INFORMATICA: APPUNTI NB: Nei seguenti appunti sono spiegati in modo sintetico alcuni argomenti utili al secondo anno del Liceo Scientifico Scienze Applicate, senza la pretesa di essere esaustivi, ma con l’unico scopo di presentare quei concetti che saranno necessari ad introdurre alla teoria della programmazione applicata alla sperimentazione scientifica. Pertanto gli argomenti trattati non sono completi (mancano ad es. volutamente l’algebra degli schemi a blocchi ed i principi di funzionamento dei trasduttori). SISTEMI Un sistema è un insieme, isolato artificialmente dal contesto, costituito da più parti tra loro interagenti di cui si vuole indagare il comportamento. Esempi di sistemi fisici elementari: • meccanici: corpo rigido, molla • elettrici: amplificatore, trasformatore • termici: fluido da riscaldare, generatore di calore Sistema Deterministico e Sistema Stocastico. Un sistema è Deterministico quando è possibile determinare la sequenza delle uscite, conoscendo la sequenza degli ingressi e lo stato di partenza del sistema stesso. Un sistema è Stocastico (o Probabilistico) quando questa previsione è impossibile (ad es ecosistema o lotteria). Sistemi tempo invarianti / tempo varianti Le loro caratteristiche sono costanti nel tempo (componente elettrico) o variano velocemente (pneumatici auto da corsa) Sistemi monovariabili / multivariabili (SISO – MIMO) A seconda che ci siano un ingresso-una uscita (resistenza elettrica) ovvero più ingressi-più uscite (serra automatizzata) Sistemi lineari / non lineari A seconda che il rapporto fra uscita e ingresso sia costante (potenziometro > intensiità della luce). o meno. Alcuni sistemi (molla) sono lineari soltanto in un intervallo, che viene scelto per le applicazioni, oppure approssimano un sistema lineare. Sistema Combinatorio (senza memoria). Un sistema si dice combinatorio quando la risposta del sistema dipende esclusivamente dalla sollecitazione in quel momento, e non dalla storia passata del sistema stesso. Esempi: cellule fotoelettriche, operatori logici. Sistema Sequenziale (con memoria). Un sistema si dice sequenziale quando la risposta del sistema dipende non solo dalla sollecitazione in quel momento, ma anche da tutte le sollecitazioni precedenti (condizioni iniziali, per i sistemi continui, stato iniziale per i sistemi discreti). Esempi: batteria ricaricabile, contatore digitale. R. GUMA – APPUNTI DI INFORMATICA destinati a scopo di studio – tutti i diritti riservati MODELLI Un modello di un sistema è una descrizione delle sue caratteristiche più importanti e della legge che regola la variazione nel tempo e/o nello spazio delle grandezze che lo caratterizzano. Il modello serve: • per trasmettere informazioni • per definire e risolvere problemi Ad uno stesso sistema è possibile associare più di un modello. Un sistema viene descritto con un certo livello di dettaglio, includendo nella rappresentazione solo quelle componenti e interazioni fra componenti che si ritengono necessarie allo scopo prefisso. In un modello analitico il sistema è rappresentato tramite variabili e parametri, e con le relazioni fra essi. La valutazione del sistema effettuata utilizzando il modello analitico richiede il calcolo della sua soluzione tramite metodi analitici o soluzioni numeriche: • Modello funzionale: mostra il funzionamento del sistema: flow chart (diagramma di flusso), diagramma degli stati, schema elettrico o a blocchi. • Modello matematico: è una descrizione della struttura e dell'evoluzione del sistema mediante simboli matematici • Modello tabellare, grafico, etc Un modello di simulazione riproduce il comportamento dinamico del sistema nel tempo rappresentando componenti e interazioni in termini di relazioni funzionali. La valutazione di un sistema tramite un modello di simulazione richiede l’esecuzione di un programma di simulazione, o simulatore. Le grandezze caratteristiche di un sistema sono classificate come: • parametri, che descrivono la struttura fisica e sono solitamente costanti: valore di una resistenza, massa di una trave, caratteristiche geometriche di un robot, ... • variabili, che descrivono il variare di una grandezza del sistema: corrente elettrica, posizione o velocità di un corpo nello spazio, temperatura di un forno, livello di un liquido in un contenitore, ... I parametri e le variabili di un modello matematico (sistema) sono espressi da numeri con o senza dimensioni. Le loro interdipendenze sono definite da relazioni matematiche. La classificazione delle grandezze utilizzate dal sistema dipende dal contesto in cui il sistema viene analizzato (ad esempio l'accelerazione di gravità terrestre è un parametro costante al livello del mare, mentre diventa una variabile durante un lancio in orbita). Stato. Lo Stato di un sistema sequenziale è quel dato che contiene la storia passata del sistema discreto, influenzando le risposte future. Un Diagramma degli Stati è un metodo grafico per la rappresentazione del comportamento di un sistema sequenziale discreto, secondo i vari possibili ingressi; ciascuno degli stati viene indicato da un cerchietto (nodo), in cui s’indica il nome dello stato ed il valore corrispondente dell’uscita; da ogni nodo partono tanti archi orientati (transizioni) quanti sono i possibili valori degli ingressi, diretti verso altri nodi o ritorti sul nodo stesso. R. GUMA – APPUNTI DI INFORMATICA destinati a scopo di studio – tutti i diritti riservati TRASDUTTORI In un sistema di acquisizione dati o in un sistema di controllo le grandezze da analizzare o controllare sono rilevate da trasduttori. I trasduttori si distinguono in sensori e attuatori. I sensori rilevano e trasformano una grandezza fisica d'ingresso (spostamento, temperatura, velocità, ecc.) in una grandezza (in genere) elettrica legata alla prima da una ben determinata relazione, mentre gli attuatori permettono di trasformare una grandezza elettrica in una grandezza fisica ad essa proporzionale. La classificazione dei trasduttori può seguire criteri diversi, ad es. in base alla grandezza d’ingresso ovvero in base al principio di funzionamento. Le principali grandezze fisiche che possono essere trasdotte sono: • • • • • • • • posizione, spostamento, livello velocità accelerazione temperatura pressione, forza, tensione (meccanica) luce umidità gas, inquinanti, polveri, etc In base al principio di funzionamento, i trasduttori possono dividersi in resistivi, capacitivi, induttivi, magnetici, ottici, meccanici, pneumatici, chimici. I trasduttori possono essere analogici o digitali. Quelli digitali hanno in genere dimensioni contenute e sono facilmente interfacciabili con altri dispositivi digitali, mentre le uscite di quelli analogici necessitano di alcune operazioni per poter essere monitorate o manipolate da sistemi informatizzati. Tali operazioni sono il campionamento, l’approssimazione (una volta stabilita la precisione desiderata) e la conversione da analogico in digitale con appositi dispositivi elettronici detti convertitori A/D o anche – sempre se i valori prescelti lo permettono - usando dispositivi ad ingresso analogico ed uscita digitale mediante programmi di codifica predisposti dal progettista (come in ambiente Arduino). Ovviamente nel caso degli attuatori analogici vanno eseguite in modo speculare le operazioni inverse. I principali parametri caratteristici dei trasduttori in base ai quali avviene la scelta per una data applicazione sono: •campo (o range) di lavoro: è l'intervallo di valori della grandezza d'ingresso entro cui sono garantite le prestazioni del trasduttore; •segnale d'uscita: influisce molto le scelte progettuali. Può essere una tensione, una corrente, una frequenza; di tipo analogico o digitale; •caratteristica di trasferimento: è la relazione tra la grandezza elettrica d'uscita e la grandezza fisica d'ingresso; può essere espressa in forma analitica o in forma grafica o mediante una tabella di valori; •linearità: proporzionalità tra la grandezza d'uscita e d'ingresso. Non esistono trasduttori completamente lineari, per cui la caratteristica di trasferimento approssima una retta.. R. GUMA – APPUNTI DI INFORMATICA destinati a scopo di studio – tutti i diritti riservati •errore di non linearità indica lo scostamento massimo della caratteristica di trasferimento da una specifica retta interpolante •sensibilità: è il rapporto fra la variazione della grandezza d'uscita e la variazione della grandezza d'ingresso che l'ha prodotta. •risoluzione: è la minima variazione dell'ingresso in grado di variare l'uscita in modo percettibile; •ripetibilità: è la capacità di fornire le stesse prestazioni in misurazioni successive, eseguite nelle stesse condizioni operative; •rumore: è il segnale indesiderato prodotto in uscita dal trasduttore in assenza d'ingresso •errore dinamico: esprime la differenza tra l'uscita effettiva e quella teorica in presenza di ingressi variabili nel tempo; •velocità di risposta: è il tempo impiegato dal trasduttore ad adeguare il segnale d'uscita ad una variazione della grandezza d'ingresso. Altri parametri da considerare nella scelta di un trasduttore sono costo, ingombro, peso, caratteristiche meccaniche, tensione di alimentazione, compatibilità con l’ambiente di lavoro (ad es. presenza di polveri, temperature di lavoro estreme…), isolamento elettrico o magnetico, etc,. Una volta scelto il sensore e l’attuatore più adeguati, si può realizzare un sistema che permette di controllare la grandezza fisica in ingresso e può essere schematizzato con uno schema a blocchi: Un collegamento di questo tipo viene detto collegamento in retroazione negativa. Il blocco H è un trasduttore che misura l’uscita e la trasforma in un segnale di tensione che, grazie al nodo, viene confrontato con la tensione di riferimento I che corrisponde al valore desiderato. E sarà l’errore, ed è proprio la grandezza che, quale input di G, consente la correzione. Un classico esempio è quello del pilota automatico, dove I è il valore proporzionale alla velocità da controllare, UH la velocità effettiva, E la differenza fra le due. Se I > UH il sistema accelera, se I < UH il sistema decelera. Altro esempio quello di un sistema di riscaldamento ambientale, ma mentre nel caso precedente l’attuatore (acceleratore o deceleratore) gestiva l’uscita in modo proporzionale, in genere per regolare la temperatura la caldaia viene accesa e spenta mediante un’elettrovalvola e si parla di sistema on-off. R. GUMA – APPUNTI DI INFORMATICA destinati a scopo di studio – tutti i diritti riservati