8 PRIMO PIANO Martedì 26 Agosto 2014 Che è il surrogato impotente dell’imperativo. Ne stanno abusando Renzi e Alfano Abuso di congiuntivo esortativo A proposito dell’immigrazione alluvionale e fuori controllo DI C CESARE MAFFI hissà se a scuola s’insegna ancora la grammatica. Da quel che si legge e si sente, parrebbe di no. In ogni modo due personaggi giovani, Angelino Alfano e Matteo Renzi, se a scuola non hanno appreso il congiuntivo esortativo per assenza d’insegnamento, l’hanno fatto proprio con una notevole facilità. Il congiuntivo esortativo si potrebbe definire come il surrogato dell’imperativo per le terze persone. Renzi e Alfano vi fanno ricorso con frequenza, quando sono costretti a interessarsi di un tema grave e tragico quale l’immigrazione. Fateci caso: da mesi la soluzione proposta dai vertici istituzionali consiste in un congiuntivo esortativo rivolto all’Ue. «L’Europa risponda», titolava domenica il Corriere della Sera un’intervista ad Alfano. Quanto a Renzi, si spazia da «L’Europa provveda» a «deve pensarci l’Europa». Peccato che passino i mesi, anzi gli anni, e l’Ue non provveda, non si preoc- cupi, non ci pensi, non risponda. Solo adesso prevede un vertice. Finora l’Europa, quando si è decisa a parlare, lo faceva come una settimana addietro attraverso un portavoce: non teniamo quattrini. Vedremo se cambierà qualcosa, ma resta lecito ritenere che nulla muterebbe, quand’anche l’Italia passasse dalla terza persona del congiuntivo esortativo alla seconda dell’imperativo, col punto d’esclamazione («Europa, provvedi!»). All’evidenza, l’Italia conta come il due di coppe, beninteso se la briscola è di altro seme. Non si può nemmeno parlare di emergenza, posto che siamo di fronte alla quotidianità di un esodo le cui dimensioni non sono identificabili con lo scontato aggettivo «biblico», posto che numeri simili nella Bibbia non si riscontrano mai. Quattro mesi fa il direttore centrale dell’emigrazione parlò di 800mila potenziali profughi dalle coste libiche: un allarme che gli incessanti arrivi confermano. Illustrò, allora, il nostro sistema di accoglienza «al col- lasso»: l’espressione la sentiamo identica da anni. Insomma: di inatteso non v’è nulla. Per nulla inattesa è, d’altra parte, la non reazione del governo, che da tempo immemorabile si limita a rinviare la palla nel campo europeo, ove nessuno si degna di raccoglierla. Anche i segnali, ripetuti, del voler considerare a termine l’operazione Mare nostrum non hanno finora sortito alcuna decisione, né oltralpe né nella penisola. Solo da poche ore sono arrivate generiche promesse. È perfettamente inutile, poi, scagliarsi contro Matteo Salvini, i leghisti e, in parte, i grillini. Questi fanno il loro mestiere, cercando di trovare seguito sfruttando un tema propagandisticamente favorevole, quale l’arrivo in massa di migranti. Usare rampogne moralistiche non sortisce alcun effetto. Dolersi che Salvini straparli per raccattar qualche voto significa soltanto confermare che la materia è esplosiva e come tale sentita dalla gente. Intanto, si procede con pure petizioni di principio, IL CORSIVO Vincino lo chiama già Belìn Laden Che faranno il Comico e il suo «ragazzo meraviglioso», Alessandro di Battista, quando anche il Movimento 5 Stelle finirà nel nulla, come capita inevitabilmente a tutti i movimenti intransigenti e strampalati? Non potranno più battersi per via pacifica con i loro nemici: gli zombie e le «facce da culo». Rinunceranno alla lotta, oppure la radicalizzeranno, come fanno i poveri terroristi, che secondo Di Battista «non hanno altra scelta»? Già una volta, per un servizio fotografico, il Comico si è calato un cappuccio sul nobile testone. Non è che in futuro, perduto il consenso, che già ora si sgonfia come una tetta (con rispetto parlando) malamente pompata dal silicone, Beppe Grillo si farà fotografare con un coltellaccio in una mano e la testa mozza dell’Ebetino nell’altra (ma una testa di cartongesso, da cui cola vernice rossa, ché il Comico è pur sempre un comico)? Vedremo presto - e prima si vota, prima vedremo che farà Beppe Grillo. Ma fin d’ora il grande vignettista Vincino lo chiama fiduciosamente Belìn Laden. © Riproduzione riservata mere enunciazioni verbali e rinvii di soluzioni. L’auspicare rimedi è dei predicatori e dei capi religiosi, non dei politici, ai quali competono non le spe- ranze e gli auguri, bensì le decisioni. Proprio quelle che dal rottamatore Renzi continuano a non giungere. © Riproduzione riservata IN NESSUN PAESE ISLAMICO C’È IL RAZZISMO. IL NEMICO NON È IL NERO O IL GIALLO MA L’INFEDELE Dove c’è l’islam, quasi dovunque c’è anche la guerra che è sempre una guerra di religione, cioé la Jihad fondamentalismo. Ma nessun islamico può ammettere quelle conquiste della civiltà occidentale, che sono la libertà di e terribili stragi e decapitazioni culto, la separazione fra Stato e religione, avvenute in Iraq hanno scon- il primato della coscienza e la possibilità volto i paesi occidentali. La loro di scelta fra religioni diverse, l’emancipaangoscia è certo comprensibile, zione della donna. Tutto ciò per l’islamico visto che gli ideali del mondo cristiano non è progresso, ma corruzione. Tanto per i poveri miliziani, quansono la pace, la democrazia e il rifiuto della pena di morte. Ma è anche superficiale to per il ricchissimo re Faysal dell’Arae, in fondo, frutto di ignoranza. Dove c’è bia Saudita, un paese che ha accolto tutte Islam, quasi dovunque c’è la guerra. Che le scoperte e le tecnologie della moderniè sempre una guerra di religione, come tà, ma nulla dello spirito occidentale: nesindica la parola Jihad, che significa «lot- suna costituzione (basta il Corano), divieto dei luoghi di ta» per far trionfare culto non islamici, la «sharia», ossia pena di morte per l’unica vera fede. La tesi, ripetuta anche nei apostasia, adulteSi pensi allo giardini del Vaticano, che rio, omosessualità, sterminio degli le tre religioni bibliche carcere per chi deyazudi. In nessun hanno un solo Dio, per un tiene simboli di alpaese arabo esiste tre religioni (come musulmano è un’offesa alla il razzismo, il nemila Bibbia o la croco non è il nero o il religione. Per l’Islam tutti gli ce), cittadinanza giallo, ma l’infedele, uomini sono uguali ma solo riservata agli islache non va ucciso se credono in Allah mici, emarginaper motivi etnici, ma zione della donna, religiosi, in quanto, obbligata al velo adorando un altro Dio, bestemmia il vero Dio. Tutti gli uo- ed esclusa anche dalla guida dei veicoli, mini sono uguali, se credono in Allah. La una rigida sorveglianza sul rispetto della tesi, ripetuta anche nei giardini del Vati- sharia da parte del «Ministero per la procano, che le tre religioni bibliche hanno paganda della virtù e la prevenzione del un solo Dio, per un islamico è una offesa vizio». L’islam moderato è un puro nonalla religione. Per l’Islam il pluralismo senso. E la democrazia appare estranea religioso è una peste, la tolleranza una alla tradizione islamica. Meglio: ad ogni limitata (e pagata da dhimmi) conces- area culturale non permeata dei princìpi sione, c’è un solo ecumenismo: «Allah è cristiani. Alcune civiltà, come l’India e il Allah e Maometto il suo Profeta». Occor- Giappone, ne hanno assunto alcuni elere distinguere. L’integralismo islamico menti, mentre nei paesi islamici rimannon ha dovunque la stessa intensità, vi gono marginali e poco sentiti. La cosa è sono paesi dove c’è minore fanatismo e comprensibile, visto che il fondamento DI L GIANFRANCO MORRA del liberalismo e della democrazia sono l’Islam non cesserà mai. La guerra è lo i diritti naturali dell’uomo, definiti nella stato normale, che consente l’espansione civiltà europea da Antigone a Kant, e la del Corano dal territorio islamico (dar distinzione tra Dio e Cesare. Due princìpi al-Islam) nel mondo degli infedeli (dar del tutto assenti nell’islamismo. Senza i al-harb, cioè territorio di guerra). Essa quali la democrazia è impossibile. può essere interrotta solo da una «treL’unità di fede gua» (hudna), mai e politica, fondada una pace defiAnche se non tutti i mento di tutta la nitiva. musulmani non sono certo civiltà islamica, Anche qui la degli estremisti, nessun appare oggi in forsoluzione non te ripresa anche in può essere quelislamico può accettare quei luoghi, dove la indicata dalla quelle conquiste occidentali la colonizzazione superficialità di come la libertà di culto, la occidentale aveva Obama, né quelseparazioni fra lo Stato e la condotto a mitigare la dei paesi euroChiesa e l’emancipazione l’integralismo islapei, che da decenni della donna mico. Non mancano si stanno riempenle prove: la cacciado di islamici, non ta o eliminazione esclusi terroristi di alcuni dittatori islamici, come Sad- e tagliagole. Il problema, oggi, non è dam, Gheddafi e Mubarak, non ha quello di esportare insieme globalizzaportato quei popoli alla democrazia, ma zione economica e democrazia politica alla lotta tribale in nome dell’integrali- (due pretese che hanno accentuato, non smo islamico; la stessa Turchia, da sem- diminuito i conflitti). È quella indicata pre ritenuta il più occidentale dei paesi dai grandi storici delle civiltà. Come islamici, vede oggi al potere due uomini Samuel Huntington, che già nel 1996 di forte fondamentalismo religioso: alla ammoniva: «La cultura occidentale è presidenza della repubblica Erdogan, minacciata da gruppi operanti al suo che ha sempre più accentuato tendenze interno, da islamici immigrati che riautoritarie e fondamentaliste; e il pre- fiutano l’assimilazione e continuano a mier da lui designato, Davutoglu, è un praticare e propagare valori, usanze e sunnita intransigente e propugnatore culture delle proprie società d’origine». Per evitare o almeno ridurre lo scontro del «neo-ottomanismo». Quei paesi non vogliono né la de- fra le civiltà non serve «la chimera di un mocrazia, né il pluralismo religioso, né paese multiculturale», occorre «accettare il dialogo, né la collaborazione tra i popo- la diversità e difendere la propria trali, ma cercano proprio in base al Corano dizione» (Lo scontro delle civiltà, cap. di realizzare degli stati integralmente conclusivo: «Guerra di civiltà e ordine islamici. L’Occidente dovrebbe sapere, delle civiltà»). come lo sa Israele, che la guerra con © Riproduzione riservata