P83 PERSISTENZA DELLA VENA CAVA SUPERIORE SINISTRA E ATRESIA DELLA VENA CAVA SUPERIORE DESTRA: DIAGNOSI ECOCARDIOGRAFICA NON INVASIVA CON TEST ALLE MICROBOLLE Emilio Miglierina1, Claudia Borghi2, Francesca Zuffada1, Raffaella Marazzi1, Nevio Carlo Dajelli Ermolli1, Manuela Pace1, Michele Occhipinti1, Giuseppe Calveri1 1 Ospedale di Circolo e Fondazione Macchi, Varese 2 Ospedale Valduce, Como La persistenza della vena cava superiore di sinistra (PLSVC) è la più comune anomalia congenita del sistema di ritorno venoso, riscontrata nello 0.5% della popolazione generale e nel 4% dei pazienti con anomalie congenite. È spesso associata a difetti del setto interventricolare o a malformazioni più complesse e sono comuni le aritmie atriali e/o i disturbi nella formazione e conduzione dell’impulso elettrico. Nel 90% dei casi coesistono entrambe le vene cave superiori e generalmente la vena cava superiore sinistra drena in seno coronarico (CS) che risulta pertanto dilatato. L’assenza della vena cava superiore destra (ARSVC) è invece di raro riscontro. Per episodi ricorrenti di cardiopalmo, una paziente di 43 anni è giunta alla nostra osservazione per sottoporsi ad esame ecocardiografico transtoracico (TTE). Poiché l’indagine ha documentato un CS particolarmente dilatato (Figura 1), nel sospetto di PLSVC è stato eseguito un test alle microbolle iniettando una soluzione salina sonicata da una vena del braccio sinistro e successivamente anche dal braccio controlaterale. L’opacizzazione delle cavità destre a partenza dal CS si è evidenziata in entrambi i casi indipendentemente dal sito di iniezione (Figura 2). È stato quindi posto il sospetto diagnostico di PLSVC associata ad ARSVC. Una successiva cine-RMN cardiaca ha confermato l’ipotesi diagnostica (Figura 3, le frecce indicano la comunicazione anomala venosa dall’arto superiore destro verso sinistra, nella cava di sinistra, in assenza di cava superiore a destra, gli asterischi mostrano nelle differenti sezioni la PLSVC). Il riconoscimento di tale anomalia ha importanti implicazioni soprattutto in ambito chirurgico o in caso di posizionamento di elettrocateteri stimolatori permanenti. Il riscontro ecocardiografico di un CS particolarmente dilatato dovrebbe pertanto suggerire l’impiego di un test alle microbolle per permettere la diagnosi di un’eventuale anomalia di ritorno venoso sistemico: ciò risulta particolarmente utile in pazienti che devono essere sottoposti a procedure invasive di tipo elettrofisiologico che comportino cateterizzazioni venose.