SCHEDA DEGLI ARTISTI Patrizia Laquidara è catanese all’anagrafe ma cresciuta a Vicenza. È ospite di importanti festival in Italia e all’estero con il gruppo Hotel Rif , con il quale si cimenta nel repertorio tradizionale di vari paesi del mondo (Grecia, mondo arabo, penisola balcanica, Portogallo). Con la canzone 'Agisce', ha ricevuto al Premio Città di Recanati tre riconoscimenti: 'critica, migliore interpretazione e migliore musica'. E’ stata tra i protagonisti del Festival di Sanremo 2003, nella categoria Giovani, con la canzone 'Lividi e fiori', che le ha permesso di vincere il Premio della Critica 'Mia Martini' e il Premio 'Alex Baroni' per la migliore interpretazione. Nel 2005 ha composto con Paolo Buonvino 'Noite e luar' per la colonna sonora del film 'Manuale d’amore ' di Giovanni Veronesi, interpretato da Carlo Verdone e prodotto da De Laurentiis. Nel 1993 Ginevra Di Marco inizia la sua vera avventura musicale entrando a far parte dei CSI , gli ormai ex CCCP guidati dal carismatico Giovanni Lindo Ferretti . Il sodalizio porta alla registrazione di alcuni album capolavoro della scena alt-rock italiana degli anni ’90, da 'Ko de mondo' (1993) a 'Linea Gotica' (1997). Nel 1999 Ginevra intraprende la sua esperienza solista. 'Trama Tenue' è il suo cd di esordio che, insieme ad altre collaborazioni di prestigio come quella con Franco Battiato in 'Gommalacca', la consacrano come una delle migliori voci femminili italiane. E così che nello stesso anno vince il Premio Ciampi e nel 2000 il Premio Luigi Tenco come miglior artista esordiente. Nello stesso periodo è uscito, su etichetta Il Manifesto, il primo disco dal vivo di Ginevra dal titolo 'Concerto n. 1 – Smodato Temperante'. Grazie alla collaborazione con Francesco Magnelli Ginevra allarga ancora i propri orizzonti e si avvicina alla musica popolare, impara a comprendere e a interagire con altre esperienze musicali. Nasce così il progetto 'Stazioni Lunari' dove Ginevra interpreta brani che spaziano dalla tradizione toscana fino a arrivare a sonorità tradizionali che provengono da varie parti del mondo. La formazione degli ANDHIRA è di tre voci femminili, un percussionista e un pianoforte ma grazie al suo spirito carovanesco, ospita spesso musicisti che incontra lungo il cammino. Il risultato è un “nomadismo sonoro” dalla cui base, la ricerca sulla musica popolare, scaturisce il percorso creativo ricco si di rielaborazioni di brani tradizionali, ma più frequentemente di composizioni originali nelle quali è difficile non identificarne l’origine. Ed è proprio il concetto di viaggio che sta alla base di questo primo lavoro discografico degli ANDHIRA, Sotto il vento e le vele incontro con Fabrizio De Andrè, che non vuole essere un banale tributo, né segue un percorso didascalico ma, attraverso la rielaborazione e l’interpretazione delle opere del cantautore genovese e l’esecuzione di brani originali del gruppo sardo, si muove seguendo sguardi 'nomadi'. Fabrizio è visto come particolare 'ospite' della carovana musicale che ANDHIRA si propone di essere. La particolarità e bellezza del progetto non è sfuggita a Fondazione Fabrizio De Andrè, che ha sostenuto e Patrocinato ANDHIRA fin dai suoi esordi, coinvolgendo il gruppo in molti eventi da lei stessa realizzati. Quello che ANDHIRA propone è un viaggio sensuale in cui lo spettatore/ascoltatore, al termine, possa ritrovarsi là dove non credeva o non sapeva di essere. Un percorso che si muove lungo trame che sappiano raccontare le “anime salve” che, spesso, portiamo dentro di noi soffocandole con la paura di riconoscerle nostre. Nata come il fratello Alan in Galles, ma napoletana di adozione, Jenny Sorrenti si muove nel solco della canzone d’autore italiana, che rilegge attraverso l’originale filtro del folk. Dopo gli inizi come vocalist dei Saint Just, gruppo prog degli anni ’70, esordisce come solista con l’album “Suspiro” (1976), realizzato in collaborazione con Pino Daniele, Lucio Fabbri della PFM e Peter Kaukonen dei Jefferson Airplane. La ricerca di Jenny si orienta poi verso la world music, unendo le sonorità celtiche del suo paese di origine al caldo sound latino del mediterraneo. Nascono così progetti quali “Medieval Zone” (2001), “Come grande Enfermidade” (2004) e, soprattutto, “Mediterraneide ”, che presenta a Fare Festival insieme a Piero Viti (oud, chitarra classica), Vincenzo Zenobio (fisarmonica, fiati) e Marcello Vento (percussioni, batteria, cymbalo, ventolo, fiati) Con il nome di Satureja si presentano Eeva Louhivuori e Tuuli ed Aili Ikonen, tre giovanissime cantanti di Helsinki. La loro ricerca artistica nasce dallo studio delle sonorità tradizionali della cultura finlandese, e si sviluppa attraverso la creazione di un universo sonoro dove è la purezza della voce sola ad essere protagonista. Nate come gruppo polifonico vocale, le Satureja hanno presto aperto la loro musica ad influenze altre, soprattutto mediate dal mondo del jazz, dando vita ad un repertorio estremamente originale, giocato su un’estrema libertà espressiva e sulla fusione tra elementi tipici del folk nord-europeo ed aperture jazz/pop. Ad accompagnare le Satureja nel loro primo incontro con il pubblico italiano sarà il pianista Samuli Mikkonen, nome di punta della scena jazzistica nord-europea. Wu Fei è oggi tra le più originali ambasciatrici della musica tradizionale cinese nel mondo. Ottenuto un master in composizione presso il Mills College di Oakland, California, si è stabilita negli Stati Uniti, dove ha potuto dare continuità alla propria ricerca artistica, aprendo i propri orizzonti alle più diverse tendenze della world music. Virtuosa del guzheng, strumento a corde tradizionale cinese, Wu Fei è apprezzata performer e compositrice: ha partecipato a numerose sessions di studi musicologici presso prestigiose università americane e si è esibita nel corso di concerti e festival di musica etnica a Londra, Taipei, Pechino, New York, Cincinnati, Dallas e San Francisco. Le collaborazioni di Fulvio Maras, vero mago delle percussioni di tutti i generi – intonate e no, acustiche ed elettroniche – sono troppe per poter essere elencate, e coprono tutti i generi musicali dal pop al jazz e alla musica latina, ma non esiste settore della musica percussiva – africana, indiana – di cui non sia profondo conoscitore, non teorico ma pratico. Maras ha lavorato a fianco di regine del pop d’autore come Ornella Vanoni, Antonella Ruggiero e Patty Pravo, ed oggi raffinato sperimentatore nel campo della world music. Mari Boine scrive e canta nella lingua del popolo Sami, etnia che da secoli è stanziata in Lapponia, regione che corrisponde alle terre più settentrionali dei paesi scandinavi, dalla penisola di Kola, nell’estremità nord-occidentale della Russia, passando per la Svezia (dove si trova la Lapponia propriamente detta), fino alla Norvegia. I canti religiosi sami sono stati la sua prima ispirazione, ma la sua musica è stata presto influenzata dal jazz e dal rock e dalle culture musicali di altre genti. Il suo primo disco distribuito a livello internazionale, 'Gula gula' (1989), è stato prodotto dalla Real World di Peter Gabriel , ottenendo ottime critiche sia dalla stampa che dal pubblico. Al suo terzo disco, nel ;KDDYXWROD soddisfazione di essere accolta entusiasticamente anche dalla critica del suo paese, fino a quel momento piuttosto discriminatoria, ricevendo nel ;LO Grammy norvegese. Intense anche le collaborazioni con il teatro, la televisione e alcuni grandi del jazz, fra cui Jan Garbarek : è infatti proprio la partecipazione al suo lavoro 'Twelve Moons' per la ECM a farla conoscere al pubblico internazionale. Nel 2003 ha ricevuto il premio musicale Nordic Council per l’intuizione etnica, la forza artistica e la capacità di comunicare con gente di tutto il mondo indipendentemente dal contesto culturale.