verbale incontro forum per l`educazione musicale con berlinguer

VERBALE INCONTRO FORUM PER L’EDUCAZIONE MUSICALE - BERLINGUER
MIUR sala ex URP- Roma –viale Trastevere 76/a - 5 marzo 2012
Il giorno 5 marzo 2012 alle ore 14.30 nella sala ex URP del Ministero dell’Istruzione Università e ricerca in
viale Trastevere 76/a si svolge un incontro fra le Associazioni aderenti al Forum per l’educazione musicale e
l’On. Luigi Berlinguer.
Sono presenti L’on. Luigi BERLINGUER, la Dott.ssa Gianna Ferrante e la Dott.ssa Daniela Morzilli della
segreteria del Comitato nazionale per l’apprendimento pratico della musica, il Prof. Tonino Proietti
rappresentante del nucleo tecnico operativo del Comitato, il coordinatore del Forum e segretario della seduta
Annalisa Spadolini e le Associazioni qui di seguito rappresentate:
AIDSM
AIF
AIJD
AIKEM
CAM
per CANTASCUOLA
per COMUSICA
per CSMDB E MUSICHERIA
FENIARCO
IL SAGGIATORE MUSICALE
LIBERENOTE RAPPRESENTA
per MUSICA IN CULLA
OSI-ORFF Schulwerk
SIEM
SPM TESTACCIO
DONNA OLIMPIA
Marco FEDI
Mirco BESUTTI
Luigi MORSELLETTO
Eleonora GIOVANARDI
Luisa DI SEGNI
Isa D’ALESSANDRO
Maurizio BOVERO
Teresa SAPPA
Bruna LIGUORI VALENTI
Francesco GALTIERI
Annalisa SPADOLINI
Giovanni PIAZZA
Alvaro VATRI
Luca AVERSANO
Francesco GALTIERI
Giovanni PIAZZA
Giovanni PIAZZA
Maurizio SCIUTO
Giuliana PELLA
Francesco GALTIERI
Assenti:
ADUIM
CENTRO GOITRE
DDMGO
FIM
CDM
AIGAM
Interviene l’On. Berlinguer il quale comunica alle Associazioni che l’Impegno del Comitato nazionale per
l’apprendimento pratico della musica procede nel suo impegno di proposizione
In questi ultimo 15 anni l’orizzonte nelle scuole è cambiato. Soprattutto nelle scuole del primo ciclo anche
grazie alle attività progettuali musicali che si sono svolte e tuttora si svolgono, si è creato un humus fertile
che ha in qualche modo cambiato quella che finora è stata la percezione e la concezione di educazione
musicale come entertainment. Non solo gli operatori del settore ora ma anche le famiglie sono favorevoli al
cambiamento e iniziano a chiedere che le attività musicali entrino nel curricolo effettivamente in forma stabile
e continua e con personale specializzato. Siamo in un periodo di difficoltà economiche e il Comitato è
riuscito a sviluppare una nuova sensibilità da parte dell’Amministrazione. Il mondo stesso della musica, dei
musicisti ha esercitato una pressione insufficiente, il mondo della musica forse non ha ancora capito
l’importanza per la rivoluzione di politica culturale che stiamo facendo.
Il Comitato nazionale musica ha ottenuto con grande fatica un decreto ministeriale del Ministro dell’Istruzione
( il D.M .n. 8/11 ) del quale viene sottovalutata la portata, questo Decreto ha fatto una breccia, ha introdotto
un’apertura istituzionale, per ora riguarderà un numero basso di scuole ma si prevede una espansione. Non
ci sono provviste finanziarie sufficienti, è vero, ma questa non è una ragione per non considerarne la
potenzialità.
L’obiettivo è quello della curricularizzazione e per questo lo Stato che è il titolare di tale curricularizzazione
se ne deve occupare ma, c’è bisogno di fare sforzi in più, c’è bisogno di collaborazioni con tutte le Agenzie
formative, con il mondo dell’Associazionismo, con gli E.E.L.L. con le Regioni. Ognuno deve mettere risorse
per raggiungere questo obiettivo. Attraverso Convenzioni e protocolli d’intesa , è possibile convergere verso
un unico obiettivo. Nella scuola primaria è possibile che si inizi a praticare la musica in modo curriculare e se
non ci saranno maestri generalisti provvisti di titoli , sarà necessario affiancarli con personale specializzato,
ma sempre con l’obiettivo della curricularizzazione.
Il Prof. Berlinguer conclude il suo intervento chiedendo quindi al Forum di sentirsi coinvolto in questo
processo e dichiarando la sua disponibilità ad appoggiare il Forum e tutte le Associazioni ivi rappresentate
affinché le forze che rappresentano le Associazioni e l’obiettivo della curricularizzazione diventino bene
comune.
Interviene Annalisa Spadolini che a nome del forum ringrazia il prof. Berlinguer dell’invito e presenta i
referenti delle Associazioni presenti e rappresentate nella riunione. Riferisce al professore gli obiettivi del
Forum e le più importanti azioni intraprese e le iniziative che si propone di attuare nel prossimo futuro , in
particolare la Firma di un Protocollo d’intesa con la Direzione generale del personale scolastico del MIUR
che ha già dimostrato, nella persona del Dirigente Piscitelli interesse a favorire le condizioni per la sua
realizzazione.
Interviene Francesco Galtieri che ringrazia il Prof. Berlinguer per l’opportunità concessa con l’incontro e
tiene a rappresentare le criticità e le richieste delle associazioni nei confronti del Comitato:
1- in che misura il Professore ed il Comitato possono sostenere la firma di Protocolli d'intesa tra Ministero e
Associazioni del Forum, quali passi si intendono intraprendere
2- Come il Comitato intende rapportarsi con il Forum e se ha intenzione di stabilire ad esempio incontri
periodici od altro
3. In merito alla formazione degli insegnanti se il Comitato ha già recepito le istanze contenute nel
documento del Forum "La formazione musicale degli insegnanti delle scuole dell'infanzia e primaria" (ottobre
2011), e quali passi si possono fare.
4- Anche in relazione ad alcuni recenti accadimenti se sia intenzione del Comitato di richiedere formalmente
al Ministero di essere informato su tutti gli atti inerenti le proprie finalità? E in che misura sia possibile
divulgare al Forum e tramite il Forum il mondo dell'Associazionismo su questi atti?
Infine Galtieri dichiara la disponibilità ad azioni comuni per stimolare l’interesse delle istituzioni ed anche
delle forze politiche che risultano tutte altamente indifferenti alle questioni dell’educazione musicale per tutti.
Interviene Alvaro Vatri il quale afferma che le Associazioni componenti il Forum con le loro specificità e con i
diversi livelli di diffusione territoriale rappresentano un importante ( e imponente) Agenzia di Educazione
Musicale i cui principi sono la “trasversalità” (generazionale, sociale, culturale, economica ed etnica), lo
spirito del “dono”, la complementarità, la sussidiarietà, la sperimentazione, l’innovazione, la valorizzazione e
la messa in comune delle “buone pratiche”. Esse rappresentano inoltre una opportunità professionale ed
economica per i musicisti usciti dai conservatori. Con la loro attività quindi riaffermano e danno piena
attuazione al “Diritto all’educazione musicale” inteso come “un diritto fondamentale dell’uomo”, la cui
importanza è stata più volte ribadita, vedi il recente Forum Mondiale di Tallin, in cui si è affermato che il
grado di cultura, accanto al Pil, deve essere preso come indicatore del benessere di un paese. Il Forum ha
offerto (e continua ad offrire) alle Associazioni che lo compongono l’opportunità di un lavoro sinergico e di
“rete” per consolidare e valorizzare le esperienze più significative, coadiuvandole ad individuare ed attuare
una “politica di indirizzo” sempre più condivisa e sinergica. Le Associazioni inoltre rappresentano dei
“sensori” vivi, aggiornati in “tempo reale”, terreno di sperimentazioni, laboratorio di elaborazione di pensiero,
strumenti di monitoraggio e sensibilizzazione diffusi capillarmente. Vatri chiede come sia possibile che
questa “voce” non sia ascoltata (nel senso di "interpellata"), o ascoltata per ultima, a cose fatte: si chiede se
questo atteggiamento non sia uno sciupìo di risorse umane e intellettuali e di esperienze importanti. Infine a
nome del forum esprime l’auspicio che ci sia una capitalizzazione di queste opportunità da parte
dell’Istituzione nell’interesse della crescita culturale e civile del nostro paese. In quest’ottica il Forum darà il
suo contributo fattivo, tramite l’atteso protocollo di intesa con il MIUR e rimane a disposizione, nel suo
complesso e nelle diversità dei suoi componenti (che rappresentano un valore aggiunto) il proprio patrimonio
di esperienze.
Interviene Luca Aversano che invita i presenti a riflettere sulla possibilità di individuare una prospettiva
comune che contemperi, ma allo stesso tempo faccia salve le articolate posizioni e specificità dei membri del
Forum. Si sofferma inoltre sulla opportunità di considerare le problematiche che riguardano l'educazione
musicale nel quadro generale del sistema formativo italiano, evitando di assecondare il naturale impulso
verso l'autoreferenzialità tecnica della disciplina. Le radici del nostro sistema formativo - prosegue Aversano
- affondano infatti nella tradizione dei saperi letterari, pregiudizialmente ostile all'inclusione dei linguaggi
artistici "non scritti" (in particolare della musica) nel novero delle discipline del curricolo scolastico. Ne
consegue che 1) la battaglia per l'allargamento e il consolidamento della musica nella scuola è di carattere
primariamente culturale; 2) è necessario un approccio capace di interfacciarsi e di facilitare il dialogo con le
altre e più forti componenti disciplinari del curricolo.
Interviene il Prof. Berlinguer che ringrazia molto gli intervenuti e :
1- si impegna ad esercitare pressioni con il MIUR affinché il protocollo FORUM –MIUR possa essere
realizzato e firmato ed auspica che la firma sia affidata al Capo Dipartimento e non solo alla
Direzione generale del personale
2- Informa il Forum che uno degli obiettivi per la curricularizzazione della musica nella scuola primaria
prevede la firma di una Convenzione fra MIUR e Conferenza Stato Regioni
3- Rispondendo a Galtieri afferma che questa iniziativa potrebbe inserirsi come elemento di periodicità
e la collaborazione diventare in questo modo più fattiva
4- Rispondendo a Vatri sostiene che la curricularizzazione dovrà riguardare circa 8.000.000 di alunni e
quindi è necessario che le Associazioni entrino dentro questo orizzonte. Il cambiamento vuole non
più un coro in ogni scuola ma un coro in ogni classe
5- La preparazione professionale degli insegnanti è l’intervento più importante da attuare per avere
personale motivato e coinvolto
Interviene Marco Fedi il quale sostiene che il problema di un approccio "esaustivo" alla musica è
fondamentale. Non si tratta appunto di lottare per imporre come predominante un preciso e particolare
aspetto dell'"universo musica" (tanto vasta è la realtà di questa arte/disciplina) e quindi dell'educazione
musicale, né di pensare di aver trovato l'unica giusta ricetta per insegnare la musica cassando
conseguentemente tutto il resto, bensì di mettere a disposizione, sia attraverso la scuola pubblica che anche
grazie alle attività del terzo settore, come abbiamo discusso, un'offerta formativa che sia la più completa
possibile, ricordandoci che se la musica è, tanto più per l'infanzia, una fondamentale esperienza emotiva,
psicomotoria, relazionale e comunicativa, nondimeno essa è anche un'arte, non solo tecnica e pratica quindi,
per cui non può esistere solo un mondo didattico di educazione al sonoro e alla pratica vocale/strumentale
senza - al contempo - una responsabile e imprescindibile educazione all'arte, che non è moda di questo o di
quel tempo, né qualcosa che gli innovatori di qualsiasi tempo e luogo possano riporre nel baule delle cose
vecchie. In questo senso vedrei solo come una questione di "buonsenso" (ancor più in un Paese come il
nostro, depositario di così tanta arte, anche musicale, che non mi stancherò mai di ripetere essere
"patrimonio dell'umanità") che si tornasse a valutare la presenza nei licei della storia della musica, a fianco citando le parole di Piazza - della storia della letteratura, dell'arte, della filosofia ecc. L'errore di fondo credo
piuttosto si compia quando si associa alla parola "storia" l'insegnamento cattedratico, frontale, lineare e
povero di stimoli... nulla vieta infatti di intendere la storia della musica come attività che sia per i ragazzi
anche di ricerca, di ascolto (quanto è importante l'educazione all'ascolto e quanto trascurata! E come al pari
del suonare uno strumento può trasmettere passione per la musica in bambini e adulti), un'attività di analisi e
confronto, e persino un'attività multimediale se vogliamo (l'opera lirica è ad esempio già in sé tale), quindi
fruibile anche, e perché no, tramite le tecnologie. Né qualcosa ci vieta di applicare all'insegnamento della
storia della musica certe metodologie euristiche e attive che ben conosciamo e che sono tanto importanti e
motivanti per i ragazzi, in quanto credo che tali metodologie siano competenze di un insegnante, applicabili a
qualsiasi cosa, e non derivanti dalla qualità di certi soli e precisi contenuti. Nemmeno, infine, si può pensare
di suonare uno strumento, per professione o per diletto, senza conoscerne uno stralcio di repertorio, senza
sapere come è stato suonato, inteso e interpretato nel corso della storia o come i professionisti attualmente
lo suonano (non dobbiamo cioè far conoscere solo quel poco che i ragazzi riescono a fare o la loro nave si
arenerà già nel porto). Dubito anche che, dati certi stimoli selettivi e non esaustivi ai bambini, si otterranno
poi degli adulti appassionati di musica e frequentatori di concerti, capaci da soli di approfondire e
comprendere la musica nei suoi molteplici aspetti. Non lottiamo quindi sui contenuti da integrare o escludere
ma semmai sulle metodologie più o meno appropriate e applicabili e sugli strumenti e canali utilizzabili. E se
qualcosa è stato ad oggi penalizzato a favore di altro mi sembra semplicemente giusto prestargli adesso
rinnovata attenzione.
Interviene Isa D’Alessandro la quale ringrazia il Professore per aver affermato che l'educazione musicale e
l'educazione strumentale non devono essere concepite in modo elitario. in questa direzione i metodi storici
come Dalcroze e Orff sono da considerare approcci molto adatti, poiché permettono di lavorare con i gruppi
e preparano il terreno all'eventuale studio di uno strumento. Anche se non si parla di solo strumento ma di
un approccio globale alla musica. Aggiunge di aver visto, in 19 anni di insegnamento nella scuola di
didattica della musica, ben pochi insegnanti elementari iscriversi a questa specializzazione e quindi si chiede
se ci sia un congruo numero di maestri elementari titolati come vuole il decreto.
Interviene Giovanni Piazza si riallaccia al Progetto speciale musica, che portò all'istituzione dei Laboratori
musicali. Un progetto nato da un esame dello stato di cose, delle esigenze e delle priorità, corredato poi
da una verifica in itinere capillare e sistematica. In quel caso il Comitato appositamente istituito dall'allora
ministro Berlinguer, ed essendone egli stesso l'interlocutore istituzionale, godette ovviamente di
attentissimo ascolto e di potere propositivo. Considerando sia la difficile situazione politica ed economica
generale che l'attuale interlocutore istituzionale, quale può essere il potere propositivo dell'attuale Comitato?
Alle ore 16.00 il Professor Berlinguer lascia la seduta.
Interviene la professoressa Di Segni Jaffè che afferma la necessità che l’educazione musicale si inizi nella
scuola dell’infanzia. La professoressa sostiene che è’ vero che la musica, in quanto bene artistico culturale,
deve far parte dell’educazione di tutti ma rileva che se parliamo di educazione si parla di funzione
formativa: una didattica della musica appropriata porta allo sviluppo di facoltà quali attenzione,
concentrazione, memoria, coordinazione, socializzazione, creatività, struttura temporale, ecc. e al
collegamento con altre materie ( matematica, lettere, ecc) . La musica deve avere un posto di uguale
importanza delle altre materie. La formazione degli insegnanti è una cosa molto delicata e molto lunga. Non
basta un corsetto di aggiornamento , e di questo nel protocollo che si intende firmare se ne dovrà tener
conto. La professoressa si chiede anche se i corsi di aggiornamento che le Associazioni tengono, (con
molto entusiasmo, fatica e senza alcun supporto finanziario), verranno riconosciuti e considerati.
Interviene di nuovo Giovanni Piazza che delinea lo stato generale, tuttora così disarticolato e diseguale,
dell'istruzione e dell'educazione musicale, la sua assenza in forma curricolare in particolare dalla scuola
elementare e dal liceo, lamentando soprattutto la difficoltà di procedere a un confronto sistematico,
competente e costruttivo con l'istituzione allo scopo di colmare tale vistosissima lacuna, sostiene che i
luoghi dell’Associazionismo rispondono da sempre ad una esigenza molto forte di formazione dei docenti
che trovano nei percorsi formativi offerti ciò che a loro serve.
Interviene Maurizio Sciuto sollecita a superare questa inaccettabile distinzione fra teoria e pratica e a
riconsiderare anche la parte "non necessariamente pratica " dell’apprendimento musicale, non intendendo
solo la storia della musica ma tutte le tematiche che si prestano ad una elaborazione critica dell'esperienza
musicale e per cui la fascia liceale è terreno fertile più di quanto possa avvenire, per esempio, nella fascia
primaria. Si pensi alla psicologia e all'antropologia della musica, alla semiologia e filosofia della musica, alla
critica anche in ambito popular. Lo stesso ambito storiografico poi, meglio se legato all'esperienza
pratica, non implica necessariamente un apprendimento in senso cronologico e nozionistico. Comprendere
questi ambiti significa, inoltre, valorizzare la dimensione trasversale alle discipline presente nella musica
stessa.
Interviene Isa D’Alessandro che si chiede, una volta firmato il protocollo d'intesa, cosa si potrebbe fare,
concretamente, visto che ad insegnare nelle scuole elementari dovranno essere le persone già di ruolo e
non esperti esterni? in che modo formare questi insegnanti?
Puntualizza, infine, che le scuole di didattica della musica dei conservatori, sono nate per colmare una grave
lacuna di natura pedagogica a livello istituzionale; infatti, a fronte di un filone di ricerca didattico -musicale
che si muoveva nel privato e tra le associazioni specializzate, sul piano della formazione
istituzionale, dal punto di vista musicale, la didattica era del tutto ignorata. il risultato era che chi, come lei,
ad esempio, appena uscito dal diploma strumentale, veniva chiamato ad insegnare educazione musicale,
non aveva idea di cosa fare in classe. necessitava una formazione degli insegnanti. per questa ragione è
nata la scuola di didattica nei conservatori. già antiquata, ma con programmi molto aperti che permettevano,
a chi volesse, di andare nella direzione dei pensieri pedagogici più moderni e all'avanguardia.
Interviene Luca Aversano che invita a riflettere sulla necessità di favorire il dialogo fra le diverse realtà del
Forum attuando una sorta di igiene di reciproco rispetto in quanto è necessario che il ruolo istituzionale vada
capito e rispettato così come da parte delle Istituzioni ci si augura ci sia lo stesso atteggiamento verso il
mondo dell’Associazionismo.
Interviene Giuliana Pella che si dichiara preoccupata per i percorsi formativi attuati dal MIUR e anche per la
mancanza di trasparenza nelle informazioni che generano equivoci e non aiutano alla cooperazione.
Interviene Maurizio Bovero, concordando appieno sulla necessità della curricularizzazione espressa da
Berlinguer, dell’insegnamento della musica nella scuola primaria come superamento delle esperienze,
bellissime ed utilissime come stimoli, ma parziali perché non inserite in alcun percorso. Si trova d’accordo
con le preoccupazioni e perplessità della collega Di Segni, riguardo alla importanza della completezza della
formazione dei docenti.
Dopo aver dibattuto a lungo sulle azioni dell’immediato futuro del forum, si decide quindi che all’invio del
verbale della presente riunione il coordinatore Spadolini metta a disposizione di tutti l’ultima versione del
protocollo d’intesa per dare la possibilità alle Associazioni di emendare e permettere la presentazione della
proposta di bozza all’Amministrazione centrale. Come data di scadenza per le operazioni si decide la fine del
mese di Marzo 2012.
La riunione termina alle ore 18.15
Il coordinatore
Annalisa Spadolini