Il Centro Visite della Grande Cumania è un punto di accoglienza e informazioni degli ospiti in visita alla città, la cui mostra, attraente e interattiva, documenta l’arrivo avventuroso dei Cumani in modo spettacolare. Attraversando il tipico portone cumano di Karcag si scopre un mondo incantato che rievoca la vita del fiero popolo cumano dal secolo XIII ad oggi. A Lajos Kossuth, eroe dell’indipendenza ungherese (18021894), Karcag nel 1892 ha intitolato la piazza principale, lunga quattrocento metri. Il Palazzo Municipale, uno degli edifici più maestosi, progettato dall’architetto Artúr Vida, fu costruito nel 1910-12 in stile floreale. L’opera venne realizzata dal costruttore József Kása di Karcag, sotto la direzione dell’architetto József Vidákovits. Davanti al Centro Visite, all’angolo di Dózsa György út con Déryné utca, sorge un eclettico edificio su tre piani: il Palazzo della Cultura, costruito nel 1925-26. All’inizio ospitava sale per cinema, teatro, esposizioni, biblioteca e ristorante. Sul timpano della facciata all’ingresso principale, in rilievo sono raffigurati Pegaso e una maschera teatrale. L’edificio svolge tuttora il ruolo di centro culturale cittadino. 1 Davanti l’ingresso principale del Palazzo Municipale sorge il monumento ai Caduti della Grande Guerra. La statua equestre, opera dello scultore Gyula Gáldi, raffigura un cavalleggero del Reggimento ussaro Jazigo-Cumano, costituito nel 1745 e sciolto alla fine della Grande Guerra. 2 Al centro della piazza Kossuth troviamo „La fontana con l’Angelo”, chiamata Fontana Vittoria, ricostruita nel 2001 secondo il progetto originario dallo scultore Sándor Györfi sul modello del primo pozzo artesiano, inaugurato nel 1893. L’antico lampione in ghisa, presso la fontana, evoca l’elettrificazione della città nel 1908. Sull’altro lato della piazza, nella zona pedonale, notiamo la statua a figura intera del turcologo Gyula Németh, a lui dedicata nel 1990 dalla città natale. La statua di Lajos Kossuth, inaugurata nel 1907, presente il figlio Ferenc, è opera di János Horvay, uno scultore rinomato del secolo scorso. Il monumento commemorativo della seconda guerra mondiale, opera di Sándor Györfi, collocato nel giardino della chiesa calvinista dal 1992, è uno dei più belli del Paese. La base esagonale di granito nero, su cui sono riportati i nomi delle 555 vittime della guerra, sostiene il commovente gruppo della Pietà Cumana, una madre che sorregge il figlio-soldato esanime. Dietro le figure si alzano sei colonne di ordine tuscanico, sovrastate da una trabeazione interrotta, che evoca gli orrori della guerra. La statua di Sándor Petőfi (poeta e patriota, 1823-1849), opera dello scultore Dezső Győry, è stata inaugurata il 20 agosto 1948. 3 5 4 7 6 La colonna del Conte palatino E’ stata la più antica opera d’arte del paese, elevata dalle città della Grande Cumania presso la chiesa calvinista negli anni 18081809 e ricorda la visita nel 1805 a Karcag dell’Arciduca Giuseppe d’Asburgo, Conte Palatino, molto popolare in Ungheria. Più volte demolita, è stata definitivamente ripristinata a cura della Pro Loco di Karcag nel 1997. Chiesa Calvinista in Piazza Kossuth Eretto fra il 1793 ed il 1797 su progetto e direzione di Károly Rabl sul luogo dove sorgeva un precedente edificio di culto (completo di campanile dal 1633), il tempio dispone di tre ingressi e presenta una navata interna bella e severa, di stile Zopf – tardo barocco. L’organo con 1560 canne è del 1866. Merita attenzione il pulpito ligneo, sempre di stile Zopf. Il Gonfalone della Patria, posto innanzi alla chiesa nel 1935, fu restaurato dallo scultore Sándor Györfi nel 1996, nell’11° centenario dell’insediamento magiaro nel bacino dei Carpazi. Il palazzo del Tribunale è stato progettato e costruito da Sándor Fellner, architetto di Budapest nel 1891. Un altro edificio importante in piazza Kossuth è l’ex Locanda all’Agnello, edificato nel 1825 in stile eclettico. Con funzioni di osteria, con rimessa per carri nel cortile quando la piazza antistante era adibita a mercato, nel 1860 l’edificio è stato rialzato di un piano per farne un albergo. Dal 1935 collegio per studenti, oggi l’edificio è scuola elementare. La chiesa ortodossa di San Giorgio è stata costruita fra 1794 e 1798, in stile barocco, su progetto di Károly Rabl. Il presbiterio è stato completato solo nel 1811 con l’iconostasi barocca, parzialmente di carattere Zopf. Anche il pulpito risale al 1700. L’edificio è una chiesa a sala con tre volte a vela, orientato a Est, con abside semicircolare e con la torre sulla facciata occidentale. La chiesa è stata costruita con il sostegno economico dei commercianti greci, residenti nella zona. 8 10 9 L’imponente edificio del liceo su due piani in stile eclettico, fu realizzato in due fasi. La prima costruzione del 1894, su progetto dell’architetto Viktor Walch di Budapest, fu eretta sul posto della „piccola osteria”. Nel 1906, grazie al gestore, la Chiesa calvinista, l’edificio è stato ampliato di una nuova ala. Fino alla statalizzazione del 1948, la scuola era a gestione ecclesiastica. Dal 2008 è di nuovo affidata alla chiesa. Dalla fine del ’600, da quando cioè sono menzionate scuole in città, numerosi sono gli scienziati, artisti e insegnanti licenziati dalle stesse: il medicofarmacista Gábor Kátai, l’etnografo István Györffy, il filologo classico László Gaál, il turcologo Gyula Németh e molti altri. L’edificio della „Scuola delle campanelle” – Scuola elementare calvinista della Grande Cumania di Karcag – riveste un posto di rilievo nel progetto di piazza Kossuth. La scuola, eretta dalla comunità calvinista di Karcag negli anni 1813-14 era a un solo piano. Nel 1818 alla costruzione è stato aggiunto un altro piano con porticato e, in posizione asimmetrica, il vano scale. Singolari le piccole torri costruite agli angoli del cortile scolastico. Un tempo le campanelle, sistemate all’interno delle torri suonavano l’inizio e la fine delle lezioni, dando così nome all’istituto. Il rilievo posto all’ingresso nel 2005, raffigurante Giovanni Calvino, è opera di Sándor Györfi. 11 12 „Chi vuol trovare cuor sincero nella grande Patria, venga da compare Varró a Karcag, in Cumania.” (Mihály Csokonai Vitéz: Il ritorno dalla Pianura) Il poeta Mihály Csokonai Vitéz ha immortalato la sua amicizia con la famiglia Varró di Karcag nella poesia sopra citata. Al poeta Csokonai è stata dedicata la biblioteca, una scuola d’infanzia e intitolata anche una via. Casa e Cantina Csokonai, Sala Csokonai L’edificio e la cantina hanno più di 200 anni di vita, sono di proprietà della Euro S.r.l. e sono visitabili su prenotazione. Su richiesta, il proprietario organizza anche pranzi per gruppi e vari eventi. 5300 Karcag, Varró u. 2. Tel.: 59/300-161, 06/20/429-8991 E-mail: [email protected] 13 Il rilievo che raffigura il colonello degli ussari, Mihály Kováts (1724-1779), nato a Karcag, è visibile dal 1992 sulla parete della scuola che porta il suo nome. Autore dell’opera è lo scultore Lajos Györfí. All’angolo di Bocskai utca - Liliom utca, sul posto presunto della casa natale del colonello si trova la simbolica Porta Commemorativa di Mihály Kováts. Il colonello militava nel rinomato Reggimento degli Ussari Jazigo-Cumani. Durante la guerra di successione austriaca combattè inizialmente per Maria Teresa, poi per il re prussiano Federico. Nelle battaglie comandava un corpo franco di esploratori; prima di vedersi costretto a taglieggiare la popolazione però, riparò in Polonia mettendosi in contatto con i nobili insorti. Kováts prese parte alla guerra d’indipendenza americana e, insieme a Kazimierz Pulawski, organizzò la cavalleria leggera sul modello ussaro. È caduto combattendo presso Charleston l’11 maggio 1779. 14 15 Al civico 4 di Kálvin utca, troviamo l’imponente edificio in stile neoclassico del Museo della Grande Cumania „István Györffy”, costruito verso il 1830. L’edificio rivela la sorprendente evoluzione delle caratteristiche urbanistiche borghesi cittadine. Appartenente a dei proprietari benestanti, ricorda la differenziazione economica intervenuta fra i cittadini di Karcag dopo la „redempció” - redenzione (riscatto dei diritti politico-economici dei cumani dall’asservimento teutonico, da parte dei cittadini facoltosi, che saranno chiamati „redemptus” - redenti). L’immobile di Sándor Kálmán, capitano della Grande Cumania, in seguito passò in eredità a Móric Bogdi Pap, delegato di Karcag alla Dieta del 1848. Dopo il 1945, l’edificio venne adibito a ospedale e soltanto dal 1968 è sede museale. Sotto il fabbricato esiste ancora una cantina con le volte di mattoni. István Györffy (1884-1939) nativo di Karcag, accademico e rinomato studioso della vita popolare cumana. Alla sua morte, gli allievi hanno fondato il Collegio Györffy, laboratorio di studi a lui intitolato. Il suo ritratto in marmo rosso, sistemato dal 1974 a sinistra dall’ingresso del museo, è opera di Lajos Papi, scultore di Kisújszállás. Invece l’imponente figura seduta in bronzo nel giardino davanti del museo è opera di Sándor Györfi, inaugurata nel 1984. Sándor Szűcs (1903-1982) scienziato etnografo, non era originario di Karcag, ma grazie all’amicizia di István Györffy divenne prima ricercatore della Grande Cumania, poi riorganizzatore e, dal 1952 al 1962, direttore del museo di Karcag. Il suo ritratto di bronzo si trova a destra dell’ingresso del museo ed è opera di Sándor Györfi. 17 16 Nel giardino dietro il museo troviamo il ritratto del dott. István Mándoky Kongur (1944-1992), turcologo rinomato di Karcag, opera di Sándor Györfi, anno 1993. La casa del vasaio risale alla seconda metà dell’800, ed è di stile neoclassico popolare. Con tetto di canne e per la sua posizione, è la caratteristica casa di un facoltoso „redemptus”. L’edificio a un solo piano con portico e asse longitudinale perpendicolare alla strada è costruito con blocchi di argilla seccata. Lungo l’intero fabbricato troviamo il portico aperto verso 18 il cortile, sostenuto dalle particolari colonne gemelle cilindriche, ritagliate nel legno e ricoperte di argilla. Nell’edificio è allestita la mostra dedicata all’intera produzione artistica popolare del vasaio Sándor Kántor, insignito del Premio Kossuth, e di altri vasai rinomati di Karcag. All’angolo di Kerekes István utca con Kisújszállási út è collocata la macina di pietra (mulinello) dei Sipos di Karcag, dichiarata eredità culturale con il decreto del Provveditorato: „Protetto, unico nel Paese, fa parte di un determinato gruppo di impianti agro-industriali.” All’interno dell’edificio, dal 2008 una mostra illustra con documenti storici la „Città dei sessanta mulini”. Nel cortile sono esposti numerosi macchinari di piccole dimensioni, utilizzati per macinare e frantumare a mano le granaglie. Anche questa esposizione è unica del suo genere nel Paese. Mostra della storia medica e farmacologica All’edificio n. 45 di Széchenyi sugárút, è possibile visitare l’arredo e gli strumenti originali della centenaria ex farmacia Solcz. Nel 1995, la mostra è stata arricchita dalla collezione di storia medica dell’ospedale locale e dalle testimonianze dell’opera del medico-farmacista dott. Gábor Kátai. Al n.1 di Baross utca si trova un monumento alla cultura popolare: la Locanda di Brontolo. Si tratta di uno dei pochi edifici in stile neoclassico rimasti intatti dal periodo dell’urbanizzazione di Karcag. È una costruzione semplice a pianta rettangolare e con pareti imbiancate. Il portico sopraelevato è sostenuto da tre colonne robuste di stile dorico, sistemate su base cubica. Si trova ad un livello piuttosto elevato posto sopra una cantina a volte di mattoni: entrambi meritano una visita. Le finestre sono protette da grate in ferro battuto del ’700. Dalla locanda era possibile sortire prima che arrivassero gendarmi da due direzioni, poichè - almeno così si narra - la cantina aveva un sotterraneo che la collegava alla Locanda Ágota, distante otto miglia. La Locanda di Brontolo è stata restaurata dalla cittá nel 2009. 21 20 19 22 All’angolo di Szent István sugárút con Püspökladányi út si trova la chiesa cattolica. Presenti a Karcag dal 1770, due anni dopo, al posto della sede attuale della Corporazione dell’Artigianato i cattolici consacravano la prima loro chiesa in stile barocco. Danneggiato da un incendio nel 1834, l’edificio pervenne a un tale degrado che nel 1896 fu demolito. L’attuale tempio, progettato dall’architetto István Wind e consacrato nel 1901 a Santo Stefano d’Ungheria, è costruito in stile eclettico e comprende navata, transetto, ed un’abside chiusa dai tre lati di un ottagono. Il pulpito, gli altari e l’accurata pittura delle pareti richiamano gli stili gotico e romanico. Nel giardino circostante, dal 2011, oltre alla grotta mariana, troviamo il busto del professore-pievano dott. Pál Orosz, opera dello scultore Lajos Györfi. Di fronte alla chiesa, dal 1935 sorge il palazzo della posta, uno degli edifici pubblici moderni della città. Il frontale ricurvo è abbellito da cornici di mattone, dalla tessitura variegata della muratura, dal basamento in pietra e dal bellissimo rilievo di ceramica, che raffigura una diligenza trainata da cavalli. Il servizio postale è attivo a Karcag fin dal 1780. La Comunità religiosa ebraica di Karcag si è formata nel 1854 divenendo, in alcuni decenni, una realtà importante. La Sinagoga di Kertész József utca è stata aperta al culto nel 1899. La comunità, ridottasi nel frattempo, ha fatto restaurare il tempio che oggi è monumento. La Collina del Calvario, un tempo chiamata Collina dell’Uva, è una collina cumana posta lungo Dózsa György út. Il sobrio Calvario in stile neoclassico, consacrato nel 1851, è composto dalle edicole delle 14 stazioni, posizionate in cerchio. In cima alla collina si ergono tre grandi e semplici crocifissi lignei, il campanile e la statua della Madonna. Il Calvario è stato più volte restaurato, l’ultima volta nel 1993, è un elemento caratteristico del paesaggio di Karcag. 26 25 23 24 „Sui campi della Cumania hai fatto crescere per noi il grano dorato” – scrive Ferenc Kölcsey nella nostra preghiera Inno nazionale. Il grano dall’alto contenuto di glutine, prodotto nella Grande Cumania un tempo era macinato nei mulini della città. I mulini a vento di tipo olandese comparsi verso il 1840, sono stati sostituiti dai mulini a vapore ancora nello stesso secolo. Il mulino a vento, che sorge al n. 22 di Vágóhíd utca, proprietà di Ferenc Gál-Lászlóné Gál Szabó-György Deák, è stato costruito nel 1859 ed è monumento industriale. Oggi funziona come museo. Gli oggetti e gli strumenti esposti raccontano la vita e il mestiere dei mugnai. Il mulino, di tipo olandese, rimasto integro fino oggi, ha sei piani, il tetto è girevole, ed è munito di quattro pale. Di fronte al mulino si trova l’accesso meridionale del Parco Nazionale di Hortobágy, La Locanda al Mulino a Vento. Costruita nel 1997 a scopo turistico sul modello delle case dei „redemptus” facoltosi di Karcag, ha la parte posteriore impreziosita da un portico aperto, sostenuto da cinque colonne singole. Nell’edificio è stata allestita una mostra dedicata alla fauna e alla flora delle riserve naturali. La locanda è il punto di partenza del percorso ciclistico denominato „Sulla terra di Zádor a due ruote”; nel suo cortile i gruppi turistici possono sostare e cucinare all’aperto sul fuoco o nel forno. 27 Procedendo per la vecchia via del sale verso Debrecen, attraverso una strada prima asfaltata poi sterrata, raggiungiamo l’antico Ponte di Zádor, unico in muratura nell’estesa puszta. Sotto non vi scorre più l’acqua. Prima della regolazione del Tibisco, il paesaggio era un pullulare di ruscelli e corsi d’acqua ed il passaggio su questi era agevolato da vari ponticelli. Sul ruscello più importante, di nome Zádor, il Distretto della Grande Cumania aveva fatto costruire in pietra e mattoni un ponte massiccio e forte. Secondo le leggende, la calce utilizzata per legare i conci degli archi venne spenta con le uova raccolte negli immensi canneti, e per questo è diventata così forte. Il Ponte di Zádor, come il successivo di Hortobágy, fu costruito a nove archi, ma la grande alluvione del 1830 asportò le due pile estreme in ambo i lati. Dopo la regolazione del Tibisco i corsi d’acqua si sono essicati e dopo la costruzione della ferrovia Szolnok-Debrecen (1857) è del tutto scemato il traffico. Oggi è divenuto monumento e la depressione di Zádor, intorno al ponte, è riserva naturale. Nelle vicinanze del ponte si ergono le colline di Zádor e Lőzér, un po’più distante quella di Ágota e altre colline cumane. Alle colline e alle locande sono legati racconti e leggende. Le più antiche colline cumane, caratteristiche del paesaggio planiziale, risalgono al paleolitico e all’età del bronzo. Le numerose colline artificiali quando non accoglievano insediamenti, erano luogo di sepoltura, di vedetta, oppure delimitavano zone di confine. Il disco rosso del sole al tramonto, la flora e la fauna protetta, i candidi casali in lontananza, i pozzi ammazzacavallo svettanti, le greggi, il bubbolo e il latrato, il canto di un uccello che spicca il volo ed il silenzio indisturbato nella puszta infinita fanno provare una incomparabile esperienza di libertà. 29 28 Nel Cimitero settentrionale c’è il capanno (del custode) del ’700, edificio a pianta di T in parte interrato. Questa soluzione architettonica secondo le testimonianze degli scavi archeologici è riconducibile al medioevo. Il muro è fatto di argilla cruda, il tetto a capanna è coperto di canne. L’ingresso tipo cantina è posizionato al centro, nel piede della pianta a T. Nelle due braccia della T ci sono due piccole camere, fra di loro, nell’asse dell’ingresso si trova il forno, sopra di esso una volta c’era un comignolo di legno. Il capanno è proprietà privata. La Casa del Dazio si trova sulla piazza all’angolo di Madarasi út con Forrás utca. Costruito all’inizio dell’800, l’edificio era parte integrante del mercato del pollame alla periferia occidentale della città. L’impostazione dell’edificio ricorda una dimora di stile neoclassico, circondata da un portico aperto di mattoni, rialzato di tre scalini e sostenuta da tre o quattro colonne semplici di stile tuscanico. All’inizio dell’800 la Casa del Dazio era luogo dell’amministrazione commerciale, oggi accoglie turisti. Gli appartamenti qui allestiti fanno parte delle Terme e Campeggio „Boschetto delle Acacie”. In Kórház utca s’erge l’edificio dell’Ospedale „Gábor Kátai”. Il primo ospedale, aperto nel 1946, ebbe una nuova sede di dieci piani nel 1968. L’edificio, recentemente ristrutturato, è il più grande e più moderno stabilimento della regione. Il Monumento per i Martiri di Arad è stato commissionato dall’amministrazione comunale nel 1999. I quattordici tigli piantati attorno al monumento fanno ricordare gli altrettanti martiri giustiziati: i colonnelli ed il primo ministro della guerra per l’indipendenza del 1848/49 i cui nomi si leggono sulle pietre di granito nero. 32 31 30 33 Su una collina cumana simbolica, ricoperta con rocce e prato autoctono vediamo il Monumento al Millennio della Grande Cumania, opera di Sándor Györfi, che ricorda il primo insediamento dei Cumani. La composizione di tre statue ha immortalato il momento, quando a Pasqua del 1239 il re Adalberto IV ha ricevuto l’orgoglioso re dei Cumani, il khan Cuteno. Fra le due statue equestri alte tre metri, di bronzo colato si trova la figura del leone con coda doppia, animale simbolo dei Cumani. La sua statua di bronzo dorato, alta un metro e mezzo, collocata sulla cima di una colonna tornita di granito nero, sorveglia da dieci metri di altezza la città e la puszta cumana. TERME E CAMPEGGIO „BOSCHETTO DELLE ACACIE” L’acqua medicinale che sgorga dal „Pozzo Salato”, dalla profondità di 1.497 m, è un rilevante valore naturale di Karcag. L’acqua medicinale delle terme, aperte tutto l’anno, contiene molti sali minerali (quantità totale 7.011,19 mg/l). Le vasche medicinali I-II, dotate di ogni comfort sono aperte tutto l’anno per gli ospiti desiderosi di cure. Il gruppo di utenti più importante è quello delle famiglie: le accogliamo con un reparto benessere e spa di collocazione particolare dal punto di vista architettonico. Nello spazio delle piscine, coperto da tende, a disposizione degli ospiti ci sono piscine per attività agonistica e allenamenti e una vasca termale doppia. Come servizi accessori forniamo jacuzzi, solarium, sauna con vasca d’immersione, palestra. Ulteriori vasche, aperte d’estate: - Vasca di divertimento (canale corrente, jacuzzi e idromassaggio) - Vasca per bambini a spazio doppio (con scivolo, fontanella e con due giochi per ogni spazio) - Vasca medicinale III. (con due scivoli) A margine delle terme, sorge un campeggio a ** (con 2 appartamenti di classe II, 4 camere doppie, 10 bungalow, posteggi per camper e posti tenda). Contatti: 5300 Karcag, Fürdő utca 3. Tel. Terme: +36/59/312-353 Tel. Campeggio: +36/59/503-011 E-mail: [email protected] Gestore: „Nagykun Víz és Csatornamű” S.r.l. 5300 Karcag, Fürdő utca 3. Sito Web: www.nkvizkft.hu 34 35 IL MANEGGIO CUMANO DI KARCAG Vi aspettiamo con affetto al Maneggio Cumano di Karcag! Nostri programmi: Equitazione, lezioni di equitazione Uscite in carrozza Esibizione dei mandriani Esibizione del Quintetto „Puszta” (cavalca cinque cavalli) Visita al maneggio e al cortile del contadino Parco degli animali autoctoni 36 Istituto di Istruzione Superiore Agricolo e Collegio „ Sámuel Szentannai ” - Museo Scolastico Kisújszállási út attraversa i binari della ferrovia e procede per il quartiere „Kiskulcsos” (denominazione attuale: „Kisföldek- Kertváros”). In questo luogo troviamo, circondato da un bel giardino, l’Istituto di Istruzione Superiore Agricolo e Collegio „Sámuel Szentannai”. La scuola, un tempo frequentata solo dai futuri agricoltori, è stata istituita nel 1899 e, per sostenerla, i comproprietari hanno offerto 300 iugeri di terreno di scarsa qualità. Su questi terreni sono stati eseguiti i primi esperimenti di bonifica sotto la direzione del preside, Sámuel Szentannai. Il museo è stato allestito in un vecchio appartamento di servizio, ricostruito, circondato dal giardino. La mostra racconta la storia della scuola, e allo stesso momento il visitatore, dando uno sguardo alla collezione dei ferri di cavallo, delle lane oppure ai modelli preparati dagli studenti di un tempo, conosce gli aspetti della vita agricola cumana. Il museo riserva uno spazio importante all’opera dell’agricoltore-ricercatore, di cui porta il nome l’istituto, Sámuel Szentannai. 37 Contatti: MANEGGIO CUMANO DI KARCAG Mészáros Zsolt proprietario 5300 Karcag, Méntelepi út 1. Tel.: 06/59-503-375; 06/59-703-303 Cell.: 06/20-924-25-33 Sito Web: www.kunlovarda.hu E-mail: [email protected] Foto: Szabó Virág Nel 1947 è stato costituito il Vivaio Statale per la Selezione delle Piante di Karcag con l’incarico di migliorare i terreni (salmastri) di bassa qualità, selezionare le piante migliori, coltivare le semenze. Il vivaio, che durante i decenni passati è diventato Istituto di Ricerca dell’Università Agraria – oggi Centro Agrario dell’Università – di Debrecen, ha ottenuto riconoscimenti anche oltre confine. Il parco, che circonda l’Istituto di Ricerca, dal 1985 è qualificato, come arboreto e si estende su 2,5 ettari. I visitatori in una breve e lieve passeggiata possono ammirare alberi e arbusti molto rari, godere il fresco del parco anche nel calore estivo utilizzando il gazebo, il forno all’aperto o il moderno campo di tennis. La ricca fauna dell’arboreto è illustrata da cartelloni, mentre gli alberi e arbusti particolari sono presentati con piccole targhe con i loro nomi in ungherese e in latino. Dietro l’edifico principale troviamo la collina „Nagy Hegyesbori” (93,5 m); in cima c’è un caposaldo ricostruito, al fianco di quest’ultimo una breve descrizione con mappa racconta l’origine delle colline cumane. Le statue cumane di pietra richiamano le abitudini funerarie cumane. Si trovano vicino alla strada nazionale n.4, al km 160, sulla collina „Kis Hegyesbori”. La città ha fatto elevare le nove statue nel 1995, nel 250-esimo anniversario della redenzione, per ricordare gli avi cumani ed il Distretto della Grande Cumania. Le sette statue più piccole tengono in mano gli stemmi dei sette comuni che formano la Grande Cumania: Berekfürdő, Karcag, Kisújszállás, Kunmadaras, Kunhegyes, Kunszentmárton, Túrkeve. Procedendo a sud dell’Istituto di Ricerca, raggiungiamo a destra il bivio di Túri út. Questa strada sterrata ci porta alla Puszta e al Lago Kecskeri, costituite dal 1993 riserve naturali, che conservano una porzione paludosa di un tempo. Il casale Bene è sede dell’Associazione Tradizioni Nomadi “Volpe delle Steppe” e rievoca la stupenda cultura nomade a cavallo degli avi. Testo, fotografie: Dott. Róbert Czimbalmos 39 38 40