P.L.S. 2009/2012 PIANO NAZIONALE LAUREE SCIENTIFICHE LABORATORIO DI FISICA MODERNA DIPARTIMENTO INTERANTENEO DI FISICA Del Prof. A. RAINO’ con Prof. F.NUZZI Dott. M.ROMITA Dott. M.CIMINALE TRATTO DA: LINEE GUIDA del PIANO PER LE LAUREE SCIENTIFICHE TRA GLI OBBIETTIVI: TRA LE METODOLOGIE: IL FILO ROSSO I Grafico della posizione nel tempo Variabili matematiche x,y,z,ecc Grandezze fisiche (v,t ,E,P,) Studio delle funzioni continue che svolgiamo nell’analisi Matematica Sostanziale continuità dei fenomeni fisici!!! IL FILO ROSSO 2 Sostanziale continuità dei fenomeni fisici!!! y 45 40 35 30 25 20 15 10 Cosa vuol dire discontinua 5 0 0 1 2 3 4 5 x La natura può essere discontinua!!!!!! Finalità e obbiettivi della nostra proposta Gustare la costruzione di un nucleo di conoscenza attraverso un percorso di manipolazione concettuale e sperimentale nell’ambito della fisica moderna Entriamo (velocemente) in questo percorso prima concettuale poi sperimentale LA TEORIA ATOMICA DI DALTON Lo studioso inglese J.Dalton all'inizio del XIX secolo, interpretando le leggi fondamentali della chimica a quel tempo note (la legge della conservazione della massa e la legge delle proporzioni definite), alle quali aggiunse quella da lui stesso formulata (la legge delle proporzioni multiple) arrivó alla conclusione TEORICA che la materia é discontinua cioè formata da particelle. Sulla base di queste tre leggi Dalton nel 1803 formuló la prima teoria atomica della materia. I chimici usavano con una certa confidenza i risultati delle teorie atomiche e molecolari ma altre scuole di pensiero come quella di Mach negavano l’esistenza di tali realtà reputandole solo utili artifici per il lavoro dei chimici E.Mach Gli esperimenti •Esperimento di Thomson o Misura del rapporto e/m •Moto browniano •Esperimento di Millikan •Esperimento di Frank ed Hertz •Esperimenti con l’oscilloscopio Gli esperimenti che presentiamo “e/m di Thomson” e” Moto Browniano” danno indicazioni sperimentali sulla natura atomica della materia . L’esperimento di Millikan consente quindi di misurare la carica elettrica ma soprattutto mostrare come la carica elettrica è un multiplo intero della carica dell’elettrone. Quindi l’esperimento di Frank ed Hertz (F-H) da evidenza sperimentale della quantizzazione dell’energia nei livelli atomici degli atomi Carica Elettrica In Campo Elettrico Uniforme Supponiamo di avere una carica elettrica q di massa m immersa in campo uniforme E. d E q A ;V Il campo genera una forza - Una forza esercitata da un campo elettrico accelera un corpo, proprio come ogni altra forza. E d Moto di una Carica Elettrica in un Campo Elettrico uniforme • Il moto della carica elettrica nello spazio delimitato dalle piastre è un moto parabolico. Qual è lo spostamento verticale dell'elettrone dovuto al campo elettrico? x vt y Considerando E V d t 1 2 at 2 1 qE 2 t 2 m lo spostamento è: y y x v 1 qE x 2 2 m v2 1 qV x 2 2 md v 2 Vettore campo magnetico B Tralasciamo al definizione operativa di vettore B Linee di forza tangenti al vettore B Linee di campo magnetico di una calamita visualizzate con limatura di ferro Linee di campo di un solenoide composto da 7 giri di filo conduttore percorso da corrente Forza di Lorentz Supponiamo che una carica di prova positiva passi per il punto P (nelle vicinanze di una calamita), con velocità v. Su di essa agisce una forza detta di Lorentz FB qvd B Tale forza ha intensità pari a: •È perpendicolare alla velocità della carica e al vettore campo magnetico quindi: •non compie lavoro •non cambia il modulo di v •non varia l’energia cinetica Il verso dipende dal segno della carica Se Φ=0 allora v è parallela a B e F=0 Se Φ=90 allora F = qvB valore massimo Se v=0 anche F=0 la forza agisce solo su cariche in movimento • Consideriamo il caso semplice di una carica q che si muove in un campo magnetico uniforme e perpendicolare a v. •Se le direzioni di v e B sono perpendicolari la carica farà un moto circolare uniforme, la forza di Lorentz è la forza centripeta: B v FLorentz Apparato per l’esperimento di Thomson (Nobel 1906) • Technical Data • Gas filling: hydrogen 1.33 x 10-5 bar • Electrode system: indirectly heated oxide cathode, Wehnelt cylinder, conically shaped anode with semi-cylindrical screen • Filament voltage and current: 6 V, 1 A approx. • Anode voltage: 150 V DC to 300 V DC • Wehnelt voltage: 10 V max. • Deflection: pair of deflection plates for electrostatic deflection • Connecting socket with nine pole pin-socket (555 581) • Deflection voltage: 50 V DC to 100 V DC • Dimensions: Diameter: 17.5 cm Length:approx. 35 cm Misura di e/m procedura formale I Il dispositivo di emissione degli elettroni fa in modo che l’ energia cinetica di emissione sia uguale a quella potenziale Ricordate di osservare la forma e ecc… Misura di e/m procedura formale I Ragioniamo sul risultato Accettiamo con fiducia che per le bobine di Helmholtz Attenti è il raggio della bobina di Helmotz e n il numero di avvolgimenti Modello Atomico di Thomson Thomson (1897) propose un primo modello di atomo, per così dire “pieno” in cui la carica negativa è un corpuscolo + + + + In questo modello la carica positiva è concentrata in una sfera centrale mentre gli elettroni sono poggiati sopra un po’ come “l’uvetta sul panettone”(PUDDING) + + + L'esperimento di Rutherford TRATTATO IN CHIMICA ,VERO? Le particelle alfa sono piccole particelle molto veloci (1/10 della velocità della luce) e con massa 10000 volte più grande di quella dell’elettrone Se l’atomo fosse quello di Thomson le particelle alfa urtando la lamina d’oro dovrebbero essere poco deviate o addirittura proseguire dritte www.tiby.it 18 Applicazioni “moderne” a) stampanti a getto d’inchiostro “ink-jet” carta segnali d’ingresso E generatore gocciolina dispositivo di carica della gocciolina piani deflettenti Applicazioni “meno” moderne •Monitor •Televisore Oscilloscopio Quantizzazione della carica elettrica: esperimento di e=1,602 10-19 C (coulomb) Millikan (1909) Gocce di olio cariche elettricamente vengono fatte cadere in presenza di un campo elettrico. Dalla massa nota delle goccioline e dal voltaggio applicato si potè calcolare la carica presente sulle gocce. Fu trovato che tutte le cariche elettriche sono multiple di una carica elementare minima e assunta come carica dell'elettrone. Q=n·e=n·1,602 10-19 C Su una gocciolina di olio in caduta libera in aria agiscono tre forze: l’attrazione gravitazionale mg = (4/3) r3goccia la forza di attrito kv = 6 goccia g rgocciav, dovuta alla viscosità dell’aria ( = coefficiente di viscosità dell’aria, legge di Stokes) la spinta di Archimede 4 essendo aria << 3 ariar goccia/3 sfera la spinta di Archimede è trascurabile L’ equazione del moto di caduta della goccia è: kv mg mg – kv = ma La forza di attrito viscoso dipende dalla velocità dopo un certo tempo si avrà equilibrio tra tale forza e quella di gravità: mg – kvf0 = 0 (1) vf0 = velocità limite di caduta della goccia 22 Quando viene applicato un campo elettrico alla forza peso e alla forza di attrito viscoso bisogna aggiungere la forza elettrica: - + kvc qE d mg mg kvr d - qE + Le equazioni del moto della goccia a regime diventano allora: mg – qE + kvr = 0 mg + qE – kvc = 0 vr = velocità limite di risalita vc = velocità limite di caduta q = carica elettrica della goccia (valore assoluto); E = intensità del campo elettrico ( = V/d) 23 Dall’equazione mg – kvf = (4/3) r3goccia goccia g –6 rsferavf = 0 si ricava la seguente relazione per il raggio r della goccia di olio: rgoccia 9 vf 2g goccia Utilizzando una delle due equazioni del moto a regime in campo elettrico si può quindi ricavare la carica della goccia ricordando che E = V/d, essendo V la d. d. p. applicata tra le piastre e d la distanza tra di esse. qE - (4/3) r3goccia goccia g = 6 rsferavf Ricaviamo che la carica q è data da: vf = v0 - qE/ 6 rsfera 24 Conferma i Postulati di Bohr della teoria Un elettrone può muoversi soltanto in orbite permesse per le quali il suo momento angolare orbitale L è un multiplo intero di ħ, a differenza delle infinite orbite possibili previste dalla meccanica classica. Si può ricavare che il raggio delle orbite è: rn 4 0 n 2 2 mZe 2 Un elettrone che si muove su un’orbita permessa non irradia energia, nonostante sia costantemente accelerato. Pertanto l’energia di un’orbita è sempre costante e vale 2 4 E 25/02/2011 mZ e 4 2 0 2 2 1 2 n Prof. A.Rainò dove ħ=h/2 , n= numero quantico principale, m=massa dell’elettrone, Z=numero atomico Esperienza di Franck-Hertz in laboratorio Ripeteremo l’esperimento di Franck-Hertz utilizzando una valvola contenente atomi di Neon. Nel Neon, l’assorbimento di energia mediante urti con elettroni, presenta una maggiore probabilità nella transizione dal livello fondamentale al livello 3p cui corrisponde un’energia compresa tra 18.4 eV e 19.0 eV. E’ una verifica sperimentale della quantizzazione dei livelli energetici dell’atomo. Franck ed Hertz misurarono l’energia di prima eccitazione dell’atomo di mercurio e scoprirono che tale perdita di energia coincideva con l’emissione di radiazione ultravioletta ( = 254 nm) osservata in seguito all’eccitazione degli atomi di mercurio. 25/02/2011 Prof. A.Rainò Apparato sperimentale 1 25/02/2011 Prof. A.Rainò Il meccanismo della collisione Gli elettroni urtano gli atomi A di massa M cedendo parte della loro energia. Essendo M>>me l’atomo aumenta la propria energia interna e non la propria energia cinetica. Si tratta di collisione anelestica e di eccitazione per urto. Si ha: A+e-veloce A*+ e-lento A* = atomo eccitato Se l’energia ceduta dall’elettrone all’atomo non è sufficiente a trasferire un elettrone atomico dal livello fondamentale al livello 3p, l’urto sarà elastico: A+e- A+ e- L’elettrone conserva la sua energia cinetica 25/02/2011 Prof. A.Rainò Grafici qualitativi Occhio all’apparato 25/02/2011 Prof. A.Rainò Appunti di laboratorio Esempi illustri: due per tutti => Leonardo http://www.leonardonline.it/contatti.asp Enrico Fermi. I MANOSCRITTI DI FERMI ALLA DOMUS GALILAEANA DI PISA M.LEONE,* N.ROBOTTI*, C.SEGNINI** * Dip. di Fisica, Univ. di Genova ** Domus Galilaeana, Pisa 30 Le relazioni di laboratorio: sono un documento ad uso interno che attesta “cosa” e “come” è stato fatto in laboratorio. Serve a: “se stessi” per organizzare le idee e capire cosa si è fatto “serve ai colleghi” per commentare capire e collaborare. E’ costituita indicativamente dai seguenti paragrafi: • Oggetto e scopo • Introduzione (cosa vogliamo fare, il riferimento teorico a cui facciamo capo, cosa ci aspettiamo) • Descrizione dell’apparato sperimentale (quali strumenti, come sono collegati, a cosa servono, con quali errori misurano, schemi e foto) • Descrizione dell’esecuzione dell’esperimento (cosa abbiamo fatto concretamente, quali inconvenienti, quali ripari agli inconvenienti, tabelle delle misure eseguite, errori sulle misure rilevati) • Calcolo degli errori delle misure (distribuzioni e/o formule indirette) • Analisi dei risultati ottenuti (commenti sulla “bontà” delle misure, coincidenza o meno con ciò che ci aspettavamo) • Conclusioni (nuove proposte, migliorie da apportare) Esempio di relazione: cfr. Indice PON 2007-2013 azione C1 L.sc."R.Nuzzi" Prof. Michele Romita 32 GRAZIE