Facoltà di Sociologia Università di Milano-Bicocca PSICOLOGIA SOCIALE L’identità sociale Simona Sacchi - 3°PERIODO - aprile-giugno 2009 I rapporti tra gruppi RELAZIONI INTERGRUPPI: Qualsiasi aspetto dell’interazione umana che riguardi individui che percepiscono se stessi come membri di una categoria sociale/gruppo o che sono percepiti da altri come appartenenti ad una categoria sociale/gruppo (Taylor e Moghaddam, 1995). COMPORTAMENTO INTERGRUPPI: azioni degli individui appartenenti ad un gruppo quando interagiscono, collettivamente o individualmente, con un altro gruppo o i suoi membri in termini di appartenenza al proprio gruppo (Sherif & Sherif, 1969) Ciò che determina se una relazione è intergruppo è il SIGNIFICATO PSICOLOGICO dell’interazione. a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 1 LA TEORIA DELL’IDENTITÀ SOCIALE La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) La psicologia sociale europea si sviluppa in opposizione a quella americana PSICOLOGIA AMERICANA PSICOLOGIA EUROPEA adotta approccio riduzionista incorpora la parte (individuo) nel tutto (società); tenta di rendere la psicologia sociale veramente ‘sociale’ descrive le persone come esseri razionali; viene accusata di difendere lo status quo e l’establishment si occupa del conflitto sociale: è attenta ai problemi dell’epoca (sfruttamento; disuguaglianza sociale; guerre) pone l’accento sulla mobilità individuale pone l’accento sul cambiamento sociale a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 2 La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) La Teoria dell’Identità Sociale… si occupa di tutti gli aspetti delle relazioni tra gruppi nell’ottica di prevedere le condizioni in cui le persone si sentiranno motivate, individualmente o collettivamente, a mantenere o cambiare la loro appartenenza di gruppo e la loro situazione intergruppo; si focalizza, nello specifico, sulle relazioni tra gruppi che hanno potere diseguale. a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) La TIS tenta di dare risposta ad alcune domande: • perché gli individui desiderano essere membri di gruppi ad alto status? • perché gli individui desiderano appartenere a gruppi che possiedono identità distinte? • in quali condizioni i membri di un gruppo agiranno come un gruppo per tentare di cambiare situazioni di cui sono insoddisfatti? • quali strategie i membri adotteranno per migliorare la propria posizione di gruppo? • in quali condizioni e con quali strategie i membri di un gruppo agiranno individualmente per tentare di migliorare la propria condizione? a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 3 La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) QUATTRO CONCETTI FONDAMENTALI categorizzazione sociale identità sociale confronto sociale distintività psicologica di gruppo a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) 1- CATEGORIZZAZIONE SOCIALE Segmentazione del mondo grazie alla quale è possibile imporre un ordine sull’ambiente e fornire un luogo di identificazione per il sé. Il processo di categorizzazione ha la funzione di organizzare in modi basilari le informazioni provenienti dall’ambiente. Gli individui selezionano attivamente le informazioni che provengono dall’ambiente e semplificano l’elaborazione ignorando certe diversità ed amplificandone altre. (vedi “percezione del gruppo”) a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 4 La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) 2- L’IDENTITÀ SOCIALE L’identità sociale è quella parte del concetto di sé di un individuo che deriva dalla consapevolezza di appartenere ad un gruppo sociale unita al valore e al significato emotivo attribuito a tale appartenenza. • gli individui sono motivati a mantenere o a raggiungere per sé un’identità positiva • l’identità sociale rappresenta il motore delle azioni dell’individuo anche in contesto intergruppo a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) • l’individuo sociale struttura soggettivamente l’ambiente • gli individui vogliono essere valutati positivamente • gli individui sono motivati ad appartenere a gruppi valutati positivamente • i gruppi hanno valori sociali e, attraverso l’appartenenza al gruppo, vengono acquisiti certi valori es. Misidentificazione (Lasker, 1929) • il desiderio di un’identità sociale positiva implica l’appartenenza a gruppi che possiedono uno status elevato a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 5 l’identità sociale Osservazione di una videoregistrazione da parte di studenti. Manipolazione dell’appartenenza dei partecipantiosservatori a un gruppo maggioritario piuttosto che minoritario. Manipolazione della prestazione e dell’appartenenza dello studente videoregistrato. RISULTATI gli studenti del gruppo minoritario si sentivano meglio se il compagno di gruppo dava buona prova di sé e si sentivano peggio di fronte a una scarsa prestazione a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) 3- CONFRONTO SOCIALE Processo attraverso il quale le caratteristiche del proprio gruppo sono confrontate con quelle del gruppo estraneo. Mezzo attraverso il quale l’individuo ottiene una valutazione della posizione sociale e dello status del suo gruppo: permette di stimare il valore corrispondente all’appartenenza a quel gruppo. a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 6 La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) Festinger (1954) ‘confronto sociale’ per la valutazione di capacità e opinioni individuali (livello individuale). Tajfel (1978) ‘confronto sociale’ per la comprensione dello status e del valore relativo del gruppo e dello status e valore che l’individuo acquisisce tramite l’appartenenza a quel gruppo (livello di gruppo). “Le caratteristiche del gruppo nel suo insieme (status, ricchezza, povertà, colore della pelle) assumono gran parte della loro importanza in relazione alle differenze percepite nei confronti di altri gruppi e alla connotazione di valore di queste differenze” (Tajfel, 1978) a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) 4- DISTINTIVITÀ PSICOLOGICA Condizione in cui il proprio gruppo ha un’identità che è percepita dai membri del gruppo come distinta e positiva rispetto a importanti gruppi di confronto. Gli individui lottano per l’appartenenza a gruppi che hanno identità positive e distinte. a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 7 La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) Il paradigma dei gruppi minimali (Tajfel, Billig, Bundy, & Flament, 1971) Ha l’obiettivo di: - definire le condizioni minime in cui un individuo, col proprio comportamento, effettua delle distinzioni tra il proprio gruppo di appartenenza ed un altro gruppo; - isolare la categorizzazione sociale come variabile indipendente al fine misurare la sua eventuale influenza sul comportamento intergruppo. a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) Paradiga in due fasi: • categorizzazione sociale sulla base di un criterio insignificante, come la preferenza per Klee piuttosto che per Kandinskij (altre persone non identificate sono collocate nella stessa categoria del soggetto o in una categoria diversa) • assegnazione, da parte del soggetto, di ricompense agli ‘altri non identificati’ che appartengono o meno alla stessa categoria a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 8 La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) Eliminazione di tutte le variabili che di norma conducono ad un favoritismo per il proprio gruppo o a discriminazione nei confronti dell’outgroup • assenza di condizioni in genere associate al conflitto intergruppo (conflitto di interessi, ostilità precedenti, legami utilitaristici tra risposte dei soggetti e interessi personali) • assenza di interazioni faccia a faccia tra i soggetti del proprio gruppo, del gruppo estraneo, o tra i gruppi • anonimità • assenza di legami strumentali o razionali tra criteri per la categorizzazione intergruppi e le ricompense che i soggetti assegneranno a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) Analisi dell’allocazione di risorse come indice dell’atteggiamento nei confronti dell’in-group e dell’outgroup Predisposizione di matrici volte a identificare e misurare diverse strategie utilizzate dai soggetti in un contesto intergruppo. Es. di matrice a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 9 La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) Strategie possibili nell’allocazione di risorse: EQUITÀ/IMPARZIALITÀ: ricompense uguali sono assegnate ai membri del proprio gruppo e ai componenti del gruppo estraneo MASSIMO PROFITTO COMUNE (MPC): le ricompense sono assegnate in modo che ci sia una remunerazione massima per i membri sia del proprio che dell’altrui gruppo a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) Strategie possibili nell’allocazione di risorse: MASSIMO PROFITTO INGROUP (MPI): le ricompense sono assegnate in modo tale che il membro del proprio gruppo riceva la ricompensa massima, indipendentemente da quanto riceve il membro del gruppo estraneo MASSIMA DIFFERENZA (MD): le ricompense sono assegnate in modo tale che la differenza tra ciò che riceve il membro del proprio gruppo e ciò che riceve il membro del gruppo estraneo sia massima a favore del proprio gruppo a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 10 La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) PROCEDURA Prima parte: valutazione di puntini da parte dei partecipanti/preferenza estetica… Seconda parte: suddivisione dei partecipanti sulla base dei risultati della prima parte (in realtà: suddivisione casuale) identità nascosta - i partecipanti erano distinguibili solo attraverso un codice. a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) Compito: ai partecipanti fu chiesto di assegnare ricompense ai membri del proprio gruppo e del gruppo estraneo (matrici) Tre tipi di possibile decisione: - assegnazione ricompense a due membri del proprio gruppo - assegnazione ricompense a due membri del gruppo estraneo - assegnazione ricompense a un membro del proprio gruppo e ad un membro del gruppo estraneo a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 11 La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) RISULTATI Quando l’assegnazione delle ricompense avveniva nei confronti dei membri di due gruppi diversi favoritismo verso ingroup (MD+MPI). Quando l’assegnazione delle ricompense avveniva nei confronti di due membri dell’ingroup o dell’outgroup nessun favoritismo (E); in alcuni casi, nell’assegnare ricompense ai due membri dell’ingroup, i soggetti sceglievano la strategia di MPC. a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) È la categorizzazione o la somiglianza a far emergere il bias intergruppi? Esigenza di separare sperimentalmente la variabile della somiglianza interindividuale da quella della categorizzazione pura in termini dicotomici. Quattro condizioni sperimentali categorizzazione/somiglianza categorizzazione/assenza di somiglianza somiglianza/ assenza di categorizzazione assenza di categorizzazione/assenza di somiglianza la categorizzazione determina favoritismo nei confronti dell’ingroup in misura superiore rispetto alla somiglianza a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 12 La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) Nel paradigma di gruppi minimali non c’è ‘conflitto’ né competizione intergruppo (ad es., l’uso della strategia MPC avrebbe potuto far si’ che tutti i soggetti ricevessero più denaro dagli sperimentatori) Bisogno di distintività psicologica, di differenziazione (non è sufficiente avere molto, è importante avere di più) Differenziazione a livello cognitivo, comportamentale e valutativo (significato sociale alla situazione) a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) La scelta della strategia MD, in misura maggiore rispetto anche a MPI e MPC, dimostra che i soggetti scelgono una strategia di differenziazione relativa (anche a scapito di una ricompensa superiore). La categorizzazione sociale rappresenta una base sufficiente per la discriminazione intergruppo. Il costituirsi di due gruppi e il comportamento discriminatorio intergruppo si sviluppano come conseguenza della categorizzazione sociale per sé. a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 13 La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) Il criterio su cui avviene la categorizzazione è talvolta insignificante (es. valutazione di puntini o preferenze estetiche). …non è insignificante nel senso che è sufficiente a stimolare forti e costanti bias intergruppo (es: tifare per squadre diverse; confini tra gruppi etnici che possono sembrare arbitrari se considerati oggettivamente come la differenza di altezza tra Tutsi e Hutu) a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) MAGGIORANZA-MINORANZA cosa succede con gruppi di potere ineguale? i membri di gruppi maggioritari discriminano in maniera superiore rispetto a membri di gruppi minoritari; la discriminazione è più forte da parte di gruppi con elevato potere, rispetto a gruppi con potere assoluto a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 14 La teoria dell’identità sociale (Tajfel e Turner, 1979) MAGGIORANZA-MINORANZA Perché ci si identifica anche con un gruppo minoritario? E’ importante pensare a se stessi in termini di caratteristiche individuali e distintive E’ più probabile pensare a se stessi come membri di piccoli gruppi o di gruppi distintivi che di grandi gruppi Preferiamo quei gruppi che soddisfano il nostro bisogno di affiliazione e di autostima ma anche di distintività Teoria della distintività ottimale (Brewer 1991) a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi IL CAMBIAMENTO SOCIALE 15 Il cambiamento sociale IL CONTINUUM INTERPERSONALE-INTERGRUPPO Esistono importanti differenze interpersonale ed intergruppo. Comportamento ‘genuinamente interpersonale’ incontro sociale tra due o più persone in cui ogni interazione è determinata dai rapporti personali tra gli individui tra comportamento Comportamento ‘genuinamente intergruppo’ incontro sociale tra due o più persone in cui ogni comportamento reciproco è determinato dall’appartenenza a gruppi o categorie sociali distinte a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi Il cambiamento sociale Esistono situazioni sociali che spingono l’individuo ad agire nei termini di appartenenza al gruppo. Più una situazione sociale si avvicina all’estremità intergruppo del continuum... • minore sarà l’influenza delle differenze individuali e delle relazioni personali tra i membri dei due gruppi • maggiore sarà l’uniformità dei membri del gruppo verso membri dell’altro gruppo: si imporrà un’interpretazione condivisa delle relazioni tra ingroup e outgroup • più forte sarà la tendenza dei membri dell’ingroup a trattare i membri dell’outgroup come un’unità indifferenziata a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 16 Il cambiamento sociale Attraverso il confronto sociale l’individuo può ottenere: IDENTITÀ SOCIALE ADEGUATA IDENTITÀ SOCIALE INADEGUATA tentativi di mantenere o aumentare la superiorità relativa ricerca di cambiamento strategie individuali strategie di gruppo a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi Il cambiamento sociale LA SCELTA DELLA STRATEGIA L’utilizzo di strategie diverse dipende dalla percezione di ALTERNATIVE COGNITIVE alla situazione esistente. • percezione di STABILITÀ/INSTABILITÀ della situazione intergruppo e della propria posizione nella gerarchia “posso cambiare la mia posizione nel gruppo” “il mio gruppo può cambiare la sua posizione rispetto agli altri gruppi” “posso cambiare gruppo” • percezione di LEGITTIMITÀ/ILLEGITTIMITÀ della situazione intergruppi e del sistema gerarchico esistente “la gerarchia sociale è giusta” “la mia posizione nella gerarchia è giusta” a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 17 Il cambiamento sociale STRATEGIE INDIVIDUALI 1) mobilità sociale (exit) 2) confronto interpersonale intragruppo Si scelgono strategie di tipo individuale quando: • c’è uno scarso senso di appartenenza al gruppo; • non ci sono alternative (stabilità/legittimità); a livello intergruppo • le frontiere tra gruppi sono permeabili (es. appartenenza politica, categoria professionale). a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi Il cambiamento sociale STRATEGIE INDIVIDUALI: la disidentificazione Forma di mobilità sociale puramente psicologica Si minimizzano le connessioni psicologiche con il gruppo: - ci si considera individui - ci si considera eccezioni - si evita di rievocare le connessioni con il gruppo di appartenenza (simboli…) - si critica apertamente il gruppo di appartenenza a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 18 Il cambiamento sociale STRATEGIE INDIVIDUALI: la dissociazione È una vera e propria ‘fuga’ dal gruppo Quando le frontiere intergruppo sono permeabili, si può assistere a un vero e proprio ‘passaggio’ Avviene più frequentemente ad opera di membri di gruppi svantaggiati o stigmatizzati Es. rigetto di tradizioni culturali in persone immigrate a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi Il cambiamento sociale STRATEGIE di GRUPPO 1) Assimilazione 2) Ridefinizione delle caratteristiche del gruppo (es. “Nero è bello”) 3) Creatività: creazione e adozione di nuove dimensioni per la valutazione e il confronto intergruppo (es. sport) 4) Competizione: scontri e conflitti diretti tra i gruppi a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 19 Il cambiamento sociale STRATEGIE di GRUPPO Si scelgono strategie di gruppo quando: • vengono percepite alternative cognitive alla situazione intergruppo (instabilità/illegittimità); • c’è un forte senso di appartenenza al gruppo; • le frontiere tra gruppi sono impermeabili (es. genere, colore della pelle…). a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi Il cambiamento sociale STRATEGIE di GRUPPO: assimilazione ….vedi processi di ri-categorizzazione a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 20 Il cambiamento sociale STRATEGIE di GRUPPO: ridefinizione e creatività sociale Vengono poste in risalto le dimensioni alternative su cui ci si considera superiori. Si introducono nuove dimensioni per la valutazione e il confronto sociale Es. “Nero è bello!” “i neri hanno il senso della musica” a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi Il cambiamento sociale STRATEGIE di GRUPPO: Competizione sociale - Sfida aperta - Il gruppo svantaggiato lotta per cambiare l’ordine gerarchico all’interno della società e per rimuovere le condizioni che hanno portato allo status svantaggiato - I gruppi dominanti lottano per cercare di mantenere la propria posizione - Competizione simbolica - Competizione realistica a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 21 Il cambiamento sociale STRATEGIE di GRUPPO Esistono differenze culturali nelle culture interdipendenti (asiatiche, sudamericane) viene rafforzata l’idea di Sé basata sull’appartenenza a un gruppo. rispetto alle culture individualistiche occidentali (Markus, Kitayama et al.) Esistono differenze di personalità es. forte bisogno di affiliazione a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi Il cambiamento sociale Punti forti • La TIS è una teoria vasta: tratta un’ampia gamma di reazioni individuali e collettive che i membri dei gruppi potrebbero assumere nei confronti del loro e dell’altrui gruppo; • Pone il concetto di identità come questione centrale nella ricerca sul comportamento intergruppo • Adotta un approccio più ‘sociale’ nel tentativo di spiegare il comportamento sociale delle persone a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 22 Il cambiamento sociale Punti deboli • il paradigma dei gruppi minimali in realtà sottintende una situazione potenzialmente competitiva; esistono evidenze empiriche contrastanti con quanto emerso dagli esperimenti di Tajfel; • non chiarisce la differenza tra il favoritismo verso l’ingroup e il conflitto intergruppo • non considera un importante livello di mobilità sociale: quello puramente psicologico (es: misidentificazione dei bambini neri con il gruppo estraneo bianco) • pone come spiegazione ultima del comportamento sociale un fattore individuale (l’autostima) a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi L’INGROUP BIAS «noi» siamo meglio di «loro» 23 L’etnocentrismo “ The insider in a we-group are in relation of peace, order, law, government, and industry, to each other. Their relation to all outsiders, or others-groups, is one of war and plunder.... Loyalty to the group, sacrifice for it, hatred and contempt for outsiders, brotherhood within, warlikeness without – all grow together, common products of the same situation” (Sumner, 1906) a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi L’etnocentrismo Il gruppo ha origine in una situazione di conflitto per scarse risorse. Il favoritismo nei confronti del gruppo di appartenenza è correlato all’ostilità rivolta al gruppo esterno, è ‘l’altra faccia della medaglia’. L’ingroup bias si manifesta come tendenza sopravvalutare l’ingroup e sottovalutare l’outgroup. a a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 24 L’ingroup bias Secondo la Teoria del Conflitto Realistico (Sherif et al.): il bias osservato in favore dei membri del proprio gruppo è conseguenza di una relazione conflittuale o competitiva tra gruppi. Secondo la Teoria dell’Identità Sociale (Tajfel et al.): l’ingroup bias e il conflitto/competizione tra gruppi sono generati dalla differenziazione stessa in gruppi distinti e non viceversa l’ingroup bias svolgerebbe una funzione di differenziazione (l’ingroup si differenzia positivamente dall’outgroup) e di giustificazione (la svalutazione dell’outgroup giustifica azioni sociali progettate e commesse contro altri gruppi) a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi L’ingroup bias Come si integrano queste due teorie? Secondo numerosi studi - così come per Tajfel - la presenza di una situazione competitiva non è condizione necessaria affinché vi sia ingroup bias (ad es. nell’esperimento dei gruppi minimali). Ma un conflitto esplicito tra gruppi può aumentare il bias a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 25 L’ingroup bias Secondo Allport (1954) la formazione del gruppo comporta una divisione psicologica tra ‘in’ e ‘out’ ( vedi anche processi di categorizzazione sociale e di autocategorizzazione) La differenziazione dell’ingroup bias. diventa funzione fondamentale La distinzione tra ingroup e outgroup non comporta necessariamente competizione e conflitto “We love us more than we hate them” (Allport, 1954; Campbell, 1976; Brewer, 2000) a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi Simpatia verso l’ingroup L’appartenenza allo stesso gruppo intensifica la percezione di affinità. I membri dell’ingroup sono percepiti come simili e come simili a noi. omogeneità ≠ similarità ( noi interagiamo con i membri del nostro gruppo di appartenenza e questo rende saliente anche alcune differenze individuali) a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 26 Simpatia verso l’ingroup Le persone tendono a… • trattare i membri del proprio gruppo con maggiore generosità • valutare l’operato dei maggiore indulgenza membri dell’ingroup con • fare amicizia e interagire con i membri del proprio gruppo • considerare il proprio gruppo come migliore, più attraente… (M. Brewer, 1979) a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi Simpatia verso l’ingroup Il concetto astratto di “NOI” ha connotazioni più positive del concetto di “LORO” le persone rispondono più prontamente a parole positive che fanno seguito a termini connessi con il “noi” che a termini connessi con il “loro” (vedi IAT) le persone valutano più positivamente sillabe senza senso (es xeh) che sono associate al noi piuttosto che al loro a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 27 Simpatia verso l’ingroup Distorsione nei processi attributivi Presentazione di comportamenti positivi vs. negativi di membri dell’in-group e dell’out-group (Islam & Hewstone, 1993) Attribuzioni distorte in favore dell’in-group: • si attribuiscono azioni positive dell’ingroup e azioni negative dell’outgroup a tratti stabili • si attribuiscono azioni positive dell’outgroup e azioni negative dell’ingroup a fattori situazionali a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi Simpatia verso l’ingroup Bias linguistico (Maass et al, 1988; 1989) Livelli di astrazione comportamenti positivi dell’outgroup. maggiore per descrivere dell’ingroup piuttosto che Livelli di astrazione comportamenti negativi dell’ingroup. maggiore per descrivere dell’outgroup piuttosto che a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 28 Simpatia verso l’ingroup Ma non sempre favoriamo i membri dell’ingroup! Secondo la TIS, gli individui devono mantenere un’immagine positiva del proprio gruppo per valorizzare la propria identità sociale. L’accettazione all’interno del gruppo di appartenenza di individui devianti - che assumono un comportamento discordante rispetto alle norme - comporta un peggioramento di tale immagine. I soggetti possono adottare delle strategie a livello psicologico per la defezione del deviante (Black Sheep Effect, Marques, Yzerbyt, & Leyens, 1988). a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi L’antipatia verso l’outgroup Gli esperimenti sui gruppi minimali hanno evidenziato come il favoritismo nei confronti dell’ingroup si accompagni alla discriminazione nei confronti dell’outgroup. Pregiudizio e discriminazione Pregiudizio simbolico (Sears, 1988) Esclusione morale a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 29 L’antipatia verso l’outgroup: de-umanizzazione • Il pregiudizio verso l’out-group non è solo valutativo ma anche semantico-antropologico (Moscovici and Pérez, 1997) • Discriminazione semantico-antropologica = giudicare gli altri su caratteristiche naturali (animali) e culturali (umani) – I tratti naturali sono comuni sia agli animali che agli esseri umani (es. ‘Sporco’) – I tratti culturali sono unicamente umani (es. Onesto) • Gli outgroup vengono definiti attraverso tratti naturali • L’ingroup viene definito unicamente attraverso tratti culturali a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi L’antipatia verso l’outgroup: infra-umanizzazione (Leyens et al) Si può distinguere tra emozioni primarie e secondarie (sentimenti) Le emozioni primarie sono comuni sia agli animali che agli esseri umani (es. ‘paura’) I sentimenti sono unicamente umani (es. nostalgia) Mentre le emozioni primarie vengono attribuite sia all’ingroup che all’outgroup, i sentimenti vengono atribuiti esclusivamente all’ingroup a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 30 L’antipatia verso l’outgroup: de-umanizzazione Funzioni: – negare le somiglianze tra ingroup e outgroup – mantenere uno status privilegiato – mantenere un’immagine positiva relativa dell’ingroup – giustificare l’oppressione, l’aggressione la discriminazione o a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi La riduzione del bias: la ricategorizzazione Teoria del Conflitto Realistico (Sherif et al.) FASE IV - COOPERAZIONE INTERGRUPPI Introduzione di scopi sovraordinati: creazione di situazioni superabili solo attraverso la combinazione delle risorse di entrambi i gruppi Risultato: non si verificò la fine immediata delle ostilità, ma ci fu una trasformazione delle relazioni che da conflittuali diventarono più armoniose a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 31 La riduzione del bias: la ricategorizzazione Gaertner and Dovidio (2000) Common Ingroup Identity Model (CIIM) L’istituzione di un gruppo sovraordinato è in grado di migliorare le relazioni tra diversi gruppi subordinati Il gruppo comune implica un processo di ricategorizzazione Le frontiere intergruppo vengono infrante: I membri di gruppi priginriamente distinti arrivano a considerarsi componente di un unico gruppo L’introduzione di un “noi” inclusivo modera l’ingroup bias a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi La riduzione del bias: la ricategorizzazione a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 32 La riduzione del bias: la ricategorizzazione • Evidenze empiriche mostrano che non sempre il processo di ricategorizzazione porta a un miglioramento delle relazioni intergruppo (Crisp, Stone, & Hall, 2006; Hornsey & Hogg, 2000). • in alcune circostanze il gruppo comune può persino enfatizzare l’ingroup bias • le persone generalmente amano il proprio gruppo e la propria cultura • l’identità sovraordinata può essere percepita come una minaccia alla propria identità sociale e alla distintività del proprio gruppo a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi La riduzione del bias: la ricategorizzazione La creazione di un gruppo comune può far aumentare paradossalmente il favoritismo verso l’ingroup come tentativo di difendere la propria identità sociale minacciata L’istituzione del gruppo comune ha effetti positivi quando le frontiere tra i diversi sottogruppi originari sono mantenute ed è possibile una doppia identificazione (a livello subordinato e sovraordinato) a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 33 La riduzione del bias: la ricategorizzazione Un altro strumento potenziale per ridurre l’igroup bias è la categorizzazione incrociata (Crisp et al.) Si basa sull’evidenza che gli individui appartengono contemporaneamente a più categorie o gruppi sociali La categorizzazione incrociata può ridurre la distanza ingroup-outgroup perchè divide l’identità stessa dell’individuo in differenti gruppi Avremo così condizioni: II IO OI OO a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi La riduzione del bias: l’ingroup projection Quando si è chiamati a immaginare un gruppo sovraordinato che includa il proprio in-group e un out-group, può accadere che ci si rappresenti il gruppo comune come più simile al proprio gruppo di appartenenza. A causa di fattori cognitivi e motivazionali, diventerebbe maggiormente ‘prototipico’ della sovraordinata. l’in-group categoria I fenomeni di proiezione possono diventare nocivi per le relazioni tra gruppi: immaginare la categoria sovraordinata come molto simile all’in-group può comportare l’aumento della discriminazione nei confronti di membri dell’out-group ritenuti scarsamente aderenti alle norme del nuovo gruppo. a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 34 La riduzione del bias: l’ingroup projection L’istituzione di un gruppo comune potrebbe peggiorare anziché migliorare le relazioni tra schieramenti diversi. a.a. 2008/2009 FACOLTA’ DI SOCIOLOGIA - Psicologia Sociale – Simona Sacchi 35