EMPOLI: MAIRIE DELL’IMPERO tra il 1808 e il 1814 Werther Ruggeri L'Amministrazione della Mairie di Empoli dal 1808 al 1814 Tesi di laurea in Storia del Diritto, presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Siena, anno accademico 1999-2000 Relatore: Prof. Mario Ascheri Controrelatore: Dott.ssa Paola Maffei Quando si parla dell’età Napoleonica, inevitabilmente si pensa ad un periodo di sanguinose guerre e di grandi innovazioni, che vide la Francia contrapposta al resto delle grandi potenze europee sia sul piano militare che su quello politico e economico. Tra le varie conseguenze di questi sconvolgimenti politici che mutarono più volte i confini degli stati europei, vi fu la scomparsa del Granducato di Toscana, prima trasformato nel Regno d’Etruria (un piccolo stato formalmente indipendente, ma sotto l’egida francese) e poi, nel 1808, annesso direttamente dall’Impero francese tramite la creazione dei Dipartimenti dell’Arno, del Mediterraneo e dell’Ombrone (i tre dipartimenti andarono a formare un nuovo Granducato al cui vertice fu posta Elisa Baciocchi, sorella di Napoleone e già Principessa di Lucca e Piombino). Grazie a questo nuovo scenario politico, anche la comunità di Empoli, che assunse il nome di Mairie (collocata nel Dipartimento dell’Arno all’interno del Circondario fiorentino), sperimentò direttamente tutte le innovazioni introdotte dal sistema francese, le quali non furono sempre ben viste dalla popolazione; basti pensare alla coscrizione obbligatoria. Questo istituto, sconosciuto sotto i Lorena, obbligava la comunità di Empoli a fornire un contingente di giovani ogni anno (nel 1912 i coscritti furono 29), e comportò il moltiplicarsi del fenomeno della diserzione contro cui le autorità lottarono invano1. Altre iniziative malviste furono quelle in campo fiscale e quelle che imponevano un controllo sui religiosi che non si adeguarono ai principi della Chiesa Gallicana; a Empoli furono colpiti da provvedimenti repressivi il Proposto Michele Maria Del Bianco e Giovanni Marchetti, i quali, comunque, continuarono a godere dell’appoggio della popolazione2 e delle autorità locali, tra cui il Maire (Sindaco) Luigi Busoni, che per Del Bianco implorò clemenza al Direttore Generale della Polizia. Dagli atti consultati risulta che proprio il Busoni, grazie anche all’ampiezza dei poteri che gli erano riconosciuti, intervenne più volte per tutelare gli interessi della comunità empolese, scontrandosi spesso con le autorità centrali e dipartimentali: per esempio, a seguito della soppressione dei conventi della zona il patrimonio librario di questi enti (già intaccato dalla distruzione dei libri contrari ai “principi della chiesa gallicana”3) sarebbe stato venduto all’asta dal Demanio se il Busoni non fosse intervenuto convincendo il Prefetto a darlo in gestione alla Mairie e costituendo così il nucleo originario della Biblioteca comunale4. Per esempio, in un rapporto inviato al Maire il 17/8/1812, la Guardia Campestre Bernardi denuncia l’omertà dei contadini di Pontorme e San Martino, i quali proteggono i coscritti disertori. 2 Quando nel 1809 il Marchetti dovette essere trasferito all’Elba in seguito al suo arresto, il Maire Busoni dispose di far passare il prigioniero non da Empoli ma da Castelfiorentino e dall’Osteria Bianca, evitando così rischi di disordini in quanto il soggetto era “stimato e onorato da questa popolazione”. 3 Con il Decreto Imperiale dell’11/6/1809 le diocesi dei tre Dipartimenti toscani entravano a far parte della Chiesa Gallicana; l’espurgazione dei libri contrari alle massime del clero gallicano dalle librerie dei conventi soppressi in zona avvenne tra il Novembre e il Dicembre del 1811. 4 In una lettera indirizzata al Prefetto in data 17/10/1811 il Busoni lo invita ad autorizzare la creazione della biblioteca per l’”istruzione e il comodo di questo pubblico” sottolineando che l’”istruzione e la cultura dei popoli sono premura di qualunque Governo”. 1 Sempre attribuibile allo zelo del Busoni fu il mancato trasferimento al “Musée Napoleon” di Parigi delle due pale d’altare del Pontormo e del Cigoli conservate nelle chiese di San Michele a Pontorme e di San Pietro a Riottoli: infatti gli ordini, impartiti nientemeno che dal Ministro dell’Interno, furono trasmessi al Maire nell’Ottobre del 1812, ma non vennero mai eseguiti 5. Nonostante tutti i problemi che vi furono a seguito dell’annessione, non si debbono trascurare le novità positive che essa comportò: fu istituita la vaccinazione obbligatoria dei fanciulli contro il vaiolo – ben 908 nel 1811 -, pratica che inizialmente fu vista con sospetto dalla popolazione, ma che si diffuse nella zona grazie anche all’attività di convincimento dei parroci. Altre iniziative importanti riguardarono i controlli sul settore agricolo e manifatturiero: infatti il governo francese riteneva fondamentale avere il maggior numero di dati possibile circa le produzioni e le coltivazioni, per poter prevenire eventuali carestie e per poter armonizzare l’economia dell’Impero, incentivando i settori più carenti. Un esempio di questi interventi governativi si ebbe anche ad Empoli, che fu dotata, per ordine del Prefetto e del Ministro della Guerra, di una “fabbrica per l’escavazione dei nitri” necessari per la produzione della polvere da sparo. Per ingraziarsi i favori della popolazione e per glorificare le gesta dell’Imperatore, le autorità francesi istituirono molte feste pubbliche, durante le quali si svolgevano sia attività di beneficenza (come le elemosine ai poveri) sia festeggiamenti di vario tipo, dagli spettacoli pirotecnici, alle corse dei cavalli: nel programma dei festeggiamenti per il “genetliaco” di Napoleone del 1813 si parla addirittura dell’esibizione di “macchine aerostatiche”. Queste ed altre iniziative (come la creazione dei Bureau di Beneficenza) non mutarono di molto le condizioni di vita della maggior parte della popolazione, la quale rimase in uno stato di profonda miseria: se ne ha conferma in un rapporto del Deputato Lippi riguardante il Popolo di San Michele a Pontorme, in cui si legge che, su una popolazione di circa seicento anime, ben quattrocentotrenta sono i soggetti incapaci a procurarsi il “pane di giornata”. Volendo tirare delle conclusioni si può affermare comunque che l’esperienza napoleonica segnò profondamente la comunità di Empoli, così come gran parte d’Europa, tanto che molte innovazioni di quegli anni sono arrivate sino ai giorni nostri: basti pensare all’introduzione del sistema metrico decimale avvenuta nel 1810 e di cui rimane una visibile testimonianza nel metro di ferro esposto in via Giuseppe Del Papa. Pubblicati due estratti sulla Miscellanea storica della Valdelsa Prima parte - Miscellanea Storica della Valdelsa, nn. 1-3 (312-314), [pp. 35-95], 2009 Seconda parte - Miscellanea Storica della Valdelsa, nn. 1-3 (315-317), [pp. 67-122], 2010 W. Ruggeri 5 Di questo delicato affare che avrebbe potuto privare la nostra comunità di una parte importante del suo patrimonio artistico, rimane traccia in una lettera inviata dal Prefetto al Sotto Prefetto.