Anno III, n. 8, Luglio/Settembre 2009 Edizione Mantova PROGETTI Sanità senza confini INIZIATIVE L’Architettura della salute EVENTI Stati generali del sistema socio-sanitario PREVENZIONE I controlli sulla filiera alimentare ALIMENTAZIONE Educazione alla salute Prevenzione e controlli sulla filiera alimentare: ecco gli strumenti per tutelare la salute dei cittadini Notizie dalla tua asl Gli Stati Generali della Sanità a Mantova Lotta alle dipendenze Ufficio di protezione giuridica 8 n° In questo numero EDITORIALE p 3 PROGETTI SANITÀ SENZA CONFINI p 4 INIZIATIVE L’archiTettura della salute p 5 SPAZI E TEMPI SI ACCORCIANO PER UN OSPEDALE PIÙ VICINO AL PAZIENTE L’Assessore Bresciani ai cittadini Rhône-Alpes, Andalusia e Israele nuovi partner di Regione Lombardia 600 anni di storia e luoghi della Sanità lombarda EVENTI stati generali del sistema socio-sanitario p Dal TERRITORIO Notizie dalla tua ASL p 7-10 PREVENZIONE PREVENZIONE E CONTROLI SULLA FILIERA ALIMENTARE p 11-14 ALIMENTAZIONE EDUCAZIONE ALLA SALUTE p 6 Continuano gli incontri sul territorio con gli Assessori Ecco gli strumenti per tutelare la salute dei cittadini 15 L’importanza di una sana alimentazione Registrata al Tribunale di Milano in data 07.05.2007 al numero 292 Chiuso in redazione: 31 luglio 2009 Direttore responsabile: Daniela Martelli Redazione: Antonio Fanuzzi, Manuela Filardo, Chiara Franceschi, Elena Frasio, Alessandro Gatta, Roberta Gorio, Enzo Mascolo, Enrico Parola, Michela Roncetti, Marcella Ubezio Progetto grafico: MultiMedia srl Stampa: Lucky Group Tiratura: 440.000 Contatti: [email protected] www.sanita.regione.lombardia.it Anno III, n. 8, Luglio/Settembre 2009 SPAZI E TEMPI SI ACCORCIANO PER UN OSPEDALE PIÙ VICINO AL PAZIENTE Luciano Bresciani è nato 66 anni fa a Carbonara di Po, in Provincia di Mantova, e risiede a Milano. Cardiologo, ha esercitato la professione in Sudafrica, con Christian Barnard, nei primi anni settanta e poi negli Stati Uniti. Ha insegnato in Olanda, presso l’Università Reale di Utrecht. Ha svolto la propria attività professionale presso gli ospedali milanesi San Paolo e San Raffaele. Negli anni Novanta è stato Assessore alla salute per la Provincia di Como. In qualità di esperto di programmazione sanitaria, collabora con Regione Lombardia dal 2003 ed è stato direttore generale vicario della Sanità lombarda dal giugno del 2005. Lavori in corso alla Sanità. Non sto parlando dei grandi cantieri aperti, dei nuovi ospedali che stanno sorgendo in Lombardia o di quelli soggetti a profonde ristrutturazioni; sto parlando delle tante opere e del continuo lavorio di cui il nostro sistema è continuamente e costantemente soggetto perché mantenga e, per quanto possibile, aumenti la propria efficienza. Tra gli aspetti che qualificano un sistema sanitario vi è senza dubbio quello riguardante la vicinanza del sistema stesso ai cittadini; una vicinanza che deve essere spaziale e temporale. Ho già scritto su queste colonne dell’accessibilità e della vicinanza logistica, col tentativo di favorirla promuovendo la creazione e la diffusione dei poliambulatori, strutture in grado di portare in modo capillare sul territorio l’attività ospedaliera. Questa volta vorrei invece trattare l’accessibilità dal punto di vista temporale; in quest’ottica rientrano tre diversi provvedimenti. Innanzitutto la creazione, nel Pronto Soccorso degli ospedali milanesi, di un percorso per i codici bianchi separato da quello del cosiddetto triage (la divisione a seconda dell’urgenza dell’intervento necessario): una decisione che permette di distribuire meglio l’affluenza al Pronto Soccorso, snellendo i tempi d’attesa e già indirizzando il cittadino verso un più preciso percorso diagnostico. Nella stessa direzione va la decisione di estendere le categorie di medici che possono usare il ricettario del Servizio Sanitario Regionale. Il beneficio è evidente: se prima era il medico di base o il medico di struttura pubblica a fare l’impegnativa per una prestazione specialistica, ora può farla anche lo specialista di struttura privata accreditata a contratto, eliminando l’ulteriore accesso al medico di base. Ancora, considerato che le prestazioni specialistiche devono essere erogate entro determinati tempi di attesa, Regione Lombardia ha stabilito che, per le prestazioni per le quali non sono predefiniti i tempi d’attesa, la differenza di tempo tra una prestazione erogata in solvenza (pagata cioè dal cittadino) e una a carico del Servizio Sanitario Regionale non può superare i 30 giorni. Vorrei aggiungere un’altra importante novità: dal 1° ottobre sarà obbligatorio indicare su ogni prescrizione di specialistica ambulatoriale il quesito diagnostico, cioè il motivo per cui viene richiesta una certa prestazione. Il medico sarà tenuto pertanto a riportare i sintomi rilevati oppure il sospetto clinico. Questo assicura al cittadino una maggior consapevolezza e chiarezza rispetto a un freddo codice e indirizza già verso un percorso diagnostico preciso e appropriato. Luciano Bresciani Assessore alla Sanità 3 progetti SANITÀ SENZA CONFINI Rhône-Alpes, Andalusia e Israele nuovi partner di Regione Lombardia Macroarea sanitaria di sviluppo. Un obiettivo a tal punto perseguito da diventare il contenuto principale dell’attività di cooperazione internazionale svolta dalla Sanità lombarda. “Detto in maniera molto semplice – introduce il Dr. Carlo Corti, responsabile della struttura Progetti di sanità internazionale, – possiamo definire come macroarea sanitaria di sviluppo tutta la rete di alleanze che la Lombardia sta stringendo con sistemi sanitari avanzati, simili al nostro”. Non si tratta di diplomazia internazionale o di rappresentanza istituzionale; qui si bada al sodo, perché la posta in gioco è alta: la salute della gente. Il Dr. Corti, infatti, citando i tre soggetti che per primi hanno formalizzato con la Lombardia una collaborazione sanitaria stabile e articolata, sottolinea i benefici e i vantaggi derivanti dal lavoro programmato e svolto con ognuno di essi. “Fino ad oggi hanno aderito alla nostra idea di una macroarea sanitaria di sviluppo la regione francese Rhône-Alpes, la comunità autonoma dell’Andalusia e lo Stato d’Israele: il Presidente Formigoni si è recato personalmente a Gerusalemme per siglare l’accordo con il governo israeliano”. A voler essere campanilisti e calcolatori, e quindi guardando solo dentro i nostri confini regionali, viene un dubbio: ma davvero questa attività internazionale è utile al quotidiano esercizio del nostro sistema sanitario? In altre parole, quali sono i vantaggi derivanti da queste collaborazioni? “I vantaggi sono indubbi e, per i più scettici, anche immediati. Pensiamo allo Stato di Israele: è l’eccellenza mondiale nel campo della gestione delle maxiemergenze, del pronto soccorso, e purtroppo non è difficile capire il perché: anni di guerre hanno insegnato ad agire con la massima rapidità, oltre che con 4 LI IU FR la massima efficacia. Noi con Israele abbiamo lavorato proprio su questo tema, proponendo esercitazioni in loco, tavole rotonde, scambi. È evidente come abbiamo potuto imparare molto da Israele e attingere abbondantemente dal serbatoio delle esperienze dei suoi cittadini”. Per quanto riguarda l’Andalusia invece? “Con la comunità andalusa, e altri 25 partner europei, siamo diventati promotori del progetto comunitario epSOS, che mette a tema l’interoperabilità degli elementi del fascicolo sanitario elettronico (patient summary e prescrizione elettronica): detto in parole più semplici, il progetto mira a rendere più agevole l’accesso alle prestazioni sanitarie non programmate assicurando la continuità della cura nei casi in cui sia necessario essere curati in uno dei paesi membri dell’Unione Europea. Se, ad esempio, sono fuori Italia per lavoro oppure per una vacanza e mi succede qualcosa, grazie alla possibilità di accedere ai dati e alle informazioni contenute nel mio fascicolo sanitario elettronico (realizzato in Lombardia grazie al SISS), un medico o un ospedale operanti in un paese dell’Unione può conoscere le mie patologie più rilevanti e rendere la diagnosi e quindi la cura più efficaci oppure verificare quali medicinali mi sono abitualmente prescritti o somministrati.” RhôneAlpes, una regione che conoscono bene gli appassionati di ciclismo: il suo nome campeggia in molti cartelli quando si sale verso una delle vette mitiche del Tour de France, il mont Ventoux; e per la sanità qual è il significato della collaborazione con questa regione? “Le montagne c’entrano anche qui! Con loro è stato avviato un nuovo progetto ALIAS, cofinanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale attraverso il programma Spazio Alpino - che va ad interessare l’intero spazio alpino, dalla Francia alla Slovenia, e che mette in comune le diverse esperienze degli ospedali montani. Queste realtà hanno caratteristiche precise: sono realtà transfrontaliere, di confine tra Paesi diversi e quindi pongono in misura significativa la necessità dell’interoperabilità di cui parlavo prima; sono inoltre zone a bassa densità di popolazione e in cui è difficile muoversi d’inverno a causa delle abbondanti nevicate. È facile capire come la telemedicina, la possibilità di sottoporre un certo quadro clinico o richiedere una diagnosi a distanza, possano risultare fondamentali. A riprova della bontà di questo progetto, diversi territori si sono aggregati per la sua realizzazione: oltre a Rhône-Alpes, il Cantone di Ginevra, la Baviera, il Friuli Venezia Giulia, la Carinzia e la Slovenia. Inoltre stiamo lavorando per raggiungere un’intesa con il Canton Ticino, una realtà che interessa i molti lombardi che vivono nell’area di confine, come il Varesotto o il Comasco, e che lavorano oltre dogana come frontalieri”. tà lombarda L’architettuRa della salute 600 anni di storia e luoghi della Sanità lombarda si - così l’Assessore alla Sanità Luciano La Sanità lombarda sta rapidamente Bresciani ha presentato il libro - è il più cambiando volto, ma allo stesso temfulgido esempio della capacità organizpo custodisce con orgoglio una precisa zativa e identitaria che la nostra terra identità che ha radici profonde, pluriselombarda, fin colari. In quedal Medioevo, sti anni molte riuscì a espridelle strutture mere. Un luogo ospedaliedi attenzione re lombarde per il popolo, sono state inizialmente profondamenespressione te rinnovate; dei sentimensono in corso ti di carità di di completaistituzioni e mento nuovi L’Architettura congregazioni ospedali, che della salute religiose e poi sostituiscono Luoghi e storia della Sanità lombarda obiettivo sogli attuali preciale dei goversidi con archini. Un percorso d’umanità e di profestetture più confortevoli e tecnologie più sionalità che continua nel tempo e che avanzate, dotati di strumenti sempre più sta conoscendo proprio in questi anni sofisticati ed efficaci. L’impegno, a livelun nuovo protagonismo, grazie agli imlo di risorse, competenze, progettualità ponenti investimenti finanziari messi e programmazione, è stato davvero sia disposizione da Regione Lombardia gnificativo: basti pensare alla riqualie tesi a realizzare un nuovo modello di ficazione del Niguarda, la costruzione Sanità, dove l’attenzione alla persona degli ospedali di Bergamo, Legnano, e ai suoi bisogni sono centrali anche Como, Varese (già attivo da due anni) nella progettazione architettonica e ure Vimercate. Ma il nuovo e il moderno banistica delle nuove strutture ospedanon hanno fatto dimenticare come la liere”. Umanità e professionalità: ecco maggior parte degli ospedali lombardi le due parole che legano passato e preabbia alle spalle una lunga storia, spessente, novità e tradizione, tecnologia e so non molto conosciuta, ma profonpatrimonio culturale e spirituale. Oggi damente radicata nella tradizione assicome allora ad animare gli ospedali, a stenziale del territorio. Questo percorso essere protagonisti della cura agli amdi ammodernamento e conservazione del malati sono medici, infermieri, profesgrande patrimonio culturale maturato in sionisti che uniscono passione e sapere sei secoli di assistenza e cura è illustrato per incontrare gli uomini nelle situazionel volume “L’Architettura della Salute ni di maggior bisogno fisico e spesso Luoghi e storia della Sanità lombarda” anche spirituale. Il volume tratteggia (consultabile in formato pdf sul sito questa storia attraverso una prospetwww.sanita.regione.lombardia.it). tiva particolare, quella architettonica. “L’ospedale inteso come luogo di ospiEcco dunque scorrere le immagini degli talità e di cura per i malati e i bisognoL’Architettura della salute ttura ute iniziative Ospedali Maggiori quattrocenteschi, di quelli a padiglioni dall’Ottocento fino al primo Novecento, per poi approdare al moderno monoblocco e agli esiti più evoluti dello slancio costruttivo in cui Regione Lombardia si trova impegnata. Numero verde unico per prenotare esami e visite 800.638.638 è il numero verde unico per prenotare visite mediche ed esami specialistici in Lombardia, nelle strutture pubbliche e private che hanno aderito al servizio. Ad oggi sono già accessibili numerose strutture sanitarie delle province di Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Milano, Pavia e Varese. L’elenco dettagliato e aggiornato delle strutture sanitarie aderenti – che si arricchisce di giorno in giorno – è consultabile visitando il sito www.crs.lombardia.it alla voce “Prenotazioni sanitarie”. Il servizio di prenotazione telefonica è attivo con operatore da lunedì a sabato dalle 8.00 alle ore 20.00, esclusi i giorni festivi (solo per l’Azienda Ospedaliera di Monza dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 16.00). Al momento della telefonata il cittadino dovrà essere provvisto dell’impegnativa del medico e della CRS - Carta Regionale Servizi - per poter fornire i dati che gli verranno richiesti dall’operatore. Il servizio è gratuito (da telefono fisso, telefono pubblico e cellulare, anche da fuori regione). 5 EVENTI Quindici workshop da Marzo a Dicembre 2009 Gli Stati generali territoriali del sistema socio-sanitario prevedono una serie di 15 incontri nei territori delle Aziende Sanitarie Locali (ASL) della Lombardia. Nel corso di ogni appuntamento, l’Assessore alla Sanità e l’Assessore alla Famiglia e Solidarietà Sociale di Regione Lombardia incontrano i rappresentanti istituzionali delle realtà locali e gli operatori socio-sanitari. L’obiettivo dei workshop voluti da Regione Lombardia è ascoltare i bisogni del settore sociosanitario espressi dalle diverse realtà presenti sul territorio e discutere le possibili soluzioni da adottare. 6 Venerdì 13 marzo Giovedì 26 marzo Venerdì 3 aprile ASL di Sondrio ASL di Varese ASL di Lecco Venerdì 26 giugno Venerdì 3 luglio Venerdì 18 settembre ASL di Mantova ASL di Cremona Venerdì 25 settembre Venerdì 2 ottobre Venerdì 16 ottobre ASL di Bergamo ASL di Pavia ASL di Como Venerdì 23 ottobre Venerdì 30 ottobre ASL di Lodi ASL di Brescia ASL di Monza e Brianza Venerdì 20 novembre Venerdì 27 novembre Venerdì 11 dicembre ASL di Milano 2 ASL di Milano 1 ASL di Milano ASL di Vallecamonica-Sebino Venerdì 13 novembre Anche Mantova tra le tappe degli Stati Generali della Sanità È stata Mantova la quinta tappa regionale degli “Stati Generali territoriali del sistema socio-sanitario” voluti e promossi dagli Assessori alla Sanità e alla Famiglia e Solidarietà Sociale, Luciano Bresciani e Giulio Boscagli. L’incontro, svoltosi nell’Auditorium “L’Ottagono” del Mantova Multicentre di Largo Pradella venerdì 3 luglio, ha visto, oltre all’ampia partecipazione di tanta parte della Sanità della provincia, anche la presenza del Presidente della Provincia di Mantova, Maurizio Fontanili, e della Presidente della Conferenza dei Sindaci ASL, Fiorenza Brioni. Ad aprire e moderare i lavori dell’intenso pomeriggio è stato Ernesto Chiesa, dirigente della locale Sede Territoriale di Regione Lombardia che ha introdotto gli interventi dell’Assessore Bresciani, dei Direttori Generali dell’Azienda Sanitaria Locale, Pier Mario Azzoni, e dell’Azienda Ospedaliera Carlo Poma, Luca Stucchi, del Direttore Generale dell’Azienda Regionale Emergenza Urgenza (AREU), Alberto Zoli e dei consiglieri regionali rappresentanti della realtà politica locale, Enzo Lucchini, Carlo Maccari e Antonio Viotto. Avviare un confronto approfondito tra sistema socio-sanitario e realtà territoriali, al fine di costruire un futuro condiviso, nel segno di un rapporto reciproco tra le istituzioni, i cittadini e gli operatori, è l’obiettivo che la Regione Lombardia si è prefissa di raggiungere con quest’iniziativa che vuole essere anche un’occasione importante per comunicare cosa è stato fatto e cosa ancora resta da realizzare per il futuro. Pier Mario Azzoni, Direttore Generale ASL Il workshop, che è stato preceduto, in mattinata, da una conferenza stampa è stato, infatti, un’occasione utile e preziosa per fare il punto della situazione della Sanità a Mantova, illustrando e rilanciando punti critici e punti di forza, così da disegnare un quadro finalizzato a individuare e valorizzare percorsi di eccellenza, ad avviare processi di miglioramento, a definire prospettive e ristabilire e rinforzare sinergie in una rete di collaborazione e di riqualificazione dell’offerta. Proprio uno dei vanti dell’ASL di Mantova – come ha illustrato il Direttore Generale, Pier Mario Azzoni nel corso del suo intervento – consiste nell’estrema capillarizzazione dell’ente sul territorio provinciale con la sua presenza diffusa di strutture residenziali e diurne, rivolte ad anziani e disabili, e l’ottima collaborazione con gli erogatori condotta nel rispetto dei ruoli reciproci. Tante le recenti conquiste che meritano di essere citate. Da una parte, il continuo e costante monitoraggio sui luoghi di lavoro che, nel triennio 2005-2007, ha registrato una riduzione degli infortuni di circa il 10%, un trend continuato anche nel corso del 2008, dall’altra, l’impegno sul fronte della sicurezza alimentare con il coinvolgimento di tutte le attività veterinarie volte a tutelare il patrimonio zootecnico, il benessere animale e la salute pubblica. Non meno incisiva l’azione che ha portato p.7 rappresentanti delle realtà associative a una razionalizzazione dei costi, pur zione e funzionamento aziendale che, sanitarie e di volontariato della zona nel mantenimento della centralità del approvato nel mese di dicembre, ha riche hanno posto all’Assessore Bresciapaziente, in una provincia come quella voluzionato la fisionomia dell’Azienda, ni spunti di riflessione e di approfondidi Mantova in cui la spesa farmaceutiistituendo 11 dipartimenti, realtà tramento. ca risulta tra le più alte della Regione sversali che accorpano strutture affini e Tanti i temi sul tavolo e gli stimoli porLombardia a causa dell’elevato tasso complementari concepite per superare tati all’attenzione della platea. Tra quedi invecchiamento della popolazione. la logica di presidio e puntare all’intesti, particolare interesse ha suscitato Grazie ad una riqualificazione dell’asgrazione, prestazioni di qualità superiol’esposizione di Marco Collini, Presisistenza farmaceutica del territorio che re e impiego più razionale delle risorse dente dell’Ordine dei Mepuntasse alla valorizzadici di Mantova, che ha zione del ruolo pubblico parlato della centralità delle farmacie nel settore del medico e della volondella prevenzione, dell’intà da parte dell’organismo formazione sul corretto di continuare a muoversi uso dei farmaci, dell’inin piena collaborazione centivazione del farmaco con le istituzioni da una equivalente e della proposizione non acritica, mozione di iniziative finama costruttiva; allo stesso lizzate all’utilizzo ottimamodo l’intervento di Piero le delle risorse a dispoParenti, Segretario prosizione, si è così potuto vinciale della Fimg, che raggiungere un risultato ha esaltato l’utilità dello che ha visto, nei primi 5 sviluppo e della continua mesi del 2009, la spesa farmaceutica territoriale evoluzione nel campo dell’assistenza domiciliaregistrare un decremento re. Un argomento toccato rispetto allo stesso perioanche da Renzo Tarchido del 2008 pari a 3.55%, ni, Segretario provinciale uno dei migliori della Re- Pier Mario Azzoni (Direttore ASL), Luciano Bresciani (Ass. Reg. Sanità), Luca Stucchi (Direttore A.O. Poma) della Cimo che ha posto gione Lombardia. Nell’ota disposizione. l’accento sull’attenzione alla continutica di promuovere la salute, curare la Tanti anche i progetti per i prossimi ità terapeutica dopo le dimissioni del malattia e accompagnare l’intero ciclo anni che vedranno la realizzazione di paziente. Di positiva interazione con di vita del paziente, si inserisce anche consistenti lavori di ristrutturazione le associazioni di volontariato ha, poi, l’attività dell’Azienda Ospedaliera Carlo edilizia e impiantistica per garantire ai parlato Paolo Galeotti, Presidente del Poma che si propone di porre la perpazienti spazi più accoglienti e adeguaSol. Co. Mantova, mentre la pari dignità sona al centro della propria attività. In ti dal punto di vista dell’accreditamentra infermieri e medici è stata difesa da quest’ottica – come ha illustrato il Dito. A concludere la lunga giornata sono PierPaolo Vescovi, direttore del Dipartirettore Generale Luca Stucchi – è stato stati gli interventi del pubblico e dei mento Medico del Poma. concepito il nuovo Piano di organizza- p.8 Il dipartimento dipendenze di Mantova e le Comunità terapeutiche insieme nella lotta alle dipendenze Il corso di formazione congiunta, realizzato dall’ASL di Mantova, dal titolo “Sognavo di essere Road Runner e mi sono svegliato Willie il coyote”, avviato in primavera, si propone come la prima iniziativa pubblica dell’appena istituito Dipartimento Dipendenze. Ciò è la dimostrazione concreta di quanto l’integrazione pubblico-privato, tema strategico della politica sanitaria regionale, sia ottimale per il raggiungimento di risultati significativi. “Si tratta di un evento importante sia dal punto di vista formativo sia in quanto proposta di “sistema” - ha dichiarato Maurizio Gobbetto, direttore del nuovo Dipartimento -. Da una parte, infatti, si dimostra la rinnovata attenzione dell’ASL nei confronti dei propri Operatori, la cui formazione viene rimessa al primo posto tra le priorità aziendali; dall’altra, si conferma che la “questione droghe” non riguarda più soltanto gli Operatori e i Servizi specialisti del settore (Ser.T e Comunità Terapeutiche), ma tutti i soggetti che abbiano competenza in merito. Tra essi, i Consultori Familiari, il Dipartimento di Salute Mentale, il Nucleo Operativo Tossicodipendenze della Prefettura, le Associazioni dell’auto-aiuto alcologico, e, in generale, l’intera comunità mantovana. Obiettivi delle dieci giornate di lavoro sono: aggiornare le teorie sui contenuti, individuare una meta-teoria che “conten- ga” le singole teorie, migliorare la pratica dei Servizi e le relazioni che li legano, dare basi tecnico-scientifiche alla scelta organizzativa del Dipartimento. Il tutto, al fine di co-costruire una mappa condivisa per intervenire ai tre livelli di prevenzione, terapia e reinserimento. Il corso vede la partecipazione di Operatori provenienti da Enti intra ed extra ASL, tra cui medici, psicologi, assistenti sociali, educatori professionali, infermieri professionali dei Ser.T, dell’Equipe Carcere, dei Consultori Familiari, del Centro Mantovano di Solidarietà Arca, della Cooperativa Acquario, della Cooperativa Porta Aperta, del Centro Primo Intervento Antidroga, della Fondazione Exodus. Inoltre infermieri, assistenti sociali, ed educatori del Dipartimento Salute Mentale, del Nucleo Operativo Tossicodipendenze della Prefettura, e del Club Alcolisti in Trattamento. Per un totale complessivo di 82 operatori. A guidare gli incontri, è il dr. Paolo Rigliano, noto psichiatra e terapista famigliare presso il Dipartimento Salute Mentale di Milano città, autore di testi fondamentali in materia, coadiuvato dal dr. Emanuele Bignamini, psichiatra e psicoterapeuta adleriano, direttore del Dipartimento Dipendenze di Torino città. L’ASL di Mantova ha investito in questa iniziativa circa 20.000 euro: un impegno notevole, frutto del successo ottenuto lo scorso marzo dal Sistema di intervento pubblico-privato mantovano a Trieste, in occasione della Conferenza Nazionale, in cui Mantova è stata citata quale modello di integrazione pubblico-privato, nelle conclusioni alla presenza del Sottosegretario di Stato, on. Carlo Giovanardi e del dr. Giovanni Serpelloni, direttore del Dipartimento Nazionale. Vanno, inoltre, ricordati i numerosi impegni presi dal neocostituito Dipartimento, tra cui il Piano Provinciale di intervento e il Piano Provinciale di prevenzione. “L’ASL sta rivestendo un ruolo importante nel settore delle dipendenze - dichiara il Direttore Sociale, Carlo Prezzi non vanno, infatti, dimenticati gli altri fondamentali interventi, oltre al finanziamento di questo corso, quali il processo di budgetizzazione degli ingressi in Comunità e l’avvio del processo di verifica dell’appropriatezza delle prestazioni degli Enti Erogatori e dei propri Ser.T. oltre, naturalmente, all’istituzione del Dipartimento delle Dipendenze, recentemente formalizzata”. p.9 Ufficio di Protezione Giuridica Uno strumento di tutela della persona, della famiglia e della comunità Promuovere il benessere e l’inserimento sociale della persona, della famiglia e della comunità e, in ispirazione ai principi del rispetto dell’individuo e della valorizzazione della famiglia, favorire il riconoscimento degli strumenti di tutela delle persone incapaci e dell’amministrazione di sostegno. Sono questi i principali obiettivi dell’Ufficio di Protezione Giuridica delle persone prive di autonomia o incapaci di provvedere ai propri interessi, istituito dall’ASL di Mantova in attuazione alla Legge Regionale n. 3/2008. L’Ufficio, affiancandosi a tutte le istituzioni pubbliche e private che già si occupano di questi temi, persegue, inoltre, gli obiettivi di promuovere e favorire azioni di ricognizione dei bisogni di protezione giuridica, di informazione, orientamento e sostegno alla persona, alle famiglie e ai servizi sanitari e sociali competenti, effettuare ricognizioni, in particolare presso le strutture residenziali del territorio provinciale, e di verificare, in collaborazione con i servizi dell’ASL competenti, che sia assicurata una puntuale ed esaustiva informazione agli interessati e alle loro famiglie in merito agli strumenti di protezione giuridica. Intende, poi, promuovere la costituzione di un registro provinciale di amministratori di sostegno, con preventiva azione formativa e successiva funzione di supporto/consulenza a coloro che si offrono di ricoprire questo delicato ruolo, oltre a facilitare tutti i necessari contatti con gli uffici giudiziari e con i servizi comunali del territorio provinciale competenti, verificando che si realizzi, ove necessario, l’effettiva presa in carico dei soggetti e l’attivazione delle procedure per pervenire ad adeguati provvedimenti di protezione. L’ufficio, infine, intende supportare direttamente gli interessati e i servizi sanitari e sociali competenti nella fase di presentazione della richiesta di nomina dell’Amministratore di Sostegno al Giudice Tutelare presso il Tribunale Ordinario. Il soggetto interessato, la sua famiglia, i servizi sanitari e sociali che provvedono direttamente alla sua cura e assistenza possono così orientarsi, tra i diversi strumenti giuridici ed economici, compresi i vincoli di destinazione sui patrimoni, a privilegiare quelli più adeguati ai bisogni del beneficiario e quindi più adatti a garantirgli il maggior livello possibile di benessere e di qualità della vita, mediante interventi individualizzati di protezione, temporanei o permanenti, nell’ambito di un progetto globale di assistenza, di cura e di tutela. A cura di: Anna Ghizzoni (URP-CA ) - Marzia Sandri (US) Via Dei Toscani 1, 46100 - Mantova, tel. 0376.334273 Hanno collaborato per questo numero: Maurizio Gobbetto, Serena Zoboli e Luca Ughini p.10 Ufficio di coordinamento: Mantova, c/o Direzione Sociale ASL Mantova, Via dei Toscani, 1 (Palazzina 10) Tel. 0376 334554 - Fax 0376 334775 Orario Lun-Ven (9-12) Email: [email protected] Responsabile: Serena Zoboli Sedi distrettuali presso Sportelli Unici Socio sanitari: Distretto di Mantova: Mantova, Via Trento, 8 Tel. 0376 334604 - N. verde 800 279 444 Orario Lun-Ven (9-12) Referente: Maria Ragone Distretto di Asola: Asola - Via Mazzini, 48 Tel. 0376 334019 - N. verde 800 679 996 Orario Lun-Ven (9-12) Referente: Anna Bonfatti Paini Distretto di Guidizzolo: Castiglione delle Stiviere - Via Garibaldi, 16 Tel. 0376 861792 - Orario Lun-Ven (9-12) Goito - S.S. Goitese, 313 Tel. 0376 689911 - Orario Lun-Ven (9-12) Referente: Donatella Terzi Distretto di Ostiglia: Ostiglia - Via Belfanti, 1 Tel. 0386 302069 - N. verde 800 379 177 - Orario Lun-Ven (9-12) Referente: Rossella Balasini Distretto di Suzzara: Suzzara Via Marangoni, 4/A Tel. 0376 506100 - N. verde 800 390 088 Orario Lun-Ven (9-12) Referente: Roberta Redolfi Distretto di Viadana: Viadana Largo De Gasperi. 7 Tel. 0375 789763 - N. verde 800 391 533 - Orario Lun-Ven (9-12) Referente: Cinzia Parmigiani Tiratura per l’ASL: 5.000 Contatti: [email protected] - www.aslmn.it PREVENZIONE PREVENZIONE E CONTROLLI SULLA FILIERA ALIMENTARE: ECCO GLI STRUMENTI PER TUTELARE LA SALUTE DEI CITTADINI “In Lombardia - spiega il Dr. Mario Astuti, Dirigente dell’Unità Organizzativa Veterinaria - ci sono un milione e 650 mila bovini, 4 milioni e mezzo di suini, 25 milioni tra polli, faraone, tacchini: siamo ottavi in Europa per patrimonio zootecnico, davanti a intere nazioni dell’Unione. Un discorso analogo si può fare per le macellazioni: i bovini macellati ogni anno sono lare suini per l’esportazione verso gli Stati Uniti, Paese da sempre esigente e severo nei controlli”. In chi è abituato a pensare alla nostra Regione come all’area a maggior densità industriale e urbana d’Italia, con Milano capitale dell’economia, della finanza e della moda, le cifre snocciolate dal Dr. Astuti probabilmente destano stupore. Da anni a capo della veterina- si affetta e si assaggia prima ancora di sedersi a tavola, il percorso non è breve. “Quando si pensa ai rischi legati a questo genere di alimenti – puntualizza Astuti - tutti pensano immediatamente, e per certi versi anche giustamente, al morbo della mucca pazza, alla malattia vescicolare, all’aviaria; ma la realtà è molto più complessa e delicata. Sembra paradossale, ma ad esempio 800 mila e i suini circa 4 milioni. Da noi viene prodotto il 40% del latte italiano. Oltre alla quantità, c’è la qualità: in Lombardia si producono 11 formaggi e 9 salumi DOP o IGP e buona parte dei più celebrati prosciutti d’Italia, come il prosciutto di Parma o il San Daniele, viene prodotta con i nostri suini: in Lombardia sono presenti due dei tre macelli italiani autorizzati a macel- ria lombarda, Astuti conosce meglio di ogni altro un mondo ai più sconosciuto; soprattutto, meglio di ogni altro è consapevole del valore, ma anche dei rischi e dei pericoli insiti nel nostro patrimonio zootecnico: dalla mucca che rumina placida in un allevamento alla bistecca o al latte esposti nei banconi del supermercato, dal maiale che grugnisce in un recinto al salame che è importante che un maiale non arrivi stressato alla macellazione: se l’animale è sottoposto a stress, la qualità e la sicurezza della carne ottenuta da quel maiale possono essere compromessi. Per questo bisogna assicurare le condizioni di benessere degli animali portati al macello, per esempio evitando che siano troppo accalcati durante il trasporto o che non arrivino disidratati 11 e facendo in modo che non vedano la macellazione di altri capi”. Premettendo dunque tali aspetti che riguardano la quantità, la qualità e anche la complessità del fenomeno, il Dr. Astuti illustra le varie aree in cui si articola il servizio pubblico veterinario della nostra Regione. “Ci sono tre aree distinte: la sanità animale, l’igiene zootecnica e il controllo dei prodotti alimentari di origine animale. Per poter controllare i milioni di capi presenti negli allevamenti lombardi abbiamo definito dei piani di controllo molto rigorosi. Innanzitutto per evitare che gli animali possano contrarre delle malattie, sia quelle che possono colpire l’uomo (come brucellosi e tubercolosi) sia quelle che pur non colpendo l’uomo hanno grande importanza per la zootecnia (come la malattia vescicolare) e poi, nel caso di infezione, per limitarne la diffusione e arrivare tempestivamente all’estinzione. Per questo, ogni anno, più volte all’anno, i veterinari delle nostre ASL si recano presso gli allevamenti a effettuare dei controlli: ad esempio, si esegue la prova della tubercolina o si prelevano sangue o feci e si fanno analizzare nei laboratori. A Brescia è situato il centro italiano d’eccellenza, l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale, che opera sul territorio della Lombardia e dell’Emilia Romagna”. Come agite quando viene riscontrata un’infezione? “Dipende dal tipo: nel caso della tubercolosi gli animali positivi vengono abbattuti, mentre nel caso di altre malattie molto diffusive, in cui il rischio di contagio è alto, vengono abbattuti anche gli altri animali presenti nell’allevamento”. Nel 2001 vi fu la diffusione della BSE, il 12 famigerato morbo della mucca pazza: cosa accadde? “Si iniziò il controllo di tutti i bovini adulti macellati e di quelli considerati a rischio (macellati d’urgenza o morti negli allevamenti); da allora abbiamo controllato oltre un milione e 600 mila capi. Nei 53 allevamenti in cui è stata riscontrata la positività fino al 2003 sono stati abbattuti tutti gli animali, dopo quella data sono stati abbattuti i figli degli animali positivi e tutti i nati 12 mesi prima e 12 mesi dopo il capo risultato positivo. In totale i capi abbattuti sono stati 8.507”. Eppure lo scorso anno si tornò a parla- re di mucca pazza. “Sì, perché abbiamo trovato un nuovo caso: questo è indice dell’affidabilità del sistema di controllo, non una fonte di preoccupazione per il consumatore. Oggi il nostro territorio è ufficialmente indenne da tubercolosi bovina, brucellosi bovina e ovicaprina, e dopo aver abbattuto 190 mila suini affetti da malattia vescicolare, tra il 2006 e il 2007, oggi siamo indenni anche da questa malattia. Inoltre, è importante sapere che tutti i controlli si basano su un’anagrafe zootecnica molto dettagliata e precisa: tutti gli allevamenti sono registrati in una banca dati informatizzata dove, per i bovini, la registrazione riguarda i singoli animali. Ogni allevamento è stato anche georeferenziato: il puntamento geografico, cioè l’esatta ubicazione territoriale di ogni allevamento, ci permette, in caso di epidemia, di individuare immediatamente quali allevamenti si trovano nell’area a rischio, nelle vicinanze della struttura dove è stata riscontrata la positività, e quindi di intervenire in modo mirato per isolare il fenomeno con la massima rapidità ed efficacia”. Il Dr. Astuti passa ora alla seconda area della veterinaria, l’igiene zootecnica. “Rientrano qui una serie di controlli che non hanno un riflesso diretto sullo stato sanitario degli animali. Viene verificato l’uso dei farmaci: negli allevamenti intensivi c’è il rischio della diffusione di malattie come la polmonite o le parassitosi, pertanto agli animali vengono somministrate le medicine come agli esseri umani”. A noi che consumiamo carne o latte, come e quanto ci riguarda questo? “Ci riguarda molto, perché negli alimenti si possono trovare residui dei farmaci somministrati che possono nuocere al consumatore. Si chiama ‘tempo di so- spensione’ il periodo necessario perché si abbia la certezza che nei prodotti gli eventuali residui di un medicinale siano al di sotto delle soglie di sicurezza. Faccio un esempio: se oggi devo trattare una vacca con un antibiotico, per tutto il tempo di sospensione di questo antibiotico devo buttare via il latte prodotto da questa vacca. I veterinari verificano poi che non vengano somministrati prodotti vietati come gli anabolizzanti o certi antibiotici come il cloramfenicolo. Vengono effettuati controlli su sangue, urine o feci, che permettono di rilevare non solo sostanze vietate o residui di farmaci, ma anche i contaminanti ambientali, ad esempio le diossine o i metalli pesanti come il piombo o il cadmio”. A tal proposito: la memoria corre immediata al Belgio, dove scoppiò lo scandalo diossina. “Appunto: un caso emblematico che ribadisce l’importanza dei controlli; sa da che cosa fu causato quell’episodio? Da una scorretta eliminazione di oli industriali che, finendo nei mangimi, contaminarono poi gli animali: per questo da noi ci sono dei controlli ferrei anche su alimentazione e mangimi. In generale, c’è un’attenzione al benessere degli animali allevati: i veterinari delle ASL controllano come i capi vengono trattati negli allevamenti, sia per una motivazione etica, perché non è giusto maltrattare gli animali, sia per un motivo qualitativo, se si vuole, anche economico-commerciale: un animale trattato male dà un prodotto qualitativamente inferiore, come spiegavo prima parlando della macellazione dei maiali”. Una curiosità, pensando ai maiali; un vecchio adagio popolare dice che del maiale non 13 si butta via nulla. In verità, che cosa si fa degli scarti degli animali macellati? “Il discorso non è secondario: c’è un’area che si occupa specificamente della gestione dei cosiddetti sottoprodotti di origine animale, i prodotti cioè derivati dalla macellazione e dalla trasformazione dei prodotti di origine animale e che non vengono destinati all’alimentazione umana come, ad esempio, le ossa, il grasso, la pelle, l’intestino, ecc. Dopo gli episodi di mucca pazza e quello della diossina in Belgio la regolamentazione è diventata più rigida: i tessuti considerati a rischio come il sistema nervoso dei bovini vengono distrutti, altri prodotti possono essere utilizzati per la produzione di fertilizzanti, altri ancora per la produzione di mangimi destinati agli animali da compagnia”. Il Dr. Astuti passa infine alla terza grande area della veterinaria, il controllo degli alimenti. “Innanzitutto una precisazione: alla veterinaria spetta il controllo degli alimenti di origine animale, carne, latte e suoi derivati, miele, uova e pesce (a Milano c’è il mercato ittico più importante d’Italia), mentre gli altri, come frutta e verdura, vengono controllati dai Servizi di igiene degli alimenti e della nutrizione. Per quanto riguarda il settore di competenza veterinaria, ci sono delle attività che vengono sempre tenute sotto controllo: ogni animale viene controllato prima e dopo la macellazione, si verifica se non vi siano sintomi di malattie, segni che facciano sospettare l’uso di prodotti vietati, come gli anabolizzanti, o di stress. Quindi si compiono degli accertamenti sulla carcassa e sugli organi interni e, se necessario, i campioni 14 raccolti vengono mandati ai laboratori di analisi”. Ci sono delle strategie particolari su come effettuare i controlli? “Premesso che è impossibile pensare di controllare tutto in continuazione, sì, ci sono; ci basiamo sulla valutazione del rischio: la frequenza è maggiore sulle attività che riguardano prodotti con caratteristiche di maggior rischio o destinati a particolari categorie di consumatori. Un altro criterio è l’affidabilità o meno del produttore: chi ha commesso qualche infrazione viene controllato più frequentemente”. Quanti controlli vengono fatti in un anno? “Nel 2008 abbiamo controllato 2.600 stabilimenti che producono e trasformano alimenti, riscontrando 1.500 infrazioni: il numero non deve spaventare, quanto piuttosto rassicurare sulla qualità del prodotto finale; infatti si va dalla citazione all’autorità giudiziaria, dalle sanzioni amministrative al semplice rilevamento di irregolarità di minor conto che vengono risolte con la richiesta (e successiva verifica) di operazioni di manutenzione, pulizia, ecc.”. Ci sono controlli diversi per i prodotti che giungono da fuori confine? “Dipende: non possiamo effettuare controlli diversi da quelli abituali su prodotti che provengono dai paesi dell’Unione Europea, perché la normativa comunitaria si basa sul presupposto che tutti i paesi della UE applichino le stesse norme di igiene e sicurezza sui prodotti alimentari. Invece dai paesi terzi, extracomunitari come l’America e l’Argentina, sì”. Si sentono tante voci sui prodotti cinesi. “Fino al 2000 le importazioni dalla Cina di alimenti di origine animale erano lecite, poi furono bloccate del tutto perché la Cina non era in grado di garantire il rispetto delle norme comunitarie sui residui di sostanze vietate. Da cinque anni sono ammesse le importazioni di miele, pesci d’allevamento e carni di coniglio, mentre per gli altri prodotti il divieto permane”. Quindi la carne che si mangia nei ristoranti cinesi? “Non può arrivare dalla Cina. C’è ancora qualcosa che sfugge ai controlli, penso al latte cinese che abbiamo trovato in commercio in occasione del problema ‘melamina’, ma tendenzialmente la fruizione di questi prodotti rimane sempre circoscritta a sistemi di commercializzazione clandestini o ad alcuni negozi etnici”. Infine il Dr. Astuti cita con orgoglio le produzioni tipiche e tradizionali lombarde: “In Lombardia c’è una fascia geografica dove sono presenti attività di allevamento e trasformazione particolarmente a rischio di estinzione: sono le zone della montagna caratterizzate da piccole realtà come gli alpeggi disseminati lungo l’arco montuoso lombardo. Al di là dell’impatto economico, che secondo un freddo calcolo commerciale sarebbe minimo sul totale dell’attività, sono importanti da un punto di vista storico, culturale, della tradizione, e anche ambientale. Chi cura gli alpeggi tiene puliti prati e boschi, cura la manutenzione dei muretti a secco che vediamo quando facciamo le passeggiate in montagna. Abbiamo lavorato tanto per rendere applicabili anche a queste realtà le norme igienico-sanitarie in uso nel resto del nostro territorio e i risultati ci rendono molto orgogliosi: oggi abbiamo in Lombardia 360 alpeggi regolarmente autorizzati a lavorare il latte e a produrre formaggi”. alimentazione EDUCAZIONE ALLA SALUTE L’IMPORTANZA DI UNa SANA ALIMENTAZIONE Quando si parla di sana alimentazione, vengono subito in mente le rubriche ormai onnipresenti in riviste, quotidiani, settimanali, da quelli sportivi a quelli di gossip, dove abbondano informazioni, su cosa, quando e come mangiare per mantenersi “in forma”, sul valore energetico degli alimenti e sul relativo dispendio determinato dalle più svariate attività (correre, dormire, spolverare…). La circolazione di informazioni corrette sui comportamenti salutari è una grande opportunità per permettere alle persone di prendere decisioni libere e consapevoli. Proprio la quantità di informazioni oggi disponibile richiede capacità di interpretazione e di selezione che possono essere acquisite in età giovanile, in particolare nelle relazioni educative “significative”: in famiglia e a scuola. In questo senso, molti programmi di educazione alla salute realizzati nelle scuole della nostra regione, si basano sui principi dell’“educazione alle competenze di vita” (Life skills Education in School promossa dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità), che sostiene proprio la capacità di prendere decisioni attive e consapevoli attraverso lo sviluppo, tra l’altro, del pensiero critico, cioè il saper riconoscere e valutare i diversi fattori che influenzano gli atteggiamenti e il comportamento, quali ad esempio le pressioni dei coetanei e l’influenza dei mass media. Per sostenere stili di vita sani, quindi, informazione ed educazione sono certamente importanti, ma da sole non bastano perché, come dice il noto proverbio, “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”… e nel nostro caso c’è di mezzo molto! L’abitudine consapevole e duratura a una sana alimentazione, di individui e comunità, dipende da molti fattori: tradizioni e culture delle persone e delle comunità (per esempio consumare frequentemente il pesce - tra le indicazioni per una sana alimentazione - può risultare più difficile in Lombardia che in Sicilia) e anche di chi lavora nel settore (se la cuoca di una mensa scolastica è convinta che la sua professionalità si misuri solo dalla gustosità dei suoi piatti, preferirà cucinare patatine fritte anziché cavoli al vapore!); occasioni di sperimentare, conoscere, valutare i vantaggi dei cibi sani (molte indagini rivelano che i bambini crescono senza mai aver assaggiato frutta e verdura a fronte di un pregiudizio sul loro “cattivo sapore”); costo dei cibi salubri (che spesso è maggiore rispetto agli altri) e loro disponibilità, per esempio, nelle occasioni alimentari extrafamiliari (mense scolastiche, luoghi di lavoro e luoghi di cura, distributori di frutta e verdura in alternativa ai cibi snack per spuntini e merende, ecc.). A questo punto potrebbe venire il dubbio che mangiare sano sia una vicenda complicata! Ma non è così… semplicemente dobbiamo essere consapevoli che non riguarda solo ed esclusivamente l’offerta di informazioni corrette e la responsabilità individuale nell’utilizzarle. Perché, non dimentichiamolo… una corretta alimentazione inizia molto prima di sedersi a tavola! Questa visione - fondata su risultati di studi scientifici e recepita dai programmi di sanità pubblica europei - è alla base delle politiche sanitarie di prevenzione e di promozione della salute, in particolare di stili di vita sani, di Regione Lombardia. Regione, infatti, sviluppa coerentemente azioni che riguardano la diffusione di informazioni, gli accordi con la Scuola per specifici programmi educativi, la formazione degli operatori sanitari, scolastici, ecc., la sensibilizzazione di imprese, gruppi e organizzazioni e la collaborazione con gli altri settori regionali, per la realizzazione di politiche e interventi che facilitino e sostengano consumi alimentari corretti e più in generale scelte salutari. L’intento è quindi quello di agire sui diversi fattori sopra descritti, con l’obiettivo principale di dare concrete ed efficaci opportunità per la tutela della salute di cittadini e comunità del nostro territorio. 15 Una sanità più vicina a te? Facile. Dai il consenso al trattamento dei tuoi dati. Così i medici che ti hanno in cura potranno consultare dal loro computer il tuo Fascicolo Sanitario Elettronico, aggiornato con la tua storia clinica in tempo reale. E tu potrai accedere a molti servizi sanitari on line direttamente da casa, evitando le code agli sportelli. Dai il consenso presso la tua ASL, in farmacia, in ospedale o in posta. Numero Verde 800.030.606 www.crs.lombardia.it CARTA REGIONALE DEI SERVIZI. IMPARIAMO A USARLA.