Teatro
Via R. Tarantino, 10 - Napoli – tel. 081.5563999 – 081.5586659 – www.teatroacacia.it
STAGIONE TEATRALE 2011/2012
dal 18 al 27 novembre 2011
sal dain vinci
Napoli chi resta e chi parte
dall’8 all’11 marzo 2012
manuel infrattini
da Caffè di Notte e Giorno e Scalo Marittimo di Raffaele Viviani
con la partecipazione di Gigio Morra
musiche di eduardo bennato
con Gaetano Amato - Mario Aterrano - Ciro Capano
lalla Esposito - Patrizia Spinosi - Tonino Taiuti
con Pietro Pignatelli (Capitan uncino)
con la parteciazione di Riccardo Peroni
regia di Armando Pugliese
dal 7 all’11 dicembre 2011
gino rivieccio
in
La pazienza
differenziata
regia di Maurizio Colombi
dal 21 al 25 marzo 2012
arturo brachetti
in
di Gino Rivieccio, Maurizio De Giovanni e Gustavo Verde
regia di Gino Rivieccio
regia di Serge Denoncourt
dall’11 al 15 gennaio 2012
dal 28 marzo al 1 aprile 2012
daniela fiorentino
in
francesco
paolantoni
in
Hotel Desdemona
lo spettacolo più divertente dell’anno scritto da F. Paolantoni
con Francesco Campanile - Peppe Mastrocinque
impianto scenico e disegno luci Bruno Garofalo
regia di Nunzio Zuzio
con antonella stefanucci e tonino taiuti
regia di Francesco Paolantoni
dal 25 al 29 gennaio 2012
dal 4 al 13 maggio 2012
gianfranco
jannuzzo
in
Cercasi tenore
di Ken Ludwig
regia di Giancarlo Zanetti
dal 29 febbraio al 4 marzo 2012
maurizio tullio
micheliin solenghi
paolo
caiazzo
in
Separati in casa
di Paolo Caiazzo
regia di Paolo Caiazzo
Gli abbonati della passata stagione possono
confermare il proprio posto entro il 30 settembre
L’apparenza inganna
www.teatroacacia.it
[email protected]
regia e coreografie di Tullio Solenghi
Orario botteghino: dal lunedì al sabato
ore 10/13 – 16,30/19,30
adattamento di Maurizio Micheli e Tullio Solenghi
TEATRO ACACIA
Stagione 2011-2012
Abbonamento a 9 spettacoli
PREZZARIO
TURNO
GIORNO
h
Poltrona
Poltrona cral.*
Poltroncina
Poltroncina cral*
A
PRIMA
21,00
€ 210,00
€ 190,00
€ 150,00
€ 140,00
G
GIOVEDI'
18,00
€ 210,00
€ 190,00
€ 150,00
€ 140,00
V
VENERDI'
21,00
€ 250,00
€ 225,00
€ 180,00
€ 165,00
S
SABATO
21,00
€ 250,00
€ 180,00
D
DOMENICA
18,00
€ 250,00
€ 180,00
*Riservato ai soci di Associazioni e Cral convenzionati
I prezzi sono comprensivi di prevendita
TEATRO ACACIA
Foto Marco Sommella
STAGIONE TEATRALE 2011-2012
Il successo della passata stagione ha spinto la Direzione del teatro Acacia a creare una
programmazione ancor più interessante, nella quale sono inseriti spettacoli di grande nome e fuori
abbonamento particolarmente interessanti.
La posizione del teatro, nel pieno centro del Vomero, raggiungibile con autobus, funicolari,
metropolitana e auto, consente di favorire il pubblico, che aumenta di anno in anno. Il Teatro
Acacia ha saputo conquistare in pochi anni il favore dei napoletani, richiamando spettatori che
amano molto la qualità, e la stagione passata ha dimostrato che questo favore va in crescendo; tutto
merito di una programmazione attenta, che riesce a soddisfare gli amanti della prosa e quelli del
musical, offrendo cartelloni molto vari, e che propone un folto gruppo di “fuori abbonamento”
altrettanto invoglianti, che spaziano dalla danza ai concerti. Naturalmente di anno in anno la
responsabilità delle scelte cresce in proporzione al gradimento del pubblico, e la prossima stagione
teatrale è piena di nomi famosi e spettacoli di successo.
L’apertura è affidata ad uno spettacolo con la regia di Armando Pugliese, “NAPOLI CHI RESTA
E CHI PARTE” di Giuseppe Patroni Griffi, basato su due atti unici di Raffaele Viviani: “Caffè di
notte e giorno” e “Scalo Marittimo”. E’ stato creato per il XVIII festival Dei Due Mondi e
rappresentato per la prima volta il 3 Luglio 1975 a Spoleto. Nel 1976, quando Lello Scarano rilevò
la produzione, lo spettacolo ebbe una circuitazione di altissimo livello. Aveva un cast di 16 attori,
un’orchestra di 6 elementi, comparse tra adulti e bambini, ed un impianto tecnico di 10 elementi
previsto per quella che era la scena firmata dal grande Ferdinando Scarfiotti; il debutto avvenne al
teatro Manzoni di Milano e dopo si vide al Quirino di Roma, la Pergola di Firenze, l’Alfieri di
Torino. Lo spettacolo di Patroni Griffi aveva una singolare modernità, portando in scena un Viviani
cosmopolita. In scena un giovanissimo e straordinario Massimo Ranieri affiancato da Angela Luce,
Angela Pagano, Mariano Rigillo (nell’edizione di Spoleto), Antonio Casagrande, Franco Acampora,
Gigio Morra, Isabella Guidotti, Corrado Annicelli, Tonino Apicella, Nicola Di Pinto, Maily Doria,
Ezio Marano, Girolamo Marzano, Leo Pantaleo, Roberto Pescara, Marina Ruffo. I costumi furono
firmati dall’attuale premio oscar Gabriella Pescucci, le musiche originali di Viviani furono
orchestrate da Fiorenzo Carpi. A distanza di circa trent’anni, la figlia di Scarano, Francesca, come
dedica alla figura del padre e volendo rendere omaggio a Patroni Griffi, ha rimesso in scena questo
spettacolo, che ha debuttato in prima nazionale a Napoli l’anno scorso, affidandone la regia e
l’intera direzione del progetto al grande Armando Pugliese, e passando il testimone di quello che fu
il ruolo di Massimo Ranieri ad un artista anch’egli napoletano, nella sua poliedrica figura di attore
e straordinaria voce, Sal Da Vinci, che si cimenta per la prima volta in un testo di Raffaele Viviani,
affiancato da un cast anche per questa edizione di 16 attori; tra essi Tonino Taiuti, Patrizia
Spinosi, Pietro Pignatelli, Ernesto Lama, Ciro Capano. Anche in questa edizione ci sarà
un’orchestra di 6 elementi dal vivo, mentre le scene saranno firmate da Andrea Taddei ed i
costumi da Daniela Ciancio (David di Donatello). Anche qui numerose comparse, come nella
precedente edizione. “Scalo marittimo”, conosciuto anche come “‘Nterr’ ‘a ‘Mmaculatella”,
scritto nel 1918, descrive la triste condizione di chi, costretto dalla miseria, vede nell’emigrazione
l’unica possibilità di sopravvivenza. Una folla variegata che, appena finita la prima guerra
mondiale, si accalca sulla banchina davanti al transatlantico «Washington» in partenza per
l'Argentina, mentre la commistione fra cinici faccendieri, in testa il ributtante domestico della
locanda, la spoglia sino all'ultimo spicciolo prima che salga a bordo. “Caffè di notte e giorno” è
invece un tipico squarcio sulla realtà dei quartieri di Napoli: nel misero contesto di un caffè sempre
aperto si incontrano personaggi di ogni genere, degradati dalla fame e dall’ignoranza; la prostituta
che rifiuta un bravo giovane per lasciarsi sfruttare e picchiare dal magnaccia, la fidanzata che viene
a cercare il fidanzato perduto per amore di quella donna, la famiglia senza casa che porta i bambini
a dormire nel bar, e l’epilogo drammatico in cui il delinquente, per salvarsi, nasconde il coltello
nella tasca dell’ignaro perché la polizia lo trovi su di lui. Il mondo del grande Viviani, la denuncia
civile che lo delineava, portato in scena 35 anni fa da un grande regista e un lungimirante
impresario, e che oggi rivive nello spettacolo diretto da Armando Pugliese.
Gino Rivieccio porta in scena il suo nuovo spettacolo, mix di attualità e risate, in cui dà un’altra
prova della sua capacità di cogliere i tanti problemi che ci affliggono con una satira intelligente e
coinvolgente; “LA PAZIENZA DIFFERENZIATA”, di Gino Rivieccio – Maurizio De Giovanni
- Gustavo Verde, si rifà già con il titolo ai nostri affanni quotidiani, di italiani travolti in un vortice
di eventi che li esaspererebbero se non fossero muniti di grande pazienza. Questa pazienza
differenziata è uno stato d’animo, è un modo di essere: appartiene a tutte quelle persone che hanno
la forza di aspettare, di sbollire certi sentimenti, qualche volta anche di subire gli eventi della vita.
Ma è anche l’abitudine a rispettare la spazzatura e a riporla nei siti giusti, consapevoli che noi
italiani con le regole viviamo un continuo conflitto di disinteresse.
Questo spettacolo vuol essere un piccolo manuale, tutto giocato sul divertimento, atto a mostrare
agli spettatori il modo migliore per sopravvivere alla montagna di spazzatura morale e sociale che ci
sta sommergendo.
Gino Rivieccio con l’abilità e la versatilità del veterano del palcoscenico, accompagnato da
bravissimi attori, in scena sfodera una serie di riflessioni, di monologhi comicissimi ma anche
agrodolci sulla nostra vita, sulla sua città e sul domani dei nostri figli. Un mondo quello di
Rivieccio dove ad essere monitorati sono gli aspetti più profondi del nostro vivere. Il tutto con un
unico fine: la pazienza che deve sempre governarci di giorno in giorno a qualsiasi latitudine senza
mai annacquare l’amore per la propria terra, l’amore per il lavoro, l’amore per i figli, l’amore per il
prossimo, perché gli amori sono come le malattie: ti ricordi solo la più importante. Tutto questo si
traduce in due ore di risate attraverso i monologhi, le scene e le canzoni, nella convinzione che la
satira sia l’adeguato inceneritore dove riporre i rifiuti e i finti spazzini che ci circondano.
Edith Piaf, indimenticata interprete e rappresentante della canzone francese, rivive sul palcoscenico
in uno spettacolo fortemente innovativo, “EDITH PIAF”, di Francesco Campanile e Nunzio Zuzio,
con la regia di Zuzio, e una straordinaria interpretazione di Daniela Fiorentino. A metà strada tra sogno
e realtà, veridicità e fantasia, il passerotto parigino (dal francese piaf) dalla statura minuta ma dalla
voce potente, resa inconfondibile dalle mille sfumature e in grado di passare dai toni aspri a quelli
dolci con estrema facilità, rivive in una pièce che, sulle note dei più grandi successi della cantante (da
La Vie en rose a Milord, da l’Hymne à l’amour a Padam padam), ne racconta i momenti più
importanti della sua vita, omaggiando un’artista spesso estrema per le scelte e il modo di condurre la
propria esistenza.
Tragici eventi, come l’uso di droghe, incidenti stradali, coma epatici, interventi chirurgici e un
tentativo di suicidio, hanno ispirato l’idea di uno spettacolo essenziale e coinvolgente in grado di
avvicinare il grande pubblico a un’artista non sempre celebrata quanto basta, grazie alla valenza di un
cast di ottimi professionisti del teatro, della musica e della danza.
Intensi momenti musicali, supportati da ispirate coreografie, fanno da fil rouge alla storia della vita di
uno dei più grandi miti della canzone francese, Edith Piaf.
“Lend me a Tenor”, “CERCASI TENORE”, va in scena per la prima volta a Londra nel 1986 e
diventa subito un cult della comicità, rivelandosi come una delle commedie più esilaranti degli
ultimi tempi, che, tradotto in sedici lingue, colleziona ben due anni di repliche a BroadwaY. E
persino Stanley Tucci la riprende a Broadway l’anno scorso e ne firma la messinscena Come hanno
scritto i critici: poco importa che l’abbiate già vista o no: potete cominciare a ridere fin da ora!
“Siamo negli anni Trenta e la vicenda ruota attorno a Tommaso, aspirante ed incerto cantante lirico
che in qualità di assistente affianca il direttore senza scrupoli di un teatro d’opera di provincia.
Grandi fermenti agitano gli animi dei protagonisti per l’arrivo di un tenore spagnolo di rara bravura,
tanto da essere soprannominato “il magnifico”, che interpreterà Otello. Cosa accade però quando a
poche ore dallo spettacolo il grande artista soccombe ad un potente mix di alcool e sedativi? Tutto
precipita in un esilarante vortice di fraintendimenti, scambi di persona, doppi sensi mal interpretati,
vulcaniche gags che strappano allo spettatore risate a non finire. Gianfranco Jannuzzo, attore di
grandissimo talento, raffinato ed elegante nella sua naturale ironia siciliana, dall’instancabile
professionalità che gli ha assicurato un ruolo primario nell’affetto del pubblico, nella sua felice
carriera è stato protagonista di grandissimi successi su tutti i palcoscenici italiani. Sarà lui,
affiancato da un cast di sette attori di indubbia bravura, a ricoprire con la grande generosità che lo
contraddistingue il ruolo dello speranzoso e agitato “tuttofare” Tommaso. La regia è affidata a
Giancarlo Zanetti, attore e regista che negli ultimi anni ha messo in scena spettacoli originali e di
grande sensibilità; si consolida anche in questa occasione la collaborazione con lo scenografo
Nicola Rubertelli.
Tratto dall’omonimo film francese del 2000 (titolo orginale: Le placard), “L’APPARENZA
INGANNA” riporta in scena per la quinta volta il personaggio di François Pignon inventato da
Veber nel 1973 con la pièce teatrale L’emmerdeur (in italiano Il rompiballe), successivamente
portata sul grande schermo da Edouard Molinaro.
Contabile diligente e uomo mite senza qualità, François Pignon lavora per un’azienda di produzioni
derivanti dal caucciù, preservativi in primis. Sfortunatamente, è stato deciso il suo licenziamento, la
qual cosa, unitamente al divorzio dalla bella moglie di cui è ancora innamorato e al fatto che il
figlio diciassettenne non lo considera minimamente, lo porta a contemplare il suicidio. Il suo vicino
lo ferma in tempo, dando via a una serie di eventi che cambieranno totalmente la sua vita e persino
il suo carattere: il primo passo è quello di fingersi gay, in modo da spingere la dirigenza a non
procedere al licenziamento per paura di mobilitare la associazioni omosessuali. L’idea per quanto
assurda ha successo su tutti i fronti e ribalta completamente le sorti del povero Pignon, in ufficio,
nella società e anche nella vita privata, trasformandolo da oscuro contabile a icona del movimento
omosessuale, con tutte le esilaranti conseguenze del caso.
Lo spettacolo di Francis Veber è adattato da Tullio Solenghi e Maurizio Micheli, che ne sono
anche i protagonisti, con la regia dello stesso Solenghi, e sono in scena con altri sette attori; scene di
Alessandro Chiti, costumi di Andrea Stanisci, musiche di Massimiliano Forza adattate da Fabio
Valdemarin.
Torna, a grande richiesta di chi lo ha applaudito anni fa e di chi ne ha sentito parlare con
entusiasmo, un musical ormai famoso e pluripremiato, “PETER PAN”, con la regia di Maurizio
Colombi e l’interpretazione di Manuel Frattini, star del musical italiano, che accompagnerà il
pubblico fino alla magica “Isolachenonc’è”. A capo della ciurma dei pirati, nel ruolo dell’efferato
Capitan Uncino, Pietro Pignatelli, apprezzatissimo interprete in “C’era una volta…Scugnizzi” e al
suo fianco un impareggiabile Riccardo Peroni nuovamente nel ruolo del fedele Spugna. Con loro
sul palco anche Martha Rossi (Wendy). Loredana Fadda (Giglio Tigrato). Nicolas Lucchini
(John Darling)e Daniela Simula (Michael Darling). A dipingere la storia sono le musiche di
Edoardo Bennato tratte dall’album “Sono Solo Canzonette”, riarrangiato in versione musical e
arricchito da nuovi pezzi. Lo spettacolo è caratterizzato da un’atmosfera magica ricreata grazie allo
studio approfondito dei colori e delle luci, dal mitico volo di Peter e i piccoli Darling fino all’Isola
che non c’è. Di grande impatto i duelli tra la banda di Peter e i Pirati di Uncino, le coreografie
acrobatiche, lo sbarco della nave pirata ed il personaggio di Trilly realizzato con tecnologie laser.
La storia autentica viene cambiata solo nell’ordine drammaturgico e con l’inserimento di alcuni
quadri originali che rendono la favola molto gradita agli adulti, oltre che ai bambini.
Con il nome di Peter Pan ci si riferisce generalmente al romanzo (o, più precisamente, al titolo del
testo teatrale dal quale il romanzo fu poi scritto, in un curioso percorso au contraire) intitolato Peter
Pan, o il ragazzo che non voleva crescere, scritto da James Matthew Barrie nel 1904. L'autore, di
fatto, non godette mai dei diritti del personaggio, donati in beneficenza all'ospedale pediatrico Great
Ormond Street Hospital. Il debutto sulle scene teatrali di Peter Pan - considerato anche la data
ufficiale della nascita del mito di Peter Pan - avvenne due anni dopo, nel 1904, mentre il romanzo,
dal titolo “Peter e Wendy”, fu pubblicato nel 1911 sulla base della traccia de Peter Pan in
Kensington Gardens, data precedentemente alle stampe nel 1906. Da allora il personaggio ha fatto
molta strada ottenendo grandi attenzioni ed un buon seguito, soprattutto grazie al film animato di
Walt Disney del 1953. La storia del ragazzo che non voleva crescere fu affiancata a quella del suo
autore, curiosamente anch'egli considerato - per la sua poetica visionaria e disincantata e per la sua
capacità di saper giocare anche in età adulta - una persona incapace di crescere.
Una divertentissima commedia scritta da Francesco Paolantoni, “HOTEL DESDEMONA” che la
definisce kommedia, viene presentata direttamente da lui, lasciando a noi solo il piacere di ospitarla:
“La prima cosa da dire è che questa è una commedia che non lascia spazio alla pietà, il pubblico
sarà costretto a ridere senza potersi mai riposare. Quindi consiglio, al pubblico stesso, di prepararsi
psicologicamente. Francesco, regista convinto della compagnia amatoriale “I Classici Filò” decide,
di allontanarsi dal solito repertorio utilizzato sempre utilizzato dalle compagnie amatoriali
napoletane, De Filippo, Scarpetta ecc... per mettere in scena l'autore classico per eccellenza:
Shakespeare! E precisamente “Otello”, ha scelto questa opera perché vuole comunicare il suo
pensiero sulla gelosia, sentimento che, secondo lui è la rovina di tutti i rapporti. E poi lui sostiene
che con questo degrado politico e culturale, con questi tagli allo spettacolo, solo le compagnie
filodrammatiche, avendo poche spese e molti sponsor, hanno la possibilità di permettersi questi
allestimenti, ma, a rovinare la messa in scena, ci penseranno gli attori stessi (tutti rigorosamente
sempre in scena). Il pubblico assisterà, nel corso del racconto, alle complicate e divertentissime
prove dello spettacolo, alle deliranti ed esilaranti discussioni interpersonali tra gli attori, ad amori
che nascono, ad amori che muoiono, fino alla messa in scena dello spettacolo, dove il teatro nel
teatro la farà da padrone, ma in un modo inconsueto: si assisterà contemporaneamente e
simultaneamente sia alla impietosa ma pietosa, dissacrante, messa in scena di “Otello” (Francesco
sarà addirittura costretto a cambiare il finale) sia agli strambi eventi che gli attori stessi dovranno
affrontare nei camerini, per arrivare poi all'happy end finale. Ma lo spettacolo continuerà oltre la
fine, il pubblico sarà coinvolto in una novità assoluta per il teatro: ci sarà, come solitamente accade
con i dvd, la possibilità di vedere le scene tagliate e gli inserti speciali. Coinvolgimento totale con il
pubblico, sia dal punto di vista dialettico che fisico!!!” Francesco Paolantoni
Con Paolantoni in scena, Andrea De Maria, Antonella Stefanucci, Arduino Speranza, Tonino
Taiuti. Musiche originali di Antonio Annona.
Dopo alcuni anni di assenza come tuttosolista del suo spettacolo, Arturo Brachetti ritorna nel
ruolo di mattatore in un One Man Show che racchiude, come già nel "Uomo dai 1000 volti" il
meglio del suo repertorio. "CIAK SI GIRA!" è la frase magica che ci evoca il momento in cui
l'artefice della cinema crea il sogno ed è il titolo con il quale l'artefice Brachetti ci porta in un
sorprendente viaggio nell'universo del Cinema. In una serie di numeri, momenti teatrali ed
evocativi, in una nuova ambientazione scenografica, Arturo rivive il suo amore per la settima arte.
Lo spettacolo ha inizio con un enorme televisore in cui Arturo si trasforma fulmineamente nei
personaggi che popolavano i film del pomeriggio TV, quelli che tutti noi abbiamo visto e amato fin
da piccoli: Zorro, Mary Poppins, Maciste, Crudelia De Mon, cowboys, corsari e avventurieri.
Arturo poi ricorda di essere stato, ancora adolescente, al museo del cinema di Torino, la sua città, e
di essersi particolarmente impressionato alla sezione Horror. Crea quindi dal vivo un
divertentissimo delirio di incontri, dove il prete esorcista si trova faccia a faccia con Nosferatu ,
servito dal becchino di turno. Il mostro di Halloween, dopo aver fatto a pezzi la bimba indemoniata,
perde la testa e la ritrova letteralmente tra le ginocchia. Come in ogni horror che si rispetta, i quadri
parlano, i fantasmi spariscono e le tavole volano. Arturo racconta i personaggi che lo colpirono
molto nelle sua primissime uscite al cinema, da Baby Jane ai musicals… ci racconta poi la storia di
Lon Chaney, chiamato anche lui “l'uomo dai 1000 volti”, che fu il pioniere dei trucchi facciali per
creare personaggi ormai diventati icone del cinema; fa rivivere attraverso cambi fulminei di
costume e truccatura tutti i personaggi resi famosi dall’attore come il Fantasma dell'opera,
Quasimodo, Fu-Manchu, clown inquietanti e Pierrots melanconici. In un altro momento più intimo
Arturo ripropone le sue ombre cinesi, immaginandole come il più antico cartone animato del
mondo, oppure il cappello del nonno con il quale si trasformava, da piccolo, in decine di
personaggi, oppure ancora il numero di fantasia: "con nulla si fa tutto". L'evocazione del mondo di
Fellini chiude la prima parte dello spettacolo, come massimo connubio tra invenzione scenica ed
evocazione onirica. Questo pezzo teatrale era già uno di momenti più toccanti e visualmente
inventivi del precedente show di Brachetti. La seconda parte dello spettacolo è quasi interamente
dedicata ai grandi film hollywoodiani con una parata di personaggi da fare invidia a una cineteca:
Charlie Chaplin, Gene Kelly, King Kong, Shreck, Liza Minneli, Gollum, Harry Potter, Carmen
Miranda, E.T. Judy Garland, Jack Sparrow, Biancaneve, Darth Vader, e molti , molti altri, creando
uno zapping cinematografico esilarante e sorprendente. Arturo si trasforma, fa magie, sparisce,
vola… Dopo più di sessanta trasformazioni e sorprese magiche, lo show si conclude con un
evocazione poetica e spettacolare, un ringraziamento a tutti gli oggetti e azioni più banali che sono
diventati memorabili grazie al loro uso nel cinema… dalla luna di Méliès, all’urlo di Tarzan alla
bicicletta di E.T.
La tournée italiana sarà interrotta per il mese di dicembre e gennaio per poter portare "Ciak si gira!"
al Teatro Folies Bergère di Parigi, dove Arturo è atteso dal pubblico francese con grande
impazienza.
Paolo Caiazzo, ormai immancabile autore ed interprete dei nostri cartelloni, chiude la stagione con
uno spettacolo nuovo, un’altra delle esilaranti commedie che tanto divertono il pubblico,
dall’intreccio teso all’attualità come sempre in questo autore. Le sue commedie descrivono
situazioni di tutti i giorni, i suoi personaggi sono quelli che incontriamo nella vita, il tutto letto con
una ironia sui caratteri e sulle reazioni agli avvenimenti che fanno di questo autore uno dei più
notevoli autori del teatro italiano. In questa nuova pièce, “SEPARATI IN CASA”, Raffaele e
Nicola sono due quarantacinquenni separati dalle mogli ed impiegati nello stesso ufficio. In
difficoltà economica per uno stipendio decurtato dagli alimenti da riconoscere alle rispettive ex,
decidono di condividere lo stesso appartamento di periferia. Parte da questo una serie di equivoci
con il vicinato e soprattutto con le loro ex. Con Caiazzo un gruppo dei giovani attori che recitano
con lui da anni, formando un team affiatato e di successo.
FUORI ABBONAMENTO
Un nuovo spettacolo di Alessandro Bergonzoni, un nuovo modo di spiazzare il
pubblico con i suoi discorsi che sembrano tanto surreali da diventare indescrivibili; ma una cosa è
certa: secondo l’artista, “URGE”! Del suo spettacolo lasciamo la descrizione a lui, che ce lo
descrive in maniera inequivocabile: Stai colmo! Questo mi sono detto nel fare voto di vastità,
scavando il fosse, usando il confine tra sogno e bisogno (l’incubo è confonderli). Come un
intimatore di alt, come un battitore di ciglia che mette all’asta gli apostrofi delle palpebre, come
l’inventore del cuscino anticalvizie o del transatlantico anti agressione, come chi è posseduto da
sciamanesimo estatico, a suon di decibellezze da scorticanto, come giaguaro che diventa uno degli
animali più lenti se in ascensore e come lumaca che diventa uno dei più veloci se in aereo, così tra
tellurico e onirico, tra lo scoppio delle alte cariche dello stato (delle cose), tra me e me, in uno
spazio da antipodi, in un limbo dell’imparadiso (infermo di mente piu’ che fermo di mente), ho
avuto un sentore: urge. Alessandro Bergonzoni
E una parola al regista, per chiarirci le idee: Se dovessi descrivere i punti dai quali siamo partiti per
la genesi di questo spettacolo non avrei dubbi: l’urgenza, l’allerta, la necessità di non astenersi dal
dire, la traiettoria che permette lo sconfinamento veloce da un territorio artistico conosciuto e
praticato in direzione dei “vasti” spazi confinanti. Ma cosa, in definitiva, “Urge” a Bergonzoni?
Sicuramente segnalarci delle differenze; quella mancanza di precisione nello sguardo del mondo
che se trascurata può realmente cambiare il senso delle cose, quelle frettolose banalizzazioni che
accomunano cose in realtà diversissime tra loro. E anche dimostrare che la comicità è fatta di
materiali non solo legati all’evidente o al rappresentato. Ma soprattutto mettere sotto gli occhi
degli spettatori il suo “voto di vastità”: un vero e proprio canone artistico che lo obbliga, sia come
uomo ma soprattutto come artista, a non distogliere mai gli occhi dal tutto: un tutto composto
dall’enormità, dall’invisibile, dall’onirico, dallo sciamanico, dal trascendentale. Un tutto che
forzatamente non può non essere poi riversato anche sul palcoscenico per essere esibito con tutti i
mezzi dell’arte autoriale prima ed attoriale poi. Ed anche oltre. La glossolalia non lo frena e gli
“illuminati” sul fondo non lo irretiscono. Un tutto perturbante che, forse, costringerà a
considerare Bergonzoni non più solamente maestro di cerimonia di una liturgia comica ma anche
strumento di correzione ottica per permettere di vedere meglio la vastità in cui siamo immersi.
Attenzione: lo stupore della scoperta può essere fragoroso. Riccardo Rodolfi
Il successivo spettacolo fuori abbonamento è “TANGO de Buenos Aires”. Sulle note del
famoso Decarisimo Quinteto, Roberto Herrera e la sua Compagnia presentano l’irresistibile
eleganza, sensualità e seduzione del tango, con la forza del folklore argentino. Seguendo i suoi ritmi
e le musiche tradizionali la città ci viene raccontata attraverso le milonghe, che rappresentano
l’essenza dell’anima del popolo argentino, e la danza popolare contemporanea, che dimostra come
la tradizione sia sempre presente nel suo animo.
Un duo di date per “IL LAGO DEI CIGNI” e “GISELLE” di
Adam, del Russian State Ballet of Rostov. La Compagnia è nata nel 2000, ed oggi è diretta da
Alexei Fadeechev; la compongono i solisti Nelya Alimova e Andrey Ryabov, famosi in campo
internazionale, e tre solisti del balletto Nazionale di Cuba, oltre a giovani solisti cresciuti nella sua
scuola ed oggi già molto noti nel mondo del balletto.
Il nuovo concerto di Luca Carboni
Il Ballet de Cuba, composto da una solida formazione che spazia dalla danza
tradizionale, folklorica, alla danza moderna jazz, ci porta nel cuore della cultura cubana, partendo
dalla Santeria con i ritmi d’origine africana della Caringa, proseguendo nel son, bolero, cha cha cha,
salsa e rumba, alternati ai celebri Guantanamera e Chan Chan, tra luci e colori solari ed energetici.
PietrArsa e Mimmo Maglionico, con M’Barka Ben Taleb, stars di Napoli
Arab Style, 8 tra musicisti e voci per uno spettacolo di musica etno-napoletana dai suoni
accattivanti e sensuali.