘ Sedimenti Materiali disgregati che si accumulano via via Prepara il test Scegli il completamento corretto. 1. L’origine delle rocce sedimentarie è legata: a b c d all’ambiente di formazione ai processi di sedimentazione alla velocità di raffreddamento di un magma sia a sia b sono corretti 2. Le rocce organogene silicee si chiamano: a selci b diaspri c calcari d siltiti 3. Le stalattiti sono rocce sedimentarie: a b c d organogene chimiche detritiche sia a sia b sono corretti Completa le seguenti frasi con il termine appropriato. 4. Negli spazi fra i clasti circola acqua ricca di sostanze …….....……….. che, depositate sulla superficie dei frammenti, formano una pellicola adesiva chiamata …….....……….. . 5. I …….....……….. sono resti fossili di piante accumulatisi 2 figura 6 Opali allo stato naturale. in zone paludose o umide, come le …….....……….. . 6. La deposizione della silice dà origine a un minerale amorfo, l’ …….....……….. . Vero o falso? 7. Gli ambienti di transizione sono tipici ambienti sedimentari marini. 8. Le arenarie sono formate da sabbie. 9. I processi di tipo carsico interessano le rocce carbonatiche. v f v f v f œ Guida allo studio a pagina 130 LA LITOSFERA 5 di materiale organico o per azione di organismi costruttori, per esempio i coralli. E © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_118-121.indd 121 7-01-2010 14:49:32 Le rocce metamorfiche 122 conoscenze e abilità ΩΩconoscere i processi di formazione delle rocce metamorfiche ΩΩsaper descrivere e classificare le rocce metamorfiche ΩΩsapere come si presentano in natura le rocce metamorfiche 1 Il metamorfismo: le rocce cambiano aspetto Siamo abituati a pensare alle rocce come a materiali solidi e rigidi; eppure le rocce della figura 1 appaiono piegate, schiacciate, deformate. Quali immense forze possono agire sulle rocce fino a piegarle come se fossero fogli di carta o pani di plastilina? Il processo che determina queste modificazioni, chiamato ˘metamorfismo, è un insieme di alterazioni profonde che le rocce subiscono quando vengono coinvolte nei movimenti della crosta terrestre oppure quando vengono a contatto con il magma. Le rocce metamorfiche sono chiamate così proprio perché hanno subito una metamorfosi, adeguandosi a condizioni esterne diverse da quelle in cui si sono formate. Questo processo può coinvolgere rocce preesistenti di qualunque tipo: ignee, sedimentarie o metamorfiche. 2 Come avviene il metamorfismo Le cause principali dei processi metamorfici sono variazioni molto intense di pressione e di temperatura che possono agire sulle rocce sia a livello superficiale, piegandole e deformandole, sia a livello profondo, alterando la struttura cristallina dei minerali che le compongono. Si parla di metamorfismo quando queste alterazioni avvengono essenzialmente allo stato solido, senza che le rocce fondano per formare il magma. A determinate condizioni di pressione e di temperatura, infatti, è possibile che i legami fra i componenti del- la struttura cristallina si rompano; un minerale, quindi, può ricristallizzare e cambiare struttura e dimensioni, o trasformarsi addirittura in un minerale diverso, pur senza passare completamente allo stato fuso. Nelle rocce sottoposte a metamorfismo, entro precisi intervalli di pressione e di temperatura ricristallizzano solo certi tipi di minerali, chiamati minerali indice. I minerali indice permettono di definire il tipo e il ˘grado di metamorfismo subito da una roccia, che può essere basso, medio o alto. Inoltre, a seconda dei processi naturali che lo determinano, si riconoscono in natura tre tipi di metamorfismo: di contatto, cataclastico e regionale (figura 2). 3 Il metamorfismo di contatto Il ˘metamorfismo di contatto è causato da un intenso riscaldamento delle rocce dovuto al contatto con il magma che si insinua attraverso le fessure della crosta terrestre. L’intrusione del magma, di solito, avviene a profondità modeste: la pressione alla quale le rocce sono sottoposte non è elevata, ma le variazioni di temperatura sono, al contrario, rilevanti e innescano il seguente processo. ”” Temperature elevate, che possono superare i 1000 °C, “cuociono” le rocce che circondano il magma, chiamate rocce incassanti, senza provocarne la fusione. ”” Nelle rocce incassanti poste intorno all’intrusione di magma si forma così un’aureola di contatto, che prende il nome dalla forma ad anello assunta dalle rocce metamorfosate intorno all’accumulo di magma (figura 3). ”” Lo spessore dell’aureola di contatto può andare da pochi centimetri ad alcuni metri, a seconda della temperatura del magma e del tipo di roccia incassante: alcune rocce incassanti, infatti, sono molto più sensibili di altre agli aumenti di temperatura. 2 figura 2 I parametri del metamorfismo. Diversi valori di pressione e temperatura durante il processo metamorfico danno origine a rocce di tipo diverso. 4 figura 1 Rimodellare le rocce. Le rocce coinvolte nei movimenti della crosta terrestre possono deformarsi in modo plastico senza rompersi. NE SI DI A G E METAMOR F ISMOD ICONTAT T O METAMORFISMO REGIONALE 0RESSIONEKBAR CONDIZIONINON PRESENTINELLA4ERRA FUSIONE PARZIALE DELLE ROCCE 0ROFONDITgKM lezione unità E 51 4EMPERATURA# © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_122-125.indd 122 7-01-2010 14:49:51 Roccia metamorfica o roccia sedimentaria? 3 figura 3 Metamorfismo di contatto. I minerali delle rocce incassanti cambiano dimensioni e struttura. CALORE 123 CALORE MAGMA CALORE AUREOLA DICONTATTO 1 ” Nell’aureola di contatto i minerali mantengono la a propria composizione chimica, ma cambiano dimensioni e struttura. Il metamorfismo cataclastico Il ˘metamorfismo cataclastico si genera in prossimità della superficie in seguito a forti frizioni nelle zone di faglia che, come vedremo, sono fratture della litosfera lungo le quali le rocce si spostano. L’intenso sfregamento prodotto dal contatto fra le rocce è all’origine di una forte pressione, che gioca il ruolo più importante in questo tipo di metamorfismo e che può sbriciolare i materiali rocciosi. Le rocce metamorfiche che ne derivano, i ˘cataclasiti, assomigliano a un conglomerato formato da clasti spigolosi e ben cementati fra loro. Nel metamorfismo cataclastico la temperatura non ha di solito molta influenza. In alcuni casi, però, il calore prodotto dall’attrito lungo il piano di faglia è particolarmente intenso e trasforma profondamente le porzioni di roccia che sono a contatto fra loro, tanto che possono formarsi dei nuovi minerali. Le rocce corrispondenti, chiamate ˘miloniti, hanno un aspetto simile al vetro (figura 4). Vero o falso? ˘ In entrambe le rocce è evidente la presenza di strati di colore differente. v f costituite da quarzo e quelle del campione 2 da quarzo e calcite; quindi in entrambe le rocce sono presenti prodotti magmatici. v f tipo di pressione. v f ˘ Le macchie chiare del campione 1 sono L’aspetto finale della roccia che si è formata è simile a quello delle rocce ignee intrusive, ma è diversa la composizione: si formano, infatti, minerali tipici del metamorfismo di contatto, che possono anche assumere notevoli dimensioni. Per esempio, rocce sedimentarie come i calcari sono trasformate in marmi, rocce metamorfiche formate da grossi cristalli di carbonato di calcio (CaCO3) simili nella forma a granelli di zucchero. Per le sue caratteristiche di lucentezza, il marmo è stato impiegato sin dall’antichità nella scultura, nell’architettura e nell’edilizia in genere. 4 2 ˘ Le due rocce sembrano aver subito lo stesso b E ora, pensaci bene... ˘ Che differenza c’è fra le laminazioni metamorfiche e gli strati sedimentari? ˘ Quale delle due rocce è scistosa? Quale delle due è stratificata? 2 figura 4 ˘ Qual è la roccia metamorfica? Milonite. Di aspetto vetroso, si forma quando l’attrito è particolarmente intenso. LA LITOSFERA CALORE A volte è possibile distinguere una roccia metamorfica da un altro tipo di roccia compiendo semplici osservazioni. Una delle due fotografie rappresenta uno gneiss, cioè una roccia metamorfica, l’altra una selce, cioè una roccia sedimentaria. Per capire quale dei due campioni è la roccia metamorfica, leggi attentamente la Lezione, quindi rispondi alle seguenti domande. e © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_122-125.indd 123 7-01-2010 14:49:58 e5 le rocce metamorfiche 5 Il metamorfismo regionale Il ˘metamorfismo regionale è il processo metamorfico più diffuso, che interessa aree molto estese poste a diverse profondità all’interno della crosta terrestre. Questo tipo di metamorfismo è frutto di forti variazioni, sia di pressione sia di temperatura, dovute ai movimenti interni alla crosta terrestre.Tali movimenti possono trascinare le rocce a profondità maggiori rispetto alla loro posizione originaria: la pressione delle rocce sovrastanti e le temperature elevate determinano condizioni tali da deformare e trasformare le rocce. Man mano che si scende in profondità, temperatura e pressione aumentano e, di conseguenza, aumenta il grado di metamorfismo. Nella figura 5 possiamo osservare come si trasforma, per esempio, l’argillite in corrispondenza dei diversi gradi di metamorfismo. In condizioni particolari la pressione e la tempe- 124 L’argillite si forma per compattazione di polveri finissime. È una roccia sedimentaria clastica. 3 figura 5 Vari gradi di metamorfismo. Trasformazione metamorfica di un’argillite. In seguito ad aumento di pressione e temperatura, l’argillite si trasforma in ardesia. Pressione e temperatura aumentano ulteriormente, innescando anche un processo di ricristallizzazione: si forma la fillade. 1 figura 6 Rocce ibride. Le migmatiti si formano a grande profondità nella crosta terrestre, dove l’alta temperatura provoca la fusione di alcuni dei loro componenti, in un processo chiamato anatessi. ratura possono raggiungere valori così elevati da produrre fusioni parziali o totali della roccia coinvolta nel processo metamorfico. Si formano così magmi secondari, denominati magmi di anatessi, che producono, al loro raffreddamento, una roccia chiamata migmatite (figura 6). Questo tipo di roccia ha caratteristiche intermedie fra una roccia che ha subito un alto grado di metamorfismo e una roccia ignea intrusiva. L’aspetto delle migmatiti è simile a quello di un gelato variegato: “lingue” di aspetto simile al granito sono immerse nelle pieghe delle rocce metamorfiche da cui hanno avuto origine. 6 Le deformazioni delle rocce Uno degli effetti dei processi metamorfici nei quali entra in gioco la pressione è che le rocce vengono piegate e stirate lungo piani perpendicolari alla direzione della pressione. Questi piani, chiamati ˘piani di scistosità (figura 7), conferiscono un aspetto particolare alla roccia, che appare come una 4 figura 7 Scistosità. La roccia appare formata da strati sottili. Il processo di ricristallizzazione continua: la roccia ora prende il nome di gneiss. © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_122-125.indd 124 7-01-2010 14:50:04 torta millefoglie formata da tanti strati sottili, spesso piegati e contorti, da non confondere con gli strati delle rocce sedimentarie che si formano per accumulo di detriti. Le pressioni che determinano i piani di scistosità sono chiamate sforzi. L’analisi accurata delle pieghe e delle fratture “scolpite” nelle rocce metamorfiche permette agli studiosi di ricostruire l’intensità e la direzione degli sforzi. In generale, gli stessi eventi che determinano, in tempi lunghissimi, la nascita delle montagne (orogenesi) possono arrivare a inclinare, piegare e deformare le rocce. Osserva la figura 8: rappresenta la piega del Dent de Morcles, una cima delle Alpi svizzere. Nell’ingrandimento si vedono molto bene gli strati rocciosi piegati più volte a forma di Z. Queste pieghe si possono formare quando interi continenti si scontrano fra loro: immagina le enormi tensioni e gli sforzi in gioco, in grado non solo di innalzare le formazioni rocciose preesistenti, ma anche di piegare interi blocchi di roccia. Nel caso del Dent de Morcles, le stratificazioni di vari colori indicano la presenza di rocce sedimentarie differenti: gli strati appaiono addirittura rovesciati rispetto all’ordine nel quale si formarono in origine. Raccogliendo tutte queste informazioni, i geologi sono in grado di distinguere le varie rocce fra loro e di ricostruire gli avvenimenti storici che hanno interessato l’area. La forma delle pieghe, infatti, indica la direzione del piegamento, cioè l’origine degli sforzi che hanno piegato le rocce. Queste indagini permettono anche di capire quanta roccia è stata erosa dagli agenti atmosferici e di ricostruire la geografia della Terra preistorica, chiamata paleogeografia. 5 figura 8 Pieghe a Z. Il Dent de Morcles, sulle Alpi svizzere, presenta pieghe molto evidenti. ˘ Cataclasiti Rocce metamorfiche formatesi nelle zone di faglia. ˘ Grado di metamorfismo Intensità del processo metamorfico, segnalato dai minerali indice. ˘ Metamorfismo Insieme di trasformazioni subite dalle rocce in seguito a variazioni di temperatura, pressione o entrambe. ˘ Metamorfismo cataclastico È prodotto da forti aumenti di pressione nelle zone di faglia. 125 ˘ Metamorfismo di contatto È dovuto a variazioni di temperatura prodotte dal magma nelle rocce incassanti. ˘ Metamorfismo regionale È prodotto dall’aumento di pressione e temperatura che agisce sulle rocce al crescere della profondità. Può interessare aree molto estese. ˘ Miloniti Rocce metamorfiche di aspetto vetroso. ˘ Piani di scistosità Laminazioni tipiche delle rocce metamorfiche sottoposte a sforzi, cioè a pressioni orientate. Prepara il test Scegli il completamento corretto. 1. Il metamorfismo di contatto è causato da: a b c d variazioni di pressione variazioni di temperatura sia a sia b sono sbagliati sia a sia b sono corretti a b c d magmi secondari magmi primari magmi metamorfici tutti i completamenti precedenti sono corretti 2. I magmi di anatessi sono: 3. Lo studio della forma delle pieghe e delle fratture permette ai geologi di: a b c d ricostruire la geografia del passato ricostruire la storia geologica di un territorio individuare giacimenti minerari tutti i completamenti precedenti sono corretti Completa le seguenti frasi con il termine appropriato. 4. Il metamorfismo ……….….......…. è il processo metamorfico più diffuso. 5. Le pressioni che determinano i piani di scistosità sono chiamate ……….….......…. . 6. I minerali ……….….......…. permettono di definire il tipo e il ……….….......…. di metamorfismo subito da una roccia. Vero o falso? da un forte aumento della pressione sulle rocce. 8. Le miloniti hanno un aspetto simile al vetro. 9. I piani di scistosità sono paralleli alla direzione degli sforzi. v f v f v f œ Guida allo studio a pagina 130 LA LITOSFERA 7. Il metamorfismo di contatto è causato e © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_122-125.indd 125 7-01-2010 14:50:13 lezione unità E 61 Le risorse minerarie 126 conoscenze e abilità ΩΩconoscere le principali risorse minerarie e il loro impiego ΩΩsapere che cosa sono i giacimenti minerari e come vengono classificati ΩΩconoscere le conseguenze sull’ambiente dell’estrazione mineraria 1 a Le ricchezze della crosta terrestre La crosta terrestre ha grande importanza economica per l’uomo. Dalle rocce che la compongono si ricavano, infatti, materiali da costruzione, pietre ornamentali e minerali utili che sono alla base di molti processi industriali. Tutti questi materiali, risultato di trasformazioni geologiche estremamente lente se paragonate al ritmo attuale dei processi di estrazione, sono in quantità fissa e determinata. Le ˘risorse minerarie, cioè tutti gli accumuli di minerali utili scoperti e sfruttati dall’uomo fino a oggi, devono essere quindi considerate risorse limitate ed esauribili. I minerali utili impiegati per le diverse attività umane sono di quattro tipi diversi: minerali metallici, minerali non metallici, minerali preziosi e materiali per l’edilizia. ”” I minerali metallici utili sono circa un centinaio, ma solo alcune decine rivestono una grande importanza per le loro caratteristiche e la loro diffusione. Metalli come ferro, nichel e cromo, molto abbondanti nella litosfera, si trovano solitamente uniti ad altri elementi sotto forma di composti, per cui è necessario estrarli dalle rocce nelle quali si concentrano. ”” I minerali non metallici più importanti per l’atti- vità produttiva sono lo zolfo (figura 1), impiegato nell’industria chimica, il salgemma, utilizzato nell’industria chimica e alimentare, e l’amianto che, per la sua proprietà di resistere alla combustione, viene usato nella produzione di fibre non infiammabili. 4 figura 1 Zolfo dai vulcani. Il vulcano Ijen, in Indonesia, viene sfruttato come miniera di zolfo. b 8 figura 2 Minerali preziosi. [a] Attività di estrazione dei diamanti. [b] Un diamante grezzo. ”” I minerali preziosi comprendono alcuni minerali che si trovano in natura sotto forma di elementi nativi, come l’oro, l’argento e il platino, e tutti i minerali usati come gemme in oreficeria. Il pregio di questi minerali è dovuto sia a caratteristiche specifiche, per esempio la resistenza all’ossidazione e alla corrosione o la particolare forma di cristallizzazione, sia alla rarità dei loro giacimenti (figura 2). ”” I ˘materiali per l’edilizia comprendono tutte le rocce usate per rivestimenti esterni e interni, per esempio marmi e graniti, e i minerali e le rocce che, opportunamente lavorati e ridotti in frammenti, entrano a far parte dei leganti usati per l’edilizia: per esempio i calcari e le marne, che sono la materia prima dei cementi, oppure le argille, usate per la produzione di porcellane e laterizi. 2 L’estrazione mineraria I minerali utili alle attività produttive sono presenti pressoché in tutti i tipi di rocce della litosfera. Tuttavia, perché un minerale possa essere estratto dalle rocce a costi ragionevoli e in quantità significative, è necessario che sia concentrato in un’area ben localizzata della litosfera e che i metodi di estrazione siano tali da risultare economicamente vantaggiosi. minerari |IUngiacimenti giacimento minerario è un accumulo di mi˘ nerali che, grazie a una serie di processi chimici e fisici, si sono arricchiti nel tempo di elementi utili. Prima di dare inizio allo sfruttamento di un giacimento minerario occorre valutare alcune caratteristiche: l’ampiezza e la localizzazione del giacimento, che non deve trovarsi troppo in profondità e troppo lontano dalle vie di comunicazione o dai luoghi in cui viene commerciato; la concentrazione del minerale. Il valore di questi parametri può variare in base alle esigenze di © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_126-129.indd 126 7-01-2010 14:50:32 Minerali sui fondi oceanici: i noduli polimetallici mercato e ai progressi tecnologici. Per esempio, negli ultimi decenni l’aumento della richiesta di silicio, materia prima alla base della produzione dei microprocessori, ha fatto alzare i prezzi del minerale rendendone economicamente vantaggiosa l’estrazione anche da giacimenti di piccola entità o difficili da sfruttare. Al contrario, altri giacimenti, come quelli d’oro in Valsesia e nella zona di Macugnaga in Piemonte, sono stati abbandonati perché la concentrazione del minerale in quelle rocce non era tale da compensare i costi di estrazione. La maggior parte dei giacimenti minerari attualmente sfruttati è in luoghi che, a causa delle caratteristiche geologiche e delle condizioni climatiche, sono poco accessibili, come le foreste tropicali o la catena delle Ande in America meridionale. La ricerca e lo sfruttamento minerario in queste regioni sono molto costosi, ma sono giustificati dalla grande richiesta di materie prime per l’industria. I fondi oceanici potrebbero diventare le nuove frontiere dell’estrazione mineraria. Vi si trovano, infatti, grandi depositi di noduli polimetallici (chiamati anche noduli di manganese), aggregati sferici di ossidi di manganese, ferro, rame, nichel, cobalto e altri metalli ancora. Probabilmente questi noduli sono il risultato dell’attività idrotermale che avviene in prossimità dei camini neri, che provoca la formazione di aggregati formati da strati sovrapposti di metalli. La coltivazione di questi particolari giacimenti può essere economicamente vantaggiosa perché viene realizzata dragando il fondo marino. | L’estrazione Il processo di estrazione di un materiale è chiamato 127 coltivazione e può avvenire sia in profondità sia in superficie. ” Le ˘miniere sono scavi sotterranei formati da un fitto intreccio di gallerie che possono scendere fino a centinaia di metri di profondità. Ancora oggi la maggior parte dell’attività estrattiva in miniera viene eseguita da manodopera umana, spesso in condizioni durissime e senza alcuna forma di tutela (figura 3a). ” Nelle ˘miniere a cielo aperto, invece, i minerali sono estratti in superficie o a piccole profondità ricorrendo a un largo impiego di macchine escavatrici e attrezzature che riducono al minimo la manodopera necessaria (figura 3b). Per comprendere meglio questa nuova frontiera della ricerca mineraria, leggi attentamente la Lezione, osserva le immagini proposte e rispondi alle domande. 6 figura 3 a L’estrazione dei materiali. [a] In miniere come questa di Meqhalaya (India) la manodopera può purtroppo limitarsi anche solo all’impiego di bambini. [b] Una miniera di ferro in Brasile. a Vero o falso? ˘ Dai camini neri fuoriescono acque idrotermali, molto calde e ricche di ioni metallici. v f di minerale. v f di tipo sedimentario. v f ˘ I noduli sono formati da un solo tipo ˘ I giacimenti di noduli polimetallici sono b E ora pensaci bene... ˘ Per quale motivo i giacimenti di noduli polimetallici sono considerati una risorsa di metalli utili particolarmente preziosa? b ˘ Quali vantaggi economici potrebbe presentare la coltivazione di giacimenti di noduli polimetallici? due metodi per l’estrazione dei noduli dai fondi oceanici. Descrivi i due metodi di coltivazione sottolineandone le differenze: quale ti sembra più efficace? LA LITOSFERA ˘ Osserva il disegno che illustra in maniera semplificata e © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_126-129.indd 127 7-01-2010 14:50:37 E6 le risorse minerarie ”” I materiali per l’edilizia, come ghiaia, sabbia o argilla, sono estratti nelle ˘cave (figura 4), dove l’attività di prelievo e di asporto avviene in superficie. raffinazione |La Una volta estratti, i minerali devono subire un processo di ˘raffinazione durante il quale, grazie a processi chimici e fisici, vengono separati dai materiali di scarto. Per poter ricavare il ferro dal carbonato di ferro estratto dalle miniere, per esempio, i cristalli di questo minerale vengono riscaldati in altiforni per produrre ossido di ferro. L’ossido di ferro viene ulteriormente riscaldato e trattato chimicamente per ricavarne ferro concentrato. Quasi tutti i minerali estratti sono sottoposti a processi simili; solo alcuni di essi non necessitano di alcun trattamento, come per esempio il salgemma che, prima di arrivare sulle nostre tavole, viene semplicemente tritato e ripulito. 128 3 Come si forma un giacimento minerario In base alla loro origine, i giacimenti minerari sono classificati in idrotermali, ignei e sedimentari. giacimenti idrotermali |ISono costituiti da minerali precipitati chimicamente 2 figura 4 Una cava di marmo a Carrara. da soluzioni acquose calde, soprattutto sui fondi oceanici. I giacimenti idrotermali sono perlopiù associati a rocce magmatiche e si presentano in filoni, forma che deriva dal riempimento delle fessure in cui scorreva la soluzione acquosa. Questo processo di formazione è stato osservato nel suo svolgersi in alcune zone dei fondi oceanici, in prossimità delle dorsali. Nel 1979, durante un’esplorazione sottomarina dei fondi dell’Oceano Pacifico orientale, un gruppo di geologi ha potuto studiare da vicino i camini neri, camini naturali da cui fuoriesce acqua alla temperatura di circa 300 °C dalla quale precipitano, oltre allo zolfo, anche molti metalli come rame, piombo, zinco e persino oro e argento. ignei |IIngiacimenti genere, sono associati a cavità magmatiche situate nelle zone di convergenza fra le placche, i grossi blocchi rigidi in cui è suddivisa la litosfera. I giacimenti ignei sono costituiti da rocce basiche e ultrabasiche nelle quali i minerali ricchi in cromo, ferro, titanio e platino si sono formati per prima segregazione. Ciò significa che si sono cristallizzati per primi all’interno del magma fluido, sprofondando nella massa fusa e accumulandosi sul fondo a causa della loro elevata densità. I giacimenti ignei più importanti si trovano nelle aree continentali del Canada e del Sudafrica. giacimenti pegmatitici |IDerivati dai fluidi residui prodotti dal raffredda- mento di magma acido, questi giacimenti sono meno diffusi. Le componenti fluide e gassose possono penetrare nelle spaccature e nelle cavità della crosta terrestre, dando luogo alla formazione di cristalli di grosse dimensioni e di minerali preziosi, come per esempio topazi e rubini. giacimenti sedimentari |ISono collegati a fenomeni idrotermali legati alle fa- si finali di raffreddamento di un magma. Si formano quando il magma risale attraverso depositi sedimentari preesistenti. Le acque idrotermali, con temperature inferiori ai 250 °C, filtrano fra i pori e depositano fra i sedimenti i metalli che portano in soluzione. I giacimenti di rame, ferro e uranio si formano proprio attraverso questo processo. Alcuni giacimenti sedimentari sono invece di origine alluvionale, sono cioè formati da minerali di notevole durezza trasportati dai fiumi o dal mare anche per tempi molto lunghi. Quando le acque che li trasportano perdono energia, i minerali vengono deposti e concentrati in strati di sabbie o ghiaie. L’oro, il platino e la magnetite sono estratti da giacimenti sedimentari alluvionali. 4 Le conseguenze dell’estrazione mineraria sull’ambiente naturale L’attività estrattiva e le infrastrutture a essa connesse, come le vie di comunicazione e gli impianti per la prima lavorazione del materiale estratto, hanno gravi conseguenze sull’ambiente: provocano inquinamento dell’aria, del suolo, dell’acqua, inquinamento sonoro, distruzione o perturbazione di habitat naturali, oltre che un impatto negativo sul paesaggio (figura 5a). I residui tossici dei processi di lavorazione e raffinazione dei minerali sono spesso immessi direttamente nell’atmosfera e nei corsi d’acqua, causando gravi danni ambientali. Sostanze come l’acido cloridrico e l’acido sol© Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_126-129.indd 128 7-01-2010 14:50:39 ˘ Cava Impianto di estrazione, a cielo aperto e in superficie, di materiali per l’edilizia. ˘ Giacimento minerario Accumulo di minerali utili, accessibile all’uomo. ˘ Materiali per l’edilizia Tutti i tipi di rocce usate per costruire gli edifici e realizzare i rivestimenti interni ed esterni. ˘ Miniera Impianto realizzato in profondità per l’estrazione di minerali utili. b a ˘ Miniera a cielo aperto Miniera dove il minerale è estratto 129 in superficie o a piccole profondità. forico, per esempio, possono causare il fenomeno delle piogge acide, mentre metalli pesanti come il cromo e il piombo possono avvelenare i fiumi e le falde acquifere sotterranee (figura 5b). Attualmente, nell’Unione Europea, sono in vigore leggi che obbligano le imprese al recupero ambientale delle aree minerarie abbandonate. Inoltre, per aprire un nuovo impianto estrattivo è necessaria un’autorizzazione che viene concessa solo dopo che una commissione di tecnici, appositamente nominata, ha realizzato una valutazione dell’impatto ambientale, chiamata VIA. Ma sono i paesi in via di sviluppo, dove sono presenti i più grandi giacimenti del mondo e le leggi di tutela ambientale mancano o sono spesso violate, a pagare il prezzo più alto per l’attività estrattiva, sia dal punto di vista umano sia dal punto di vista ambientale (figura 6). In Brasile, per esempio, i cercatori estraggono l’oro trattando le sabbie del Rio delle Amazzoni con il mercurio. In questo modo inquinano le acque del fiume, uccidono gli organismi che in esso vivono, alterano irreparabilmente l’ambiente circostante e mettono in serio pericolo la propria salute e quella di tutti gli abitanti della regione. 1 figura 5 Impatto ambientale. [a] Impianto di estrazione della bauxite nel cuore dell’Amazzonia; [b] acque inquinate dai residui della lavorazione del rame. ˘ Raffinazione Insieme dei processi di trattamento chimico e fisico di minerali estratti che li prepara ai processi industriali. ˘ Risorse minerarie Insieme dei materiali naturali, derivati da lunghi processi geologici, che vengono sfruttati dall’uomo. Prepara il test Scegli la risposta corretta. 1. Quali parametri vanno considerati per poter sfruttare un giacimento minerario? a b c d ampiezza concentrazione dei minerali che si intende estrarre localizzazione tutti i parametri precedenti 2. Quali vantaggi offrono le miniere a cielo aperto rispetto agli scavi in galleria? a b c d stabilità dello scavo sono più ricche minor utilizzo di personale sia a sia c sono corrette a b c d inquinamento delle acque impatto negativo sul paesaggio distruzione degli habitat naturali tutte le risposte precedenti sono corrette 3. Quali danni provoca lo sfruttamento minerario? 3 figura 6 Oro e fango. Una miniera d’oro di Quibdo, in Colombia: una delle tante dei paesi poveri dove i lavoratori sono costretti in condizioni disumane e pericolose per la salute. Completa le seguenti frasi con il termine appropriato. 4. Il processo di estrazione di un materiale è chiamato …...........……… e può avvenire in profondità e in superficie. 5. Le …...........……… sono scavi sotterranei formati da una fitta rete di gallerie che scendono anche per centinaia di metri. 6. I minerali estratti subiscono processi di …...........……… prima di essere impiegati nelle industrie. Vero o falso? 7. I materiali per l’edilizia sono considerati risorse minerarie. v f magmatiche situate nelle zone di convergenza fra le placche. v f i danni ambientali legati allo sfruttamento minerario. v f 9. In tutto il mondo si ricorre alla VIA per evitare œ Guida allo studio a pagina 130 LA LITOSFERA 8. I giacimenti ignei sono associati a cavità e © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_126-129.indd 129 7-01-2010 14:50:47 E unità unità O I D U T S O L L A Ripassa l’Unità G U I DA Prova a rispondere alle seguenti domande; ti aiuteranno a organizzare le tue conoscenze sugli argomenti di questa Unità. 1 I minerali 130 Che cosa sono i minerali? I minerali sono aggregati naturali solidi e cristallini formatisi in seguito a processi di cristallizzazione per raffreddamento o precipitazione. La loro struttura interna è caratterizzata dalla disposizione ordinata degli atomi lungo precise direzioni e piani, responsabile della specifica forma geometrica. Come si distinguono fra loro? I minerali si riconoscono dalla forma esterna, detta abito cristallino, e da altre proprietà fisiche (colore, densità, durezza, sfaldatura), che sono tipiche per ogni gruppo mineralogico. Come si formano? Quali sono i più diffusi in natura? Si formano per cristallizzazione a partire dalla roccia fusa o dall’acqua. Si classificano in base alla composizione, che dipende dalle condizioni chimico-fisiche dell’ambiente di formazione. I principali gruppi sono: ”” i silicati, che sono i più abbondanti e diffusi nelle rocce della crosta terrestre; ”” i carbonati, gli elementi nativi, i solfuri, i solfati, gli aloidi, gli ossidi e gli idrossidi, che formano il gruppo dei minerali non silicatici. 2 Il ciclo delle rocce Che cosa sono le rocce? Quali sono le principali tipologie? Le rocce sono miscugli di minerali. Sono catalogate, in base all’origine, in tre gruppi principali. ”” Rocce ignee: si formano per raffreddamento del magma: se avviene lentamente, all’interno della crosta terrestre, si formano rocce intrusive; se il magma erutta e raffredda velocemente si formano rocce effusive. ”” Rocce sedimentarie: sono il risultato della trasformazione delle rocce sulla superficie terrestre, causata dagli agenti esogeni. ”” Rocce metamorfiche: sono il prodotto di variazioni di pressione e temperatura cui vengono sottoposte rocce preesistenti. Che cosa è il ciclo delle rocce? Tutte le rocce sono oggetto di lente e continue trasformazioni: il ciclo delle rocce. In tempi lunghissimi, le rocce ignee possono diventare sedimentarie e poi metamorfiche. Il ciclo può avere anche altri sviluppi e le rocce subire più volte le stesse trasformazioni. 3 Le rocce ignee Come si formano? Derivano dalla cristallizzazione dei minerali per raffreddamento del magma. Se questo raffredda all’interno della crosta terrestre si formano rocce intrusive, se erutta come lava si formano rocce effusive. Come si possono classificare? I principali minerali delle rocce ignee sono i silicati. In base alla quantità e al tipo di silicati vengono classificate in: ultrabasiche (silice: meno del 52%); intermedie (silice: 52-65%); acide (silice: più del 65%). Le rocce ignee sono raggruppate in famiglie in base alle percentuali dei minerali che le formano. Le principali famiglie di rocce ignee sono (dalle più chiare alle più scure): graniti, andesiti, basalti e rocce ultrabasiche. Come si presentano in natura? Le rocce ignee effusive si trovano in prossimità dei vulcani, attivi o antichi; quelle intrusive raffreddano all’interno della Terra in grandi ammassi, plutoni e batoliti, che a volte affiorano a causa dell’erosione. 4 Le rocce sedimentarie Come si formano? Derivano dalla disgregazione di rocce preesistenti e sono il risultato di una sequenza che comprende: degradazione, trasporto ed erosione, deposizione di sedimenti e diagenesi. Come si presentano in natura? Spesso le rocce sedimentarie si presentano in strati che contengono tracce dell’ambiente in cui si sono formati i sedimenti: rappresentano quindi “l’archivio” della storia naturale della Terra. Le rocce sedimentarie includono anche i combustibili fossili, fonte di energia. Come si possono classificare? In base ai processi che portano alla loro formazione, dipendenti dall’ambiente nel quale si formano i sedimenti, le rocce sedimentarie sono classificate in tre gruppi principali. ”” Clastiche: derivano da erosione e deposizione di clasti come ghiaie, sabbie e argille che, dopo la diagenesi, danno origine a rocce compatte denominate, rispettivamente, conglomerati, arenarie, siltiti e argilliti. ”” Organogene: si formano in seguito alla deposizione di resti di organismi animali e vegetali. In base al tipo di organismi, alla composizione chimica e all’ambiente di formazione vengono classificate come carbonatiche, silicee, fosfatiche e combustibili. ”” Chimiche: si formano in seguito a processi chimici che si verificano in acqua in ambienti particolari, carsici o evaporitici. 5 Le rocce metamorfiche Come si formano? Per trasformazione di rocce preesistenti, per aumento di temperatura e pressione. A trasformarsi sono i minerali, che subiscono deformazioni del reticolo cristallino modificando la struttura della roccia originaria. Come si possono classificare? ”” Rocce metamorfiche di contatto : quando prevalgono variazioni di temperatura. ”” Rocce cataclastiche e miloniti: quando prevalgono variazioni di pressione nelle zone di faglia (metamorfismo cataclastico). ”” Processi metamorfici di tipo regionale : le rocce subiscono variazioni sia di pressione sia di temperatura su larga scala. Il grado di metamorfismo cresce con la profondità. Come si presentano in natura? Il metamorfismo può provocare nelle rocce pieghe e stiramenti molto intensi, la cui analisi permette agli studiosi di ricostruirne la storia. Le stesse indagini sono utili anche per individuare i giacimenti minerari. 6 Le risorse minerarie Che cosa sono e come vengono impiegate? Sono accumuli di minerali utili all’uomo, limitati ed esauribili. I minerali utili vengono classificati in metallici, non metallici, preziosi e in materiali per l’edilizia. Che cosa sono i giacimenti e come vengono sfruttati? I giacimenti sono accumuli di minerali che, grazie a processi chimici e fisici, si sono arricchiti di elementi utili. La loro coltivazione avviene nelle cave (materiali per l’edilizia), oppure in miniere (sotterranee o a cielo aperto). Le attività estrattive producono un forte impatto ambientale e provocano diverse forme di inquinamento. © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_130-133.indd 130 7-01-2010 14:51:12 O I D U T S O L L A G U I DA Verifica i tuoi risultati Utilizza le conoscenze acquisite nelle Lezioni di questa Unità per rispondere ai quesiti proposti, suddivisi per risultati di apprendimento. descrivere le trasformazioni che avvengono nel ciclo delle rocce sapere di che cosa si compone la litosfera e che cos’è un minerale 5. Lafigurarappresentailciclodellerocce. Completaconiterminiappropriati. 1. Idueprincipalielementichimicichecostituiscono lacrostaterrestresono,inpercentualedimassa: a. 46,6%............... b. 27,7%................ 2. Qualifraleseguentisostanzenonsonominerali, eperché?Rispondisultuoquaderno. zolfo•acqua•salgemma•diamantesintetico•grafite• vetrodibottiglia•mercurio•smeraldo a. ............................,perché.......................................................................... c b. ............................,perché.......................................................................... c. ............................,perché.......................................................................... EROSIONE ETRASPORTO conoscere le proprietà che permettono di distinguere i minerali 3. Nelleseguentifrasi,sottolineailterminecorretto fraidueinneretto. a. Leproprietàfisichediunmineraledipendonodalsuo abitocristallino/dallasuastrutturacristallina. b. NellascaladelledurezzediMohs,ladurezzadeltalco èparia1/10. 131 b a DIAGENESI conoscere i processi di formazione delle rocce ignee, saperle descrivere e classificare 6. Osservaattentamenteleduerocceigneeerispondi alleseguentidomande. c. L’oroèquattrovoltepiùdensodellapirite:aparitàdi massa,ilvolumedellapiriteèquattrovoltepiù piccolo/ più grande. d. Ilquarzo,colpitodaunmartello,sifrantumainframmenti dallasuperficiecurva,comeilvetrodibottiglia:lasua sfaldaturaèquindiperfetta/assente. conoscere i principali gruppi di minerali a. Qual è la tonalità di colore della roccia? a chiaro b scuro c molto scuro d non è possibile dirlo a chiaro b scuro c molto scuro d non è possibile dirlo a sì, assolutamente b ho qualche dubbio c no, assolutamente d non è possibile dirlo a sì, assolutamente b ho qualche dubbio c no, assolutamente d non è possibile dirlo a sì, assolutamente b ho qualche dubbio c no, assolutamente d non è possibile dirlo a sì, assolutamente b ho qualche dubbio c no, assolutamente d non è possibile dirlo a sì, assolutamente b ho qualche dubbio c no, assolutamente d non è possibile dirlo e. Si tratta di una roccia intrusiva? a sì, assolutamente b ho qualche dubbio c no, assolutamente d non è possibile dirlo a sì, assolutamente b ho qualche dubbio c no, assolutamente d non è possibile dirlo a sì, assolutamente b ho qualche dubbio c no, assolutamente d non è possibile dirlo g. Qual è il nome della roccia? a sì, assolutamente b ho qualche dubbio c no, assolutamente d non è possibile dirlo ...................................................................... ...................................................................... b. Si osserva la presenza di cristalli diversi? Minerale Gruppo mineralogico Caratteristiche a. pirite 1. silicati A. sali formati da due elementi, uno metallico e uno non metallico b. gesso 2. solfuri B. composti da uno o più metalli legati all’ossigeno o allo ione idrossido c. olivina 3. carbonati C. metalli legati allo ione solfuro (S2–) d. calcite 4. aloidi D. i minerali più abbondanti e diffusi e. salgemma 5. solfati E. sono composti legati allo ione SO24– f. ematite 6. ossidi e idrossidi F. sono prodotti da coralli e plancton c. La roccia appare omogenea? d. Si osservano buchi o bolle? f. Si tratta di una roccia basica? a sì, assolutamente b ho qualche dubbio c no, assolutamente d non è possibile dirlo LaLItosfera 4. Collegaciascunmineralecolsuogruppomineralogico,e ciascungruppoconlesuecaratteristiche. E © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_130-133.indd 131 7-01-2010 14:51:16 unità E conoscere i processi di formazione delle rocce sedimentarie, saperle descrivere e classificare 7. La fotografia raffigura un tipico affioramento roccioso stratificato (Monte Baldo, Alpi Orientali). Osservala con attenzione, quindi scegli i completamenti corretti. O I D U T S O L L A G U I DA Verifica i tuoi risultati conoscere i processi di formazione delle rocce metamorfiche, saperle descrivere e classificare 8. Completa la mappa con i termini appropriati. Le rocce metamorfiche sono 132 aggregati di ............................................ che si formano in seguito a metamorfismo ................................... metamorfismo ................................... metamorfismo ................................... per effetto di profonde variazioni di ................................... ................................... ................................... ................................... ................................... ................................... 9. Questa fotografia di una roccia mostra tipici piani di scistosità fortemente ripiegati. Rispondi sul tuo quaderno. a. Gli strati sono: a sottili b spessi c superiori al metro d non è possibile dirlo b. La stratificazione è: a continua e piana b piegata e contorta c piegata e discontinua d non è possibile dirlo c. La composizione delle rocce è un’alternanza di strati di calcari e dolomie, quindi la roccia è: a detritica b organogena c chimica d non è possibile dirlo d. Le lunghe stratificazioni continue si formano dove c’è ampio spazio per la deposizione dei sedimenti, cioè: a sul fondo del mare b sul fondo del fiume c sul fondo del lago d non è possibile dirlo a. Di che tipo di roccia si tratta? ......................................................................................................................... ......................................................................................................................... conoscere le principali risorse minerarie e le diverse tipologie di giacimenti b. Quali processi hanno portato alla formazione di questa struttura? 10. Completa le seguenti frasi con il termine appropriato. a. Lo zolfo fa parte dei minerali ...................... e l’oro fa parte dei metalli ...................... . b. Molti minerali si trovano in natura sotto forma di composti e devono essere separati dai minerali di scarto tramite un processo di ...................... . c. I materiali per l’...................... , come ghiaia, sabbia o argilla sono estratti nelle ....................... . d. I giacimenti idrotermali sono perlopiù associati a rocce magmatiche e si presentano in ...................... . e. L’oro, il platino e la magnetite sono estratti da giacimenti sedimentari ...................... . conoscere le conseguenze sull’ambiente dell’estrazione mineraria 11. Elenca sul tuo quaderno le conseguenze principali subite dalle persone e dall’ambiente in seguito all’apertura di uno scavo minerario. © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_130-133.indd 132 7-01-2010 14:51:19 O I D U T S O L L A G U I DA Test E ora, mettiti alla prova! Rispondi a tutte le domande, confronta le tue risposte con le soluzioni alla fine del volume e infine valuta la tua preparazione. Ô USA LE PAROLE C Scegli la risposta o il completamento corretto. A Completa con il termine appropriato. 19. Quale fra questi non è uno degli otto elementi principali presenti nelle rocce? 1. Le ........................ sono miscugli eterogenei di minerali. a ossigeno b azoto c silicio d calcio 2. Le rocce esposte alla superficie terrestre sono soggette agli agenti ........................ . 3. La densità di un minerale è una tipica proprietà ........................ . 20.Il processo di cristallizzazione del magma avviene: a in modo continuo e omogeneo b in modo discontinuo, in funzione della temperatura c dipende dalle condizioni ambientali d nessuno dei completamenti precedenti è corretto 4. Le rocce ........................ più diffuse in natura sono i basalti. 5. Il ........................ regionale è causato da variazioni di temperatura e di pressione. 6. Le rocce ........................ sono le più diffuse sulla superficie terrestre. 21. Nel ciclo delle rocce: a le rocce sedimentarie e ignee possono subire metamorfismo b le rocce ignee e quelle metamorfiche si trasformano in sedimentarie c le rocce di tutti e tre i tipi possono fondere di nuovo e trasformarsi in magma d tutti i completamenti precedenti sono corretti 7. Le rocce ignee derivano dalla solidificazione di materiale roccioso fuso e ricco di gas, il ........................ . 8. Le risorse minerarie sono formate da minerali ........................ (come il ferro), minerali non metallici (come lo zolfo e il salgemma), minerali ........................ (come l’oro e il diamante), materiali per l’ ........................ (come i calcari). 9. Classifica le rocce ignee secondo il contenuto in silice. Contenuto in silice (SiO2) del magma 133 22. Quale delle seguenti affermazioni sui solfati è corretta? a i solfati sono minerali evaporitici b i solfati sono formati dallo ione S– c il gesso è un rappresentate tipico della famiglia d sia a sia c sono corrette Tipo di roccia ignea SiO2 < 52% …………............................................. 52% < SiO2 < …………........................... intermedia SiO2 > …………......................................... acida 23. Una miniera a cielo aperto è caratterizzata da: a cunicoli e gallerie b scavo con macchinari di superficie c alto impatto ambientale sul paesaggio d sia b sia c sono corretti Ô applica i concetti B Vero o falso? Valuta la tua preparazione 10. Dalle rocce sedimentarie non possono formarsi altre rocce sedimentarie. v f Confronta le tue risposte con quelle che trovi a pagina 240, poi calcola il tuo punteggio utilizzando questa tabella. 11. L’uranio è uno degli elementi più diffusi nella litosfera. v f domande 12. Le rioliti sono tipiche rocce effusive acide. v f 13. Le stalattiti sono rocce sedimentarie detritiche. v f 14. Il ciclo delle rocce interessa solo le rocce della superficie terrestre. v f 15. Il metamorfismo cataclastico è causato da variazioni di pressione e temperatura. v f 16. Le rocce effusive possono avere strutture vetrose. v f 17. I cloruri sono minerali tipici delle rocce sedimentarie. v f 18. Il metamorfismo di contatto avviene a temperature intorno ai 500 °C. v f punteggio massimo usa le parole A 1 punto per ogni risposta corretta il tuo punteggio 13 B 1 punto per ogni risposta corretta 9 C 2 punti per ogni risposta corretta 10 Totale 32 Se il tuo punteggio totale è: inferiore a 20 ÿ compreso fra 20 e 26 ÿ superiore a 26 ÿ La tua preparazione: non è ancora sufficiente è sufficiente è buona o molto buona la litosfera applica i concetti E © Pearson Italia S.p.A., F. Calvino, Terra - Lezioni di scienze della Terra 9788863640083_130-133.indd 133 7-01-2010 14:51:19