Fisica quantistica e Scienza olistica Meccanica quantistica (da Wikipedia) La meccanica quantistica è una teoria fisica che si è sviluppata e consolidata nella prima metà del XX secolo, per supplire all'inadeguatezza della meccanica classica nello spiegare fenomeni e proprietà quali la radiazione di corpo nero, l'effetto fotoelettrico, il calore specifico dei solidi, gli spettri atomici, la stabilità degli atomi, l'effetto Compton (lo scattering Compton o diffusione Compton o effetto Compton, è un fenomeno di scattering interpretabile come l'urto tra un fotone e un elettrone. Il fenomeno, osservato per la prima volta da Arthur Compton nel 1922, divenne ben presto uno dei risultati sperimentali decisivi in favore della descrizione quantistica della radiazione elettromagnetica): alcuni esperimenti effettuati nei primi trent'anni del XX secolo suggerivano, per esempio, la necessità di introdurre l'ipotesi di un comportamento particellare della luce, oltre a quello classico ondulatorio di eredità maxwelliana, e di postulare l'esistenza di livelli discreti di energia. La meccanica quantistica si distingue in maniera radicale dalla meccanica classica[1] in quanto si limita a esprimere la probabilità[2] di ottenere un dato risultato a partire da una certa misurazione, secondo l'interpretazione di Copenaghen[3], rinunciando così al determinismo assoluto proprio della fisica precedente. Questa condizione di incertezza o indeterminazione non è dovuta a una conoscenza incompleta, da parte dello sperimentatore, dello stato in cui si trova il sistema fisico osservato, ma è da considerarsi una caratteristica intrinseca, quindi ultima e ineliminabile, del sistema e del mondo subatomico in generale. La teoria quantistica, dunque, descrive i sistemi come una sovrapposizione di stati diversi e prevede che il risultato di una misurazione non sia completamente arbitrario, ma sia incluso in un insieme di possibili valori: ciascuno di detti valori è abbinato a uno di tali stati ed è associato a una certa probabilità di presentarsi come risultato della misurazione. Questo nuovo modo di interpretare i fenomeni è stato oggetto di numerose discussioni[4][5] all'interno della comunità scientifica, come testimonia l'esistenza di diverse interpretazioni della meccanica quantistica. L'osservazione ha quindi effetti importanti sul sistema osservato: collegato a questo nuovo concetto si ha l'impossibilità di conoscere esattamente i Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 1 valori di coppie di variabili dinamiche coniugate, espressa dal principio di indeterminazione [6][7]. La meccanica quantistica rappresenta il denominatore comune di tutta la fisica moderna ovvero della fisica atomica, della fisica nucleare e sub-nucleare (la fisica delle particelle), e della Fisica Teorica, a testimonianza della sua estrema potenza concettuale-interpretativa nonché della vasta applicabilità al mondo microscopico. Introduzione La meccanica quantistica riunisce un complesso di teorie fisiche formulate nella prima metà del XX secolo che descrivono il comportamento della materia a livello microscopico, a scale di lunghezza inferiori o dell'ordine di quelle dell'atomo o ad energie nella scala delle interazioni interatomiche, dove cadono le ipotesi alla base della meccanica classica. Essa permette di interpretare e quantificare fenomeni che, nell'opinione della maggior parte dei fisici contemporanei, non possono essere giustificati dalla meccanica classica, le cui previsioni sono in questi casi in completo disaccordo con i risultati sperimentali. Una delle principali peculiarità della meccanica quantistica è data dal fatto che in essa lo stato e l'evoluzione di un sistema fisico vengano descritti in maniera intrinsecamente probabilistica. Spesso si ricorre ad una visualizzazione del comportamento di una particella in termini di "funzione d'onda" o "onda di probabilità". Nei casi più generali, tuttavia, a una tale visione "pittorica" si può dover sostituire una descrizione ancora più "astratta", in cui la fase complessa oscillante (l'"onda di probabilità") è associata a grandezze, come lo spin, senza un equivalente classico, come invece sono la posizione e il momento che caratterizzano l'usuale funzione d'onda. La natura assolutamente nuova della probabilità che la meccanica quantistica è costretta ad introdurre si rende evidente nella differenza fra una miscela statistica, corrispondente al concetto classico di probabilità, e una sovrapposizione coerente. Uno degli effetti più famosi che questo nuovo concetto di probabilità racchiude è dato dal cosiddetto principio di indeterminazione di Heisenberg: esistono coppie di variabili (dette tra loro non compatibili), come posizione e impulso di una particella, il cui valore non può essere neanche in linea di principio conosciuto simultaneamente con precisione arbitraria, indipendentemente dall'accuratezza sperimentale con cui vengono effettuate le misure. In generale, le coppie di grandezze che in meccanica quantistica risultano non compatibili corrispondono proprio alle coppie di variabili coniugate che in meccanica classica permettevano di predire, attraverso Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 2 le equazioni del moto, lo stato futuro del sistema con precisione arbitraria. Il carattere probabilistico della meccanica quantistica, cioè, permea questa nuova teoria sin dalle sue fondamenta. La meccanica quantistica, alla luce dell'indeterminismo quantistico, elimina anche la distinzione tra particelle e onde che aveva caratterizzato la fisica del XIX secolo. Da un lato, infatti, l'evoluzione temporale di un sistema quantistico è un'evoluzione deterministica con fasi oscillanti — il carattere ondulatorio — di una distribuzione di probabilità; dall'altro, la risposta alla misura di un'osservabile per un sistema quantistico si presenta in maniera discreta — il carattere corpuscolare. Così, ad esempio, l'evoluzione temporale non solo di un fascio luminoso ma anche di un fascio di elettroni, o addirittura di un solo elettrone, presenta le caratteristiche tipiche delle onde (fenomeni di interferenza e diffrazione). Ma allo stesso tempo, all'atto della misura di grandezze estensive non si ottiene un flusso continuo bensì una sequenza di quanti (dal latino quantum, quantità, da cui il nome della teoria), sia per gli elettroni, che non risultano dunque diffusi in tutto lo spazio come la propria distribuzione di probabilità ondulatoria, e sia per i fotoni, i quanti del fascio luminoso. A questa doppia natura ci si riferisce con l'espressione dualismo onda-corpuscolo, termine tuttora connotato di quel senso di paradosso con cui era stato coniato prima della formulazione completa della meccanica quantistica, in cui i due aspetti sembravano essere in irriducibile contraddizione fra loro. Storia. Il crollo della meccanica classica All'inizio del XX secolo furono elaborate alcune teorie euristiche (euristica = dal verbo greco heuriskein, trovare. In generale, euristico è ogni procedimento che permette di condurre a nuove conoscenze ed a nuove scoperte), che ricorrevano a postulati arbitrari, non deducibili a partire dai postulati della meccanica classica [8]. Allo sviluppo di questo corpo di regole formali, indicato con l'espressione vecchia teoria dei quanti (in inglese old quantum theory), contribuirono principalmente Max Planck, Niels Bohr, Albert Einstein, Peter Debye e Arnold Sommerfeld. Meccanica ondulatoria e meccanica delle matrici Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 3 Nel 1925-1926, Werner Heisenberg e Erwin Schrödinger svilupparono rispettivamente la meccanica delle matrici e la meccanica ondulatoria, due formulazioni differenti della meccanica quantistica. Nella seconda metà degli anni venti, la teoria fu formalizzata, con l'adozione di postulati fondamentali, da Paul Adrien Maurice Dirac, John Von Neumann e Hermann Weyl. Integrale sui cammini Una rappresentazione ancora differente, nota con il nome di integrale sui cammini, che riprende ed estende alcuni concetti classici, fu sviluppata nel 1948 da Richard Feynman, dopo che tecniche simili furono usate, per esempio, per studiare il moto browniano oppure altri problemi di diffusione. Con questo metodo il moto di una particella si studia valutando una certa grandezza complessa legata all'azione su tutte le possibili traiettorie che questa può seguire e sommandole assieme: così facendo si può calcolare la probabilità che la particella, dopo un tempo assegnato, si sia spostata in una certa posizione. Questo metodo fornisce anche un mezzo molto immediato per ricavare il principio di minima azione: le traiettorie "classiche", infatti, sono quelle che effettivamente si sommano, mentre le altre interferiscono distruttivamente e si elidono. Descrizione della teoria In meccanica classica, lo stato di una particella viene definito attraverso il valore esatto delle due quantità osservabili posizione e impulso (variabili canoniche); in meccanica quantistica, invece, lo stato di una particella è descritto (nella rappresentazione di Schroedinger) da una funzione d'onda. Essa non ha un proprio significato fisico, mentre lo ha il suo modulo quadro, che fornisce la distribuzione di probabilità della osservabile posizione: per ogni punto dello spazio, assegna la probabilità di trovare la particella in quel punto, quando si misura la sua posizione. Il significato di questa probabilità può essere interpretato come segue: avendo a disposizione infiniti sistemi identici, effettuando la stessa misura su tutti i sistemi contemporaneamente, la distribuzione dei valori ottenuti è proprio il modulo quadro della funzione d'onda. Similmente, il modulo quadro della trasformata di Fourier della funzione d'onda fornisce la distribuzione di probabilità dell'impulso della particella stessa. Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 4 In generale, la teoria quantistica dà informazioni sulle probabilità di ottenere un dato valore quando si misura una quantità osservabile (a volte, si può ottenere un preciso valore con la probabilità del 100%). Per le proprietà della trasformata di Fourier, tanto più la distribuzione di probabilità della posizione di una particella è concentrata (la particella quantistica è ben localizzata), tanto più la distribuzione degli impulsi si allarga, e viceversa. Si tratta di una manifestazione del principio di indeterminazione di Heisenberg: è impossibile costruire una funzione d'onda arbitrariamente ben localizzata sia in posizione che in impulso. La funzione d'onda che descrive lo stato del sistema può cambiare al passare del tempo. Ad esempio, una particella che si muove in uno spazio vuoto è descritta da una funzione d'onda costituita da un pacchetto d'onda centrato in una posizione media. Al passare del tempo il centro del pacchetto d'onda cambia, in modo che la particella può successivamente essere localizzata in una posizione differente. L'evoluzione temporale della funzione d'onda è descritta dall'Equazione di Schrödinger. Alcune funzioni d'onda descrivono distribuzioni di probabilità che sono costanti nel tempo. Molti sistemi trattati in meccanica classica possono essere descritti da queste onde stazionarie. Ad esempio, un elettrone in un atomo non eccitato è descritto classicamente come una particella che ruota attorno al nucleo dell'atomo, mentre in Meccanica quantistica essa è descritta da un'onda stazionaria che presenta una determinata funzione di distribuzione dotata di simmetria sferica rispetto al nucleo. Questa intuizione è alla base del modello atomico di Bohr. Benché la presenza di una funzione d'onda non permetta di prevedere a priori il risultato, ogni misura porta comunque ad ottenere un valore definito (e non per esempio ad un valore medio). Questo problema, che viene spesso chiamato problema della misura, ha dato vita ad uno dei più profondi e complessi dibattiti intellettuali della storia della scienza. Qui ci limiteremo a citare l'approccio standard relativo a questo problema, chiamato interpretazione di Copenaghen. Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 5 Secondo questa interpretazione, quando viene effettuata una misura di un'osservabile, la parte di funzione d'onda pertinente a quell'osservabile "collassa", (vedi collasso della funzione d'onda), portando ad una funzione d'onda che fornisce la massima probabilità (evento certo) al valore ottenuto in quella misura, che viene chiamata autofunzione dell'osservabile misurato. Questo è interpretato come evidenza del fatto che la misura perturba il sistema: una volta effettuata, il sistema si troverà certamente nello stato in cui l'ha lasciato lo strumento di misura (evoluzioni temporali a parte). Tale stato è chiamato anche autostato dell'osservabile misurata, in sintonia terminologica col fatto che nella formulazione assiomatica di Dirac-Von Neumann questo stato è rappresentato da un autovettore dell'operatore lineare autoaggiunto (sullo spazio di Hilbert dei vettori di stato) che si associa all'osservabile in questione (vedi più avanti). Ad esempio consideriamo una particella che si muove liberamente nello spazio, con certe distribuzioni di probabilità per posizione e velocità e supponiamo di misurare la sua posizione, ottenendo un certo valore x. Allora, si può prevedere che una successiva misura di posizione (abbastanza vicina nel tempo) porterà certamente allo stesso risultato appena ottenuto: la funzione d'onda è collassata in un punto, fornendo a quel punto la probabilità certa. Il collasso della funzione d'onda all'atto della misura non è descritto dall'equazione di Schrödinger, che stabilisce solo l'andamento dell'evoluzione temporale. Questa è, infatti, strettamente deterministica, in quanto è possibile prevedere la forma della funzione d'onda ad un qualsiasi istante successivo. La natura probabilistica della Meccanica quantistica si manifesta, invece, all'atto della misura. Il principio di indeterminazione di Heisenberg porta inoltre al concetto di osservabili incompatibili: si tratta di coppie di osservabili in cui la conoscenza completa di una delle due porta alla completa mancanza di conoscenza sull'altra. Nel caso precedente, una misura di posizione porta alla completa ignoranza sulla velocità. Allo stesso modo sono incompatibili l'energia e l'intervallo di tempo nel quale tale energia è scambiata. Detto in altre parole, il collasso della funzione d'onda associata ad un'osservabile, porta ad una funzione di distribuzione uniforme, su tutto il dominio di definizione, per l'osservabile ad essa coniugata. Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 6 Altre interpretazioni della Meccanica quantistica, diverse dall'interpretazione di Copenaghen, sono citate alla fine di questo articolo. Formulazione matematica (Per approfondire, vedi la voce postulati della meccanica quantistica) La struttura formale della Meccanica Quantistica è dovuta principalmente a Paul Adrien Maurice Dirac ed a John von Neumann. Da questa formulazione segue che i possibili stati cosiddetti "propri" di un sistema quantistico sono rappresentati da vettori unitari (ovvero di norma pari a 1) identificati a meno di una fase complessa (chiamati vettori di stato), che fanno parte di uno spazio di Hilbert complesso e separabile (chiamato spazio degli stati). Volendo includere anche i vettori di norma diversa da 1 dello spazio di Hilbert nell'identificazione coll'insieme degli stati quantistici, si afferma che ad ogni stato del sistema corrisponde un raggio dello spazio di Hilbert (cioè una ben precisa classe costituita da tutti i vettori che differiscono tra loro per un fattore complesso moltiplicativo). L'evoluzione di uno stato quantistico è descritta dall'equazione di Schrödinger, nella quale l'hamiltoniana, cioè l'operatore che corrisponde all'energia totale del sistema, riveste un ruolo centrale. Ogni grandezza osservabile è rappresentata da un operatore autoaggiunto lineare che agisce sullo spazio degli stati. Ogni autostato di un osservabile corrisponde ad un preciso autovettore (normalizzato) dell'operatore, e il suo autovalore corrisponde all'unico valore che pùo fornire la misura di quell'osservabile in quell'autostato. Se lo spettro dell'operatore è discreto si dice che l'osservabile può avere soltanto autovalori discreti. Durante una misurazione la probabilità che un sistema collassi nell'autovalore dell'osservabile misurata è data dal quadrato del valore assoluto del prodotto interno tra il vettore di stato prima della misurazione e il vettore corrispondente a quel dato autovalore del quale vogliamo conoscere la probabilità di presentarsi. Estensioni della meccanica quantistica La formulazione originaria non è compatibile con la teoria della relatività di Einstein, tuttavia i principi della Meccanica Quantistica possono essere reinterpretati entro il quadro della relatività ristretta, ottenendo la teoria quantistica dei campi. Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 7 La teoria quantistica di campo che tratta le interazioni elettromagnetiche è l'elettrodinamica quantistica (abbrev.: QED) che è, in linea di principio, capace di spiegare sia le interazioni chimiche che l'interazione tra la materia e la radiazione. La teoria quantistica delle interazioni forti ha il nome di cromodinamica quantistica (QCD), la quale si occupa delle interazioni subnucleari: quark e gluoni. Inoltre le forze elettromagnetiche e la forza nucleare debole possono essere unificate, nella loro forma quantizzata, in una singola teoria quantistica di campo: la teoria elettrodebole. L'unificazione della Meccanica Quantistica con la gravità, e dunque con la teoria della relatività generale, che porterebbe alla Teoria del Tutto o GUT, ha eluso finora gli sforzi dei ricercatori. Un filone relativamente nuovo di ricerca per conciliare gravità e MQ è la gravitazione quantistica a loop, in inglese Loop Quantum Gravity (LQG). Un altro tentativo è rappresentato dalla teoria delle stringhe. Applicazioni Una buona parte delle tecnologie moderne sono basate, per il loro funzionamento, sulla Meccanica Quantistica. Ad esempio il laser, il microscopio elettronico e la risonanza magnetica nucleare. Inoltre, molti calcoli di chimica computazionale si basano su questa teoria. Molti dei fenomeni studiati in struttura della materia sono quanto-meccanici, e non possono trovare un modello soddisfacente nella fisica classica. Tra questi fenomeni citiamo la superconduttività e la semiconduttività. Lo studio dei semiconduttori ha portato all'invenzione dei diodi e dei transistor, che sono indispensabili per l'elettronica moderna. Le ricerche più innovative sono, attualmente, quelle che studiano metodi per manipolare direttamente gli stati quantistici. Molti sforzi sono stati fatti per sviluppare una crittografia quantistica, che garantirebbe una trasmissione sicurissima dell'informazione in quanto l'informazione non potrebbe essere intercettata senza essere modificata. Un'altra meta che si cerca di raggiungere, anche se con più difficoltà, è lo sviluppo di computer quantistici, basati sul calcolo quantistico che li porterebbe ad eseguire operazioni computazionali con molta più efficienza dei computer classici. Inoltre, nel 2001 è stato realizzato un nottolino quantistico funzionante, versione quantistica del nottolino browniano. Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 8 Dibattito filosofico (Per approfondire, vedi la voce Interpretazione della meccanica quantistica: Il celeberrimo paradosso del gatto di Schrödinger con illustrazione schematica del gatto in sovrapposizione tra gli stati "gatto vivo" e "gatto morto") Sin dall'inizio i concetti estremamente controintuitivi della Meccanica Quantistica hanno dato vita a complessi dibattiti filosofici. Esistono diverse "interpretazioni" della Meccanica Quantistica che cercano, in modi diversi, di gettare un ponte tra il modo in cui il formalismo della teoria sembra descrivere il mondo fisico e il comportamento "classico" che esso esibisce a livello macroscopico. Che questo sopra enunciato sia, effettivamente, un problema (concettuale e formale), venne messo in luce già nel 1935 quando Erwin Schrödinger ideò l'omonimo paradosso del gatto. Molto si è discusso, inoltre, su una peculiarità molto affascinante della teoria: la Meccanica Quantistica sembrerebbe essere non-locale. Questa caratteristica è stata messa in luce a partire da un altro famoso "paradosso", quello ideato da Albert Einstein, Podolsky e Rosen, sempre nel 1935, e che prende nome di paradosso EPR dalle iniziali dei tre fisici. Le interpretazioni della Meccanica quantistica sono, in altre parole, dei tentativi di risolvere problemi come quello della misurazione, specificando al contempo una ontologia per la Meccanica Quantistica che tratti in qualche maniera il problema della non-località. L'interpretazione di Copenaghen è la più conosciuta e famosa delle interpretazioni in Meccanica Quantistica, viene denominata, per questo, "interpretazione standard" e la sua formulazione è stata incorporata anche nei postulati della teoria (vedi postulati della meccanica quantistica). Questa interpretazione è dovuta alla congiunzione di diverse riflessioni filosofiche, portate avanti da famosi fisici, tutti collegati, per diversi motivi, alla città di Copenaghen. I più importanti dei quali sono: Niels Bohr, Heisenberg, Max Born, Pascual Jordan e Wolfgang Pauli. D'altra parte l'interpretazione di Copenaghen non è stata mai enunciata, nella forma odierna, da nessuno di questi fisici, anche se le loro speculazioni hanno diversi tratti in comune con essa. In particolare, la visione di Bohr è molto più elaborata dell'interpretazione di Copenaghen, e potrebbe anche essere considerata separatamente come interpretazione della complementarità in Meccanica Quantistica, per la quale si rinvia alla voce ad essa dedicata. Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 9 Albert Einstein, pur avendo contribuito alla nascita della Meccanica Quantistica, criticò sempre la teoria dal punto di vista concettuale. Per Einstein era inconcepibile che una teoria fisica potesse essere valida e completa pur descrivendo una realtà in cui esistono delle mere probabilità di osservare alcuni eventi e in cui queste probabilità non sono statistiche ma ontologiche. Le critiche di Einstein si riferiscono alla Meccanica Quantistica nella "interpretazione" di Bohr e della scuola di Copenaghen (all'epoca non c'erano altre interpretazioni altrettanto apprezzate), ed è in questo contesto che va "letto" il suo "paradosso EPR". Einstein non accettava inoltre l'assunto della teoria in base al quale qualcosa esiste solo se viene osservato. Einstein sosteneva che la realtà (fatta di materia, radiazione, ecc...) sia un elemento oggettivo, che esiste indipendentemente dalla presenza o meno di un osservatore e indipendentemente dalle interazioni che può avere con altra materia o radiazione. Bohr, al contrario, sosteneva che la realtà (dal punto di vista del fisico, chiaramente) esiste o si manifesta solo nel momento in cui viene osservata anche perché, faceva notare, non esiste neanche in linea di principio un metodo atto a stabilire se qualcosa esiste mentre non viene osservato. È rimasta famosa, tra i lunghi e accesi dibattiti che videro protagonisti proprio Einstein e Bohr, la domanda di Einstein rivolta proprio a Bohr "Allora lei sostiene che la Luna non esiste quando nessuno la osserva?". Bohr rispose che la domanda non poteva essere posta perché concettualmente priva di risposta. L'Interpretazione a Molti Mondi sostiene invece che ad ogni atto di misurazione corrisponde lo scindersi (ing: splitting) del nostro universo in una miriade di universi paralleli, uno per ogni possibile risultato del processo di misurazione. Questa interpretazione nasce da un articolo del 1956 scritto da Hugh Everett III, tuttavia il modo abbastanza ambiguo in cui la teoria è stata esposta in questo articolo non lo rese famoso. Fu invece "riscoperto" negli anni settanta da De Witt e Graham che esposero la teoria in maniera più completa e formalmente soddisfacente. Nonostante i suoi moltissimi successi la meccanica quantistica non può essere considerata una teoria definitiva. Alcuni limiti fondamentali della teoria, che erano già ben presenti agli stessi scienziati che la formularono, sono la sua incompatibilità con la teoria della relatività Einsteiniana e la sua incapacità di descrivere sistemi dove il numero di particelle presenti vari nel tempo. Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 10 La teoria quantistica dei campi rappresenta un'estensione della meccanica quantistica che tiene conto degli effetti associati all'invarianza per trasformazioni di Lorentz proprie richiesta dalla relatività ristretta (tra i quali la non conservazione del numero di particelle) ma ancora non esiste una estensione della meccanica quantistica che tenga conto della relatività generale. L'unificazione delle due teorie, la cosiddetta teoria quantistica della gravitazione è uno degli obiettivi più importanti per la fisica del XXI secolo. Ovviamente, viste le numerose conferme sperimentali delle due teorie, la teoria unificata dovrà includere le altre due come approssimazioni, quando le condizioni ricadono nell'uno o nell'altro caso. Curiosità Nel 1906 Joseph John Thomson ricevette il premio Nobel per aver identificato, durante i suoi studi sulla radioattività, la natura corpuscolare dei raggi beta (costituiti da elettroni). Nel 1937, 31 anni più tardi, suo figlio George Paget Thomson ricevette (condividendolo con Clinton Davisson) a sua volta il premio Nobel per avere dimostrato le proprietà ondulatorie dell'elettrone. Cronologia essenziale * 1900: Max Planck introduce l'idea che l'emissione e l'assorbimento di energia elettromagnetica siano quantizzate, riuscendo così a giustificare teoricamente la legge empirica che descrive la dipendenza dell'energia della radiazione emessa da un corpo nero dalla frequenza. * 1905: Einstein spiega l'effetto fotoelettrico sulla base dell'ipotesi che l'energia del campo elettromagnetico sia trasportata da quanti di luce (che nel 1926 saranno chiamati fotoni). * 1913: Bohr interpreta le linee spettrali dell'atomo di idrogeno, ricorrendo alla quantizzazione del moto orbitale dell'elettrone. * 1915: Sommerfeld generalizza i precedenti metodi di quantizzazione, introducendo le cosiddette regole di Bohr-Sommerfeld. I succitati risultati costituiscono la vecchia teoria dei quanti. Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 11 * 1924: Louis de Broglie elabora una teoria delle onde materiali, secondo la quale ai corpuscoli materiali possono essere associate proprietà ondulatorie. È il primo passo verso la meccanica quantistica vera e propria. * 1925: Heisenberg formula la meccanica delle matrici. * 1926: Schrödinger elabora la meccanica ondulatoria, che egli stesso dimostra equivalente, dal punto di vista matematico, alla meccanica delle matrici. * 1927: Heisenberg formula il principio di indeterminazione; pochi mesi più tardi prende forma la cosiddetta interpretazione di Copenaghen. * 1927: Dirac applica alla meccanica quantistica la relatività ristretta; fa un uso diffuso della teoria degli operatori (nella quale introduce la famosa notazione bra-ket). * 1932: John von Neumann assicura rigorose basi matematiche alla formulazione della teoria degli operatori. * 1940: Feynman, Dyson, Schwinger e Tomonaga formulano l'elettrodinamica quantistica (QED, Quantum electrodynamics), che servirà come modello per le successive teorie di campo. * 1956: Everett propone l'interpretazione dei 'molti mondi'. * 1960: comincia la lunga storia della cromodinamica quantistica (QCD, Quantum chromodynamics). * 1975: Polizter, David Gross and Frank Wilczek formulano la QCD nella forma attualmente accettata. * 1980: Higgs, Goldstone, Glashow, Weinberg e Salam mostrano, indipendentemente tra loro ma prendendo spunto da un lavoro di Schwinger, che la forza debole e la QED possono essere unificate nella teoria elettrodebole. * 1982: un gruppo di ricercatori dell'Istituto Ottico di Orsay, diretto da Alain Aspect, conclude con successo una lunga serie di esperimenti che mostrano una violazione della disuguaglianza di Bell, confermando dunque le previsioni teoriche della meccanica quantistica. Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 12 Note 1. ^ «Abbiamo qui un impressionante e generale esempio della caduta della meccanica classica - non solamente delle sue leggi del moto, ma un'inadeguatezza dei suoi concetti nel fornirci una descrizione degli eventi atomici» - P.A.M. Dirac - op. cit. 2. ^ , «La nuova teoria afferma che ci sono esperimenti per i quali il risultato esatto è fondamentalmente impredicibile e che in questi casi bisogna accontentarsi di calcolare la probabilità dei vari risultati» - Richard Feynman - Quantum Mechanics and path integrals R. Feynmann, A. Hibbs - McGraw Hill Company 1965 3. ^ " Questa interpretazione non discende direttamente dall'equazione di Schrödinger [l'equazione fondamentale della meccanica ondulatoria, Ndt]. Come trattare con queste asserzioni [l'interpretazione probabilistica della meccanica quantistica, NdT] è un problema che riguarda la fondazione della meccanica quantistica. Voglio insistere ancora una volta che, comunque si interpreti l'origine delle regole della meccanica quantistica, funzionano e, in ultima analisi, questo è tutto ciò che conta», S. Gasiorowicz - Quantum Physics - 3ed. Wiley and Sons 4. ^ Riferendosi a questa nuovo modo di interpretare i fenomeni e alle difficoltà di comprensione che esso presenta a causa della sua profonda differenza con i modelli della meccanica classica P.A.M. Dirac disse: «[...] dovremmo ricordare che il principale obiettivo delle scienze fisiche non è la fornitura di modelli, ma la formulazione di leggi che governano i fenomeni e l'applicazione di queste leggi per la scoperta di nuovi fenomeni. Se un modello esiste è molto meglio, ma il fatto che esista o meno è una questione di secondaria importanza» - P.A.M. Dirac - op. cit. 5. ^ «Se ci allontaniamo dal determinismo classico, introduciamo nella descrizione della Natura una notevole complicazione, altamente indesiderabile ma inevitabile» - P.A.M. Dirac - op. cit. 6. ^ «Dobbiamo assumere che c'è un limite alla precisione dei nostri poteri di osservazione e alla piccolezza del disturbo [cha accompagna l'osservazione, NdT] - un limite che è inerente alla natura delle cose e non può essere superato da tecniche migliorate o dall'aumento dell'abilità da parte dell'osservatore» - P.A.M. Dirac - op. cit. 7. ^ «[...] una conseguenza della precedente discussione è che dobbiamo rivedere la nostra idea di causalità. La causalità si applica a sistemi che sono lasciati indisturbati». P.A.M. Dirac - op. cit. Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 13 8. ^ A proposito della legge di combinazione di Ritz che caratterizzava gli spettri atomici, P.A.M. Dirac commenta: «Questa legge è del tutto incomprensibile dal punto di vista classico». - The principles of quantum mechanics - 4ª ed. Oxford Clarendon Press 1958 Cap. 1 pag. 2 Bibliografia * Albert Messiah, Mécanique quantique, tome 1, Dunod, 1966. * Paul Dirac, I principi della meccanica quantistica, Bollati Boringhieri, 1971. * John von Neumann, Mathematical foundations of Quantum Mechanics, Princeton University Press, 1955. * Stephen Gustafson; Israel M. Sigal, Mathematical concepts of quantum mechanics, Springer, 2006. * Franz Schwabl, Quantum mechanics, Springer, 2002. * Franco Strocchi, An introduction to the mathematical structure of quantum mechanics, a short course for mathematicians, World Scientific Publishing, 2005. * Lev D.Landau; Evgenij M. Lifsits, Meccanica Quantistica Teoria non relativistica, Roma, Editori riuniti, II Edizione marzo 1994. * L. Pauling e E. B. Wilson Introduction To Quantum Mechanics With Applications To Chemistry (McGrawHill, New York, 1935) * S. Dushman The Elements of Quantum Mechanics (John Wiley & Sons, New York, 1938) * M. Planck, L. Silberstein e H. T. Clarke The origin and development of the quantum theory (Clarendon Press, Oxford, 1922) * F. Reiche, H. Hatfield, e L. Henry The quantum theory (E. P. Dutton & co., New York, 1922) * J. F. Frenkel Wave Mechanics: Advanced General Theory (Clarendon Press, Oxford, 1934) * N. F. Mott Elements of Wave Mechanics (Cambridge University Press, 1958) * Gian Carlo Ghirardi, Un'occhiata alle carte di Dio, Net, 1997. * V. Moretti Teoria Spettrale e Meccanica Quantistica. Operatori in Spazi di Hilbert (Springer-Verlag, 2010) Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 14 Scienza olistica (da Wikipedia) La scienza olistica è un paradigma scientifico che enfatizza lo studio dei sistemi complessi. Non è una disciplina scientifica in sé stessa, ma definisce piuttosto un approccio filosofico in cui viene considerato il principio di emergenza nell'applicare il metodo scientifico, spesso utilizzando un metodo ampiamente interdisciplinare o multidisciplinare. Questo approccio è in contrasto con la tradizione puramente analitica, che si propone di interpretare i sistemi complessi dividendoli nelle loro componenti e studiandone separatamente le proprietà. Aspetti centrali dell'approccio olistico Il termine "scienza olistica" è stato usato come categoria per includere numerosi campi di ricerca scientifica. Questi campi, considerati potenzialmente olistici, hanno alcune caratteristiche in comune. In primo luogo, sono multidisciplinari. Secondo, sono incentrati sul comportamento dei sistemi complessi. Terzo, riconoscono il meccanismo del feedback tra sistemi come elemento cruciale per la comprensione del loro comportamento. Il Santa Fe Institute, un centro di ricerca olistica negli USA, esprime così questo concetto: Le due caratteristiche principali dello stile di ricerca del SFI sono l'indirizzo verso un approccio multidisciplinare e l'enfasi sullo studio di problemi che prevedono interazioni complesse tra le loro parti costituenti. Opposizione al riduzionismo Alcuni sostenitori dell'olismo considerano la scienza ortodossa come scienza riduzionista ed il paradigma riduzionista come riduzionismo sfrenato. Questa definizione allude alla tendenza della scienza classica a procedere con un approccio modulare: a dividere, cioè, un sistema in parti più semplici da studiare. La convinzione dell'olismo è che può esistere una differenza qualitativa tra un sistema e la somma delle sue parti: la suddivisione in moduli può portare all'errore. L'approccio quindi si diversifica non tanto per l'oggetto dello studio, quanto per i metodi e le basi scelte per studiarlo. Detto questo, i metodi olistici generalmente non sono in contrapposizione al metodo scientifico classico. In particolare nel caso in cui gli scienziati olistici provengano da un Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 15 background scientifico standard, l'approccio olistico tende ad essere una sintesi dei due. Ad esempio, la psicologia della Gestalt nasce a partire dalla psicologia sperimentale classica. Esempi di campi di studio scientifico olistico Molte discipline scientifiche sono influenzate dal paradigma olistico. In alcune l'olismo è ampiamente accettato come corrente principale, mentre in altre esso è considerato protoscientifico, se non pseudoscientifico. Dinamiche dei sistemi Nello studio delle dinamiche dei sistemi, che nasce al MIT, il metodo scientifico è organizzato secondo un paradigma olistico, ma i risultati della scienza riduzionista vengono utilizzati per definire le relazioni tra variabili statiche nella procedura di modelling e quindi per consentire la simulazione delle dinamiche del sistema studiato. Teoria della complessità La ricerca sulla teoria della complessità, fortemente improntata in senso olistico, è iniziata negli anni Ottanta al Santa Fe Institute, che è tuttora leader nel campo. Scienze cognitive Il campo delle scienze cognitive, che hanno come oggetto di studio la mente e l'intelligenza, presenta alcune forme di approccio olistico. Questo è ad esempio il caso della teoria unificata della cognitività di Allen Newell e di molte altre, che si basano sul concetto di emergenza, intesa come l'interrelazione di molte entità che vanno a costituire un insieme funzionale. Al contrario, gli approcci non olistici funzionalisti in questo campo includono ad esempio il paradigma della modularità della mente. Le scienze cognitive non si limitano solo a studiare la mente umana: esistono anche ricerche scientifiche olistiche sulla cognitività animale (Mark Bekoff). Reti neurali e intelligenza artificiale Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 16 Un altro campo di ricerca olistica riguarda il tentativo di simulare il cervello umano e di costruire sistemi che funzionino alla stessa maniera. Questa disciplina viene chiamata intelligenza artificiale: in particolare il sotto-campo delle reti neurali viene considerato olistico, poiché si basa sull'assunto che le connessioni e i feedback tra nodi semplici collegati in un sistema possano dare origine ad un comportamento intelligente o comunque basato sulla cognitività. Altri esempi * L'ecologia, o scienza ecologica, può essere intesa come lo studio della biosfera come risultato delle interrelazioni tra popolazioni, comunità, ecosistemi. * Lo studio dei cambiamenti climatici può essere considerato uno studio olistico, poiché il clima (e la Terra stessa) è un sistema complesso al quale non si può applicare un metodo di studio scientifico con le tecnologie attualmente a disposizione. * È in atto un progetto chiamato Progetto di Coscienza Globale (Global Consciousness Project) che utilizza una rete fisica di generatori di numeri casuali per registrare eventi di importanza globale, allo scopo di valutare l'ipotesi che esista una sorta di "coscienza umana collettiva" in azione nel mondo. * Nel 1810, Johann Wolfgang von Goethe pubblicò un libro, La Teoria dei Colori (Das Farbenlehre), che criticava radicalmente non solo i principi di ottica newtoniana dominanti a quel tempo, ma anche l'intera metodologia illuminista della scienza riduzionista. Nonostante la teoria non sia stata ben accettata dagli scienziati del tempo, Goethe, uno degli intellettuali più importanti dell'Europa moderna, la considerava il suo risultato più importante. I teorici e gli scienziati olistici di oggi come Rupert Sheldrake considerano La teoria dei Colori uno dei migliori esempi di scienza olistica. Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 17 Scienza olistica in ambito accademico Probabilmente a causa della natura multidisciplinare dell'approccio olistico, c'è voluto del tempo prima che le istituzioni accademiche si aprissero alle idee olistiche. Alcune università hanno aperto centri dedicati a discipline in cui il paradigma olistico è predominante. Tra queste possiamo citare la University of Michigan (Center for the Study of Complex Systems), la Princeton University (il Global Consciousness Project), la Rice University (Cognitive Sciences Program), e la London Metropolitan University (Centre for Postsecular Studies). Lo Schumaker College, nel Regno Unito, offre un corso di laurea in Scienza Olistica. Esistono anche numerose istituzioni accademiche non universitarie dedicate alla scienza olistica o aperte alle idee olistiche, ad esempio il Santa Fe Institute e la Scientific and Medical Network in Europa. Opposizione alla scienza olistica La scienza olistica è controversa. Secondo alcuni si tratta di pseudoscienza, poiché non applica rigorosamente il metodo scientifico nonostante usi un linguaggio apparentemente scientifico. Il giornalista scientifico John Horgan ha espresso questo punto di vista in un libro (The End of Science, 1996). Egli vede nella scienza olistica un modello di "criticalità autoorganizzata" che è "meramente una descrizione, una delle tante, delle fluttuazioni casuali, del rumore di fondo che permea la natura." Dal suo punto di vista questo modello "non può generare né specifiche predizioni riguardo alla natura, né risultati significativi". Bibliografia * Alberto F. De Toni, Luca Comello. Prede o ragni. q:Prede o ragni * Paul Davies and John Gribbin. The Matter Myth: Dramatic Discoveries That Challenge Our Understanding of Physical Reality. Amazon link. * Article "What is the Proper Relationship of Holistic and Reductionist Science?" by Karl North * Article "The Fine Line: (W)holism and Science" by Annemarie Colbin, Ph.D. * Article "A New Image of Cosmos & Anthropos: From Ancient Wisdom to a Philosophy of Wholeness" by Michael R. Meyer * Excerpts from Holistic Science - towards a second Renaissance by R.J.C. Wilding (unpublished book in process) Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 18 * Article "Concerning the Spiritual in Art and Science" by Mike King (available on-line) * Article "Patterns of Wholeness: Introducing Holistic Science" by Brian Goodwin, from the journal Resurgence * Article "From Control to Participation" by Brian Goodwin, from the journal Resurgence * Introduction to Goethe's Way of Science: A Phenomenology of Nature, edited by David Seamon and Arthur Zajonc. State University of New York Press, 1998 Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 19 Olismo (da Wikipedia) L'Olismo (dal greco όλος, cioè "la totalità") è una posizione filosofica basata sull'idea che le proprietà di un sistema non possano essere spiegate esclusivamente tramite le sue componenti. Relativamente a ciò che può essere chiamato "olistico", per definizione, la sommatoria funzionale delle parti è sempre maggiore/differente della somma delle prestazioni delle parti prese singolarmente. Un tipico esempio di struttura olistica è l'organismo biologico, perché un essere vivente, in quanto tale, va considerato sempre come un'unità-totalità non esprimibile con l'insieme delle parti che lo costituiscono. Ma anche una macchina, in molti casi, non essendo esprimibile come una sommatoria funzionale delle sue parti, deve essere considerata olistica. Di un oggetto che vola, che resta e si muove per aria com'è un aeroplano, ad esempio, è difficile dire che funzioni come "somma dei suoi componenti". Esso infatti, come sommatoria funzionale delle sue parti, non sarebbe identificabile con un "oggetto che vola". La parola, insieme all'aggettivo olistico, è stata coniata negli anni venti da Jan Smuts (18701950) uomo politico, intellettuale e filosofo sudafricano, autore di Holism and Evolution ("Olismo ed evoluzione") del 1926. Essendo Smuts un convinto evoluzionista, l'olismo è secondo lui anche esprimibile come il frutto strutturale di un' "evoluzione emergente", dove la complessità strutturale che ne deriva in un ente non è riducibile ai suoi aggregati. Secondo l'Oxford English Dictionary, Smuts ha definito l'olismo come «...la tendenza, in natura, a formare interi che sono più grandi della somma delle parti attraverso l'evoluzione creativa». L'olismo, esprimibile anche come non-riduzionismo, è a volte descritto come l'opposto del riduzionismo, nonostante i sostenitori del riduzionismo scientifico affermino che sia più giusto considerarlo l'opposto del riduzionismo sfrenato. Può anche essere considerato opposto all'atomismo, per quanto l'uno non escluda affatto l'altro. Gli atomi, infatti, come elementi-base del complesso, non escludono affatto che l'assemblato possegga prestazioni superiori alla somma delle proprietà degli assemblati. Ma quando l'assemblato non esista più in quanto tale sono gli assemblati a riprendere esistenza autonoma ed essere nuovamente disponibili per nuovi assemblaggi "emergenti". Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 20 La dicotomia concettuale olismo/atomismo è pretestuosa e filosoficamente priva di fondamento, trattandosi semplicemente di "livelli differenti" di aggregazione della materia. Una materia che allo stato elementare (particelle fermioniche e bosoniche) ha certe proprietà che non sono più quelle dei "complessi" che le particelle elementari formano, dapprima a livello di atomi, poi di molecole, poi di macromolecole, e infine di "corpi complessi" e macroscopici come sono gli esseri viventi. I precursori Per quanto l'olismo nasca in Occidente soltanto nel XVII secolo con il panteismo di Spinoza, esso fonda le filosofie orientali sin dal XIII secolo a.C. Le filosofie-teologie indiane sono infatti tutte olistiche, e l'olismo è uno degli elementi di base di tutta la speculazione orientale, quale si ritrova anche in Cina nel Taoismo, che si origina nel VI secolo a.C. circa. Quindi, la sua identificazione e definizione ha luogo in Occidente con grande ritardo, solamente dal XX secolo, basandosi su una tradizione che è riferibile soltanto al Neoplatonismo (III-VI secolo) e in particolare in Plotino (III secolo). Tradizione assai debole quindi nel mondo giudaico-cristiano, se si esclude, appunto, Baruch Spinoza e prima di lui Giordano Bruno. Spinoza con un'originalissima interpretazione della Bibbia si oppone al dualismo cartesiano con il suo panenteismo (Dio è il Tutto). Più tardi, in qualche misura, anche Johann Wolfgang von Goethe che raccoglieva suggestioni mistico-olistiche del pensiero tardo-medievale può essere considerato un olista. Egli traduce infatti nella sua teoria dei colori, dove la luce bianca (come sommatoria dei differenti colori dell'iride) non sarebbe considerabile come mera somma delle frequenze elettromagnetiche dei suoi componenti, un concetto olistico che il Romanticismo tende a rivitalizzare. Tipi di olismo Essendo un approccio generale o forma di pensiero, l'olismo si può applicare a molte discipline. L'olismo ontologico, ad esempio, sostiene che la realtà è fondamentalmente fatta di interi. L'olismo confermativo nella filosofia della scienza, d'altro canto, significa semplicemente che le teorie scientifiche dovrebbero essere confermate o confutate nella loro interezza, piuttosto che in singoli aspetti (si veda la Tesi di Duhem-Quine). Altre forme di olismo includono l'olismo sociale, metodologico, etico, semantico, di significato e tipologico. Quanto al cosiddetto olismo originario, si tratta di una scienza dei cicli e le sue Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 21 più grandi applicazioni si hanno proprio nelle pratiche orientali come l'agopuntura (da S.Campagna, Il popolo degli specchi, Zona Editrice, settembre 2008) Olismo in fisica In fisica quantistica, i fenomeni sembrano nascere solo all'interno di sistemi e non possono essere spiegati esclusivamente come interazione delle singole parti del sistema. Per alcuni osservatori, questo indica che è necessario un approccio non-riduzionista. L'interpretazione della meccanica quantistica di David Bohm vede l'universo come un ologramma in movimento, che egli chiama olomovimento. Un'altra interpretazione è il principio olografico per cui un universo a 4 dimensioni può essere visto come un ologramma in cinque. Ad ogni modo, sia la meccanica quantistica che la relatività generale sono teorie non-riduzioniste, in quanto comprendono relazioni non-lineari tra le parti. Il contributo maggiore arriva però dalla nascita della teoria del caos, dalla quale deriva la più moderna e generale teoria della complessità. Base fondante di questa teoria è che esistano alcune proprietà emergenti non identificabili nel singolo costituente di un sistema ma derivanti dall'interazione dei costituenti stessi. La concezione olistica del mondo trova consistenza nel fatto che ogni interazione tra sistemi fisici porta ad uno stato entangled che implica una perdita di identità dei sistemi interagenti. L'universo è un "unbroken whole" le cui parti non hanno più un'identità. Olismo ontologico Nell'opera “Il fantasma nel sistema”, Arthur Koestler ha teorizzato che l'esistenza consiste in una vasta gerarchia di sottoinsiemi, detti oloni, che egli chiama olarchia. I tipi di insiemi costituiscono i livelli di organizzazione del sistema. Questi livelli includono, ad esempio, quark, protoni, atomi, molecole, organelli, cellule, tessuti, organismi, popolazioni. Quindi, un vasto organismo su larga scala come la biosfera non può essere compreso solo studiandone gli elementi, ma deve essere visto come un'entità a sé e studiato attraverso i differenti livelli gerarchici, considerando le relazioni tra i diversi elementi. Alcuni paragonano l'ontologia di Koestler alla Grande Catena dell'Essere. Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 22 Il filosofo Ken Wilber ha approfondito notevolmente la teoria di Koestler. Secondo lui "ci sono infinite tartarughe in alto e in basso", per dire che le gerarchie di sottoinsiemi continuano nell'infinitamente grande e nell'infinitamente piccolo. Nel suo libro Sesso, Ecologia, Spiritualità, Wilber definisce 20 caratteristiche che tutti gli oloni hanno in comune. Queste includono le proprietà di autotrascendenza, autodissoluzione, e, a vari gradi, coscienza. Il pensiero dei sistemi è strettamente correlato all'olismo ontologico. Secondo la teoria dei sistemi, i fenomeni come la vita, la mente e la coscienza sorgono solo all'interno di sistemi. Questo significa che non possono essere spiegati soltanto dallo studio delle cellule, degli atomi o delle particelle subatomiche, così come il sistema circolatorio non può essere spiegato solo in riferimento alle cellule del sangue o alle cellule muscolari. Olismo semantico La dottrina filosofica che discute delle condizioni metafisicamente necessarie per cui qualche cosa abbia un significato o un contenuto. Olismo del contenuto La dottrina che sostiene che le proprietà quali "avere un contenuto" sono olistiche, nel senso che nessuna espressione in un linguaggio può possederle a meno che molte altre (non sinonimi di questa) la posseggano. Olismo antropologico La dottrina che sostiene vi sia una connessione interna tra la proprietà "essere un simbolo" e il fatto di giocare un ruolo in un sistema di convenzioni, pratiche, rituali ecc. di tipo non linguistico. Si può anche ipotizzare la condizione opposta: proprio "l'essere un simbolo" impedisce di giocare un ruolo effettivo nel sistema di convenzioni, poiché altrimenti quel simbolo apparterebbe alla stessa gerarchia logica dell'intero. Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 23 Olismo delle traduzioni La posizione di chi sostiene che proprietà come "avere lo stesso significato di una formula nel linguaggio X" sono proprietà olistiche. Olismo tipologico Nella classificazione e nella tipologia, olismo significa che solo con alcune caratteristiche ben scelte, un oggetto o un sistema può essere riconosciuto come un tipo. Il suolo, la vegetazione, i biomi sono comunemente considerati insiemi e possono quindi essere classificati tramite una serie di caratteristiche diagnostiche (vedi ad esempio classificazione ecologica). Olismo in psicologia Ken Wilber ed i teorici della Spiral Dynamics considerano l'olismo come un particolare livello transpersonale dello sviluppo umano, conseguente al livello sistemico o integrale. Nella teoria della Spiral Dynamics, l'olismo è il livello più avanzato di sviluppo umano finora documentato. Wilber vede anche livelli più elevati, mistici. Olismo in filosofia Olismo, nel filosofo Aristotele, significa che corpo e mente sono un tutt'uno. Olismo in medicina Si definisce olistico un approccio integrativo alla medicina che intende indagare le cause psicologiche e spirituali che si accompagnerebbero all'insorgere delle malattie, attribuendo ai sintomi che il corpo manifesta un linguaggio simbolico. L'olismo si articola nel campo della medicina con una posizione denominata "salute globale", orientata allo studio dell'unità umana nelle sue molteplici dimensioni. Il modello olistico di essere umano si sviluppa come sintesi di antiche tradizioni mediche e scienze moderne. Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 24 La salute globale non è vista come semplice assenza di malattia ma un benessere globale di corpo, mente, società e ambiente e anche come un'evoluzione psicofisica [1]. Esistono numerosi autori indipendenti che possono essere ascritti a questa corrente di pensiero, il più noto dei quali sono il medico austriaco Rudiger Dahlke, la biologa canadese Claudia Rainville e il controverso medico tedesco Ryke Geerd Hamer. Storia È fin dagli albori della scienza medica che si riflette sul rapporto psiche/corpo. Bisognerà, però, attendere la fine dell'Ottocento perché emergano con maggiore chiarezza i temi centrali propri della medicina olistica. Oggi vengono considerati precursori dei vari approcci olistici psicoanalisti come Georg Groddeck (1866 - 1934), naturopati come Edward Bach (1886 – 1936) e teologi come Mary Baker Eddy (1821 – 1910). Olismo in agricoltura Alcuni concetti tipicamente olistici sull'interazione di vari aspetti tipica dei sistemi complessi sono stati fatti propri dalla permacultura, l'insieme di pratiche agronomiche che approccia l'agricoltura cercando di mimare i processi presenti in natura. Risposte all'olismo L'olismo, in particolare nelle sue forme metafisiche, è controverso. Molti scienziati e filosofi considerano che alcuni di questi concetti siano meno significativi di quanto ritengano i sostenitori dell'olismo. Altri li giudicano come non corretti o come pseudoscienza. Alcune forme come l'olismo epistemologico e confermativo, sono le correnti principali della filosofia contemporanea, senza contare che i fisici sono alla ricerca della Teoria del tutto, olistica di nome e di fatto. Inoltre, come ricordato sopra, sia la meccanica quantistica che la relatività generale sono teorie non riconducibili al riduzionismo cartesiano, in quanto le correlazioni tra le parti sono non-lineari e non-locali. Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 25 Note 1. ^ Introduzione alla salute globale, www.enciclopediaolistica.com Il punto di svolta (da Wikipedia) Il punto di svolta - Scienza, società e cultura emergente – Titolo originale The turning point - Science, society and the rising culture. Autore Fritjof Capra - 1ª ed. originale Genere Saggio - 1982 Sottogenere Scientifico / filosofico Il punto di svolta è il secondo saggio pubblicato da Fritjof Capra. Scritto durante la crisi economica e sociale dei primi anni 1980, il libro vuole tracciare un parallelo tra la crisi della fisica nei primi anni del XX secolo, e l'incapacità delle società contemporanee di far fronte a problemi di portata sistemica e globale come quelli economici ed ecologici. In questo senso, Il punto di svolta prosegue l'analisi iniziata dal precedente: Il Tao della fisica. Nell'analisi vengono esaminate le fondamenta della cultura occidentale, basate sul meccanicismo e sulla visione cartesiana, derivate dalle teorie di Locke, Descartes e Bacone, le quali portano alla stessa fisica classica. La tesi del libro è che, come la fisica ha dovuto abbandonare la visione riduzionista per indagare l'infinitamente piccolo e l'infinitamente grande (teoria dei quanti e relatività), lo stesso dovrebbero fare medicina, biologia, sociologia ed economia. Nel libro è presente una chiara denuncia alle posizioni dello stile di vita occidentale, che non rispettano né le persone né le convenzioni sociali, ma incentrano il loro interesse egoisticamente sul singolo, sia come produttore, sia come consumatore. La critica di Capra non si rivolge esclusivamente al capitalismo, ma anche al marxismo ed al socialismo. Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 26 Pur datato, il libro anticipa in effetti alcuni mutamenti di paradigma, nel senso di Kuhn, poi effettivamente verificatisi: nelle scienze cognitive, con la visione di unità mente-corpo; nelle scienze biologiche, con il crollo dell'assioma genetico che asserisce "un gene, una proteina"; nelle scienze sociali ed economiche, con l'incapacità di prevedere crisi e tracolli, come la bolla del 2001 o la crisi petrolifera iniziata nel 2005, con il greggio che sale oltre i 70 dollari al barile per rimanervi, quando solo nel 2003 si parlava ancora del prezzo troppo basso del petrolio. Anche se a volte Capra parteggia per la visione sistemica e olistica, tuttavia afferma immediatamente che il suo scopo non è ribaltare le idee comuni, ma integrare le conoscenze derivate dal riduzionismo con quelle derivanti dalle relazioni tra le varie parti. Erboristeria La Camomilla Viale Montenero 13 – Milano [email protected] 27