DISPENSA LEZIONI PS AD USO “SCUOLA REGIONALE PROTEZIONE CIVILE “Ernesto Calcara” –Anno 2013 docente dott: Alberto Pellegrino. TEMATICHE: - NOZIONI GENERALI : EMERGENZA SANITARIA EXTRA OSPEDALIERA; aspetti tecnici- sanitari del soccorso. - Nozioni Generali; Aspetti Legislativi del soccorso sanitario; cenni sui materiali, attrezzature e mezzi sanitari; misure igieniche; tutela del soccorritore. - Nozioni di Anatomia e fisiologia del Corpo Umano: forma e costituzione dell’ organismo umano; apparati e sistemi del corpo umano ( apparato respiratorio, apparato Cardiocircolatorio). - Emergenze Mediche: Dispnea e Dolore Toracico. - Nozioni di anatomia e fisiologia del corpo umano:apparati e sistemi del corpo umano (sistema nervoso). - Emergenze Mediche: turbe della coscienza e disturbi Neurologici; disturbi comportamentali. 1 EMERGENZA SANITARIA EXTRA OSPEDALIERA; ASPETTI TECNICOSANITARI DEL SOCCORSO. - Per Emergenza Sanitaria, si intende una tipologia di problemi di salute di gravità variabile, con insorgenza acuta ed improvvisa. - Per Emergenza Sanitaria Extra – Ospedaliera si intende che le situazioni in cui si è destinati ad operare, si sono verificate e quindi si svolgono in prima fase, all’ esterno di quelle che sono strutture protette quali Ospedali, Cliniche o qualsiasi struttura Sanitaria. - Il Primo Soccorso è l’ insieme delle azioni che permettono di aiutare una o più persone in difficoltà (micro emergenze e maxiemergenze). - OBIETTIVO: Ridurre la Mortalità e la Morbilità( ES: evitare il contagio a più persone da Malattie Infettive), attraverso un insieme di azioni che vanno dalla fase di : 1) ALLERTAMENTO; 2) Invio dell’ Equipe sulla Scena; 3) Centralizzazione per il trattamento definitivo ( invio in Pronto soccorso Ospedaliero e/o in Dipartimento Emergenza Accettazione di primo e secondo livello). Nota Bene : è IMPORTANTE LA SCELTA DI PRIORITA’ ATTE AD EVITARE PERICOLI PER I SOCCORRITORI ATTRAVERSO LA MESSA IN SICUREZZA DELLA SCENA E AUTOPROTEZIONE. 2 L’ EMERGENZA SANITARIA EXTRA OSPEDALIERA. -Il S.A.U.T. (Servizio Assistenza Urgenza Territoriale) e/o S.U.E.M. ( Servizio Urgenza ed Emergenza Medica) “ 118”. 1) Il 118 (Servizio Sanitario di Urgenza ed Emergenza - SSUEm 118 o più semplicemente Servizio di Urgenza ed Emergenza Medica - SUEM 118) è il numero telefonico attivo in Italia per la richiesta di soccorso medico per emergenza sanitaria. È un numero unico nazionale, attivo 24 ore su 24 e sette giorni su sette, gratuito su tutto il territorio, sia da telefoni fissi che mobili. È stato istituito con il Decreto del Presidente della Repubblica del 27 marzo 1992 (Atto di indirizzo e coordinamento alle Regioni per la determinazione dei livelli di assistenza sanitaria di emergenza). Il numero svolge il compito di unico referente nazionale per le emergenze sanitarie di ogni tipo. La gestione e l'organizzazione del servizio possono essere di competenza regionale (in forma di azienda sanitaria regionale autonoma) [1], provinciale oppure deputati alle singole Aziende Sanitarie Locali. -PROCEDURE. 2)Chiamata: La chiamata viene smistata automaticamente alla centrale operativa 118 più vicina al chiamante. In genere si tratta della centrale territorialmente competente, ma può accadere che ve ne sia un'altra più vicina. In questo caso, la centrale che risponde trasmetterà la richiesta di soccorso alla centrale 118 di competenza. Nelle centrali operano medici, infermieri e tecnici con specifico addestramento; la procedura prevede una valutazione immediata del livello di gravità della chiamata. Il personale al momento della risposta: localizza l'evento, tramite un software gestionale dedicato dotato di modulo cartografico (sistema informativo geografico). Per permettere un soccorso efficiente è necessario che vengano forniti tutti i dati necessari a raggiungere il punto dell'emergenza, evitando confusioni tra località omonime o assonanti; 3 valuta la gravità dell'evento, ponendo alcune domande semplici al chiamante, e attribuisce all'emergenza una priorità di intervento; invia i mezzi di soccorso idonei all'emergenza e al suo livello di priorità. I mezzi più comuni sono le ambulanze, l'automedica o l'intervento di elisoccorso. All'atto della chiamata il chiamante deve attenersi esclusivamente alle richieste dell'operatore, evitando di scendere in dettagli non richiesti. Le domande, poste secondo il protocollo, riguardano principalmente: Dove è il luogo dell'emergenza: vanno indicati il comune, la via e il numero civico più vicino. Se necessario, bisogna segnalare eventuali difficoltà sul percorso che potrebbero ostacolare i soccorsi. Se disponibili, e se richieste dall'operatore, potrebbero risultare utili, specialmente per l'intervento dell'elicottero, le coordinate (latitudine, longitudine) rilevate dal GPS. Cosa è successo: il chiamante deve dare in modo sintetico tutte le informazioni di cui è a conoscenza, specificando: o Tipologia dell'evento avvenuto; o Livello di coscienza della vittima e se la vittima ha respiro e circolo o meno; o Descrizione della scena e dettagli come presenza di persone incastrate, principi di incendio, sostanze chimiche o pericolose, edifici pericolanti, intralcio al traffico, ecc. Identificazione del chiamante: viene verificata l'autenticità della chiamata. Il passaggio può essere omesso laddove vi sia la possibilità di identificare il chiamante tramite il numero di telefono o dove siano presenti i sistemi di riconoscimento automatico del chiamante. Recapito telefonico: può essere richiesto (nel caso non sia disponibile automaticamente) per eventuali contatti da parte della Centrale Operativa in caso di necessità, richiesta di chiarimenti o di comunicazioni. È molto importante che la comunicazione sia chiusa solo dall'operatore, mai dal chiamante, per accertarsi che siano stati comunicati tutti i dati. Dopo la chiamata, è dovere del chiamante tenere il telefono libero. - CODICI DÌ PRIORITA’. Ogni richiesta è trattata secondo uno schema di codici di priorità, con la tecnica del Triage. L'evasione delle richieste non segue l'ordine cronologico delle telefonate, ma dà maggiore urgenza alle chiamate dove il rischio per l'interessato è maggiore. Ad ogni grado di priorità è assegnato un colore: 4 Codice Verde: è il codice di priorità minore, e viene usato nel caso in cui non siano compromesse le funzioni vitali del paziente. Tipici codici verdi sono piccole lesioni, dolori o patologie in cui il paziente è comunque stabile. Codice Giallo: in caso la condizione del soggetto sia a rischio, ed il paziente non sia quindi stabile. Una forte dispnea ovvero difficoltà respiratoria, emorragie, ustioni di secondo grado non troppo estese o sospette lesioni ad organi interni sono solitamente codici gialli. Codice Rosso: indica la massima urgenza. Il paziente ha una o più funzioni vitali compromesse, quindi è incosciente, o in arresto respiratorio o cardiocircolatorio. Secondo nuove direttive, anche il dolore toracico irradiato in una persona cosciente è dato come codice rosso per sospetto infarto del miocardio. Tutti questi codici sono sia di uscita che di rientro, ovvero possono essere utilizzati per definire l'urgenza sia del viaggio dell'ambulanza verso il luogo dell'evento, sia del trasporto del paziente verso l'ospedale. In alcune realtà i codici-colore di rientro sono sostituiti da codici numerici da 1 a 3, in ordine crescente di gravità. Il codice di rientro viene stabilito dal personale dell'ambulanza in base alla valutazione del paziente, in alcuni casi dopo un consulto con il personale sanitario della centrale operativa. Vi è anche il cosiddetto Codice Bianco, che indica l'assenza di urgenza, o viene usato nei casi in cui il paziente presenta lievi patologie, che dovrebbero essere viste dal medico curante. È detto anche priorità 1 o taxi sanitario, e può essere soggetto a ticket. Nei codici bianchi rientrano anche i trasporti senza emergenza per consentire al malato di effettuare terapie ospedaliere. Solo molto raramente viene effettuato dalle ambulanze del 118. Alcune organizzazioni usano il codice bianco anche per i trasporti rifiutati dal paziente. L'applicazione del codice bianco non è uniforme all'interno dei vari gruppi di assistenza, ed in alcuni può essere assente. Esiste infine un ultimo codice, il Codice Nero, oppure Codice 4. Viene dato solo a constatato decesso da parte di un medico (anche se, per ovvi motivi, chiunque può essere in grado di stabilire che una persona è morta quando è in avanzato stato di decomposizione, decapitazione, carbonizzata o sfracella mento del corpo; il medico è l'unica figura sanitaria abilitata a constatare legalmente un decesso) ed è un codice di solo rientro. Il defunto non può essere trasportato in ambulanza e si deve attendere l'autorizzazione dell'autorità per la rimozione dopo l'arrivo del medico legale. La rimozione di cadavere è, infatti, punibile a norma di legge. Una salma può essere trasportata in ambulanza solo se la persona è deceduta quando era già a bordo del mezzo stesso. 5 -DISTINZIONI TRA “EM ERGENZA” ED “ URGENZA. Per definire l'urgenza e l'emergenza (come per la gravità) è indispensabile il concetto di esito che, in ambito sanitario, si riferisce alle «modificazioni delle condizioni di salute prodotte nei destinatari dagli interventi sanitari». Se l'esito in gioco è la sopravvivenza del paziente, quindi sono compromessi i parametri vitali, e se occorrono interventi immediati per garantirla, si parla di emergenza; quando, invece, occorre un intervento pronto, ma non immediato (dilazionabile nel tempo) si parla di urgenza. La distinzione, dunque, risiede nei tempi di intervento necessari (ore, per quanto riguarda l'urgenza, minuti, per quanto riguarda l'emergenza) e, ovviamente, presuppone una valutazione "tecnica". Chi non sia un addetto ai lavori, nell'incertezza, farà comunque meglio a propendere per la prima ipotesi e chiamare soccorso immediatamente. La valutazione, di competenza infermieristica, segue il metodo detto Triage, viene fatta in Pronto Soccorso e prevede per l'Italia quattro codici contrassegnati da colori. Come riconoscere le due condizioni Per riconoscere in modo adeguato l'urgenza/emergenza, ovviamente, occorrono una diagnosi o, almeno, una o più attendibili ipotesi diagnostiche. Tuttavia, anche per i non addetti ai lavori è possibile fare una distinzione sommaria fra situazioni urgenti e situazioni non urgenti, ovviamente privilegiando, nel dubbio, la possibilità di una falsa urgenza. Un primo criterio è la sofferenza del paziente o la presenza di lesioni evidenti (perdita di coscienza, amputazioni o grandi emorragie e così via), tuttavia non sempre l'urgenza (come pure la gravità) si manifesta in questo modo. Altri elementi da considerare sono le caratteristiche individuali e lo scenario in cui si manifesta l'evento. Quanto più, infatti, lo stato individuale e l'ambiente/situazione in cui si trova la persona che sta male sono legati al rischio di specifici danni, tanto più è probabile che tali danni si siano verificati. Se si tratta di probabili danni che richiedono un trattamento tempestivo per evitare un esito grave o comunque 6 indesiderato, allora si produce una situazione di urgenza. Alcune manifestazioni indicative di urgenza/emergenza Perdita di coscienza Evidenti emorragie Impossibilità di respirare Lesioni evidenti di organi importanti (occhi) Impossibilità di urinare con vescica piena Crisi convulsiva Forte dolore al torace accompagnato da sudorazione e/o perdita di coscienza Dolore molto forte (soprattutto se non scompare immediatamente) Folgorazione, qualora il soggetto non si riprenda prontamente. Soffocamento per inalazione di un corpo estraneo . - INTERVENTO. Una volta accolta la chiamata, l'infermiere della Centrale Operativa passa la scheda dati ad un operatore radio, che sceglie il mezzo più idoneo disponibile della zona di competenza (o la più vicina al luogo dell' incidente) alla quale passare il servizio. L'equipaggio dell'ambulanza riceve l'indirizzo, il nominativo del paziente ed un codice (che può riunire il codice di priorità ed altri dati come il tipo di intervento e la zona geografica), l'orario ed un numero identificativo del servizio. Solo nei casi più gravi vengono anche date informazioni personali sullo stato del paziente, poiché le comunicazioni via radio sono soggette a rischi riguardanti la privacy per quanto possibile. Esistono tre tipologie di ambulanze: 7 Una automedica dell'Areu lombarda Mezzo di soccorso di base (MSB): Con a bordo solo soccorritori. Prevede la presenza di almeno 2 (in alcune regioni 3) soccorritori qualificati ai servizi 118 con certificazione regionale ed eventualmente BLS-D (uso del defibrillatore semiautomatico); uno di essi copre il ruolo di autista e un altro quello di capoequipaggio, e un altro ancora quello di "Soccorritore". Al regolare equipaggio di 3 persone può essere aggiunto un "Allievo soccorritore" (noto come "Quarto") in corso di addestramento (Tirocinio). Mezzo di soccorso intermedio (MSI): oltre ai soccorritori prevede nell'equipaggio un infermiere addestrato ed autorizzato ad applicare algoritmi di intervento avanzati. Mezzo di soccorso avanzato (MSA), detto anche ambulanza medicalizzata: nell'equipaggio sono compresi uno o due soccorritori (di cui uno autista), un infermiere e un medico, spesso anestesista-rianimatore, provenienti dai reparti di pronto soccorso o direttamente dalla centrale operativa. Un altro tipo di MSA è l'auto medica, un'automobile non adibita al trasporto dei pazienti e che, guidata da un soccorritore, trasporta medico ed infermiere sul luogo dell'evento in supporto ai mezzi di base (MSB): in caso di necessità essi seguiranno il paziente a bordo dell'ambulanza. In caso di incidenti stradali, la Centrale Operativa provvede ad allertare la Polizia Stradale o la Polizia Municipale per i rilievi e la gestione del traffico veicolare nel luogo del sinistro, e se necessario i Vigili del Fuoco per il soccorso tecnico. All'occorrenza il 118 può anche richiedere l'intervento delle squadre di soccorso alpino. Arrivati sul posto, il personale sanitario procede alla valutazione dell'infortunato e, dopo le manovre di stabilizzazione/primo soccorso ed il caricamento (se ritenuto necessario), decide un codice di rientro e chiede la competenza dell'ospedale. Non sempre si viene inviati all'ospedale più vicino, in quanto la patologia del paziente può richiedere un ospedale con reparti più qualificati, come un centro traumatologico, 8 pediatrico, oftalmologico e così via. All'arrivo in Pronto Soccorso, l'infermiere del triage rivaluta il paziente, e stabilisce il codice colore con cui sarà trattato nel reparto. Nel caso sia necessario un trasporto rapido a grande distanza, o se la località dell'evento è difficilmente accessibile, può essere inviato l'elisoccorso, che trasporta medico, infermiere e un tecnico del verricello (oltre al pilota e al tecnico di volo) e che ovviamente possono caricare il paziente per trasferirlo nell'ospedale più adeguato. ASPETTI LEGISLATIVI E QUESTIONI LEGALI. Obbligo del Soccorso: Le associazioni che operano nel settore invitano i cittadini non esperti in materia di pronto soccorso ad assolvere l'obbligo di soccorrere gli infortunati tramite la chiamata al 118 anziché intervenendo direttamente. Interventi maldestri effettuati da persone non competenti possono infatti risultare assai pregiudizievoli sia per l'infortunato (aggravando le lesioni da questi subite e provocando danni ulteriori) sia per il soccorritore improvvisato, che resta pienamente responsabile - sotto il profilo civile e penale - di eventuali danni causati all'infortunato stesso. Abusi del Servizio: Le telefonate ricevute dal servizio sono registrate, e nella maggior parte delle Centrali Operative 118 è attiva la visualizzazione del numero telefonico del chiamante (anche se nascosto dall'utente, o del solo codice imei in assenza di scheda sim). L'abuso del servizio è sanzionato secondo l'articolo 658 del Codice Penale, per il reato di procurato allarme presso l'Autorità: chi disturba l'operato del servizio può incorrere in una pesante sanzione amministrativa, oppure fino a sei mesi di reclusione. Gli abusi includono le chiamate per eventi non accaduti (scherzi) o per informazioni generiche (numeri di telefono, indirizzi, ecc.), soprattutto se reiterati, mentre non è univoca la posizione sulle richieste di informazioni sanitarie o di consigli medici, accettate da alcune Centrali Operative e classificate come codici bianchi. STATUS SPECIALE PER I MEZZI DI EMERGENZA. L'uso di segnalatori acustici e luminosi per i mezzi di soccorso, che deve necessariamente essere congiunto[4], è stabilito dall'art. 177 del Codice della strada, che al comma 1 dà la facoltà ai mezzi di soccorso di usare la sirena e i lampeggianti (solitamente i dispositivi prioritari sono attivi nelle missioni con codice triage giallo o rosso)[5], e ai comma 2 e 3 obbliga i veicoli in marcia sulla stessa strada a lasciare il passo. In particolare per i mezzi di emergenza si è stabilito l'uso esclusivo di lampeggianti/luci rotanti di colore blu, al contrario dei mezzi usati per trasporto materiale infiammabile merci pesanti e altri che possiedono luci rotanti di sola segnalazione ma non di emergenza di colore arancione o giallo. Impedire o intralciare 9 l'intervento di un mezzo di soccorso, ad esempio con il proprio veicolo parcheggiato in modo illecito, comporta una violazione del codice stradale e penale. RICAPITOLANDO E SPECIFICANDO CHE: Nelle MSA del “ 118 “ generalmente, ritroviamo Medici non Anestesisti, ma Medici Chirurghi operanti con qualifica di Emergenza ossia: è necessario ad avere partecipato ad un corso, con un numero stabilito di ore, a cui si accede ad esame finale, con rilascio attestazione di : “ Medici di Emergenza Sanitaria 118”. QUINDI ESSENZIALMENTE NEI MSA AMBULANZE TROVIAMO: a) AMBULANZE DEPUTATE AL S.A.U.T.: ambulanze di tipo A con attrezzature Standard ;ritroviamo a bordo generalmente: 1) Autista/soccorritore:( deputato alla guida del mezzo; si occupa della sicurezza dell’ equipaggio sia in fase di partenza che in fase operativa ed in rientro ; è d ‘ obbligo che in fase di intervento non superi la velocità del mezzo di circa 80 km/h;una volta giunta sull’intervento si occupa della messa in sicurezza ,sia per quanto concerne la posizione da fermo del mezzo, sia della sicurezza del personale in fase operativa;partecipa alle operazioni del soccorso in fase attiva). 2) MEDICO CON ATTESTATO DI EMERGENZA/URGENZA: ( è anche il capo o leader del gruppo,ed è preposto alle attività Mediche a cui è competente, con pratica ed uso di BLS ,BLSD( attività con Defibrillatore semiautomatico) ;esegue manovre di pertinenza e competenza Medica di Emergenza/Urgenza (NON RIANIMATIVE). 3) Infermiere Specializzato: (esegue le operazione indicate dal Medico o Leader; ha il compito di recare con sé il Zaino di Emergenza Portatile di Bordo; esegue accessi venosi, misurazioni pressorie, partecipa alle operazioni Rianimative. 4) Occasionalmente si può trovare a bordo anche la presenza del “ QUARTO” elemento che è in genere un Volontario del Soccorso ( C.R.I. e altre associazioni), ed opera generalmente a scopo di Stage o Tirocinante , ma comunque se già competente partecipa alle operazioni del soccorso e/o come barelliere. 10 b) AMBULANZE con “ FUNZIONE RIANIMATIVE”: ambulanze di tipo A (MSA avanzato),con attrezzature standard identiche alle prime, tuttavia suscettibili di alcune variazioni quali Defibrillatore manuale:( ossia la scarica è sotto controllo decisionale del Medico, sia per quanto riguarda i tempi e sia per quanto riguarda il tipo di intensità di Corrente erogata, a differenza del semiautomatico, che opera in funzione automatica, ossia monitora lo stato ed eroga la scarica solo se il paziente ne ha necessità( va in blocco nel caso l’ operatore decidesse di erogare la scarica qualora il ritmo cardiaco monitorato dallo stesso apparecchio rientri in valori stabili. Equipaggio composto da: 1) Autista/Soccorritore; 2) MEDICO ANESTESISTA RIANIMATORE: MEDICO CHIRURGO CON SPECIALIZZAZIONE UNIVERSITARIA IN ANESTESIA E RIANIMAZIONE( deputato alle pratiche mediche di soccorso AVANZATO che oltre al BLS ,BLSD, comprendono anche” ALS”(ADVANCED LIFE SUPPORTED); manovre di Intubazione e Tracheotomia; uso del Defibrillatore a controllo Manuale (NON SEMIAUTOMATICO). E’ sempre il Capo gruppo o Leader; è responsabile di stabilizzare il paziente, con l’ ausilio delle competenze e dei mezzi preposti, fino all’ arrivo in P.S. o in D.E.A. e/o in Terapia Intensiva (U.T.I.C. ed alt ro). 3) Infermiere Specializzato: (esegue le operazione indicate dal Medico o Leader; ha il compito di recare con sé il Zaino di Emergenza Portatile di Bordo; esegue accessi venosi, misurazioni pressorie, partecipa alle operazioni Rianimative di base o avanzate sotto direttiva del Leader. 4) QUARTO” elemento (occasionalmente e accessorio). -Nelle MSI si ritrovano: Ambulanze di tipo “ B” deputate solo al trasporto del paziente, come ad esempio da un ospedale all’ altro o da casa del paziente in incontro con altre ambulanze MSA. Equipaggio formato da: 1) Autista/Soccorritore; 2) Infermiere Professionale. 11 3) Infermiere Professionale (a seconda delle Regioni si ritrova il secondo Infermiere, li dove la classificazione prevede che siano “MSI”(Mezzi di Soccorso Intermedi). Nei MSB o ambulanze di tipo B, è comunque eventualmente la presenza di Defibrillatore Semiautomatico. ALTRI MEZZI: a) AUTOMEDICA: trasporta solo il Medico laddove non sia giunto prima in ambulanza e/o un Infermiere Professionale con Zaino di emergenza. b) MOTOMEDICA: trasporta solo il Medico laddove non sia giunto prima in ambulanza o laddove la viabilità o la pervietà del percorso non permette l’ accesso immediato di ambulanze( Idem dotate di attrezzature primo soccorso e Defibrillatore). c) Imbarcazione Motovedetta Ambulanza( In zone da raggiungere attraverso corsi d’acqua o per il trasbordo di pazienti da Navi in alto mare o in rada, fino al porto marittimo più vicino( ritroviamo oltre al personale di bordo, Medici e Infermieri. d) ELIAMBULANZA. I Sanitari del Soccorso: (L’attività è svolta impiegando personale medico, infermieristico e tecnico messo a disposizione direttamente dalle Aziende Sanitarie del Sistema Sanitario Regionale nonché da volontari e dipendenti di Associazioni di Volontariato e Cooperative Sociali che svolgono l’attività di soccorritore. Pertanto la legge Identifica i SANITARI DEL SOCCORSO: - Medici dipendenti del S.S.N.( Con attestato corso formazione Emergenze) - Medici dipendenti del S.S.N. con specializzazione in Anestesia e Rianimazione. 12 - Personale soccorritore dipendenti S.S.N. Personale soccorritore delle associazioni accreditate al S.S.N. Personale soccorritori Associazioni Volontariato Convenzionate. Altri operatori di ruolo tecnico S.S.N. amministrativo Altri operatori con ruolo tecnico di supporto all’ assistenza amministrativa dipendenti delle associazioni (art. 5 comma 3 DPR 27/03/1992). ATTREZZATURE PRESENTI E DOTAZIONE. Un'ambulanza adibita al servizio d'emergenza deve possedere alcuni requisiti in grado di offrire la migliore assistenza possibile a chiunque abbia bisogno di soccorso in qualsiasi circostanza, ed in particolare deve possedere: ampia varietà di mezzi di recupero dei feriti per garantire interventi in sicurezza in qualsiasi situazione ampia varietà di dotazione sanitaria per far fronte al più ampio spettro di emergenze ampia dotazione di mezzi di protezione per garantire la sicurezza dei soccorritori e dei pazienti Razionale disposizione delle attrezzature per un rapido e sicuro rinvenimento nelle situazioni d'urgenza adeguate apparecchiature di radiocomunicazione per interagire in tempo reale con la Centrale Operativa Sulla base di tali considerazioni, la dotazione dell'ambulanza è stata suddivisa in Kit: ogni Kit è composto da una serie di attrezzature e materiale finalizzati al medesimo obiettivo e tutti i componenti sono disposti in stretta vicinanza così da renderne agevole la localizzazione. In linea di massima, ad eccezione del monitor-defibrillatore in caso di intervento per patologia cardiaca, i kit non vengono portati sul posto al momento dell'ispezione e solo in un secondo tempo l'autista-soccorritore provvederà a prelevare quelli necessari su indicazione del capo equipaggio. Oltre ai diversi Kit, la dotazione è composta da due borse d'emergenza, una multiuso ed una rianimatoria, che invece debbono sempre essere portate dall'equipe sul luogo d'intervento. 13 KIT IMMOBILIZZAZIONE Il materiale è raggruppato nella zona posteriore della fiancata dx del vano sanitario ed ogni gruppo di strumenti è disposto in un proprio sacco contenitore ked splint per arti morbidi: 2 lunghi 2 corti splint per arti pneumatici 2 lunghi 2 corti splint per arti rigidi: 1 lungo 1 corto collari cervicali "usa e getta": piccoli, medi, grandi collari cervicali stifneck: piccolo, medio, medio-grande, grande fermatesta per tavola spinale sacca cinghie varie KIT INFUSIONE Il materiale da infusione è disposto in una vetrinetta laterale mentre gli accessori per l'incannulamento sono disposti in una cassettiera posta sotto di questa glucosio 5%, NaCl 9%, Emagel, Ringer lattato da 100, 250 500 cc deflussori semplici e con dosatore aghicannule tutte le misure butterfly tutte le misure raccordi a tre vie lacci emostatici cotone già imbevuto (in contenitore ermetico) cerotti pretagliati fissa-ago fagioli di cartone usa e getta un paio di forbici KIT O2 E' posto in una vetrinetta laterale dove sono inserite le valvole d'erogazione dell'ossigeno maschere per ossigeno: ad occhiale, a maschera, con reservoir set di erogatori a volumi fissi tipo Venturi (tutti i volumi) KIT EMOSTASI E SONDE Sono posti nella vetrinetta centrale della fiancata e ciascun gruppo di elementi è contenuto in un proprio contenitore 14 soluzioni varie: H2O2, betadine etc cerotti: varie misure pacco di garze guanti sterili e non sterili pacco di fixomull ghiaccio istantaneo cassetta emostasi: bisturi set sutura (fili vari, portaaghi, pinze, forbici) pinze tipo Mosquito bende elastiche e di cotone steri-strip spongostan provette per campioni ematici cateteri vescicali varie misure sondini naso-gastrici sacche per sondini luan siringa 60cc fagiolo contenitore rifiuti KIT VENTILAZIONE MANUALE Disposto su due contenitori a parete sopra la porta posteriore pallone di Ambu set di maschere per Ambu /varie misure) set di cannule di Guedel (varie misure) KIT TRASPORTO Date le dimensioni i diversi elementi sono dislocati in varie posizioni barella standard tipo FW barella a cucchiaio tavola spinale conchiglia pneumatica barellino d'emergenza sedia per cardiopatici telo a sedia ELETROCARDIOGRAFO PORTATILE TIPO CARDIORAPID VENTILATORE AUTOMATICO TIPO MEDUMAT A MISCELA ARIA E O2 15 ASPIRATORE ELETTRICO PORTATILE SUCTION-UNIT LAERDAL (e sondini barie misure) MONITOR DEFIBRILLATORE PORTATILE TIPO HEARTSTART MANUALE E SEMIAUTOMATICO (comprese placche da defibrillazione, placche monitor, cavo ecg, carta di riserva) VALIGETTA F ARMACI DI SCORTA E' posta nella parete anteriore del vano passeggeri. Contiene una seconda confezione "di riserva" dei farmaci contenuti nella borsa d'emergenza BOMBOLE O2 Le principali sono contenute nel vano guida sotto i sedili, le altre nella parete anteriore del vano passeggeri e nei contenitori sotto la dinette bombole principali 4000 l bombola media di riserva 4 bombole piccole da trasporto ZAINO EMERGENZA MULTIUSO Appoggiato in terra a ridosso della parete anteriore. Va sempre portato sul luogo d'intervento cateteri di Fooley varie misure sondini nasogastrici cannule di Guedel varie misure aghicannule varie misure aghi a farfalla varie misure lacci emostatici siringhe varie misure tamponi imbevuti e cerotti provette per campioni ematici varie tipologie pacco di garze guanti sterili e non sterili varie misure tampone nasale set per tricotomia d'urgenza glucometro cassetta medicazione sfigmomanometro fonendoscopio ossimetro soluzioni infusione (glucosio, NaCl, Ringer, emagel, glicerolo) forbici da abiti 16 contenitore a libretto per farmaci (di ogni farmaco sono presenti alcune fiale) o adrenalina o alupent o atropina o bentelan o carvasin o valium o dilzene o isoptin o lanoxin o lasix o narcan o plasil o riabal o soldesam o talofen o toradol o trimeton o ugurol o urbason o ventolin o zantac o anexate o calcio cloruro o glucosio 33% o lidocaina o magnesio solfato o sodio bicarbonato o tefamin o solu medrol o flebocortid o nifedicor o anexate La dotazione dei mezzi di protezione comprende: guanti in lattice maschere facciali paraschizzi mascherine chirurgiche scarpe anti infortunistica elmetto guanti da lavoro 17 L'apparato di comunicazione è costituito da: apparecchio in radio frequenza che mette in comunicazione le varie ambulanze della ASL ma non è collegato alla Centrale Operativa non essendo ancora disponibile una frequenza regionale per l'emergenza apparecchio di telefonia gsm attraverso il quale vengono mantenuti i contatti tra le ambulanze e la Centrale Operativa Ogni mattina il medico e l'infermiere di turno effettuano la "check list giornaliera": verifica della presenza di tutti i componenti e controllo del funzionamento delle attrezzature elettromedicali. La domenica mattina viene effettuata la "check list settimanale" durante la quale vengono aperti tutti i contenitori, viene controllata la presenza di tutti gli elementi, viene "contato" il materiale di consumo e se necessario rimpiazzato, vengono messi in funzione e testati tutti i presidi, vengono aperte e controllate le barelle, vengono testate le batterie etc. -TUTELA DEL SOCCORRITORE E MISURE IGIENICHE. Ricordiamo brevemente che per i “soccorritori sanitari dell’emergenza” l’esposizione agli agenti biologici può essere legata sia all’ambiente, esterno o confinato dove prestano la propria attività, che alla tipologia di intervento da effettuare. Ad esempio, “l’attività di routine prestata sia in ambiente urbano che extraurbano può comportare l’acquisizione di zoonosi attraverso punture di zecche, zanzare…, graffi e morsicature di gatti, cani o altri animali domestici e selvatici”. 18 Il rischio può aumentare poi “nelle attività di soccorso che rivestono carattere di emergenza e di pericolosità in occasione di eventi eccezionali quali disastri naturali, disordini sociali. In tali situazioni gli scenari sono più complessi e caratterizzati da maggiori fonti di pericolo anche determinate da condizioni di sovraffollamento e climatiche avverse”. Senza dimenticare “le problematiche riguardanti i rischi biologici cosiddetti non convenzionali relativi ad eventuali attacchi con agenti infettivi utilizzati come armi biologiche (bioterrorismo), quali i batteri patogeni (Coxiella burnetii, Yersinia pestis, Francisella tularensis, Brucella suis), che includono batteri tossigenici (Clostridium botulinum, Staphylococcus aureus) e batteri sporigeni (Bacillus antracis), i virus (Orthopoxvirus, virus dell’encefalomielite equina venezuelana, virus della febbre emorragica di Ebola, virus della febbre di Marburg, virus della febbre di Lassa, ecc.), ecc., nei confronti dei quali è – a tutt’oggi – assai limitata l’efficacia di vaccini o antidoti”. Proprio la necessità di contrastare i rischi biologici di natura non convenzionale “ha comportato, da parte dei Vigili del Fuoco, lo sviluppo di unità specialistiche avanzate rappresentate dai nuclei NBCR (Nucleare Biologico Chimico Radiologico), quale evoluzione dei nuclei di risposta ai rischi di natura industriale nucleare e chimica”. 19 Primo soccorso: Le basilari norme igieniche Ci sono delle basilari norme igieniche che vanno rispettate ogni volta che si interviene in caso di ferite. La presenza di batteri all’interno di una ferita e’ da dare per scontato, nel momento stesso in cui questa si viene a creare si ha una contaminazione da parte dell’ambiente esterno, un qualunque corpo che penetri nel corpo umano e’ veicolo di batteri, virus etc. Il corpo umano ha già una sua prima linea di difesa che e’ il sistema immunitario, non per questo vale la pena ignorare le norme igieniche confidando solo in questo. E’ da ricordare pero’ che virus e batteri non sono presenti solo nell’ambiente, ma dentro ogni essere umano e’ quindi da ricordare che il ferito non e’ l’unico a dover essere messo al sicuro, anche il soccorritore deve mettere al sicuro se minare se stessi con i tessuti e fluidi biologici del ferito, e questo si effettua stesso prima di intervenire La prima cosa sulla quale porre la propria attenzione e’ quella di evitare di conta indossando guanti, mascherina e quant’altro disponibile. Quando si e’ assicurati della propria sicurezza si può procedere con l’intervento evitando di contaminare la lesione del ferito, qui l’uso di guanti sterili e di gel igienizzante per la disinfezione di mani e attrezzi prima di intervenire sulla ferita sono indispensabili. Ovviamente il primo passo e’ da rispettare sempre, mentre il secondo e’ necessario solo nel caso in cui la lesione sia aperta, nel caso ovviamente in cui la cute fosse integra non si corre piu’ il rischio di contaminazione per cui le norme igieniche sono più blande, ma non per questo da dimenticare. La necessità di igiene non termina nel momento in cui si e’ terminata la cura della ferita, ma va considerata profondamente anche mentre la si stabilizza e nei periodi successivi, mantenendo pulita la zona interessata. Per questo dopo aver pulito, disinfettato e curato, per quanto possibile, la zona si procede a proteggerla in modo stabile dall’ambiente circostante, questo si puo’ fare attraverso materiali di consumo come cotone idrofilo, garza sterile, garza in rotolo, fascia elastica, cerotto adesivo o anche tramite incollatura, l’unica cosa importante e’ che la si protegga dall’ambiente contaminato. Mantenere una pulizia costante della zona e’ importante quanto, se non di più, della prima cura, e in un ambiente altamente contaminato come quello 20 naturale può non essere poi così facile, ma proprio per questo ancora piu’ importante. Nel caso in cui la ferita non sia di gravita’ tale da richiedere il termine della escursione, pratiche di routine come il cambio della fasciatura, la pulizia e la disinfezione diventano molto importanti per non andare incontro ad aggravamenti di lesioni di per se di piccola entita’. -FORMA E COSTITUZIONE DELL’ ORGANISMO UMANO. L'organismo umano è una società altamente organizzata di particelle, le cellule, ciascuna delle quali è un microscopico organismo vivente dotato di un certo grado di autonomia. Le cellule non hanno però forma identica nè espletano uguali attività nell'organismo; durante lo sviluppo, a partire dall'uovo fecondato, le cellule perdono progressivamente la loro individualità per diventare strumenti specializzati di determinate funzioni; si verifica cioè una graduale differenziaz ione cellulare sia da un punto di vista morfologico che funzionale. Ne risulta che l'organismo, a differenziazione compiuta, è un'unità vitale di ordine superiore nella quale si possono riconoscere unità vitali di vari ordini inferiori. Gruppi di cellule differenziate in modo uguale per sovlgere la medesima funzione prendono il nome di tessuti; a loro volta tessuti diversi entrano a far parte di strutture più complesse chiamate organi che espletano funzioni più specializzate; infine un complesso di organi che concorrono ad espletare una funzione di portata molto vasta costituisce un apparato organico . La materia vivente che costituisce il corpo umano, ed anche gli animali e le piante, è denominata protoplasma. La cellula è la più piccola parte di protoplasma capace di un'esistenza indipendente, ha dimensioni microscopiche e non è scomponibile in parti di ugual valore. 21 La cellula è costituita da un corpicciolo per lo più centrale, il nucleo, e da un corpo cellulare denominato citoplasma che lo circonda. Queste due strutture contengono numerose formazioni di diversa morfologia e significato funzionale. La cellula è delimitata da una membrana cellulare che espleta funzioni architettoniche, protettive e di controllo e selezione delle sostanze che entrano ed escono dalla cellula e appare costituita da tre strati, due proteici ed uno lipidico, dove si svolgono importanti attività vitali, quali il trasporto attivo di molecole e ioni. La membrana cellulare delimita il citoplasma nel quale si riconoscono una sostanza fondamentale, fluida, chiara e trasparente,e gli organuli, formaz ioni bene individualizzate che costituiscono l'espressione morfologica di attività essenziali della cellula. Metabolismo La sostanza vivente ha la proprietà di assumere materiali dall'ambiente esterno, di trasformarli in sostanze utilizzabili per la produzione di energia, per l'accrescimento cellulare, per reintegrare le perdite ed infine di espellere i prodotti di degradazione. Nella cellula si svolgono pertanto continuamente reazioni chimiche che protano ad un continuo ricambio di materiali accompagnato da complesse trasformazioni di energia. Questo ricambio viene denominato metabolismo ed è costituito da due ordini di fenomeni opposti, l'anabolismo, costruttivo ed il catabolismo distruttivo; l'anabolismo consiste nella produzione di moleco le complesse da molecole più semplici con conseguente immagazzinamento di energia, mentre il catabolismo consiste nella degradazione di molecole co mplesse in molecole semplici, con liberazione di energia. Negli organismi superiori non esiste una correlaz ione diretta fra la durata della vita dell'intero organismo e quella delle singole cellule; infatti vi è un gruppo di cellule perenni che appena differenziate perdono la capacità di riprodursi (cellule nervose, fibre del cristallino), la loro durata è in genere uguale a quella dell'intero organismo e quando sono distrutte non possono essere sosituite; vi è invece un gruppo di cellule stabili che non subiscono un rinnovamento continuo, ma possono riprendere l'attività proliferativa per compensare eventuali perdite (cellule cartilaginee, osee, muscolari lisce); ed infine vi è un gruppo di cellule labili che 22 continuamente si distruggono e vengono sostituite durante tutta la vita dell'organismo. Acqua, la principale componente del corpo umano: Il corpo di una persona adulta la cui presenza in acqua si attesti attorno al 65% vorrà dire che ne conterrà 40-50 litri. La pecentuale più alta di acqua si ha nella blastocisti presente subito dopo la fecondazione (90% in acqua) poi nell’embrione (85%) e a seguire nel neonato (dal 75 all’85%). In un quarantenne la percentuale d’acqua si attesta tra il 60 e il 70%. A causa della ridotta capacità di smistamento degli impulsi sensoriali diminuisce anche la sensazione della sete nell’età avanzata. Questo rischia di provocare una certa disidratazione in quanto l’attività cellulare rallenta a causa della carenza di apporto di acqua. Se il contenuto di acqua nella cellula scende sotto il 50% i processi vitali si paralizzano, spesso anche in modo irreversibile. Congiuntamente per l’insufficiente assunzione di acqua le sostanze tossiche vengono espulse solo parzialmente e sovente, in età avanzata, questo procura l’innalzamento della pressione zuccheri e del colesterolo nei vasi, rendendoli meno elastici. E’ facile allora intuire l’importanza dell’acqua sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo per un perfetto funzionamento dell’organismo umano. Un uomo durante la sua vita beve circa 25.000 litri di acqua per il mantenimento delle sue funzioni biologiche e delle strutture organiche. Tutti i sistemi organici sono in contatto con l’acqua: -circolatorio 23 -urogenitale -respiratorio -digestivo -nervoso -sensoriale Ognuno di essi è a suo modo dipendente dall’acqua, ma anche il tessuto dipende da essa così come ogni singola cellula è acqua-dipendente. I liquidi corporei più acquosi sono: il liquido cerebrale e il midollo osseo (al 99%), il plasma sanguigno (al 85%) e il cervello (al 75%). Altri dati interessanti da evidenziare sono: il latte materno con l’87%, i reni con l’83%, il cuore col 79%. APPARATI E SISTEMI DEL CORPO UMANO. - APPARATO RESPIRATORIO. apparato respiratorio è una struttura anatomica atta alla respirazione, costituita, nei Tetrapodi, dalle vie aeree, dai polmoni e da eventuali annessi come i Sacchi aeriferi; permette gli scambi gassosi di ossigeno ed anidride carbonica attraverso l'emoglobina negli eritrociti del sangue secondo un processo chiamato ematosi. L'apparato respiratorio è costituito funzionalmente da differenti parti anatomiche: gli organi cavi dove passa l'aria e dove i gas e vengono convogliati all'interno o all'esterno dei polmoni rispettivamente durante i processi di inspirazione ed espirazione; i polmoni, in cui avviene lo scambio di gas con il sangue, a livello degli alveoli per gli organismi che ne sono dotati, come i mammiferi. Ad essi vanno ad aggiungersi eventuali organi ausiliari, tra cui: la gabbia toracica, costituita da coste, vertebre toraciche e sterno, che fornisce il supporto strutturale; i muscoli, in particolare il diaframma e i muscoli intercostali, che permettono l'allargamento della gabbia toracica e quindi l'espansione polmonare. I coccodrilli contano anche sul metodo del pistone epatico, dove il fegato è tirato posteriormente da un muscolo ancorato all'osso pubico. In questo modo, espande e contrae i polmoni. 24 i Sacchi aeriferi, che costituiscono un sistema di riserva d'aria e di ventilazione forzata negli uccelli. Anatomia umana Dal punto di vista della struttura l'apparato respiratorio è costituito da: naso esterno (fosse nasali e seni paranasali) e cavità orale, faringe; laringe; trachea; bronchi e bronchioli; polmoni costituiti da alveoli polmonari; pleura (costituito da pleura interna ed esterna,all'interno dei 2 strati c'è il liquido pleurico). Vie aeree Le vie aeree sono formati da organi cavi in cui le sostanze gassose,vengono trasportate da o verso i polmoni. Devono essere mantenuti costantemente liberi, motivo per cui sono sostenute esternamente da una struttura ossea o cartilaginea e muscolare. Pur essendo in continuità tra di loro, vengono suddivise in vie aeree superiori ed inferiori, in base ad aspetti organo genetici e clinici. Superiori Le vie aeree superiori sono costituite da: naso esterno e cavità orale; fosse nasali e seni paranasali; faringe. Si trovano nel primo tratto dell'apparato respiratorio e sono parzialmente in comune con l'apparato digerente. Tra le funzioni accessorie delle vie aeree superiori vi sono l'umidificazione ed il riscaldamento dell'aria, oltre alla cattura del pulviscolo per mezzo delle protuberanze dette ciglia delle cellule presenti nel muco muco. Gli organi delle vie aeree superiori derivano dai quattro archi faringei, che compaiono circa alla quinta settimana di sviluppo embrionale. Le vie aeree inferiori sono costituite da: 25 laringe; tessuto cartilagineo trachea; tessuto cartilagineo bronchi. anelli di tessuto cartilagineo sulla parte anteriore, mentre nella parte posteriore tessuto connettivo. Polmoni Il polmone è l'organo essenziale per la respirazione dei vertebrati. La sua principale funzione è di trasportare l'ossigeno dall'atmosfera al sangue e di espellere l'anidride carbonica dal sangue e di inviarla nell'atmosfera. I polmoni hanno vita autonoma, possono funzionare indipendenti uno dall altro, sia per il nutrimento che per la vascolarizzazione. Sono avvolti da una sostanza chiamata Pleura, che a sua volta ha due sacche interne, pleura viscerale e pleura parietale. I polmoni sono nella cassa toracica, divisa dal mediastino. All' interno troviamo i bronchi che nascono dalla trachea, e si ramificano diventando sempre più piccoli, sino a diventare bronchioli terminali, e servono per far passare l'ossigeno negli alveoli, questo a livello capillare venoso, passeranno ai capillari arteriosi esterni ,cambiandolo con l'anidride carbonica che hanno trasportato da tutto l'organismo. Questo scambio di gas è compiuto in un mosaico di cellule specializzate che formano delle piccole sacche d'aria chiamate alveoli. Inspirazione ed espirazione L'atto respiratorio si divide in due fasi: inspirazione ed espirazione. L'inspirazione avviene grazie alla contrazione dei muscoli intercostali e del diaframma; tale contrazione provoca un aumento di volume polmonare e una diminuzione della pressione intrapleurica: ne consegue un'aspirazione dell'aria nei polmoni. L'espirazione solitamente è passiva, determinata dal rilascio della forza elastica del parenchima polmonare. Il volume toracico diminuisce, i polmoni vengono compressi e l'aria espulsa. Con un'inspirazione normale introduciamo circa 500 cm3 di aria, Volume Corrente. Con un'inspirazione forzata introduciamo circa 2000-3000 cm3 di aria, Riserva Respiratoria. Con un'espirazione forzata espelliamo circa 1000 cm^ di aria, Aria Emessa. Il totale di tutta questa aria è di circa 4000-4500 cm3 d'aria e si chiama Capacità Vitale. [senza fonte] Gli scambi gassosi avvengono a livello alveolare, ma anche a livello cellulare. A livello alveolare vi è uno scambio dei gas tra aria e sangue: l'ossigeno passa dall'alveolo al sangue e l'anidride carbonica dal sangue all'alveolo per diffusione o secondo gradiente di concentrazione (passaggio passivo). Anche a livello cellulare 26 l'ossigeno passa da sangue a cellula e l'anidride carbonica da cellula a sangue per diffusione. Entrambi i gas vengono portati in tutto il corpo attraverso il circolo ematico. L'ossigeno si lega ai globuli rossi per essere trasportato; l'anidride carbonica si lega invece all'acqua presente nel sangue. Patologie Le vie respiratorie e i polmoni sono bersaglio di malattie provocate da batteri, virus e sostanze tossiche (gas, polveri ecc.), nonché da tumori: i primi possono penetrare con facilità nell'apparato respiratorio ins ieme all'aria inspirata. Tra le principali complicazioni si ricordano: - il raffreddore, l'influenza, la faringite, la laringite, la bronchite, la polmonite, la tubercolosi, la pleurite. La respirazione cellulare è una reazione chimica che avviene nei mitocondri delle cellule in presenza di ossigeno, trasportato dai polmoni attraverso il sangue, e glucosio. Si producono energia e sostanze di scarto (H2 O e CO2). APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO L'apparato cardiocircolatorio è composto da organi con la funzione di far c ircolare il sangue, ossia il cuore e i v asi sanguigni. I vasi sanguigni si dividono in arterie, vene e capillari. Le arterie sono ricche di fibre elastiche, sono più resistenti, originano dal cuore e trasportano il sangue al di fuori di esso. Le vene trasportano il sangue v erso il cuore in direzione centripeta. I capillari sono i v asi più piccoli, dov e avvengono gli scambi tra ossigeno e le sostanze nutritiv e tra il sangue e le cellule. Tutti e tre i vasi sono costituiti da tre rivestimenti sovrapposti e sono cavi. I tre strati si chiamano: tonaca intima, tonaca media, 27 tonaca estrema. La tonaca intima è formata da tessuto epiteliale pav imentoso semplice (endotelio). Appoggia su un sottilissimo strato di tessuto connettiv o lasso. L'endotelio è a diretto contatto con il sangue. La tonaca media è formata da tessuto connettiv o denso molto ricco di fibre elastiche e sono presenti anche cellule muscolari lisce (le fibre elastiche e le cellule muscolari lisce sono molto ricche nelle arterie). La tonaca esterna è formata da tessuto connettiv o lasso. Nei capillari c'è solo l'endotelio e il tessuto connettiv o lasso. Le arterie nascono grosse e man mano che si allontanano si ramificano dando origine ad arterie sempre più piccole. I capillari originano dall'ulteriore ramificazione delle arterie più piccole chiamate arteriole. Le v ene iniziano piccole e div entano sempre più grosse ritornando al cuore. Queste iniziano dalla fusione di capillari e all'inizio si chiamano v enule. CUORE E' un organo muscolare situato nella cav ità toracica, in uno spazio chiamato mediastino. Ha forma conica con la base riv olta in alto a destra e l'apice in basso a sinistra nel quinto spazio intercostale. E' div iso in quattro cav ità: due superiori, atrio destro e sinistro, e due inferio ri, v entricolo destro e sinistro. Dopo la nascita non persiste alcuna comunicazione tra la parte destra e la parte sinistra del cuore; questa condizione è garantita dai setti interatriali e interv entricolare che div idono il cuore nelle due metà suddette. Ogni atrio comunica con il corrispondente v entricolo attrav erso l'orifizio atriov entricolare che è fornito di una v alvola: v alv ola tricuspide tra atrio destro e ventricolo destro, v alv ola bicuspide o mitrale tra atrio sinistro e ventricolo sinistro. Dal v entricolo sinistro nasce l'aorta, l'arteria più importante della grande circolazione mentre dal v entricolo destro nasce l'arteria polmonare che serv e a portare il sangue v enoso dal cuore ai polmoni. Il sistema cardiovascolare ELEMENTI DI FISIOLOGIA CARDIOVASCOLARE Il cuore ha quattro proprietà fondamentali: 28 1) la capacità di contrarsi; 2) la capacità di autostimolarsi a determinate frequenze cardiache; 3) la capacità delle fibre miocardiche di trasmettere a quelle vicine lo stimolo elettrico ricevuto, avvalendosi anche di vie di conduzione preferenziali; 4) l'eccitabilità, cioè la capacità del cuore di rispondere allo stimolo elettrico che gli è stato somministrato. Il ciclo cardiaco è il tempo che intercorre tra la fine di una contrazione cardiaca e l'inizio della successiva. Nel ciclo cardiaco possiamo distinguere due periodi: la diastole (il periodo di rilasciamento della muscolatura miocardia e di riempimento del cuore) e la sistole (periodo di contrazione, cioè l'espulsione del sangue nel circolo sistemico mediante l'aorta). Dal nodo seno atriale l'impulso elettrico raggiunge il nodo atrio-ventricolare, dove subisce un lieve rallentamento e dove si diffonde, seguendo le due branche del fascio di His (ed i loro rami terminali), a tutto il miocardio ventricolare, provocandone la contrazione. La maggior parte (circa il 70%) del sangue che arriva al cuore durante la diastole, passa direttamente dagli atri ai ventricoli, mentre la restante quantità viene pompata dagli atri ai ventricoli tramite la contrazione degli atri stessi, alla fine della diastole. Quest'ultima quantità di sangue non riveste una particolare importanza in condizioni di riposo; diventa invece indispensabile durante lo sforzo quando l'aumento della frequenza cardiaca accorcia la diastole (cioè il periodo di riempimento del cuore) rendendo più breve il tempo a disposizione per il riempimento dei ventricoli. Durante la fibrillazione atriale (cioè quella condizione in cui il cuore batte in modo del tutto irregolare) esiste una limitazione funzionale della performance cardiaca, che si manifesta particolarmente durante lo sforzo. Il tempo che intercorre tra la chiusura delle valvole atrio-ventricolari e l'apertura di quelle semilunari viene detto tempo di contrazione isometrica, perché, anche se i ventricoli entrano in tensione, le fibre muscolari non si accorciano. Alla fine della sistole, la muscolatura ventricolare si rilascia: la pressione endoventricolare cade a livelli molto più bassi di quelli presenti nell'aorta e nell'arteria polmonare, provocando la chiusura delle valvole semilunari e, successivamente l'apertura di quelle atrioventricolari (perché la pressione endoventricolare è diventata minore di quella endoatriale). Il periodo compreso tra la chiusura delle valvole semilunari e l'apertura delle valvole atrioventricolari è detto periodo di rilasciamento isovolumetrico, in quanto la tensione del muscolo crolla, ma il volume delle cavità ventricolari 29 rimane invariato. Quando le valvole atrioventricolari si aprono, il sangue fluisce nuovamente dagli atri ai ventricoli ed il ciclo descritto ricomincia. Il movimento delle valvole cardiache è passivo: esse si aprono e si chiudono passivamente come conseguenza dei regimi pressori esistenti nelle camere separate dalle valvole stesse. La funzione di queste valvole è quindi quella di consentire lo scorrimento del sangue in un'unica direzione, quella anterograda, impedendo al sangue di tornare indietro. EMERGENZE MEDICHE -DISPNEA ED ALTERAZIONI DELLA CIRCOLAZIONE. Il termine dispnea (dal greco dispnoya, diffico ltà nel respiro) indica una difficoltà, a carattere soggettivo, che si incontra nella respirazione. La sensazione che il soggetto avverte viene spesso descritta come "fame d'aria". Le classificazioni della dispnea Esistono varie classificazioni della dispnea. Vediamo le più interessanti. In base all'insorgenza dei sintomi si distinguono dispnea acuta e dispnea cronica. La dispnea acuta è una tipica manifestazione di patologie e condizioni quali l'ostruzione acuta delle vie aeree, la polmonite, la sindrome da distress respiratorio, il pneumotorace, l'infarto miocardico acuto, la rottura della valvo la mitrale e l'embolia 30 polmonare. La dispnea cronica è invece caratteristica della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), delle valvulopatie, dello scompenso cardiaco, dell'anemia, dell'insufficienza renale e delle disfunzioni neuromuscolari. La dispnea può essere distinta a seconda dei fattori eziologici: dispnea relativa a problematiche delle vie aeree superiori dispnea relativa a problematiche polmonari e delle basse vie respiratorie dispnea relativa a problematiche metaboliche ed ematologiche dispnea relativa a problematiche di t ipo neuromuscolare dispnea relativa a problematiche di t ipo psicogeno dispnea relativa a problematiche cardiache. 31 In base a questa classificaz ione possiamo elencare le principali cause di dispnea. Le problemat iche delle vie aeree superiori che possono causare dispnea sono per esempio la presenza di corpi estranei, la stenosi delle vie aeree, tumori, reazioni di tipo allergico, la tracheomalacia ecc.; le problematiche polmonari e delle basse vie respiratorie sono invece l'asma, l'ipertensione polmonare, la sindrome da distress respiratorio, la broncopneumopatia cronica ostruttiva, la polmonite, tumori, versamento pleurico, l'embolia polmonare ecc. Per quanto riguarda le problematiche a livello metabolico ed ematologico possiamo ricordare la t ireotossicosi, la sepsi, la febbre, l'anemia ecc. 32 Le problemat iche di tipo neuromuscolare che possono dare origine a dispnea sono la miastenia gravis, le miopatie, le neuropatie, la sindrome di Guillain-Barré ecc. Le problemat iche di tipo psicogeno che possono scatenare episodi di dispnea sono l'astinenza da sostanze stupefacenti, l'iperventilazione, gli attacchi di panico, l'ansia, la depressione ecc. Vi sono infine le problemat iche relative a patologie di tipo cardiaco quali, per esempio, l'ischemia miocardica, lo scompenso cardiaco, le aritmie, le valvulopatie (stenosi aortica e stenosi mitralica), il versamento del pericardio ecc. La dispnea con eziologia cardiaca viene definita come dispnea cardiogena. In base al parametro dispnea, la New York Heart Association (NYHA) classifica i soggetti cardiopatici in quattro classi: classe I: soggetto cardiopatico con assenza di dispnea, sia a riposo sia sotto sforzo classe II: soggetto cardiopatico con dispnea che compare solo dopo sforzi di elevata intensità che prima non la causavano classe III: soggetto cardiopatico con dispnea che compare anche dopo lievi sforzi 33 classe IV: soggetto cardiopatico con dispnea presente anche in condizione di riposo. La diagnosi differenziale di dispnea Come abbiamo visto, le cause di dispnea sono moltissime e possono essere estremamente diverse fra loro. Appare quindi ovvio che una diagnosi non tempestiva e non corretta può avere conseguenze gravissime, addirittura fatali. I medici che operano nei Pronto Soccorso seguono generalmente algoritmi diagnostici che possono essere utili per evidenziare l'origine della dispnea e orientare il trattamento. I criteri diagnostici di tipo assoluto per porre la diagnosi di dispnea sono i seguenti: Pressione parziale dell'ossigeno nel sangue arterioso <5 mmHg Pressione parziale dell'anidride carbonica nel sangue arterioso >50mmHg (esclusa l'ipercapnia co mpensatoria dell'alcalosi metabolica) Ph arterioso <7,35 Alterazione acuta della frequenza e dell'ampiezza respiratoria. Nel caso si sospetti una dispnea con eziologia cardiaca è necessario eseguire un elettrocardiogramma. 34 Per distinguere una dispnea cardiaca da una dispnea polmonare può essere utile ricorrere alla valutazione del picco di flusso espiratorio (PEF), un esame poco invasivo e più rapido della spirometria, ma che non sempre il soggetto colpito da dispnea acuta è in grado di compiere. Nel caso si sospetti una dispnea da ostruzione acuta delle vie aeree superiori si può ricorrere a un esame radiografico oppure a un esame diretto delle vie respiratorie. Gli esami del sangue possono essere utili per evidenziare la presenza di anemia, di squilibri del metabolismo, di ischemia del miocardio o di embolia polmonare, tutte condizioni che possono dare origine a fenomeni di dispnea. - DOLORE TORACICO: Il dolore toracico è un sintomo a cui può essere associato numerose anomalie e malattie, generalmente viene considerata un'emergenza per via dell’angina instabile o dell'infarto miocardico acuto. Quando il dolore toracico non è attribuibile a patologie a carico del cuore tale dolore prende il nome di dolore toracico non cardiaco. Le recenti linee guida raccomandano di attribuire in fase di triage il codice rosso ad un dolore toracico di sospetta origine cardiaca. Dai sintomi e i segni clinici riscontrati si può avere una prima idea sull'eziologia dell’evento. Se il dolore origina da uno sforzo o da un'emozione intensa, allora la causa può essere cardiaca. L'irradiamento del dolore toracico al braccio sinistro, in regione epigastrica o al collo può indirizzare verso l'ipotesi di una patologia ischemica del cuore. Cause gravi Ischemia miocardica Infarto miocardico acuto Embolia polmonare Dissecazione aortica Aneurisma dell'aorta toracica Enfisema mediastinico 35 Pericardite acuta Pleurite Altre cause Discopatia cervicale Artrosi cervicale o toracica Patologie che interessano l’addome Pancreatite, colica biliare, ernia iatale, ulcera peptica Malattie della mammella Nevriti intercostali Dolore costocondrale Dolore toracico parietale Sindrome di Tietze (o costocondrite) Terapie Varia a seconda della causa scatenante il dolore. Esami L’elettrocardiogramma a 12 derivazioni serve a dare una prima indicazione sul coinvolgimento del cuore nell'eziologia del dolore. L'ECG non è da considerarsi definitivo, non sono infrequenti falsi negativi, e va peraltro confermato da esami di laboratorio (mioglobina, troponina, ed altri marker cardiaci). Altri esami sono l'imaging del torace e gli esami di laboratorio del sangue. La prima cosa da fare, in caso di dolore toracico, è: MAI TRASCURARE O SOTTOVALUTARE un dolore al petto! MAI PENSARE solo al colpo di freddo ed alla pleurite o all'acidità o all'esofagite. Ma occorre recarsi subito dal medico, meglio se al pronto soccorso, specie se abbiamo accusato stanchezza e mancanza di aria. Inoltre un dolore toracico con ipossemia può significare un aneurisma dissecante dell'aorta oppure embolia polmonare. Quindi se l'ecg è negativo per sindrome coronarica acuta STEMI o NSTEMI, allora è sempre opportuno eseguire una TAC del torace per escludere embolia polmonare, pneumotorace o aneurisma dell'aorta. 36 Il dolore toracico dipende dalle diverse strutture del torace, cioè dalle strutture parietali, cutanee, muscolari, articolari e dagli organi in esso contenuti. Talora si può trattare di un dolore toracico ribelle a terapia . La più comune spiegazione del dolore toracico retrosternale ricorrente con valutazione cardiologica negativa, così, è rappresentato dalla GERD (Fang kman, 2001), cioè dalla Malattia da Reflusso Gastro-Esofageo. Circa il 15% dei pazienti ha un'esofagite all'endoscopia e fino al 40% dei pazienti presenta elevati tempi di esposizione agli acidi durante il monitoraggio del pH nelle 24 ore. Il rimanente sottogruppo di pazienti non presenta reflusso patologico. Circa un terzo di questi mostra un'associazione dei sintomi con episodi di reflusso acido, ma, nel loro insieme, tutti i pazienti che non presentano reflusso patologico rispondono meno bene alla terapia antireflusso. dolore parietale o muscolare-scheletrico può dipendere: dai muscoli, tendini e fasce come dolore miofasciale o miogeno: miositi, fibrositi, tendiniti; dalle articolazioni e dai tessuti periarticolari come dolore artrogeno: artriti acute e croniche, periartriti, borsiti. dolori da lesioni osteo-neuro-muscolari. dolore alla spalla sinistra (cfr anche tumore_del_polmone ). Il dolore muscolare toracico è un dolore profondo, mal localizzato che si accompagna a senso di tensione e riconosce "trigger points" o foci dolorosi, che possono avere origine da traumatismi, miositi, fatica muscolare prolungata, artriti e si esacerbano col freddo e col caldo, con i movimenti, fatica muscolare, si accompagna a contratture. Un dolore di tipo muscolare si ha nelle fibrositi, cioè dolore delle fasce, dei muscoli e dei ligamenti. (cfr 37 Dermatomiosite Dermatomiositi e polimiositi, generalità Dermatomiositi e polimiositi, classificazione Dermatomiositi e polimiositi, diagnosi e cura) .Le strutture articolari possono essere sede di focolai algogeni; per es. le articolazioni intervertebrali e vertebro-costali nel corso di artriti settiche da neisseria gonorrhoea, staphylococcus aureus, streptococcus pyogenes, ecc; un dolore di tali articolazioni si estende anche ai muscoli interessati; lo stesso vale per le affezioni del rachide, di natura traumatica, osteoartrosica, flogistica, ernia del disco (cfr la lombalgia Un dolore alla schiena lancinante: la spondilodiscite), neoplasie, osteoporosi, connettiviti e malattie reumatiche in genere (cfr anche m. autoimmuni), -> la pressione sui legamenti evoca dolore. per processo fibrositico. Un dolore intercostale si può avere per la presenza di foci algogeni dei muscoli intercostali nel corso di un processo flogistico, che si accentua con i movimenti del respiro; specie nei punti di Valleis e può dipendere da metastasi ossee in corso di plasmocitoma, tumori ossei primitivi e secondari, fratture intercostali o sublussazioni o per interessamento da parte dell'herpes zoster delle radici nervose intercostali; sindrome polimialgica si ha per interessamento delle masse muscolari prossimali dei muscoli del collo, del cingolo scapolare e del dorso, come sindrome dolorosa cronica, bilaterale, notturna, stanchezza profonda, dolore esacerbato dal movimento in corso di Polimialgia Reumatica, con danno muscolare, rialzo di CPK, SGOT, LDH, autoanticorpi. SISTEMA NERVOSO Sistema nervoso sistema nervoso è organizzato anatomicamente in: Sistema Nervoso Centrale (SNC) comprende il cervello e il midollo spinale, Sistema Nervoso Periferico (SNP) comprende i nervi cranici che derivano dal cervello e i nervi spinali emergenti dal midollo spinale con i gangli. 38 Nell'uomo adulto, il cervello pesa mediamente da 1,3 a 1,4 Kg. Il cervello contiene circa 100 bilioni* di cellule nervose (neuroni) e trilioni** di "cellule di supporto", chiamate glia. Il midollo spinale e' lungo circa 43 cm nella donna adulta e 45 cm nell'uomo adulto e pesa circa 35-40 g. La colonna vertebrale, la serie di ossa (della schiena) che ospita il midollo spinale, è lunga circa 70 cm, così che il midollo spinale è molto più corto della colonna vertebrale. (*) Un bilione equivale a 1.000.000.000.000, (**) Un trilione equivale a 1.000.000.000.000.000.000 o 10 18 o 10 12 Sistema nervoso centrale Il Sistema Nervoso Centrale e' suddiviso in due parti principali: Cervello; Midollo spinale. Il cervello è composto da sostanza grigia e da sostanza bianca. Il suo interno è formato principalmente da una sostanza bianca, avvolta esternamente da uno strato di sostanza grigia, la corteccia cerebrale. La sostanza bianca è costituita da fibre mieliniche, oligodendrociti, astrociti fibrosi e cellule di microglia.Il colore bianco è dato dalla mielina; La sostanza grigia contiene il soma (corpo cellulare), fibre amieliniche e mieliniche, astrociti protoplasmatici, oligodendrociti e cellule di microglia. Nelle sezioni trasverse di midollo spinale la sostanza bianca è localizzata all'esterno e la sostanza grigia all'interno, ove assume una forma ad H. Nel tratto centrale dell'H si trova una cavità, il canale centrale, residuo del tubo neurale tappezzato di cellule ependimali. Il tubo neurale è una struttura presente negli embrioni dei Cordati, da cui si origina il sistema nervoso centrale. Di forma cilindrica e munito di cavità centrale, il tubo neurale deriva da una regione ispessita dell'ectoderma, la piastra neurale, attraverso un processo detto neurulazione. La sostanza grigia forma le corna anteriori dell'H contenente neuroni motori dai quali si originano le radici ventrali dei nervi spinali. Anche le corna dorsali dell'Hsono di sostanza grigia che ricevono fibre sensitive dai neuroni dei gangli spinali. 39 Il corno anteriore è formato da neuroni responsabili delle funzioni motorie (motoneuroni α e motoneuroni γ); mentre il corno posteriore è dato da neuroni adibiti alla funzione sensitiva soprattutto tattile e dolorifica . Il SNC è protetto dal cranio e dalla colonna vertebrale e inoltre da membrane di tessuto connettivo dette meningi. Dalla più esterna le meningi sono: Dura madre; Aracnoide; Pia madre. Sistema Nervoso Periferico Il Sistema Nervoso Periferico si suddivide in due parti principali: Sistema Nervoso Somatico responsabile delle risposte volontarie; Sistema Nervoso Autonomo, o Vegetativo, responsabile delle risposte involontarie. Il Sistema Nervoso Somatico è costituito da fibre nervose periferiche che inviano informazioni sensitive al Sistema Nervoso Centrale e fibre nervose motorie che si portano ai muscoli scheletrici. Il Sistema Nervoso Autonomo e' suddiviso in due parti ad azione antagonista: Simpatico (toracico - lombare); Parasimpatico (craniosacrale). Il Sistema Nervoso Autonomo controlla la muscolatura liscia dei visceri e le ghiandole. SISTEMA NERVOSO SIMPATICO Il Simpatico nasce nel midollo spinale. Stimola il cuore, dilata i bronchi, contrae le arterie e inibisce l'apparato digerente, prepara l'organismo all'attività fisica. Qui, i corpi cellulari del primo neurone (il neurone pregangliare) sono localizzati nei tratti toracico e lombare. Gli assoni che originano da questi neuroni si portano ad una catena di gangli situata ai due lati della colonna vertebrale (la catena gangliare latero-vertebrale). Nella 40 catena gangliare, la maggior parte dei neuroni contrae sinapsi con un altro neurone (il neurone post-gangliare). Il neurone post-gangliare proietta quindi al "bersaglio": un muscolo (liscio o cardiaco) o una ghiandola. Nel sistema simpatico le fibre pregangliari sono brevi, mentre le postgangliari sono lunghe. SISTEMA NERVOSO PARASIMPATICO E' chiamato Sistema Autonomo cranio-sacrale poiché fa capo ai nuclei viscero-motori dei nervi encefalici e alle colonne viscero effettrici sacrali. Il Parasimpatico è un sistema che predispone all'alimentazione, alla digestione, al sonno e al riposo. I centri del Parasimpatico si trovano nel tronco encefalico e nella parte sacrale del midollo spinale. Nel tronco encefalico vi sono i nuclei per l'innervazione di ghiandole salivari, nasali, lacrimali e di tutti gli organi fino alla flessura sinistra del colon che rappresenta il punto di confine tra intestino medio e intestino caudale. In questo sistema i rami pregangliari sono lunghi e raggiungono i gangli di poco esterni o interni all'organo da innervare (per questo le fibre postgangliari sono molto corte). Nel cuore, il Parasimpatico ha il compito di diminuire i battiti cardiaci, la pressione, e provocare una vasocostrizione delle arterie del cuore (le coronarie). Una costrizione coronaria determina un minore apporto di sangue al cuore. Nel tratto digerente, il Vago rappresenta il Parasimpatico e agisce provocando la peristalsi e, a livello gastrico, la secrezione di HCl. 41 - TURBE DELLA COSCIENZA E DISTURBI NEUROLOGICI. Disturbi della coscienza I disturbi della coscienza sono, in ordine crescente di gravità, la lipotimia, la sincope ed il coma. Lipotimia e Sincope Le cause possono essere di vario genere, un forte stress emotivo, cambiamenti di postura molto bruschi, il soggiorno in ambienti surriscaldati ed affollati, l’insolazione, la presenza di malattie concomitanti quali i disturbi del ritmo cardiaco e del circolo cerebrale , una forte anemia. Tutte queste cause comportano una diminuzione di sangue al cervello che determina una sensazione di fiacchezza, stordimento, ronzii, disturbi alla vista fino ad una perdita di coscienza. Mentre nella lipotimia i disturbi si limitano ad una sensazione di mancamento imminente,nella sincope subentra la perdita di coscienza che si risolve spontaneamente. Cosa fare? In genere si risolve spontaneamente, infatti è sufficiente aiutare la persona a sdraiarsi e sollevare le gambe per garantire un’adeguata quantità di sangue al cervello, opportuno allentare eventuali cinture o abiti stretti. Coma Lo stato d’ incoscienza permane nonostante il soggetto venga sollecitato con stimoli verbali e tattili. Il disturbo dipende da una sofferenza cerebrale transitoria o permanente. Le cause possono essere dovute ad un trauma cranico, un’emorragia o un’ischemia cerebrale, disturbi metabolici ed endocrini, infezioni ed intossicazioni. Cosa fare? Attivare immediatamente il 118; liberare le vie aeree iperestendendo la testa, se il paziente respira, metterlo in posizione laterale di sicurezza controllando le funzioni vitali fino all’arrivo dei soccorsi 42 DISTURBI NEUROLOGICI. Sintomi: ACUFENI Sensazioni soggettive di rumori fastidiosi (ronzii, scrosci, sibili) in assenza di stimoli. ALLUCINAZIONE Percezione elementare o complessa che si verifica in assenza di uno stimolo sensoriale reale. AMNESIA Disturbo della memoria in cui il soggetto perde la capacità di fissare ed acquisire nuovi ricordi (amnesia anterograda) o di ricordare gli avvenimenti accaduti prima dell’instaurarsi della patologia (amnesia retrograda). ANSIA È un’emozione caratterizzata da preoccupazioni ingiustificate o eccessive senza che vi sia una causa precisa. A volte questo stato si evolve in malattia fino a disturbare il sonno e rappresentare l’evoluzione di alcune dissonnie. BRADICINES IA Disturbo caratterizzato dalla difficoltà nell’ iniziare e lentezza nell’esecuzione dei movimenti (Malattia di Parkinson). BRUXISMO Contrazioni involontarie dei muscoli masseteri, temporali e pterigoidei che insorgono durante il sonno e generano un digrignamento dei denti con conseguente emissione di un rumore caratteristico. CEFALEA Mal di testa, dolore generico della testa che può essere diffuso o limitato ad una particolare regione del capo. Può essere sintomo di eventi acuti transitori (cefalee occasionali), può essere segnale di altri eventi patologici (cefalee secondarie) o rappresentare un disturbo isolato (cefalee idiopatiche o primitive). DISTONIA Movimento involontario conseguenza di un’alterazione del tono muscolare, caratterizzato da una contrazione muscolare sostenuta che spesso causa torsione, movimenti ripetit ivi o posture anomale (es.: crampo dello scrivano). DISTURBI DEL SONNO 43 disturbi dell’inizio e/o del mantenimento del sonno o disturbi da eccessiva sonnolenza, o disturbi motori associati a particolari stadi del sonno INCUBI NOTTURNI Sogni a contenuto terrifico che spesso determinano un risveglio improvviso del soggetto. LOMBALGIA Dolore situato nella regione lombare, la parte inferiore della colonna vertebrale, causato da lesioni a carico delle strutture ossee e fibrose della colonna stessa. In forma acuta la lombalgia si presenta come un risentimento intenso, improvviso e paralizzante, capace di impedire anche il minimo movimento. NEVRALGIA Dolore accessuale, che si verifica nel territorio di distribuzione di un nervo. PARESTESIE Sensazioni spontanee o provocate, riferite di solito come sensazioni d i formicolio, di puntura di spillo, di costrizione o fasciatura, di intorbidimento o addormentamento. Può riscontrarsi in patologie nervose che coinvolgono i nervi o le radici (Sindrome del tunnel carpale, Polineuropatie) o in malattie del sistema nervoso centrale. PERDITA DI COSCIENZA SINCOPI-LIPOTIMIE Episodi di improvvisa e transitoria perdita di coscienza, con caduta a terra, pallore e respiro rapido e superficiale, che si riso lve spontaneamente. CRISI EPILETTICHE Manifestazioni clin ica transitoria, espressione di un’abnorme ed eccessiva scarica di una popolazione di neuroni cerebrali, che possono presentarsi con o senza perdita del contatto. TIC Movimenti rapidi e improvvisi, spontanei, finalistici, semplici e complessi, oppure emissioni di suoni, che interrompono la normale attività motoria TREMORE Movimento involontario, ritmico e oscillatorio di una parte del corpo prodotta dalla contrazione alterante o sincrona di muscoli tra loro antagonisti (Malattia di Parkinson). VERTIGINE Sensazione di spostamento del proprio corpo o della testa (vertigine soggettiva), oppure di spostamento dell’ambiente attorno rispetto al proprio corpo (vertigine oggettiva). VISIONE DOPPIA/DIPLOPIA 44 È un disturbo che comporta la visione doppia un singolo oggetto. La causa più frequente è un errato allineamento dei due occhi ma può essere provocata anche da problemi del cristallino (un componente dell'occhio), da malattie neurologiche, da traumi DISTURBI NEUROLOGICI E DELLA COSCIENZA COME EMERGENZE MEDICHE. APPROCCIO EMERGENZA LEGATA AL PAZIENTE PSICHIATRICO. -pazienti con sintomi psichiatrici, che richiedono una immediata attenzione, giungono spesso al pronto soccorso, dove è necessario prendere decisioni riguardo le priorità, la valutazione e l'intervento terapeutico, senza disporre di informazioni complete. - Em ergenze che richiedono una valutazione medica generale Bisogna operare una valutazione degli attacchi di panico per escludere altri disturbi associati all'ansia, tra cui psicosi, disturbi deliranti, fobie, abuso o astinenza da sostanze, tireotossicosi, infarto del miocardio, prolasso della valvola mitrale, feocromocitoma, iperventilazione e aritmie cardiache. La mania può essere la manifestazione di un disturbo psichiatrico primario (disturbo bipolare) o di un disturbo fisico primario a carico del SNC (p. es., morbo di Cushing, lesione intracranica, insulti cerebrovascolari, ipertiroidismo). La mania può anche essere un effetto avverso di svariati farmaci, tra cui corticosteroidi, ciclosporina, altri agenti immunosoppressori, amfetamine, baclofene, bromocriptina, captopril, cimetidina, disulfiram, idralazina, isoniazide, levodopa, metilfenidato, metrizamide, oppiacei, procarbazina, prociclidina e yohimbina. I pazienti con disturbo bipolare possono avere una recidiva maniacale se la loro depressione viene trattata con antidepressivi o fototerapia. La psicosi si manifesta nella schizofrenia, nel disturbo bipolare, nei disturbi deliranti e nella depressione maggiore. Nel caso di un primo episodio o dell'esordio acuto di una psicosi, devono essere esclusi gli stessi disturbi fisici e gli stessi farmaci associati alla mania (v. sopra), ma quando si manifestano recidive in un paziente notoriamente affetto da un disturbo psicotico cronico, non è in genere necessaria una rivalutazione diagnostica globale. delirium è causato da un'ampia varietà di condizioni tossiche e metaboliche, e la diagnosi richiede un'eziologia identificabile, nota o presunta. 45 Gli episodi dissociativi vanno presi in considerazione soltanto dopo l'esclusione di altre cause di alterazioni della memoria (p. es., trauma cranico, accidenti cerebrovascolari, disturbi convulsivi) La catatonia può essere diagnosticata soltanto dopo l'esclusione di altre cause di eccitamento psicomotorio o di stupor, come una intossicazione da sostanze che causano eccitamento psicomotorio, da antipsicotici o da antidepressivi che provocano acatisia (p. es., gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina), uno stato maniacale, danni neurologici (p. es., insulti cerebrovascolari) oppure un grave morbo di Parkinson causante uno stupor psicomotorio, la sindrome maligna da neurolettici, una sindrome serotoninergica, un'overdose da benzodiazepine. disturbi di conversione hanno una componente psicologica e imitano disturbi fisiopatologici, come cecità o paralisi; tuttavia, la distribuzione anatomica dei sintomi di solito riflette una conoscenza da profani della loro organizzazione. Prima di diagnosticare un disturbo di conversione, devono essere esclusi eventuali disturbi fisici. Le conv ulsioni ( che non siano di tipo tonico-clonico generalizzato possono essere difficili da distinguere da altri disturbi psichiatrici e fisici. Le crisi del lobo temporale e le assenze possono causare una dissociazione della coscienza. La valutazione di un comportamento bizzarro o stereotipato di recente insorgenza deve comprendere una valutazione neurologica e un EEG. Nei pazienti con sospetta astinenza alcolica deve essere valutata la funzionalità epatica, vanno eseguiti i test del metabolismo glucidico per escludere un diabete mellito, e deve essere eseguita una valutazione neurologica per escludere un possibile trauma cranico. Un paziente con un disturbo psichiatrico che costituisca un pericolo per sé stesso o per gli altri, o che sia talmente invalido da non poter badare a sé stesso, necessita di ricovero. Le persone che sono pericolose ma non hanno un disturbo psichiatrico, devono essere inviate alle forze dell'ordine. Il comportamento suicida richiede una valutazione del rischio di suicidio, che comprende una valutazione psichiatrica completa, un esame accurato dello stato mentale e un esame dettagliato delle circostanze associate al comportamento suicida e del supporto sociale disponibile. Generalmente, i tentativi di suicidio in cui sono state prese delle precauzioni per non essere scoperti, sono stati necessari atti preparatori (p. es., l'acquisto di una pistola) e sono stati previsti o usati mezzi violenti, letali o di facile disponibilità, sono da considerare i più gravi. I pazienti giudicati a rischio di suicidio non devono essere dimessi senza sorveglianza. La decisione sulla necessità del ricovero si basa sulla diagnosi del paziente; sulla gravità della depressione, della disperazione e dell'agitazione; sulla disponibilità di sostegno sociale; sulla presenza di altri fattori di 46 rischio per suicidio, come un'anamnesi di tentativi di suicidio, di abuso di sostanze e di eventi vitali stressanti recenti. Se un paziente con un disturbo psichiatrico ha scarso controllo emozionale, è affetto da psicosi o manifesta impulsività con gravi minacce, idee o piani di suicidio o di omicidio, va trattato in una struttura protetta e se necessario va ricoverato obbligatoriamente. Se le minacce o gesti di suicidio non sono giudicati potenzialmente letali, i pazienti possono essere dimessi dopo la valutazione da parte di uno psichiatra. La condizione di rischio di omicidio non è necessariamente legata a un disturbo psichiatrico. La pericolosità per gli altri viene valutata nel corso di un esame psichiatrico completo che comprenda, se possibile, informazioni da terzi. La valutazione accurata della pericolosità per se stessi e per gli altri va documentata per tutti i pazienti valutati in una struttura di emergenza. La trascuratezza di sé può mettere in pericolo i pazienti con un disturbo psicotico, con delirium o con abuso di sostanze grave, a causa della compromissione della capacità di procurarsi cibo, vestiti e protezione adeguata dalle intemperie. I pazienti che si trascurano a causa di un disturbo psichiatrico e quelli psicotici ma non violenti di solito vengono ricoverati qualora la loro condizione sia suscettibile di peggiorare senza intervento psichiatrico e nel caso non siano disponibili alternative adeguate. Le crisi psicosociali possono essere la principale ragione per cui i pazienti con disturbi psichiatrici gravi, di vecchia data, privi di ogni altro mezzo di sostegno, chiedono aiuto al pronto soccorso. Tali pazienti spesso hanno una ridotta capacità di gestire gli stress p sicosociali di ogni tipo. Le situazioni di crisi possono essere costituite da conflitti familiari, con il padrone di casa o con i coinquilini, da problemi economici e dalla solitudine. I pazienti possono usare lamentele giustificate sul piano medico, come allucinazioni o ideazione suicida, per ottenere assistenza per altri problemi psicosociali. La valutazione di emergenza deve comprendere il tentativo di determinare i fattori psicosociali precipitanti della visita attuale. La formulazione di un piano di trattamento in collaborazione con i medici ambulatoriali e i servizi di cura può facilitare la riduzione dell'uso inadeguato dei servizi di pronto soccorso. La psicosi acuta (agitata), con comportamento aggressivo o violento, è un'emergenza comune. La diagnosi definitiva deve spesso essere preceduta da un trattamento sintomatico. Se vengono giudicati un pericolo per se ste ssi o per gli altri, i pazienti con psicosi acuta necessitano di ricovero o di un trattamento in una struttura residenziale per gruppi di crisi, oppure in altre strutture alternative all'ospedale. Le diagnosi più comuni in questi pazienti sono il disturbo bipolare tipo I, la schizofrenia, il disturbo psicotico breve, il delirium, la demenza e l'astinenza o l'intossicazione da sostanze. 47 La schizofrenia può manifestarsi con esacerbazioni acute o con recidive. La non-compliance con il trattamento di mantenimento prescritto rende conto di circa il 50% delle ricadute nei pazienti affetti da tale disturbo. I sintomi positivi (allucinazioni, allentamento dei nessi associativi, comportamento bizzarro e deliri) sono di solito prevalenti. La diagnosi differenziale comprende l'intossicazione da sostanze, i disturbi convulsivi (specialmente l'epilessia del lobo temporale), i tumori del SNC e i traumi cranici Il delirium va gestito con modificazioni ambientali che aiutino l'orientamento del paziente (p. es., lasciare una luce accesa di notte, riorientare spesso il paziente rispetto al tempo, allo spazio e alle persone). pazienti con demenza possono manifestare uno stato di agitazione secondario a deliri paranoidi, che produce reazioni catastrofiche (p. es., resistenza violenta al personale curante) o una complicanza di tipo organico che causa delirium. L'agitazione può richiedere interventi per la protezione del paziente o di altre persone. Poiché questi pazienti sono estremamente sensibili agli effetti collaterali, devono essere usate dosi più basse di farmaci Se non è disponibile una sorveglianza extraospedaliera adeguata, per stabilizzare i pazienti può essere necessario il ricovero. L'intossicazione e l'astinenza da sostanze possono manifestarsi in associazione a un disturbo psichiatrico o come disturbo principale di presentazione. La fenciclidina (Phencyclidine, PCP), la cocaina e l'alcol sono le so stanze che più spesso conducono a un comportamento violento. I consumatori di PCP possono manifestare quasi tutti i sintomi psichiatrici. I pazienti con intossicazione da PCP vanno posti sotto osservazione in una stanza sicura, lontana da stimoli; non è consigliabile tentare di parlare subito con il paziente. L'astinenza dai barbiturici, da altri sedativi e ipnotici (comprese le benzodiazepine) e dall'alcol sono clinicamente simili. Quando i sintomi sono gravi, il trattamento in ospedale è più sicuro, ed è imperativo qualora il paziente sia febbrile (> 38,3°C), non possa assumere liquidi per prevenire la disidratazione, o abbia un disturbo fisico di base grave. L'astinenza alcolica può essere potenzialmente letale. Possono insorgere crisi convulsive. Il delirium tremens, una sindrome di astinenza che inizia entro 7 giorni dalla so spensione (di solito entro 24-72 h), è un'emergenza medica e va trattata in un'unità di cura intensiva. CONSIDERAZIONI MEDICO LEGALI Nella maggior parte degli stati, quando un paziente esprime l'i ntenzione di fare del male a una determinata persona, il medico che lo valuta è obbligato ad avvertire la vittima designata e a informare un ufficio giudiziario specifico. Le disposizioni specifiche variano da stato a stato. Di solito i regolamenti statali richiedono anche di riferire i sospetti abusi sui bambini, sugli anziani e sulle mogli. 48 I criteri e le procedure per il ricovero obbligatorio variano a seconda della giurisdizione. Di solito un medico oppure uno psicologo, più un altro medico, devono certificare che il paziente ha un disturbo psichiatrico, che è un pericolo per se stesso o gli altri e che rifiuta il trattamento INTOSSICAZIONE DA STUPEFACENT I. (INTERVENT I ( FARMACOLOGICI) CASO STUDIATO O REPORT CASIST ICA-118 NAPOLI -SCAMPIA) In un monitoraggio di 12 mesi (aprile 2004 – marzo 2005) presso il presidio 118 di SCAMPIA (NAPOLI) abbiamo contato 945 interventi per intossicazioni di cui il 89,9% (849) sono rappresentate da intossicazioni da sostanze stupefacenti, il rimanente 10.1% (96) da intossicazioni di differente natura: alcool, farmaci, vapori. Di queste intossicazioni complessivamente 480 (50%) sono state trattate in loco senza necessità di ricovero, 104 (12%) hanno richiesto l’ospedalizzazione, 361 (38%) hanno avuto un diniego alla proposta di ospedalizzazione/osservazione. Per la particolarità del territorio gli operatori del 118 di Scampia hanno sviluppato una particolare esperienza nel trattamento delle assunzioni di sostanze stupefacenti. I dati di seguito riportati provengono dal registro degli interventi della postazione 118; sono stati catalogati 200 interventi che per completezza di dati potevano essere esplicativi del trattamento effettuato, spesso infatti, il paziente omette di riferire la sostanza assunta, le proprie generalità, oppure si allontana dopo il trattamento timoroso di eventuali ripercussioni burocratico-giudiziarie. Cocaina: classificata tra gli stimolanti del sistema nervoso centrale, polvere cristallina , bianca e inodore, estratta dalla foglie delle pianta di coca, mediante l’utilizzo di solventi (kerosene e benzene), “tagliata” con varie sostanze (lattosio, glucosio, mannite, talco, chinino, stricnina). Ha un effetto stimolante agisce in pochi minuti se inalata, immediatamente se fumata o iniettata in vena. Eroina: sostanza stupefacente ottenuta elaborando chimicamente la morfina, il principale alcaloide che si ricava dall’oppio grezzo. È il succo lattiginoso estratto dalla capsule ancora verdi del “papaverum somniferum”. Si presenta come una polvere finissima 49 o granulare di colore bianco, bruno o rossastro a seconda della purezza. Ha l’odore tipicamente pungente dell’acido acetico che si avverte strofinando la polvere sul dorso della mano. Speed Ball: letteralmente palla veloce o fucilata. Si tratta della miscela di eroina e cocaina iniettata con la siringa nello stesso momento, la si trova preconfezionata. Le due azioni, quella deprimente dell’eroina e quella eccitante della cocaina agiscono contemporaneamente sui centri nervosi sottoponendoli ad un intenso di stress. Crack: è un derivato della cocaina che viene fumato ed ha un effetto molto più rapido e più forte della polvere bianca. Trattandosi di una droga meno raffinata presenta gli effetti delle sostanze inquinanti. Cobret o Kobret: è eroina di scarto, o più precisamente di un prodotto intermedio di lavorazione ottenuto saltando la fase di acetificazione che trasforma l’eroina di base in eroina cloridrato (iniettabile); è tagliata con anfetamina o simili. Si assume per inalazione, presenta gli effetti degli inquinanti la sostanza base. L’età media del paziente è di 30 anni con un minimo di 16 anni ed un massimo di 50; il 96% è rappresentato da maschi il 4% da donne; il 1.7% (15/849) degli interventi è rappresentato da constatazioni di decesso per cause presunte riconducibili ad assunzione di stupefacenti; il dato riguarda il lasso temporale valutato, infatti è soggetto alla variabile data dal tipo di taglio e purezza della droga immessa sul mercato, manca il dato su quale tipo di droga sia stata utilizzata. Uno degli elementi significativi nel trattamento delle overdoses è l’esperienza accumulata nel loro trattamento, infatti è spesso la conoscenza degli effetti della droga che porta ad un giusto trattamento; il paziente in questione molto di sovente assume più sostanze contemporaneamente e trovandosi in stato di incoscienza spetta al sanitario apporre i rimedi adeguati. Nella nostra casistica il 15% necessita di trattamento per assunzione di cocaina, il 9% per contemporanea assunzione di eroina e benzodiazepine, il 6% per contemporanea assunzione di eroina ed alcool, il 2% per contemporanea assunzione di eroina benzodiazepine e alcool. Quadri clinici e trattamento: • Overdose da eroina: L’overdose da eroina si manifesta con una perdita di coscienza, marcata bradipnea, miosi e bradicardia. La trattiamo con il naloxone alla dose media di 0.8 mg Ev + 0.8 mg Im o SC, con un minimo di trattamento effettuato di 0.4 mg ev ed un massimo di 3.2 mg ev + 0.8 mg im; nei casi in cui vi sia stata una protatta ipossia somministriamo ossigeno 50 ad alto flusso dopo il naloxone; la ripresa della coscienza è succedanea alla ripresa della eupnea e varia a secondo della durata dell’ipossia. L’overdose da eroina è l’unica perdita di coscienza in cui il supporto delle funzioni vitali, l’ABC della emergenza, può essere rimandato a dopo la somministrazione del farmaco. • Overdose da eroina e BDZ: Nello scenario di una overdose da eroina, la mancata ripresa della coscienza dopo somministrazione di naloxone, ed il passaggio da bradipnea a respiro russante con eupnea e risoluzione della miosi ed accelerazione della frequenza cardiaca deve far sospettare, soprattutto in caso di presunta vecchia tossicodipendenza evincibile dallo stato della cute e delle vene superficiali, ad una contemporanea assunzione di benzodiazepine da trattare con flumanezil ev se non risvegliabile il paziente; la breve emivita del farmaco a confronto delle BDz impone un dose test di 250/500 mg ed una successiva infusione del farmaco quindi l’ospedalizzazione. Si raccomanda di coprire il paziente con telini isotermici per contrastare la prevedibile ipotermia. • Overdose da eroina ed alcool: Nello scenario di una overdose da eroina, la mancata ripresa della coscienza dopo somministrazione di naloxone, ed il passaggio da bradipnea a respiro russante con eupnea e risoluzione della miosi ed accelerazione della frequenza cardiaca deve far sospettare, in contemporanea presenza del caratteristico odore di alcool nel respiro una contemporanea intossicazione alcolica; va pertanto eseguito un dosaggio della glicemia e preso un accesso venoso con glucosata al 5-10%. Alcuni trattano l’intossicazione alcolica con Metadoxime alla dose di 2-4 filale (50% in bolo + 50% in infusione) ma tale farmaco non trova valide prove d’efficacia in suo supporto. Si raccomanda di coprire il paziente con telini isotermici per contrastare la prevedibile ipotermia. • Overdose da cocaina ed eroina: è di frequente riscontro (circa il 50%) l’overdose mista da eroina e cocaina, essa si può manifestare in diversi modi a seconda dell’effetto deprimente o eccitante rispettivamente dell’eroina e della cocaina: 1. perdita di coscienza con miosi, bradipnea tachicardia o frequenza normale: va trattata come l’overdose da eroina con il naloxone. 2. Sincope (breve perdita di coscienza con ripresa autonoma il termine gergale è collasso) va trattata in base ai parametri vitali con sintomatici; nella quasi totalità dei casi il paziente rifiuta qualsiasi trattamento e/o intervento allontanandosi dai soccorritori. Il “collasso” è considerato dai 51 tossicodipendenti come un normale effetto dell’assunzione di cocaina endovena. • Intossicazione da cocaina: si manifesta con i segni della stimolazione adrenergica: tachicardia, tachipnea, ipertensione, midriasi, sudorazione eccessiva, ipertermia (occasionalmente) rappresenta da sola il 15% degli interventi per assunzione di sostanze stupefacenti; oltre il 90% dei pazienti la assumono endovena ed i sintomi variano in base all’organo colpito; possono essere presenti anche altri sintomi quali paranoia, comportamenti manicali, agitazione psico motoria; reputiamo i pazienti con intossicazione da cocaina ed alterazione dei parametri vitali (in particolare PA e FC) come soggetti ad alto rischio di morte improvvisa pertanto consigliamo il ricovero in osservazione. I sintomi dell’intossicazione acuta generalmente comprendono dolore toracico, dispnea, cefalea, crisi convulsive; le complicanze dell’intossicazione acuta da cocaina sono: ischemia e infarto del miocardio, aritmie, ictus (emorragico o fugace) edema polmonare (adrenergico mediato) rabdomiolisi Sincope (breve perdita di coscienza con ripresa autonoma il termine gergale è collasso) va trattata in base ai parametri vitali con sintomatici; nella quasi totalità dei casi il paziente rifiuta qualsiasi trattamento e/o intervento allontanandosi dai soccorritori. Il “collasso” è considerato dai tossicodipendenti come un normale effetto dell’assunzione di cocaina endovena. . • intossicazione da crak: trattandosi di un derivato della cocaina i sintomi sono rappresentati dall’effetto sulla stimolazione adrenergica, il trattamento, pertanto è come nell’intossicazione da cocaina • Intossicazione da cobret: la depressione respiratoria va trattata con naloxone, la maggioranza delle volte il paziente che assunto cobret si rivolge a noi per gli effetti degli inquinanti la sostanza base che provocano extrasistoli, agitazione, episodi maniacali, allucinazioni e crisi convulsive; in genere consigliamo l’osservazione ospedaliera. Sintomi Critici da intossicazione Alcoolica. Quali sono i sintomi della Avvelenamento da alcol? Risposta: Secondo il Consiglio consultivo nazionale sull’ abuso di alcool, questi sono i sintomi critici di intossicazione acuta da alcol: confusione mentale, stupor, coma, o di 52 una persona non può essere risvegliata. Vomito, respirazione lenta (meno di otto respiri al minuto), respirazione irregolare (10 secondi o più tra i respiri), ipotermia (bassa temperatura corporea), colore bluastro della pelle, pallore. Se vedi qualcuno che ha i sintomi sopra elencati, chiama immediatamente un’ambulanza. DISTURBI COMPORTAMENTALI DI FREQUENTE CAUSA DI EMERGENZA SANITARIA EXTRAOSPEDALIERA. “"Le statistiche sulla salute mentale dicono che un americano su quattro soffre di qualche malattia di mente. Pensate ai vostri tre migliori amici. Se loro stanno bene, allora siete voi". Rita Mae Brown. Eziologia Oltre ai pazient i con disturbi comportamentali correlati z disordini mentali o all'abuso di sostanze, vi é anche m vasto gruppo in cui le emergenze comportamentali sono i risultato diretto di una malattia medica. Queste patologi mediche possono provocare sintomi comportamentali d sole o possono esistere in associazione con un disordine mentale. A volte, l'eziologia medica dell'emergenza comportamentale viene erroneamente ascritta a un problema psichiatrico. In uno studio, i medici d'emergenza diagnosticarono erroneamente una patologia psichiatrica (i paz ienti che in realtà avevano un problema medico occulto) nel 4% dei cas i.'° Le carenze nell'anamnesi e nell'esame obiettivo sono la causa principale della grande maggioranza degli errori diagnostici . Uno studio di Hall nel 1978 dimostrò che nel 9,1%, dei pazient i psichiatrici ambulatoriali era presente una causa medica per disturbi di tipo psichiatrico." Le patologie principali, in ordine di 53 frequenza, comprendevano le malattie infettive, quelle polmonari, le patologie del] tiroide, il diabete, la malattie del sistema ematopoietico quelle epat iche e quelle del SNC. Di questi pazient i il 46%, era affetto da una malattia medica precedentemente sconosciuta ai loro psichiatri e ai loro medici." In questo stadio, i sintomi di presentazione più frequenti erano ' depressione, la confusione, l'ansia e i disturbi del linguaggio e della memoria. La meningite e la sepsi sono le malattie infettive spesso associate con esiti rapidamente letali. I disordini metabolici come l'ipossia e le alteraz ioni grossolane degli elettroliti possono essere altrettanto pericolose. Vi é i gran numero di patologie endocrine che esordiscono con delirium, depressione o mania. A eccezione dell'ipoglicemia, le malattie della tiroide sono le patologie endocrine più comuni che si associano con alterazioni del comportamento.Altri pro-blemi endocrini connessi comprendono 'ipocorticosurrenalismo,l'ipoparatiroidismo e il diabete mellito scompensato. Anche le anomalie elettrolit iche possono portare all'alteraz ione dello stato mentale. L'alterazione dello stato mentale associata con 'ipernatriemia (che si presenta come letargia fino al coma franco), che di solito si veri-fica con livelli di sodiemia superiori ai 160 mEq, é causata dalla disidratazione nei pazienti mo lto anziani, ma può essere associata con la perdita di liquidi nella sepsi. L'iponatriemia acuta, specialmente quando il sodio cala rapidamente, provoca confusione, coma e persino convul-sioni (di solito quando il sodio é inferiore a 115 mEq/1). Le alterazioni dello stato mentale sono comuni nell'iper-calcemia (part icolarmente quando i livelli di calcio nel siero sono > 14 mg/dl) e generalmente consistono nella letargia progressiva. Le neoplasie maligne e'iperparat iroidismo (nel 75%o dei casi provocato da adenomi delle parat iroidi) sono la causa della grande maggioranza dei casi di ipercalcemia. Delirium 54 Il delirium é un disturbo della coscienza che si verifica in un lasso di tempo breve e co lpisce per prima cosa l’ attenzione, con conseguente deterioramento delle altre funzioni cognit ive. Il deterioramento della memoria di solito coinvolge la memoria recente; i pazient i possono essere disorientati nel tempo o nello spazio ma raramente nei riguardi delle persone. I disturbi percettivi possono comprendere errate interpretazioni, illusioni o allucina-zioni. Il disturbo si sviluppa all'improvviso e spesso pre-senta delle fluttuazioni nel corso della giornata. Vi possono essere alterazioni del ritmo sonno-veglia e dell'attività psicomotoria. Il delirium é comune nei paz ienti di età superiore ai 65 anni ed é stato calcolato che si verifica nel 10% di tutti i paz ienti ospedalizzati. I soggetti più anziani affetti da delirium hanno un tasso di mortalità più alto. Psicosi La psicosi é una patologia nella quale vi é la perdita del senso della realtà, un disturbo del processo del pensiero e, di conseguenza, alterazioni nel comportamento. La psicosi disturba le percezioni e rende il pensiero disorganizzato a un livello tale da interferire con i rapporti sociali. Può essere di origine psichiatrica o medica. Le cause mediche possono implicare una lesione strutturale, anomalie biochimiche o disturbi fisiologici del cervello. Una causa medica deve sempre essere sospettata in un caso di psicosi di nuova insorgenza, specialmente se il paziente ha un'età superiore ai 40 anni 23 Depressione L'umore depresso può essere la manifestazione di signifi-cat ive patologie mediche sottostanti. Cause comuni degli stati depressivi sono i disordini endocrini o metabolici, come pure i farmaci. Una diagnosi di disordine depressivo maggiore richiede la presenza di alterazioni dell'umore, dell'attività psicomotoria e dell'attività cogni-tiva. In uno studio, il 30% dei pazienti di età superiore ai 64 anni che si erano presentati a un DEA erano clinicamente depressi - eppure più dei tre quarti di questi cas i non furono diagnosticati dal medico d'emergenza.Gli autori 55 suggerirono che una semplice serie di domande (tipo "Lei é di buon umore?" "Lei evita le riunioni sociali?" "Lei é spesso depresso,e triste?" "Si sente spesso impotente?" e "Lei spesso desidererebbe essere morto?") avrebbe identificato la maggior parte dei cas i e permesso un rinvio appropriato a un dispensario di igiene mentale. Non soltanto la depressione é comune, ma i medici d'emergenza non devono mai dimenticare la sua associazione con il suicidio. Si é stimato che il 15% dei pazienti con depressione maggiore si suicida. La distimia, dall'altro lato, é un disturbo meno grave, caratterizzato da tristezza, ansia,mancanza di gioia e sensazione di inadeguatezza. Tali sintomi appaiono continuativamente o in modo fluttuante. Sebbene la distimia abbia un rischio di suicidio inferiore a paragone con la depressione maggiore, il suicidio é sempre possibile nei pazienti con patologia depressiva. Mania Il sintomo principale della mania é l'umore persistente-mente euforico, espansivo o irritabile. I sintomi si verificano in associazione con almeno tre dei seguenti segni: autostima sovradimensionata o grandiosità, diminuzione della necessità di dormire, aumento della loquacità,fuga delle idee, facile distraibilità, aumento dell'attività o eccessiva richiesta di piacere (acquisti, sesso, cibo eco.). Il disturbo dell'umore é grave abbastanza da interferire notevolmente con l'attività lavorativa e con le relazioni personali. In associazione con la mania si possono verificare delusioni o allucinazioni. Come con gli altri disturbi acuti del co mportamento, i pazienti con una mania di nuova insorgenza e senza anamnes i psichiatrica devono essere valutati per un'eventuale patologia medica . Ansia "L'ansia é lo spazio fra l"adesso' e il 'poi"'. Richard Abel Un paziente affetto da un disturbo ansioso si presenta con sintomi di ansia, nervosismo, panico o stress. L'ansia generalizzata dovuta a una malattia primitiva psichiatrica o medica é caratterizzata da disturbi del sonno, irritabilità, difficoltà di concentrazione, facile afffaticabilità, irrequietezza e tensione muscolare. Se un paziente ha un attacco di panico dopo l'età di 35 anni e non vi sono 56 chiare cause psicologiche precipitant i, sospettate una causa medica; l'ipertiro idismo, l'ipossia,l'ipoglicemia o l'intossicazione da farmaci sono cause tipiche. APPROCCIO AI SOGGETTI CON PROBLEMI COMPORTAMENTALI I pazient i con anomalie del comportamento pongono una sfida speciale al personale addetto alle cure preospedaliere. Essi possono rifiutare il trasporto o diventare aggressi-vi con gli infermieri. In uno studio, circa il 50% dei pazien-ti sottoposti a misure restrittive o a sedazione nel DEA erano arrivati con il S istema di Emergenza Medica. Quando vi sia in dubbio riguardo la capacita paziente di prendere una decisione informata, la azione migliore per l'infermiere é trasportare, speciale se la probabilità di un evento medico sfavorevole sia La co mpassione, un comportamento calmo e un'offerta di aiuto possono incoraggiare la cooperazione del paziente. Tuttavia, vi sono volte in cui é richiesta un'azione aggiuntiva tali az ioni possono comprendere contenzioni fisico chimiche. Non vi é una politica uniforme, in sto campo, che indichi l'uso che gli infermieri possono prendere delle misure di contenzione fisiche o chimiche. In al realtà locali, i sedativi o i calmanti possono essere somministrati dall'infermiere soltanto attraverso un ordine e diretto. Qualche volta, le misure di contenzione fisiche o l'intervento della polizia rimangono l'unica scelta auspicabile. Un dilemma sorge quando la polizia non risponde o riferisce che il paziente abbia bisogno di cure mediche e pertanto agire allertando il 118 per richiedere l’ assistenza al trasporto. In questi casi, si deve ricorre al parere di un controllo medico "telefonico" per avere un'assistente in queste decisioni. 57 HO CERCATO DI RIPORTARE LE NOTIZIE FORNITE IN LEZIONE,CERCANDO COMUNQUE DI AMPLIARE PARTI TECNICHE; SPESSO RIBADENDO O AGGIUNGENDO ELEMENTI INFORMATIVI NON APPROFONDITI A LEZIONE. SALERNO 26/07/1993 DOTT: ALBERTO PELLEGRINO MEDICO –CHIRURGO SPECIALISTA IN I IGIENE DIRITTI DELL’ AUTORE RISERBVATI; SOLO AL PERSONALE DEL CORSO PS “PROTEZIONE CIVILE SALERNO” 58 59