Meteorologia alpina

annuncio pubblicitario
02/03/2016
METEOROLOGIA ALPINA
(INVERNALE)
GIANNI MARIGO
Sommario
Le situazioni meteorologiche caratteristiche sulle Alpi
La pressione; le zone di alta e bassa pressione
Vento, Wind chill e suoi effetti
L’Umidità dell’aria
La condensazione delle masse d’aria: i tipi di
precipitazione
Stau e Föhn
Zero termico
Inversione termica
Limite delle nevicate
LE PREVISIONI METEOROLOGICHE
1
02/03/2016
Le situazioni meteorologiche
sulle Alpi
La catena alpina, per la sua posizione in mezzo al continente
europeo e le latitudini medie, è interessata da masse d’aria di
origini molto diverse: marittime dall’Atlantico e dal
Mediterraneo, continentali dall’Europa del Nord e dalla Russia,
nonché dall’Africa
L’orografia e l’altitudine delle Alpi, inoltre, creano un effetto
barriera piuttosto rilevante, basta vedere le differenze
climatiche fra il versante nord ed il versante italiano; questo
effetto barriera genera modifiche aerologiche e fisiche
importanti sulle masse d’aria che devono scavalcare l’ostacolo
montano
Origini delle masse d’aria
2
02/03/2016
La Pressione Atmosferica
Cos’è?
La forza esercitata su una superficie qualsiasi da tutte le
porzioni di aria sovrastanti (pressione idrostatica)
Unità di misura:
1 hPa = 100 Pa = 1 mb = 0.001 Bar
Andamento con la quota:
p = p0 exp [-0.0034 (z - z0)/T]
La pressione decresce con la quota non linearmente.
Ma con buona approssimazione si può dire che:
nei primi 1000 metri di quota la pressione decresce di 1 hPa ogni 8
metri
tra 1000 e 3000 metri la pressione decresce di 1 hPa ogni 10 metri
sopra i 3000 metri la pressione decresce di 1 hPa ogni 14 metri
3
02/03/2016
4
02/03/2016
ANTICICLONE E DEPRESSIONE
COME RICONOSCERLI?
953 hPa
Pressione
Media
1015 hPa
1032 hPa
5
02/03/2016
ANTICICLONE E DEPRESSIONE
COME RICONOSCERLI?
Rotazione dei venti
In senso anti-orario
Debole gradiente di pressione =
deboli venti: 3 km/h
Forte gradiente di pressione =
Forti venti: 80 km/h
Rotazione dei venti
In senso orario
ANTICICLONE E DEPRESSIONE
CIRCOLAZIONE TREDIMENSIONALE
ANTICICLONE = CONVERGENZA IN
ALTA QUOTA ED AVVITAMENTO
DELL’ARIA VERSO IL BASSO IN
SENSO ORARIO; INFINE
DIVERGENZA AL LIVELLO DEL
SUOLO
DEPRESSIONE = CONVERGENZA
NEI BASSI STRATI ATMOSFERICI
E MOTO VERTICALE VERSO
L’ALTO DELL’ARIA IN SENSO
ANTI ORARIO; INFINE
DIVERGENZA IN ALTA QUOTA
6
02/03/2016
ANTICICLONE E DEPRESSIONE
Il tempo collegato (non sempre)
B
A
BASSA PRESSIONE
Simbolo delle piogge
e dei rovesci
Situazione del 10 novembre
2008 Alle ore 12 UTC
ALTA PRESSIONE
Simbolo delle nebbie
o nubi basse
7
02/03/2016
ANTICICLONE E DEPRESSIONE
COME RICONOSCERLI?
Carta al suolo
Carta al 500 hPa (5600 m)
?
?
La bassa pressione al suolo è generalmente sormontata da un
nucleo di aria fredda in quota, ad esempio a Sud-Ovest
dell’Islanda (-25. 8°C a 5070 m)
Il tempo ciclonico
Sistema frontale sulle Alpi
8
02/03/2016
Il tempo ciclonico
Depressione mediterranea
ANTICICLONE E DEPRESSIONE
COME RICONOSCERLI?
Carta al suolo
Carta al 500 hPa (5600 m)
L’alta pressione al suolo è generalmente
sormontata da un promontorio in quota, con presenza
d’aria piuttosto mite, ad esempio al largo della Francia
(-9. 3°C a 5850 m)
9
02/03/2016
Promontorio anticiclonico d’intervallo
Anticiclone post frontale
10
02/03/2016
Anticiclone africano
Anticiclone russo siberiano
11
02/03/2016
IL VENTO
Il vento è il
movimento di
una massa
d‘aria che si
muove da una
zona di alta
pressione
(relativa) verso
una zona di
bassa pressione
(relativa).
A grande scala, nell’emisfero Nord, la direzione del vento è deviata verso
destra a causa della Forza di Coriolis, che dipende dalla rotazione dell’asse
terrestre.
12
02/03/2016
Deviazione dovuta alla forza di Coriolis
13
02/03/2016
Effetto Wind-Chill
Il wind chill esprime il potere raffreddante del vento e quindi la capacità di
togliere calore al corpo umano. Il suo valore non equivale alla temperatura reale ma
a quella avvertita dall’organismo umano per le parti direttamente esposte al vento.
L’UMIDITÀ DELL’ARIA
L’ARIA CONTIENE VAPORE D’ACQUA.
DUE NOZIONI IMPORTANTI: UMIDITÀ ASSOLUTÀ ED UMIDITÀ RELATIVA
100% A 15°C SON0 50% A 25°C
PER LO STESSO CONTENUTO
DI VAPORE D’ACQUA
14
02/03/2016
L’UMIDITÀ ASSOLUTA
L’Umidità Assoluta rappresenta il reale contenuto d’acqua dell’atmosfera ed è
espressa in grammi di H20 per metro cubo di atmosfera.
•PIÚ L’ARIA È FREDDA MINORE SARÀ IL SUO CONTENUTO IN VAPORE
D’ACQUA (in assoluto)
•PIÚ L’ARIA È CALDA MAGGIORE SARÀ IL SUO CONTENUTO IN VAPORE
D’ACQUA (in assoluto)
TABELLA RIASSUNTIVA
A -20°C
1.1gr/Kg
= 100% U
A +20°C
17.3gr/Kg
= 100% U
L’Umidità Relativa
Una massa d’aria contiene un certo quantitativo di umidità (Umidità
assoluta, gr/m3).
Il rapporto tra l’umidità assoluta e quella che potrebbe essere
contenuta nella massa d’aria ad una data temperatura è detta Umidità
Relativa. Attorno al 100% di UR si ha condensazione.
Es: quando la metà dello spazio disponibile in atmosfera è occupato da
acqua, l’Umidità Relativa è pari al 50%.
15
02/03/2016
Temperatura e Umidità Relativa
°C
%
6
120
4
100
2
80
0
60
1 2 3 4 5 6
%
°C
Andamento giornaliero t°C e UR%
A pressione costante la Temperatura e
l’Umidità Relativa hanno andamenti
opposti.
All’aumentare della t°C diminuisce
l’UR, e viceversa al diminuire della t°C
aumenta l’UR.
Es: meccanismo di formazione della
nebbia.
7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24
-2
40
-4
20
-6
0
ora
La
condensazione
in atmosfera
Nell’atmosfera il
raffreddamento che porta alla
condensazione delle masse
d’aria che poi portano alla
formazione di nuvole e piogge è
determinato dal sollevamento
della masse d’aria stesse, che,
negli strati superiori
dell’atmosfera vengono a
contatto con masse d’aria a
temperature minori.
In questo caso però la maggiore
componente di raffreddamento è
determinata dalla diminuzione
della pressione, che provoca
un’espansione della massa
d’aria.
16
02/03/2016
I tipi di precipitazione
I diversi meccanismi che inducono,
attraverso il sollevamento, la
condensazione delle masse d’aria,
portano a diversi tipi di precipitazione:
1. Frontale (fronte freddo o caldo)
2. Convettiva (temporale)
3. Orografica (Stau)
FORMAZIONE DELLE NUBI E DELLE PRECIPITAZIONI
ASCESA FORZATA
CONTRO MASSE D’ARIA (frontale)
decine di ore
ASCESA TERMICA CONVETTIVA
minuti o poche ore
ASCESA FORZATA
CONTRO OSTACOLI
OROGRAFICI
decine di ore
17
02/03/2016
Sezione verticale di un sistema frontale
ILLUSTRAZIONE FRONTALE
il fronte
caldo
Nel caso di un fronte caldo, l’aria calda meno densa, tende a scivolare sopra
l’aria fredda che incontra. In questo contesto l’aria calda ed umida
sollevandosi si raffredda ed il vapore acqueo condensa producendo nubi e
precipitazioni; si tratta di instabilità piuttosto «debole o moderata», più
marcata se oltre al sollevamento frontale vi è la concomitanza di un
sollevamento orografico.
18
02/03/2016
IL FRONTE CALDO
LA PENDENZA DELLA
DISCONTINUITÀ FRONTALE
È DI 7 - 10 m/km
Schema in
verticale e
proiezione in
pianta del fronte
caldo
19
02/03/2016
Fronte caldo
Fronte caldo
20
02/03/2016
ILLUSTRAZIONE FRONTALE
il fronte
freddo
Nel caso di un fronte freddo, la massa d’aria che avanza s’incunea al di
sotto di una massa calda ed umida sollevandola. L’aria calda di
conseguenza si raffredda ed il vapore acqueo si condensa
producendo nubi e precipitazioni. La pendenza del fronte freddo è
tale che il processo ascendente è spesso intenso e può dar luogo a
piogge o rovesci intensi nonché a temporali anche forti.
IL FRONTE FREDDO
LA PENDENZA DELLA
DISCONTINUITÀ FRONTALE
È DI 60 - 80 m/km
21
02/03/2016
Fronte Freddo
Schema in
verticale e
proiezione
in pianta
del fronte
freddo
Fronte freddo
22
02/03/2016
Fronte freddo
IL FRONTE OCCLUSO
SCOMPARSA DEL SETTORE
CALDO AL SUOLO ED
ESPULSIONE DELL’ARIA CALDA
ED UMIDA VERSO L’ALTO
23
02/03/2016
LE DIVERSE SITUAZIONI RESPONSABILI DEL
SOLLEVAMENTO DELL’ARIA
LA CONVEZIONE
• Quando il sole scalda il terreno, lo strato di aria più vicino al suolo si
riscalda, l’aria così riscaldata, essendo meno densa dell’aria
circostante, viene portata verso l’alto dalla spinta di Archimede.
Quindi questa bolla d’aria calda ascendente (detta termica) tende a
salire espandendosi a causa della minore pressione esterna e
raffreddandosi adiabaticamente (variazione termodinamica legata
alla variazione di pressione come la contrazione o in questo caso
l’espansione).
• Se una termica raggiunge un’altezza sufficiente perché la
temperature si abbassi fino al punto di saturazione, il contenuto di
vapor acqueo diventa visibile sotto forma di una nuvola chiamata
cumulo.
LA CONVEZIONE
24
02/03/2016
Le diverse situazioni responsabili del
sollevamento dell’aria e dalla condensazione
IL SOLLEVAMENTO OROGRAFICO
In quota le correnti di aria umide viaggiano liberamente; tuttavia sul loro
percorso possono presentarsi rilievi che costringono l’aria a salire per poter
valicare l’ostacolo. In caso di sollevamento forzato l’aria umida si raffredda
fino a condensare e se l’ascesa forzata prosegue si possono verificarsi
precipitazioni dette di STAU.
STAU E FOEHN
LO STAU
Quando una massa d’aria umida si
solleva in modo forzato sul
versante sopravento di una
catena montuosa si ha un effetto
chiamato STAU (dal tedesco
sbarramento). Il cielo è coperto e
vi sono precipitazioni diffuse,
anche nevose in montagna
durante l’inverno.
IL FOEHN (Föhn)
La stessa massa dopo aver valicato la
montagna riscende sul versante
sottovento ma senza il suo carico
di umidità, in gran parte precipitato
sotto forma di pioggia o neve sul
versante dello STAU. Il cielo è
pressoché sgombro da nuvole
salvo nubi lenticolari, l’aria è secca
e, nelle valli, spira un vento spesso
tiepido chiamato Foehn.
25
02/03/2016
0m
25 °C
20%
0m
17 °C
60%
1000 m
15 °C
30%
2000 m
5 °C
50%
3000 m
-5 °C
100%
2000 m
0 °C
100%
1000 m
5 °C
100%
400 m
11 °C
75%
2000 m
0 °C
100%
1000 m
5 °C
100%
400 m
11 °C
75%
STAU
0m
25 °C
20%
0m
17 °C
60%
1000 m
15 °C
30%
2000 m
5 °C
50%
3000 m
-5 °C
100%
Durante il sollevamento la massa d’aria subisce un raffreddamento di 1°C/100 m fino al raggiungimento delle condizioni di saturazione
(adiabatica secca); raggiunta la condensazione (100% UR), nel proseguire del sollevamento la massa d’aria si raffredda di 0,5°C/100 m
(adiabatica satura): il processo di condensazione avviene con liberazione di calore (calore latente).
26
02/03/2016
Passaggi di stato della molecola acqua
Innalzamento orografico e precipitazioni
Precipitazione massima
Precipitazione minima
La componente verticale della velocità del vento é un fattore fondamentale per il verificarsi di
precipitazioni nevose. Maggiore è la pendenza del fianco della montagna battuta dal vento e la
perpendicolarità con la quale il vento la colpisce, maggiori saranno le probabilità di precipitazioni.
27
02/03/2016
FöHN
0m
25 °C
20%
0m
17 °C
60%
1000 m
15 °C
30%
2000 m
5 °C
50%
3000 m
-5 °C
100%
2000 m
0 °C
100%
1000 m
5 °C
100%
400 m
11 °C
75%
Durante percorso di caduta (ipotizzando per semplicità che ciò avvenga su tutto il versante sottovento), la massa d’aria subisce un
processo di riscaldamento principalmente per compressione e attrito; poiché, non appena terminate le precipitazioni la massa d’aria non
è più satura, essa riacquisterà calore in discesa riscaldandosi nella misura di 1°C/100 m. Dallo spartiacque fino alla quota di
condensazione la massa d’aria si riscalda quindi del doppio di quanto si è raffreddata sul versante sopravento.
CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEL FOEHN
FORTI CORRENTI DA NORD-OVEST IN QUOTA TRANSITANO SULLE ALPI CON NUBI CHE SI
ADDOSSANO SUL VERSANTE SOPRA VENTO
Muro del foehn
28
02/03/2016
CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEL FOEHN
FORTI CORRENTI DA NORD-OVEST IN QUOTA TRANSITANO
SULLE ALPI CON PRECIPITAZIONI SUL VERSANTE SOPRA
VENTO ED ASSENZA DELLE STESSE SUL VERSANTE SUD
CARATTERISTICHE PRINCIPALI DEL FOEHN
FORTI GRADIENTE DI PRESSIONE FRA IL VERSANTE SOPRAVENTO
(ALTA PRESSIONE) ED IL VERSANTE SOTTOVENTO (BASSA
PRESSIONE)
SENSO DEL VENTO
Più il gradiente di
pressione è forte
e più il vento spira
Intensamente
Nel caso
STAU/FOEHN il
principio generale Alta
Pressione = bel tempo
e Bassa Pressione =
brutto tempo non
vale.
29
02/03/2016
EFFETTI PRINCIPALI DEL FOEHN
VENTO CALDO E SECCO CHE PROVOCA UN NETTO RIALZO TERMICO ED UN CALO IGROMETRICO
NELLE FASCE ALTIMETRICHE PIU BASSE
Il MURO DEL FOEHN
Muro del foehn
Effetti rotori
venti di caduta sul versante sotto vento favoriscono il dissolvimento della
nuvolosità generata dallo Stau sul versante opposto
30
02/03/2016
Nozione dello ZERO TERMICO e della sua quota
Lo zero termico
GRADIENTE TERMICO STANDARD 0,65 °C/100 M
corrisponde alla quota
oltre la quale la
temperatura dell’aria è
sempre inferiore a 0°C.
QUOTA ZERO TERMICO
Non potendo considerare
la moltitudine di quote in
cui si avrà 0°C
ATMOSFERA DI SITUAZIONE STABILE INVERNALE
(esposizioni, natura del
terreno, orografia locale)
QUOTA ZERO TERMICO
si fornisce un dato unico
corrispondente alla quota
dello zero termico nella
libera atmosfera (valore
INVERSIONE TERMICA
estrapolato dai
radiosondaggi).
CHIARIMENTI SULLA NOZIONE DELLO ZERO TERMICO
PER ZERO TERMICO S’INTENDE LA QUOTA ALLA QUALE LA TEMPERATURA DELL’ARIA NELLA
LIBERA ATMOSFERA È PARI A 0°C
QUOTA ZERO TERMICO
QUALI SONO O QUALE È LA
QUOTA DELLO ZERO
TERMICO?
LO ZERO TERMICO E’ LA
QUOTA OLTRE LA QUALE LA
TEMPERATURA RIMANE
COSTANTEMENTE
NEGATIVA, SENZA
CONSIDERARE I LIVELLI DI
INVERSIONE
31
02/03/2016
Quota dello zero termico previsto e realtà locale
ARIA UMIDA RIMESCOLATA
LO ZERO TERMICO
SI ALLINEA CON QUELLO
DELLA LIBERA ATMOSFERA
SU TUTTI I VERSANTI, LO ZERO
TERMICO TENDE AD ESSERE QUELLO
RILEVATO NELLA LIBERA ATMISFERA
In caso di rimescolamento aerologico e di alto tasso di umidità, la quota dello zero termico tende
ad essere assai lineare su tutti i versanti e su tutti i tipi di terreno
Quota dello zero termico previsto e realtà locale
ARIA CALMA E SECCA
RISCALDAMENTO SUOLO PER
SOLEGGIAMENTO
LIVELLO DI GELO SUL VERSANTE
IN OMBRA
CON PRESENZA DI NEVE O
GHIACCIO
In caso di bel tempo e di aria secca, senza forte ventilazione, vi sono forti divari fra la
quota dello zero termico osservata nella libera atmosfera e lo zero termico osservato al
suolo in funzione dei versanti considerati e della natura del terreno
32
02/03/2016
L’inversione termica
Fenomeno legato a situazioni atmosferiche stabili (anticicloniche), viene spesso
amplificato dalle caratteristiche topografiche locali.
Lo strato d’aria vicino al suolo si raffredda di notte (serena) per irraggiamento.
Quando la stabilità atmosferica
con scarsa ventilazione perdura
per almeno qualche giorno lo
strato d'aria fredda s'ispessisce
e l'intensità dell'inversione
tende ad accentuarsi.
Spesso al di sotto si forma la
nebbia.
33
02/03/2016
INVERSIONE TERMICA
SCORRIMENTO DI ARIA
FREDDA (DENSA) VERSO
I FONDOVALLE
ACCUMULO DI ARIA FREDDA
NELLE ZONE PIÙ BASSE MENTRE
ARIA PIÙ MITE SCORRE SOPRA
Inversione termica al suolo
Mese di gennaio 2000 sul bellunese
34
02/03/2016
Inversione termica al suolo
La temperatura è di -2°C a 3000 m ed aumenta fino a 1800 m, dove
raggiunge 1°C, poi scende nuovamente fino a -3°C ad 800 m.
Infine la diminuzione si accentua negli strati più bassi con -7°C a
fondovalle, si rende anche visibile sottoforma di foschia.
Inversione termica nei bassi strati
Aria mite
Aria fredda
Inversione termica invernale
con nubi basse negli
strati più bassi
Inversione termica notturna
estiva con foschia ben
visibile negli strati più bassi
Profilo termico
Aria calda = leggera
Aria fredda = pesante
35
02/03/2016
Limite delle nevicate
Quota al di sopra della quale più del 90% della precipitazione
cade sotto forma di neve (Kappenberger/Kerkmann)
Tale quota non corrisponde necessariamente al limite di
accumulo di neve al suolo
Il limite delle nevicate dipende da numerosi fattori:
• la quota dello zero termico;
• l’intensità e la durata della precipitazione nevosa;
• la presenza di uno strato d’inversione termica o di
isotermia;
• le configurazioni topografiche locali;
• la posizione geografica (zone interne della catena
alpina e zone vicine alla pianura).
Quasi tutte le precipitazioni
hanno origine in nuvole dove la
temperatura è inferiore allo zero
gradi, in cui coesistono cristalli di
ghiaccio e minuscole goccioline
d’acqua in condizioni di
“soprafusione”, ovvero in
condizioni di acqua liquida anche
a temperature negative.
a - 10°C
gela una sola gocciolina su
1.000.000 (un milione)
Temperatura minore di 0° C
a - 30°C
gela una sola gocciolina su
1.000 (mille)
a - 40°C
gelano tutte le goccioline
36
02/03/2016
Il processo può essere fortemente accelerato se le goccioline, agevolate
dalla presenza di determinate forme di pulviscolo, che agiscono da nuclei di
condensazione, collidono favorendo la solidificazione; queste particelle
presenti in concentrazione mai superiore a 10 per cm3, sono definiti nuclei di
congelamento.
Su questi nuclei il congelamento inizia a - 9°C.
In considerazione di quanto appena detto, non tutte le gocce d’acqua
potranno solidificare e, di conseguenza, nella nube si avrà la presenza
contemporanea di acqua allo stato liquido e di minuscoli cristalli di
ghiaccio.
I cristalli di ghiaccio iniziano così
ad accrescersi attorno al loro
nucleo di congelamento,
secondo forme sempre
esagonali, teoricamente
simmetriche, nella pratica molte
volte irregolari.
37
02/03/2016
L’accrescimento del cristallo di neve non avviene esclusivamente per deposito
di vapor d’acqua attorno al nucleo di congelamento.
Il singolo cristallo di ghiaccio sospeso nell’atmosfera può collidere con le
gocce di acqua soprafusa che lo attorniano.
L’acqua con cui giunge a contatto è
fortemente raffreddata, anche il cristallo è
freddissimo; al momento del contatto
l’acqua solidificherà immediatamente sulla
superficie del cristallo, conservando la sua
forma, questo processo è detto
“brinamento”.
Tale tipo di accrescimento porta alla
formazione della così detta neve
pallottolare o “graupel”.
In realtà il più delle volte, soprattutto a temperature vicine a 0°C, i singoli
cristalli si aggregano tra di loro durante la caduta, andando a formare quelli che
noi comunemente chiamiamo “fiocchi di neve”.
A temperature fortemente negative è più facile osservare la caduta di singoli
cristalli, riconoscibili dalla forma esagonale.
38
02/03/2016
Passaggi di stato della molecola acqua
39
02/03/2016
Dipendenza del limite della nevicata
Inversione termica
Nelle valli strette e chiuse il limite della neve tende a scendere di più
che non nelle valli larghe, soprattutto in caso di non rimescolanza (venti
deboli o assenti).
Il volume di atmosfera che consuma calore durante la fusione della neve,
e quindi che si raffredda, è minore nelle valli più strette;
la neve raffredda l’atmosfera fino a quote più basse
40
02/03/2016
Il Volume Factor
Il rapporto tra il volume d’aria che può
essere raffreddato su una zona piana e
quello che può essere raffreddato in una
valle, a parità di intensità della
precipitazione, è definito “Volume factor”;
esso risulta pari a 1 per una ipotetica valle
di forma rettangolare, ovvero con le pareti
perfettamente verticali, ed ha un valore
massimo di 2 per un’ipotetica valle a forma
perfettamente triangolare
ƒ = Volume rettangolare (Vr)/Volume trapezoidale (Vt)
41
02/03/2016
Il “Volume factor” agisce in maniera efficace solo
quando la massa d’aria contenuta nella valle
può essere assunta come pressoché isolata dal
punto di vista dinamico rispetto all’ambiente
circostante; tale condizione può essere
approssimativamente considerata realistica se lo
Zero Termico si trova al di sotto dell’altezza
delle creste delle montagne circostanti; in
caso contrario l’avvezione di aria più mite al
di sopra delle creste che delimitano le valli
può significativamente inibire in partenza il
processo di raffreddamento da fusione.
42
02/03/2016
LA NEVE DA CUSCINETTO FREDDO
EROSIONE DELLO STRATO FREDDO NEI BACINI
INTRA MONTANI O SULLA PIANURA PADANO VENETA
SITUAZIONE TIPICA DELLA
FASE ATTIVA DEL FRONTE
FREDDO CON RIMESCOLANZA
Previsione “sbagliata”
Previsione giusta
43
02/03/2016
Dipendenza del limite della nevicata
Posizione geografica
Componente orografica
Convergenza forzata
Convergenza topografica e orografica
44
02/03/2016
QUANTITATIVI DI NEVE FRESCA ATTESI
Variazioni delle quantità di neve in relazione alle
temperature e a volte in funzione di parte della
Precipitazione sotto forma di pioggia
18.0 mm
Neve soffice e
leggera
Neve asciutta
Un po’ di pioggia
neve umida
Molta pioggia e
Neve bagnata
45
02/03/2016
Link utili:
Bollettini:
http://www.arpa.veneto.it/previsioni/it/html/meteo_dolomiti.php
http://www.provinz.bz.it/meteo/home.asp
http://www.meteotrentino.it/bollettini/today/generale_it.aspx
http://www.arpa.piemonte.it/bollettini/bollettino_meteotestuale.pdf/at_download/file
http://meteo.regione.vda.it/
http://www2.arpalombardia.it/siti/arpalombardia/meteo/Pagine/default.aspx
http://www.osmer.fvg.it/home.php
Link carte meteo:
http://www.wetteronline.de/profiwetter
http://www.westwind.ch/
http://www.landi.ch/meteo/deu/niederschlagsprognosen_32451.aspx
http://www.isac.cnr.it/dinamica/projects/forecasts/index.html
http://www.zamg.ac.at/cms/de/wetter/wetteranimation
Per saperne di più:
46
02/03/2016
Grazie per l’attenzione
47
Scarica