Da 12 anni - Teatro Kismet OperA

annuncio pubblicitario
Ministero per i Beni e le Attività Culturali > Unione Europea > Comune di Bari > Regione Puglia
Provincia di Bari > Camera di Commercio di Bari > Università degli Studi di Bari > Ente Teatrale Italiano
Teatro Pubblico Pugliese > Fondazione Petruzzelli e Teatri di Bari
In collaborazione con: Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia, Ufficio Scolastico provinciale di Bari > AGIScuola
Teatro Kismet OperA
stabile d’innovazione
Stagione ragazzi 2010-11
Programmazione per le scuole d’infanzia / primarie / secondarie di 1° grado
5, 6 e dall’8 all’11 novembre ore 10
Sabato 6 ore 21 e domenica 7 ore 18
dal 17 al 20 novembre ore 10
domenica 21 ore 21
Il viaggio di Arjun
Teatro Kismet OperA
Bones
Teatro Kismet OperA
Testo e regia Lucia Zotti e Monica Contini, con Monica
Contini e Lucia Zotti, progetto musicale Cesare
Pastanella
Di Lucia Zotti con Monica Contini e Deianira Dragone
musiche Nico Masciullo spazio e luci Vincent
Longuemare oggetti in rame Lisa Serio
7 -11 anni
Da 12 anni
Arjun, l’eroe protagonista della nostra storia,
è un ragazzo ardimentoso. Vive in una non
identificata città orientale, dove suo padre
Rakesh, fa di mestiere il cantastorie,
mantenendo vive le tradizioni e aiutando la
gente a ritrovare la capacità di riflettere sui
valori della vita.
Il principe Silente, avido e potente signore
della città, temendo le conseguenze di una
crescente presa di coscienza, fa emettere
una legge che costringerà Rakesh a tacere.
Anche Sanjukta, la mamma, non sfuggirà alla
malvagità del principe che la rapisce
allontanandola dalla famiglia.
In questa atmosfera, tiranna e repressiva, in
cui il tiranno impone le sue leggi, il silenzio e
nega le libertà individuali, Arjun sarà capace
di affrontare e risolvere, con intelligenza e
coraggio,
la
difficile
situazione,
ricongiungendo la famiglia e riconquistando la
serenità.
Lo spettacolo affronta attraverso le vicende
di Arjun temi attuali e affascinanti come le
relazioni famigliari, la libertà individuale,
l’importanza della capacità di immaginare e
di raccontare. La forma teatrale in cui si
presenta è particolare perchè unisce il teatro
alla musica.
Il viaggio di Arjun si presenta infatti come un
concertino: molti degli elementi scenografici
sono strumenti musicali agiti in scena durante
l’evolversi della storia. La magia della
narrazione teatrale viene dunque animata e
ritmata dalla musica, per rapire i piccoli
spettatori e trascinarli in un mondo fantastico
di vicissitudini straordinarie.
Lo spettacolo Bones nato per il festival di
Napoli, edizione 2009, si e arricchito
nell’esperienza svolta con un gruppo di
ragazze adolescenti di un liceo statale di
Bari, di una parte itinerante in cui gli
spettatori partecipano attivamente, in un
confronto in diretta sui temi dello spettacolo.
Un percorso itinerante che tocca diversi
colori dal kitsch delle performance televisive
alla profondita del racconto de “La donna
scheletro” fino alla parte finale in cui le
attrici si esibiscono nella piece vera e
propria.
Una sequenza di storie di difficoltà
adolescenziale di una figlia che si confronta
con la volontà di una madre/matrigna. Una
Grimilde perfetto prototipo dei mass media,
nella sua ricerca spasmodica e paradossale
della bellezza assoluta e omologata,
prevarica e ignora la difficoltà che la figlia
sta vivendo. Su una passerella sfilano come
indossatrici, due donne, madre e fglia,
innaturalmente fasciate in corpetti di rame,
rigidi tutù e tacchi altissimi; ognuna è alla
ricerca di una propria collocazione nella
relazione con il mondo e con gli altri e in
questa ricerca, fatta di scontri, sconfitte e
vittorie, la supremazia della chirurgia
estetica prevale.
Nella base sonora si riconoscono i rumori e le
frasi di una sala operatoria: chiedono
anestetico, antiemorragici, tamponi, filler,
sonde, garza….
Fino all’epilogo tragicomico che vede
riaffiorare i becchini di Amleto in procinto di
tumulare una salma davvero sorprendente.
Uno spettacolo che suggerisce riflessioni e
temi vicini agli adolescenti come la cura e
l’immagine del corpo,. il rapporto con gli
adulti e con i mass media.
Possibilità di organizzare
a scuola
lezioni aperte di breve o lunga durata per alunni
e/o insegnanti sull’utilizzo di strumenti musicali
nel teatro.
Possibilità di organizzare
a scuola
laboratori teatrali di breve o lunga durata per
alunni sui temi dello spettacolo.
22 e 23 novembre ore 10
Domenica 21 ore 18
Storia d’amore e di alberi
Thalassia
di Francesco Niccolini con Luigi D’Elia, scene Luigi
D’Elia
5 -10 anni
3, 4, 6, 7, 9 dicembre e dal 25 al 28
gennaio ore 10
Sabato 4 ore 21, domenica 5 e 8 dicembre
ore 18
La principessa Sirena
Teatro Kismet OperA
di Teresa Ludovico con Eugenia Amisano, Raffaella
Gardon, Marta Lucchini, Paolo Summaria, Valerio
Tambone co produzione Chậteau Rouge, Annemasse
versione originale Setagaya Public Theatre Tokyo
Da 8 anni
Un piccolo uomo dal passo da pinguino entra
in sala, si aggira nello spazio, chiede
conferma a chiunque incontri che lì troverà
dei bambini, che quello è un teatro, una
scuola, un festival, una piazza.
E' un po' confuso e soprattutto sporco.
Ha una valigia recuperata chissà dove, tenuta
insieme da spago e ricordi. Un barbone,
verrebbe da pensare. Eppure quando parla sa
essere molto tenero, e ti vien voglia di
ascoltarlo, tanto sembra indifeso e bisognoso
di aiuto.
Ma chi è? Quando la sala è definitivamente
piena, guarda i bambini, tira un grosso sospiro
e insieme alla sua valigia e alla sua strana
andatura va in proscenio. E’ evidentemente
emozionato: vorrebbe parlare ma ha paura.
Non trova il coraggio di iniziare. Poi,
finalmente, attacca e racconta, racconta,
racconta…
racconta di nuvole perdute, cieli e montagne,
ma soprattutto racconta di un grande uomo,
piccolo giardiniere di Dio, della sua poetica
resistenza e della sua ostinata generosità.
Racconta dell’uomo che piantava gli alberi.
Lo spettacolo, che prevede anche il
coinvolgimento dei bambini, è liberamente
ispirata al Romanzo di Jean Giono, L’UOMO
CHE PIANTAVA GLI ALBERI, un piccolo libretto
del 1980 diventato nel tempo un libro simbolo
per la difesa della natura e l’impegno civile,
un messaggio d’amore per l’albero e il suo
valore universale.
Il romanzo racconta del solitario pastore
Elzeard Bouffier che per amore (o forse per
cercare la felicità) comincia a piantare
querce in una terra desolata e aspra.
Lentamente e meravigliosamente il mondo
intorno a lui cambia come in una lenta e
silenziosa rivoluzione.
C’era una volta, nelle acque del mare, una
principessa sirena che cantava e un giovane
principe che annegava…lei lo salvò…lui la
baciò…io ti amo, tu mi ami…tu mi ami, io ti
amo…la coda e la voce per due gambe lei
barattò, ma lui un’altra ragazza, ahimè,
sposò!…sirena che, per amore, perse l’amore,
prima divenne schiuma e poi vapore…
Metà donna, metà pesce, la principessa sirena
scopre la sua diversità quando incontra
l’altro, quel principe di carne dolce che vive
di respiri. Li unisce la forza di un amore
impossibile e, per quel gioco proibito, lei
rinuncia alla sua natura e non è più
riconoscibile neppure dal suo amato. Solo
un’altra morte, un’altra trasformazione può
salvarla. Una storia che accompagna le nostre
continue metamorfosi, dove non c’è un
“vissero felici e contenti”, ma un finale così
come doveva essere, unico, come ogni cosa in
natura.
La principessa Sirena, ispirato a “La
Sirenetta” di Hans Christian Andersen, chiude
la trilogia, iniziata con Bella e Bestia e La
regina delle nevi, dedicata a bambini e
adulti, insieme a condividere la forza
narrativa e la dimensione magica della fiaba.
In un mondo sospeso e rarefatto, gli attori si
muovono con azioni danzate. E in questa
sospensione impalpabile, si appoggiano i
colori accesi dei personaggi, figure rubate
alla pittura settecentesca, che fluttuano,
cangianti, tra mare, terra e cielo.
Musica, danza, maschere e dialoghi si
fondono con armonia per creare uno
spettacolo lieve e visionario.
… “ai petali di ciliegio nel vento”…a quella
sospensione…a quello stupore prima della
caduta…a quella promessa del nuovo che
porta in sé sgomento e meraviglia…al fluire
incessante della vita.
Possibilità di
in lingua inglese
repliche dello spettacolo
Dal 13 al 18 e dal 20 al 22 dicembre ore
10
Dall’11 al 21 dicembre ore 21
Il malato immaginario
ovvero Le Molière imaginaire
Teatro Kismet Opera
regia, adattamento e riscrittura Teresa Ludovico, con
Augusto Masiello, Marco Manchisi, Andrea Fazzari,
Daniele Lasorsa, Ilaria Cangialosi, Michele Cipriani,
Cristina Mileti, arrangiamenti musicali Michele Di Lallo,
consulenza musicale Nicola Scardicchio, Leonardo
Smaldone
7, 8 gennaio ore 10
6 gennaio ore 18
Nel bosco addormentato
Bottega degli apocrifi
regia Cosimo Severo, drammaturgia Stefania Marrone,
con Livia Gionfrida, Fabio Trimigno, Vincenzo
Scarpiello, Aurora Tota, Stefania Marrone, musiche
Fabio Trimigno
6-11 anni
Da 13 anni
Fedele al testo originale, ma ricco di
invenzioni registiche Il malato immaginario di
Teresa Ludovico colloca un ossessivo e
infantile Argante sulla sommità di una
piramide, condannato a essere perno del
mondo farsesco che gli si muove tutto
attorno. Un delirio grottesco, popolato di
personaggi da commedia dell’arte che
abitano una casa dalle atmosfere meridionali,
piena di botole e passaggi segreti. Maschere
che si agitano in un mulinello a volte
assordante, una danza grottesca di quel
quotidiano stretto fra le pareti domestiche
dove ogni sussurro si amplifica, dove covano
intrighi, dove si fingono finzioni. Una serva
petulante, un fratello affidabile consigliere,
una figlia angelica, una moglie dark lady e
provocante, un giovane innamorato e medici,
tanti medici che millantano crediti. Infine,
espressione di quell'anima beffarda e
popolare così presente in Molière, la
maschera di Pulcinella deborda dal primo
intermezzo in cui il testo originale l'aveva
costretta per diventare il filo che lega la
finzione dello spettacolo alla vita dell'autore.
E il malato? Imaginaire… Un Malato
Immaginario in cui arte e vita si confondono e
si richiamano mettendo in scena la famosa
quarta replica, quella durante la quale
Molière - protagonista - alza gli occhi al cielo
e muore, consacrando la propria esistenza al
teatro. Fra l’Argante in scena e Molière c’è
una relazione misteriosa e profonda: la
comune
vocazione
immaginaria,
la
separazione dalla realtà. Che tipo di Molière
troviamo nello spettacolo? Il Molière del gioco
delle commedie, del teatro nel teatro, delle
farse, del travestimento; Il Molière che
prende
in
giro
la
“ridicolaggine
dell’umanità”, l’arroganza del potere; il
Molière che intreccia vita e arte.
Un bosco musicale fatto di alberi e sentieri, il
lamento di una regina infelice, l’avverarsi del
suo desiderio e una grande festa per la
nascita di una bambina con gli occhi grandi,
le labbra rosa e la pelle color della luna. E
avrebbero potuto vivere tutti felici e
contenti, e invece…era una festa troppo
bella, degna delle fate; una festa troppo
bella per la fata più brutta, quella che vive
da sola in una torre lontana, quella con
l’odore così forte che tutti le stanno lontani,
quella che a questa festa non è stata invitata.
Il suo desiderio di vendetta si sazia con un
incantesimo e, quando la bambina compie 16
anni, si punge con un fuso e cade
addormentata in un sonno lungo 100 anni, dal
quale solo l’amore vero, potrà svegliarla.
L’amore vero? Ma esiste? E come farà a
trovare una principessa che dorme nascosta in
un bosco da cento anni? E poi, saprà
riconoscerla? Si, il principe la trova, la
riconosce, è certo che sia lei la donna che ha
sempre cercato, e la bacia. E avrebbero
potuto vivere felici e contenti.. lo sappiamo
tutti! Quello che non sappiamo con certezza
è: come ha fatto quella principessa così bella
a restare giovane e bella in cento anni di
sonno? E la fata più brutta, è davvero cattiva
come sembra? E il principe? siamo proprio
sicuri che sia chi dice di essere? Quando la
storia sembra finita iniziano a svelarsi i
misteri e continua quel viaggio di scoperta
che non s’interrompe mai, fatto di tentativi e
di ripensamenti, di buoni che a volte peccano
di presunzione e di cattivi che forse non sono
solo cattivi.
Liberamente ispirato a Charles Perrault, ai
fratelli Grimm, a Tahar Ben Jelloun, a
Giambattista Basile, a Italo Calvino e a tutti
coloro che un giorno nel bosco hanno
incontrato la Bella Addormentata e ce
l’hanno raccontato
Dal 12 al 14 gennaio ore 10
In tumulto
Teatro Kismet OperA
regia Rossana Farinati con Ilaria Cangialosi, Bruno
Soriato, Annabella Tedone
Da 12 anni
Dal 20 al 22 gennaio ore 10
Domenica 23 ore 18
Kish Kush
Teatrodistinto
Tracce di un incontro. Spettacolo
finalista Premio Scenario Infanzia
2008
regia Laura Marchegiani con Daniel Gol, Alessandro
Nosotti
6-12 anni
Uno spazio circolare accoglie il pubblico che
siede tutt’attorno, molto vicino alla scena.
Due attrici e un attore abitano quel luogo:
sono tre adolescenti nella “terra di mezzo”,
quella terra sul confine fra infanzia ed età
adulta dove si fa esperienza di rotture e
ricomposizioni, dove si è “non ancora
compiuti”.
Tre adolescenti di fronte al proprio corpo che
muta, come muta il silenzio nell’intimità
della propria camera e cambia il rapporto
con l’adulto (lo scontro si fa aperto) e
l’amicizia si apre a nuove complicità, agli
affetti “per sempre”, al sussurrarsi i sogni su
un Altrove a venire e l’amore irrompe,
possente, con il desiderio e il timore
nell’incontro con il corpo dell’altro,
dell’altra.
Non viene raccontata una storia: la
narrazione procede per frammenti presi da
situazioni quotidiane di tre adolescenti. I loro
percorsi
s’intrecciano, si sovrappongono
permettendo allo spettatore di guardare quei
gesti di ogni giorno e di scorgere le emozioni,
le domande, le inquietudini che sotterranee
li fanno crescere.
La vicinanza allo spazio scenico permette al
pubblico un rapporto specifico con ciò che
accade. La relazione con gli attori è diretta,
a volte intima: come in un gioco di riflessi e
di rimandi questo spazio circolare include
sempre nello sguardo sia gli attori che, sullo
sfondo, gli spettatori.
Quante lingue esistono al mondo; che suoni
hanno?
Colui che parla in modo diverso, è diverso da
me?
Com'è fatto lo straniero? Quali sono i suoi
gusti?
Cosa posso creare insieme a lui?
Le infinite domande silenziose che possono
sorgere in un bambino, che si confronta con
un compagno di provenienza straniera, non
sempre trovano risposte.
Le
dinamiche
che
prendono
forma
nell'incontro con accenti, colori e modalità
differenti dalle nostre, necessitano di uno
spazio di riflessione, confronto e dialogo.
Il progetto Kish Kush, tracce di un incontro,
vuole essere una piccola finestra sul tema
della diversità culturale e linguistica,
attraverso il gioco del Teatro. Finalista a
Premio Scenario Infanzia 2008, nasce come
spazio dinamico tra due personaggi di
provenienze diverse, con l'obiettivo di
condurre i giovani spettatori verso una
riflessione e una discussione sul tema della
diversità. Kish Kush diventa per noi luogo
dell'immaginario, spazio neutro, che ospita
due personaggi divisi, che non parlano la
stessa lingua. Lo spazio di gioco, inizialmente
suddiviso in due parti, propone agli spettatori
due punti di vista differenti dell'azione.
Attraverso suoni, ombre, e oggetti usati in
modo simbolico, le due figure arrivano a
confrontarsi, abbattendo il delicato muro di
carta che li divide. Ha così inizio lo scambio,
che porta alla creazione di immagini e sapori
nuovi. Storia di silenzi, di timore della lingua
straniera, Kish Kush è uno scarabocchio a
quattro mani, luogo giocoso di chi riconosce
la meraviglia nell' incontro con la diversità.
1, 2 e 3 febbraio ore 10
7, 8 febbraio ore 10
Domenica 6 febbraio ore 18
Fuorigioco
Comteatro
regia di Claudio Orlandini di e con Michele Clementelli
Da 11 anni
C'è un allenatore in un quartiere di periferia
che insegue il sogno di compiere la grande
impresa sportiva: uscire dall'umiliazione
dell'ultimo posto in classifica occupato dalla
sua squadra, la Murialdina Football Club:
tutto il quartiere accompagna le sue imprese,
chiedendogli conto delle sue sconfitte sempre
più umilianti, anche i ragazzi cominciano ad
abbandonarlo e la sua vita sentimentale
subisce una minaccia di espulsione.
Lo spettacolo racconta dei giovani calciatori,
della loro provenienza, delle loro famiglie,
del gruppo di adolescenti che diventa un
pericolo, del loro linguaggio incomprensibile,
quello di chi si sente escluso… del quartiere
fatiscente, che rappresenta tutte le periferie
del mondo. Un campetto di periferia si fa
quindi simbolo, miniatura di un universo
umano, dove l’illusione si scioglie nel
fallimento e si annacqua nell’egoismo, nella
mediocrità, nella pigrizia dei furbi. La
panchina viene abitata da speranze e
passioni, e anche se non è questo il mondo
della vittoria, già nell’insuccesso esiste
l’andare avanti, che sia su un tappeto d’erba
o sulla strada della vita. E così accade con la
Murialdina: nonostante il fallimento giunga
inesorabile, resta sempre aperta la possibilità
del domani, che magari non sarà mai uno
scudetto (o anche solo una promozione), ma
sarà pur sempre un presente da continuare.
Fare parte di una squadra diventa una
vicenda epica, che ha bisogno di essere
raccontata, anche per chi fuorigioco ci vive
continuamente.
Robin Hood
Armamaxa/ Archelia
Di e con Giuseppe Ciciriello, Enrico Messina
7-12 anni
Robin Hood di Sherwood è il fuorilegge per
antonomasia, è ladro e brigante, bandito e
gentiluomo, il miglior arciere d’Inghilterra
che diventa, nella tradizione delle ballate
popolari, la figura di colui che si ribella alle
ingiustizie sociali e alle prepotenze dei
dominatori. Robin è dunque dalla parte dei
contadini e dei pastori: ruba ai ricchi per
dare ai poveri.
Difensore del popolo angariato dai potenti o
più semplicemente coraggioso furfante che
ignora i vincoli del diritto, Robin incarna in sé
l’aspirazione universale dell’uomo alla
libertà. Le sue gesta sono la ricerca, se non
l’affermazione, di una dignità umana che
riscatti una vita marginale e degradata.
Raccontare la storia di Robin Hood offre,
dunque, l’occasione di porgere ai bambini un
messaggio semplice ma di valore universale. Il
suo fascino antico è tutto da riscoprire ed è
sempre attuale, come vive ed attuali sono le
ragioni antiche e umane che ne stanno alla
base.
Con i modi di un teatro essenziale e un po’
d’altri tempi, fatto di scene povere costruite
con materiali semplici, i due attori parlano ai
bambini con il linguaggio del racconto per
riavvicinarli alla dimensione dell’ascolto;
evocano la storia di Robin e, come
cantastorie da piccolo borgo, la trasformano,
la inventano e ci giocano, se la cuciono
addosso e ci si ritrovano dentro bambini
impegnati ad arrampicarsi sugli alberi proprio
come Robin Hood e il suo compagno Little
John.
21, 22 febbraio ore 10
Domenica 20 febbraio ore 18
Il Gatto e gli stivali
Teatro Kismet Opera
testo e regia Lucia Zotti con Deianira Dragone, Nico
Masciullo, Monica Contini
4 e 5 marzo ore 10
Domenica 6 marzo ore 18
L’albero - Latoparlato
Con
Claudio Milani, Elena Gaffuri
3-8 anni
6-11 anni
Condito di una verve tutta originale, ironico e
divertente, ma al contempo pregno di quei
messaggi propri della fiaba, Il gatto e gli
stivali in versione Lucia Zotti attinge alla
storia popolare, riletta e personalizzata
grazie
alle
scelte
registiche,
all’interpretazione dei tre attori e alle
musiche originali.
Un giovane alle prese con l’assunzione di
responsabilità della propria vita viene
guidato e condotto al successo da un gatto
molto particolare. Il ragazzo che resta
orfano, non ha più la protezione del
genitore, deve decidere della sua vita da
solo. Egli ha bisogno di tutte le proprie
qualità per essere in grado di ascoltare gli
impulsi sacrosanti e rinnegare quelli devianti
Il padre muore e lascia in eredità i suoi pochi
e apparentemente poveri averi ai tre figli. Al
più giovane tocca il gatto di famiglia e il
ragazzo se ne lamenta considerandolo inutile
e soltanto sufficiente per una magra cena. Ma
il gatto che rappresenta la tenacia psichica,
l’istinto che non ha intenzione di finire
arrosto con le patate, mette in atto tutto il
suo ingegno per dimostrarsi straordinario e
indispensabile salvandosi, così, la vita.
Aiutato da un paio di stivali magici che gli
consentono
di
spostarsi
velocemente,
conduce il suo padrone al successo e alla
felicità.
“Con gli alberi... e con tutte le altre cose che
vivono, bisognerebbe passare il più bel tempo
possibile”.
I giorni hanno l'alba e il tramonto. Le
settimane vanno da lunedì a domenica. Gli
anni passano seguendo il ritmo delle stagioni.
Anche le vite finiscono. E anche le storie che
si raccontano. In questa storia ci sono: un Re,
una Principessa in età da marito e un Principe
Nero. Ma soprattutto ci sono: un giovane
servo che si chiama Carlo, il suo Albero
Magico... e la Morte. In un arco temporale
che dalla primavera arriva all'inverno, il servo
Carlo, per dichiarare il suo amore alla
Principessa,
dovrà
affrontare
diverse
avventure, fino alla più temibile: l'incontro
con la Morte.
Il tema principale dello spettacolo è quello
del “ciclo”: inizio, fine, nuovo inizio… e così
via. Come tutti gli uomini, anche i bambini
avvertono il grande ciclo della vita, e possono
comprendere cicli con dimensioni e durate
diverse. Da un punto di vista temporale, ad
esempio, i cicli piccoli rappresentano i giorni
(dì e notte), poi le settimane, i mesi, gli
anni… e i cicli grandi sono invece i secoli, i
millenni, le ere, ecc. La storia dell'Albero
vuole focalizzare l'attenzione sul fatto che
anche la vita è un ciclo e la morte ne è la
necessaria – se pur dolorosa – fine, preludio di
nuove nascite. Si vuole rappresentare il ciclo
del tempo mediante le stagioni e la vita
stessa dell’Albero: l’Albero nasce, cresce, si
espande.. e sopra di lui intervengono le
stagioni, portando altre trasformazioni.
Il grande Albero, elemento maestoso e
poetico al centro del palco, accompagnerà i
bambini nella comprensione di questa
delicata
tematica,
dimostrando,
con
l'alternarsi di eventi e stagioni, che il tempo
passa e che la morte è il necessario preludio
a una rinascita.
15, 16 e 17 marzo ore 10
30, 31 marzo, 1° aprile ore 10
Lezione cosmicomica
Orecchiabili
Giovani spiriti
La pulce
Regia Nico Masciullo con Bruno Soriato, Angela Iurilli,
Francesco Ocelli, Nico Masciullo
di e con Filippo Arcelloni – Antonio Russo – Enzo Valeri
Peruta
7-12 anni
Nico, Angela, Bruno, Francesco e Tea: ecco
come nascono le stelle. La lezione
cosmicamente lontana dalla noia accademica,
grazie anche a un famosissimo professore,
pure lui lontano lontanissimo dalla polvere
del sapere, ci spiega non solo le stelle, come
e perché, ma anche le galassie, il cosmo
intero e come si producono. Lo spettacolo
parte proprio dall'origine del mondo, degli
astri, del suono e della luce. E si sforza
anche di guardare un po' più in là, quando
nulla c'era, neanche una lucciola e per chi si
ricorda di quando non c'era niente si
ricorderà anche che prima di tutto, prima di
ogni cosa, una cosa in realtà c'era: il
professor E.
Questo buffo personaggio, liberamente
ispirato al protagonista delle Cosmicomiche
di Italo Calvino, era lì davvero, sin dai tempi
in cui niente ancora esisteva. C’era
nell’istante del Big Bang. Lo si poteva
scorgere a districarsi tra la polvere meteorica
e violentissimi sbuffi di gas qualche miliardo
d’anni dopo. C’era, quando l’unico posto da
abitare erano le stelle, e subito dopo, quando
la Terra era una piccola zolla di cui prendersi
cura.
Forse se la fisica moderna é giunta a spiegare
l’origine di tutto ciò che ci circonda, lo si
deve un po’ anche a lui. Attraversando la sua
vita, le verità più difficili diventano intuitive,
e la fisica appare una scienza cui è possibile
affezionarsi.
Da 12 anni
Negli ultimi anni è emerso con chiarezza
l’abuso di alcool da parte degli adolescenti.
Ciò è facilitato dal basso costo e dall’ idea di
una possibile ed innocua “convivenza” con la
dipendenza.
L’informazione
scarsa
e
inadeguata porta a sottovalutare i rischi fisici
e psichici che ne derivano.
Bere per facilitare le relazioni sociali, in
particolar modo con l’altro sesso. Bere per
divertirsi di più, per esagerare. Bere per
sentirsi inseriti nel gruppo. Bere per
imitazione. Bere per abitudine. Bere per
noia.
Abbiamo accettato la sfida di incontrare gli
adolescenti nel loro mondo, con l’obiettivo di
educare i giovanissimi ad un uso limitato e
corretto delle bevande alcoliche, sviluppando
in loro un senso critico verso il
“bombardamento” mass-mediatico.
Una trasmissione radiofonica con pubblico dal
vivo, dal ritmo sostenuto, con uno stile
ironico, a tratti quasi irriverente. Sempre col
preciso intento di parlare chiaro ai ragazzi e
indurli alla riflessione.
All’interno di questo “contenitore”, accanto
a dati significativi rivelati da ricerche nel
settore e alla moltitudine di informazioni
sull’argomento (spesso contrastanti), trovano
spazio momenti di comicità, personaggi al
limite del credibile, sketch e pubblicità
“regresso”.
Ilarità e coinvolgimento diretto del pubblico
si alternano a sospensioni cariche di
emozioni, per toccare gli ambiti in cui si
manifestano maggiormente le problematiche
alcol-correlate: le relazioni sentimentali, il
rapporto con la famiglia, il lavoro, la guida di
automezzi o motocicli.
4, 5 aprile ore 10
Domenica 3 aprile ore 18
15 e 16 aprile ore 10
Domenica 17 aprile ore 18
Orchetto
Accademia perduta
Il volo di Icaro
Tib Teatro
di Su zanne Lebeau con Claudio Casasdio, Daniela
Picari, musiche originali Marco Biscarini allestimento
scenico Marcello Chiarenza
Drammaturgia e regia Daniela Nicosia, con Vania Bortot
Labros Mangheras
7-14 anni
L’Orchetto vive solo con sua madre in una
casa nel cuore di una foresta impenetrabile,
in un luogo ritirato, lontano dalla comunità
del vicino villaggio. Pensa di essere un
bambino come tutti gli altri ma, il primo
giorno di scuola, i suoi compagni si accorgono
subito della sua diversità: è il figlio di un orco
che, però, una madre amorevole ha cresciuto
con
infinita
tenerezza.
Per
sfuggire
all’attrazione irresistibile che prova per il
sangue fresco, l’Orchetto dovrà affrontare tre
difficili prove, dalla cui riuscita dipenderanno
la sua crescita, la sua trasformazione e la sua
salvezza. Se saprà superare queste prove, il
coraggioso protagonista potrà esaudire il
grande sogno di essere accettato, con tutte le
sue differenze e le sue contraddizioni,
all’interno della comunità del villaggio.
L’Orchetto, con i suoi sei anni, la sua forza
straordinaria e la sua terribile eredità, ci
riconcilia con la nostra parte oscura, in una
storia che racconta la diversità ma anche la
forza di lottare per cambiare se stessi, per
affermarsi e per vincere i propri limiti.
Un racconto tenero che attinge la propria
ispirazione dalle fiabe popolari ed è portato
sulla scena grazie alla scrittura fine ed
intelligente della grande autrice per ragazzi
Suzanne Lebeau.
L’allestimento, creato appositamente da
Marcello Chiarenza, si avvale di un utilizzo
magico dello spazio teatrale, in cui gli attori
si muovono con leggerezza ma anche con
drammaticità ed il gioco di scena prevede un
susseguirsi di piccole magie, un’evoluzione di
continue suggestioni visive e sonore, che
avvince lo spettatore, fino allo scioglimento
finale.
Le musiche originali, infatti, pensate per
accompagnare un forte impatto emotivo,
creano un sottofondo che sottolinea la
drammaticità dei vari momenti dello
spettacolo.
6-10 anni
Un papà e suo figlio. L’alchimia di un legame
profondo che dalla prima infanzia ci
accompagna per tutta la vita.
Nella nostra storia il papà si chiama Dedalo,
fa l’inventore e passa ore e ore rinchiuso nel
suo studio, mentre il piccolo Icaro, il figlio,
occhioni azzurro cielo spalancati, lo osserva
curioso, discreto e a tratti indiscreto…
Aspetta Icaro, come ogni bambino, aspetta il
tempo che il papà potrà dedicargli… aspetta
la passeggiata della sera sulla scogliera,
insieme, papà e figlio, nel vento.
Lassù il papà gli ha rivelato i segreti delle api
e le sue segrete ambizioni e in quelle sere,
Icaro si è sentito felice… Finché un giorno imprigionati entrambi da Minosse, il terribile
re di Creta che accusa Dedalo di tradimento padre e figlio, si ritroveranno insieme con una
infinità di tempo da condividere. Loro due
soli, rinchiusi nel labirinto, la prigione a cielo
aperto, inventata dallo stesso Dedalo, da cui
è impossibile uscire.
Ma tu papà puoi tutto! Sei il mio papà e sei
anche inventore, dai inventa un’invenzione…
trova la soluzione!
Ora Dedalo e Icaro, occhi negli occhi, soli,
sotto quell’azzurro cielo di quel cielo
speciale, cielo di Grecia, che se alzi un dito ti
pare che lo puoi toccare, cercano insieme
una via d’uscita. Ora padre e figlio sono
davvero insieme, perché insieme progettano
il loro futuro…
Lo spettacolo intende avvicinare i più piccoli
al mito… storie antiche che grazie ad un
accurato lavoro di scrittura drammaturgica
sanno parlare anche oggi di temi universali.
Una narrazione semplice e giocosa che porta
in scena l’avventura di Icaro, un bambino che
sogna fin da piccolo di volare, un bambino
che come tutti i bambini si nutre di sogni
impossibili… un bambino curioso che vuole
scoprire il mondo e cerca di farlo chiedendo
spiegazioni e certezze al padre, il suo punto
di riferimento.
Botteghino matinée
Scuole materne elementari e
medie €4.50
domenica 20 febbraio ore 18
Il Gatto e gli stivali - Teatro Kismet Opera
testo e regia Lucia Zotti con Deianira Dragone, Nico Masciullo,
Monica Contini
da 6 anni
domenica 6 marzo ore 18
Le prenotazioni agli spettacoli si possono
effettuare a partire dal 13 settembre
tramite l’apposito modulo da inviare via mail
L’albero - Latoparlato
Di Claudio Mlani, con Claudio Dilani e Elena Gaffuri
da 3 anni
domenica 20 marzo ore 18
Il giardino di primavera
Teatro Kismet Opera
Le domeniche per le
famiglie.
Un pomeriggio in cui genitori e bambini insieme entrano nelle
botteghe del teatro, partecipando attivamente ad alcuni dei
mestieri dello spettacolo.
Per tutti
domenica 3 aprile ore 18
Sabato 6 ore 21 e domenica 7 ore 18
Il viaggio di Arjun - Teatro Kismet OperA
Orchetto - Accademia perduta
di Su zanne Lebeau con Claudio Casadio, Daniela Picari,
musiche originali Marco Biscarini
Testo e regia Lucia Zotti e Monica Contini, con Monica Contini
e Lucia Zotti, progetto musicale Cesare Pastanella
da 7 anni
da 7 anni
domenica 17 aprile ore 18
Il volo di Icaro - Tib Teatro
Domenica 21 ore 18
Storia d’amore e di alberi – Thalassia
Drammaturgia e regia Daniela Nicosia, con Vania Bortot Labros
Mangheras
di Francesco Niccolini con Luigi D’Elia, scene Luigi D’Elia
da 6 anni
da 5 anni
Sabato 4 dicembre ore 21
domenica 5 e 8 dicembre ore 18
La principessa Sirena – Teatro Kismet
OperA
di Teresa Ludovico con Eugenia Amisano, Raffaella Gardon,
Marta Lucchini, Paolo Summaria, Valerio Tambone co
produzione Ch teau Rouge, Annemasse versione originale
Setagaya Public Theatre Tokyo
da 8 anni
19 dicembre ore 18 e 6 gennaio ore 11.30
Il nuvolo di Aiscé – Orecchiabili
di Nico Maciullo, con Nico Masciullo e Deianira Dragone
da 4 anni
6 gennaio ore 18
Nel bosco addormentato – Bottega degli
apocrifi
regia Cosimo Severo, drammaturgia Stefania Marrone,
con Livia Gionfrida, Fabio Trimigno, Vincenzo
Scarpiello, Aurora Tota, Stefania Marrone, musiche
Fabio Trimigno
da 6 anni
domenica gennaio 23 ore 18
Kish Kush – Teatrodistinto
regia Laura Marchegiani con Daniel Gol, Alessandro Nosotti
da 6 anni
domenica 6 febbraio ore 18
Robin Hood
Armamaxa/ Archelia
Di e con Giuseppe Ciciriello, Enrico Messina
da 7 anni
Kismet Argento
Cerchiamo persone inossidabili…
per formare un gruppo attivo che abiti
insieme a noi il teatro, persone creative che
vogliano animare il foyer nelle domeniche
pomeriggio dedicate ai ragazzi, realizzando
piccole attività artistiche insieme prima e
dopo lo spettacolo in cartellone.
Pensiamo a nonne e nonni che hanno
esperienza e qualità di relazione con i
piccoli, pensiamo a chi è in pensione ma ha
tanto da dare, a chi è attivo nel volontariato
o nel sociale. O pensiamo a chi,
semplicemente, abbia voglia di incontrare gli
altri attraverso il teatro e di far crescere il
senso di comunità che vorremmo tenere
vivo.
Ti invitiamo a venire all’incontro lunedì 21
settembre alle 17.00 al Teatro Kismet
OperA in strada San Giorgio martire 22/F,
Bari.
prenota dal 2 settembre la tua presenza
telefonando allo 080.579.76.67
interno 126 (Cristina) o interno 127 (Karin)
Laboratori per insegnanti e alunni
Dal 9 settembre, a tappe fino a maggio
Fino al Maggio
Condotto da Cristina Bari, Karin Gasser, Lucia
Zotti
Un percorso di collaborazione tra teatro
escuola a tappe.
Un percorso di collaborazione tra il Teatro
Kismet e le scuole, che si realizzerà a tappe
durante tutto l’anno scolastico e si
concluderà con un un’azione pubblica
collettiva che coinvolgerà direttamente i
bambini al Maggio all’infanzia 2011.
Un percorso in cui si penserà, si lavorerà
insieme, artisti e insegnanti, per avvicinare i
ragazzi al teatro e ai processi creativi in una
esperienza forte di condivisione.
Si inizia il 9 settembre alle ore 9.30, ma dopo
quella data possono aggiungersi altre scuole.
Dal 25 al 30 ottobre 2010 e in seguito in date
da concordare
Incontri thé a scuola
Con gli artisti del Teatro Kismet
Incontri rivolti a docenti da realizzare a
scuola
Una conversazione, un thé da prendere
insieme e alcuni esercizi teatrali semplici.
Tutto si svolge nell’arco di un pomeriggio che
una piccola equipe di artisti del Kismet viene
a proporvi a scuola, con la sola ragione di
conoscere e riflettere insieme a voi.
Per le scuole di ogni ordine e grado
Bones/Ossa
Condotto da Lucia Zotti, Monica Contini, Lello
Tedeschi, Cristina Bari, Rossana Farinati
Percorso teatrale per alunni da realizzare a
scuola
Forma estesa.
Il percorso esteso comprende: la visione dello
spettacolo Bones e di un video; un lab. di
scrittura, uno di improvvisazione teatrale,
uno sugli spazi e le scene, e in conclusione
una dimostrazione finale. Totale 17/20
incontri
L’ultima sessione del progetto sarà intensiva
e gli incontri saranno dedicati esclusivamente
alle prove per la dimostrazione finale.
Forma intensiva
Il percorso intensivo comprende: la visione di
un video; un lab. di improvvisazione teatrale
e la partecipazione degli studenti del
laboratorio allo spettacolo Bones.
Totale incontri:4/6
Per le classi seconde e terze delle scuole sec.
di 1° grado
Body and soul
Condotto da Lucia Zotti
Laboratorio teatrale per alunni e/o
insegnanti da realizzare a scuola
I partecipanti vengono accolti, fatti sedere e
guidati ad un lavoro semplice ma efficace,
sulla mobilità delle braccia e delle spalle. Un
benefico
vivificarsi
della
circolazione
omero/scaporale che si propagherà al collo e
alla testa, produrrà una sensazione di
morbido, tiepido fluire di energia.
E’ l’inizio perché il corpo possa imparare ad
esprimersi meglio:
Sulle note del famoso brano swing degli anni
‘20/’30,
“Body
and
soul”
appunto,
immortalato dall’esecuzione di vari grandi
artisti del jazz, avvicendandosi nei ruoli di
spettatori e attori, i partecipanti saranno
stimolati alla produzione volontaria di
piccole, semplici azioni che racconteranno
momenti di vita, esperienze legate al corpo e
all’anima.
La particolarità di questo percorso, che si
concluderà con una performance da
presentare a fine corso, sarà quella di
sperimentare la possibilità di creare un
piccolo spettacolo che non utilizzi la parola
scritta e orale, né durante il percorso, né nel
prodotto finale.
Movimento creativo
Condotto da Rossella Diana
Il laboratorio si svolgerà a teatro ed è
rivolto a insegnanti e a chiunque voglia
approfondire una riflessione sul corpo e sul
movimento.
Per vivere una esperienza di gruppo piacevole
e stimolante, per ascoltare meglio il proprio
CORPO e riscoprire il desiderio di essere noi
stessi, per ricominciare a giocare e
dimenticare almeno per un attimo le tante
cose da fare, per darsi la libertà di danzare
ed esprimersi senza troppe restrizioni, per
comprendere e parlare il linguaggio della dea
che è dentro ogni persona.
Il percorso è finalizzato ad un esito finale
pubblico.
A partire dal tumulto
Condotto da Rossana Farinati
Laboratorio per alunni adolescenti
realizzare a scuola
da
Il progetto In tumulto si propone come
esplorazione della terra dell’adolescenza, la
terra di mezzo che, nella mitologia greca, è
custodita da Artemide. Nel laboratorio si
partirà dallo spazio scenico e da alcuni
frammenti del testo dello spettacolo per poi
cercare e seguire le tracce dei ragazzi,
arrivando ad una sorta di riscrittura e rimessa
in scena che racconti i loro mondi, l loro
tumulti.
primarie e secondarie di primo grado della
città di Bari, con la partecipazione di docenti
delle rispettive scuole. Gli esiti del progetto
tendono a rafforzare una cultura del dialogo,
della relazione e dell’integrazione in special
modo all’interno degli Istituti Scolastici, con
estensione al territorio che li ospita.
Maggio all’infanzia 2011
Il teatro, con le produzioni più interessanti
del panorama internazionale, dal teatro di
figura
alla narrazione, dal teatro di
animazione al teatro d’attore, è protagonista
principale di una fitta programmazione
dedicata al pubblico di ragazzi e delle loro
famiglie. Ma non solo. Quello che rende il
Maggio all’Infanzia un festival unico in Italia
è il suo essere momento di raccordo fra tutte
le arti che mettono al centro l’infanzia.
Piazze e teatri, luoghi deputati allo
spettacolo ma anche spazi nuovi e inusuali si
aprono all’arte. Il festival Maggio all’infanzia
crea, nelle diverse giornate in cui si sviluppa,
una grande rete dentro e fuori la città. Una
festa che la reinventa
e permette di
scoprirne le sue bellezze, il patrimonio
artistico e culturale, attraverso gli occhi e i
suoni dell’infanzia
I linguaggi dell’Integrazione
Teatrale
Progetto speciale di formazione
I Linguaggi dell’Integrazione Teatrale è un
progetto che si annovera fra le esperienze di
eccellenza di collaborazione interistituzionale
fra Pubblica Amministrazione e Teatro. Propone
un laboratorio teatrale integrato – rivolto a
ragazzi diversamente abili e non – il cui
obiettivo principale è sperimentare forme
nuove di relazione nella pratica educativa.
Il percorso si realizza da oltre dieci anni
presso il Teatro Kismet OperA, e coinvolge da
dodici a sedici ragazzi (parte dei quali in
condizione di diversa abilità) di scuole
Per modalità e costi dei
laboratori e
per altre informazioni
Teatro Kismet OperA strada san Giorgio
Martire 22/f – Bari
Info 080/579.76.67 int. 127/111
[email protected]
www.teatrokismet.org
Scarica