Cs 88 ricerca Unife orientamento uccelli migratori

Ferrara, 21 marzo 2014
COMUNICATO STAMPA N° 88
Un passo avanti verso la comprensione dei meccanismi di percezione del campo
magnetico negli uccelli migratori è stato compiuto da ricercatori di Unife
Lo studio pubblicato nella importante rivista scientifica
“The Journal of Experimental Biology”
Ogni anno milioni di uccelli migratori partono dai quartieri nuziali del nord Europa per svernare
in Africa occidentale. Come si orientano molte specie di passeriformi nel loro lungo viaggio?
Grazie ad una famiglia di proteine, i criptocromi, che potenzialmente possono essere utilizzate per
percepire il campo magnetico terrestre.
E’ quanto emerge dallo studio condotto da un gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze
della Vita e Biotecnologie dell’Università di Ferrara, coordinato da Augusto Foà, e composto da
Leonida Fusani, Cristiano Bertolucci ed Elena Frigato, pubblicato recentemente in un articolo
ed in un editoriale della importante rivista scientifica inglese “The Journal of Experimental
Biology”.
La ricerca è iniziata nell’agosto 2011 nei pressi della Stazione ornitologica Pape in Lettonia,
area di nidificazione della capinera (Sylvia atricapilla), dove i ricercatori Leonida Fusani e
Cristiano Bertolucci hanno catturato un gruppo di capinere poco prima che intraprendessero un
lungo viaggio di 9500 km con destinazione il Kenya. Una volta trasportati all’Università di
Ferrara gli uccelli sono stati posti in gabbie di registrazione per verificare l’insorgenza o meno
dell’inquietudine migratoria.
“La zugunruhe o inquietudine migratoria - spiega Leonida Fusani - è una intensa attività notturna
che i passeriformi manifestano in cattività durante la stagione delle migrazioni. Grazie ad una
manipolazione dell’accesso al cibo, siamo riusciti ad interrompere questa attività e a verificare i
livelli di espressione dei criptocromi nell'occhio”.
“I criptocromi – afferma Cristiano Bertolucci - sono delle proteine che svolgono diverse funzioni.
Nei vertebrati, ad esempio, possono comportarsi da fotorecettori, magnetocettori o riparare il
danno degli ultravioletti al DNA”.
“I risultati ottenuti nei laboratori ferraresi – concludono Fusani e Bertolucci - hanno messo in
evidenza come i livelli di espressione genica dei criptocromi aumentino negli animali in migrazione
virtuale rispetto sia a quelli sedentari sia a quelli in cui l’inquietudine migratoria era stata
interrotta sperimentalmente. Il cambiamento nell’espressione di questi geni può essere una delle
chiavi per il rilevamento dei campi magnetici terrestri che guidano i passeriformi durante i lunghi
voli notturni. E anche se questa non è la prova definitiva che gli uccelli possono utilizzate la
bussola magnetica per orientarsi, è un'altra informazione importante a sostegno di questa ipotesi”.
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