23 dicembre 2012 - Quarta domenica di Avvento C MARIA DI NAZARET Michea 5,1-4a Salmo 79 (Signore, fa’ splendere il tuo volto e noi saremo salvi) Ebrei 10,5-10 Luca 1,39-45 Dopo Giovanni Battista (domenica scorsa), oggi la liturgia ci propone un altro testimone privilegiato della venuta del Signore: la madre di Gesù, Maria di Nazaret. L’aveva già preconizzata l’antico profeta Michea, vissuto in Gerusalemme nello stesso tempo di Isaia, oltre 700 anni a. C. Proveniva dalla campagna (mentre Isaia era di classe sacerdotale), il suo linguaggio è concreto e rapido. Egli, dopo aver rimproverato le infedeltà del suo popolo, annuncia la venuta del salvatore in Betlemme e mette singolarmente in rilievo il ruolo della madre: «Colei che deve partorire, partorirà». Forse pensava ad un prossimo Re-Messia, figlio di una regina d’Israele; i cristiani hanno sempre riferito la profezia a Maria. Chi era Maria, la madre di Gesù? Stando ai testi a nostra disposizione e ai dati archeologici raccolti, doveva essere una donna del popolo, probabilmente nata a Gerusalemme, in una famiglia della tribù di Levi. Si fidanza con Giuseppe, di professione carpentiere, originario di Betlemme, modesto discendente dell’antico re Davide e si trasferisce a Nazaret, al nord, in Galilea. Giuseppe si era stabilito a Nazaret forse per lavorare nella vicina città di Sefforis, allora in costruzione. Maria sente di essere stata scelta da Dio per diventare madre del Messia, tanto atteso. Insieme col suo sposo deve però andare a Betlemme per un censimento e qui nasce Gesù. Tutti e tre tornano poi a Nazaret, dove conducono una vita semplice e religiosamente fedele (circoncisione, sinagoga, pellegrinaggi…). Quando Gesù inizia la sua vita peregrinante di maestro e taumaturgo, secondo Giovanni (2,1-12), la madre lo accompagna e abita con lui a Cafarnao. Ella resterà legata (o condizionata?) al suo clan, che però non stimava Gesù (Marco 3,20-21 e Giovanni 7,5) e che tenterà anche, ma inutilmente, di esercitare un certo controllo su di lui (Luca 8,19-21 e paralleli). È presente sul Calvario (Giovanni 19,25) e partecipa, insieme con alcuni parenti, alla vita della comunità cristiana di Gerusalemme (Atti 1,14). Qui, probabilmente, muore e viene sepolta presso il Getsemani, nel luogo dell’attuale basilica bizantina della Dormizione. È giusto ricordare Maria in quest’ultima domenica prima di Natale. Ella è la sorella maggiore che ci tiene per mano e ci conduce a Cristo: da due punti di vista. Anche lei, come noi, non ha subito tutto chiaro e «avanza nella peregrinazione della fede» (Lumen gentium n. 58), meditando e riflettendo sulle vicende di cui è testimone. In secondo luogo ci offre un esempio luminoso di carità e generosità, quando va a trovare la cugina Elisabetta (vangelo di oggi). Prepariamoci al Natale così, come Maria: nella riflessione e nella carità. E allora sarà un buon Natale!