FELICITÀ: realtà dai molti volti Dr.ssa Monica Mengali Centro Camilliano di formazione 6 maggio 2015 Perché parlare di felicità? Per due semplici ragioni: -essere felice è l’aspirazione di ogni essere umano; -in certi momenti difficili della vita, la felicità può apparire irraggiungibile, diventando così ancor più desiderata. DEFINIZIONI DEL DIZIONARIO Stato di chi è felice, di chi ritiene soddisfatto ogni suo desiderio; gioia, soddisfazione completa… 2. ciò che rende felice: augurare ogni felicità; è una felicità vederla… 3. abilità particolare: pittura lieve e affascinante per la felicità di tocco… Le definizioni in psicologia • Felicità come stato d’animo, come emozione di durata breve (“felicità esperienziale”). • Felicità come livello di soddisfazione nei diversi ambiti esistenziali, qualità di vita percepita (“felicità valutativa”). Punti di vista… Ciò che ciascuno intende per felicità dipende dal sistema di valori di riferimento, dalla cultura di appartenenza, dalle esperienze, dalle aspettative e dai significati attribuiti agli eventi. Il tema “felicità” è trattato da molteplici discipline: filosofia, religione, letteratura, psicologia, economia, sociologia, pedagogia e recentemente dalla genetica. IL DIRITTO ALLA FELICITA’ Il concetto di felicità è un valore esplicitamente sancito in alcune Costituzioni e nella Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti. Nella Costituzione italiana il “pieno sviluppo della persona umana” è valore sancito dall'art. 3 e può essere considerato come presupposto fondamentale per un’esistenza felice. I FILOSOFI, CHE DICONO? La felicità platonica, intesa come astrazione dalla realtà e contemplazione del mondo delle Idee, si contrappone alla felicità aristotelica che si realizza nel rapporto col prossimo e nella partecipazione del cittadino alla vita della polis. Epicuro (341 – 271 a.C.) definisce la felicità come il “non avere dolore nel corpo né turbamento nell’anima”, ovvero come imperturbabilità nei confronti di ciò che può turbare lo spirito dell’uomo: la paura degli dèi, la paura della morte, il confidare nel futuro . n questa concezione di felicità come assenza di turbamento (che accomuna tra loro pensatori come Epicuro, Seneca, Schopenhauer, la ragione, e quindi la filosofia, svolge un ruolo Ma una tale concezione della felicità, che possiamo definire passiva, in quanto si basa sull’assenza di turbamenti e non sulla presenza di reali motivi di felicità, ci può davvero bastare Secondo Arthur Schopenhauer questo ci deve bastare, poiché la felicità non esiste e il massimo che possiamo ottenere dalla vita è un’esistenza priva di mali, una tranquilla serenità c Poi viene l’esperienza e ci insegna che la felicità e i piaceri sono soltanto chimere che un’illusione ci mostra in lontananza, mentre la sofferenza e il dolore sono reali e si annunciano Secondo Arthur Schopenhauer, la felicità non esiste e il massimo che possiamo ottenere dalla vita è un’esistenza priva di mali, una tranquilla serenità che trova la sua realizzazione in una vita priva di dolore e di sofferenze Nella Gaia scienza Friedrich Nietzsche sottolinea come l’uomo necessiti di grandi dolori per potersi elevare, in modo speculare, a grandi picchi di felicità : Il dolore è strettamente necessario al raggiungimento della felicità. LA FELICITA’ IN LETTERATURA Ne “Il sabato del villaggio”, Giacomo Leopardi esprime la propria particolare concezione della felicità. E’ l’attesa del sospirato giorno di festa (coi preparativi annessi) a rendere felici le persone del villaggio. La felicità sta quindi nell’attesa degli eventi desiderati , più che nel vivere gli eventi stessi. FELICITA’ RAGGIUNTA, SI CAMMINA (Ossi di seppia di E. Montale) Felicità raggiunta, si cammina per te su fil di lama. Agli occhi sei barlume che vacilla, al piede, teso ghiaccio che s’incrina; e dunque non ti tocchi chi più t’ama. Se giungi sulle anime invase di tristezza e le schiari, il tuo mattino è dolce e turbatore come i nidi delle cimase. Ma nulla paga il pianto del bambino a cui fugge il pallone tra le case. Il romanzo è ambientato in una baraccopoli di Calcutta, dove le persone vivono in condizioni di estrema povertà e , spesso, di malattia (lebbra). Ma ciò che caratterizza tali persone è una profonda serenità interiore, completamente slegata dalle condizioni materiali di vita. RELIGIONI E FELICITA’ Nel buddismo di Nichiren Daishonin, la nostra felicità non dipende da qualcun altro. Quel tipo di felicità duratura, che può essere il fondamento della nostra vita, non è dipendente da cause esterne, ma può scaturire solo dall’interno. La felicità non è assenza di problemi; anzi, le sfide della vita sono sempre edificanti. Il decalogo della felicità di Jorge Mario Bergoglio è stato ripreso da tutti i principali siti e giornali stranieri, colpiti e affascinati dalla semplicità e al contempo dalla profondità dei suggerimenti offerti dal Pontefice. Tra i segreti della felicità, Papa Francesco cita: • Donarsi agli altri • Preservare il tempo libero • Trascorrere la domenica in famiglia • Prendersi cura della natura • Dimenticare in fretta le cose negative LA PSICOLOGIA DELLA FELICITA’ Negli anni 90, nasce la psicologia positiva o psicologia della felicità. Il suo fondatore, Martin Seligman, elabora la “formula della felicità”: H= S + C +V H = Happiness, cioè il livello permanente di felicità. S = Set range, cioè la felicità costituzionale, la “quota fissa”. Questo elemento pesa per circa il 50% sul nostro livello complessivo di felicità. C = circostanze della vita. Secondo Seligman, incidono intorno al 10% sul nostro livello complessivo di felicità. Fattori che sono collegati alla felicità: vivere in un paese ricco e democratico, il matrimonio, avere una ricca rete di rapporti sociali, la fede religiosa, ecc. V = fattori che sono sotto il nostro controllo. Essi principalmente sono: •la nostra valutazione del passato, che è influenzata dalla capacità di provare gratitudine e di perdonare. •Il nostro ottimismo davanti al futuro, che dipende dal nostro stile attribuzionale. •la nostra felicità nel presente che dipende dai piaceri e dalle gratificazioni. Seligman sostiene che, per aumentare il nostro livello di felicità ( in quel 40% su cui possiamo influire) dobbiamo: 1, 2, 3, 4, 5 Fare la pace con il nostro passato, se ci provoca ancora dolore e insoddisfazione. Diventare più ottimisti, modificando il nostro stile attribuzionale . Godere dei piaceri della vita, evitando l’assuefazione. Svolgere attività e inserirci in relazioni e contesti per noi gratificanti, dove possiamo mettere a frutto le nostre potenzialità (es. lavoro, rapporti affettivi, rapporto coi figli). Utilizzare le nostre potenzialità al servizio di qualcosa che riteniamo essere più grande di noi (es. una religione, la famiglia, un partito politico, volontariato). ECONOMIA E FELICITA’ La limitatezza e l’aridità di una definizione del livello di sviluppo delle nazioni basata esclusivamente sulla considerazione del loro prodotto interno lordo sembra imporsi all’attenzione di una parte della comunità degli economisti e dei sociologi, riportando in primo piano l’importanza di valori come l’altruismo e le buone relazioni umane, perché le persone possano essere felici e vivere in una società felice. Nel suo saggio “Economia della felicità ” il giornalista Luca De Biase, sostiene che per troppo tempo gli uomini hanno pensato che la felicità dipendesse dal livello dei consumi e, per assicurarsene una fetta sempre maggiore, hanno dedicato al lavoro una quota sempre più alta del loro tempo. Così facendo hanno però finito col sacrificare le relazioni umane che costituiscono invece il principale generatore di felicità. I SOLDI FANNO LA FELICITA’? Gli studi al riguardo hanno evidenziato due cose: -gli aumenti di reddito e di tenore di vita producono variazioni di benessere solo nel breve periodo ( tendenza all’adattamento); - ciò che contribuisce alla nostra felicità non è tanto la ricchezza assoluta, quanto quella relativa (siamo felici solo se guadagniamo più degli altri). (Kahneman et al., in “Science” 312, 2006) IL GENE DELLA FELICITA’ Una nuova ricerca ha identificato, per la prima volta, il gene responsabile della felicità femminile. Lo stesso gene non esiste negli uomini. Gli scienziati della South Florida University hanno identificato il legame fra uno specifico gene, denominato monoamine assidasi A (MAOA), con le reazioni del cervello alla dopamina ed alla serotonina, sostanze chimiche connesse con gli stati d'animo positivi, come l'allegria, la serenità e la felicità. La ricerca è pubblicata sulla rivista “Progress in Neuropsychopharmacology and biological psychiatry” di agosto 2012. «Una bassa espressione del gene MAOA è correlata con stati d'animo sereni, una alta espressione invece è connessa con stati negativi come l'alcolismo, i comportamenti aggressivi e antisociali,» spiega Henian Chen, a capo dell'indagine al dipartimento di epidemiologia e biostatistica dell'università americana. LA FELICITA’ COME MATERIA SCOLASTICA Nelle scuole di alcuni paesi del mondo si sta facendo strada un nuovo metodo didattico. È la cosiddetta Educazione Positiva, un approccio formativo psicologico basato sulla felicità ed il benessere degli studenti. In Australia il liceo Geelong ha sviluppato un intero programma di insegnamento per promuovere il benessere degli studenti ed aiutarli a vincere la depressione. Al liceo Lerchenfeld di Amburgo, così come in un centinaio di scuole tedesche, è entrata una nuova materia: la Felicità. I professori insegnano esercizi , per far sviluppare nei loro studenti senso di appartenenza alla comunità, autostima, e consapevolezza delle proprie capacità. Sull’Himalaya, il Regno del Bhutan è stato il primo a sostituire l’acronicmo PIL (Prodotto Interno Lordo) con FIL (Felicità Interna Lorda). Così in classe accanto ai libri di testo sono entrati meditazione, preghiere e… Felicità “Fu in quel momento che cominciai a pensare a Thomas Jefferson e alla dichiarazione d’indipendenza, quando parla del diritto che abbiamo alla vita, alla libertà e ricerca della felicità, e ricordo di aver pensato come sapeva di dover usare la parola ricerca…” dal film “La ricerca della felicità”(2006) RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI Cloza G. , 2013, Felicità in questo mondo, Istituto buddista italiano Soka Gakkai, Firenze De Biase L. , 2007, Economia della felicità, Feltrinelli editore Giusti E. , Perfetti E. , 2004 Ricerche sulla felicità, Sovera editore Goldwurm G. F. , Colombo F. (a cura di), 2010, PSICOLOGIA POSITIVA. Applicazioni per il benessere, Erickson, Trento. Seligman M.E.P. 2003 La costruzione della felicità, Sperling & Kupfer.