L`ARPA INCONTRA LE SCUOLE. Il riciclo programmato dell`albero

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L’ARPA INCONTRA LE SCUOLE.
Il riciclo programmato dell’albero di Natale.
una mano per l’ambiente
Il progetto matura le sue finalità educative nella considerazione che in ogni citta e quartiere ci sono
diverse aree pubbliche e private, abbandonate o sottoutilizzate che sono esposte al degrado estetico
igienico, ambientale e culturale. Aree marginali che si possono facilmente recuperare con le giuste
alberature, sia per migliorare gli aspetti paesaggistici e faunistici del territorio, sia per implementare
le risorse vegetali (quantitative e qualitative) utili a mitigare l’inquinamento dell’habitat urbano.
Questa prospettiva consente di estendere le attività “l’ARPA incontra le scuole”, con nuove azioni
formative sul dove e come si può intervenire con “Il riciclo programmato dell’albero di Natale”
per migliorare l’economia ambientale del territorio.
Il tema “l’albero di Natale” è stato scelto per evidenziare le varie contraddizioni tecniche, culturali e
organizzative che interagiscono nel fallimento dei trapianti delle piante natalizie, in modo da
evidenziare il ruolo che l’ARPA può svolgere per la risoluzione di questo triste fenomeno.
L’esame del fenomeno delle infauste iniziative per il recupero degli alberi di Natale, evidenzia i
limiti e le potenzialità di un vasto fenomeno sociale, che ogni anno coinvolge, impegna e delude
diverse persone, per una serie di concause inerenti gli aspetti tecnici e organizzative, che segnalo:
-
Le carenze culturali di scegliere sempre le classiche abetine natalizie, propinate dai centri commerciali,
ignorando tutte le altre specie (pini, cipressi, cedri, twje, etc) che hanno le stesse caratteristiche simboliche
(conifere, sempreverdi, piramidali), e sono più adatti al clima locale. Le “abetine” commerciali che si usano per
il reimpianto dell’albero natalizio sono per l’areale mediterraneo una scelta dissennata, sia per l’incompatibilità
climatica, sia per le frodi della zolla radicante fittizia, sia per disidratazione indotta nei trasporti e nei mercati.
-
Le carenze tecniche. Le principali concause del fallimento dei trapianti sono riconducibili all’inesperienza dei
volontari, alla scarsa qualità radicante delle piante quanto alle scarse informazioni tecniche (agronomiche e
botaniche) reperibili. Il disinteresse per le cure colturali dei primi anni e la scelta di dove interrare l’albero, sono
le dolenti note conoscitive che concorrono al fallimento delle piante e delle speranze.
-
Le carenze organizzative e formative. Per fare attecchire felicemente una nuova pianta, l’esperienza insegna che
sono necessari diversi saperi e tanta esperienza o almeno delle valide informazioni per evitare gli errori
fondamentali, altrimenti si rischia di perdere tempo, piante e speranze. Dove la semplice trascuranza degli aspetti
basilari: la compatibilità climatica, la consistenza delle radici, il turgore fogliare, la preparazione del terreno, le
cure colturali, etc, sono determinanti per stabilire il futuro sviluppo della pianta o delle delusioni.
La risoluzione delle nefaste cognizioni del recupero delle piante natalizie è molto complesso, sia
per l’ingerenza delle diverse concause sopra esposte sia per la noncuranza dell’intellighenzia locale.
Le azioni possibili per sanare il fenomeno sono di curare l’origine delle singole cause, che sono
sostanzialmente di duplice origine: una legata alle labili conoscenze tecniche dei volontari e l’altra
alle dinamiche organizzative dei gruppi episodici, che sono raramente strutturati. Per cui, anche se le
lacune agronomiche si possono facilmente colmare con le giuste informazione via web, già
predisposte dal proponente. Per l’aspetto logistico emerge, invece, la necessità di un centro
istituzionale di riferimento sia per la circolazione delle informazioni sia per l’organizzazione
logistica delle risorse materiali e umane disponibili. Altrimenti, senza una valida guida etica,
l’opportunità reale di contribuire, con le piante natalizie, al miglioramento ambientale, si consuma
nel solito danno ambientale e beffa sociale delle occasioni mancate, per come avviene, purtroppo.
Il riciclo programmato dell’albero di Natale
Attori
Comuni ed Enti pubblici
ARPA Sicilia
Scuole
ass. culturali e ambientali
Cittadini
Ruolo
concessionari degli spazi
coordinamento e promozione
laboratorio didattico
donatori e formazione
donatori
WWW. unamanoperlambiente.jimdo.com
mail [email protected]
Funzioni
beneficiari delle alberature
educazione ambientale
formazione - esercitazione
tutori dei trapianti
fruitori
IL RICICLO PROGRAMMATO DELL’ALBERO DI NATALE
DECALOGO DELLE NOZIONI FONDAMENTALI
una mano per l’ambiente
PER CONOSCERE E SCEGLIERE L’ALBERO DI NATALE DA REIMPIANTARE.
Le prime regole che il principiante deve sapere per scegliere un buon albero di Natale da reimpiantare,
sono: l’assenza di difetti visibili (malattie, ferite, strozzature, ecc), lo sviluppo armonico della ramificazione,
dal colletto alla cima, la scorza integra e le foglie turgide. Il principio aureo della saggezza contadina è
“prevenire è meglio di curare”.
La seconda raccomandazione è di bagnare spesso la zolla e le radici, di trapiantare al più presto la pianta e
di rispettare, per quanto possibile, in casa le condizioni di luce e temperatura naturali. Ogni ritardo o
noncuranza allontana in modo esponenziale le probabilità di un felice trapianto.
Il terzo consiglio: “Scegliete pure la pianta che volete - arborea o arbustiva, spogliante o sempreverde,
l’importante è che la pianta prescelta deve essere simile alle specie che crescono nella vostra zona”.
Questa indicazione è molto importante per evitare di comprare specie che hanno esigenze climatiche
incompatibili con la vostra zona e che procurano sofferenze alle piante e all’uomo profonde delusioni.
Il quarto consiglio per scegliere una pianta da piantare nel vostro cortile è di osservare attentamente le
specie adulte (non potate) e valutare se l’altezza e la larghezza della chioma sono (e devono essere) minori
delle dimensioni dell’area destinata al trapianto. Questa valutazione dei volumi vegetali è necessaria per
evitare errori che sono difficilmente recuperabili sia in termini di costi sia di danni alla pianta.
Quinto suggerimento: “ scartate le piante che hanno le dimensioni della zolla (diametro e profondità) meno
del 25 % rispetto all’altezza della pianta, sul principio che: le possibilità di una pianta di attecchimento sono
direttamente proporzionali alla quantità e alla qualità della zolla radicante.”
Per cui, si consiglia di scegliere anche piante piccole, ma con una buona zolla radicante.
Sesto consiglio: “Per avere una buona percentuale di attecchimento, scegliete le piante con le zolle
preparate per il trapianti con rinvasi o pre-zollatura che favoriscono l’emissione delle radici capillari.” In
questa tipologia di zolle le radici capillari (folte e sottili) si devono notare facilmente sbriciolando un po’ di
terra, altrimenti, se rilevate poche e grosse radici (da 0,40 a 2-3 cm di diametro) state vedendo una zolla di
scarsa qualità fittizia.
Settimo suggerimento rifiutate le piante allevate con gli stimolanti della crescita che inficiano la futura
riuscita del trapianto: in quanto gli ormoni della crescita alterano gravemente il metabolismo della pianta
sia nella ripresa dell’assorbimento radicale sia nello sviluppo delle dimensioni della chioma sia nella durata
del ciclo biologico. La tecnica per accertare la presenza o meno di ormoni della crescita si rileva mediante
la misurazione dei cm di sviluppo dell’apice vegetativo che è generalmente di 40-50 cm/anno, eccetto alcune
specie: per cui ogni crescita superiore della pianta indica una proporzionale presenza ormonale.
Ottavo consiglio: dopo l’acquisto la prima cosa da fare è la riduzione del 30% c. della chioma, tagliando
solo i rametti interni e quelli fitti senza alterare la forma in modo da riequilibrare i volumi fogliari
(traspiranti) con quelli radicali (assorbenti) che sono stati ridotti nella estirpazione. Per il trapianto, fate la
buca larga e profonda il doppio della zolla, aggiungete il 10 -15% di terriccio, foglie, etc; interrate la pianta
fino al colletto; piantate bene accanto alla pianta un palo tutore e legatela a metà altezza; quindi costipate
ancora il suolo e bagnate abbondantemente (50 litri) più volte il terreno.
Nono consiglio: dopo il trapianto dovete ricordare che, le piante sono degli esseri viventi che hanno bisogno
di cure (innaffiate) e tutela (scerbate), in particolare nei primi tre anni e nel periodo dello sviluppo
primaverile. Ogni cura o ogni trascuratezza (anche piccolissima) produce il suo effetto.
Decimo e ultimo consiglio e per essere più incisivo, vi invito a considerare al vostro impegno in favore delle
piante come al migliore investimento finanziario garantito, che anno per anno, ti rifonde abbondantemente
con prodotti (legna, frutti e fiori), beni (paesaggio) e diversi servizi ambientali (microclima, biocatalitici,etc),
con puntualità e continuità sia per te che per i tuoi figli, nipoti, etc .
bay agri-cultore Giovanni Licari 2009
WWW. unamanoperlambiente.jimdo.com
mail [email protected]
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