Teatro Via R. Tarantino, 10 - Napoli – tel. 081.5563999 – 081.5586659 – www.teatroacacia.it STAGIONE TEATRALE 2011/2012 dal 18 al 27 novembre 2011 sal dain vinci Napoli chi resta e chi parte dall’8 all’11 marzo 2012 manuel infrattini da Caffè di Notte e Giorno e Scalo Marittimo di Raffaele Viviani con la partecipazione di Gigio Morra musiche di eduardo bennato con Gaetano Amato - Mario Aterrano - Ciro Capano lalla Esposito - Patrizia Spinosi - Tonino Taiuti con Pietro Pignatelli (Capitan uncino) con la parteciazione di Riccardo Peroni regia di Armando Pugliese dal 7 all’11 dicembre 2011 gino rivieccio in La pazienza differenziata regia di Maurizio Colombi dal 21 al 25 marzo 2012 arturo brachetti in di Gino Rivieccio, Maurizio De Giovanni e Gustavo Verde regia di Gino Rivieccio regia di Serge Denoncourt dall’11 al 15 gennaio 2012 dal 28 marzo al 1 aprile 2012 daniela fiorentino in francesco paolantoni in Hotel Desdemona lo spettacolo più divertente dell’anno scritto da F. Paolantoni con Francesco Campanile - Peppe Mastrocinque impianto scenico e disegno luci Bruno Garofalo regia di Nunzio Zuzio con antonella stefanucci e tonino taiuti regia di Francesco Paolantoni dal 25 al 29 gennaio 2012 dal 4 al 13 maggio 2012 gianfranco jannuzzo in Cercasi tenore di Ken Ludwig regia di Giancarlo Zanetti dal 29 febbraio al 4 marzo 2012 maurizio tullio micheliin solenghi paolo caiazzo in Separati in casa di Paolo Caiazzo regia di Paolo Caiazzo Gli abbonati della passata stagione possono confermare il proprio posto entro il 30 settembre L’apparenza inganna www.teatroacacia.it [email protected] regia e coreografie di Tullio Solenghi Orario botteghino: dal lunedì al sabato ore 10/13 – 16,30/19,30 adattamento di Maurizio Micheli e Tullio Solenghi TEATRO ACACIA Stagione 2011-2012 Abbonamento a 9 spettacoli PREZZARIO TURNO GIORNO h Poltrona Poltrona cral.* Poltroncina Poltroncina cral* A PRIMA 21,00 € 210,00 € 190,00 € 150,00 € 140,00 G GIOVEDI' 18,00 € 210,00 € 190,00 € 150,00 € 140,00 V VENERDI' 21,00 € 250,00 € 225,00 € 180,00 € 165,00 S SABATO 21,00 € 250,00 € 180,00 D DOMENICA 18,00 € 250,00 € 180,00 *Riservato ai soci di Associazioni e Cral convenzionati I prezzi sono comprensivi di prevendita TEATRO ACACIA Foto Marco Sommella STAGIONE TEATRALE 2011-2012 Il successo della passata stagione ha spinto la Direzione del teatro Acacia a creare una programmazione ancor più interessante, nella quale sono inseriti spettacoli di grande nome e fuori abbonamento particolarmente interessanti. La posizione del teatro, nel pieno centro del Vomero, raggiungibile con autobus, funicolari, metropolitana e auto, consente di favorire il pubblico, che aumenta di anno in anno. Il Teatro Acacia ha saputo conquistare in pochi anni il favore dei napoletani, richiamando spettatori che amano molto la qualità, e la stagione passata ha dimostrato che questo favore va in crescendo; tutto merito di una programmazione attenta, che riesce a soddisfare gli amanti della prosa e quelli del musical, offrendo cartelloni molto vari, e che propone un folto gruppo di “fuori abbonamento” altrettanto invoglianti, che spaziano dalla danza ai concerti. Naturalmente di anno in anno la responsabilità delle scelte cresce in proporzione al gradimento del pubblico, e la prossima stagione teatrale è piena di nomi famosi e spettacoli di successo. L’apertura è affidata ad uno spettacolo con la regia di Armando Pugliese, “NAPOLI CHI RESTA E CHI PARTE” di Giuseppe Patroni Griffi, basato su due atti unici di Raffaele Viviani: “Caffè di notte e giorno” e “Scalo Marittimo”. E’ stato creato per il XVIII festival Dei Due Mondi e rappresentato per la prima volta il 3 Luglio 1975 a Spoleto. Nel 1976, quando Lello Scarano rilevò la produzione, lo spettacolo ebbe una circuitazione di altissimo livello. Aveva un cast di 16 attori, un’orchestra di 6 elementi, comparse tra adulti e bambini, ed un impianto tecnico di 10 elementi previsto per quella che era la scena firmata dal grande Ferdinando Scarfiotti; il debutto avvenne al teatro Manzoni di Milano e dopo si vide al Quirino di Roma, la Pergola di Firenze, l’Alfieri di Torino. Lo spettacolo di Patroni Griffi aveva una singolare modernità, portando in scena un Viviani cosmopolita. In scena un giovanissimo e straordinario Massimo Ranieri affiancato da Angela Luce, Angela Pagano, Mariano Rigillo (nell’edizione di Spoleto), Antonio Casagrande, Franco Acampora, Gigio Morra, Isabella Guidotti, Corrado Annicelli, Tonino Apicella, Nicola Di Pinto, Maily Doria, Ezio Marano, Girolamo Marzano, Leo Pantaleo, Roberto Pescara, Marina Ruffo. I costumi furono firmati dall’attuale premio oscar Gabriella Pescucci, le musiche originali di Viviani furono orchestrate da Fiorenzo Carpi. A distanza di circa trent’anni, la figlia di Scarano, Francesca, come dedica alla figura del padre e volendo rendere omaggio a Patroni Griffi, ha rimesso in scena questo spettacolo, che ha debuttato in prima nazionale a Napoli l’anno scorso, affidandone la regia e l’intera direzione del progetto al grande Armando Pugliese, e passando il testimone di quello che fu il ruolo di Massimo Ranieri ad un artista anch’egli napoletano, nella sua poliedrica figura di attore e straordinaria voce, Sal Da Vinci, che si cimenta per la prima volta in un testo di Raffaele Viviani, affiancato da un cast anche per questa edizione di 16 attori; tra essi Tonino Taiuti, Patrizia Spinosi, Pietro Pignatelli, Ernesto Lama, Ciro Capano. Anche in questa edizione ci sarà un’orchestra di 6 elementi dal vivo, mentre le scene saranno firmate da Andrea Taddei ed i costumi da Daniela Ciancio (David di Donatello). Anche qui numerose comparse, come nella precedente edizione. “Scalo marittimo”, conosciuto anche come “‘Nterr’ ‘a ‘Mmaculatella”, scritto nel 1918, descrive la triste condizione di chi, costretto dalla miseria, vede nell’emigrazione l’unica possibilità di sopravvivenza. Una folla variegata che, appena finita la prima guerra mondiale, si accalca sulla banchina davanti al transatlantico «Washington» in partenza per l'Argentina, mentre la commistione fra cinici faccendieri, in testa il ributtante domestico della locanda, la spoglia sino all'ultimo spicciolo prima che salga a bordo. “Caffè di notte e giorno” è invece un tipico squarcio sulla realtà dei quartieri di Napoli: nel misero contesto di un caffè sempre aperto si incontrano personaggi di ogni genere, degradati dalla fame e dall’ignoranza; la prostituta che rifiuta un bravo giovane per lasciarsi sfruttare e picchiare dal magnaccia, la fidanzata che viene a cercare il fidanzato perduto per amore di quella donna, la famiglia senza casa che porta i bambini a dormire nel bar, e l’epilogo drammatico in cui il delinquente, per salvarsi, nasconde il coltello nella tasca dell’ignaro perché la polizia lo trovi su di lui. Il mondo del grande Viviani, la denuncia civile che lo delineava, portato in scena 35 anni fa da un grande regista e un lungimirante impresario, e che oggi rivive nello spettacolo diretto da Armando Pugliese. Gino Rivieccio porta in scena il suo nuovo spettacolo, mix di attualità e risate, in cui dà un’altra prova della sua capacità di cogliere i tanti problemi che ci affliggono con una satira intelligente e coinvolgente; “LA PAZIENZA DIFFERENZIATA”, di Gino Rivieccio – Maurizio De Giovanni - Gustavo Verde, si rifà già con il titolo ai nostri affanni quotidiani, di italiani travolti in un vortice di eventi che li esaspererebbero se non fossero muniti di grande pazienza. Questa pazienza differenziata è uno stato d’animo, è un modo di essere: appartiene a tutte quelle persone che hanno la forza di aspettare, di sbollire certi sentimenti, qualche volta anche di subire gli eventi della vita. Ma è anche l’abitudine a rispettare la spazzatura e a riporla nei siti giusti, consapevoli che noi italiani con le regole viviamo un continuo conflitto di disinteresse. Questo spettacolo vuol essere un piccolo manuale, tutto giocato sul divertimento, atto a mostrare agli spettatori il modo migliore per sopravvivere alla montagna di spazzatura morale e sociale che ci sta sommergendo. Gino Rivieccio con l’abilità e la versatilità del veterano del palcoscenico, accompagnato da bravissimi attori, in scena sfodera una serie di riflessioni, di monologhi comicissimi ma anche agrodolci sulla nostra vita, sulla sua città e sul domani dei nostri figli. Un mondo quello di Rivieccio dove ad essere monitorati sono gli aspetti più profondi del nostro vivere. Il tutto con un unico fine: la pazienza che deve sempre governarci di giorno in giorno a qualsiasi latitudine senza mai annacquare l’amore per la propria terra, l’amore per il lavoro, l’amore per i figli, l’amore per il prossimo, perché gli amori sono come le malattie: ti ricordi solo la più importante. Tutto questo si traduce in due ore di risate attraverso i monologhi, le scene e le canzoni, nella convinzione che la satira sia l’adeguato inceneritore dove riporre i rifiuti e i finti spazzini che ci circondano. Edith Piaf, indimenticata interprete e rappresentante della canzone francese, rivive sul palcoscenico in uno spettacolo fortemente innovativo, “EDITH PIAF”, di Francesco Campanile e Nunzio Zuzio, con la regia di Zuzio, e una straordinaria interpretazione di Daniela Fiorentino. A metà strada tra sogno e realtà, veridicità e fantasia, il passerotto parigino (dal francese piaf) dalla statura minuta ma dalla voce potente, resa inconfondibile dalle mille sfumature e in grado di passare dai toni aspri a quelli dolci con estrema facilità, rivive in una pièce che, sulle note dei più grandi successi della cantante (da La Vie en rose a Milord, da l’Hymne à l’amour a Padam padam), ne racconta i momenti più importanti della sua vita, omaggiando un’artista spesso estrema per le scelte e il modo di condurre la propria esistenza. Tragici eventi, come l’uso di droghe, incidenti stradali, coma epatici, interventi chirurgici e un tentativo di suicidio, hanno ispirato l’idea di uno spettacolo essenziale e coinvolgente in grado di avvicinare il grande pubblico a un’artista non sempre celebrata quanto basta, grazie alla valenza di un cast di ottimi professionisti del teatro, della musica e della danza. Intensi momenti musicali, supportati da ispirate coreografie, fanno da fil rouge alla storia della vita di uno dei più grandi miti della canzone francese, Edith Piaf. “Lend me a Tenor”, “CERCASI TENORE”, va in scena per la prima volta a Londra nel 1986 e diventa subito un cult della comicità, rivelandosi come una delle commedie più esilaranti degli ultimi tempi, che, tradotto in sedici lingue, colleziona ben due anni di repliche a BroadwaY. E persino Stanley Tucci la riprende a Broadway l’anno scorso e ne firma la messinscena Come hanno scritto i critici: poco importa che l’abbiate già vista o no: potete cominciare a ridere fin da ora! “Siamo negli anni Trenta e la vicenda ruota attorno a Tommaso, aspirante ed incerto cantante lirico che in qualità di assistente affianca il direttore senza scrupoli di un teatro d’opera di provincia. Grandi fermenti agitano gli animi dei protagonisti per l’arrivo di un tenore spagnolo di rara bravura, tanto da essere soprannominato “il magnifico”, che interpreterà Otello. Cosa accade però quando a poche ore dallo spettacolo il grande artista soccombe ad un potente mix di alcool e sedativi? Tutto precipita in un esilarante vortice di fraintendimenti, scambi di persona, doppi sensi mal interpretati, vulcaniche gags che strappano allo spettatore risate a non finire. Gianfranco Jannuzzo, attore di grandissimo talento, raffinato ed elegante nella sua naturale ironia siciliana, dall’instancabile professionalità che gli ha assicurato un ruolo primario nell’affetto del pubblico, nella sua felice carriera è stato protagonista di grandissimi successi su tutti i palcoscenici italiani. Sarà lui, affiancato da un cast di sette attori di indubbia bravura, a ricoprire con la grande generosità che lo contraddistingue il ruolo dello speranzoso e agitato “tuttofare” Tommaso. La regia è affidata a Giancarlo Zanetti, attore e regista che negli ultimi anni ha messo in scena spettacoli originali e di grande sensibilità; si consolida anche in questa occasione la collaborazione con lo scenografo Nicola Rubertelli. Tratto dall’omonimo film francese del 2000 (titolo orginale: Le placard), “L’APPARENZA INGANNA” riporta in scena per la quinta volta il personaggio di François Pignon inventato da Veber nel 1973 con la pièce teatrale L’emmerdeur (in italiano Il rompiballe), successivamente portata sul grande schermo da Edouard Molinaro. Contabile diligente e uomo mite senza qualità, François Pignon lavora per un’azienda di produzioni derivanti dal caucciù, preservativi in primis. Sfortunatamente, è stato deciso il suo licenziamento, la qual cosa, unitamente al divorzio dalla bella moglie di cui è ancora innamorato e al fatto che il figlio diciassettenne non lo considera minimamente, lo porta a contemplare il suicidio. Il suo vicino lo ferma in tempo, dando via a una serie di eventi che cambieranno totalmente la sua vita e persino il suo carattere: il primo passo è quello di fingersi gay, in modo da spingere la dirigenza a non procedere al licenziamento per paura di mobilitare la associazioni omosessuali. L’idea per quanto assurda ha successo su tutti i fronti e ribalta completamente le sorti del povero Pignon, in ufficio, nella società e anche nella vita privata, trasformandolo da oscuro contabile a icona del movimento omosessuale, con tutte le esilaranti conseguenze del caso. Lo spettacolo di Francis Veber è adattato da Tullio Solenghi e Maurizio Micheli, che ne sono anche i protagonisti, con la regia dello stesso Solenghi, e sono in scena con altri sette attori; scene di Alessandro Chiti, costumi di Andrea Stanisci, musiche di Massimiliano Forza adattate da Fabio Valdemarin. Torna, a grande richiesta di chi lo ha applaudito anni fa e di chi ne ha sentito parlare con entusiasmo, un musical ormai famoso e pluripremiato, “PETER PAN”, con la regia di Maurizio Colombi e l’interpretazione di Manuel Frattini, star del musical italiano, che accompagnerà il pubblico fino alla magica “Isolachenonc’è”. A capo della ciurma dei pirati, nel ruolo dell’efferato Capitan Uncino, Pietro Pignatelli, apprezzatissimo interprete in “C’era una volta…Scugnizzi” e al suo fianco un impareggiabile Riccardo Peroni nuovamente nel ruolo del fedele Spugna. Con loro sul palco anche Martha Rossi (Wendy). Loredana Fadda (Giglio Tigrato). Nicolas Lucchini (John Darling)e Daniela Simula (Michael Darling). A dipingere la storia sono le musiche di Edoardo Bennato tratte dall’album “Sono Solo Canzonette”, riarrangiato in versione musical e arricchito da nuovi pezzi. Lo spettacolo è caratterizzato da un’atmosfera magica ricreata grazie allo studio approfondito dei colori e delle luci, dal mitico volo di Peter e i piccoli Darling fino all’Isola che non c’è. Di grande impatto i duelli tra la banda di Peter e i Pirati di Uncino, le coreografie acrobatiche, lo sbarco della nave pirata ed il personaggio di Trilly realizzato con tecnologie laser. La storia autentica viene cambiata solo nell’ordine drammaturgico e con l’inserimento di alcuni quadri originali che rendono la favola molto gradita agli adulti, oltre che ai bambini. Con il nome di Peter Pan ci si riferisce generalmente al romanzo (o, più precisamente, al titolo del testo teatrale dal quale il romanzo fu poi scritto, in un curioso percorso au contraire) intitolato Peter Pan, o il ragazzo che non voleva crescere, scritto da James Matthew Barrie nel 1904. L'autore, di fatto, non godette mai dei diritti del personaggio, donati in beneficenza all'ospedale pediatrico Great Ormond Street Hospital. Il debutto sulle scene teatrali di Peter Pan - considerato anche la data ufficiale della nascita del mito di Peter Pan - avvenne due anni dopo, nel 1904, mentre il romanzo, dal titolo “Peter e Wendy”, fu pubblicato nel 1911 sulla base della traccia de Peter Pan in Kensington Gardens, data precedentemente alle stampe nel 1906. Da allora il personaggio ha fatto molta strada ottenendo grandi attenzioni ed un buon seguito, soprattutto grazie al film animato di Walt Disney del 1953. La storia del ragazzo che non voleva crescere fu affiancata a quella del suo autore, curiosamente anch'egli considerato - per la sua poetica visionaria e disincantata e per la sua capacità di saper giocare anche in età adulta - una persona incapace di crescere. Una divertentissima commedia scritta da Francesco Paolantoni, “HOTEL DESDEMONA” che la definisce kommedia, viene presentata direttamente da lui, lasciando a noi solo il piacere di ospitarla: “La prima cosa da dire è che questa è una commedia che non lascia spazio alla pietà, il pubblico sarà costretto a ridere senza potersi mai riposare. Quindi consiglio, al pubblico stesso, di prepararsi psicologicamente. Francesco, regista convinto della compagnia amatoriale “I Classici Filò” decide, di allontanarsi dal solito repertorio utilizzato sempre utilizzato dalle compagnie amatoriali napoletane, De Filippo, Scarpetta ecc... per mettere in scena l'autore classico per eccellenza: Shakespeare! E precisamente “Otello”, ha scelto questa opera perché vuole comunicare il suo pensiero sulla gelosia, sentimento che, secondo lui è la rovina di tutti i rapporti. E poi lui sostiene che con questo degrado politico e culturale, con questi tagli allo spettacolo, solo le compagnie filodrammatiche, avendo poche spese e molti sponsor, hanno la possibilità di permettersi questi allestimenti, ma, a rovinare la messa in scena, ci penseranno gli attori stessi (tutti rigorosamente sempre in scena). Il pubblico assisterà, nel corso del racconto, alle complicate e divertentissime prove dello spettacolo, alle deliranti ed esilaranti discussioni interpersonali tra gli attori, ad amori che nascono, ad amori che muoiono, fino alla messa in scena dello spettacolo, dove il teatro nel teatro la farà da padrone, ma in un modo inconsueto: si assisterà contemporaneamente e simultaneamente sia alla impietosa ma pietosa, dissacrante, messa in scena di “Otello” (Francesco sarà addirittura costretto a cambiare il finale) sia agli strambi eventi che gli attori stessi dovranno affrontare nei camerini, per arrivare poi all'happy end finale. Ma lo spettacolo continuerà oltre la fine, il pubblico sarà coinvolto in una novità assoluta per il teatro: ci sarà, come solitamente accade con i dvd, la possibilità di vedere le scene tagliate e gli inserti speciali. Coinvolgimento totale con il pubblico, sia dal punto di vista dialettico che fisico!!!” Francesco Paolantoni Con Paolantoni in scena, Andrea De Maria, Antonella Stefanucci, Arduino Speranza, Tonino Taiuti. Musiche originali di Antonio Annona. Dopo alcuni anni di assenza come tuttosolista del suo spettacolo, Arturo Brachetti ritorna nel ruolo di mattatore in un One Man Show che racchiude, come già nel "Uomo dai 1000 volti" il meglio del suo repertorio. "CIAK SI GIRA!" è la frase magica che ci evoca il momento in cui l'artefice della cinema crea il sogno ed è il titolo con il quale l'artefice Brachetti ci porta in un sorprendente viaggio nell'universo del Cinema. In una serie di numeri, momenti teatrali ed evocativi, in una nuova ambientazione scenografica, Arturo rivive il suo amore per la settima arte. Lo spettacolo ha inizio con un enorme televisore in cui Arturo si trasforma fulmineamente nei personaggi che popolavano i film del pomeriggio TV, quelli che tutti noi abbiamo visto e amato fin da piccoli: Zorro, Mary Poppins, Maciste, Crudelia De Mon, cowboys, corsari e avventurieri. Arturo poi ricorda di essere stato, ancora adolescente, al museo del cinema di Torino, la sua città, e di essersi particolarmente impressionato alla sezione Horror. Crea quindi dal vivo un divertentissimo delirio di incontri, dove il prete esorcista si trova faccia a faccia con Nosferatu , servito dal becchino di turno. Il mostro di Halloween, dopo aver fatto a pezzi la bimba indemoniata, perde la testa e la ritrova letteralmente tra le ginocchia. Come in ogni horror che si rispetta, i quadri parlano, i fantasmi spariscono e le tavole volano. Arturo racconta i personaggi che lo colpirono molto nelle sua primissime uscite al cinema, da Baby Jane ai musicals… ci racconta poi la storia di Lon Chaney, chiamato anche lui “l'uomo dai 1000 volti”, che fu il pioniere dei trucchi facciali per creare personaggi ormai diventati icone del cinema; fa rivivere attraverso cambi fulminei di costume e truccatura tutti i personaggi resi famosi dall’attore come il Fantasma dell'opera, Quasimodo, Fu-Manchu, clown inquietanti e Pierrots melanconici. In un altro momento più intimo Arturo ripropone le sue ombre cinesi, immaginandole come il più antico cartone animato del mondo, oppure il cappello del nonno con il quale si trasformava, da piccolo, in decine di personaggi, oppure ancora il numero di fantasia: "con nulla si fa tutto". L'evocazione del mondo di Fellini chiude la prima parte dello spettacolo, come massimo connubio tra invenzione scenica ed evocazione onirica. Questo pezzo teatrale era già uno di momenti più toccanti e visualmente inventivi del precedente show di Brachetti. La seconda parte dello spettacolo è quasi interamente dedicata ai grandi film hollywoodiani con una parata di personaggi da fare invidia a una cineteca: Charlie Chaplin, Gene Kelly, King Kong, Shreck, Liza Minneli, Gollum, Harry Potter, Carmen Miranda, E.T. Judy Garland, Jack Sparrow, Biancaneve, Darth Vader, e molti , molti altri, creando uno zapping cinematografico esilarante e sorprendente. Arturo si trasforma, fa magie, sparisce, vola… Dopo più di sessanta trasformazioni e sorprese magiche, lo show si conclude con un evocazione poetica e spettacolare, un ringraziamento a tutti gli oggetti e azioni più banali che sono diventati memorabili grazie al loro uso nel cinema… dalla luna di Méliès, all’urlo di Tarzan alla bicicletta di E.T. La tournée italiana sarà interrotta per il mese di dicembre e gennaio per poter portare "Ciak si gira!" al Teatro Folies Bergère di Parigi, dove Arturo è atteso dal pubblico francese con grande impazienza. Paolo Caiazzo, ormai immancabile autore ed interprete dei nostri cartelloni, chiude la stagione con uno spettacolo nuovo, un’altra delle esilaranti commedie che tanto divertono il pubblico, dall’intreccio teso all’attualità come sempre in questo autore. Le sue commedie descrivono situazioni di tutti i giorni, i suoi personaggi sono quelli che incontriamo nella vita, il tutto letto con una ironia sui caratteri e sulle reazioni agli avvenimenti che fanno di questo autore uno dei più notevoli autori del teatro italiano. In questa nuova pièce, “SEPARATI IN CASA”, Raffaele e Nicola sono due quarantacinquenni separati dalle mogli ed impiegati nello stesso ufficio. In difficoltà economica per uno stipendio decurtato dagli alimenti da riconoscere alle rispettive ex, decidono di condividere lo stesso appartamento di periferia. Parte da questo una serie di equivoci con il vicinato e soprattutto con le loro ex. Con Caiazzo un gruppo dei giovani attori che recitano con lui da anni, formando un team affiatato e di successo. FUORI ABBONAMENTO Un nuovo spettacolo di Alessandro Bergonzoni, un nuovo modo di spiazzare il pubblico con i suoi discorsi che sembrano tanto surreali da diventare indescrivibili; ma una cosa è certa: secondo l’artista, “URGE”! Del suo spettacolo lasciamo la descrizione a lui, che ce lo descrive in maniera inequivocabile: Stai colmo! Questo mi sono detto nel fare voto di vastità, scavando il fosse, usando il confine tra sogno e bisogno (l’incubo è confonderli). Come un intimatore di alt, come un battitore di ciglia che mette all’asta gli apostrofi delle palpebre, come l’inventore del cuscino anticalvizie o del transatlantico anti agressione, come chi è posseduto da sciamanesimo estatico, a suon di decibellezze da scorticanto, come giaguaro che diventa uno degli animali più lenti se in ascensore e come lumaca che diventa uno dei più veloci se in aereo, così tra tellurico e onirico, tra lo scoppio delle alte cariche dello stato (delle cose), tra me e me, in uno spazio da antipodi, in un limbo dell’imparadiso (infermo di mente piu’ che fermo di mente), ho avuto un sentore: urge. Alessandro Bergonzoni E una parola al regista, per chiarirci le idee: Se dovessi descrivere i punti dai quali siamo partiti per la genesi di questo spettacolo non avrei dubbi: l’urgenza, l’allerta, la necessità di non astenersi dal dire, la traiettoria che permette lo sconfinamento veloce da un territorio artistico conosciuto e praticato in direzione dei “vasti” spazi confinanti. Ma cosa, in definitiva, “Urge” a Bergonzoni? Sicuramente segnalarci delle differenze; quella mancanza di precisione nello sguardo del mondo che se trascurata può realmente cambiare il senso delle cose, quelle frettolose banalizzazioni che accomunano cose in realtà diversissime tra loro. E anche dimostrare che la comicità è fatta di materiali non solo legati all’evidente o al rappresentato. Ma soprattutto mettere sotto gli occhi degli spettatori il suo “voto di vastità”: un vero e proprio canone artistico che lo obbliga, sia come uomo ma soprattutto come artista, a non distogliere mai gli occhi dal tutto: un tutto composto dall’enormità, dall’invisibile, dall’onirico, dallo sciamanico, dal trascendentale. Un tutto che forzatamente non può non essere poi riversato anche sul palcoscenico per essere esibito con tutti i mezzi dell’arte autoriale prima ed attoriale poi. Ed anche oltre. La glossolalia non lo frena e gli “illuminati” sul fondo non lo irretiscono. Un tutto perturbante che, forse, costringerà a considerare Bergonzoni non più solamente maestro di cerimonia di una liturgia comica ma anche strumento di correzione ottica per permettere di vedere meglio la vastità in cui siamo immersi. Attenzione: lo stupore della scoperta può essere fragoroso. Riccardo Rodolfi Il successivo spettacolo fuori abbonamento è “TANGO de Buenos Aires”. Sulle note del famoso Decarisimo Quinteto, Roberto Herrera e la sua Compagnia presentano l’irresistibile eleganza, sensualità e seduzione del tango, con la forza del folklore argentino. Seguendo i suoi ritmi e le musiche tradizionali la città ci viene raccontata attraverso le milonghe, che rappresentano l’essenza dell’anima del popolo argentino, e la danza popolare contemporanea, che dimostra come la tradizione sia sempre presente nel suo animo. Un duo di date per “IL LAGO DEI CIGNI” e “GISELLE” di Adam, del Russian State Ballet of Rostov. La Compagnia è nata nel 2000, ed oggi è diretta da Alexei Fadeechev; la compongono i solisti Nelya Alimova e Andrey Ryabov, famosi in campo internazionale, e tre solisti del balletto Nazionale di Cuba, oltre a giovani solisti cresciuti nella sua scuola ed oggi già molto noti nel mondo del balletto. Il nuovo concerto di Luca Carboni Il Ballet de Cuba, composto da una solida formazione che spazia dalla danza tradizionale, folklorica, alla danza moderna jazz, ci porta nel cuore della cultura cubana, partendo dalla Santeria con i ritmi d’origine africana della Caringa, proseguendo nel son, bolero, cha cha cha, salsa e rumba, alternati ai celebri Guantanamera e Chan Chan, tra luci e colori solari ed energetici. PietrArsa e Mimmo Maglionico, con M’Barka Ben Taleb, stars di Napoli Arab Style, 8 tra musicisti e voci per uno spettacolo di musica etno-napoletana dai suoni accattivanti e sensuali.