Lettere di filosofia Dicembre 2002 Una domanda… Caro amico, ahimè! Ah vita! Fantastico sull’uomo. Penso a me stesso e vorrei tanto scriverti cosa provo in questo momento. Tempesta e vento mi avvolgono. Fulmini e tuoni mi avvampano. Dolore e gioia, pace e caos dentro di me, occhi che invano bramano la luce. Terremoto e tragedia, una domanda. Solo una domanda e tutto questo attorno a me, dentro di me, meschini scopi. Un po’ come diceva Pascal, è proprio una scommessa, la scommessa dell’essere umano. Amico mio, forse non la conosci, questa diabolica e affascinante domanda. Forse non l’hai mai sentita, anche se è la più vecchia del mondo. Oppure ti passa davanti ogni attimo, come a me, ma non ci hai mai badato. Aria fritta, casualità, filosofia. Ragione e fede, religione. Un passo, un secondo solo, e questa domanda sfugge, se ne va. E poi ritorna, battaglia sempre rinnovata. La domanda è questa: “Perché l’essere e non il nulla?” O meglio: “Qual è il senso ultimo della vita di ogni uomo? Cosa diavolo ci faccio io, qui e ora? Chi sono io, qui e ora?” La domanda, ahimè, la domanda così triste che ricorre – Che cosa c’è di buono in tutto questo, ahimè, ah vita? Te l’ho detto, amico mio, è piccolo il passo. Anzi, è già passato. Rileggi. Hai riletto la domanda? Bene. Ora scegli. Puoi scegliere di non pensarci e cambiare lettura. Pensare che tu di cose di filosofia e di domande esistenzialiste non te ne sei mai interessato. Hai studiato qualcosa a scuola, o hai sentito qualcuno che non ti è piaciuto, magari me stesso, e da quel momento, la filosofia è aria fritta per te. Allora stai attento, perché non riesci a sentirmi. Non senti l’essenza del mio essere: la filosofia è la ricerca di se stessi, la ricerca del senso della propria esistenza. Non agitarti, a questo punto mi hai già tagliato fuori, pensi che sono pazzo. Mi passi in parte e non mi vedi… folla sordida camminare a fatica attorno a me, vuoti ed inutili anni degli altri, io con gli altri legato in tanti nodi… Ma non preoccuparti, tra qualche minuto tornerai come prima. Oppure puoi scegliere di pensarci. Allora il compito di questa lettera per me è già finito. Tu riesci a sentirmi. Hai capito cosa è la filosofia per me. Cercami. Non sono aria fritta. Attento però, carissimo amico mio. La tua scelta ora ti porta ad un bivio. Se ci pensi… allora cominci già a tempestare, tuonare, scoppiare. Il caos dentro di te, una stella che balla. Non subito, non solo per te, magari grazie a qualche esperienza fuorviante, il punto di svolta. Il fulmine impiega tempo ad arrivare, e poi se ci pensi… senti di volere infine una risposta, senti di avere magari una risposta, forse senti… la scommessa. La scommessa dell’essere umano. E infine rispondi a questa penetrante e prorompente domanda. Prima strada, risposta negativa. Io non sto andando da nessuna parte, non c’è un senso ultimo della mia vita, se non pura illusione della mia mente e del mio cuore. Chiunque pensa o crede che l’uomo abbia senso per qualcosa o qualcuno che sia da ricercarsi dentro (per istinto, anima naturale o senso soggettivo) o fuori di lui (per legge scientifica di natura o religiosa rivelazione divina) ha torto. Tutto ciò che penso o credo è illusorio, anche io che sto pensando e credendo. Non esiste alcun senso profondo di ogni cosa e anche il fatto che mi sia posto questa domanda, abbia risposto in questo modo e sia convinto di desiderare di conoscere la risposta non ha, comunque, alcun significato. Sono sostanzialmente autocontraddittorio. Seconda strada, risposta affermativa. La mia vita ha un senso e significato ultimo. Questa via conduce ad un altro bivio. Pensiero e fede forte: io posso conoscere in toto il senso della mia vita, attraverso la costruzione di teorie assolute del pensiero razionale umano (scienza, razionalismo e altro) oppure abbracciando con la fede e il sentimento una rivelazione religiosa divina (cristianesimo, induismo, panteismo e altro). È solo questione di tempo, impegno, comportamento, o altro, ma potrò riuscirci. Pensiero e fede debole: io non posso né mai potrò conoscere appieno il senso della mia vita. Non esistono teorie o rivelazioni assolute, o se esistono sono troppo complesse o misteriose perché la mia mente le comprenda o il mio cuore creda in esse completamente. La mia esistenza è essenzialmente e sostanzialmente limitata e fallibile. L’uomo è un essere imperfetto. In particolare, dato l’argomento, la filosofia non salva. Magari ci sono altre strade. Magari ho sbagliato tutto. Ma per ora desidero ricordarti la cosa più importante: “E’ la domanda che è perenne, le soluzioni sono caduche, fuggevoli, non assolute – possono portare ovunque, ma non salvano.” Caro amico, se un po’ mi hai capito, io sono di quest’ultima via. Dove porta, non so. Non so nemmeno se è quella giusta. Ma se qualcosa vuoi saperne di più, attendi la mia prossima lettera. Con affetto Marco (SCox)