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IL CLIMA E LE SUE VARIAZIONI
Si parla di variazioni del clima quando i fenomeni coinvolti si dispiegano su intervalli di tempo di mesi, anni,
decenni, centinaia o migliaia di anni.
Da che cosa sono determinate le variazioni del clima? Vediamo le cause principali:
1. Dal moto della Terra rispetto al Sole, cioè
della quantità di radiazione solare che investe
il pianeta1: la rotazione attorno al suo asse
(giorno e notte); la rivoluzione attorno al Sole
(le stagioni); la nutazione dell’asse terrestre,
con la quale l’asse descrive un cono con vertice nel centro della Terra (variazioni nelle
stagioni) (vedi fig.1).
2. Meccanismi geologici: le dinamiche delle
acque oceaniche e delle masse ghiacciate
(calotte polari, grandi ghiacciai montani), la
deriva dei continenti, l’orogenesi.
FIG. 1
Vista dall’alto
Vista di lato
Oggi: Perielio durante l’inverno boreale.
(Polo nord inclinato sul lato distante dal sole = inverno boreale)
P
Nell’emisfero nord si attenua la stagionalità.
5.500 anni fa: Perielio durante la primavera boreale.
P
Nell’emisfero nord si ha una stagionalità moderata.
11.000 anni fa: perielio durante l’estate boreale.
(Polo nord inclinato sul lato vicino al sole = estate boreale)
Nell’emisfero nord aumenta la stagionalità.
Posizione della terra il 21 dicembre
Sole
Perielio
3. I feedback tra i diversi fattori del clima. Un esempio: il feedback “ghiaccio - albedo”. Se aumenta la coltre di ghiaccio aumenterà l’albedo, cioè il potere riflettente di una data area della Terra; allora, la minor
energia (minor calore) assorbita da quell’area provocherà un ulteriore aumento del ghiaccio.
4. Le alterazioni chimiche e fisiche quali, ad esempio, l’aumento degli aerosol dovuto a eruzioni vulcaniche.
1
Questa quantità dipende anche dall’attività solare, si pensi ad esempio alle “macchie solari”, che varia nel corso del tempo.
La scienza del clima ha individuato nelle dinamiche delle acque oceaniche e della loro salinità e nel bilancio delle masse ghiacciate che ricoprono la Terra, le due componenti fondamentali del clima.
Un esempio sull’importanza di questi due fattori del clima: il Dryas recente, una “piccola” glaciazione durata poco più di mille anni, iniziata 12 mila e 800 anni fa e in diretta relazione con la Corrente del Golfo.
La Corrente del Golfo è un nastro trasportatore
di acque calde ad alta densità salina verso il Cir- FIG. 2
colo Polare Artico. La densità salina aumenta
perché le correnti cedono calore anche all’atmosfera fino a quando, all’altezza della Groenlandia, l’acqua divenuta fredda e pesante
affonda. Da qui ritorna verso Sud lungo il fondo
oceanico lasciando un vuoto che richiama altre
masse d’acqua calda dalle latitudini tropicali
(vedi fig.2).
All’inizio del Dryas recente, l’aumento della temperatura dovuto all’uscita da un’era glaciale
causò lo scioglimento di una grande massa di
ghiacci canadesi. Queste acque dolci furono portate dal fiume San Lorenzo nell’Atlantico settentrionale. Il
flusso di una maggiore quantità di acqua dolce verso quella zona dell'Atlantico ridusse la salinità del mare
e quindi la densità delle acque superficiali impedendone l'affondamento.
Il “nastro trasportatore” si bloccò e l'Europa ripiombò rapidamente in una nuova era glaciale che durò circa
1000 anni.
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GLI SCENARI DELL’IPCC
Ma l’atmosfera non gioca nessun importante ruolo nelle variazioni climatiche? Gli scenari proposti dall’IPCC, assegnano per la prima volta all’atmosfera un ruolo fondamentale nella genesi delle variazioni climatiche, a causa
della presenza in essa di gas “climalteranti”.
Cos’è l’IPCC
L’IPCC (Intergovernamental Panel on Climate Change) è il “tavolo” costituito dal 1988 in seno alle Nazioni Unite
con i tecnici nominati dai governi dei Paesi aderenti all’Onu. Questo organismo ha portato dalla Convenzione di
New York del 1992 al Protocollo di Kyoto (1997), che è entrato in vigore il 16 febbraio 2005. Gli Stati Uniti sono gli
unici a non aver ratificato il Protocollo. L’IPCC e Al Gore sono stati insigniti del Premio Nobel per la Pace nel 2007.
Quali sono gli obiettivi del Protocollo?
Solo per i Paesi sviluppati (gruppo I): entro il 2012 riduzione del 5% rispetto al livello 1990 delle emissioni di
gas climalteranti. Per ottenere una stabilizzazione globale della concentrazione di CO2 in atmosfera intorno
al livello del 2000 (370 ppm).
I GAS “CLIMALTERANTI” E L’EFFETTO “SERRA”
FIG. 3
L’energia solare arriva sulla terra sotto forma di radiazione e.m. (elettromagnetica);
essa riesce ad attraversare l’atmosfera e a diffondersi sul Pianeta. Il calore emesso
dalla Terra sotto forma di raggi infrarossi, sempre radiazione e.m., viene invece
“intrappolato” dall’anidride carbonica CO2, dal metano, dai clorofluorocarburi CFC,
dall’ozono e dal protossido di Azoto.
Questi gas trattengono il calore e producono pertanto un effetto di riscaldamento
analogo a quello ben noto delle serre: da qui il nome di gas “serra” (fig. 3). Anche
il vapor acqueo causa l’effetto “serra”; ma la quantità di vapor acqueo prodotta
dalle attività umane è poco significativa rispetto a quella presente naturalmente. FIG. 4
Il gas “serra” maggioritario è l’anidride carbonica, la CO2. L’insieme dei gas “serra”
è responsabile dei mutamenti climatici: sono gas climalteranti.
Torniamo agli scenari dell’IPCC. Essi correlano gli incrementi di concentrazione
in atmosfera della CO2, l’anidride carbonica, e degli altri gas “serra” con gli incrementi di temperatura (vedi fig. 4). Poiché poi la CO2 è dovuta alla combustione dei
fossili, gli studi dell’IPCC correlano le immissioni in atmosfera di CO2 con l’evoluzione nel tempo dei consumi energetici (fig. 5).
Questo comporta allora di indagare più a fondo il legame Energia/Cambiamenti
climatici (vedi il pannello “IL PIANETA ENERGIA”).
Le correlazioni vengono effettuate assegnando delle probabilità ai diversi scenari
nel loro sviluppo temporale: le curve a sinistra nella fig. 4. Sempre facendo riferi- FIG. 5
mento a tale figura l’accentuarsi del colore da giallo a rosso a violetto indica incrementi sempre più elevati di temperatura.
Gli studi dell’IPCC individuano nelle attività umane la causa principale del riscaldamento del Pianeta - il global warming - , ma questo punto, la cosiddetta causa
“antropica”, è stata a lungo contestata, all’interno dello stesso IPCC, soprattutto dai
tecnici Statunitensi.
Nel giugno 2005, nell’appello rivolto dalle Accademie nazionali delle Scienze dei
Paesi del G8 (Stati Uniti, Inghilterra, Francia, Germania, Italia, Canada, Giappone
e Russia) e di Brasile, Cina e India alla riunione del G8 a Gleneagles (luglio 2005)
gli scienziati affermano: “È realistico ritenere che la gran parte del riscaldamento nelle recenti decadi sia da attribuire
alle attività umane… La comprensione scientifica dei mutamenti climatici è ora sufficientemente chiara per motivare
i Paesi a intraprendere azioni immediate (prompt actions)…”2.
Probabilità relativa Probabilità relativa Probabilità relativa
METANO
OZONO
CFC
ANIDRIDE
OSSIDI
CARBONICA
DI AZOTO
18% 13% 7%
56%
6%
Consumo di energia primaria (Gtep), Emissioni (GtC)
Cambiamento medio globale della temperatura terrestre
2
L’intero testo è reperibile in internet sul sito della Royal Society: www.royalsoc.ac.uk
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LE CONSEGUENZE DEL
“GLOBAL WARMING”
Il riscaldamento globale ha già iniziato a rendere più estremi gli eventi atmosferici. Le conseguenze fino ad oggi
sono state:
• Intensificarsi di alluvioni e uragani. Nel 2005 record degli uragani negli Usa. A New Orleans, l’uragano Katrina.
• Estendersi delle aree di siccità.
• Infittirsi dei massimi della temperatura negli ultimi 20 anni e spostamento verso Nord delle isoterme (la “tropicalizzazione” del clima).
• Scioglimento dei ghiacciai alpini e della calotta artica. Secondo la Rivista Science (nov.2005): i ghiacci artici si stanno
fondendo a un ritmo doppio (220 km3 all’anno) del decennio precedente. Alcune immagini sono più eloquenti dei dati.
Queste immagini sono state riprese dal documentario di Al Gore “An Inconvenient Truth”, premiato con l’Oscar 2007.
Le foto mostrano le conseguenze dello scioglimento dei ghiacciai
artici e dei ghiacciai dei grandi sistemi montuosi del Quaternario. E
sale il livello degli oceani, come mostrano le curve del grafico di fig.
6: i “punti” neri sono le stime di previsione, ottimistiche rispetto ai
dati (punti bianchi).
Apporto cumulativo all’aumento del livello dei mari (, ∑mm)
Nel settembre 2006 l’ESA, l’Agenzia spaziale europea, nel diffondere le
immagini satellitari (vedi foto a destra) che rivelano una frattura nella calotta polare artica dalle Svalbard (o Spitzberg) fino al Polo Nord, afferma:
“…una nave… avrebbe potuto salire senza difficoltà fino al Polo nord partendo dall'arcipelago dello Spitzberg o dal nord della Siberia”.
FIG. 6
Apporto delle masse ghiacciate all’aumento
del livello dei mari
Gennaio 2005
Precedente
Media 0,42 mm/anno
Media 0,25 mm/anno
Apporto della fusione della calotta polare e dei ghiacciai montani all’aumento del livello dei
mari: vecchia stima del 1998 (curva inferiore) e stima aggiornata al 2003 (curva superiore)
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IL NUOVO PARADIGMA:
ABRUPT CLIMATE CHANGE
Prima degli anni ’90 il punto di vista dominante sull’evoluzione del clima enfatizzava le lente, graduali oscillazioni
delle ere glaciali. Anche gli scenari dell’IPCC, con le loro stime sui tempi lunghi, possono ingenerare l’illusione di
un evoluzione lineare del clima e di mutamenti graduali.
NON È COSÌ
FIG. 7
Temperatura nella Groenlandia centrale
Temperatura (°C)
Nel 2002 il National Research Council (NRC) dell’Accademia
Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti, pubblica un libro sui
bruschi cambiamenti climatici: “Abrupt Climate Change. Inevitable surprises”. In quel testo viene riportata una grande quantità di dati sul paleoclima, acquisiti negli anni ’90 (Broecker
1995, 1997), che mostrano che bruschi cambiamenti del clima
hanno interessato ripetutamente gli emisferi e l’intero globo.
Tempo (migliaia di anni prima di oggi)
Questi repentini cambiamenti climatici del passato, che non
hanno ancora avuto una spiegazione completa, possono essere
intuiti dall’esame di fig. 7.
UN MODELLO “SEMPLICE”
Eventi come escursioni di 16°C e raddoppio delle precipitazioni in una decade o in un solo anno si sono ripetuti all’inizio
e alla fine dell’ultima era glaciale (Alley e Clark 1999, Lang 1999), con importanti variazioni del clima nella maggior
parte del globo. Quali i meccanismi dietro una brusca variazione del clima?
È l’atmosfera che “cuce” insieme le due componenti fondamentali del clima: oceani e masse ghiacciate. È quindi l’atmosfera che può modificare rapidamente quelle componenti, “lente”, per dare inizio all’evento.
Pensiamo poi a un’evoluzione dei fenomeni più realistica e quindi non lineare, per la quale, in risposta a variazioni
graduali di una sollecitazione esterna, il sistema ammetta invece una discontinuità nel suo comportamento, “un
effetto soglia”.
Il riscaldamento globale dell’atmosfera può rappresentare la sollecitazione per un ‘abrupt climate change’. Nel testo della NRC si suggerisce questo modello “semplice”.
La freccia rossa è l’azione forzante dovuta al riscaldamento globale.
La pallina è il clima. Finché l’azione forzante si mantiene entro una
certa intensità, la pallina oscilla in fondo alla “buca”: il clima è in
equilibrio, attorno a una posizione stabile. Quando però l’azione forzante ha intensità sufficiente a fargli raggiungere il “picco” tra le due
buche, il clima non è più in equilibrio, è diventato instabile (un’ulteriore piccola spinta può farlo cadere nell’altra buca).
Il passaggio dalla stabilità all’instabilità è repentino. Non dipende linearmente dal tempo, ma dal raggiungimento di una soglia. Al di là di essa l’equilibrio si rompe: il clima cambia bruscamente.
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IL PIANETA ENERGIA
Dall’evoluzione delle diverse fonti primarie nel
corso del xx secolo, rappresentata in fig. 8, si vede
che fino al 1960 il mondo funzionava preminentemente con carbone e legna. A partire dal 1960 cresce l’importanza del gas naturale e soprattutto del
petrolio: inizia l’era del petrolio. E delle guerre per
il petrolio.
FIG. 8
Energia primaria per fonte nel XX secolo (valori percentuali)
In fig. 9 sono rappresentate le quote delle diverse
fonti primarie d’energia concorrenti a coprire il fabbisogno energetico del Pianeta: Petrolio, Carbone,
Gas naturale, Biomasse combustibili e Rifiuti, Idroelettricità e Nucleare.
LO SQUILIBRIO NELLA
DISTRIBUZIONE DELLE RISORSE
(Fonte: Elaborazioni ENEA su dati IEA e IIASA-WEC)
Quote di fonti primarie di energia nel 1973 e nel 2005*
FIG. 9
1973
Biomasse e rifiuti 10,6%
2005
Carbone 24,4%
Idroelettrico 1,8%
Dal 1960 a oggi il fabbisogno mondiale di fonti primarie di energia è aumentato di circa tre volte e mezzo,
l’81% del fabbisogno è coperto da fonti fossili.
Nel periodo dal 1960 al 1980 un quarto della popolazione della Terra consumava i tre quarti dell’energia
annualmente disponibile.
Ancora oggi un sesto della popolazione mondiale (i
Paesi OCSE) consuma energia tanto quanto gli altri
cinque sesti (vedi fig.10).
Gas naturale 16,0%
È diverso l’andamento per i Paesi tecnologicamente
più avanzati (OCSE - Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico)? Purtroppo no: dal
75,6% al 69,4%.
Come spiegare il dato?
i) forte espansione del settore trasporti su gomma e
del settore termoelettrico (due grandi settori di impiego di energia dove però i rendimenti medi sono
inferiori al 40%);
ii) scarso impegno nel migliorare tecnologie più che
mature.
Carbone 25,3%
Gas naturale 20,7%
Petrolio 35,0%
Petrolio 46,2%
* Esclusi gli scambi commerciali di elettricità e calore
FIG. 10
** Altro: include fonti geotermiche, solare, eolico, ecc.
Quote regionali di fabbisogno di fonti primarie nel 1973 e nel 2005*
2005
1973
America Latina 3,7%
Se si assume come indice approssimativo dell’efficienza energetica su scala globale il rapporto tra i
consumi finali di fig. 11 e il fabbisogno di fonti primarie di fig.10, i dati mostrano che nel periodo 1973 2005 questo rapporto è peggiorato di circa 7 punti,
dal 76,6% al 69,9%.
Altro** 0,5%
Nucleare 6,3%
Nucleare 0,9%
Asia** 5,6%
L’EFFICIENZA È PEGGIORATA
Biomasse e rifiuti 10,0%
Idroelettrico 2,2%
Altro** 0,1%
Africa 5,3% Giacimenti marini 1,5%
Africa 3,5%
Giacimenti marini 1,9%
Cina 7,1%
America Latina 4,4%
Asia** 11,2
Paesi Europei
non OCSE 1,6%
Paesi OCSE 61,3%
URSS 14,2%
Cina 15,2%
Paesi OCSE 48,5%
Medio Oriente 1,1%
Paesi Europei non OCSE 0,9%
Ex URSS 8,6%
11.435 Mtet
6.128 Mtet
* Esclusi scambi commerciali di elettricità e di calore
FIG. 11
Medio Oriente 4,4%
** Asia esclusa la Cina
Quote regionali di consumo di energia nel 1973 e nel 2005*
2005
1973
America Latina 3,7%
Asia** 6,4%
Africa 5,6% Giacimenti marini 2,2%
Africa 4,1%
Giacimenti marini 2,5%
Cina 7,9%
America Latina 5,0%
Asia** 11,3
Paesi Europei
non OCSE 1,5%
Paesi OCSE 60,5%
URSS 12,5%
Cina 14,2%
Paesi OCSE 48,7%
Medio Oriente 0,9%
Paesi Europei non OCSE 0,9%
Ex URSS 7,9%
7.912Mtet
4.700 Mtet
* Esclusi scambi commerciali di elettricità e di calore
Medio Oriente 4,2%
** Asia esclusa la Cina
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LA CO2 AUMENTA
Nel 2005 l’80% delle fonti energetiche primarie
che alimentano il sistema energetico mondiale
è costituito da fonti fossili: petrolio, carbone,
gas naturale.
Negli ultimi trenta anni le emissioni sono passate da circa 15.661 Mton (1973) a oltre 27.136
Mton (2005) con un incremento del 73%. La
concentrazione di CO2 ha raggiunto un livello
superiore del 30% a quello del 1900: la maggior
parte di questo incremento - il 20% - si è avuta
negli ultimi 50 anni, vedi fig. 12.
Concentrazione dell’anidride carbonica nell’atmosfera
Osservatorio del Mauna Loa, Haway
Concentrazione di anidride carbonica (PPM)
FIG. 12
Anno
CHE FARE?
Come far fronte agli effetti dell’aumento della CO2 e degli altri gas “serra”?
Il “risparmio energetico” è la via più efficace e rapida per contrastare la CO2, come ci ricorda l’appello3 che
la comunità scientifica mondiale ha rivolto al G8 di S. Pietroburgo (luglio 2006). Esso si basa su tecnologie
provate che necessitano solo di miglioramenti. E consente risultati quantitativi rilevanti nei tempi necessari
per far decollare le fonti energetiche rinnovabili al livello di importanza determinante.
L’Unione Europea si è data nel marzo del 2007 l’obiettivo dei tre 20% entro il 2020: riduzione del 20% delle
emissioni di CO2; risparmio energetico del 20%; fonti rinnovabili per coprire il 20% dell’intero fabbisogno
energetico.
Abbiamo una rivoluzione energetica da compiere. Le maggiori responsabilità le hanno i governi. Ai cittadini
e a ognuno di noi è richiesto un grande salto culturale nelle abitudini di consumo e negli stili di vita.
La transizione da produzione e consumo dominati da un modello di energia fortemente concentrata, ad alta
“densità”, verso un sistema energetico decentrato, fonti distribuite nel territorio richiede più conoscenza per
un uso intelligente delle risorse. Dalla quantità alla qualità.
La sostenibilità e la sicurezza per l’energia richiederanno molte vigorose azioni a livello nazionale e un’intensa
cooperazione internazionale. Queste azioni e questi passi da fare insieme dovranno necessariamente essere
basati sul più ampio supporto pubblico, soprattutto nell’esplorare le strade per aumentare l’efficienza nell’uso
dell’energia.
3
Dall’appello delle Accademie nazionali delle Scienze dei Paesi del G8 e di Brasile, Cina, India e Sud Africa, 14 giugno 2006.
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LE FONTI RINNOVABILI
Poiché il riscaldamento globale è in gran parte causato dalle fonti di energia fossili che emettono anidride carbonica,
è fondamentale cercare di ottenere energia da fonti che non alterino il clima e possibilmente non si esauriscano.
Alcune delle “fonti rinnovabili” sono tra le prime forme di energia utilizzate dall’uomo, basti pensare all’acqua o al vento
che muovevano le pale dei mulini. Altre fonti, come il sole, per essere sfruttate richiedono tecnologie semplici, come
il pannello solare per scaldare l’acqua, o all’avanguardia, come le celle fotovoltaiche
ENERGIA SOLARE
L’energia irradiata dal sole può essere sfruttata principalmente in due modi: per riscaldare l’acqua o per produrre
energia elettrica. Nel primo caso si parla di solare termico e si usano pannelli che utilizzano i raggi del sole per riscaldare direttamente l’acqua o un altro liquido.
I raggi del sole possono essere concentrati da uno specchio su una “caldaia” fino a portare il fluido in essa contenuto
a una temperatura così elevata che, con uno scambiatore di calore e altri dispositivi, attivi la conversione di energia
termica di alta qualità – il vapore acqueo – in energia elettrica (solare termodinamico). L’energia elettrica dal sole è
invece prodotta dai pannelli fotovoltaici costituiti da celle che una volta colpiti dai raggi solari trasformano direttamente
la radiazione e.m. in corrente elettrica.
ENERGIA EOLICA
Nelle aree dove il vento soffia in modo
abbastanza costante e a una velocità di
almeno 4 m/s si possono installare turbine eoliche. Le pale che trasmettono il
movimento del vento a un generatore
elettrico in modo da produrre energia.
la capacità degli impianti eolici al livello
mondiale ha raggiunto i 74.153 MW nel 2006, quasi 15.000 in più che nel 2005. Sempre nel 2006 nell’Unione Europea
si sono prodotti 48.000 MW e in Italia 2.123 MW.
ENERGIA IDROELETTRICA
Nel suo percorso verso valle, l’acqua dei fiumi possiede un’enorme energia potenziale che può essere trasformata in
energia elettrica grazie a turbine e generatori. L’energia idroelettrica può essere ottenuta in vari modi, ad esempio con
la costruzione di dighe che raccolgono l’acqua in un bacino e permettono di regolarne e utilizzarne il flusso oppure
con il “piccolo idroelettrico” in cui è il regolare fluire del fiume a muovere le turbine. Nel mondo 2.994 miliardi di kWh
sono stati prodotti nel 2005 dalla fonte idroelettrica, a fronte dei 2.768 miliardi di kWh prodotti dalle centrali nucleari.
BIOMASSE
Per biomasse si intendono tutti quei materiali organici, di scarto o vergini, che possono essere utilizzati per produrre
calore e quindi energia. Ad esempio gli scarti agricoli o di falegnameria, i residui degli allevamenti oppure combustibili derivati dalla raffinazione di un prodotto agricolo come l’olio di colza (il biodiesel) o l’etanolo prodotto dalla canna
da zucchero.
GEOTERMIA
Gli impianti geotermici sfruttano il calore immagazzinato negli strati più interni del sottosuolo. Essenzialmente il sistema è quello di utilizzare il vapore che fuoriesce per alimentare turbine elettriche o impianti di riscaldamento.
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ENERGIA DAL SOLE
SOLARE TERMICO
Quelli per il solare termico sono gli impianti più diffusi sui tetti degli edifici italiani. Essi utilizzano la radiazione
solare per riscaldare acqua, per usi sanitari e per il riscaldamento degli ambienti, attraverso un collettore (pannello) solare. La tecnologia è matura e affidabile, con impianti che hanno una vita media di 25 anni e tempi di
ritorno dell'investimento che possono essere molto brevi.
Una famiglia di 4 persone che utilizzi 50 litri di acqua calda a persona al giorno, integrando la caldaia convenzionale con un impianto solare (impianto tipo di 5 m2 di pannelli e serbatoio di 300 litri), può ammortizzare l'investimento necessario di circa 5.000 Euro, in 6 anni.
In Italia sono stati installati, al 2006, 855.230 m2 di pannelli solari termici, meno di un decimo di quelli installati
in Germania e assai meno, in rapporto al numero degli abitanti, dei 3.287.000 m2 della Grecia.
SOLARE FOTOVOLTAICO
Il solare fotovoltaico è la tecnologia che converte direttamente la radiazione solare in energia elettrica. I pannelli sono composti da unità di base, le celle fotovoltaiche, che praticamente si comportano come delle minuscole batterie: in seguito all’irraggiamento solare producono corrente elettrica continua, che viene trasformata
in corrente alternata dall’inverter.
Il materiale usato per le celle fotovoltaiche commerciali è il silicio e poiché si richiede una sua certa purezza,
i prezzi sono tuttora elevati, sebbene in costante diminuzione. La durata media di un impianto è di circa 2530 anni.
In Italia (anno 2006) la potenza fotovoltaica installata risulta di circa 58 MWp, rispetto ai 3063 MWp della Germania. Il costo di un impianto per usi residenziali di 2-3 kWp è pari a 10.000-15.000 Euro (compreso montaggio e inverter).
Per promuovere le fonti rinnovabili è stato avviato un sistema di incentivi che nel caso del solare termico riconosce una detrazione fiscale a chi installa un impianto mentre per il solare fotovoltaico è possibile con il
nuovo Conto Energia (DM 19/2/2007) non pagare i propri consumi e rivendere l’energia prodotta per una
quota pari ai propri consumi.
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10 MOSSE CONTRO
IL CAMBIAMENTO CLIMATICO
Fermare il riscaldamento globale è alla portata
di tutti. Alcuni piccoli gesti sono molto importanti
per ridurre le emissioni di CO2, a partire dal risparmio energetico che possiamo ottenere nelle
nostre case: bastano alcuni semplici accorgimenti e si possono avere dei risparmi sulla bolletta elettrica dell’ordine del 50%.
1. Fai qualcosa contro il riscaldamento globale, la cosa sbagliata è non fare niente
2. Riduci l’uso del mezzo privato, cammina,
prendi la bici, prendi i mezzi pubblici o condividi l'auto
3. Regola il termostato di casa, 2 gradi in meno
d'inverno o 2 in più in estate possono far risparmiare molta CO2; scegli caldaie a condensazione o da 3 a 4 stelle
4. Sostituisci le lampadine normali con quelle a basso consumo; è un intervento che si ripaga in 1-2 anni
5. Fai la raccolta differenziata e promuovi il riciclo dei rifiuti
6. Scegli i prodotti con pochi imballaggi, evita quelli usa e getta
7. Risparmia l'acqua calda, utilizza un rubinetto a getto ridotto e fai la doccia invece del bagno
8. Scegli prodotti a basso consumo energetico, soprattutto gli elettrodomestici e spegnili del tutto quando
non li usi:
• evita di utilizzare temperature troppo alte nei cicli di lavaggio della lavatrice;
• fai funzionare la lavastoviglie solo a pieno carico e a basse temperature;
• orientati verso i frigoriferi di classe A o A+, non mettervi cibi caldi-tiepidi ed evita frequenti ed inutili
aperture dello sportello
9. Installa per la casa un impianto fotovoltaico e/o solare termico; migliora la tenuta termica delle finestre e,
se possibile, isola le pareti e i sottotetti; usa condizionatori reversibili a pompa di calore e con regolazione
a “inverter”
10. Pianta un albero, un solo albero assorbe almeno 700 kg di CO2 nella durata della sua vita
Gran parte delle azioni indicate che comportano una spesa, godono degli incentivi previsti dalla Legge Finanziaria per tutti gli interventi di risparmio energetico e di solarizzazione (pannelli termici) sulla casa e dal nuovo
"Conto Energia" per il solare fotovoltaico.
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IL FUTURO DIPENDE DAL CLIMA
LAZIO: UNA REGIONE PER KYOTO
L’azione dell’Assessorato all’Ambiente e Cooperazione tra i Popoli
della Regione Lazio è fortemente indirizzata verso l’ecosotenibilità
energetica, con un forte impulso delle attività legate al settore.
L’obiettivo è quello d’arrivare nel Lazio ai traguardi europei che fissano il 20% nell’utilizzo delle rinnovabili, il 20% nell’efficienza energica e il 20% nella riduzione dei gas serra: entro il 2020. Questi target
saranno possibili se fonti rinnovabili, nuove tecnologie energetiche e
stili di vita innovativi dei cittadini diventeranno gli assi portanti delle
politiche ambientali della Pubblica Amministrazione, contribuendo
così a vincere la sfida del clima.
I numeri di Kyoto nel Lazio
1.000.000 euro per la piantumazione
15.000.000 euro per il fondo di rotazione
1.750.000 euro per il solare termico
1.000.000 euro per gli elettrodomestici efficienti
3.600.000 euro per i nuovi scooter ecologici
10.000.000 euro per il fotovoltaico
1.430.000 euro per Ventotene isola a emissioni zero
74.000.000 euro per le rinnovabili di fondi Por
LE POLITICHE PER IL CLIMA
Sportello Kyoto. Per il clima sono necessarie comunicazione e formazione. Lo Sportello Kyoto è la struttura che crea
una rete di esperienze e buone pratiche tra Enti locali, cittadini, imprese e associazioni.
Cabina interassessorile per Kyoto. I cambiamenti climatici necessitano un approccio trasversale. Per ciò è stata
creata una struttura orizzontale tra gli Assessorati che stimolerà l’adozione di politiche intersettoriali.
Un miliardo di alberi. La Regione Lazio ha aderito alla campagna dell’Unep “Un miliardo di alberi”, per ridurrei gas
serra e migliorare l’ambiente urbano, con la piantumazione di alberi ad alto assorbimento di inquinanti.
Inventario regionale delle emissioni. L’inventario regionale delle emissioni è lo strumento per pianificare le azioni contro l’effetto serra. Il Lazio è una delle prime regioni a dotarsi di questo strumento.
Registro volontario emissioni del Lazio. La Regione Lazio sarà la prima a realizzare un Registro volontario delle
emissioni che consentirà l’emissione sul mercato finanziario del primo VERs (Voluntary Emissions Reductions)-Lazio.
Meno tasse per Kyoto. Le imprese che realizzeranno interventi per l’efficienza energetica avranno una diminuzione
delle tasse regionali. Questa è la nuova forma della fiscalità ambientale.
Rete dei Comuni rinnovabili. La formazione alle nuove tecnologie per le rinnovabili è importante e per questo motivo
si stanno formando i tecnici comunali, fornendo così a Enti Locali e cittadini una serie di strumenti operativi.
La Coalizione dei Volenterosi. È stata promossa una coalizione di Enti locali che promuovono le buone pratiche, facendo pressioni sul Governo, al fine di creare percorsi tra Stato e Regioni per ridurre i gas serra.
CON IL PATROCINIO E IL SOSTEGNO DI
CON IL PATROCINIO DEL
MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE
ALT
AI CAMBIAMENTI
CLIMATICI!
RIDUCIAMO
LA CO2
IL LAZIO: UNA REGIONE
ALLINEATA CON L’EUROPA
PER L’INNOVAZIONE
I cambiamenti climatici sono la sfida più importante. Le questioni ambientali globali e locali si intrecciano e l’azione
degli Enti Locali è fondamentale per modificare sia gli stili di vita, sia le metodologie produttive. Per l’Assessorato all’Ambiente del Lazio è strategica la ricerca applicata e per ciò sono stati creati tre poli tecnologici. Il primo sull’idrogeno si occupa dello sviluppo di tecnologie sull’idrogeno da fonti verdi. Il secondo sul fotovoltaico organico sta
realizzando nuovi pannelli con materiali innovativi. Il terzo sulla mobilità sostenibile sta investendo sulle industrie
che producono i veicoli ecologici.
LE AZIONI PER IL CLIMA
Ventotene Isola a emissioni zero. L’isola di Ventotene è un laboratorio per Kyoto. Mobilità elettrica, banchine portuali
fotovoltaiche, illuminazione efficiente ed edilizia sostenibile sono i principali interventi.
Fotovoltaico. Il fotovoltaico è la tecnologia del futuro, per questo motivo sono stati finanziati impianti fotovoltaici su
scuole ed edifici pubblici. È un’iniziativa che lega azioni concrete e informazione.
Casa Ecologica itinerante. La riduzione dei consumi domestici è strategica per il clima. Per questo motivo è stata creata la “Casa ecologica” al
fine di dimostrare ai cittadini le potenzialità dell’efficienza energetica.
Solare termico. L’utilizzo di tecnologie alla portata dei cittadini è importante, per la diffusione delle rinnovabili. Per questo motivo è stato incentivato il solare termico sulle abitazioni.
Fondo di Rotazione. Le scarse risorse finanziarie per le fonti rinnovabili
sono un ostacolo e per questo motivo è stato creato un fondo di rotazione
che consente di accedervi con tassi agevolati o uguali a zero.
Rottamazione elettrodomestici. Entrare nelle case dei cittadini con l’efficienza energetica, per questo si sono incentivati gli elettrodomestici efficienti di classe A e A++.
Rottamazione dei motorini. Il miglioramento delle tecnologie per la mobilità è un punto importante per l’ambiente.
Per questo motivo è stata finanziata la sostituzione dei motorini inquinanti con modelli ecologici o elettrici.
Detersivi alla spina. L’introduzione dei detersivi sfusi consente, riutilizzando un flacone da 75 grammi, il risparmio di
239 litri d’acqua, di 1,46 kWh d’energia e di 133,9 grammi di CO2, con un risparmio del 30% sul prezzo.
Crediti formativi. Grazie a un accordo con le università della Regione le nuove fonti d’energia entrano in tutte le facoltà, creando così una nuova consapevolezza ambientale tra i giovani cittadini del Lazio.
Giochi educativi. Sono stati creati due giochi educativi su rinnovabili ed efficienza energetica. “Rinnatural” è quello cartaceo, per le quinte elementari, “Enermen” è quello multimediale, per le terze medie che effettuano l’audit energetico della scuola e progettano le riduzioni dei consumi.
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