University of Laddington Titolo del Libro: Basi per apprendere la psicologia forense di: Tomas Versis Indice Definizione generale di psicologia Forense Pag 2 e obbiettivi. La criminalità Pag 3 Metodi di indagine Pag 7 Analisi della scena del crimine Pag 8 (Grafologia Forense) Pag 9 (Archeologia Forense) Pag 9 (Tafonomia) Pag 11 (Tossicologia Forense) Pag 12 (Balistica forense) Pag 13 (Patologia forense) Pag 13 Autopsia Pag 14 Importante: Il seguente materiale appartiene a Wikipedia e ai rispettivi autori. Le informazioni riportate sono basate su avvenimenti reali storicamente documentabili. Le uniche informazioni false sono l’autore del documento (necessario per il gioco) e il titolo del documento. Vi auguriamo buona lettura. 1 Programma Lezione di Psicologia Forense 1. Definizione di Psicologia Forense e obbiettivi La psicologia forense è praticata dagli psicologi che con diversi ruoli lavorano in ambito poliziesco. Lo psicologo forense può essere versatile in diversi ambiti: • Durante la raccolta di prove e testimonianze, sarà suo compito valutare tutte le possibilità di sviluppo di un caso e quindi valutare di conseguenza le categorie, in cui, si pongono tutti i coinvolti al caso stesso (Lista dei sospettati, dei testimoni, delle vittime, degli aggressori, delle prove del caso, delle tracce sulla scena, ecc...) • Durante lo svolgimento di un caso per valutare se una persona possiede un livello intellettivo e una salute mentale sufficienti per poter testimoniare; • Valutare ed analizzare gli stati emotivi e psicologici di ogni persona coinvolta nel caso (Come ad esempio la sudorazione, il movimento degli occhi, la mimica corporale, le espressioni somatiche, i timbri ed il tono di voce, al fine di beneficiare l’indagine. • L’analisi del contesto sociale in cui si trovano i coinvolti del caso (come ad esempio il loro lavoro, i loro Hobby, i loro interessi, le loro amicizie, e i vari rapporti con tutte queste realtà sociali). • Se l'atto criminale che ha commesso è la conseguenza di uno squilibrio mentale oppure diversamente; • se la testimonianza di una persona, che sia diverso dalle parole o dalla scrittura ( disegni, simbolismi, numeri, immagini, fotografie, prove di natura comune o meno, ecc…) ,può essere presa in considerazione oppure no in un indagine. Tutto questo appartiene al campo dell’analisi di un caso, e fortemente legato alla psicologia forense di cui tratta tali campi, si arriva dunque alla conclusione che tutti questi fattori, vanno ad influire per raggiungere un unico scopo, la scoperta del MOVENTE e quindi alla risoluzione del caso. Una volta raggiunto il movente che consiste nella motivazione, per cui il criminale ha compiuto tale atto (o i criminali) si ha già una buona traccia del carattere psicologico del criminale, la psicologia forense non si basa solo sull’analisi di una scena del crimine, ma spazia anche su molti altri rami della psicologia e che funge da armamentario personale per poter tracciare un profilo psicologico/evolutivo di un crimine o di un criminale o del gruppo. Quindi si implicano materie come: - P. applicata (Che adatta le teorie psicologiche a diversi settori, come i disturbi mentali, il lavoro, l’educazione, e il crimine) - P. Clinica (solo specializzata nei campi dell’ analisi: 1. Delle condizioni di disagio personale e relazionale; 2. Al corretto inquadramento dei fattori psicologici, personologici, relazionali e contestuali che generano e mantengono il disturbo; 3. Espanso all’analisi del singolo individuo o del gruppo nell’ambito sociale) - P. Filosofica (Psicologia che tratta come parte della filosofia, le problematiche dell’uomo, in cui si coinvolgono alcuni concetti procastici) - P. Della Forma (Teoria di Gelstat, per quanto riguarda la percezione di un movimento in una successione rapida di sequenze/immagini. In campo forense, implica l’analisi, scena per scena, di un crimine o di una situazione, in cui successivamente si passa al suo movimento 2 “continuo”. Un esempio pratico è l’analisi di un caso, evento dopo evento, e quindi cercare di captare i particolari o le specifiche di singole scene per poi comprendere meglio la generalità del caso, o comunque ottenere degli sviluppi maggiori attraverso questo metodo. Così viene applicata in forense la teoria di Gelstat) Tutte questi campi di psicologia che vengono utilizzati nella linea generale dell’indagine portano a facilitare e a tracciare il profilo psicologico del criminale come accennato prima, in modo da poter anticipare a comprendere il caso, e quindi prevenire ulteriori aggravanti (come nel caso degli omicidi seriali) o di risolvere in maniera più efficiente il caso. La psicologia forense quindi si pone l’obbiettivo di “Prevenire” e questo lo fa attraverso le sue ampie conoscenze in tali campi, lo psicologo forense infatti può anche volutamente appoggiarsi a un psicologo specializzato in uno dei campi sopra descritti (P. filosofica, applicata, clinica…) per poter avere un quadro più specifico della situazione del caso o per arrivare allo scopo ultimo, fermare il criminale e arrivare alla risoluzione del caso tramite il movente e tutti gli elementi che ad esso portano. 2. La criminalità - - La criminalità è uno dei fattori fondamentali per la quale esiste un organo/i (all’interno di una comunità o di una città o di un gruppo di persone) specificatamente assegnato per il suo soppiantamento, le varie istituzioni che ricoprono questo ruolo sono “la Polizia” e “la Scotland Yard” diametralmente parlando dalla parte del crimine si può trovare una facile assegnazione a queste due istituzioni criminali: Ordinari(come gli evasori fiscali, immigrati clandestini, rapinatori ecc…), Psicotici (malati di mente o persone con psicosi che portano verso il crimine tra le quali anche il sociopatico), Piccole bande (vandali, o comunque gruppi in associazione a delinquere), Killer ( e tutte le sue categorie), Criminalità organizzata (mafiosi, associazioni a delinquere composte da vere e proprie gerarchie, compiti pilotati e persone con assunzione di crimini pericolosi cosiddetti “mandanti” che possono essere contro la loro volontà o non). Questi sono alcuni esempi di gruppi criminali contro cui l’organo poliziesco e coinvolto a combattere, per garantire la sicurezza pubblica. Le varie tipologie generali di criminali possono anche suggerire una linea generale del loro metodo di approccio con la vittima, con la legge, e con la polizia, facendo capire in un infarinatura generale i casi di sviluppo più probabili fin dall’inizio, se si stabilisce una linea di appartenenza di questo tipo come sopra descritto. Cosa fondamentale per catalogare il criminale o il caso, è analizzare il metodo con cui ha agito cercando di portare la sua identificazione ad un cerchio sempre più ristretto e sempre più specifico. Ad esempio determinare come si riconosce un criminale forse è uno dei campi in cui ancora oggi ,molti psicologi cercano ancora di scoprire nuovi metodi e nuove teorie efficaci che possano aiutare alla prevenzione, ancora oggi non esiste un fondamento efficace per tale scopo ma solo alcune piccole accortezze che potrebbero portare a un eventuale sospetto più o meno fondato. Criminale Ordinario 3 Il criminale ordinario solitamente è un individuo che agisce singolarmente o al massimo in coppia al solo scopo di non essere “Evidente” dell’atto illecito che copie (rapina, evasione, adulterazione alimentare, corruzione, violenza privata, scippo con strappo, frode fiscale ecc…) <non è possibile individuare questo tipo di criminale in quanto tende a non lasciare tracce di se o far trasparire su di se tali crimini, infatti lo si riconosce solo al momento di compiere l’illecito, forse fra i pochi indizi si può individuare la sua ordinaria ed ottima disponibilità a pagare sempre anticipato o puntale sebbene il suo lavoro non glielo permetta ( il ché farebbe supporre che possegga somme di denaro procurate illegalmente) o una buona conoscenza di base delle leggi per poter aggirare gli ostacoli burocratici a suo carico (che può individuare una persona specializzata nella frode fiscale) un comportamento estraneo alla relazione con un specifico individuo ( ad esempio un ufficiale o comunque un appartenente ad una professione con potere decisionale che stringe legami amichevoli con persone poco raccomandabili, ma potrebbe essere lui stesso coinvolto in una ricerca e quindi ad un infiltramento con tali persone per poter sviluppare il caso). Questi sono solo delle tracce che comunque rimangono di uso limitato a causa della miriade di motivazioni alternative che potrebbero avere e che possono essere non legate ad un illecito. Criminale psicotico Questi individui vengono assoldati da altre bande oppure riescono a formare dei gruppi fra di loro. Sono soliti aggirarsi per le strade al fine di trovare vittime per le proprie nefandezze. Queste persone vivono al solo scopo di soddisfare i loro vizi, ossessioni, alienazioni, oppure sfogare le loro perversioni dovute alla malattie mentali di cui sono affetti, non importa come vivono, l’importante è appagare le loro pulsioni violente cercando di trovare la loro pace interiore o meglio, quello che loro ritengono sia pace interiore. Nello specifico dell’analisi e del riconoscimento, si può individuare questi criminali attraverso i loro atteggiamenti che possono essere manifestati pubblicamente o essere nascosti attraverso comportamenti alternativi che anno il fine di mascherare la loro psicosi e quindi di trovare l’inserimento nella società. Per cercare di individuare questo tipo di criminale si dovrebbe analizzare o sperimentare i loro comportamenti attraverso varie situazioni per cercare di far affiorare la loro psicosi, può essere un processo pericoloso quanto efficace, tutto dipende da quanto è grave la psicosi o quanto pericoloso sia il criminale in questione. Una volta individuata la psicosi sarà relativamente più semplice tracciare un tratto caratteriale e catalogare il suo comportamento. Il criminale affetto da psicosi è abituale in quanto dovrà sempre appagare il suo stato di “insoddisfazione” quindi ci si può aspettare che si macchierà di quel crimine finché non sarà soddisfatto, importante quindi cercare di prevenire attraverso la scoperta della psicosi. Piccole bande Le piccole bande criminali sono composte da due o più criminali, solitamente non sono ben organizzate e tendono ad agire in maniera grossolana e poco precisa senza tracciare un piano elaborato per raggiungere il loro scopo, politicamente parlando non gli importa nulla di quale siano le conseguenze del caso ed agiscono come un medico che al posto di un bisturi usa un coltello da macellaio. Sono solitamente propensi a creare disordini, caos, panico, terrore, atti di vandalismo più o meno efferati e sono disposti ad uccidere se il caso lo richiede, non si muovono mai da soli e cercano l’unione per facilitare il compito (si limita solo ala facilitazione del compito e non ad una più complessa elaborazione), in queste piccole bande è sempre presente un capo, o almeno una figura che si è guadagnato tale ruolo attraverso prove di forza o di fedeltà (nei confronti della banda) o di intelligenza e quindi e stato messo in tale ruolo in quanto ha la capacità di trascinare e farsi ascoltare dai membri di tale gruppo…con qualsiasi mezzo. 4 Una piccola banda criminale non è facilmente riconoscibile in quanto, sì, lasciano molte tracce, durante il loro passaggio o comunque hanno comportamenti difficilmente mascherabili, ma in quanto tramite la paura scaturita dalla loro guida (il capo) oppure la forte influenza su di loro tende a non far trasparire un associazione a delinquere ma ad individuarli come criminali “Singoli” che agiscono per loro conto, tutto questo al fine di non danneggiare in maniera troppo grave l’intero gruppo. L’esempio di quando si perde un dito ma comunque la mano è ancora utilizzabile. Killer • Organizzato • Disorganizzato • Con motivazione (Visionari/allucinati) (Missionari) (Edonistici) (Motivati dal guadagno) (dominatori) Organizzato Disorganizzato S A ono killer lucidi, spesso molto intelligenti, metodici nella pianificazione dei crimini. Mantengono un alto livello di controllo sull'andamento del delitto; non raramente hanno conoscenze specifiche sui metodi della polizia, che applicano allo scopo di occultare scientificamente le prove. Seguono con attenzione l'andamento delle indagini attraverso i mass media e concepiscono i loro omicidi come progetti di alto livello. Spesso questo tipo di killer ha una vita sociale ordinaria, amici, amanti, o addirittura una famiglia. giscono impulsivamente, spesso uccidendo quando se ne verifica l'occasione, senza una reale pianificazione. Spesso hanno un basso livello culturale e un quoziente d'intelligenza non eccelso; non sono metodici, non occultano le tracce (sebbene siano talvolta in grado di sfuggire alle indagini per qualche tempo, principalmente spostandosi velocemente e grazie alla natura intrinsecamente "disordinata" del loro comportamento su lunghi archi di tempo). Questo genere di killer in genere ha una vita sociale e affettiva estremamente carente e a volte qualche forma di disturbo mentale. Con Motivazione: (Visionari/allucinati) Contrariamente a quanto si potrebbe supporre, non è frequente che i serial killer abbiano disturbi mentali importanti, per esempio schizofrenia. In qualche raro caso, tuttavia, un serial killer può corrispondere a questo stereotipo e letteralmente uccidere "seguendo le istruzioni di voci nella sua testa" o come conseguenza di esperienze di tipo allucinatorio. (Missionari) 5 Alcuni serial killer concepiscono i loro omicidi come una missione. Per esempio, lo scopo di un serial killer "in missione" può essere quello di "ripulire la società" da una certa categoria (spesso prostitute o membri di determinati gruppi etnici). (Edonistici) Questo tipo di serial killer uccide con lo scopo di provare piacere. Alcuni amano la "caccia" più che l'omicidio in sé; altri torturano o violentano le loro vittime mossi da sadismo. Altri ancora uccidono le vittime velocemente per indulgere in altre forme di attività come la necrofilia o il cannibalismo. Il piacere per questi serial killer è spesso di natura sessuale, o ha un analogo andamento e un'analoga intensità pur non essendo riconducibile ad alcun atto esplicitamente sessuale. (Motivati dal guadagno) La maggior parte degli assassini che agiscono per ottenere dei vantaggi materiali (per esempio a scopo di rapina) non sono in genere classificati come serial killer. Tuttavia, esistono casi limite che sono considerati tali. Un esempio pratico potrebbe essere quello di un seriale che attira turisti benestanti all’interno della propria abitazione uccidendoli e derubandoli. La psicosi in questa tipologia si riscontra quando il numero delle vittime e spropositato rispetto al bottino ottenuto, quindi spinge a pensare che ci sia un piacere morboso nell’uccidere con questo determinato metodo. (Dominatori) È il tipo più comune di serial killer. Il principale scopo dell'assassino in questo caso è quello di esercitare potere sulle proprie vittime, in tal caso contribuendo al rafforzamento della propria stima di sé (della propria forza fisica e morale). Questo tipo di comportamento è spesso inteso (inconsciamente o consciamente) come compensazione di abusi subiti dal killer nell'infanzia o nella vita adulta. Molti killer che violentano le proprie vittime non ricadono nella categoria "edonistica" perché il piacere che provano da questa violenza è secondario (se non addirittura assente); la violenza stessa riproduce, fedelmente o simbolicamente, una violenza subita in passato. >>Ci sono però numerosi casi di assassini seriali che presentano caratteristiche proprie di più di una di queste categorie, e che possono quindi venire assegnati contemporaneamente all'una e all'altra. Le stesse considerazioni valgono nel caso di quei serial killer il cui movente varia da un delitto all'altro, e di quelli che non hanno un tipo di vittima preferito e sembrano spinti a uccidere da un "bisogno interno", una compulsione omicida che si impone sopra qualsiasi altra considerazione razionale. Questi sono ovviamente i casi più difficili da classificare per uno studioso del fenomeno.<< Criminalità organizzata La criminalità organizzata ai giorni nostri e vista come una delle maggiori piaghe sociali presenti nel nostro paese. La criminalità organizzata si fonda su una forte gerarchia interna e un istituzione di comando basata sul terrore o sul carisma di colui che la rappresenta, di solito tende a trascinare l’organizzazione in maniera molto diretta ed efficiente. Queste organizzazioni solitamente sono molto difficili da stanare anche se le loro azioni e i loro crimini sono molto evidenti nelle scene dei crimini, tendono sempre a firmarsi o dare l’idea molto chiara di cosa volessero ottenere attraverso quel crimine. Il loro punto forte sta non nel camuffare le loro tracce ma di rendere difficilmente collegabili gli omicidi alle sfere più alte di tali gruppi, tramite agganci politici, sociali, lavorative, realtà criminose e bellicose, infatti il lavoro sporco viene molto spesso affidato alle ultime scale dell’associazione, mentre le parti alte pensano all’elaborazione politica del caso, ai benefici di tale atto, e alla composizione di un piano più o meno infallibile per portare a termine il loro compito. Ripeto, la loro infallibilità non sta in un metodo fisico e diretto (come nascondere le tracce) ma in una gestione politica della situazione e molto spesso anche quando sono vicini al tracollo ne escono indenni proprio grazie alle loro conoscenze. 6 I loro interessi tendono a spaziare su attività più o meno illecite che possono andare dalla prostituzione al contrabbando di sigarette, dal raket di estorsione al sequestro di persona qui una lista dettagliata: • • • • • • • • • • traffico d'armi contraffazione contrabbando di sigarette, tabacchi ed altre merci traffico di stupefacenti, droghe pesanti e leggere (principalmente) traffico di profughi clandestini prostituzione sequestri di persona racket delle estorsioni traffico dei rifiuti voto di scambio Oltre a queste attività, la mafia, si propone come scopo “più grande” il controllo del territorio sulla quale solitamente agisce, e cerca di porsi come contrapposto alle istituzioni cercando di minarle e quindi ottenere da tutto questo potere e denaro, uno dei motivi fondamentali per la quale, questa realtà criminale spazia in molti campi in maniera illegale. Per riconoscere una criminale che appartiene ad una associazione mafiosa i tratti evidenti possono essere, la sua educazione molto elevata che sta molto spesso alla pari con la sua cultura e la sua istruzione, ovviamente grazie alle loto attività illecite traggono molti profitti quindi molto spesso li si può vedere vestiti eleganti, o comunque con oggetti (anelli collane) di materiali preziosi (oro, argento). I tratti distintivi invece delle basse sfere sono di solito menomazioni fisiche anche forti, come il mignolo sinistro di una mano, un piede, una gamba, un braccio, una mano, la lingua, gli occhi, sfregi (in qualsiasi parte del corpo), tatuaggi, marchiature a fuoco, un orecchio mancante, all’interno di queste associazioni “le mancanze” vengono visti come trofei o comunque segni della loro dedizione all’associazione, o semplicemente le punizioni subite per un tradimento o un torto contro la stessa associazione. 3. Metodi di indagine >>Regolamento Generale<< Dopo aver acquisito la notizia di reato e averla comunicata alla polizia, l’agente che ha ricevuto la comunicazione dovrà comunicarla al responsabile poliziesco, che successivamente comunicherà l’assegnazione del caso ad un minimo di due agenti che successivamente passeranno a una fase di indagine preliminare che consiste nel: - ricerca delle cose e delle tracce pertinenti al reato; - conservazione di esse e dello stato dei luoghi; - ricerca delle persone in grado di riferire su circostanze rilevanti per la ricostruzione dei fatti; - compimento degli atti urgenti (quale documentazione delle prove, archiviazione delle denunce e delle testimonianze prelevate e spontanee ecc…) 7 A tale scopo la polizia. compie sia un’attività formale d’indagine, consistente in atti specificamente regolati dalla legge, sia un’attività informale, costituita da atti non implicanti l’esercizio di poteri autoritativi. Appartengono al novero delle attività formali d’indagine: - l’identificazione della persona indagata e di quelle informate dei fatti, che può essere compiuta "eseguendo, ove occorra, rilievi fotografici nonché altri accertamenti" - l’accompagnamento nei propri uffici delle persone che rifiutino di farsi identificare ovvero forniscano generalità o documenti di identificazione che si ritengono falsi per un tempo non superiore alle 12 ore o 24 nel caso di identificazione complessa; - l’assunzione di sommarie informazioni dalla persona indagata a condizione che quest’ultima non si trovi in stato di arresto o fermo. Tali informazioni hanno valenza investigativa e possono essere preordinate a costituire prova; - l’assunzione di sommarie informazioni sul luogo e nell’immediatezza del fatto dalla persona indagata - la ricezione di dichiarazioni spontanee dalla persona indagata - l’assunzione di sommarie informazioni dalle persone informate dei fatti che devono essere verbalizzate ed acquisite al fascicolo - la perquisizione personale o locale alla quale la polizia. può procedere su propria iniziativa in caso di flagranza di reato o di evasione - l’acquisizione di plichi o di corrispondenza da trasmettere alla polizia. perché proceda al loro sequestro. - l’ispezione e il sequestro ai quali la polizia. ricorre quando vi è pericolo che le tracce e le cose pertinenti al reato si alterino o si disperdano o comunque si modifichino e che lo stato dei luoghi e delle cose venga mutato prima dell’intervento del P.M.. Il difensore ha facoltà di assistere senza diritto di essere preventivamente avvisato. Tutti gli atti di indagine preliminare svolti dalla polizia. devono essere documentati e inseriti nel fascicolo delle indagini secondo le seguenti modalità: - redazione di un verbale di a) denunce, querele e istanze presentate oralmente; b) sommarie informazioni rese e dichiarazioni spontanee ricevute dalla persona indagata; c) informazioni assunte da persone informate dei fatti, imputate in un procedimento connesso o imputate di un reato collegato a quello per cui si procede; d) perquisizioni e sequestri; e) identificazione di persone, acquisizione e apertura di plichi, fermo di corrispondenza, rilievi e accertamenti sullo stato di persone, cose e luoghi; f) atti, che descrivono fatti e situazioni, eventualmente compiuti sino a che il pubblico ministero non ha impartito le direttive per lo svolgimento delle indagini; - annotazione sommaria di tutte le attività svolte, comprese quelle dirette alla individuazione delle fonti di prova. 4. Analisi della scena del crimine L’esame della scena del crimine prevede il sopralluogo tecnico sul teatro del delitto nel caso di reati di particolare rilevanza. La polizia ha poi il compito di esaminare il fascicolo ed effettuare il controllo di qualità di tutti gli atti relativi alle ispezioni effettuate. Già nel corso del primo sopralluogo immediatamente dopo il delitto, o durante rilievi successivi, si segue un preciso approccio metodologico finalizzato all’analisi della scena del crimine, con l’obiettivo di individuare ogni indizio utile alla ricostruzione della dinamica dell’evento. Il passo successivo è l’analisi della scena del crimine. Vengono analizzate le immagini relative al luogo del reato, e in particolare quelle che riprendono la vittima, le lesioni e i reperti. Partendo dai rilievi planimetrici effettuati, dalle immagini scattate o riprese, dalle perizie medico-legali e balistiche, è possibile arrivare ad una simulazione del delitto, che consente di eliminare 8 progressivamente dal campo delle indagini ogni informazione fuorviante. E’ quindi il momento dell’analisi delle informazioni. Allo studio di un caso viene applicata un’originale metodologia di tipo logico deduttivo ed empirico-induttivo, basata sull’impiego di modelli matematici e statistici ricavati dall’esperienza londinese. I risultati ottenuti dai sopralluoghi e dall’analisi delle informazioni serviranno quindi ad individuare il profilo d’autore criminale, vale a dire un modello comportamentale che consenta di caratterizzare il responsabile sconosciuto di un omicidio, di una rapina. (Grafologia forense) Cosa fare dunque di fronte a un manoscritto da esaminare, ad esempio una lettera anonima? Il documento deve essere innanzitutto esaminato per rilevarne i “connotati salienti”, come la forma della grafia, la dimensione, la regolarità, la direzione, e la pressione esercitata sul foglio. Si passa quindi alla ricerca del “contrassegno”, del cosiddetto “gesto fuggitivo” incontrollato: una singola lettera, un legamento, un tratto iniziale o finale della scrittura, qualunque elemento costante e ricorrente capace di avvalorare l’unicità del gesto grafico. A questo punto l’indagato viene sottoposto a un “saggio grafico”: gli viene cioè richiesto di scrivere “in diretta” per poter poi confrontare i diversi documenti disponibili. Senza dubbio la grafia di una persona sottoposta a procedimento giudiziario può essere diversa da quella abituale, magari per uno stato d’ansia o per l’intenzione di camuffare la propria scrittura spontanea. Proprio per questo motivo in genere il saggio è piuttosto esteso: in poche righe è ancora possibile mantenere un controllo ferreo sulla propria mano, riuscendo magari a dissimulare i tratti tipici della grafia. Dalla seconda pagina in poi però prevale l’automatismo del movimento e chi scrive comincia inevitabilmente a rispecchiarsi sempre più chiaramente sul foglio di carta. Soprattutto se il soggetto viene “distratto”, magari chiedendogli di cambiare tipo di penna, di passare dal corsivo allo stampatello o di scrivere a velocità differenti. È proprio il meccanismo involontario della grafia a rendere valido il saggio anche in un’epoca come quella attuale, dove la penna ha ormai ceduto quasi definitivamente il passo al computer. La mancanza di “allenamento”, infatti, all’inizio può rendere meno fluida la scrittura, ma già dopo una decina di righe le strutture mentali cominceranno inevitabilmente a trasparire. Una volta acquisito il saggio grafico, i documenti vengono messi a confronto: più il materiale a disposizione è abbondante, più c’è la possibilità di riscontrare o meno somiglianze e quindi di esprimere un giudizio di identità attendibile. (Archeologia Forense) Vi sono dei parametri fondamentali, che è necessario individuare: • Razza. Dalla forma del cranio è possibile distinguere le tre principali razze umane: la caucasoide, la negroide e la mongoloide. I principali parametri presi in esame sono: Nel cranio: *la forma dell’apertura nasale *il bordo nasale inferiore *la forma delle orbite *l’ampiezza degli zigomi *l’arco dentale *la forma dei denti *il prognatismo 9 Nelle ossa lunghe: *rapporto femore-tibia *rapporto omero-ulna *curvatura femorale anteriore Gli individui caucasici hanno la faccia più stretta col naso alto e il mento prominente. Quelli di origine africana hanno il cranio più largo e basso e le aperture nasali più ampie. Le persone di origine asiatica presentano zigomi proiettati in avanti e particolari caratteristiche dentali. soggetto caucasoide soggetto negroide soggetto mongoloide Spesso è possibile ritrovare dei capelli ancora attaccati al cranio: esaminandone colore e struttura microscopica sarà ancora più facile risalire alla razza. 2. Genere. La determinazione del sesso può essere fatta basandosi sul dimorfismo sessuale (ovvero la differenza strutturale tra maschio e femmina). Vi sono infatti alcune strutture che presentano 10 caratteristiche diverse a seconda del genere di appartenenza. La principale è la forma del bacino. Alcune caratteristiche femminili sono: ossa meno massicce; maggiore profondità; apertura superiore dell’osso pelvico più larga; cavità pelvica più larga e profonda; osso sacro più corto, più largo, con parte superiore meno curvata; forami dell’otturatore più piccoli e di forma ovale-triangolare (quelli maschili sono rotondi); apertura pelvica inferiore più larga e coccige più mobile; spine ischiatiche meno pronunciate verso l’interno della cavità pelvica; acetaboli più piccoli e diretti più anteriormente; sinfisi pubica meno profonda; arco pubico più largo e più rotondeggiante: forma un angolo di 90° rispetto a quello maschile di 60°. Queste sono solo alcune differenze, ma bastano per far capire che per un esperto non è difficile stabilire il genere del corpo in esame. bacino femminile bacino maschile 3. Presenza di traumi. È necessario stabilire se si sono verificati prima o dopo la morte (dallo stato di reazione dei tessuti), da quale tipo di arma sono stati causati (da fuoco, da taglio ecc.), quanti colpi sono stati inferti e via così. È importante valutare anche se ci sono vecchie fratture ormai saldate, presenza di dispositivi medici/chirurgici (viti, placche…), deformazioni congenite. Il tutto per restringere il campo e facilitare l’identificazione. In alcuni casi, grazie a una tecnica chiamata “ricostruzione facciale tridimensionale”, è possibile risalire all’aspetto che il viso del deceduto aveva in vita. Uno specialista si basa sulla struttura del cranio per modellare con creta i vari strati muscolari del viso. Può essere utilizzato il cranio originale o meglio un suo stampo, se non si vuole rischiare di rovinarlo. Dapprima in base alla conformazione del teschio vi vengono applicati dei piolini in legno di dimensioni standard (che variano in base a sesso, età, razza ecc), che aiutano a stabilire la profondità dei vari strati di tessuto muscolare. Poi seguendo questi piolini come guida, vengono ricostruiti tutti i fasci muscolari, a partire dai più profondi. Una volta messi in posizione, lo “scultore forense” riempie gli spazi tra di essi in base a criteri legati alla conformazione del cranio ma anche all’intuito e all’esperienza dell’artista. Grazie agli ultimi sviluppi tecnologici, questa tecnica viene gradualmente sostituita con la ricostruzione facciale computerizzata. Degli speciali scanner laser scansionano l’intero teschio e un software ricostruisce l’aspetto del viso della persona a cui apparteneva prima della morte. (Tafonomia) La conoscenza dei processi di decomposizione di un cadavere (tanatologia e tafonomia) in differenti situazioni e posizioni permette, attraverso la registrazione e l’interpretazione delle modificazioni che i singoli distretti scheletrici hanno subito durante tali fenomeni disgregativi, di ricostruire la 11 posizione originaria posseduta dal cadavere al momento della sepoltura (ad esempio l’effettiva intenzionalità della posizione arbonic nelle sepolture di età protostorica o la declinazione del campo secondo un preciso orientamento), ma anche il tempo trascorso tra la morte e la sepoltura, la presenza di vesti\sudari o contenitori per la salma (sepoltura in cassa o in fossa terragna). Gli studi tafonomici sono utili sia in campo archeologici, per ricostruire gli atti compiuti dai necrofori attorno alla salma durante il rituale di sepoltura, sia in campo forense, per fornire all’Autorità Giudiziaria indizi circa le modalità di occultamento del cadavere. Lo studio dei processi di decomposizione e scheletrizzazione può, durante un’indagine investigativa, dare delle indicazioni circa il P.M.I. (Post Mortem Interval). (Tossicologia Forense) La tossicologia forense è essenzialmente un’area specialistica della chimica analitica. La tossicologia è la scienza degli effetti negativi delle sostanze chimiche sugli organismi viventi. In linea di massima, si può dire che un tossicologo scovi e identifichi sostanze estranee nell’organismo, con particolare enfasi su quelle tossiche o pericolose. Un tossicologo descrittivo esegue dei test di tossicità per valutare il rischio che l’esposizione a queste sostanze costituisce per gli esseri umani. Un tossicologo meccanicistico invece tenta di determinare il modo in cui le sostanze causino effetti deleteri sugli organismi viventi. Un tossicologo regolatore, infine, giudica se una sostanza provochi un rischio abbastanza duraturo da giustificarne l’esposizione al pubblico. Una tossina è un qualsiasi materiale che dà luogo a un effetto potenzialmente rischioso per la vita di un organismo vivente. I veleni sono un sottogruppo di tossine. I materiali tossici esistono in varie forme (gassosa, liquida, solida, animale, minerale e vegetale), e possono essere ingeriti, inalati o assorbiti tramite la cute. I veleni generalmente penetrano nel corpo in una singola massiccia dose, o si accumulano nel tempo. Le tossine agiscono in quantità minime o a bassi livelli, richiedendo pertanto degli strumenti di analisi molto sensibili per la loro identificazione. Alcune tossine hanno valenza medicinale, ma la maggior parte produce danni irreversibili. Alcune hanno antidoti, altre no. I veleni possono essere contrastati tramite un tempestivo trattamento, e molti danni organici (tranne alcuni a carico del sistema nervoso centrale) possono essere rimediabili. Mentre di solito i veleni sono in qualche modo facilmente identificabili dai sintomi che causano, molte tossine tendono a camuffarsi. Ecco una lista dei più comuni veleni e dei relativi sintomi: Acidi (nitrico, idroclorico, sulfurico): ustioni attorno a bocca, labbra, naso Anilina (contenuta negli ipnotici e nel nitrobenzene): cute di viso e collo scura Arsenico (metalli: mercurio, rame ecc): grave inspiegabile diarrea Atropina (Belladonna), Scopolamina: midriasi (pupilla dilatata) Basi (soda caustica, potassa, idrossidi): ustioni attorno a bocca, labbra, naso Acido Carbonico (o altri fenoli): odore di disinfettante Monossido di carbonio: cute di colore rosso ciliegia acceso 12 Cianuro: rapida morte, cute rossa, odore di pesca Intossicazione alimentare: vomito, dolore addominale Composti metallici: diarrea, vomito, dolore addominale Nicotina: convulsioni Oppiacei: miosi (pupilla contratta) Acido ossalico (fosforo): ustioni delle mucose, convulsioni Fluoruro di sodio: convulsioni Stricnina: convulsioni, faccia e collo scuri (Balistica forense) Balistica interna: ciò che succede dentro un’arma quando questa spara. Il percussore lascia un segno distintivo sul bossolo. Poi la pressione esplosiva fa sì che il proiettile si espanda leggermente in modo da riempire le gole di rigatura (solchi spirali intagliati nella canna): ciò fa sì che il proiettile ruoti mentre ci passa attraverso. Questo lascia dei segni distintivi sul proiettile che sono unici per quella particolare arma da fuoco. La presenza di ruggine o ragnatele indica che la pistola non ha sparato recentemente. A distanza ravvicinata delle particelle provenienti da una ferita possono essere reperite all’interno della volata. Balistica esterna: è ciò che succede a un proiettile e ai residui fuori dall’arma, inclusa la direzione e la velocità dello sparo, così come qualsiasi deviazione della traiettoria. Balistica terminale: studia i cambiamenti della traiettoria e della velocità causati dal rimbalzo e dalla penetrazione di oggetti, così come i depositi stratificati su parti del proiettile quando viene a contatto con questi oggetti. La balistica terminale include l’esame della conformazione delle ferite e l’estensione del danno tissutale Dalle varie tracce l’investigatore proverà a : -Far corrispondere un proiettile a un’arma -Determinare la distanza di uno sparo -Determinare i materiali attraverso i quali il proiettile è passato -Determinare il percorso compiuto dal proiettile (Patologia Forense) Gli esperti in questo campo sono abilitati per: • Stabilire la causa della morte * Stimare il momento della morte * Ipotizzare il tipo di arma utilizzata 13 * Distinguere l’omicidio dal suicidio * Stabilire l’identità del deceduto * Determinare l’effetto additivo del trauma o delle condizioni preesistenti AUTOPSIA. Lo scopo di un’autopsia è quello di osservare e di creare prima possibile una documentazione legale permanente delle particolarità anatomiche macroscopiche e microscopiche di un cadavere recentemente trovato. Le autopsie generalmente sono effettuate presso l’ospedale locale o all’obitorio della contea, sebbene alcune siano svolte negli uffici privati o presso le sedi delle imprese funebri. Gli esami anatomici possono bastare a stabilire la causa della morte se il patologo forense ha accesso ad altre informazioni (come le circostanze contingenti, la vita, i dati psichiatrici e altre informazioni pertinenti relative al paziente). I patologi forensi inoltre a volte si cimentano in “autopsie psicologiche”, sebbene queste non vengano accettate così prontamente dal sistema legale. L’esame clinico, o quello microscopico, di sezioni di organi spesso è necessario per sostenere ulteriormente le conclusioni del patologo forense, sebbene tale esame sia impossibile in caso di esumazione (o se la famiglia si oppone), in quanto l’imbalsamazione di solito altera i risultati degli esami citologici e istologici. I patologi forensi quasi sempre dispongono esami radiografici in caso sia coinvolta un’arma da fuoco. Le radiografie a volte sono utili anche in caso di ferite da accoltellamento e in casi di abuso di minore. L’esame di sezioni di organi è utile in casi in cui è richiesta una perizia tossicologica, cioè ogni volta sono implicati alcol o droga. L’ispezione del contenuto dello stomaco fa parte di ogni esame postmortem, in quanto può fornire informazioni circa la causa di morte così come il momento della morte. L’esame clinico inoltre può confermare l’idea che ci si è fatta riguardo ad età, razza, sesso, altezza, peso e condizioni di salute generale in caso di resti non identificati. Tomas Versis 14