P412 UN CASO DI DISPLASIA CAMPOMELICA CON

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P412
UN CASO DI DISPLASIA CAMPOMELICA CON MUTAZIONE DE NOVO DEL GENE SOX9
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C. Barone , G. Bartoloni , A.M. Baffico , L. Indaco , E. Pappalardo , A. Cataliotti Del Grano , M. Baldi , C. Ettore , I.
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Mura , G. Ettore , S. Bianca
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Genetica Medica Dipartimento Materno Infantile, ARNAS Garibaldi Nesima, Catania - Scuola di Specializzazione in
Genetica Medica Università degli Studi Messina - Catania
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Patologia Diagnostica Fetale Malformativa e Perinatale, ARNAS Garibaldi Nesima, Catania
3
Laboratorio di Genetica Umana - E.O.Ospedali Galliera Genova
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Genetica Medica Dipartimento Materno Infantile, ARNAS Garibaldi Nesima, Catania
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UOC Ostetricia e Ginecologia Dipartimento Materno Infantile, ARNAS Garibaldi Nesima, Catania
Introduzione
La displasia campomelica (CD) è una displasia scheletrica, autosomica dominante a penetranza completa. Generalmente
è sporadica de novo con rari casi di ricorrenza con mutazioni germinali. E’ caratterizzata da incurvamento di femori e tibie,
ipoplasia scapolare, torace stretto con 11 paia di coste, anomalie del cingolo pelvico e piedi torti. Altre caratteristiche sono
macrocefalia, ipertelorismo, ponte nasale depresso, orecchie a basso impianto, palatoschisi e faccia appiattita, XY sex
reversal. È causata da mutazioni della regione codificante di SOX9 e più raramente da altri riarrangiamenti cromosomici
coinvolgenti SOX9. Considerando la gravità della patologia, diventa fondamentale la diagnosi prenatale ecografica che
evidenzia la brevità delle ossa lunghe.
Caso clinico
La paziente 30enne, giungeva in consulenza alla 21a settimana di gestazione per riscontro ecografico prenatale di brevità ed incurvamento di femori e tibie e piede torto bilaterale. Il cariotipo fetale era 46,XX. La coppia decideva per l’IVG.
L’autopsia fetale confermava le anomalie scheletriche con caratteristici spuntoni ossei nella parte mediana di entrambe le
tibie evidenziando anche macrocefalia, ipertelorismo, ponte nasale depresso, microretrognatia, orecchie a basso impianto
e faccia appiattita. L’Rx fetale evidenziava 11 paia di coste. Su DNA estratto da muscolo fetale si eseguiva analisi molecolare del gene SOX9 che evidenziava, nell'esone 1, la mutazione c.358C>T (p.Arg120Cys) allo stato eterozigote. Tale
mutazione, de novo, non risulta ad oggi descritta in letteratura; tuttavia si ritiene che correli con la CD in quanto localizzata
in un dominio funzionale importante per l'attività della proteina (DNA binding domain, HMG1/2 high mobility group box).
Inoltre, nell'aminoacido adiacente, era stata precedentemente descritta una mutazione causa di CD.
Conclusioni
La corretta diagnosi di una displasia scheletrica in epoca prenatale, basandosi esclusivamente sui riscontri ecografici,
risulta spesso complessa e, la conferma Rx, si ottiene generalmente solo dopo l’IVG o il parto. Nel nostro caso, la diagnosi
molecolare di CD da mutazione de novo, ha permesso di offrire alla coppia un counseling corretto definendo un rischio
di ricorrenza per CD dell’1%.
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