Azione diaframma in strutture prefabbricate con pannelli di parete Fabio Biondini, Bruno Dal Lago, Giandomenico Toniolo Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Politecnico di Milano, Piazza Leonardo da Vinci 32, 20133 Milano Keywords: diaphragm action, precast structures, cladding panels, seismic behaviour. ABSTRACT Past seismic events, including L’Aquila earthquake in 2009 and Emilia earthquake in 2012, clearly demonstrated the inadequacy of the current design approach for the connection system of the cladding wall panels of precast buildings. To clarify this problem, the present paper investigates the seismic behaviour of a traditional precast structural frame system for industrial buildings with different type of connections of its cladding wall panels. The wall cladding system consists of a statically determined pendulum arrangement of panels, each supported with two hinges to the structure, one at the top and one at the bottom, so to have under seismic action a pure frame behaviour where the wall panels are masses without stiffness. Adding mutual connections between the panels, the wall cladding system becomes part of the resisting structure, leading to a dual frame/wall system or to a wall system depending on the stiffness of the connections. Also diaphragm connections are considered, ranging from roof elements single hinge connections on their ends, without diaphragm action, to an imposed rigid diaphragm. The results of a parametric investigation based on linear and non-linear dynamic analyses show how the main characteristics of the structural behaviour play their role within the structural assembly for different degrees of interaction between frames, panels and diaphragm. The results of non-linear dynamic analyses under a recorded modified accelerogram show the seismic performance of the dual frame/wall system with dissipative connections between panels and the effectiveness of the diaphragm action of the roof system. 1 INTRODUZIONE Le strutture prefabbricate a telaio ad uso industriale o commerciale hanno spesso coperture che sono composte da elementi di solaio distanziati con lucernai interposti. Con tale soluzione l’azione diaframma può essere nulla o parziale a seconda delle connessioni terminali degli elementi di solaio con le travi e della loro rigidezza nel piano del diaframma. Per avere un diaframma rigido sono necessari elementi di solaio a contatto tra loro e con adeguate reciproche connessioni. Le azioni sull’impalcato derivanti da carichi orizzontali di tipo sismico impegnano il diaframma di piano sulla base della distribuzione di masse e rigidezze tra i diversi telai affiancati. Il problema del comportamento a diaframma degli impalcati prefabbricati è stato studiato in letteratura da Fleischman et al. (2001) e da Ferrara et al. (2004) con riferimento a schemi tipici della prefabbricazione europea. In totale assenza di un diaframma rigido di piano, ciascun telaio dell’assieme strutturale si comporta in modo sostanzialmente indipendente rispetto agli altri, sulla base delle proprie caratteristiche di rigidezza e delle masse che gli competono. Un sistema strutturale con omogenea distribuzione di masse e rigidezze si comporta pertanto in modo più uniforme, impegnando lievemente l’eventuale diaframma rigido, mentre la presenza di sproporzioni di masse e/o rigidezze altera la risposta strutturale e provoca risposte fuori fase dei diversi telai, con conseguente distorsione dell’impalcato. Maggiore è la sproporzione, maggiori sono le forze che impegnano l’eventuale diaframma e le sue connessioni. Tale problema è esaltato in presenza di sistemi iperstatici di connessione dei pannelli di tamponamento alla struttura, come descritto in Biondini et al. (2013), dove i pannelli perimetrali si comportano come pareti di grande rigidezza. Nel presente lavoro si studia il comportamento sismico di un tipico edificio prefabbricato mediante analisi dinamiche modali e non-lineari. Si intende mostrare quale è il comportamento dell’edificio soggetto a forze orizzontali al variare delle proprietà delle connessioni di diaframma e delle connessioni dei pannelli di tamponamento perimetrali, studiando configurazioni con crescente differenza tra la rigidezza del telaio centrale e quella delle pareti esterne. 2 posizionati esclusivamente in direzione parallela alle travi. In Figura 1b è riportato il dettaglio delle connessioni, a cerniera quelle inferiori e superiori tra il pannello di parete e le travi di fondazione e di copertura, a scorrimento deformabili quelle reciproche tra i pannelli. Le connessioni tra tegolo e trave sono differenti per le due nervature: una è a cerniera, l’altra a scorrimento deformabile. (a) PROTOTIPO DI CALCOLO L’influenza sul comportamento strutturale di differenti connessioni tra pannello e pannello e tra solaio e trave viene studiata attraverso un modello tridimensionale di un tipico telaio prefabbricato monopiano di 2 navate di luce 15 m e 4 campate ciascuna lunga 10 m. La struttura mostrata in Figura 1a è composta da pilastri di altezza 7 m e sezione 0,6 x 0,6 m. Le travi hanno sezione rettangolare di 0,8 x 0,4 m e coprono le luci di 10 m, mentre i tegoli hanno sezione a TT di altezza 0,6 m, larghezza 2,1 m e coprono le luci maggiori di 15 m. I tegoli sono disposti distanziati per lasciare spazio ai lucernai. La massa distribuita dei tegoli e dei carichi permanenti è di 285 kg/m2. I pannelli di tamponamento hanno dimensioni di 2,5 x 8,75 m, spessore equivalente di 12 cm e massa distribuita di 300 kg/m2. I pannelli sono (b) Figura 1. Prototipo di edificio prefabbricato: a) pianta e prospetto; b) particolare del prospetto e connessioni oggetto di studio. ANALISI MODALE Frequenza [Hz] 20 15 10 5 0 1E+00 1E+02 1E+04 1E+06 1E+08 Rigidezza connessione pannello-­‐pannello kp [kN/m] 1E+10 (a) 100 Fattore di partecipazione [%] 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 1E+00 1E+02 1E+04 1E+06 1E+08 Rigidezza connessione pannello-­‐pannello kp [kN/m] 1E+10 (b) Figura 2. Edificio con piano rigido con differente rigidezza kp delle connessioni pannello-pannello; a) frequenze, b) fattori di partecipazione. 6 kp = 1010 kN/m 5 Frequenza del 1° modo [Hz] L’analisi dinamica modale è condotta considerando la rigidezza dei pilastri dimezzata rispetto al valore effettivo, come suggerito dall’Eurocodice 8 per tenere conto forfettariamente della fessurazione delle loro sezioni, e assumendo la rigidezza piena per gli altri elementi. Si illustrano in Figura 2a e 2b i risultati relativi all’analisi modale dell’edificio al variare della rigidezza kp delle connessioni pannello-pannello nel caso di diaframma rigido. La condizione di rigidezza nulla delle connessioni corrisponde al comportamento a telaio della struttura e porta a una certa flessibilità, con frequenza naturale di 0,97 Hz. La condizione di massima rigidezza delle connessioni tra pannello e pannello (1010 kN/m) fa riferimento invece ad un comportamento a parete dei pannelli di tamponamento, dando luogo a una risposta estremamente rigida, con frequenza naturale associata al primo modo di vibrare di 19,78 Hz. Per valori crescenti della rigidezza delle connessioni tra pannelli, si verifica un irrigidimento complessivo della struttura. In particolare, l’intervallo di rigidezza delle connessioni tra 104 e 106 kN/m rappresenta la fase di transizione dal comportamento a telaio a quello a parete. La somma dei fattori di partecipazione associati ai modi fondamentali di vibrare è invariante rispetto alla rigidezza delle connessioni. La sua entità è di circa l’87% della massa complessiva e la restante porzione corrisponde a numerosi modi di vibrare locali di pannelli e pilastri, cui è associata per ciascuno una quota molto ridotta di massa partecipante. Andando a rimuovere l’ipotesi semplificativa di piano rigido, resta l’effetto dei tegoli TT vincolati come sono alle travi attraverso connessioni su entrambe le nervature. Per analizzare l’influenza di un’azione diaframma parziale, con diversi gradi di rigidezza, le connessioni sono modellate come cerniere su una nervatura, sull’altra nervatura come deformabili, riproducendo in questo modo una rigidezza rotatoria attorno alla verticale del vincolo terminale del tegolo. Si è quindi studiato il comportamento dinamico dell’edificio con diversi gradi di rigidezza del diaframma di piano. 25 106 kN/m 105 kN/m 4 3 104 kN/m 2 102 kN/m 1 0 1E+00 kp = 0 1E+02 1E+04 1E+06 1E+08 Rigidezza connessione tegolo-­‐trave kt [kN/m] 1E+10 (a) 100 Fattore di partecipazione 1° modo [%] 3 90 80 70 kp = 0 102 kN/m 104 kN/m 60 50 105 kN/m 40 106 kN/m 30 kp = 1010 kN/m 20 10 0 1E+00 1E+02 1E+04 1E+06 1E+08 Rigidezza connessione tegolo-­‐trave kt [kN/m] 1E+10 (b) Figura 3. Edificio con differente rigidezza delle connessioni tegolo-trave kt e pannello-pannello kp; a) frequenze, b) fattori di partecipazione. Nelle figure 3a e 3b sono riportati rispettivamente le frequenze e i fattori di partecipazione del primo modo di vibrare al variare della rigidezza a taglio kt della connessione deformabile tra tegolo e trave. La rigidezza nulla di tale connessione corrisponde a un vincolo su una singola nervatura del tegolo TT (oppure alla connessione di un elemento mononervato), mentre la massima rigidezza (kt = 1010 kN/m) corrisponde a un incastro perfetto dei tegoli nel piano dell’impalcato. Per kt = 0 il primo modo di vibrare ha frequenza e fattore di partecipazione uguali per tutti i valori di rigidezza kp delle connessioni tra pannelli. Questo poiché, con tegoli vincolati come bielle, il primo corrisponde alla vibrazione del telaio centrale isolato con frequenza pari a 0,91 Hz. Nel caso di edifici con connessioni tra pannelli poco rigide si ha un comportamento dinamico simile al crescere della rigidezza del diaframma, in quanto le frequenze proprie di vibrazione dei diversi telai isolati risultano molto prossime. Inoltre, all’aumentare dell’effetto diaframma, la frequenza del primo modo di vibrare si riporta al valore di 0,97 Hz, corrispondente all’ipotesi di diaframma rigido. Per valori crescenti di rigidezza kp delle connessioni dei pannelli, si riscontra che all’aumentare dell’effetto diaframma corrisponde un graduale irrigidimento del primo modo di vibrare, con il telaio centrale sempre più vincolato ai telai esterni. E’ interessante notare come il valore di soglia che si raggiunge per connessioni rigide, pari a 5,61 Hz, risulti notevolmente inferiore a quello di 18,91 Hz raggiunto considerando il piano rigido. Ciò è dovuto alla deformabilità propria dei tegoli e suggerisce che, al crescere del divario di comportamento dinamico dei diversi telai componenti l’edificio, l’orizzontamento non possa essere considerato perfettamente rigido anche in presenza di vincoli di incastro perfetti. Dalle considerazioni appena svolte si evince che, al crescere della disuguaglianza dei modi di vibrare dei diversi telai considerati singolarmente, cresce l’impegno del diaframma, sia nelle sue connessioni, sia negli elementi che lo compongono. E’ possibile anche individuare le tendenze dei differenti comportamenti: la frequenza propria del primo modo di vibrare subisce una forte variazione per valori di rigidezza kp intermedi, tra 104 e 107 kN/m, e si assesta su differenti livelli di frequenza per elevate rigidezze kt, crescenti con la rigidezza kp. Il fattore di partecipazione presenta invece una zona di transizione fortemente dipendente dalla rigidezza kp delle connessioni tra pannelli, in particolare da 102 a 104 kN/m per valori bassi di kp e da 105 a 107 kN/m per valori elevati di kp, e si assesta su valori decrescenti all’aumentare della rigidezza kp. Per quanto riguarda i modi superiori di vibrare, nella tabelle 1 e 2 sono riportati alcuni dei risultati più significativi delle analisi modali, suddivisi per comportamento nel piano e fuori piano dei pannelli. Frequenze multiple indicano che il comportamento dinamico è individuato da modi differenti per i diversi telai. In questi casi viene indicato l’intervallo di frequenze che coinvolgono la corrispondente somma dei fattori di partecipazione. Nel piano dei pannelli si individuano 3 comportamenti dinamici principali: - Modo 1: deformazione complessiva del telaio con spostamento in sommità - Modo 2: flessione locale del telaio senza spostamento in sommità - Modo 3: flessione locale dei pannelli con spostamento in sommità Si nota come, per l’edificio con pannelli isostatici, al passare dalla condizione di assenza di piano rigido (kt = 0) a quella di tegoli perfettamente incastrati (kt = 1010 kN/m), non vi siano cambiamenti apprezzabili nel primo e unico modo di vibrare significativo. Per l’edificio con pannelli tra loro connessi rigidamente il comportamento dinamico si modifica sostanzialmente solo nei riguardi del primo modo di vibrare, mentre i modi superiori mantengono valori di frequenza e massa partecipante simili (Tabella 1). Fuori dal piano dei pannelli si individuano invece 4 comportamenti dinamici principali: - Modo 1: flessione coordinata di tutti i telai con spostamento in sommità - Modo 2: flessione in controfase dei telai esterni e centrali con spostamento in sommità - Modo 3: flessione dei pannelli con singola curvatura - Modo 4: flessione dei pannelli con doppia curvatura Si nota come, al passare dalla condizione di assenza di piano rigido (kt = 0) a quella di tegoli perfettamente incastrati (kt = 1010 kN/m), non vi siano cambiamenti significativi nei modi di vibrare né per l’edificio con pannelli isostatici, né per l’edificio con pannelli connessi rigidamente tra di loro, fatta eccezione per il modo 2, con vibrazione in controfase dei telai, che si attiva solo per bassi valori della rigidezza a taglio kt delle connessioni dei tegoli (Tabella 2). Direzione parallela ai pannelli -­‐ k p = 0 MODO 1 2 3 0,91 -­‐ 1,00 -­‐ -­‐ kt = 0 86,45 -­‐ -­‐ 0,97 -­‐ -­‐ 10 kt = 10 86,35 -­‐ -­‐ Frequenza [Hz] Fattore di part. [%] Frequenza [Hz] Fattore di part. [%] Riguardo alle connessioni tegolo - trave, si considerano le seguenti tipologie: - diaframma rigido - connessione rigida (nervature entrambe connesse rigidamente alla trave) - connessione a cerniera (solo una nervatura connessa rigidamente alla trave) (a) Direzione parallela ai pannelli -­‐ k p = 1010 MODO kt = 0 kt = 1010 1 0,91 29,64 5,61 32,54 2 3 19,76 -­‐ 20,25 26,91 -­‐ 27,01 15,90 41,61 19,78 -­‐ 20,27 27,46 -­‐ 27,52 13,59 41,50 Frequenza [Hz] Fattore di part. [%] Frequenza [Hz] Fattore di part. [%] (b) Tabella 1. Frequenze e fattori di partecipazione per i modi di vibrare significativi in direzione parallela ai pannelli; a) kp = 0, b) kp = 1010 kN/m. MODO kt = 0 kt = 1010 Direzione ortogonale ai pannelli -­‐ kp = 0 1 2 3 0,91 -­‐ 1,00 1,56 5,40 -­‐ 5,42 80,99 1,81 5,93 0,96 -­‐ 5,41 -­‐ 5,45 83,15 -­‐ 5,62 (a) 4 -­‐ -­‐ -­‐ -­‐ Frequenza [Hz] Fattore di part. [%] Frequenza [Hz] Fattore di part. [%] 4 20,06 1,08 19,38 2,14 Frequenza [Hz] Fattore di part. [%] Frequenza [Hz] Fattore di part. [%] (a) Direzione ortogonale ai pannelli -­‐ kp = 1010 1 2 3 0,92 1,57 5,46 -­‐ 5,49 kt = 0 81,08 1,75 7,01 0,96 -­‐ 5,47 -­‐ 5,50 kt = 1010 83,17 -­‐ 7,33 MODO (b) Tabella 2. Frequenze e fattori di partecipazione per i modi di vibrare significativi in direzione ortogonale ai pannelli; a) kp = 0, b) kp = 1010 kN/m. 4 ANALISI DINAMICA NON LINEARE Il comportamento della struttura sottoposta ad azione sismica viene studiato mediante analisi dinamica non lineare. Per l’azione sismica si considera l’accelerogramma registrato a Tolmezzo (1971) scalato a PGA = 0,32g e arricchito in frequenze in modo da renderlo compatibile con lo spettro di risposta elastico dell’Eurocodice 8 per suolo tipo B (Figura 4). L’analisi è stata viene ripetuta per diverse combinazioni di connessioni tra pannelli e per differenti deformabilità del solaio. Riguardo alle connessioni tra pannello e pannello, vengono esaminate le seguenti soluzioni: - connessioni assenti - connessioni rigide - connessioni dissipative (ad attrito) (b) Figura 4. (a) Accelerogramma di Tolmezzo arricchito in frequenze; b) spettro di risposta a confronto con il modello dell’Eurocodice 8. 4.1 Assetto isostatico La Figura 5 mostra le curve vibratorie riferite agli spostamenti in sommità dei telai centrale ed esterni della struttura con assetto isostatico dei pannelli per le 3 differenti tipologie di diaframma. Nel caso di tegoli incastrati alle travi non vi è differenza tra gli spostamenti dei diversi telai, come nel caso di diaframma rigido. L’edificio mostra un comportamento flessibile, con il raggiungimento di uno spostamento massimo pari a circa 18 cm. Considerando invece un vincolo a cerniera tra tegoli e travi, che corrisponde a un diaframma infinitamente flessibile, si ha un lieve sfasamento tra le risposte del telaio centrale e dei telai esterni dovuto alla differenza delle rispettive masse vibranti. 200 Telaio centrale Telaio esterno 150 Spostamento [mm] 100 50 0 -­‐50 -­‐100 -­‐150 -­‐200 0 2 4 6 8 10 12 Tempo [s] 14 16 18 20 (a) 200 Telaio centrale Telaio esterno 150 Spostamento [mm] 100 50 0 -­‐50 Con ipotesi di tegoli connessi rigidamente alle travi, si ottengono curve vibratorie notevolmente differenti, con spostamento massimo in sommità pari a 8 mm per il telaio centrale e 0,3 mm per quelli esterni. E’ da notare che, sebbene la differenza in termini relativi sia molto elevata, in termini assoluti gli spostamenti risultano molto contenuti. Con vincolo a cerniera tra tegoli e travi, ovvero con diaframma perfettamente flessibile, si hanno differenti risposte del telaio centrale e dei telai esterni. La flessibilità del solaio comporta risposte fuori fase con differenti spostamenti del telaio centrale e dei telai esterni, che vibrano in modo totalmente indipendente. La storia di spostamento del telaio centrale si sovrappone a quella dell’assetto isostatico, mentre quella dei telai esterni riproduce il comportamento a parete. -­‐100 -­‐150 4.3 -­‐200 0 2 4 6 8 10 12 Tempo [s] 14 16 18 20 (b) 200 Telaio centrale 150 Telaio esterno Spostamento [mm] 100 50 0 -­‐50 -­‐100 -­‐150 -­‐200 0 2 4 6 8 10 12 Tempo [s] 14 16 18 20 (c) Figura 5. Storia di spostamento per edificio con assetto isostatico; a) con piano rigido, b) con entrambe le nervature dei tegoli connesse, c) con una sola nervatura connessa. 4.2 Assetto integrato Le curve vibratorie corrispondenti all’applicazione dell’accelerogramma alla struttura con assetto integrato dei pannelli con le 3 differenti tipologie di diaframma sono mostrate in Figura 6. L’edificio con diaframma perfetto di piano mostra un comportamento estremamente rigido, con uno spostamento massimo raggiunto pari a 0,36 mm. Assetto dissipativo Si considerano connessioni dissipative tra pannelli, costituite da dispositivi ad attrito a comportamento elasto-plastico con rigidezza iniziale pari a 0,6 × 104 kN/m, e una forza limite di scorrimento di 60 kN, ottenibile grazie alla regolazione di apposite viti di serraggio. I particolari del dispositivo (denominato SPAV) sono descritti in Ferrara et al (2011) e Biondini et al (2013). Le curve vibratorie della struttura con connessioni dissipative tra i pannelli sono mostrate in Figura 7 per le 3 differenti tipologie di diaframma. L’edificio con diaframma rigido mostra un comportamento intermedio, con spostamenti in sommità pari a 13 mm, fortemente ridotti rispetto al caso isostatico. Con ipotesi di tegoli connessi rigidamente alle travi, si ottengono curve vibratorie con profilo simile, ma con spostamenti maggiori del telaio centrale (17 mm) rispetto a quelli laterali (14 mm). L’effetto di diaframma di piano è rilevante, sebbene la differenza tra gli spostamenti dei telai non sia trascurabile. Infine, con vincolo a cerniera tra tegoli e travi, ovvero diaframma flessibile, il comportamento è simile a quello dell’assetto integrato, con risposte fuori fase e notevolmente differenti in termini di spostamento. 0,4 Telaio centrale Telaio esterno 0,3 Spostamento [mm] 0,2 0,1 0 -­‐0,1 -­‐0,2 -­‐0,3 -­‐0,4 0 2 4 6 8 10 Tempo [s] 12 14 16 18 20 (a) 8 Telaio centrale Telaio esterno 6 Spostamento [mm] 4 2 0 -­‐2 -­‐4 -­‐6 -­‐8 -­‐10 0 2 4 6 8 10 Tempo [s] 12 14 16 18 20 (b) 200 Telaio centrale Telaio esterno 150 Spostamento [mm] 100 50 0 -­‐50 -­‐100 -­‐150 0 2 4 6 8 10 Tempo [s] 12 14 16 18 20 (c) Figura 6. Storia di spostamento per edificio con assetto integrato; a) con piano rigido, b) con entrambe le nervature dei tegoli connesse, c) con una sola nervatura connessa. In particolare, il telaio centrale e i telai esterni vibrano in modo indipendente e la storia di spostamento del telaio centrale si sovrappone a quella dell’assetto isostatico, mentre quella dei telai esterni riproduce il comportamento a parete. E’ interessante notare che il massimo spostamento in sommità del telaio esterno, pari a 6 mm, è notevolmente inferiore rispetto al corrispondente spostamento con diaframma rigido. Il comportamento forza – spostamento delle connessioni dissipative è mostrato in Figura 8. Se per i casi di diaframma a) rigido e b) con grande rigidezza si osservano ampi cicli dissipativi, per il caso c) con diaframma flessibile si hanno cicli di minore ampiezza, con limitata dissipazione. 20 Telaio centrale Telaio esterno 15 Spostamento [mm] 10 5 0 -­‐5 -­‐10 -­‐15 -­‐20 0 2 4 6 8 10 Tempo [s] 12 14 16 18 20 (a) 20 Telaio centrale Telaio esterno 15 Spostamento [mm] 10 5 0 -­‐5 -­‐10 -­‐15 -­‐20 0 2 4 6 8 10 Tempo [s] 12 14 16 18 20 (b) 200 Telaio centrale Telaio esterno 150 Spostamento [mm] 100 50 0 -­‐50 -­‐100 -­‐150 -­‐200 0 2 4 6 8 10 Tempo [s] 12 14 16 18 20 (c) Figura 7. Storia di spostamento per edificio con assetto dissipativo; a) con piano rigido, b) con entrambe le nervature dei tegoli connesse, c) con una sola nervatura connessa. Ciò indica che connessioni dissipative applicate solo sulle pareti esterne di strutture con telai interni richiedono un diaframma di elevata rigidezza per attivare pienamente le loro capacità di dissipazione energetica e limitare eccessive deformazioni dell’edificio con distorsioni degli orizzontamenti. In Tabella 3 sono riportati i valori massimi di sollecitazione per le diverse connessioni di un pannello centrale, in particolare: - pannello – pannello - pannello – trave - pannello – fondazione Nel caso di assetto isostatico, le reazioni orizzontali dei fissaggi sono dovute agli effetti del secondo ordine, mentre la reazione verticale alla base del pannello è dovuta al peso proprio del pannello. Nel caso di assetto integrato i valori di forza sono di maggiore entità, sia per le connessioni pannello-pannello, con valori fino a 109 kN, sia per le connessioni pannello-struttura, con valori fino a 119 kN. Per l’assetto dissipativo tali forze sono limitate dalla soglia di scorrimento delle connessioni ad attrito. 80 60 40 Forza [kN] 20 0 -­‐20 -­‐40 -­‐60 -­‐80 -­‐5 -­‐4 -­‐3 -­‐2 -­‐1 0 1 Scorrimento [mm] 2 3 4 5 (a) E’ interessante notare che il valore massimo della forza raggiunto in assetto integrato con tegoli incernierati sia sensibilmente inferiore rispetto alle altre configurazioni con differenti vincoli di piano. In Tabella 5 sono infine riassunti i valori massimi delle forze di taglio nelle connessioni tegolo-trave, che risultano molto elevate nella direzione longitudinale, ovvero nella direzione del tegolo, con vincoli tegolo-trave rigidi e per i casi di assetti non isostatici. FORZA MASSIMA NELLE CONNESSIONI [kN] 80 ASSETTO VINCOLO PANNELLO-­‐ PANNELLI DI PIANO PANNELLO 60 40 RIGIDO ISOSTATICO INCASTRO CERNIERA RIGIDO INTEGRATO INCASTRO CERNIERA RIGIDO DISSIPATIVO INCASTRO CERNIERA Forza [kN] 20 0 -­‐20 -­‐40 -­‐60 -­‐80 -­‐5 -­‐4 -­‐3 -­‐2 -­‐1 0 1 Scorrimento [mm] 2 3 4 0 0 0 98 109 54 60 60 60 7 7 7 83 98 42 48 55 45 64 64 64 64 64 64 64 64 64 6 6 6 107 119 64 69 68 69 5 Tabella 3. Forza massima nelle connessioni relative a un pannello centrale per le diverse configurazioni. (b) 80 FORZA MASSIMA NELLE CONNESSIONI [kN] 60 ASSETTO VINCOLO PANNELLO-­‐ PANNELLI DI PIANO PANNELLO 40 20 Forza [kN] PANNELLO-­‐ PANNELLO-­‐ PANNELLO-­‐ TRAVE FONDAZIONE FONDAZIONE (ORIZZ.) (VERT.) (ORIZZ.) 0 -­‐20 -­‐40 -­‐60 -­‐80 -­‐5 -­‐4 -­‐3 -­‐2 -­‐1 0 1 Scorrimento [mm] 2 3 4 5 (c) Figura 8. Cicli isteretici di una connessione ad attrito del pannello centrale per edificio con assetto dissipativo; a) con piano rigido, b) con entrambe le nervature dei tegoli connesse, c) con una sola nervatura connessa. In Tabella 4 sono riportati i valori massimi di sollecitazione per le connessioni di un pannello terminale. Per assetti non isostatici si hanno alla base importanti reazioni verticali, con valori fino a 261 kN, e limitate reazioni orizzontali. Questa diversa distribuzione di forze rispetto al pannello centrale è dovuta alla presenza di connessioni pannello-pannello solo su un lato. RIGIDO ISOSTATICO INCASTRO CERNIERA RIGIDO INTEGRATO INCASTRO CERNIERA RIGIDO DISSIPATIVO INCASTRO CERNIERA 0 0 0 78 85 54 60 60 60 PANNELLO-­‐ PANNELLO-­‐ PANNELLO-­‐ TRAVE FONDAZIONE FONDAZIONE (ORIZZ.) (VERT.) (ORIZZ.) 7 7 7 13 22 3 24 31 22 64 64 64 228 261 180 253 250 248 6 6 6 40 40 29 49 47 48 Tabella 4. Forza massima nelle connessioni relative a un pannello terminale per le diverse configurazioni. FORZA MASSIMA NELLE CONNESSIONI [kN] ASSETTO PANNELLI VINCOLO DI PIANO RIGIDO ISOSTATICO INCASTRO CERNIERA RIGIDO INTEGRATO INCASTRO CERNIERA RIGIDO DISSIPATIVO INCASTRO CERNIERA TEGOLO-­‐TRAVE TAGLIO LONGITUDINALE TEGOLO-­‐TRAVE TAGLIO TRASVERSALE -­‐ ~ 16 ~ 9 -­‐ ~ 304 ~ 20 -­‐ ~ 234 ~ 31 -­‐ ~ 14 ~ 10 -­‐ ~ 36 ~ 27 -­‐ ~ 28 ~ 29 Tabella 5. Forza massima nelle connessioni tegolo-trave relative a un tegolo centrale per le diverse configurazioni. 5 CONCLUSIONI In questo lavoro si è studiato il ruolo dell’azione diaframma nel comportamento sismico di strutture prefabbricate con pannelli di parete. Edifici con piano flessibile sono in generale caratterizzati da una diversa risposta sismica dei telai che li compongono. In presenza di una disomogenea distribuzione di massa e rigidezza, dovuta ad esempio alla presenza di un assetto integrato di connessione tra pannelli di tamponamento e struttura, la risposta sismica può dare luogo a notevoli distorsioni dell’impalcato. In presenza di piano rigido il comportamento sismico è in genere caratterizzato da elevate sollecitazioni sugli elementi di piano e sulle relative connessioni. Questi aspetti sono stati esaminati con riferimento a un tipico edificio prefabbricato monopiano, caratterizzato da un telaio centrale e due telai perimetrali con pannelli di parete. Sono state svolte analisi dinamiche modali e non lineari al variare delle caratteristiche delle connessioni di diaframma e delle connessioni dei pannelli. I risultati ottenuti hanno consentito di trarre le seguenti conclusioni: • una distribuzione omogenea di massa e rigidezza comporta una risposta sismica uniforme dei telai, che non impegna il diaframma; • con diaframma flessibile, una distribuzione non omogenea di massa e rigidezza causa significative distorsioni di piano e risposta fuori fase dei telai, con un moto vibratorio che risulta amplificato per i telai più flessibili e ridotto per i più rigidi; • con diaframma rigido, una distribuzione non omogenea di massa e rigidezza comporta elevate sollecitazioni sugli elementi del diaframma e sulle loro connessioni; • una distribuzione omogenea di rigidezza può essere realizzata con un assetto di connessione dei pannelli di tipo isostatico; • un assetto di connessione dei pannelli non isostatico (integrato o dissipativo) comporta una disomogeneità di rigidezza tra telai esterni e interni; • un assetto di connessione dei pannelli di tipo integrato comporta forze molto elevate nelle connessioni; • le forze nelle connessioni possono essere limitate con un assetto di connessione dei pannelli di tipo dissipativo; • l’efficacia di un assetto dissipativo risulta ridotta in edifici con diaframma flessibile. Questi risultati evidenziano alcune delle principali criticità nella progettazione di strutture prefabbricate con pannelli di parete, in particolare per il dimensionamento delle connessioni dei pannelli di parete e degli elementi che realizzano il diaframma di piano. Ulteriori approfondimenti sono necessari per una estensione dei risultati ottenuti a tipologie e configurazioni strutturali diverse da quelle esaminate nel presente lavoro. RINGRAZIAMENTI Il presente studio è stato condotto nell’ambito delle finalità del progetto di ricerca SAFECLADDING supportato da un contributo della Commissione della Comunità Europea nel programma FP7-SME-2011 con Grant agreement n. 314122 del 2012. BIBLIOGRAFIA Biondini, F., Dal Lago, B., Toniolo, G., 2013. Role of wall panel connections on the seismic performance of precast structures, Bulletin of Earthquake Engineering, 1-21, 2013, DOI: 10.1007/s10518-012-9418-z. Biondini F.,Dal Lago B., Toniolo G., 2010. 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