Acta Chirurgica Mediterranea, 2005, 21:105 GESTIONE DIAGNOSTICO TERAPEUTICADEL PAZIENTE CON POLITRAUMA RITA AZZOLINA – GIOVANNI ARRABITO - AGOSTINO MESSINA Università degli Studi di Catania - Dipartimento Chimica Biologica - Chimica Medica e Biologia Molecolare - Sezione di Anestesiologia e Rianimazione - (Responsabile: Prof.ssa R. Azzolina) [Diagnostic therapeutic management of patient with politrauma] RIASSUNTO SUMMARY Gli Autori dopo avere considerato la rilevanza clinica dei politrauma, analizzano il comportamento da adottare nella fase extraospedaliera ed intraospedaliera del trauma. Valutano in particolare in quest’ultima fase le priorità diagnostiche da attenzionare in questi casi. Approfondiscono altresì il trattamento rianimatorio in questo tipo di emergenza, puntualizzano le modalità di monitoraggio da adottare e concludono affermando che l’approccio al politrauma deve essere rapido, pratico, e codificato secondo protocolli che offrono il vantaggio di risparmiare tempo senza inutili personalismi. After having considered the clinical importance of poli trauma, the Authors analyse the behaviour to adopt during the extrahospital and intrahospital phase of politrauma. As concerns this last phase, they particularly focus on the diagnostic priori ties that need attention. They also go into the reanimatory treat ment in this kind of emergency, weigh up the therms of monito ring to adopt and conclude affirming that the approach of poli trauma must be quick, practical, and codified in accordance with protocols that offer the advantage to save time without useless personalisms. Parole chiave: Politrauma, Fase extraospedaliera, Fase intraospedaliera, Valutazione, Trattamento rianimatorio Key words: Politrauma, Extrahospital phase, Intrahospital phase, Valuation, Reanimatory treatment Introduzione Fase extraospedaliera I traumi rappresentano una delle patologie di maggiore rilevanza clinica e prognostica e nei Paesi Occidentali sono la prima causa di morte nei soggetti di età inferiore ai 40 anni con alta incidenza di invalidità permanenti. La causa più comune in Occidente è rappresentata da incidenti stradali, cadute accidentali e, meno frequentemente, da cause violente (traumi, ferite d’arma da fuoco, scoppio, etc.). Riteniamo opportuno riportare l’obiettivo fondamentale del Progetto Politrauma che è quello di migliorare l’assistenza del paziente traumatizzato attraverso l’adozione di un percorso diagnosticoterapeutico comune e di provata efficacia che massimizzi il coordinamento tra Centrale Operativa 118, Pronto Soccorso, Blocco Operatorio, Reparti di degenza e Servizi diagnostici. Tutto il soccorso extraospedaliero nel nostro territorio è coordinato dalla Centrale Operativa 118 e viene svolto da personale medico, infermieristico e da volontari. Gli equipaggi devono rilevare informazioni quali il meccanismo della lesione, condizioni cliniche, parametri vitali quali lo stato di coscienza, attività respiratoria e cardiocircolatoria del paziente (frequenza cardiaca, pressione arteriosa, esame neurologico mediante GCS) e attuare procedure terapeutiche di primo intervento secondo i protocolli di assistenza internazionale (BLSATLS). Le informazioni della C.O. 118 vengono raccolte attraverso la modulistica regionale e servono a pianificare le procedure di pronto soccorso. Le priorità diagnostiche terapeutiche successive verranno decise dal medico che si farà carico dell’assistenza del paziente (Medico coordinatore). 106 Fase intraospedaliera All’arrivo al PS il paziente traumatizzato in condizioni critiche viene affidato al medico coordinatore (chirurgo o rianimatore) che ha il compito di raccogliere le informazioni dall’equipaggio del 118, eseguire la valutazione primaria e secondaria e coordinare le procedure diagnostico-terapeutiche. Valutazione primaria Bisogna valutare il paziente adagiato sulla tavola spinale spogliandolo e mantenendo la stabilizzazione del Rachide cervicale mediante apposito collare. La valutazione comprende: A (airway), B (breathing), C (circulation), D (disability), E (exposure). Airway: valutazione della pervietà delle vie aeree In caso di ostruzione delle vie aeree bisogna mantenerne la pervietà mediante apposite manovre quali la rimozione di secrezione (sangue e vomito) e corpi estranei, intubazione endotracheale e sublussazione della mandibola. Nel paziente traumatizzato la tecnica dell’iperestensione del capo con Classe I sollevamento del mento non va eseguita Classe II Classe III perché, nell’eventualità di un trauma Classe IV cervicale associato, potrebbe determinare una lesione spinale cervicale con esiti severi per il paziente. Breathing: attività respiratoria Valutazione di tale attività mediante esame clinico e saturimetrico. In caso di compromissione dell’attività respiratoria si interviene mediante ventilazione meccanica e somministrazione di O2 al 100%. Circulation: attività cardiocircolatoria Viene valutata mediante palpazione del polso carotideo, monitoraggio ECG e misurazione non invasiva della pressione arteriosa. In caso di insufficienza cardiaca iniziare le opportune manovre quali massaggio cardiaco esterno, infusione di liquidi, tamponamento di emorragie esterne copiose e drenaggio di pneumotorace iperteso. R. Azzolina - G. Arrabito et Al. Nel PS, nei traumi gravi (paziente con GCS < 13, classe emodinamica > 1, ipossico), andranno reperiti due accessi venosi periferici (agocannule di 16 G) per infusione ev di liquidi, farmaci e determinazione di laboratorio (emocromo, determinazione di emogruppo, esami di routine). Nei pazienti critici (classe emodinamica III e IV) bisogna infondere 6 sacche di emazie concentrate e 2 sacche di plasma fresco congelato. Presso il pronto soccorso è disponibile uno scaldaliquidi per le infusioni e presso il servizio trasfusionale sono disponibili 4 sacche di sangue Orh negativo. Bisogna effettuare prove pretrasfusionali necessarie per ulteriori trasfusioni con sangue omogruppo una volta superata l’emergenza. La valutazione primaria consente di classificare il paziente politraumatizzato da un punto di vista emodinamico, respiratorio e neurologico, di evidenziare gli esami diagnostici da richiedere in PS approntare la successiva strategia terapeutica. E’sufficiente anche un solo parametro alterato per esprimere giudizio di instabilità. Frequenza cardiaca Pressione arteriosa Giudizio < 100 batt/min > 100 batt/min > 120 batt/min ≥ 140 batt/min 120/80 mmHg 120/80 mmHg < 90 mmHg < 70 mmHg Stabile Stabile Instabile Instabile Valutazione emodinamica Nei bambini, negli anziani e negli ipertesi si definisce ipoteso anche il soggetto che abbia una riduzione della pressione arteriosa >30% della pressione basale. I pazienti di classe emodinamica III e IV eseguono immediatamente al PS l’Rx del torace e del bacino per smascherare cause di ipotensione quali il pneumotorace, emotorace, tamponamento cardiaco ed ematoma retroperitoneale. Inoltre in pazienti di classe IV, nel PS, viene eseguito il lavaggio peritoneale diagnostico per indagare un eventuale emoperitoneo. Tale indagine strumentale potrà essere sostituita anche dall’esecuzione di un’ecografia addominale. Disability: valutazione dello stato di coscienza mediante Glasgow Coma Score (GCS) Valutazione respiratoria Exposure: Esposizione del traumatizzato Consente di valutare lesioni visibili che altrimenti rischierebbero di passare inosservate. Il paziente ipossico esegue al PS l’Rx del torace per smascherare cause di desaturazione arteriosa quali il pneumotorace, emotorace, contusione pol- Gestione diagnostico terapeutica del paziente con politrauma SaO2 Frequenza o saturazione respiratoria respiratoria (atti/min) arteriosa di ossigeno ) Paziente non ipossico ≥ 93% tra 10 e 29 atti/min Paziente ipossico < 93% > 29 atti/min monare e fratture costali multiple. Valutazione neurologica Trauma cranico Glasgow coma score L’esame neurologico consiste anche nella valutazione del diametro pupillare, riflessi fotomotori, motilità degli arti e sensibilità tattile. Nel GCS si valutano l’apertura spontanea degli occhi, la risposta verbale e quella motoria agli stimoli da parte del paziente. A ciascuno di questi parametri viene dato un valore dalla cui somma viene determinato il GCS (Glasgow Coma Score). Se il paziente apre spontaneamente gli occhi, risponde agli stimoli verbali in maniera appropriata e a quelli dolorosi localizzando il dolore, può essere considerato cosciente (trauma cranico lieve). Viceversa pazienti con marcata alterazione dello stato di vigilanza, non responsivi a stimoli verbali o dolorosi (completamente inerti), midriatici, devono essere intubati per evitare l’ostruzione delle vie aeree secondaria al contatto della base della lingua con la parete posteriore della faringe in seguito ad ipotonia muscolare generalizzata (trauma cranico grave con GCS ≤ 8). Di particolare gravità il riscontro post-traumatico di segni di decorticazione (flessione degli arti superiori ed estensione di quelli inferiori) e di decerebrazione (spasmi in estensione di tutti e 4 gli arti). Valutazione secondaria 107 trasto M medications: farmaci assunti specie se attivi sull’emodinamica P past illness: patologie preesistenti L last meal: last tetanus: ora dell’ultiStabile mo pasto, data dell’ultima antitetanica E events: ricostruzione dell’evento Instabile traumatico Esame obiettivo testa-piedi TESTA: valutare ferite sanguinanti (tamponare), affossamenti ossei, ematomi periorbitari, rivalutare diametro pupillare e riflessi fotomotori. COLLO: valutazione stato delle giugulari, indennità del rachide cervicale, ematomi in espansione. TORACE: segni cutanei, volet costale, asimmetria in espansione, dolorabilità alla palpazione (fratture costali), iper o ipofonesi o riduzione del murmure vescicolare per pneumoemotorace. ADDOME: segni cutanei, distensione rapida, dolorabilità focale o difesa addominale (emoperitoneo da rottura traumatica di viscere parenchimatoso), dolorabilità e motilità anomale per fratture al bacino, sangue dal meato uretrale esterno etc. ESTREMITA’: segni di frattura con esposizione della stessa (stima delle perdite ematiche e profilassi antibiotica con arresto dell’emorragia) Giudizio Trattamento rianimatoria 1. Reperimento di accessi vascolari venosi periferici per terapia infusionale: si inseriscono due agocannule di grosso calibro (14-16 gauge) nelle vene degli arti superiori. Eventualmente aggiungere una via venosa supplementare e di largo calibro(catetere di Swan-Ganz in femorale). La terapia infusionale dello shock emorragico prevede l’infusione immediata di 2000 ml di cristalloidi riscaldati (Ringer/Soluz. Fisiologica). Successivamente si dovrà procedere al ripristino della volemia sulla base della stima delle perdite ematiche e della classe emodinamica di appartenen- Consiste in una breve anamnesi e nell’eseguire un veloce E.O generale Somministrazione di fluidi del paziente. Anamnesi SAMPerdite ematiche Perdite ematiche (ml) (%) PLE Classe I < 750 ml < 15 % S symptoms/signs: valutare segni e sintomi Classe II 750-1500 ml 15-30 % riferiti dal paziente Classe III 1500-2000 ml 30-40 % A allergy: valutare l’esistenza di allergie a Classe IV > 2000 ml > 40 % farmaci o mezzi di con- Liquidi da infondere Cristalloidi nel rapporto di 3:1 Cristalloidi nel rapporto di 3:1 Cristalloidi rapporto 3:1 più sangue rapporto1:1 Cristalloidi rapporto 3:1 più sangue rapporto 1:1 108 za del paziente politraumatizzato. Pazienti in classe emodinamica III e IV (con perdite ematiche di 1500-2000 ml) oltre all’infusione di cristalloidi richiedono l’infusione di sangue per il ripristino della normale volemia (6 sacche di emazia concentrate e 2 sacche di plasma fresco congelato). 2. Intubazione endotracheale Serve per assicurare la pervietà delle vie aeree, prevenire l’inalazione di liquidi (sangue e vomito) nelle vie aeree ed assicurare la ventilazione del paziente traumatizzato. Le indicazioni sono: • apnea • GCS ≤ 8 • gravi traumi del collo e delle prime vie aeree • ipossia ed ipercapnia di grado severo. 3. Drenaggio toracico Va eseguito in emergenza in caso di pneumotorace iperteso. Si posiziona un agocannula da 16 G nel II spazio intercostale sull’emiclaveare. Si deve sospettare uno pneumotorace quando si ha turgore delle giugulari, ipotensione, cianosi e riduzione del murmure vescicolare all’ascoltazione del torace. Nel caso di emotorace o pneumotorace non iperteso si può intervenire in emergenza introducendo un tubo di drenaggio di grosso calibro nel IV-V spazio intercostale anteriormente all’ascellare media, dopo incisione, dissezione e reperimento della cavità pleurica. La toracotomia deve, nel caso di emotorace, favorire la fuoriuscita immediata di più di 1,5 l. di sangue. R. Azzolina - G. Arrabito et Al. per valutare la SaO2 (v.n > 92%); • monitoraggio della diuresi oraria mediante catetere vescicale per la valutazione dell’emodinamica; • monitoraggio della temperatura interna (l’ipotermia è una complicanza frequente del politraumatizzato conseguente spesso ad infusioni di liquidi non adeguatamente riscaldati mediante scaldaliquidi disponibile in pronto soccorso. In conclusione possiamo affermare che l’approccio al politrauma deve essere rapido, pratico, codificato secondo i protocolli che offrono il vantaggio di risparmiare tempo ed evitare inutili personalismi. Bibliografia 1) 2) 3) 4) 5) Collicott PE : Advanced Trauma Life Support (ATLS): past, present, future. 16th stone lecture, A m e r i c a n Trauma Society. J Trauma 1992, 33: 749-753. Janjua KJ, Sugrue M, Deane SA. Prospective evalua tion of early missed injuries and the role of tertiary trauma survey. J Trauma 1998; 44; 1000-6. Moss MC, Birchen MD: Volume changes within the true pelvis during disruption of the pelvic ring. Where does the haemorrage go?, 1996 Injury 27 (Suppl 1): SA21. Mucha P.: Pelvic fracture. In Moore EE, Mattox KL, Feliciano DV(eds). 1991 Trauma 2 nd ed Norwalk, CT. Appleton-Lange p 553. Tiberio G., Emergenze medico chirurgiche, Editore Masson, Milano, 2001. Conclusioni Tutti i politraumi devono essere considerati con cautela perché il peggioramento clinico e neurologico può essere imprevedibile. La gestione diagnostico-terapeutica a nostro giudizio, in accordo con le linee guida, necessita di un attento, continuo e scrupoloso monitoraggio delle funzioni vitali. Sarà importante quindi eseguire: • monitoraggio continuo ECG per la valutazione delle frequenza cardiaca; • monitoraggio non invasivo della pressione arteriosa; • monitoraggio continuo con pulsiossimetro _________ Request reprints from: Dott. ARRABITO GIOVANNI Via Rattazzi, 14 97018 Scicli (RG)