metodi e tecniche della rappresentazione

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO
METODI E TECNICHE
DELLA RAPPRESENTAZIONE
Michela Cigola Aldo De Sanctis,
Arturo Gallozzi Maria Teresa Longo Leonardo Paris
INDICE
PRESENTAZIONI
PREFAZIONE DEGLI AUTORI
IL DISEGNO ED I SUOI STRUMENTI FRA
M. Cigola
pp. 1 - 14
IL RILEVAMENTO PER LA CONOSCENZA DEL COSTRUITO
M. Cigola
pp. 15 - 38
LA RESTITUZIONE PROSPETTICA DA FOTOGRAMMA SINGOLO
L. Paris
pp. 39 - 68
LA RAPPRESENTAZIONE NEL PROGETTO E NEL RILIEVO
NOTA: INDICIBILE DISEGNARE
A. De Sanctis
pp. 69 100
PROGETTAZIONE CONDIZIONATA
M.T. Longo
pp. 101 - 132
ANALISI E LETTURA
A. Gallozzi
pp. 133 - 1
QUATTROCENTO E CINQUECENTO
DEGLI ELEMENTI CARTOGRAFICI DI BASE
IL RILEVAMENTO PER LA CONOSCENZA DEL COSTRUITO
Michela Cigola
Il rilevamento architettonico "distingue i conoscitori da coloro che restano alla
superficie, anche se cosiddetta colta, della conoscenza"; questa frase di Pietro
Sampaolesi (1) è emblematica del rinnovato interesse che circonda una disciplina che da
molti secoli è ritenuta uno degli strumenti principali non per saper vedere l'architettura,
quanto per saperla leggere.
Proprio come metodo per comprendere appieno un'opera architettonica, il
rilevamento conobbe una delle sue migliori stagioni tra la fine del XV e l'inizio del
XVI secolo ad opera di grandi architetti.
Nel suo "De Re aedificatoria" Leon Battista Alberti (2) confessa di aver pensato
più volte di abbandonare la stesura del suo trattato per la complessità e la novità
dell'argomento, ma nei capitoli successivi l'Alberti continua affermando che solo lo
studio ed il rilievo degli antichi monumenti gli aveva permesso di approfondire la
materia trattata e quindi di continuare la sua opera.
Secondo alcuni biografi quattrocenteschi di Filippo Brunelleschi, a monte della
rivoluzione architettonica e percettiva da lui promossa e favorita. ci fu un'attenta
campagna di rilevamento dei monumenti di Roma, condotta in più riprese con l'amico
Donatello (3).
Nel solco della strada aperta da questi due grandi, altri architetti del Rinascimento
si interessarono attivamente di rilevamento, e tra questi vanno ricordati Donato
Bramante, Baldassarre Peruzzi ed Antonio da Sangallo il Giovane (4).
Nella figura 1 viene riportato un disegno eseguito da Francesco di Giorgio Martini
durante una sua visita all’Abbazia di Montecassino, presumibilmente tra il 1494/95;
questo e gli altri disegni rimastici di questa visita di studio (5), dovevano essere
certamente degli spunti che poi sarebbero stati messi in pulito successivamente, infatti
1
P. Sanpaolesi, op.cit. pp. 62-63 nota 34
2
L. B. Alberti (1406-1472) scrisse il De re aedificatoria nel 1452
3
F. Brunelleschi (1377-1446), Donatello (1386-1466)
4
D. Bramante (1444-1514), B. Peruzzi (1481-1536), A. da Sangallo il Giovane (1483-1546)
5
Firenze, Collezione di Disegni degli Uffizi, nn. 322Av, 324Ar, 325 Ar, 326 Ar
Il Rilevamento per la conoscenza del costruito
Michela Cigola
l'autore sopra alcuni dei disegni traccia, evidentemente in un secondo tempo, una linea
di un inchiostro più scuro e talvolta anche la scritta "fatto" sopra i pezzi che aveva già
riportato in bella copia in altri fogli o taccuini che purtroppo non ci sono arrivati.
Fig. 1. 1494-1495, Francesco di Giorgio Martini. Abbazia di Montecassino, architrave e cornici
decorate, Firenze, Collezione di Disegni degli Uffizi
Dopo la grande stagione rinascimentale, tra il XVIII ed il XIX secolo, la disciplina
del rilevamento conobbe un'enorme divulgazione grazie alla codificazione della
geometria descrittiva per opera di Gaspard Monge (6), ed al vivo interesse per la
conoscenza ed il restauro dell'architettura monumentale propri di alcuni grandi
rilevatori tra i quali Paul Marie Letarouilly (7) (Fig. 2).
Infine, proprio in questi ultimi anni, si riscopre il rilievo architettonico, a causa di
più fattori, tra i quali non ultima la pressante esigenza della tutela del patrimonio
architettonico, infatti il campo in cui il rilievo è usato più spesso è quello dell'analisi
storico-critica dell'architettura. Il rilevamento eseguito in vista di un possibile
intervento di restauro deve condurre ad una conoscenza globale dell'opera in esame,
completamente esauriente sia negli aspetti dimensionali che in quelli strutturali e
costruttivi; deve fare il punto dello stato di salute del manufatto, sulle sue condizioni di
degrado e sulle condizioni statiche.
6
G.Monge, si interessò della riorganizzazione del sistema didattico francese, occupandosi dell'Ecole
Polytecnique destinata agli ingegneri, e dell'Ecole Normale, destinata ai professori. Fu proprio nelle aule
di queste due scuole che Monge nel 1794/95 tiene le prime lezioni pubbliche di Geometria Descrittiva. A
noi sono arrivate, quelle dell'Ecole Normale, grazie al suo assistente da J.P.N. Hachette, che dopo ne
curò una pubblicazione organica.
7
P. M. Letarouilly (1795-1855) fu architetto e studioso di architettura romana del Rinascimento, di cui
pubblicò vari rilevamenti, raccolti nel testo “Les édifices de Rome moderne”, vedi bibliorafia
16
METODI E TECNICHE DELLA RAPPRESENTAZIONE
Michela Cigola
Il Rilevamento per la conoscenza del costruito
Fig. 2. 1840-57, Paul Marie Letarouilly, Il complesso di S. Giovanni dei Genovesi a Roma, in “Les
édifices de Rome moderne”, voll. 3, Paris 1840-57, tav. 91 vol. I
METODI E TECNICHE DELLA RAPPRESENTAZIONE
17
Il Rilevamento per la conoscenza del costruito
Michela Cigola
Per analizzare storicamente in maniera accurata un'opera non è infatti possibile
prescindere da una sua precisa misurazione. Il rilevamento di un edificio non è un
documento su cui lavorare a posteriori, ma è parte integrante del fare storia; è solo
attraverso il rapporto profondo che si instaura tra opera e rilevatore che si può arrivare
alla conoscenza reale di un edificio.
Sempre nell'ambito del rilevamento come disciplina tendente a conoscere
profondamente l'oggetto architettonico, una speciale attenzione deve essere posta ai
problemi connessi alla metrologia, intesa come scienza della misura.
Studiando un'opera architettonica e sapendola profondamente radicata nella cultura
del suo tempo, di cui essa è espressione, non ha senso leggerla in un'unità di misura
diversa da quella utilizzata per costruirla. Enorme importanza questa verifica
metrologica riveste nello studio di opere che appartengano a periodi nei quali sovente
si organizzavano gli edifici secondo complessi sistemi di proporzionamento. Infine un
approfondito studio sull'unità di misura usata nella progettazione di antichi edifici può
rivelarsi insostituibile poiché in taluni casi è l'unica che permetta la datazione e
l'attribuzione di un opera architettonica.
Disegno e Normativa
Il rilevamento è una disciplina in continuo sviluppo con il mutare dei tempi, visto
che ogni epoca lo ha inteso in modo diverso, a seconda della maniera di intendere
l'architettura e quindi di graficizzarla. Essendo quindi il rilievo espressione profonda
della cultura scientifica ed architettonica di ogni epoca, non si può dire che esista in
assoluto un rilevamento migliore di un altro, ma molti modi di intenderlo, tutti
ugualmente legittimi.
La nostra epoca, grazie alle convenzioni grafiche seguite all'opera di Monge,
produce rilevamenti scientifici ed obiettivi, il più oggettivi possibile. Ma nonostante
tutto è impossibile soffocare completamente la soggettività del rilevatore; per quanto la
ricerca sia condotta con scientificità, il fattore umano vi trasfonderà sempre carattere e
personalità.
Per cercare di rendere più oggettivo possibile l’apporto personale, si è introdotto il
concetto di “Norma”, applicandolo al Rilevamento architettonico e urbano.
Praticamente la norma è un fascicolo di prescrizione composta di testo e grafici ed
illustrazioni (8); negli ultimi tempi la codifica grafica si va diffondendo per di arrivare
ad una rappresentazione unificata che consenta una univocità di lettura, fino ad oggi,
sono però molto poche le norme che hanno come campo di ricerca e di applicazione
quello del Rilevamento architettonico, e quindi quello della rappresentazione
dell'architettura storica.
Nel momento in cui si passa alla rappresentazione grafica dell'organismo
architettonico sul supporto cartaceo, tutti gli aspetti che nelle fasi precedenti della
ricerca sono stati osservati e desunti, devono essere riprodotti negli elaborati, che
costituiscono una tappa fondamentale nella serie di operazioni di rilevamento. Questo
8
18
Della simbologia grafica si occupano da tempo l'ISO (International Standards Organisation) ente
unificatore dei paesi anglosassoni ed in particolare dell'USA; in campo nazionale esiste come l'UNI
METODI E TECNICHE DELLA RAPPRESENTAZIONE
Il Rilevamento per la conoscenza del costruito
Michela Cigola
passaggio è di difficile esecuzione, perché si devono tradurre i dati oggettivi e la
complessità reale del costruito nella rappresentazione grafica; è quindi necessario
operare una scelta di punti, di linee, di elementi che caratterizzino l'oggetto
architettonico; questa operazione è frutto della scelta personale del rilevatore, e quindi
comporta inevitabilmente una dose di soggettività che viene a sommarsi a quella che ha
caratterizzato ogni altra fase della ricerca precedente, e per questo dovrebbe essere
contenuta al massimo nella fase della rappresentazione.
Quello dell'applicazione di alcuni dei principi grafici espressi nelle normative nei
grafici di rilevamento, potrebbe essere uno dei metodi per rendere maggiore
l'oggettività di tutto quel complesso lavoro di rilevamento ed analisi storica che trova la
sua sintesi nella stesura degli elaborati grafici
La prima indicazione che è necessario dare, è quella del senso di lettura degli
elaborati grafici, indicato dal riquadro delle iscrizioni o dalla fascetta, comunque le
norme indicano che il senso di lettura deve essere dal basso e da destra; altra buona
norma è quella di riquadrare il campo grafico all'interno del quale si impagineranno gli
elaborati con una linea continua grossa di spessore circa 0,5 mm.
La norma UNI 3968 stabilisce i tipi e le grossezze delle linee da utilizzare per
elaborati grafici di ogni genere, quindi sono da ritenere applicabili anche ai grafici di
restituzione per i rilevamenti architettonici. (Fig. 3)
Fig. 3. Denominazioni ed applicazioni dei tipi di linee. UNI 3968. Disegni
Tecnici. Tipi, grossezze ed applicazione delle linee
METODI E TECNICHE DELLA RAPPRESENTAZIONE
19
Il Rilevamento per la conoscenza del costruito
Michela Cigola
Nel caso in cui in uno stesso lavoro si debbano usare altri tipi di linee, oppure
utilizzare quelle indicate dalle norme in applicazioni differenti da quelle indicate, è
sufficiente indicarlo in maniera chiara nella legenda dei segni grafici che non dovrebbe
mai mancare in un elaborato di rilevamento architettonico.
Le norme differenziano le linee per tipo e grossezza (9), ed esse devono essere
scelte secondo un criterio di coerenza all'interno dello stesso gruppo di elaborati
grafici. Se si verifica una sovrapposizione tra linee diverse, esse devono essere
rappresentate seguendo un criterio di priorità, che mette al primo posto le linee per gli
elementi in vista e subito dopo quelle per gli elementi in vista virtuale o nascosti; fanno
seguito le tracce dei piani di sezione, gli assi di simmetria ecc.
Passando a trattare le disposizioni delle viste dell’oggetto che stiamo disegnando,
le norme UNI riconoscono come principali metodi di rappresentazione della realtà, le
proiezioni ortogonali, le assonometriche e le prospettiche, dando per ognuna di esse
una definizione ed una normativa (Fig. 4). Il metodo che però viene indicato come il
principale e di più frequente utilizzo per la descrizione di un oggetto, è quello della
Proiezioni Ortogonali, che è oggetto di una delle norme basilari, la UNI 3970, che
indica anche diverse soluzioni del problema dall'ISO.
Per "vista" si intende una delle Proiezioni ortogonali dell'oggetto, che viene
considerato come chiuso in una scatola parallelepipeda, le cui facce interne siano i piani
sui quali si formano le diverse proiezioni ortogonali: esse sono così definite (Fig. 5):
Fig. 4. Quadro sinottico dei metodi di proiezione e della disposizione e presentazione delle viste. UNI
3969. Disegni Tecnici. Metodi di proiezione
9
20
Per grossezza di una linea si intende la sua dimensione trasversale, che deve essere scelta in funzione
delle dimensioni e della densità del disegno tra le seguenti grossezze in mm: 0,18 - 0,25 - 0,35 - 0,50 0,70 - 1,0 - 1,4 - 2,0
METODI E TECNICHE DELLA RAPPRESENTAZIONE
Michela Cigola
Il Rilevamento per la conoscenza del costruito
A vista anteriore (prospetto). B vista dall'alto (Pianta). C vista da sinistra (prospetto
laterale o sezione). D vista da destra. E vista dal basso. F vista posteriore.
Nella disposizione delle viste, che devono sempre essere nel minimo numero
sufficiente a rappresentare compiutamente l'oggetto, viene di solito utilizzato il
metodo del primo diedro, che prevede come vista principale quella dell'alzato,
disposta centralmente rispetto alle altre (Fig. 6) (10).
Fig. 5.
Denominazione delle viste. UNI
3970. Disegni Tecnici. Proiezioni ortogonali.
Viste
Fig. 6.
Metodo del primo diedro,
disposizione delle viste. UNI 3970. Disegni
Tecnici. Proiezioni ortogonali. Viste
Fig. 7. Roma - Chiesa di San Francesco a Ripa, originale 1:100. Università di Roma “La
Sapienza”, Facoltà di Architettura, Corso di “Strumenti e metodi per il Rilevamento
architettonico”. Prof. M. Docci, Seminario M. Cigola, studente A. Mandolesi.
10
Oltre a quello del primo diedro viene usato anche il metodo delle frecce, in cui le singole viste sono
identificate con delle lettere, e la cui posizione viene identificata da una serie di frecce che indicano il
verso di proiezione riportare sulla vista principale, cioè l'alzato.
METODI E TECNICHE DELLA RAPPRESENTAZIONE
21
Il Rilevamento per la conoscenza del costruito
Michela Cigola
Per quanto riguarda le sezioni, la norma UNI 3971 indica come utilizzare il
metodo delle proiezioni ortogonali, disponendo che esse devono essere eseguite solo
quando veramente utili alla comprensione dell'oggetto e disposte secondo le regole
delle Proiezioni ortogonali, in particolare esse possono talvolta essere inserite nel
metodo del primo diedro al posto della vista laterale (Fig. 7).
Di solito le sezioni sono eseguite secondo un solo piano, ma talvolta questo tipo di
sezione non è abbastanza esplicativa, le norme indicano quindi altri tipi di sezioni che
possono essere applicate nella rappresentazione: sezioni secondo piani paralleli, e
secondo piani consecutivi; si deve indicare la traccia della sezione su una planimetria
con una linea mista fine e grossa, contraddistinta ai due estremi con frecce orientate nel
senso di proiezione (11), se la sezione è eseguita secondo piani paralleli o consecutivi,
anche le intersezioni delle tracce devono esse rappresentate con tratto più grosso.
Le zone sezionate devono essere tratteggiate con linea fine inclinate di 45° rispetto
alla base dell'elaborato grafico, anche se in alcuni casi, come riportato nella norma
UNI 3971. Disegni Tecnici. Proiezioni Ortogonali, Sezioni, il tratteggio può essere
omesso quando ciò non comprometta la leggibilità e la comprensibilità del disegno.
Per apporre le informazioni dimensionali su un disegno, si utilizzano i sistemi di
quotatura; per quotatura si intende il metodo di apporre delle linee e dei numeri che
individuano chiaramente le dimensioni di un oggetto, secondo la norme UNI 3973,
3974, 3975 e 3977, queste devono essere eseguite con linea continua fine (Fig. 8). Le
linee di misura, tracciate parallelamente alle dimensioni a cui si riferiscono, non
devono coincidere per evitare confusioni di lettura, con assi di simmetria, linee di
contorno o di riferimento; nè intersecare altre linee del disegno.
Fig. 8. Criteri di tracciamento delle linee di
misura. UNI 3973. Disegni Tecnici. Quotatura.
Linee di misura e riferimento e criteri di
indicazione delle quote.
Fig. 9. Criteri di scrittura delle quote. UNI 3973.
Disegni Tecnici. Quotatura. Linee di misura e
riferimento e criteri di indicazione delle quote.
I numeri corrispondenti alle dimensioni dell'oggetto devono essere scritti sopra
alla linea di misura, staccate da essa, i valori devono essere letti dalla base o dal lato
destro del disegno (Fig. 9).
Esistono vari tipi di quotatura:
•
Quotatura in serie, ogni quota è determinata rispetto a quella contigua. In questo
sistema, è possibile che si sommino degli errori di misurazione, è bene quindi
aggiungere sempre la lunghezza totale dell'oggetto. (Fig. 10a)
•
Quotatura in parallelo. Più quote aventi uguale direzione fanno riferimento ad un
origine comune (Fig. 10b)
11
22
Vedi Fig. 3, linea tipo H
METODI E TECNICHE DELLA RAPPRESENTAZIONE
Michela Cigola
•
•
Il Rilevamento per la conoscenza del costruito
Quotatura a quote sovrapposte. E' molto simile alla precedente, ma invece che più
linee di misura, ne utilizza una sola, unica e valida per più quote (Fig. 10c)
Quotatura combinata. Consiste nell'uso, ove sia necessario, più tipi di quotatura
(Fig. 10d) (12)
Fig. 10a. Quotatura in serie. UNI 3974 Disegni
Tecnici. Sistemi di quotatura
Fig. 10b. Quotatura in parallelo. UNI 3974
Disegni Tecnici. Sistemi di quotatura
Fig. 10c. Quotatura a quote sovrapposte. UNI
Fig. 10d.
Quotatura combinata. UNI 3974
Disegni Tecnici. Sistemi di quotatura
3974 Disegni Tecnici. Sistemi di quotatura
E' bene apporre due scale sul disegno, una è l'indicazione numerica che andrà
inserita nel riquadro delle informazioni, l'altra è la scala grafica di riferimento, posta
sul lato sinistro e sul lato in basso dell'elaborato, quest'ultima deve essere tracciata con
linea continua fine parallelamente alla linea della squadratura.
Le analisi connesse al Rilevamento architettonico utilizzano un ventaglio di scale di
rappresentazione piuttosto ampio, che dal 1:100 necessario per la rappresentazione
dell'intero complesso che si sta esaminando, possono arrivare addirittura all'1:1 nel
caso di analisi di particolari architettonici. Naturalmente qualunque sia la scala del
disegno, le quote da apporre devono corrispondere a quelle reali dell'oggetto
rappresentato, e la scelta della scala di rappresentazione deve essere fatta al fine di
facilitare al massimo la leggibilità e la chiarezza di tutti elementi dell'oggetto
rappresentato.
Di solito è bene che in ogni tavola compaiono solo rappresentazioni nella stessa
scala di riduzione, se si dovessero inserire nello stesso elaborato grafico più particolari
disegnati in scale diverse, si dovrà necessariamente riportare accanto ad ogni
rappresentazione la rispettiva scala grafica di riduzione, oltre che l'indicazione di tutti i
tipi di scale numeriche utilizzate nel cartiglio generale dell'elaborato.
12
Esistono altri tre tipi di quotatura, specifici del settore meccanico: Quotatura in coordinate cartesiane,
Quotatura in coordinate polari, e Quotatura in coordinate polari con rullo di misura
METODI E TECNICHE DELLA RAPPRESENTAZIONE
23
Il Rilevamento per la conoscenza del costruito
Michela Cigola
Il Rilievo architettonico
Non è facile definire esattamente cosa sia il rilevamento, anche se ormai pare del
tutto superata l'opinione che esso sia un semplice strumento per altre discipline, a
favore della tesi che esso sia un'operazione autonoma con un suo valore intrinseco;
esso è ormai riconosciuto come una disciplina complessa, l'unica che permetta di
penetrare nella natura più profonda dell'organismo architettonico, chiarificandone le
vicende storiche, la forma primigenia e le trasformazioni succedutesi nelle varie
epoche, arrivando a possederlo pienamente tramite la sua graficizzazione.
Compiere un rilevamento significa comprendere appieno l'opera architettonica nei
suoi aspetti metrici, geometrici e storici, fino ad arrivare alla sua lettura critica. Per
fare questo é necessaria una vasta serie di operazioni, che vanno oltre la misurazione
vera e propria.
Il processo di rilevamento si svolge misurando, disegnando, verificando e
confrontando i dati raccolti, mettendo in evidenza somiglianze e differenze seguendo un
vero e proprio metodo filologico. Contemporaneamente a questa fase è indispensabile
per la comprensione dell'edificio svolgere uno studio storico-archivistico per
inquadrarlo perfettamente nella sua epoca. Quindi per rilevamento si intende una
complessa serie di operazioni come la raccolta, la verifica e l'interpretazione di tutti i
dati possibili non solo sulla forma geometrico-spaziale dell'opera architettonica, ma
anche di quelli costruttivi, strutturali e storici.
Rilevare significa comprendere in un'architettura gli elementi pregnanti, quelli che
la rendono diversa da tutte le altre e quelli che nella semplificazione necessaria nel
passaggio dalla realtà alla sua rappresentazione bidimensionale, possono essere
tralasciati od omessi: la discretizzazione dell'opera, connessa con la scala di redazione
dei grafici.
I Metodi di rilevamento
Nella pratica del rilevamento architettonico possono essere distinti tre metodi:
− RILEVAMENTO DIRETTO: impiegato nella maggior parte dei casi, specialmente nella
stesura di piante e sezioni; viene effettuato con l’ausilio di strumenti di misura
comuni.
− RILEVAMENTO STRUMENTALE: è una metodologia di supporto alle altre due, attuata
con l’ausilio di strumenti topografici (tacheometri, livelli, ecc.); viene impiegata
specialmente nel tracciamento di poligonali particolarmente precise e quando si
voglia collegare il rilevamento che si sta effettuando alla rete topografica nazionale.
− RILEVAMENTO FOTOGRAMMETRICO: utilizzato unicamente per il rilevamento di alzati
che necessitano di una notevole precisione nelle informazioni dimensionali; viene
effettuato con l’ausilio di strumenti detti restitutori che permettono di trarre dalle
riprese effettuate con macchine da ripresa (fotocamere o bicamere) le informazioni e
di trarne direttamente i grafici di rilevamento (13) .
13
24
Per l’approfondimento dei metodi di rilevamento strumentale e fotogrammetrico si rimanda a testi citati
in bibliografia.
METODI E TECNICHE DELLA RAPPRESENTAZIONE
Michela Cigola
Il Rilevamento per la conoscenza del costruito
Fig. 11
Roma - Chiesa di San Francesco a Ripa, prospetto di una cappella interna. originale
1:20. Università di Roma “La Sapienza”, Facoltà di Architettura, Corso di “Strumenti e metodi
per il Rilevamento architettonico”. Prof. M. Docci, Seminario M. Cigola, studente A. Mandolesi
METODI E TECNICHE DELLA RAPPRESENTAZIONE
25
Il Rilevamento per la conoscenza del costruito
Michela Cigola
Il Rilevamento diretto può essere suddiviso in due fasi: la prima di misurazione
dell’oggetto che si vuole studiare, cioè la “presa delle misure”, la seconda fase è quella
della restituzione in pulito, cioè la “restituzione grafica”.
Fig. 12. Fettuccia metrica, Livello da muratore, Paline per allineamenti e Triplometro. Da M.
Docci, Teoria e tecnica del disegno, Laterza 1996
La strumentazione che accompagna il rilevatore nel suo viaggio verso la
conoscenza dell’oggetto architettonico è formata principalmente da una fettuccia
metrica, paline per tracciare allineamenti, un triplometro, una livella ed una squadra da
muratore (Figg. 12).
Nelle primissime fasi di un rilevamento si deve prendere contatto con l’opera da
rilevare attraverso alcuni schizzi di studio sull’edificio (Fig. 13); quindi preorganizzare
un iter di lavoro progettando una serie di “eidotipi” (14), cioè schizzi di studio su cui
apporre le misure.
Il primo eidotipo deve essere quello del Piano terra, grafico che poi sarà il cardine
ed il fulcro di tutto il rilevamento, a questo elaborato infatti dovranno rifarsi i prospetti
e le sezioni, oltre naturalmente alle piante di tutti gli altri piani. La stesura dell’eidotipo
della pianta del Piano Terra viene di norma eseguito in una scala che deve essere di
circa 1:100. Come base di partenza ci si può servire di una pianta catastale o di un
rilievo antico, salvo poi ridisegnarli confrontandoli con la realtà.
E’ buona norma utilizzare di fogli che siano tutti dello stesso formato (A4 o A3) e
che ugualmente tutti portino un “cartiglio” simile a quello dei disegni tecnici, in cui
appaia il nome dell’opera, la data, l’orientamento ed altri dati di base (Fig. 14).
Per essere certi di fissare in maniera corretta i lati esterni dell’edificio, si deve
costruire intorno ad esso una “poligonale”, cioè un insieme di linee base
14
26
Eidotipo: dal greco “eidon”: vedere, osservare, e “tipos”: schizzo, disegno.
METODI E TECNICHE DELLA RAPPRESENTAZIONE
Il Rilevamento per la conoscenza del costruito
Michela Cigola
Fig. 13. Eidotipo di studio per il rilevamento del castello di Itri (LT). Disegno di E. Chiavoni
LOCALITA’:
OGGETTO:
ELABORATO:
DATA:
SCALA:
ORIENTAMENTO:
Note
Fig. 14.
METODI E TECNICHE DELLA RAPPRESENTAZIONE
Cartiglio per eidotipi
27
Il Rilevamento per la conoscenza del costruito
Michela Cigola
“fondamentali” quanti sono i lati
dell’edificio da rilevare, avendo
l’accortezza di collegare tali linee
rigidamente
tra
loro.
E’
indispensabile, per condurre a
buon fine il lavoro, conoscere sia
la lunghezza dei lati della
poligonale che l’ampiezza dei suoi
angoli. Vi sono molti modi per
“fisicizzare” questa poligonale, da
quello di tirare dei fili collegati a
delle paline, fino a quelli molto
sofisticati ottenuti con l’impiego di
strumenti topografici (Fig. 15).
Fig. 15. Poligonale per il rilievamento del
La poligonale è anche il
perimetro esterno di un edificio
mezzo per collegare il rilievo
dell’esterno
dell’oggetto
da
rilevare al suo interno, infatti in questo caso da un punto del braccio di poligonale
parallelo alla facciata in cui si pare l’apertura principale, si stacca un punto da cui si fa
partire una retta che penetra all’interno dell’edificio (Fig. 16).
Con questo modo di procedere la posizione relativa dei lati del nostro edificio e di
essi con gli ambienti interni sono perfettamente conosciute, ed ogni parte misurata è
rigidamente collegata con il resto del rilevamento.
Si procede sezionando
idealmente l’edificio con un
piano orizzontale per poter
effettuare il disegno della
pianta, di solito questo taglio
si fa passare a circa un metro
dal pavimento, ma la regola
generale è che la sezione
orizzontale debba tagliare
l’edificio in modo da fornire
il maggior numero di
informazioni.
Si
inizia
disegnando
lo
scheletro
esterno dell’edificio, quindi
Fig. 16. Braccio di poligonale interna per collegare
si procede inserendo le
il rilievamento esterno di un edificio con quello
aperture di porte e finestre e
interno
successivamente si passa
all’indicazione di tutti gli ambienti interni (15) (Fig. 17).
15
28
Nel caso di parti molto complesse si possono eseguire schizzi di dettaglio, collegandoli in modo chiaro
ed univoco all’eidotipo generale.
METODI E TECNICHE DELLA RAPPRESENTAZIONE
Il Rilevamento per la conoscenza del costruito
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Fig. 17.
Esecuzione per fasi dell’eidotipo della pianta del Pano terra di un edificio
Successivamente al Piano terra, con gli stessi accorgimenti, si procederà ad
elaborare gli eidotipi degli altri piani; naturalmente si dovrà porre estrema cura nel
collegare rigidamente i vari piani tra loro, esattamente nello stesso modo in cui si è
provveduto a collegare il rilevamento
dell’esterno dell’edificio con il suo interno
mediante un braccio della poligonale esterna.
Tornando alla presa delle misure della
pianta del Piano Terra, i vari punti
dell’edificio possono essere rilevati con
trilaterazioni oppure con coordinate ortogonali.
Per
“trilaterazione”
si
intende
la
determinazione della posizione del punto C
Fig. 18.
Trilaterazione per stabilire la
rispetto la base nota AB mediante la
posizione del punto C rispetto ad una base
misurazione dei lati AC e BC del triangolo
nota AB
ABC (Fig. 18).
METODI E TECNICHE DELLA RAPPRESENTAZIONE
29
Il Rilevamento per la conoscenza del costruito
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Fig. 19. Rilievo planimetrico con il metodo delle trilaterazioni
Applicando questo metodo al rilevamento architettonico, si usa come base una
parte della poligonale e quindi si procede misurando via via tutti i punti usando più basi
contigue sullo stesso lato di poligonale (Fig. 19), lo stesso si fa poi con i bracci della
poligonale interna ed i punti degli ambienti interni (Fig. 20).
Fig. 20.
Eidotipo della pianta del Piano terra di un edificio con le trilaterazioni per il
rilevamento esterno ed interno
30
METODI E TECNICHE DELLA RAPPRESENTAZIONE
Il Rilevamento per la conoscenza del costruito
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Fig. 21. Rilievo planimetrico con il metodo delle coordinate cartesiane
Con il metodo delle coordinate ortogonali (Fig. 21) partendo sempre da una base
esterna, cioè dal lato della poligonale, si riportano su di essa ortogonalmente i punti da
rilevare, quindi si misurano le distanze sia dei punti tra loro che le distanze tra essi e la
base. Il prelievo delle ascisse da riportare sulla base può seguire il metodo delle misure
progressive o quello delle misure parziali (Fig. 22); è buona norma nel caso
dell’utilizzo del metodo per ascisse ed ordinate, aggiungere alle misure parziali anche
una misura totale da utilizzate come verifica.
Fig, 22. Rilievo planimetrico con il metodo delle misure progressive e con il metodo delle misure parziali
Di solito il prelievo delle misure di un ambiente viene risolto con la presa di
cinque misure (Fig. 23), la diagonale serve a rendere indeformabile la figura formata
dalle altre misure, e quindi garantisce la posizione relativa dei punti rilevati.
Fig. 23. Prelievo misure interne di un
ambiente mediante trilaterazione
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Michela Cigola
Fig. 24. Eidotipo di studio per il
rilevamento del prospetto del complesso
di S. Maria dell’Orto in Roma. Disegno
di E. Chiavoni
Fig. 25. Schizzo preparatorio della sezione di un
edificio tratto dalla pianta.
Da M. Docci, Teoria e tecnica del disegno,
Laterza 1996
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Michela Cigola
Il Rilevamento per la conoscenza del costruito
Esistono dei casi particolari in cui il rilevatore deve porre grande attenzione nella
presa delle misure: vani scala, angoli concavi e convessi, nicchie e rientranze in
genere, spessore dei muri, piani inclinati.
Dopo la fase della presa delle misure planimetriche si passa alle misure in alzato.
L’eidotipo del prospetto può essere desunto in prima battuta dalla pianta del piano
terra, ma si ottengono risultati migliori disegnandone uno schizzo dal vero, come per le
piante si parte disegnando il contorno, quindi le aperture e gli altri elementi
caratteristici ed infine alcune informazioni dimensionali di massima (Fig. 24).
Nel caso di prospetti articolati su più piani non paralleli il quadro è disposto
ortogonalmente alla parte più estesa della facciata, le parti che in questo modo verranno
proiettate di scorcio possono essere oggetto di prospetti parziali.
Dopo aver effettuato il rilievo di tutti, o almeno dei più significativi tra i prospetti
dell’edificio che si sta rilevando, si passa alla stesura delle sezioni. Per edifici non
molto articolati e complessi possono bastare una sezione trasversale ed una
longitudinale, facendo attenzione che esse passino per i punti più caratteristici
dell’edificio, o quelli che permettano di comprenderne pienamente la struttura.
Per la presa delle misure orizzontali ci si può basare sulle dimensioni
precedentemente rilevate nelle varie piante (Fig. 25), per le altezze ci si può riferire a
rilevamenti diretti o a tecniche che facciano uso di restituzioni da fotografia (16) o a
tecniche fotogrammetriche.
Al termine della fase “di campagna”, cioè quella in cui abbiamo effettuato la presa
di tutte le misure che ritenevamo necessarie per la conoscenza dell’edificio, si passa
alla fase della “restituzione grafica” , cioè della messa in pulito di tutte le misure
prelevate e riportate negli eidotipi.
Per una migliore comprensione dell’edificio che si sta rilevando, è bene
organizzare gli elaborati secondo il metodo delle rappresentazioni mongiane, poiché il
metodo del primo triedro delle Proiezioni ortogonali è utilissimo per la comprensione
globale dell’architettura storica, sia nelle rappresentazioni a scala relativamente grande
che nelle rappresentazioni di particolari architettonici (vedi Fig. 7).
Come per gli eidotipi, anche gli elaborati finali di rilevamento è bene che siano
tutti della stessa dimensione, scegliendo tra i formati unificati (A3 o più grandi) (17);
anche per questo tipo di elaborato, è buona norma inserire un cartiglio che riporti i dati
generali sull’edificio come localizzazione, nome, orientamento, oltre ai dati relativi al
disegno in oggetto, scala, data di stesura, numero dell’elaborato, ecc.
Con l'avanzare del progresso tecnologico, si è fatta ormai impellente la necessità
di affiancare ai metodi ed agli strumenti più usati e tradizionali del rilevamento diretto,
tutto un nuovo bagaglio di norme e nozioni inerenti il rilevamento indiretto,
strumentale e fotogrammetrico; poiché il rilievo deve comprendere in sé
16
Per questo aspetto del mezzo fotografico, si rimanda al capitolo “Restituzione prospettica da fotogramma
singolo” di L. Paris
17
vedi norme UNI 932, 936, 938 che regolano il formato dei disegni, la loro piegatura e la disposizione
degli elementi grafici nel foglio.
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indistintamente tutti i metodi di misurazione della realtà. Questo non significa che ogni
rilevatore debba per forza essere al contempo un perfetto topografo, un valido
restitutista ed un profondo conoscitore della tecnica fotogrammetrica; egli dovrà
limitarsi a conoscere le potenzialità degli strumenti e dei metodi che la tecnica può
mettergli a disposizione, ed i particolari problemi della pratica operativa che possono
essere risolti ricorrendo a tecniche specialistiche.
Rilievo dei particolari
Per avere una conoscenza completa di un edificio e di un complesso architettonico,
dobbiamo conoscere tutte le sue componenti, quindi per rappresentarlo compiutamente,
quasi mai bastano gli elaborati di piante, prospetti e sezioni, anche se eseguiti in
maniera accurata e precisa.
Fig. 26. Roma - Chiesa di San Francesco a Ripa, eidotipo di uno degli altari. Università
di Roma “La Sapienza”, Facoltà di Architettura, Corso di “Strumenti e metodi per il
Rilevamento architettonico”. Prof. M. Docci, Seminario M. Cigola, studente A. Mandolesi
Spesso per conoscere del tutto un’opera architettonica, anche se essa non sia
estremamente complessa, è necessario conoscere, e quindi rilevare i suoi ”elementi di
dettaglio”, cioè elementi come cornicioni, ordini architettonici, decorazioni ecc., ecc.
E’ necessario porre particolare attenzione nel rilevamento di tali particolari, poiché
spesso è proprio da essi che si riesce a risalire o a chiarificare la data di costruzione
oppure la data di importanti variazioni nella storia architettonica dell’edificio.
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La conduzione dei rilevamenti di
dettaglio è esattamente identica a
quella che è stata usata per le altre
fasi del nostro rilevamento: si parte
stilando un eidotipo per conoscere
l’oggetto che vogliamo rappresentare,
(Fig. 26) quindi si passa alla vera e
propria presa delle misure (Fig. 27);
per ogni dettaglio ci si comporterà
come se fosse un oggetto architettonico a sé stante, effettuandone
piante, sezioni e prospetti.
Le scale che possono essere usate
in questa fase del nostro lavoro
partono da quella 1:50 per arrivare,
fino all’1:5 o ancora più in dettaglio
per casi particolari.
Ultima fase è quella della messa
Fig. 27. Roma, Basilica di S. Crisogono, una delle
acquasantiere. Presa delle misure di dettaglio.
in pulito del rilevamento di dettaglio,
che come tutti gli altri nostri elaborati
verrà condotta rappresentando l’oggetto nelle tre proiezioni mongiane ed indicando,
ove occorra, una sezione per chiarificare la struttura e la volumetria del nostro
particolare (Fig. 28).
Fig. 28. Monteleone Sabino (VT) - Chiesa di Santa Vittoria, Rilievo di alcuni elementi di spoglio,
originale 1:5. Università di Roma “La Sapienza”, Facoltà di Architettura, Corso di “Strumenti e
metodi per il Rilevamento architettonico”. Prof. M. Docci, Seminario M. Cigola, studente M. Sabatini
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Ruolo della fotografia nel rilevamento architettonico
Naturale supporto delle operazioni di rilevamento è il mezzo fotografico, specie
nello studio di aggregati urbani, dato che esso è in gradi di rivelare le relazioni che
intercorrono tra gli oggetti e tra questi e l'ambiente circostante, e di cogliere aspetti
particolari impossibili da riportare nella rappresentazione grafica.
Una buona documentazione fotografica è un auto insostituibile nell’esecuzione di
un rilevamento, sia come documentazione di completamento per la redazione dei grafici
di rilievo, sia come vero e proprio strumento di rilevamento.
In taluni casi del rilevamento, può
essere utile eseguire delle foto che
possono essere equiparate a dei
prospetti veri e propri sulle quali, con
delle semplici proporzioni possono
essere ricavate alcune misure. Ancora
più semplice è l’esecuzione di alcune
misurazioni su fotografie che riportino,
accanto all’oggetto che si deve
misurare, un asta metrica che abbia ben
visibile la numerazione (Fig. 29).
Naturalmente perché foto di questo tipi
possano essere utilmente utilizzate,
queste devono essere eseguite con l’asse
ottico della camera perpendicolare
all’oggetto da misurare.
Oltre che come strumento ausiliario
di misurazione, una buona campagna
fotografica
è
certamente
un
Fig. 29. Foto del basamento di una parasta della
complemento insostituibile per la
Farnesina di B. Peruzzi. Da DOCCI M., MAESTRI
D., Manuale di Rilevamento architettonico e
conoscenza globale dell’edificio da
urbano, Roma-Bari 1994
rilevare; i campi che meglio possono
essere documentati dal mezzo fotografico sono certamente quelli dell’inserimento
dell’opera nel suo ambiente, nell’esplicitarne dall’aspetto complessivo fino ai più
minuti particolari architettonici ed infine, particolarmente importante in un rilievo
mirato al restauro, la documentazione dello stato di salute dell’edificio.
Delle fotografie antiche eseguite da altri sono un ausilio preziosissimo per la
conoscenza delle fasi storiche dell’architettura da rilevare, poiché possono contribuire a
documentare delle parti dell’edificio perdute o distrutte per varie cause (Fig. 30).
La pratica del rilievo contiene un aspetto profondamente formativo: essa cioè
permette una prima (e spesse volte unica) fase nel curriculum degli studi universitari,
di contatto con l'oggetto reale, di come esso si ponga nello spazio, di quali siano i
materiali che lo compongano e di come questi siano messi insieme. Il rilievo abitua
all'osservazione e alla comprensione della realtà, ad intendere le relazioni che legano le
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parti con il tutto, ed infine alla rappresentazione bidimensionale di quanto è stato
osservato. Quindi rilevamento come analisi, selezione e sintesi del fatto reale.
Durante la fase di restituzione grafica, il rilievo educa a dividere elementi
importanti da altri che possono essere omessi, porta quindi a cogliere i caratteri
essenziali di un opera, a ridurre in un numero finito di segni un oggetto
tridimensionale.
Nel caso del rilevamento di edifici storici, si viene messi di fronte ad un
organismo che, sulla carta, non è più come lo si è percepito visivamente: ciò che
sembrava dritto e retto non lo è più, compaiono deformazioni ed alterazioni
impensabili; questo porta a considerare meglio sia i metodi costruttivi del passato, che
la percezione ottica della realtà.
Fig. 30. 1930 ca., Abbazia di Montecassino, Foto del Chiostro detto “dei Benefattori”, in SCACCIA
SCARAFONI E., L'atrio della chiesa di Montecassino, "Bollettino d'arte" III XXVI, Roma 1932.
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