Scheda Marco Aime

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Marco Aime
Cultura o culture?
Introduzione al tema della VIII edizione di
Pistoia - Dialoghi sull’uomo (26-28 maggio 2017)
Incontro con gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado
Giovedì 1 dicembre 2016 ore 11.00 - Teatro Manzoni, Pistoia
Marco Aime insegna Antropologia culturale all’Università di Genova. Ha condotto ricerche
sulle Alpi e in Africa Occidentale (Benin, Burkina Faso, Mali). Oltre a numerosi articoli
scientifici, ha pubblicato favole per ragazzi, saggi e testi di narrativa, tra cui: Le radici nella
sabbia (EDT, 1999 e 2013); La macchia della razza (elèuthera, 2012); Il primo libro di
antropologia (2008), L’altro e l’altrove (con D. Papotti, 2012) per Einaudi; Verdi tribù del
Nord(Laterza, 2012); African graffiti (Stampalternativa, 2012); Gli specchi di Gulliver
(2006), Timbuctu (2008), Il diverso come icona del male (con E. Severino, 2009), Gli
uccelli della solitudine (2010), Cultura (2013) per Bollati Boringhieri; I piccoli viaggi di
Beppe Gulliver (Emi, 2014); All’Avogadro si cominciava a ottobre (Agenzia X, 2014);
L’oltre e l’altro (AA.VV., Utet, 2014); Etnografia del quotidiano (elèuthera, 2014). La fatica
di diventare grandi. La scomparsa dei riti di passaggio (Einaudi, 2014); Je so' pazzo. Pop
e dialetto nella canzone d'autore italiana da Jannacci a Pino Daniele (con E. Visconti EDT,
2014); Tra i castagni dell'Appennino. (Utet, 2014); L’arte della condivisione (AA.VV.,Utet,
febbraio 2015); Senza sponda (Utet, 2015), Contro il razzismo. Quattro ragionamenti (con
G. Barbujani, C. Bartoli, F. Faloppa Einaudi 2016); Fuori dal tunnel. Viaggio antropologico
in valle di Susa (Meltemi 2016).
Sull’argomento
«Che cos’è il tempo? Se nessuno m’interroga lo so. Se volessi spiegarlo a chi mi
interroga, non lo so» scriveva Sant’Agostino. Una risposta simile si potrebbe dare a
proposito della cultura, un termine e un concetto che usiamo spesso e che citiamo più
volte in contesti diversi, senza necessariamente darne una definizione precisa. Anzi, a
volte lo utilizziamo con accezioni diverse: se dico che Umberto Eco è un uomo di cultura,
voglio sottolineare la sua elevata formazione intellettuale, mentre se parlo di cultura degli
aborigeni australiani, intendo quel complesso di conoscenze, di credenze, di modi di
comportamento propri di quella società.
Così com’è l’essere umano non funziona; è palesemente incompleto. Deve coprirsi
quando fa freddo, non sa nuotare, non vola, non ha zanne acuminate né artigli, se si
esclude Usain Bolt e pochi suoi rivali non è particolarmente veloce… e mentre qualunque
cucciolo di animale nasce dotato di tutto ciò che gli serve e in poche settimane apprende a
fare l'indispensabile per sopravvivere, noi umani impieghiamo anni e anni a impararlo.
Questo vuoto, questa lacuna lasciataci dalla natura, questa incompletezza si sono però
rivelate una carta vincente per il nostro genere. Fin dall’inizio gli esseri umani hanno
dovuto colmare in loro stessi quell’assenza iniziale con un insieme di saperi, di norme per
regolare le loro relazioni, di attitudini necessarie a sopravvivere. Paradossalmente la
mancanza di specializzazione, per dirla in termini darwiniani, ha fatto sì che gli esseri
umani risultassero molto più adattabili a diverse condizioni ambientali. Tale adattabilità è
divenuta un’arma vincente: infatti, mentre un dromedario difficilmente potrebbe vivere
bene in Finlandia e un orso polare se la passerebbe altrettanto male nel Sahara, gli esseri
umani, sono riusciti a colonizzare pressoché l’intero pianeta, riuscendo a sopravvivere in
ambienti quanto mai differenti. Questo perché, a partire da una quindicina di milioni di anni
fa, si è avviato quel processo di ominazione, che ha condotto, per fasi evolutive, all’homo
sapiens. Un processo che ha portato gli esseri umani a sostituire gli istinti con una serie di
azioni e di strategie che oggi siamo soliti chiamare culture. Al plurale, perché proprio la
varietà di situazioni in cui si sono venuti a trovare i diversi gruppi umani, ha dato origine a
diverse forme di lettura del mondo. Potremmo dire che di fronte questioni comuni, che
riguardano l’esistenza, le diverse società umane hanno dato risposte diverse. Di qui quella
diversità di pensiero, di lingua, di modalità di comportamento che contraddistingue la
nostra specie.
Uno dei problemi che talvolta gravano sul termine cultura e che pertanto ne rende incerti i
confini e lo spazio semantico coperto, è dovuto al fatto che in passato tale termine veniva
impiegato solo nel primo dei due significati riportati: cultura come istruzione, formazione
alta, appannaggio di pochi, mentre in epoca moderna è prevalsa la lettura antropologica,
che attribuisce a ogni comunità umana una cultura e pari dignità a ciascuna di esse.
Parola utilizzata comunque raramente in passato, “cultura” ha via via guadagnato spazi
sempre maggiori nel nostro linguaggio e nelle retoriche mediatiche. In particolare, negli
ultimi decenni ha assunto valenze sociologiche e politiche sempre più sfaccettate: si parla
di subculture urbane riferendosi ai gruppi giovanili, che manifestano un’appartenenza
marcata attraverso comportamenti, abbigliamento e forme di aggregazione particolari, così
come sul piano politico sempre più spesso si evoca la cultura come fondamento di identità
e la si brandisce come arma politica per escludere i non “autoctoni”.
Le parole sono spesso ingannatrici, se le utilizziamo in modo abitudinario, senza
necessariamente riflettere sul loro significato originale, sul loro valore semantico e sulla
loro portata sociale nell’ambito della comunicazione. Riflettere quindi sugli sviluppi e sulle
varie interpretazioni del concetto di cultura, nonché sulle sue implicazioni pratiche e sulle
sue applicazioni è fondamentale, per non cadere nella trappola degli equivoci.
La cultura è la base e allo stesso tempo l’essenza stessa della nostra vita. Determina il
nostro agire quotidiano, così come ha modellato i nostri corpi nel corso dell’evoluzione. La
cultura non è solo un supporto della natura umana, ma è il fondamento della
sopravvivenza stessa della nostra specie. Facciamone buon uso.
Consigli di lettura per approfondimento:
Cultura di Marco Aime (Bollate e Boringhieri, 2013), è possibile richiedere copie
gratuitamente. In particolare si consiglia la lettura delle pagine: 11-16; 50-68; 95-106 del
libro.
Per informazioni
Martina Meloni
0573 371819
[email protected]
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