PARTY: linee guida per la gestione sostenibile del bacino del fiume Adige – dicembre 2010 Lupo Stanghellini P.S., Paletto A., Pascotto S., Sighel M.C. Capitolo V V. LINEE GUIDA 1. 307 PARTY: linee guida per la gestione sostenibile del bacino del fiume Adige – dicembre 2010 Lupo Stanghellini P.S., Paletto A., Pascotto S., Sighel M.C. Capitolo V 308 PARTY: linee guida per la gestione sostenibile del bacino del fiume Adige – dicembre 2010 Lupo Stanghellini P.S., Paletto A., Pascotto S., Sighel M.C. Capitolo V La Direttiva Quadro sulle Acque è una normativa molto innovativa e, proprio per questa peculiarità, presenta numerose difficoltà di implementazione, soprattutto in relazione a due degli obiettivi chiave in essa contenuti: la partecipazione pubblica nella gestione dell’acqua e l’analisi economica degli usi idrici (tenendo in considerazione il principio del recupero dei costi per i servizi idrici). Rispetto all’implementazione della Direttiva 2000/60/CE la ricerca scientifica è chiamata a svolgere un ruolo molto importante, proponendo soluzioni ai problemi e facilitando l’applicazione della normativa attraverso l’ideazione di metodologie e strumenti adeguati. Il progetto PARTY – Partecipazione Pubblica ed Analisi Costi-Benefici: Linee Guida per una Gestione Eco-Compatibile del Fiume Adige (PARTY - Public pARticipation and cost-benefiT analYsis: guidelines for sustainable management of the Adige river) si è proposto di sviluppare strumenti e metodologie che potessero facilitare l’implementazione dei due principi più problematici della Direttiva e, nello specifico, coadiuvare la redazione e/o l’aggiornamento del piano di gestione e del programma di misure del Distretto Alpi Orientali e l’elaborazione della nuova politica dei prezzi dell’acqua. Per quanto concerne la partecipazione pubblica, seguendo le indicazioni fornite dalla Commissione Europea (2003b), il progetto si è concentrato sul perfezionamento e l’implementazione di una metodologia di analisi dei portatori di interesse (stakeholder analysis) in grado di identificare e classificare gli stakeholder ed indicare in che modo coinvolgerli nel processo di implementazione della Direttiva 2000/60/CE (metodo STARTER). Tale analisi è stata completata dall’applicazione di una metodologia per l’analisi delle reti di relazione tra gli stakeholder. Il progetto PARTY si è posto come obiettivo quello di proporre un metodo semplice e facilmente replicabile, che potesse essere utilizzato come punto di partenza per tutte le fasi di implementazione della Direttiva nelle varie realtà che compongono un distretto idrografico. Per quanto concerne l’analisi economica, sempre in accordo con le indicazioni della Commissione Europea (2003a) il progetto PARTY ha deciso di concentrare la propria attenzione sul metodo della valutazione sulla base del costo, legando tale approccio ad una prospettiva ecosistemica, che consentisse di valutare il valore economico dei principali servizi prodotti dagli ecosistemi acquatici. Lo studio è stato 309 PARTY: linee guida per la gestione sostenibile del bacino del fiume Adige – dicembre 2010 Lupo Stanghellini P.S., Paletto A., Pascotto S., Sighel M.C. Capitolo V completato da un’analisi percettiva in grado di evidenziare l’importanza ed il livello di soddisfazione dei portatori di interesse in relazione ai servizi ecosistemici. Anche in questo caso il progetto PARTY si è posto come obiettivo quello di proporre un metodo semplice e facilmente replicabile. Dati il carattere innovativo delle metodologie e la scarsa dimestichezza dei portatori di interesse con i principi di analisi economica e partecipazione pubblica, si è deciso di implementare il progetto su scala ridotta (sottobacino), per avere la possibilità di seguire nel dettaglio tutte le fasi, avere un dialogo costante con tutti gli stakeholder, gestire al meglio tutti gli eventuali problemi e le difficoltà. I risultati ottenuti sono stati molto soddisfacenti, sia dal punto di vista dei dati effettivamente prodotti sia dal punto di vista delle metodologie utilizzate. In merito al primo punto è stato possibile individuare e classificare gli stakeholder dell’area oggetto dello studio e identificare le reti di relazioni, ottenendo una mappatura realistica, accurata e rispondente alle aspettative che ha permesso di individuare quale livello di coinvolgimento scegliere per ciascuno stakeholder nel processo partecipato. Si è inoltre giunti ad ottenere una misura economica del valore dei servizi ecosistemici di acqua dolce del bacino oggetto dello studio ed una misura della previsione/intenzione di spesa futura per tali ecosistemi; è stato inoltre possibile ottenere un quadro delle percezioni dei soggetti in relazione ai vari servizi. In relazione al secondo punto sono state ideate, studiate ed implementate quattro metodologie coerenti con le indicazioni della Commissione Europea in merito all’implementazione della Direttiva Quadro sulle Acque, accurate e rigorose da un punto di vista scientifico e metodologico e relativamente semplici da applicare ed implementabili in altri contesti. Nonostante i risultati positivi ottenuti, l’implementazione delle metodologie e la raccolta dei dati è stata problematica. Le difficoltà più rilevanti che sono state riscontrate sono essenzialmente dovute a: a) Scarsa conoscenza della Direttiva 2000/60/CE da parte degli stakeholder. Molti stakeholder non avevano alcuna conoscenza della Direttiva 2000/60/CE e della normativa italiana di recepimento. Come conseguenza per molti soggetti i principi, gli obiettivi ed il nuovo modello gestionale proposto dalla WFD erano totalmente sconosciuti. Per questo motivo in molti casi è stato difficile o comunque ha richiesto molto tempo e numerosi 310 PARTY: linee guida per la gestione sostenibile del bacino del fiume Adige – dicembre 2010 Lupo Stanghellini P.S., Paletto A., Pascotto S., Sighel M.C. Capitolo V sforzi spiegare le finalità e far comprendere l’importanza e l’utilità del progetto PARTY e, conseguentemente, convincere i soggetti a partecipare al progetto. b) Scarsa dimestichezza con i concetti di partecipazione pubblica e di valutazione economica dei beni ambientali. La partecipazione pubblica e la valutazione economica dei beni ambientali nella gestione delle risorse naturali sono due concetti relativamente nuovi per quanto concerne l’Italia in generale ed il Trentino nello specifico. Di conseguenza sono risultati essere poso conosciuti dalla maggior parte dei soggetti intervistati. c) Scarsa disponibilità di tempo. Come è stato spiegato in precedenza, la raccolta dei dati del progetto è stata effettuata attraverso la somministrazione di due diversi questionari. Nonostante i questionari siano stati studiati in modo da essere di facile comprensione e di semplice e veloce compilazione, la complessità delle tematiche affrontate richiedeva comunque un buon grado di attenzione ed una discreta quantità di tempo per la compilazione. d) Scarsa disponibilità a fornire dati giudicati “sensibili”. Nonostante a tutti gli intervistati sia stato garantito l’anonimato e sia stato chiaramente spiegato che sarebbero stati divulgati solo ed esclusivamente i dati aggregati, è stata riscontrata resistenza a compilare i questionari da parte di molti intervistati. Per quanto concerne la stakeholder analysis, la richiesta di attribuire un valore da 1 a 5 al grado di possesso di ciascun attributo per ciascuno stakeholder è stata guardata con molta diffidenza. Nonostante a tutti gli intervistati fosse stato spiegato che tali valori non corrispondevano in nessun modo ad un “voto o ad un “giudizio” sui soggetti della lista e/o sul loro operato, alcuni stakeholder hanno cercato di “non sbilanciarsi” e di esprimere dei valori che corrispondessero a giudizi “politicamente corretti”. Per quanto concerne la network analysis alcuni stakeholder hanno pensato che il fatto di indicare di avere relazioni con molti soggetti potesse corrispondere in qualche modo a far trasparire un giudizio positivo sul proprio ente e, di contro, che il fatto di indicare di 311 PARTY: linee guida per la gestione sostenibile del bacino del fiume Adige – dicembre 2010 Lupo Stanghellini P.S., Paletto A., Pascotto S., Sighel M.C. Capitolo V avere relazioni con pochi soggetti potesse mettere in cattiva luce il proprio ente. L’analisi economica è la sezione che ha riscontrato i maggiori problemi, dovuti a tre cause principali: la difficoltà a rintracciare l’ammontare delle spese effettuate dai bilanci degli ultimi anni ed a preventivare in maniera attendibile le spese future; la difficoltà a scorporare le spese effettuate e previste tra i vari servizi ecosistemici e, soprattutto, la reticenza a divulgare dati economici. In merito a quest’ultimo punti, nonostante molti dei soggetti intervistati fossero enti pubblici o, comunque, enti il cui bilancio era accessibile al pubblico, è stata riscontrata una forte resistenza a divulgare i dati di bilancio ed i dati relativi alla spesa effettuata per i servizi ecosistemici. Ancora più difficile è stato ottenere i dati relativi alla previsione/intenzione di spesa futura, dovuta sia alla impossibilità da parte dei soggetti di fare previsioni attendibili, sia alla volontà di “non sbilanciarsi”. L’analisi percettiva è probabilmente la sezione che ha riscontrato meno problemi. Queste difficoltà sono state superate o, perlomeno, mitigate attraverso una strategia mirata ad informare gli stakeholder, a creare fiducia e supporto nei confronti del progetto ed a comprendere l’importanza della Direttiva 2000/60/CE. La somministrazione dei questionari, infatti è sempre stata accompagnata da note esplicative/informative sulle finalità e sull’importanza del progetto, sui principi della Direttiva 2000/60/CE, sulla garanzia dell’anonimato, ecc... Si è inoltre cercato di stabilire un contatto diretto con gli stakeholder; l’invio via mail dei questionari è infatti stato preceduto (nel caso della stakeholder analysis) o seguito (nel caso della network analysis e delle analisi economica e percettiva) dal contatto telefonico, che ha permesso al team di ricerca di colloquiare con gli intervistati, offrendo spiegazioni e chiarimenti aggiuntivi e, nello stesso tempo, raccogliendo feedback da tenere in considerazione per migliorare la raccolta dati. In alcuni casi particolari, come è stato spiegato, i dati sono stati raccolti di persona, attraverso l’organizzazione di incontri vis-a-vis con gli intervistati. Alla luce della sperimentazione effettuata e dei risultati ottenuti, di seguito sono presentate alcune linee guida per l’implementazione degli obiettivi di partecipazione pubblica e di analisi economica: 312 PARTY: linee guida per la gestione sostenibile del bacino del fiume Adige – dicembre 2010 Lupo Stanghellini P.S., Paletto A., Pascotto S., Sighel M.C. Capitolo V 1. Suddividere il bacino e/o distretto in unità più piccole (sottobacini). Data la difficoltà della realizzazione degli obiettivi di partecipazione pubblica ed analisi economica e la scarsa dimestichezza con le innovative metodologie da applicare, risulta molto utile ragionare non a scala di distretto ma a scala di sottobacino, procedendo in un successivo momento all’aggregazione dei dati. Ovviamente le sotto-unità devono tassativamente essere delineata seguendo i confini idrografici e devono essere delle unità coerenti dal punto di vista idrografico (sottobacini, appunto). Se da un lato, tuttavia, lavorare in un’area di dimensioni ridotte è meno difficoltoso, dall’altro il fatto di lavorare in più sottobacini può comportare il rischio di far aumentare i costi ed i tempi dell’implementazione. Per ovviare a questo problema, almeno per quanto concerne l’analisi economica, è possibile ipotizzare di utilizzare il metodo del value transfer. Questo metodo è un’alternativa alla valutazione diretta del valore monetario dei costi ambientali (è conosciuto anche come benefit transfer nel caso della valutazione di benefici). Questo metodo utilizza informazioni sul valore dei costi o dei benefici ambientali da studi esistenti e le applica all’analisi del bacino idrografico considerato. Come risultato i dati ottenuti in un determinato studio con determinati obiettivi vengono utilizzati in un altro studio con differenti obiettivi. Questo metodo è indicato quando le risorse (tecniche, finanziarie o di tempo) sono scarse. E’ comunque bene ricordare che, dal momento che i costi/benefici sono stati stimati in un contesto differente da quello per cui sono usati in seconda battuta, non potranno mai essere accurati come i dati primari. Attraverso questo metodo è dunque possibile raccogliere i dati dell’analisi economica in un determinato sottobacino e poi utilizzarli per effettuare l’analisi in altri sottobacini, preferibilmente simili, dopo aver effettuato un’analisi delle condizioni di base, della popolazione di riferimento, ecc… in modo da assicurare che il contesto socio-politico-economico-ambientale sia simile, e limitare così gli errori di stima quanto più possibile. 2. Promuovere la partecipazione pubblica dall’inizio del processo decisionale. Come è stato più volte ribadito, per ottenere tutti i benefici della partecipazione pubblica è necessario organizzare in modo accurato il processo 313 PARTY: linee guida per la gestione sostenibile del bacino del fiume Adige – dicembre 2010 Lupo Stanghellini P.S., Paletto A., Pascotto S., Sighel M.C. Capitolo V partecipato e prevedere la partecipazione degli stakeholder dall’inizio del processo decisionale. Coinvolgere i portatori di interesse a processo iniziato o, come spesso accade, alla fine del processo, è estremamente controproducente in quanto de-legittima il processo decisionale, non permette di utilizzare tutte le informazioni potenzialmente disponibili, non massimizza il supporto e la condivisione della decisione e può, al contrario, creare attriti, incomprensioni e problemi di implementazione della decisione. Gli stakeholder devono essere chiamati a partecipare (con le tre formule previste: informazione, consultazione, coinvolgimento attivo) a tutte le fasi del processo: identificazione del problema/questione/obiettivo, raccolta delle informazioni, identificazioni delle possibili misure, valutazione dei potenziali effetti delle misure (costi/benefici) e della loro distribuzione, scelta del set di misure, ecc…. 3. Effettuare l’analisi dei portatori di interessi e delle reti di relazioni prima di organizzare il processo partecipato. La stakeholder e la network analysis sono fondamentali per mappare gli stakeholder e le reti di relazioni ed offrono delle informazioni chiave per decidere con che modalità coinvolgere i portatori di interessi (informazione, consultazione, coinvolgimento attivo) ed organizzare in maniera efficiente ed efficace la partecipazione pubblica. Le metodologie utilizzate nello studio hanno prodotto dei risultati molto interessanti ed hanno dimostrato di essere piuttosto semplici da impiegare ed estremamente flessibili. Presentano inoltre l’importante caratteristica del coinvolgimento degli stakeholder nella loro stessa applicazione. In questo modo la partecipazione dei portatori di interesse è assicurata fin dalle primissime fasi del processo partecipato. 4. Adottare l’approccio ecosistemico per l’analisi economica degli usi idrici. L’obiettivo primario dell’analisi economica degli usi idrici è valutare quanto è importante l’acqua per l’economia e lo sviluppo socio-economico del bacino idrografico in questione e identificare gli usi idrici significativi ed i costi ad essi associati. Per raggiungere questo scopo è importante utilizzare un approccio ecosistemico, considerando tutti i servizi forniti dagli ecosistemi di acqua dolce, indispensabili per la vita degli esseri umani. Questo approccio 314 PARTY: linee guida per la gestione sostenibile del bacino del fiume Adige – dicembre 2010 Lupo Stanghellini P.S., Paletto A., Pascotto S., Sighel M.C. Capitolo V offre indubbiamente maggior completezza e mette in luce con chiarezza il nesso tra salvaguardia dell’ambiente e sviluppo socio-economico. 5. Utilizzare il metodo della valutazione sulla base dei costi e completare l’analisi economica con l’analisi percettiva. Il metodo della valutazione sulla base dei costi ha permesso di ottenere buoni risultati. Nonostante le limitazioni che presenta, è un metodo di facile comprensione, semplice da implementare e presenta un buon grado di affidabilità. Data la innovatività dei principi di analisi economica, la scarsa dimestichezza con questo tipo di analisi nella gestione idrica e dati costi e le tempistiche elevate degli altri metodi, l’approccio della valutazione sulla base dei costi è un buon punto di partenza. Al fine di realizzare gli obiettivi dell’analisi economica, enunciati sopra, è opportuno utilizzare l’analisi percettiva, che aiuta a comprendere quanto è importante l’acqua per i portatori di interesse. Il metodo utilizzato nello studio è molto semplice ed è stato implementato senza riscontrare difficoltà significative. L’analisi percettiva completa l’analisi economica evidenziando valori, percezioni, conoscenze. Tali dati costituiscono un valido aiuto anche per l’organizzazione dei processi partecipati. 6. Utilizzare gli strumenti adeguati per minimizzare i costi e ridurre le tempistiche. E’ indubbio che la realizzazione dei principi di analisi economica e partecipazione attraverso l’utilizzo di strumenti e metodologie adeguate richieda un notevole dispendio di tempo e denaro. Al fine di ridurre i tempi ed i costi è opportuno utilizzare dei mezzi adeguati, come ad esempio la rete. Sottoporre i questionari per la raccolta dei dati via e-mail, ad esempio, è più veloce e meno dispendioso delle interviste telefoniche o dei colloqui vis-avis. E’ possibile utilizzare internet e gli strumenti ad esso collegati anche per l’organizzazione del processo partecipato. Ad esempio potrebbe essere utile predisporre delle newsletter per informare i portatori di interesse; organizzare dei forum di discussione per la fase di consultazione; ecc… Nonostante i risultati positivi del progetto PARTY e degli altri progetti finalizzati alla facilitazione della WFD in Italia la strada per ottenere un nuovo modello gestionale 315 PARTY: linee guida per la gestione sostenibile del bacino del fiume Adige – dicembre 2010 Lupo Stanghellini P.S., Paletto A., Pascotto S., Sighel M.C. Capitolo V della risorsa idrica così come richiesto dalla Direttiva 2000/60/CE appare ancora lunga. La ricerca scientifica ha prodotto interessanti strumenti ed approcci; è necessario continuare a lavorare in questa direzione e soprattutto creare opportunità frequenti di confronto e scambio tra i ricercatori e le autorità/istituzioni incaricate di implementare la normativa idrica, in modo da creare un canale istituzionale di dialogo tra le esigenze di implementazione e le innovazioni della ricerca. 316