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Umanesimo e Rinascimento
La periodizzazione
Come tutti i temi storiografici complessi, anche il Rinascimento non sfugge alle difficoltà di
periodizzazione. Sono stati proposti numerosi e svariati termini a quo e ad quem per definire il
Rinascimento. Comunemente oggi per periodo Rinascimentale si intende il periodo compreso tra
la metà o la fine del Trecento (XIV sec.) e tutto il Cinquecento (XVI sec.), fino alle soglie della
Guerra dei Trent’anni (1618-48).
Rinascimento e Medioevo
Come si vede, il Rinascimento affonda le sue radici nel Medioevo, ma con esso si apre la
modernità.
I medievisti tendono a “sminuire” il Rinascimento, parlando di altri rinascimenti (ad es. la
“rinascenza carolingia”).
Tuttavia pare legittimo individuare in questo Rinascimento, caratteri essenziali peculiari che lo
distinguono ampiamente da altri analoghi avvenimenti.
Umanesimo e Rinascimento
Mentre un tempo si tendeva a identificare l’Umanesimo con la cultura del Quattrocento e a
separarlo nettamente dal Rinascimento che si situava nel Cinquecento, oggi si tende a
considerare l’Umanesimo come uno degli aspetti più caratteristici (rinnovamento letterario, delle
humanae litterae)
litterae) del più vasto movimento di pensiero, politico, culturale, sociale ed economico
che è, appunto, il Rinascimento.
Le origini del concetto storiografico
1855: lo storico francese Jules Michelet, parla per la prima volta di una “ renaissance (=rinascita)”
delle arti e dell’individuo.
1860: Jacob Burchardt sistematizza il concetto come categoria storiografica in La civiltà del
Rinascimento in Italia.
Coordinate storiche:
- Riforma protestante
- Formazione degli Stati nazionali (e regionali in Italia)
- Ascesa della borghesia mercantile
- Tramonto delle istituzioni universalistiche (Impero e Papato)
- Duello Francia e Spagna (fino alla Pace di Cateau-Cambrésis, 1559)
- Espansione di una economia mercantile e monetaria
- Debolezza italiana
- Caduta di Costantinopoli e nuove scoperte geografiche spostano l’asse commerciale dal
Mediterraneo all’Atlantico
Nuova cultura urbano borghese ha la sua nascita in Italia
 Il tradizionale sapere delle scholae medievali con i suoi interessi metafisico-religiosi, la sua
visione statica dell’uomo, atteggiamento contemplativo
Nuovi luoghi della cultura
Dalle Università alle Accademie (sul modello della Accademia ateniese e quelle ellenistiche.
Es. Accademia fiorentina a tendenza platonica diretta da Marsilio Ficino… Accademie letterarie
come quella degli Infiammati (a Padova)… mentre nel ‘600 sorgeranno quelle scientifiche
- carattere èlitario della cultura: scelta del latino
Rinascimento come
- “rinascita” (l’uomo nuovo o spirituale di cui parlano il Vangelo di Gv e le Lettere di Paolo;
- ritorno al principio: dal Neoplatonismo = compimento del vero destino dell’uomo, rifare
all’inverso il processo emanativo
- ritorno alla cristianità primitiva (Lutero) + ritorno ai classici + ritorno alla natura
Umanesimo
Kristeller = umanisti come filologi non filosofi; fanatismo antiquario estetizzante / solo
l’aristotelismo rinnovato del Rinascimento e non l’Umanesimo esprime le idee filosofiche
dell’epoca

Garin = umanesimo letterario (attrazione verso la luce della classicità) include un umanesimo
filosofico = antichi come incarnazione dei massimi valori della esistenza; classicità cvome
strumento per ingentilire i costumi ed educare l’uomo. “Litterae” sono “humanae” perché forgiatrici
di uomini veri e le arti vengono definite “liberali” perché forgiatrici di uomini liberi.
Antropologia
“Homo faber ipsius fortunae”
Pico della Mirandola, De hominis dignitate = uomo come libero e sovrano artefice di se stesso;
natura umana plastica e indeterminata consente all’uomo di progettarsi …
 Tommaso: l’uomo riconosce nel progetto divino il proprio fine
Non umanesimo ateo = ma nell’uomo plasmatore vede l’immagine del Dio-creatore.
La libertà e i suoi limiti = individui condizionati da una serie di forze reali, casuali e soprannaturali
che cirecoscrivono e restringono talvolta la libertà (capriccio del caso, volubilità degli uomini, forza
delle passioni.
Uomo sintesi vivente del Tutto e centro del mondo
Rifiuto dell’ascetismo medievale  vita come impegno concreto e non come fuga
Uomo radicato nella terra e non pellegrino in attesa dell’aldilà
Elogio di ciò che è utile
Prevalenza della filosofia morale rispetto alla fisica e alla metafisica
Esaltazione della gioia e del piacere (“bon snaturale” del Ruzante)
Naturalismo
- uomo non è ospite provvisorio della natura ma essere naturale lui stesso, che ha nella natura la
sua patria
- la natura è un immenso serbatoio di forze vitali di cui l’uomo è partecipe
- l’h come essere naturale ha l’interesse e la capacità di studiare la natura
Dall’enciclopedia medievale all’autonomizzazione delle varie attività
Dall’unità dello scibile intorno alla teologia (discipline come ancillae theologiae) finalizzate a
dimostrare la verità della fede nei vari campi  alla laicizzazione del sapere e autonomia (della
politica rispetto alla morale – Machiavelli – del diritto – Grozio – della scienza – Galileo)
Pico della Mirandola
Desiderio di sintesi universale = bandire a Roma un a grande discussione fra dotti di ogni parte del
mondo su 900 tesi che a lui parvero rappresentare i capisaldi del sapere universale.
L’orazione De homini dignitatis avrebbe dovuto rappresentare il discorso inaugurale della disputa
Uomo, ultimo della creature, non era rimasto disponibile nessuno dei beni specifici destinati alle
altre creature = Dio stabilì che a lui fosse comune tutto quanto aveva assegnato alle altre.
L’h può degenerare con le cose inferiori e può rigenerarsi nelle superiori attraverso un ritorno a
quella sapienza originaria che si è dispersa e moltiplicata nelle varie e diverse dottrine religiose e
filosofiche
 scopo della sua speculazione è la pace possibile solo se gli hs fondono e armoinizzano i saperi e
le credenze.
Ritorno alle origini del cristianesimo
tornare alle fonti della religiosità
il platonismo dei dotti è una filosofia teologica che non sbocca in una autentica riforma della
religiosità
 tornare alla parola stessa di Cristo, alla verità rivelata della Bibbia
 momento filosofico: ripristinare nella sua autenticità il testo biblico
Erasmo
Rotterdam 1466 – laureato in teologia a Torino (1506). Fu anche filologo: preparò l’edizione di
alcuni padri della Chiesa (fra i quali sant’Agostino) + testo critico del NT. Si attirò l’ostilità di
protestanti e cattolici. Morì a Basilea nel 1536.
Elogio della follia = sarcasmo per mettere a nudo la decadenza morale del mondo contemporaneo e
della Chiesa. La pazzia è l’illusione, l’incoscienza, l’ignoranza soddisfatta di sè, la menzogna di cui
l’uomo si ricopre per nascondere la sua cruda realtà. Critica alla religiosità del suo tempo.
Manuale del milite cristiano = contrappone alla cultura teologica che forma il teologo o letterato, la
fede religiosa che forma il sodato di cristo. L’arma del milite è la Bibbia, al cui studio, specie NT,
egli si dedica.
Nel 1519 Lutero gli indirizzò una lettera chiedendogli di pronunciarsi per la Riforma, Erasmo pur
approvando i principi della R si rifiutò di seguirlo. Più tardi nel 1524 egli attaccò la Riforma sul
problema del libero arbitrio. Egli rivendica per l’uomo la libertà di salvarsi; vede nella grazia divina
solo la causa principale della salvezza e nella libertà dell’uomo la causa secondaria.
Lutero (1483-1546)
Ritorno alla parola evangelica e quindi rifiuto di tutto ciò che la tradizione ecclesiastica aveva
aggiunto a questa parola
Raggiungere il significato originario del Vangelo al di là delle incrostazioni secolari
Chiave di volta:
1. giustificazione per mezzo della fede (frase paolina: il giusto vivrà per la sua fede = la giustizia
di Dio è nella fede, nella misericordia per la quale Dio stesso ci giustifica con la sua grazia.
2. cristiano = totale abbandono dell’uomo all’iniziativa divina
3. l’uomo nulla ha di proprio se non ciò che riceve da Dio con dono gratuito
= la giustificazione per la fede implica la rinuncia ad ogni iniziativa da parte dell’uomo,
l’abbandono fiducioso a Dio, la certezza interiore della salvezza.
Rifiuto della ragione e della filosofia = ragione significa iniziativa, ricerca, fiducia nelle possibilità
umane. Egli preserva solo l’occamismo che affermando l’irrazionalità della fede (irrazionalità e
inverificabilità delle fede escludendola dall’ambito dell’indagine razionale) ha permesso di
riconoscere l’autentico vero atteggiamento: il fiducioso abbandono in Dio.
 nuova dottrina dei sacramenti
La cattività babilonese della Chiesa (1520) Lutero riduce a 3 soli (battesimo, penitenza, eucarestia)
soli istituiti da Cristo.
Sacramenti come espressione dell’immediato rapporto tra uomo e Dio (indipendentemente dalla
giurisdizione sacerdotale) --> negazione della funzione sacerdotale e della distinzione tra casta
sacerdotale e mondo laico (Alla nobiltà cristiana della nazione tedesca, 1520)
Tolto ogni valore alle opere meritorie: esse sono il frutto e il segno della giusitificazione divina e se
le opere non seguono alla fede, non si tratta di una fede genuina (Libertà cristiana, 1520 = gli alberi
sopno prima dei frutti e fanno frutti buoni o cattivi; non sono i frutti buoni che fanno l’albero
buono).
Il campo delle opere della fede è il mondo sociale = la vita sociale, e iol compito che ognuno vi
esercita, è l’unico servizio divino, l’unica opera,in cui il cristiano dà testimonianza della sua fede
interiore. Non pratiche di pietà ma l’esercizio del dovere civile è l’opera buona che è frutto e segno
della fede.
Il servo arbitrio (1525) contro il Libero arbitrio di Erasmo = non si può ammettere la libertà divina
e umana insieme; la prescienza divina lo esclude, Dio manda a compimento con volontà eterna e
infallibile tutto ciò che accade.
---> Dio è autore del male... Risponde con Ockham = Dio non è tenuto da alcuna regola o norma;
ciò che egli vuole per ciò stesso è giusto.
In lui prevale l’atteggiamento religioso = totale abbandono a Dio / religiosità assoluita e
intransigente per il quale l’unica libertà umana è l’asservimento a Dio e l’unica iniziativa è la
rinuncia ad ogni iniziativa e merito
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