Liceo delle Scienze Umane ‘James Joyce’ Laboratorio di ricerca per le Scienze Umane La malattia mentale Preparazione alla visita di istruzione al Museo della Mente di Roma A.s. 2012-2013 classe 2SD Coordinamento: prof.ssa Patrizia Onesti A.s. 2013-2014 classe 3SD Coordinamento: prof.ssa Antonella Di Nunzio LE CURE DEL MANICOMIO Nelle strutture manicomiali le cure adottate erano: L’elettroshock Le docce fredde L’insulino-terapia La lobectomia L’ELETTROSHOCK L’elettroshock fu inventato da Cerletti. Sembrò a tutti una grande svolta poiché si intravedeva una possibilità di cura. L’elettroshock prevedeva una somministrazione di scossa epilettica che faceva sussultare il paziente,per evitare che quest’ultimo cadesse veniva legato talmente stretto da causare fratture ossee. Nella struttura manicomiale questa terapia veniva utilizzata su ogni paziente anche a coloro che non avevano problemi così gravi. Il susseguirsi della somministrazione portava al paziente lesioni cerebrali permanenti. Nell’aprile del 1938, Cerletti e Bini attuarono a Roma ,nella clinica universitaria neurologica,la prima applicazione elettrica sull’uomo. Esisteva una ‘’giornata dell’elettroshock’’ nella quale i pazienti venivano sottoposti al trattamento. Lo scopo di Cerletti fu quello di individuare un percorso terapeutico che potesse alleviare le sofferenze della malattia mentale. LE DOCCE FREDDE La doccia fredda era uno dei mezzi terapeutici adottati un tempo dai manicomi, e veniva impiegata per calmare i pazzi quando davano in escandescenze prima di ricorrere all'uso della camicia di forza e del “castigamatti”, cioè il bastone. L’INSULINO- TERAPIA Insulinoterapia: provocare tramite iniezione d’insulina, l’abbassamento della glicemia per far andare il paziente vicino alla situazione di coma ipoglicemico. Dopo si somministrano rapidamente zuccheri per non farlo morire) , la lobectomia. LOBECTOMIA La lobotomia era un intervento di neurochirurgia conosciuto anche come lobectomia o leucotomia. Consisteva nel recidere le connessioni della corteccia prefrontale dell'encefalo. Poteva essere eseguita con la variante dell'asportazione o distruzione diretta di esse. Il risultato più riscontrato era il cambiamento radicale della personalità. La lobotomia era usata in passato per trattare una vasta gamma di malattie psichiatriche come la schizofrenia, la depressione, la psicosi maniaco-depressiva o disturbi derivati dall'ansia. Oggi la lobotomia viene praticata, in una forma meno distruttiva e più selettiva, in casi di epilessia se il paziente è farmaco-resistente, e prende il nome di lobotomia temporale anteriore. La lobotomia è stata a lungo criticata da esponenti del settore medico. Con l'avvento negli anni cinquanta della clorpromazina, tale pratica cominciò ad essere considerata barbarica e cadde rapidamente in disuso. Legge 833 e il Dipartimento di salute mentale La legge 833 del 1978 istitutiva del Sistema Sanitario Nazionale. I principi di base della riforma sono i seguenti: -Universalità:l’assistenza è assicurata a tutte le persone. -Globalità servizi sanitari psichiatrici sono inseriti nei servizi sanitari generali con lo scopo di eliminare ogni forma di discriminazione e segregazione dei malati di mente rispetto agli altri cittadini e favorirne il recupero e il reinserimento sociale. -Unicità di gestione da parte delle Unità Sanitarie Locali. -Uguaglianza dei cittadini rispetto ai bisogni di salute: il trattamento sanitario deve essere uniforme in tutto il paese. Per le malattie mentali sono istituiti i dipartimenti di salute mentale che ogni regione progetta e realizza con norme proprie. Nei centri di salute mentale viene svolta attività ambulatoriale, con visite specialistiche. Il servizio psichiatrico di diagnosi e cura(SPDC) è un reparto ospedaliero che accoglie i pazienti che presentano disturbi acuti. Per i pazienti sub-acuti in genere è previsto il regime di Day Hospital. Poi ci sono “strutture intermedie” : -Centri residenziali sono riservati a pazienti che per un tempo definito, in base a specifici programmi riabilitativi, necessitano di avere una residenza autonoma. -Le case famiglia: costituite da alloggi gestiti con l’aiuto di medici e infermieri secondo modalità di tipo comunitario. -Le case alloggio forniscono il proprio servizio a pazienti che non possono contare sul proprio nucleo familiare. -Centri diurni: lo scopo di tali strutture è risvegliare l’autostima e sollecitare la socialità dei pazienti. Carliseppe_ Cefaloni_ Masini_ Vicalvi La depressione è la seconda causa di disabilità nel mondo,Le malattie mentali sono alterazioni comportamentali o psicologiche ,che colpiscono soprattutto: -Il pensiero; -I sentimenti o i comportamenti, in modo da causare sofferenza personale e rendere la sua integrazione sociale problematica; Le malattie mentali sono disturbi psicologici,che causano disabilità o pericolo nel processo evolutivo di una persona. (Giorgia) Durante i disturbi mentali insorgono dei sintomi psichiatrici specifici: - ALLUCINAZIONI: ( E’ qualcosa che uno crede di udire,vedere e sentire ma non esiste nella realtà); - OSSESSIONE: (La persona che ha un disturbo ossessivo si sente costretta, ad avere pensieri ripetitivi e ad agire secondo comportamenti obbligati, “l’ossessione è un’attrazione inesorabile”) - DELIRI: (Significa che la persona ha una convinzione di natura persecutoria. A causa delle sue difficoltà di comunicazione,il malato tende a sentirsi sempre più isolato); -FOBIA: (E’ una paura immotivata ed esagerata verso determinati oggetti,persone,animali,ambienti o situazioni); -PARANOIA: (E’ un disturbo psichico caratterizzato dal ritenersi in pericolo perché perseguitati da uno o più nemici); -DEPRESSIONE: (Lo stato d’animo fondamentale della depressione è per lo più quello di una disperazione triste e cupa,un senso di impotenza verso le cose); -ANSIA: (E’ uno stato che, in diversa misura capita, di provare a tutti specie all’inizio di una prova o di un cambiamento. E’ caratterizzato da tensione o una sensazione di timore di pericolo o di difficoltà, senza che vi sia un motivo ragionevole a giustificarle.) (Veronica). LA CONDIZIONE Dì DISTURBO PUO’ESSERE TEMPORANEA SE CURATA EFFICACEMENTE E IN MANIERA TEMPESTIVA. In realtà non esiste in vero in proprio concetto che possa rappresentare il vero significato della malattia mentale. Infatti esistono dei concetti ben precisi grazie al quale è possibile distinguere comportamenti normali e, c’è chi invece afferma che la malattia mentale sia solamente un’etichetta che la scienza tende a dare in base a regole che definiscono ciò che è normale e ciò patologico. Le malattie mentali possiamo distinguerle in psicosi e nevrosi: La psicosi tra cui la schizofrenia sono le forme più gravi di sofferenze psichica. La nevrosi ha alla base un conflitto irrisolto riguardante la sfera sessuale. Secondo Freud, l'esperienza della sofferenza psicologica non è di per sé un problema; lo diventa solo quando questa sofferenza: (Antonella) Dura nel tempo Si origina precocemente; Incide profondamente sul comportamento della persona; Compromette le sue capacità di lavoro; Rende molto difficoltose le relazioni affettive-sessuali; Compromette alcune importanti funzioni fisiologiche psicologiche. (Giorgia) e Quando assume queste caratteristiche, la sofferenza diventa un problema psicologico, ossia segnala la presenza di una nevrosi. La psicosi è una tipologia di disturbo psichiatrico,essa si manifesta in: Disturbi di forma del pensiero: alterazioni del flusso ideativo fino ad un insieme caotico di parole ed all'incoerenza; alterazioni dei nessi associativi, come la paralogia, la tangenzialità, le risposte di traverso, i salti di palo in frasca. Disturbi di contenuto del pensiero: ideazione prevalente delirante (deliri, spunti interpretativi). Disturbi della senso percezione: Esse si possono dividere in semplici e complesse: Si definisce allucinazione semplice quella in cui è attivata una singola modalità sensoriale e la percezione non richiede un'elaborazione cognitiva per essere decodificata; complessa è invece l'allucinazione in cui sono attivate più modalità sensoriali o in cui la percezione viene elaborata in aree cerebrali diverse da quelle sensitive primarie; le allucinazioni uditive, visive,gustative, olfattive e tattili sono i vari tipi di manifestazioni. Disturbo depressivo maggiore è una patologia o disturbo dell'umore, caratterizzata da episodi di umore depresso accompagnati da una bassa autostima e perdita di interesse o piacere nelle attività normalmente piacevoli. Ciavaglioli_Farina_Martinazioli_Rubertone La Malattia Mentale La malattia mentale fanno parte del campo della psichiatria, psicopatologia psicologia. colpisce il pensiero e i sentimenti o i comportamenti di una persona. Alcuni sintomi di malattie: Condotta asociale e deterioramento delle relazioni Disturbi dell’ umore Alterazione della personalità Difficoltà cognitive e di percezione allucinazioni e alterazione delle percezione della realtà. Le malattie mentali si dividono in Psicosi e nevrosi. La schizofrenia e la forma più grave sofferenza psichica dove una profonda lesione della personalità rendendo difficile il rapporto con se stessi e con il mondo. FRANCO BASAGLIA Franco Basaglia nacque a Venezia e visse un’ adolescenza molto tranquilla. Dopo aver preso la maturità nel liceo classico si iscrisse alla facoltà di medicina nell’ università di Padova. Dopo cinque anni si specializzo in MALATTIE NERVOSE E MENTALI, e in quello stesso anno, si sposò. Nel 1958 gli venne data la docenza in psichiatria, dove però non venne accolto bene in ambito accademico così nel 1961 lasciò la carriera universitaria e decise di andare a lavorare all’ ospedale psichiatrico di Gorizia. La dopo alcuni anni avviò nell’ 1962 la prima esperienza anti costituzionale nell’ ambito della cura mentale. Nel 1968 pubblica L’istituzione negata. Nel 1969 lascia Gorizia e, dopo due anni a Parma dove dirige l'ospedale di Colorno, nell'agosto del 1971 diviene direttore del manicomio di Trieste. Basaglia istituisce subito, all'interno dell'ospedale psichiatrico, laboratori di pittura e di teatro. Nel 1980 si manifestò un tumore al cervello dove in poco tempo morì nella sua casa a Venezia. ANTIPSICHIATRIA Il termine ANTIPSICHIATRIA si riferisce ad approcci che mettono in contrasto con la psichiatria, e della biopsichiatria. Le critiche più frequenti verso i movimenti antipsichiatrici ritengono che psichiatria userebbe concetti e strumenti medici in modo sbagliato, procurando pericoli per se stessi o per gl’ altri;infatti pochi professionisti usano la antipsichiatria. La sua origine nasce verso il XIX e nell’ 800 si trattavano i diritti di custodia dei “ pazzi”. Nell’ XX secolo l’opposizione surrealista alla psichiatria venne espressa in numerose pubblicazioni surrealiste, negl’ anni 30; in questo periodo si videro l'introduzione di pratiche mediche controverse, inclusa l'induzione di coma tramite elettrochoc, insulinoterapia o altri farmaci, o l'asportazione di parti del cervello. Le sue caratteristiche più comuni rivolte dai movimenti antipsichiatrici sostengono che la psichiatria utilizzerebbe concetti e strumenti medici impropriamente; che in alcuni casi di intensità, con pericolo per sé o per altri, può trovarsi a dover trattare pazienti gravi non in condizione di intendere e di volere, e di cui quindi la volontà è alterata; che in altri ambiti medici, sarebbe "compromessa" in ipotetici legami finanziari e professionali con l'industria farmaceutica e che utilizzerebbe un sistema di categorie di diagnosi "stigmatizzante" con il disturbo mentale che in realtà può evolvere in svariati modi. Una piccola minoranza dei professionisti della salute mentale professa una posizione antipsichiatrica. La grande maggioranza della comunità medica e scientifica vede l'antipsichiatria come un movimento marginale ed eterogeneo, le cui proposte alternative si sono dimostrate di poca o nulla efficacia e validità scientifica; sebbene sia difficile quantificare il coinvolgimento dell'opinione pubblica o di quella professionale, così come l'influenza delle opinioni che essa sostiene. Malgrado il nome, il movimento è spesso visto esso stesso come promotore di una forma di psichiatria, per quanto in aspro contrasto con il pensiero corrente. Pertanto molti cosiddetti "antipsichiatri", inclusi psichiatri di opinioni non tradizionali, tendono a dissociarsi dal termine e dalle connotazioni negative che esso implica. Caroselli_Cucci_Furzi_Galassini INDICE Etimologia Diagnosi Terapia Etimologia:parte della medicina che si occupa dei disturbi mentali. Il termine fu creato dal medico tedesco Johann Christian Reil nel 1808,dal greco psychè (ψυχή)= Spirito,anima e iatros(ιατρός)= che significa cura(medica).Letteralmente la disciplina consiste nell’occuparsi della “cura dell’anima”.Lo specialista in psichiatria è detto psichiatra. La psichiatria si occupa della prevenzione,dalla cura e riabilitazione dei disturbi mentali;dall’aspetto tecnico e pratico. Si occupa,in pratica,della Salute Mentale. In particolare,la psichiatria è maggiormente indirizzata verso l’identificazione del disturbo mentale o psicologico,come derivante da un mal funzionamento del Sistema Nervoso Centrale. Diagnosi:la diagnosi è un processo complesso:colloqui clinici,test e reattivi psicologici;se necessario anche altre valutazioni mediche: internistiche,neurologiche,psicologiche,sociali. I disturbi di cui è competente la psichiatria possono essere: temporali o cronici. 1.Alcuni pazienti richiedono cure per poco tempo. 2.Altri,necessitano di essere seguiti e curati per periodi di tempo o anche per tutta la vita. Terapia:la terapia psichiatrica di solito prevede un trattamento psicologico. Nei casi più gravi vi associano trattamenti supportivi e riabilitativi. Attualmente in Italia,le persone che soffrono di questo tipo di disturbi,vengono assistiti in comunità apposite o gruppiappartamento seguiti dalla ASL,dove possibile il paziente è curato nella propria casa. Nel corso del tempo e nelle diverse culture, le spiegazioni ed i trattamenti relativi alla follia hanno subito cambiamenti radi-cali. I cambiamenti di alcuni aspetti della psichiatria sono: La spiegazione e l’origine della follia Le modalità di trattamento dei folli Le persone e le istituzioni deputate al trattamento Il medico specialista in psichiatria è anche abilitato all’esercizio della psicoterapia. Altri vari rami della psichiatria sono: Psichiatria biologica Psichiatria infantile e dell’adolescenza Psichiatria dell’adulto Psichiatria dell’anziano (psicogeriatria) Psichiatria delle dipendenze LA MENTE UMANA Le più recenti e incredibili scoperte delle neuroscienze, ottenute tramite la scansione del cervello, ci mostrano i segreti che la mente ci ha tenuto nascosti per secoli. Nella storia tutto quello che riguardava la mente erano solo supposizioni basate su osservazioni esterne. Oggi possiamo dare una spiegazione scientifica a queste antiche credenze. Che Cos'è la Mente Umana? Capire il funzionamento della mente umana è oggetto di studi da moltissimo tempo. Seppur la psicologia sia una scienza relativamente nuova, fin dai tempi degli antichi greci con i famosi filosofi si formulavano già teorie sulle facoltà della mente. La percezione della realtà, la memoria, la capacità razionale sono le prime facoltà della mente ad essere state studiate da Aristotele. Il termine "Psicologia" deriva dal greco psyché = spirito, anima e da logos = discorso, studio. Letteralmente la psicologia è quindi lo studio dello spirito o dell'anima. Il termine risale al 1600 e all'epoca intendeva l’insieme delle conoscenze psicologiche, filosofiche, religiose, pedagogiche e letterarie di un essere umano. La psicologia scientifica invece nasce in Europa nella seconda metà del 1800 e si sviluppa fino ad arrivare alla moderna Neuroscienza Cognitiva che è l'unione delle neuroscienze, che studiano gli aspetti chimici, fisici, biologici del cervello, con le scienze cognitive, ossia lo studio della formazione di pensieri, emozioni e di tutti quei processi che avvengono all'interno della mente che vengono chiamati processi cognitivi. Negli ultimi anni si sono sviluppate alcune teorie riguardo alla mente umana, la sua relazione con il corpo e sull'esistenza dell'anima, in particolare in una disciplina chiamata Filosofia della Mente. Tutt'ora è in corso un dibattito molto acceso sul concetto di mente. Non entrerò nei dettagli perché voglio che questo manuale sia un insieme di informazioni utili per un cambiamento, quindi ti fornirò solo ed esclusivamente della conoscenza essenziale per la comprensione e per l'applicazione pratica. Sarà poi la tua curiosità a farti approfondire i concetti che ti interessano. L'unico scopo di questo manuale è quello di portarti ad avere una maggior consapevolezza delle potenzialità della tua mente, quindi del suo potere e dei suoi limiti. Per arrivare ad una definizione del concetto di mente, partiamo da un punto di vista più ampio, per avere una cosiddetta "visione sistemica" ossia osservare le cose da un punto di vista globale, come insieme di componenti che interagiscono in un sistema e non come singole parti studiate separatamente. Il Cervello, l’Hardware Biologico In un essere umano a riposo il cervello utilizza all'incirca il 20% dell'energia del corpo nonostante costituisca solo il 2% del peso corporeo. In proporzione alla massa corporea esso si è evoluto fino a raggiungere un peso 3 volte superiore a quello degli altri mammiferi più evoluti. La dimensione globale non è la potenza del cervello, come molti pensano. La dimensione del cervello di un'orca, infatti, è più del triplo di quello dell'uomo, ma questo non fa di lei un essere più intellettualmente dotato. Quindi cos'è che ci da il potere nel nostro cervello umano? È il rapporto tra la dimensione del cervello e la dimensione del corpo che fa la differenza. Inoltre la diversa composizione del cervello, come vedremo fra poco, dona al cervello umano caratteristiche uniche, che nessun animale possiede. Il cervello è composto essenzialmente da cellule nervose chiamate neuroni, che hanno la funzione di scambiarsi informazioni tramite impulsi elettro-chimici. In un cervello sono presenti circa cento miliardi di neuroni, per farti un'idea, se dovessi impilare 100.000.000.000 di fogli di carta faresti una pila di 8050 Km! Il neurone è formato da un corpo allungato chiamato Assione le cui estremità hanno delle ramificazioni chiamate Dendriti, che servono per il collegamento con gli altri neuroni che avviene tramite le Sinapsi. La cosa sorprendente è che ciascun neurone ha con gli altri dai 1000 ai 10000 punti di contatto o sinapsi, quindi può comunicare con migliaia di altre cellule nervose in modo tridimensionale. Con questi dati si è calcolato che il numero di possibili combinazioni dell’attività cerebrale, superi il numero di particelle elementari di tutto l’universo che conosciamo ora. La comunicazione tra neuroni si crea un flusso di ioni (atomi dotati di carica elettrica) che crea una corrente elettrica che si trasmette lungo l'Assione del Neurone. La velocità e il numero di impulsi nervosi trasmessi nel cervello sono impressionanti. Il cervello genera impulsi elettrici istante per istante, sia di giorno che di notte, coinvolgendo milioni di neuroni contemporaneamente. Pensa che il numero di impulsi nervosi generati in un solo giorno da un cervello è superiore al numero di impulsi elettrici generati da tutti i telefoni cellulari del pianeta! Un millimetro quadrato di materia grigia contiene un gigabite di connessioni. Il cervello è più denso di qualsiasi microchip che l'uomo abbia mai costruito. E pensa che consuma solamente 5 watt di potenza, il che non è niente in confronto ai computer attuali, che arrivano a consumare tranquillamente 50 watt. La frequenza con la quale le sinapsi scambiano le informazioni è di circa 1000 volte al secondo. Questo significa che ogni secondo l'intero cervello è in grado di elaborare un numero di informazioni pari a 10 elevato alla 18ª, ossia un numero con 18 cifre. Ma questo non è tutto, infatti le recenti scoperte parlano della capacità comunicazionale dei microtubuli neurali. Considerando che ogni neurone possiede 100 milioni di microtubuli, il potenziale del cervello diventa immenso e si descrive con numeri di cui non siamo minimamente in grado di capirne la grandezza. Una dimostrazione tangibile di questa potenza è l'autistico inglese Daniel Tammet. Egli è affetto da sinestesia, ovvero la capacità di mescolare gli impulsi sensoriali ed è dotato di capacità fuori dal comune, che purtroppo però lo limitano in alcune cose nella vita di tutti giorni. Daniel è in grado di svolgere complicatissimi calcoli matematici in tempi rapidissimi, come elevare un numero di due cifre alla quarta potenza in un istante. Egli ha spiegato a ricercatori che la risposta gli appare nella mente attraverso una ricca serie di colori, forme, sfumature ed emozioni. La sua mente associa i colori e le emozioni ai numeri ed egli è in grado di interpretare perfettamente questo suo particolare linguaggio. Pensa che è riuscito ad imparare una nuova lingua molto complessa, l'islandese, nel giro di pochi giorni e di concedere un'intervista dal vivo per una televisione in islandese, che ha svolto perfettamente. Sono pochissime le persone al mondo ad avere un dono come quello di Daniel, un dono che si paga a caro prezzo, perché è sostanzialmente la conseguenza di un danno cerebrale. Guarda il video dove egli stesso spiega le sue incredibili capacità. E' l'unico suo video con sottotitoli in italiano. Su invece cerchi Daniel Tammet su youtube trovi un documentario in inglese sbalorditivo che mostra cosa questo ragazzo è in grado di fare. Ora che abbiamo visto come agisce il cervello umano, ti starai chiedendo qual è il collegamento tra cervello e mente umana? E che cos'è esattamente la mente? Questa domanda è di importanza cruciale e da più di un secolo si sta cercando di rispondere. Oggi siamo in possesso di varie tecnologie per osservare un cervello, ma la cosa sorprendente è che riusciamo addirittura ad osservare il suo funzionamento in tempo reale. Ed è proprio questo che ci permette di osservare gli stati mentali direttamente nel momento in cui vengono vissuti da una persona. Grazie a tre particolari tecniche di indagine (Tomografia ad emissione di positroni, Risonanza magnetica funzionale e Tomografia computerizzata ad emissione di singoli fotoni) i ricercatori sono riusciti ad osservare il cervello all'opera rilevando le associazioni tra stati mentali e parti del cervello in funzione. Da questi esperimenti la Neuroscienza ha dato la seguente definizione: La Mente è il Cervello in azione Il cervello quindi non è la mente, ma l'apparato fisico attraverso il quale la mente viene prodotta. In sostanza è come se il cervello fosse il computer, ossia la parte hardware, fisica, e la mente si genera quando viene acceso il computer ed esso è in grado di operare. La mente è quindi il prodotto del cervello. Quando il cervello è vivo, si genera la mente. Il cervello funziona sempre, quindi la mente esiste sempre. Anche quanto dormi. Concetti e teorie mente variano in funzione del tempo cronologico, del credo religioso e della cultura cosí come accade tra le filosofie antiche e moderne. Nei primi approcci teorici sulla mente (Platone e Aristotele e, successivamente, i filosofi medievali) quest'ultima é stata associata all'anima, é stata considerata immortale e divina. La maggior parte delle teorie, comprese le moderne concezioni, considerano la mente come il pensiero e la coscienza nel contesto di esperienze e nell'ambiente. La mente é spesso considerata una proprietá del sé privato, come é evidente in espressioni popolari come, "truccare la mente", "cambiare la mente" e "conoscere la mente". La memoria, l'attenzione, la logica, l'intuito, la risoluzione dei problemi, la capacitá di comunicare, dipendono in teoria dall'emozione, depressione e dai inconsci che sono tra le prtincipali caretteristiche della mente. Il legame tra la mente e il cervello é evidente in tutti dibattiti sulla mente, e di recente anche nei trattati di psichiatria e neurospichiatria. La scienza cognitiva e la neuroscienza sono impegnate nel comprendere come interagiscono i processi cerebrali, il comportamento e la cognizione . La neuroscienza cognitiva é coinvolta attivamente nella ricerca su come gli esseri umani, organismi attivi e pensanti, usino i loro cervelli per raggiungere i loro obiettivi e soddisfare le proprie esigenze all'interno di ambienti complessi e in costanteevoluzione. La ricerca mostra le inestricabili connessioni tra cognizione, ció che é considerata il fulcro della mante e l'ambiente e tra la cognizione e l'azione, che l'elemento base a livello fisico sup>[1]. I Recenti studi condotti da fMRI[2] dimostrano che aspetti specifici della cognizione sensoriale e motoria, cosí come i processi a livello del viso e del riconoscimento delle parole o come il pensiero, tutti considerati elementi base della mente, sono supportati da regioni cerebrali che sono altamente ed unicamente specializzati in quei processi, suggerendo che l'interazione mente-cervello avviene attraverso meccanismi unici e specializzati del cervello. La memoria episodica, per esempio, la capacità di ricordare cosa e' successo e quando, caratteristica unicamente umana, é un' importante capacitá della mente. Ci é stato ben documentato [3] con studi, attraverso la neuroimmagine, su specifiche regioni del lobo frontale del cervello della memoria episodica (diversi da quelli associati con alla memoria semantica) che analizzano ulteriormente il legame tra il cervello e la mente. Il legame tra il cervello e la mente é importante inoltre nel campo della psichiatria che sta trattando maggiormente la dicotomia cervello vs mente. Gabbard 2005, sostiene che il cervello e la mente non sono entitá separate, ma che "la mente é l'attivitá del cervello". Gabbard, 2005, [4] lamenta l' ampia associazione tra la psichiatria di geni, farmaci e fattori biomedici dell'entitá del cervello, e l'ambiente, la psicoterapia e fattori psicosociali dell'entitá mente, e sostiene l'unitá dell' entitá mente-cervello, sottolineando la natura inestricabile dell'interazione tra geni e ambiente, cosí come quella tra fattori psicosociali e struttura cerebrale. La polarizzazione del cervello e della mente in psichiatria contemporanea, e la conseguente visione che il farmaco é indicato per i disturbi biologici, che ha per oggetto il cervello mentre la psicoterapia é appropriata per psicologica il cui oggetto é la mente é,a suo parere, un equivoco che ritarda l'attuazione di trattamenti completi di tipo bio-psico-sociale. In questo contesto di ricerca sulla psichiatria cerebrale, esiste un'evidenza neuroimmaginativa in cui le variabili mentalisticxhe associate alla mente giocano un ruolo nelle basi neurofisiologichedel comportamento umano[5]. Questa conclusione, base dello studio, si basa sui risultati della ricerca neuroimmaginativa sugli effetti della psicoterapia in pazienti con disordini ossessivo-compulsivi, crisi di panico o disturbi depressivi maggiori, in cui si evidenzia che le funzioni e i processi coinvolti nella psicoterapia colpiscono l'attivitá cerebrale e la plasticità. I risultati degli studi sull'effetto placebo, inoltre, sono giunti alla stessa conclusione cioé che i processi mentali richiedono attivitá cerebrale [5]. Questi studi dimostrano che la fede e l'aspettativa creata dall'uso di medicinali ad effetto placebo colpisce l'attivitá fisiologica e chimica del cervello. Quando parliamo di mente, comunemente parliamo delle funzioni superiori del cervello. Si tratta di capacità che giungono al connubio fra attività mentalistica e funzionalità del cervello che si esplicano nella plasticità. Mi riferisco alla plasticità dell'infante, che nella sua evoluzione diviene poi l 'individuo adulto che con il suo bagaglio di esperienze giunge ad essere un soggetto completo. Fin dall'antichità la mente è stata oggetto di concettualizzazioni sempre in associazione col concetto di anima, in Grecia nominata psiché e in India jivatman. Nel mondo greco concettualizzazioni della mente-anima risalgono a Platone, ad Aristotele e ad altri filosofi dell’Antica Grecia. Tali teorie prescientifiche sono focalizzate sulla relazione tra mente ed anima (intesa come essenza sovrannaturale presente in ogni uomo). Tra il XVII e il XVIII secolo sono state avanzate numerose teorie parziali sulla mente da parte di Cartesio e di Locke, ma solo dalla metà del XIX secolo nascono teorie più esaustive in riferimento ai primi studi approfonditi sulla struttura del cervello. Dalla fine del XIX secolo gli studi sulla mente hanno avuto un incremento notevole che prosegue a tutt'oggi. Da ricordare, oltre agli studi di psicologia sperimentale, quelli propriamente psicanalitici e terapeutici nati con Freud. Vere e proprie teorie sulla mente incominciano a profilarsi dalla metà del XX secolo e sono tutte, più o meno, implicanti i dati emersi sulla struttura del cervello e la sua comprensione scientifica. Talvolta il concetto di mente è stato utilizzato più o meno come sinonimo di coscienza. LA PERCEZIONE La percezione è il processo psichico che opera la sintesi dei dati sensoriali in forme dotate di significato. Gli assunti allo studio della percezione variano a seconda delle teorie e dei momenti storici. È possibile operare una prima distinzione tra la sensazione legata agli effetti immediati ed elementari del contatto dei recettori sensoriali con i segnali provenienti dall'esterno e in grado di suscitare una risposta e la percezione che corrisponde all'organizzazione dei dati sensoriali in un'esperienza complessa ovvero al prodotto finale di un processo di elaborazione dell'informazione sensoriale da parte dell'intero organismo. Le principali discipline che si sono occupate di percezione sono la psicologia, la medicina e la filosofia. La psicologia associazionista considerava la percezione come la somma di più stimoli semplici legati in modo diretto al substrato fisiologico degli apparati sensoriali. Con lo sviluppo e il consolidamento della psicologia della Gestalt, il centro dell'indagine sui processi percettivi passa dalla precedente concezione elementaristica alla percezione come risultato di un'interazione e organizzazione globale di varie componenti. Prima di esporre le varie teorie che si sono occupate della percezione, è opportuno comprendere i processi che ne stanno alla base. Tali processi sono di due tipi: la categorizzazione e l'identificazione. - Stimolo distale e prossimale Ci sono due tipi di stimoli che noi usiamo per crearci la nostra rappresentazione percettiva degli oggetti: lo stimolo distale e quello prossimale. Lo stimolo distale è ciò che noi percepiamo, la presenza fisica dell'oggetto. Lo stimolo prossimale è quello stimolo da cui noi dobbiamo ricavare informazioni per arrivare allo stimolo distale. Il fatto che la mela è rotonda, che ha il picciolo in mezzo etc., fanno tutti parte dello stimolo prossimale, perché grazie a queste informazioni io arrivo a capire che quella è una mela, quindi allo stimolo distale. In sintesi, il processo della percezione richiede che il sistema percettivo ricopi le informazioni contenute nello stimolo prossimale per crearsi la rappresentazione percettiva dell'oggetto, o stimolo distale. Tuttavia questo passaggio non avviene sempre in modo corretto: ogni tanto il sistema percettivo fa degli errori, e quindi ci fa sperimentare quelle che si chiamano illusioni. Una illusione è una rappresentazione sbagliata che noi ci siamo fatti di un oggetto. Quando qualcosa è freddo può sembrare bagnato. Questo è un esempio di illusione. Fonte: "Daniel levitin", "Foundations of cognitive psychology". Vi sono due processi fondamentali che il sistema percettivo mette in atto per arrivare allo stimolo distale: quello di bottom-up e quello di top-down. Il bottom-up avviene quando la rappresentazione percettiva dell'oggetto è guidata dalle sue caratteristiche. Il top-down avviene quando la rappresentazione percettiva è guidata dalle esperienze passate dell'individuo, ad esempio da tutto quello che io conosco sull'oggetto. - Il metodo d’indagine e le applicazioni di sviluppo nel campo psicologico Dal punto di vista del piano applicativo, la percezione rappresenta un potente indicatore del vissuto emotivo e motivazionale dell'individuo. Infatti, come la corrente del New look of perception ha sottolineato, i motivi e gli stati emotivi del soggetto, sia momentanei che persistenti, hanno l'effetto di sensibilizzare selettivamente il soggetto verso gli oggetti legati alle sue tendenze o avversioni, siano essi processi di allontanamento e difesa percettiva o vigilanza percettiva. L'atteggiamento percettivo, aspetto di un più generale stile cognitivo, è strettamente legato al modo dell'individuo di vivere questi aspetti, quindi alla sua personalità in senso globale, nei suoi aspetti consapevoli e inconsapevoli. L'equilibrio omeostatico tra motivazione\emozione e percezione è dimostrato da numerosi studi riguardanti la privazione senso-motoria. In questi studi il soggetto, messo in una condizione forzata di omogeneità percettiva e cognitiva, vivacizza la propria attività percettiva con l'insorgere di uno stile analitico e addirittura di allucinazioni che destrutturano il percetto dalle leggi gestaltiste (ogni teoria che fonda i suoi postulati sulle riflessioni della teoria della Gestalt*) *GESTALT: (significa forma, schema, rappresentazione) detta anche psicologia della forma, è una corrente psicologica riguardante la percezione e l'esperienza che nacque e si sviluppò agli inizi del XX secolo in Germania (nel periodo tra gli anni dieci e gli anni trenta), per poi proseguire la sua articolazione negli USA, dove i suoi principali esponenti si erano trasferiti nel periodo delle persecuzioni naziste. Gli studi di cui si occupa si focalizzano soprattutto sugli aspetti percettivi e del ragionamento/problem-solving. La Gestalt contribuì a sviluppare le indagini sull'apprendimento, sulla memoria, sul pensiero, sulla psicologia sociale. Rintracciarono le basi del comportamento nel modo in cui viene percepita la realtà, anziché per quella che è realmente. Il modello teorico della Gestalt riguardante il pensiero si oppose a quello comportamentista, secondo il quale gli animali risolvevano le problematiche con un criterio costituito da tentativi ed errori, proponendo invece un criterio di spiegazione formato dal pensiero, dalla comprensione e dall'intuizione. LoCastro_Pavel_Scialone_Sordilli