NOTIZIARIO DI AGRICOLTURA Agenzia Lucana di Sviluppo e Innovazione in Agricoltura INTEGRATA ___________________ Azienda Agricola Sperimentale Dimostrativa “GAUDIANO” Numero 2 del 27 giugno 2013 Al via il I Corso di formazione per tecnici abilitati al controllo funzionale delle macchine irroratrici. Partirà il 3 luglio prossimo il I corso abilitante per 25 tecnici addetti al controllo funzionale delle macchine per la distribuzione dei fitofarmaci, organizzato dall’ALSIA presso l’Az. Sperimentale Pantanello di Metaponto. Il corso, a cura del “Servizio regionale di controllo funzionale e taratura delle irroratrici – SeTI”, ha lo scopo di formare una nuova figura professionale indispensabile per eseguire il “Controllo funzionale” che, obbligatoriamente, dal 2014 dovranno superare le irroratrici di tutte le aziende agricole. La graduatoria ed ulteriori informazioni sul corso sono disponibili sul sito www.ssabasilicata.it. S.S. 93 km 45,400 85024 Lavello (Pz) tel: 0972 82040 Fax: 0835 258347 e-mail: [email protected] 1 BOLLETTINO FITOSANITARIO N° 2/2013 ALBICOCCO e PESCO: ingrossamento frutti-invaiatura Mal bianco (Oidium crataegi e Sphaerotheca pannosa): Sulle varietà che non sono prossime alla maturazione, si consiglia di effettuare un trattamento, a scopo cautelativo, con prodotti a base di zolfo (se le temperature non vanno al di sopra dei 30°C) o antioidici specifici quali Fenbuconazolo, Miclobutanil, Bupirimate, Tebuconazolo, Quinoxifen Piraclostrobin+Boscalid, Ciproconazolo, Penconazolo. Gli ultimi tre principi attivi sono efficaci anche nel controllo della Monilia (Monilia fructigena, M. laxa). Tignola orientale (Cydia molesta): I modelli previsionali presentano una percentuale di larve di 2a generazione intorno al 50%, considerando il panorama varietale peschicolo dell’area prevalentemente tardivo si consiglia di prestare particolare attenzione ai frutti, al superamento della soglia intervenire con Fosmet, Etofenprox, Spinosad, ecc. Peronospora (Plasmopara viticola): Secondo il modello previsionale relativo agli areali di Lavello e Venosa è ancora alto il rischio di infezioni primarie. Intervenire preventivamente in previsione di piogge, con rameici, metiram, propineb, mancozeb, fosetil-Al, dithianon o fluopicolide, fenamidone, famoxadone, pyraclostrobin. Dopo le piogge e con vegetazione non protetta, trattare con dimetomorf, iprovalicarb, mandipropamide, cimoxanil, benalaxil, benalaxil -M, metalaxil, metalaxil M, in miscela con prodotti di copertura. Tignoletta (Lobesia botrana): il monitoraggio dell’insetto attraverso le trap-test ha fatto rilevare su Lavello un incremento costante del numero di adulti catturati, mentre su Venosa le catture sono stabili e non mostrano alcuna variazione nell’andamento della curva dei voli. Laddove si preferisca intervenire subito si consiglia di trattare con prodotti ovicidi, altrimenti attendere che il picco delle catture decresca per posizionare un trattamento larvicida. OLIVO: Accrescimento frutti VITE da VINO: ingrossamento acini Oidio (Uncinula necator): nella zona di Lavello e Venosa, i modelli previsionali mostrano un basso rischio di infezioni primarie poiché le ascospore sono esaurite. Quindi si consiglia di non intervenire a meno che non si scelga una gestione della difesa di tipo preventivo con copertura regolare. In tal caso trattare preventivamente con zolfo, bupirimate, quinoxifen, spiroxamina, metrafenone, meptyl dinocap, pyraclostrobin, tryfloxistrobin fino alla fase di invaiatura. Occhio di pavone (Spilocea oleagina): attraversando gli oliveti sono evidenti i giallumi sulle foglie infettate dall’occhio di pavone, destinate a cadere. Valutare la presenza dei sintomi sulle foglie giovani e, al superamento della soglia, intervenire con i rameici o dodina nelle situazioni di maggiore defogliazione. I sali rameici risultano utili anche per le piante affette da rogna e da lebbra. Cecidomia suggiscorza dell’olivo (Resseliella oleisuga): segnalati disseccamenti di rametti e delle olivine nell’area lavellese. In presenza di un netto passaggio dal verde al secco sezionare longitudi- 2 nalmente il rametto e verificare la presenza del manicotti rosa (forme giovanili) sotto la corteccia. E’ questa la conferma della presenza dei fitofago. Si consiglia in tal caso di intervenire con rameici per indurire la vegetazione e curare eventuali lesioni utili all’ingresso del parassita. Si consiglierà in fase di potatura la bruciatura dei residui. ULTERIORI APPROFONDIMENTI A PAG. 4. Tignola (Prays oleae): Nelle aree altimetricamente più basse la 3a generazione ha già ovideposto e siamo nella parte discendente della curva. Pertanto il momento opportuno per intervenire è laddove si è superata la soglia di intervento e/o dove lo stesso risulta economicamente vantaggio- Adulto di Prays oleae e foro di penetrazione della larvetta so. Per la lotta alla generazione carpofaga è necessario utilizzare prodotti sistemici o citotropici in grado di raggiungere la giovane larva che si addentra all'interno dell'olivina pertanto i p.a. ammessi sono dimetoato, fosmet, e bacillus thuringiensis. Il trattamento con questi prodotti si rende necessario al superamento della soglia di intervento del 15% di drupe con presenza di un uovo, Osservare il calice dell’olivina, dove la tignola effettua l’ovideposizione, per individuare le eventuali ovature o i forellini di penetrazione. Tignola del pomodoro (Tuta absoluta): il monitoraggio delle trappole a feromoni evidenziano un incremento delle catture e in campo di pari passo è segnalata la presenza di mine su foglie, ma senza particolare dannosità. Alcuni prodotti impiegati nel controllo della nottua quali azadiractina, indoxacarb, spinosad, emamectina e metaflumizone possono risultare efficaci anche per il micro lepidottero. Nottua del pomodoro (Heliothis armigera): segnalati i primi danni sulle bacche pertanto intervenire in maniera tempestiva sulle giovani larve e nella breve fase ectofita del fitofago con Bacillus thuringiensis, azadiractina, alfacipermetrina, cipermetrina, dertametrina, ciflutrin, lambdacialotrina, zetacipermetrina, clorpirifos metile, spinosad, emamectina, metaflumizone, indoxacarb. Ragnetto rosso (Tetranychus urticae) : si sta ultimando la mietitrebbiatura dei cereali e il caldo insieme alla presenza di polvere nell’aria costituiscono una perfetta combinazione per lo sviluppo di focolai di ragnetto. Prestare molta attenzione e laddove si verifichino le prime presenze intervenire, altrimenti in via preventiva trattare il bordo del campo coltivato con Phitoseiulus persimilis, beauveria bassiana, exitiazox, etoxazone, fenazaquin, abamectina, fenpiroximate, tebufenpirad, clofentezine e bifenazate. POMODORO Fusariosi (Fusarium oxysporum f.s. lycopersici): segnalati limitati focolai nel Lavellese, specie in terreni stanchi, eliminare le piante infette e bruciarle. Individuato l’appezzamento applicare rotazioni ampie 3-5 anni prima di tornare con la solanacea. Caratteristiche ustioni provocate da ragnetto rosso su pomodoro (sopra) e fragola (di fianco). 3 NOTA TECNICA LA “SUGGISCORZA” DELL’OLIVO Da qualche anno, in varie aree italiane di coltivazione dell’olivo — tra cui l’area del Vulture e del Lavellese — è in aumento la segnalazione di danni causati dalla cecidomia o moscerino suggiscorza (Resseliella oleisuga), un piccolo dittero cecidomide le cui larve attaccano l’olivo ma anche altre specie tipiche della macchia mediterranea come la fillirea ed il frassino. camento della parte superiore del ramo. Sintomi dell’attività larvale della suggiscorza Adulto di suggiscorza I sintomi più evidenti della cecidomia sono i disseccamenti dei rametti infestati i cui frutti e foglie restano solitamente attaccati. Guardando con maggiore attenzione alla base dei rami secchi, la corteccia appare dapprima depressa e imbrunita, successivamente dissecca, si distacca e si fessura. Sollevando la corteccia imbrunita è facile osservare le larvette, apode e di colore rosato. Larve di suggiscorza Il danno è causato dalle larve della cecidomia che si sviluppano sotto la corteccia, localizzandosi in preferenza all’ascella o a livello dei nodi dei rametti con un diametro non superiore al mezzo centimetro, dove la femmina depone le uova in screpolature o piccole ferite. Le larve si alimentano dei tessuti sottocorticali interrompendo il flusso linfatico ascendente e provocando il dissec- Nelle nostre aree R. oleisuga può dare fino a cinque generazioni all’anno che si accavallano, con forme attive da aprile a tutto ottobre. Sebbene la presenza della cecidomia sia comune, in oliveti trattati con insetticidi contro la tignola o contro la mosca delle olive difficilmente il livello di infestazione arriva a causare danni economici. E’ probabile che la riduzione dell’uso degli insetticidi o la loro eliminazione nel controllo biologico dei principali fitofagi dell’olivo possa aver contribuito all’aumento della dannosità di questo dittero. Tra i fattori predisponenti all’attacco sono da citare tutte le cause che, più o meno direttamente, aprono lesioni corticali (grandinate, gelate, tagli frequenti in prossimità delle biforcazioni dei rami) e l’eccessivo affastellamento della chioma. La primavera piovosa favorisce lo sfarfallamento delle pupe svernanti e lo sviluppo delle larve. Il momento della raccolta consente di osservare da vicino la vegetazione ed accertare la presenza della cecidomia ed il grado di infestazione. Se l’attacco è esteso nell’oliveto, più che intervenire chimicamente contro le larve, difficilmente raggiungibili dagli insetticidi, sarà utile la rimozione dei rami colpiti e la loro bruciatura. A fine inverno un’aratura poco profonda, rivoltando il terreno, interrerà le pupe riducendo lo sfarfallamento degli adulti che daranno vita alla prima generazione. Dove si attua la non lavorazione del terreno è possibile distribuire alla base delle piante un geodisinfestante o calciocianamide, attivo sulle pupe. A cura del Dott. Arturo Caponero 4