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Meseta meridionale, delimitata a sua volta dalla Sierra Morena e dalla cordigliera
Betica, che culmina nella Sierra Nevada.
Le coste mediterranee alternano tratti alti e
rocciosi a lunghe spiagge sabbiose, alle cui
spalle si aprono strette pianure costiere. Le
coste atlantiche sono invece alte e rocciose,
perché qui le montagne arrivano fino al mare.
L’idrografia
Le mesete raccolgono le acque che scendono dai monti circostanti. Quella settentrionale è il bacino idrografico del Duero, che si
dirige a ovest, verso l’oceano Atlantico. Nella
Meseta meridionale si raccolgono le acque
della Guadiana e del Tago, anch’essi diretti
verso il Portogallo e l’Atlantico.
La meseta spagnola si presenta come un immenso altopiano, ondulato da lievi colline e
suddiviso in innumerevoli appezzamenti agricoli di vaste dimensioni.
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Due altri fiumi importanti percorrono, invece,
fertili pianure che essi stessi hanno contribuito a formare: il Guadalquivir, che attraversa l’Andalusia e va a sfociare nell’Atlantico; l’Ebro, che dopo aver raccolto le acque
dei Pirenei e del Sistema Iberico attraversa
la pianura Aragonese, per poi sfociare nel
Mediterraneo.
Il clima e
la vegetazione naturale
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E. Fedrizzi-A. Della Valentina, Dossier Terra. Italia, Europa, Mondo, Minerva scuola
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La morfologia
Il territorio della Spagna è prevalentemente
collinare, formato da vasti altopiani ondulati (mesetas) che si mantengono a 500-1.000
metri sul livello del mare. Se le pianure si limitano a qualche zona costiera e ai maggiori bacini fluviali, più estese sono le catene montuose, che in più punti si elevano dagli altopiani.
A nord, due catene si allungano senza interruzione: i Pirenei e i monti Cantabrici.
I primi corrono per 350 km lungo il confine con la Francia, ma, pur superando raramente i 3.000 metri, sono aspri e difficili
da valicare. I monti Cantabrici digradano a
nord nell’oceano Atlantico, ostacolando l’ingresso dei venti umidi; a sud si abbassano
sulla Meseta settentrionale, chiusa sugli
altri lati dal Sistema Iberico e dal Sistema
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Con i suoi 500 mila km , pari a una volta
e mezzo l’Italia, la Spagna occupa i cinque
sesti della penisola Iberica. Appartengono al
paese anche l’arcipelago delle Baleari, nel
mar Mediterraneo, e le isole Canarie, di fronte alle coste atlantiche del Marocco. Confina
a ovest con il Portogallo e a nord-est con la
Francia. La bagnano due mari: a nord e a
sud-ovest l’oceano Atlantico; a est e a sudest il Mediterraneo. I pochi chilometri dello
stretto di Gibilterra la separano dall’Africa.
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STATI SIGNIFICATIVI
Spagna
Scheda
La posizione
e le dimensioni
• LEZIONE 3 ALCUNI
IN CERCA DI UNITÀ
Nella Spagna nord-occidentale prevale il clima atlantico, con estati fresche e temperature invernali che non scendono mai sotto
lo zero. Il paesaggio verdeggiante, ricco di
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IN CERCA DI UNITÀ
• LEZIONE 3 ALCUNI
STATI SIGNIFICATIVI
Negli ultimi anni è stata fortemente ampliata la rete autostradale, che ormai supera i
12.000 km. Meno efficiente si presenta la
rete ferroviaria, che però comprende una
linea ad alta velocità che unisce Madrid a
Siviglia.
La Spagna dispone, infine, di numerosi porti
affacciati su tutte le coste, fra i quali spiccano quelli di Bilbao, Algeciras, Tarragona e
Barcellona.
E. Fedrizzi-A. Della Valentina, Dossier Terra. Italia, Europa, Mondo, Minerva scuola
La spiaggia di Lloret de Mar, nota stazione balneare della Costa Brava. Come si può notare,
anche in Spagna l’edificazione lungo le coste è stata realizzata penalizzando il paesaggio.
foreste di latifoglie, denota che le precipitazioni sono abbondanti.
Tipicamente mediterraneo è invece il clima delle coste orientali, con temperature
che aumentano verso sud, dove la Spagna
guarda ormai all’Africa. Qui la vegetazione
si compone di olivi, querce e della tipica
macchia arbustiva. Le mesete risentono di
un clima semicontinentale, perché non vi
penetrano le masse d’aria umida provenienti
dai mari: sono perciò aride e dotate di forti
differenze di temperatura fra estate e inverno. L’ambiente in esse prevalente è pertanto
la steppa.
Le attività primarie
L’agricoltura della Spagna presenta due
volti distinti. Lungo le coste e i fondovalle
prevalgono le colture irrigue, che sapienti
sistemi di irrigazione hanno reso redditizia,
nonostante le modeste dimensioni delle
aziende. In questi minifondi, chiamati huertas (orti), si coltivano ortaggi, agrumi, olivi,
alberi da frutto, viti, tabacco, riso, foraggi per
i bovini da latte e da carne. Di agrumi, vino
e olio, la Spagna è uno dei principali produttori mondiali.
Le aride regioni interne sono invece il regno dei cereali, delle barbabietole da
zucchero e delle patate, tutte colture
che hanno bisogno di poca acqua. Qui
prevalgono i latifondi, aziende di vaste
dimensioni ma poco produttive. Per quanto riguarda l’allevamento, domina quello
degli ovini, che non necessitano di pascoli erbosi.
Un altro settore importante è la pesca, che
alimenta una fiorente industria conserviera.
La Spagna possiede una notevole flotta peschereccia, che fa capo soprattutto ai porti
della costa atlantica.
Le attività industriali
Le aree industriali sono localizzate prevalentemente lungo le coste e nelle località
dotate di materie prime, acqua ed energia.
Lo sfruttamento delle risorse minerarie
iniziò al tempo dei romani e dei cartaginesi.
Da allora non si è mai interrotto, e anche
se molti giacimenti vanno esaurendosi, la
Spagna resta uno fra i paesi europei più
ricchi di minerali. I maggiori introiti vengono
dall’estrazione di zinco, argento, piombo,
rame e mercurio. Per il suo fabbisogno
energetico, la Spagna ricorre all’energia prodotta negli impianti idroelettrici dei
Pirenei, nelle centrali nucleari e in quelle
termoelettriche.
Le miniere di ferro e di carbone del Nord
hanno dato impulso alla siderurgia (acciaio
e ghisa) e alle industrie meccaniche (automobili, vetture ferroviarie, camion, macchine
agricole) e cantieristiche, concentrate soprattutto nelle Asturie, nei Paesi Baschi e a
Barcellona, mentre un’altra materia prima,
la pirite, ha consolidato l’industria chimica
(acido solforico).
Il petrolio di importazione ha favorito, nei pressi di Barcellona, Valencia e Madrid, la nascita
di raffinerie e di stabilimenti petrolchimici,
da cui si ottengono fibre artificiali e materie
plastiche. Altri settori forti sono l’industria alimentare, tessile (lana e cotone) e l’editoria.
Il turismo e
le vie di comunicazione
Un punto di forza dell’economia è rappresentato dal turismo, che richiama milioni
di stranieri interessati alle numerose città
d’arte e alle bellezze naturali e paesaggistiche, sia della penisola sia delle isole Baleari
e Canarie. Ciò spiega il forte traffico di molti
aeroporti spagnoli.
La popolazione e
la rete urbana
La popolazione della Spagna è di circa 43
milioni di persone, con una densità media
relativamente bassa: 85 ab./km2. La morfologia accidentata e il clima semicontinentale hanno sempre scoraggiato gli insediamenti nell’interno e favorito il popolamento delle coste, dove la temperatura è più
mite e i terreni sono meno aridi. Notevole
è anche l’accentramento della popolazione nelle aree urbane: 18 città hanno oltre
250.000 abitanti e solo due di esse superano il milione.
Madrid (3,2 milioni, 5,1 con l’agglomerato
urbano), oltre a essere la capitale politica,
è anche un importante centro industriale,
terziario e turistico. Barcellona (1,6 milioni
di abitanti) è il capoluogo della Catalogna
e il cuore economico e finanziario della
Spagna.
Un mosaico di
etnie e di lingue
In Spagna convivono diverse etnie, ma tre
sono i gruppi che maggiormente rivendicano
la propria identità culturale: i catalani, i galiziani e i baschi. In Catalogna, in Galizia e
nelle Province Basche vige pertanto il bilinguismo, cioè si parla sia il castigliano (spagnolo), che è la lingua ufficiale, sia rispettivamente il catalano, il gallego e il basco.
Le prime due sono lingue neolatine, il basco
è invece una lingua molto antica, estranea al
ceppo indoeuropeo.
La popolazione basca rivendica una maggiore autonomia dal governo centrale in nome delle sue differenze etniche, culturali e
linguistiche. Una minoranza si è addirittura
organizzata in un movimento separatista,
l’Eta, che per raggiungere il suo obiettivo di
indipendenza ha spesso fatto ricorso ad attentati terroristici. Attualmente sono in corso
trattative con il governo centrale per giungere a una soluzione del conflitto.
TEMA 1 UN'AREA
L’ordinamento
istituzionale
Nel 1975, dopo una dittatura durata quarant’anni, la Spagna tornò a essere un paese democratico guidato da una monarchia
parlamentare. Il re svolge il ruolo di capo
dello stato e di comandante delle forze armate. Inoltre ha la facoltà di nominare, in base all’esito delle elezioni, il capo del governo,
cui spetta il potere esecutivo. Il potere legislativo è affidato alle Cortes, il parlamento
centrale, mentre localmente operano i parlamenti regionali delle 17 comunità autonome. Dal 1986 la Spagna è entrata a far parte
dell’Unione Europea.
Le condizioni
economico-sociali
Madrid fu scelta come capitale da Filippo II nel
Cinquecento, quando la Spagna era al culmine
della sua potenza, per la sua posizione centrale. Nella foto, la Plaza Mayor.
• LEZIONE 3 ALCUNI
lenta crescita demografica del dopoguerra.
Nell’ultimo ventennio una parte degli emigranti è rientrata, avviando piccole attività
produttive, e oggi la ripresa economica prosegue a ritmi sostenuti. La popolazione, però, cresce molto lentamente, perché il tasso
di fecondità è diventato uno dei più bassi
d’Europa.
La Spagna nella storia
La lunga dominazione araba Fin dall’antichità in Spagna si avvicendarono diversi
popoli. Agli originari iberi si mescolarono i
celti, provenienti dalla Francia, da cui i celtiberi. Fu poi la volta dei greci e dei cartaginesi, che si stanziarono lungo le coste
mediterranee della penisola, fondando diverse città.
Nel 130 a.C. la Spagna divenne provincia
romana; un segno di questa dominazione è
rimasto nella lingua ufficiale, il castigliano, e
nel catalano, parlato in Catalogna, entrambe
di origine neolatina. Dopo il crollo dell’impero
romano, la Spagna fu occupata dai visigoti.
Ma la dominazione più importante nella
storia di questo paese fu quella degli arabi, che si protrasse per secoli. Essi diedero
vita a una civiltà molto raffinata, che vide
fiorire gli studi, l’arte, i commerci. Città come Granada, Cordova, Toledo divennero
punti di riferimento per il mondo culturale
del Medioevo. Gli arabi introdussero inoltre
importanti tecnologie e nuove colture, che
migliorarono la vita materiale: i mulini a vento per produrre energia; la canalizzazione
delle acque per consentire l’irrigazione di
orti e giardini; le coltivazioni degli agrumi, del
STATI SIGNIFICATIVI
gelso, degli olivi, degli ortaggi. Gli arabi erano anche molto tolleranti nei confronti delle
altre religioni. Presso di loro si rifugiarono gli
ebrei, perseguitati altrove, che diedero vita a
una nutrita comunità.
Fuori dal dominio dei musulmani erano rimasti alcuni territori cristiani situati nel Nord
della penisola e nelle Asturie. Ingranditisi
a spese dei territori musulmani e diventati
dei regni (di Navarra, d’Aragona, di Leon e
Castiglia), all’inizio dell’XI secolo diedero il
via alla “Riconquista”, cioè alla cacciata
degli arabi dalla penisola. Occorsero quattro secoli perché questa si completasse.
L’ultimo a capitolare fu il regno di Granada,
nel 1492.
L’impero coloniale Quello stesso anno
Cristoforo Colombo scopriva l’America, e
per la Spagna, riunificata sotto la corona dei
sovrani d’Aragona e di Castiglia, fu l’inizio di
una nuova fase, che la portò nel corso del
Cinquecento a estendere i suoi domini in
Europa e nell’America centro-meridionale.
Ben presto, però, decadde, sopraffatta dalla
più potente Inghilterra. Nell’Ottocento perse
gran parte delle sue colonie, mentre la nazione impoveriva, oppressa da una nobiltà
che disdegnava le attività produttive e viveva
delle rendite dei latifondi.
La guerra civile e la dittatura Nel 1931
vinsero le elezioni i partiti popolari favorevoli
alla repubblica e il re fu costretto ad abdicare. Ma dal 1936 al 1939 il paese fu dilaniato da una sanguinosa guerra civile fra
repubblicani e monarchici, questi ultimi ap-
E. Fedrizzi-A. Della Valentina, Dossier Terra. Italia, Europa, Mondo, Minerva scuola
La Spagna si colloca fra i primi 15 paesi al
mondo per prodotto interno lordo, ma il PIL
pro capite non è ancora fra i più elevati: nel
2005 era pari a circa 27.200 $ annui, contro
i 29.600 dell’Italia. Negli ultimi anni lo Stato
ha investito molto nella modernizzazione
delle infrastrutture (vie di comunicazione,
informatizzazione, telecomunicazioni), ma
restano ancora molti problemi da risolvere,
come il divario fra regioni ricche – soprattutto Catalogna, Province Basche, Asturie
e area madrilena – e regioni arretrate, in
particolare quelle agricole dell’interno. Grave
rimane anche il problema della disoccupazione, che nel 2005 ammontava a quasi
l’8% della forza lavoro.
Fra gli anni Cinquanta e Settanta del secolo
scorso, 2,5 milioni di spagnoli emigrarono in
cerca di lavoro, contribuendo non poco alla
IN CERCA DI UNITÀ
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E. Fedrizzi-A. Della Valentina, Dossier Terra. Italia, Europa, Mondo, Minerva scuola
poggiati dalla Chiesa ufficiale, dai militari e
dai governi fascisti e nazisti d’Italia e Germania. I repubblicani furono sconfitti e nel
paese venne instaurata la dittatura del generale Francisco Franco, durata fino al
1975.
Le città dell’Andalusia sono quelle che più conservano le tracce della dominazione araba, cui
si devono monumenti di insuperabile bellezza,
come l’Alcazar (fortezza) di Siviglia; l’Alhambra di Granada (nella foto); la moschea di
Cordova, i cui lavori iniziarono sin dall’VIII secolo d.C.
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• LEZIONE 3 ALCUNI
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