News e curiosità per professionisti informati

2 | 13
Day DIN
by
Periodico di informazione
di ABB SACE Division
Apparecchi Modulari
News e curiosità
per professionisti informati
L'elettrizzante fenomeno naturale dei fulmini
L'analisi dei fulmini aiuta a capire meglio la potenza della natura
Case History
E nessuno alla sera passa più a spegnere luci e riscaldamento
REACH e RoHS
L’attenzione di ABB per il rispetto dell'ambiente
Editoriale
04
DINew!
Prodotti per guida DIN e fronte quadro: le novità
Day DIN
by
Francesca Sassi
Product Manager
Apparecchi Modulari
ABB S.p.A. - ABB SACE Division
34
Case History
E nessuno alla sera passa più a spegnere luci e
riscaldamento
2|13
Cari Lettori,
riprendiamo insieme le attività lavorative
dopo la pausa estiva con la seconda
uscita dell'anno di Day by DIN.
Anche in questo numero abbiamo
raccolto per voi le principali novità di
prodotto e approfondimenti tecnici
che possono stimolare il vostro
interesse verso il mondo
dell'elettrotecnica ed esservi utili
durante il vostro lavoro quotidiano,
condite da curiosità e notizie divertenti.
Vi presentiamo le ultime novità
normative in merito alle nuove regole
tecniche di connessione come passo
fondamentale verso la Smart Grid:
le due Norme CEI 0-21 e CEI 0-16
definiscono regole tecniche rigide
e precise per ovviare alle criticità legate
alla stabilità e affidabilità delle reti
elettriche a seguito della diffusione
massiva di impianti di produzione
di energia elettrica da fonti rinnovabili.
Vi presentiamo inoltre un'altra novità
normativa in merito alla scelta degli SPD
per la protezione degli impianti
fotovoltaici contro i fulmini, secondo la
nuova guida alla Norma CEI 81-28.
Sempre in tema di fulmini e sole estivo,
durante questa calda estate molto
probabilmente avrete assistito allo
spettacolare evento naturale dei fulmini
durante un temporale estivo.
Un interessante articolo spiega come
si originano i fulmini e ci aiuta a capire
meglio la potenza della natura.
E se ancora non ne avete abbastanza
di fulmini, scaricate l'infografica
dedicata proprio alla protezione degli
impianti elettrici dai fenomeni negativi
dovuti alla caduta di fulmini.
Buona lettura!
Ti interessa Day by DIN e vuoi riceverlo gratis?
Abbonati subito collegandoti all’indirizzo internet: http://goo.gl/Mqk8z
Riceverai la tua copia cartacea di questo numero e tutte le prossime uscite.
Day by DIN 2 | 13 • Periodico di informazione di ABB SACE Division - Apparecchi Modulari • Copyright 2013 • E-mail: [email protected]
Pubblicato da: ABB S.p.A. - ABB SACE Division • Design: Winning Associati Stampato da: Caleidograf • Vietato qualsiasi utilizzo di testi o immagini senza
autorizzazione scritta da parte di ABB S.p.A.- ABB SACE Division
2
Day by DIN 2 | 13
Sommario
46
30
L'elettrizzante fenomeno naturale dei fulmini
L'analisi del fenomeno dei fulmini aiuta a capire meglio
la potenza della natura
Novità e fatti
Case History
4
20
6
10
24
25
DINew!
Prodotti per guida DIN e fronte quadro: le novità
DINtro la notizia
Materiale e documenti sui nuovi prodotti
Top 5
Soluzioni ABB per il raggiungimento del massimo
comfort
Evento Essere ABB
Da installatore a esperto di Marketing
E-mail Marketing
Gli specialisti rispondono
9
26
28
46
Curiosità
Il robot flessibile che
lavora gomito a gomito
con gli umani
Lettere al fronte quadro
La redazione risponde
Curiosità
Uno dei più grandi impianti fotovoltaici del mondo
Quante ne sa
L'esperto risponde
Curiosità
Il robot flessibile che lavora gomito a gomito con
gli umani
34
Monitorare a distanza il consumo di un gruppo
elettrogeno per recuperare le accise sull’energia
elettrica
E nessuno alla sera passa più a spegnere luci e
riscaldamento
Tecnica
12
14
30
38
42
49
REACH e RoHS
L’attenzione di ABB nei confronti dell'ambiente
e della salute dei propri clienti e fornitori
Le nuove lampadine a risparmio energetico
L'elettrizzante fenomeno naturale dei fulmini
L'analisi del fenomeno dei fulmini aiuta
a capire meglio la potenza della natura
Nuove regole tecniche di connessione come
passo fondamentale verso la Smart Grid
La scelta degli SPD per la protezione degli
impianti fotovoltaici contro i fulmini:
Norma CEI 81-28
L’errore nella catena di misura
Infine per rilassarsi
50
51
La Rete Elettrica
Foto DINterni
ABB SACE: per rimanere sempre in contatto con il mondo ABB seguici su Twitter http://twitter.com/ABB_SACE,
Facebook http://www.facebook.com/abb.sace, YouTube http://www.youtube.com/user/ABBSACEDivision.
Potrai trovare news, aggiornamenti e approfondimenti sul mondo ABB in Italia.
Day by DIN 2 | 13
3
Novità e fatti
DINew!
Continua il processo di rinnovamento della gamma di
strumenti di misura System pro M compact® con l'introduzione
dei nuovi trasformatori amperometrici CT PRO XT e CT MAX
e l'aggiornamento dell'intera famiglia di contatori di energia,
con l'introduzione della nuova innovativa gamma EQ Meters.
Misura
CT PRO XT, CT MAX
Funzionalità e sicurezza per ogni tipo
di applicazione
L’ampia e completa gamma di trasformatori amperometrici ABB
si rinnova con l’introduzione delle nuove serie CT PRO XT e CT MAX,
prodotti all’avanguardia appositamente pensati per garantire massima
facilità d’installazione, massime prestazioni e massima affidabilità dal
punto di vista della sicurezza, grazie all’introduzione dell’innovativo
circuito elettronico integrato di protezione del secondario disponibile
nelle versioni CT PRO XT SELV e CT MAX SELV.
Ideali per l’impiego in quadri di sottodistribuzione primaria, secondaria
e power center, i nuovi trasformatori amperometrici sono caratterizzati da
dimensioni estremamente compatte, doppia possibilità di connessione
all’avvolgimento secondario, grazie all’introduzione dei morsetti
screwless disponibili assieme ai classici morsetti a vite, e un'ampia
gamma di accessori a corredo che garantiscono la possibilità di
installazione in qualsiasi tipo di applicazione.
Brochure: 2CSC446012B0901
Vantaggi
− Massima compattezza e facilità installativa
− Includono supporti per l'installazione adatti
per tutti i più comuni sistemi di fissaggio
− Doppia possibilità di connessione al circuito
secondario grazie all'introduzione dei nuovi
morsetti screwless
− Garanzia di massima sicurezza grazie
all'introduzione del circuito elettronico di
protezione del secondario nelle versioni
CT PRO XT SELV e CT MAX SELV
− Prodotto conforme per applicazioni a fini
fiscali, idonei per la certificazione UTF
4
Day by DIN 2 | 13
Novità e fatti
Misura
EQ Meters Serie A, Serie B
Nuovi contatori di energia EQ Meters:
la soluzione ideale per il monitoraggio
e l'ottimizzazione dei consumi dell'impianto.
L'introduzione delle nuove serie A e B della gamma EQ Meters rinnova
completamente l'offerta ABB di contatori di energia con prodotti
da specialista in grado di garantire soluzioni adatte alle esigenze
di tutti i principali segmenti applicativi.
I nuovi contatori permettono il monitoraggio dei consumi energetici
e dei principali parametri elettrici monofase e trifase, fornendo
all'utilizzatore tutte le informazioni necessarie per poterli ottimizzare
in funzione delle proprie esigenze.
Le nuove serie sono progettate per garantire la massima accuratezza
di misura, un'elevata compattezza, un'estrema semplicità
di installazione e di configurazione e la possibilità di integrarsi
perfettamente con qualsiasi sistema di supervisione grazie
all'implementazione dei più diffusi protocolli di comunicazione.
Catalogo: 2CSC481001D0901
Vantaggi
− Massima compattezza delle nuove serie
con l'introduzione di contatori trifase a
4 moduli
− Porta seriale RS-485 integrata nel contatore
per comunicazione Modbus
− Cablaggio semplificato con schemi di
cablaggio indicati direttamente sul prodotto
− Facilità di configurazione del prodotto
e lettura delle misure, grazie al nuovo
schermo LCD retroilluminato e alla
navigazione semplificata nel menù
− Qualità della misura garantita dall’elevata
precisione dei contatori tutti a classe di
accuratezza 1 o 0,5s
− Estesa gamma di possibili funzionalità,
adatte a ogni tipo di esigenza installativa
e applicativa
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5
Novità e fatti
DINtro la notizia
Informazioni sulla più recente documentazione e sui nuovi software
messi a disposizione da ABB per aiutare gli operatori del settore
elettrico nel loro lavoro. I documenti e i software sono scaricabili
dal sito http://www.abb.com/abblibrary/downloadcenter/
Misura
Misura
CT PRO XT
e CT MAX
Contatori di energia
EQ Meters
Trasformatori
amperometrici di misura
con protezione da rischio
di folgorazione
La protezione dal rischio
di folgorazione
Contatori elettronici di energia EQ Meters
Una soluzione per ogni esigenza
CT e CT
T SELV
t i amperometrici
mperome
Trasformatori
di misura
con protezione da
d rischio
i h di folgorazione
La nuova gamma di trasformatori
amperometrici CT PRO XT e CT MAX
è studiata per facilitare e salvaguardare
le operazioni d’installazione, collaudo
e manutenzione all’interno di un
quadro elettrico, grazie alle dimensioni
compatte, alla flessibilità installativa
e alla protezione da rischio di
folgorazione, garantita dal circuito
protettivo integrato nelle versioni SELV.
Brochure: 2CSC446012B0901
6
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La vasta gamma di contatori di energia
EQ Meters consente all’utilizzatore di
trovare facilmente il contatore più adatto
alle sue esigenze e necessità. I contatori
di energia EQ Meters hanno un ampio
spettro di caratteristiche, dalle più
semplici alle più avanzate, e mettono a
disposizione informazioni sul consumo
di energia indispensabili per la corretta
gestione dell’impianto.
Catalogo: 2CSC481001D0901
Novità e fatti
Home&Building Automation
Home&Building Automation
Aula domotica
Vittuone
Infografica
DomusTech
Scopri le soluzioni
Home&Building
Automation di ABB
Tecnologie e consigli
per evitare spiacevoli
sorprese nelle abitazioni
Proteggi la tua casa da intrusioni e furti
Tecnologie e consigli per evitare spiacevoli sorprese nelle abitazioni
Quanti furti e quando?
2
260
352
4.000€
297
minuti
6NUP
avviene un furto
Numero di furti
in abitazione
ogni 100.000
abitanti
258
Sa Do
Sa
Do
163
12%
+del
22%
35%
Weekend
e mesi estivi
dei furti avviene
dopo le 18,
o prima del rientro
dal lavoro o di notte
i periodi con
il maggior numero di furti
19%
Che cosa viene rubato?
€€
Proteggi la tua casa da intrusioni
e furti con DomusTech, la soluzione
in radiofrequenza per la sicurezza
domestica. Leggi l'infografica per capire
quanto siano a rischio ogni giorno la
sicurezza della tua abitazione, i tuoi beni
e scopri come proteggerli.
min
20%
27%
Danno medio
per le vittime
di un furto:
€
€
Infografica: 9AKK105713A6580
Gioielli
e pellicce
53%
dei furti
Denaro 52%
contante
Elettronica
dei furti
25%
dei furti
3%
Cibo
dei furti
Quali i punti di ingresso più utilizzati?
Nella sede ABB di Vittuone è ora
disponibile la nuova Demo Room
Home & Building Automation, un'aula
domotica attrezzata per mostrare
e far toccare con mano le funzionalità
delle soluzioni di Home&Building
Automation ABB.
La demo room ricrea due ambienti
perfettamente funzionanti:
– un esempio di salottino in ambiente
residenziale, con installato Mylos
Home Automation
– un esempio di ufficio, con installato
un sistema di Building Automation KNX
comprendente dispositivi modulari,
PriOn e Mylos KNX.
La nuova demo room è a disposizione per
qualsiasi attività legata alla promozione
della gamma Home&Building Automation
ABB, come per esempio eventi e visite
clienti, ma non solo.
Contatta il tuo funzionario tecnicocommerciale ABB: non perdere
l’occasione per scoprire tutti
i vantaggi dell'efficienza energetica
senza rinunciare al comfort.
Finestre
Balconi
spesso vengono lasciate
aperte o sbloccate
Porte
Condividi l'infografica sul tuo account
Facebook/LinkedIn/Twitter!
Garage
spesso i ladri si intrufolano
quando le porte vengono lasciate aperte
o si dimenticano le chiavi nella toppa
Prezzo dei prodotti contenuto
ma maggiori oneri di installazione
(opere murarie)
Prezzo dei prodotti
più elevato ma installazione
più semplice
Prezzo
La predisposizione per il passaggio cavi
consente un risparmio
in fase di installazione successiva
Installazione
Installazione agevole sia in costruzioni
nuove che in ristrutturazioni,
non necessitando di cavi
Installazioni estese possibili
predisponendo adeguatamente
l’impianto
Estendibilità
Estendibile
con interfacce
filari
Possibili vincoli
sui punti di installazione
dei sensori
Possibilità di installare
i sensori esattamente
nel punto desiderato
Flessibilità
Consigli per mettere al sicuro i tuoi risparmi...
NON nascondere i soldi in cassetti
e armadi: sono i primi luoghi in cui il
ladro andrà a cercare
NON nascondere i
soldi in posti troppo
particolari: un ladro
può mettere
sottosopra l’abitazione
creando un danno
superiore rispetto ai
soldi che avrebbe
derubato
Nascondi il denaro
all’interno dei
giocattoli dei
bambini: è un
pessimo posto per
molti motivi, ma il
ladro è della stessa
opinione!
...e per la tua sicurezza
I vecchi metodi
rimangono validi
Un sistema antifurto
rende sicura la tua abitazione
Cassetta di sicurezza
Porta blindata
Se ne scegli uno wireless
puoi installarlo oggi
ed estenderlo successivamente
Fonti
www.istat.it/it/archivio/61203
www.assiv.it/2011/08/
www.goo.gl/LvvUg
Per informazioni e contatti, www.abb.it/lowvoltage , @ABB_SACE
, ABB SACE
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Novità e fatti
Protezione
Infografica SPD
Misure di protezione
per evitare i danni causati
dalle sovratensioni
Impianti e apparecchiature protetti contro i fulmini
Misure di protezione per evitare i danni causati dalle sovratensioni
I fulmini a livello globale
6NUP
ZLJVUKV
100
fulmini
colpiscono la Terra
4x
I fulmini che colpiscono le regioni italiane,
750.000 in media ogni anno con picchi da
maggio a ottobre, arrecano danni sempre
più ingenti a impianti e apparecchiature
senza che un'eventuale copertura
assicurativa compensi effettivamente
le perdite subite.
Può allora essere consigliata ai clienti
l'installazione preventiva di scaricatori
di sovratensione (SPD), che deviano le
correnti di scarica verso terra preservando
l'integrità delle apparecchiature: applicabili
anche in impianti esistenti, sono facili da
dimensionare e comportano una spesa
contenuta, ancora più conveniente con il
bonus fiscale 50%.
10x
-PUVH
30.000°C
6NUP
PZ[HU[L
fino a
(
5.000 temporali
si verificano sulla Terra
=
-PUVH
350.000 A
100x
e centinaia di milioni di Volt
E in Italia?
6NUP
HUUV
1,5WLYRTõHUUV
fulmini
Densità
di fulminazione
per area
2,5WLYRTõHUUV
fulmini
4,0WLYRTõHUUV
fulmini
750.000 fulmini
cadono in Italia
Fulminazione totale
in Italia
4HNNP
4HNN
4HN
4HNNPV
HNNPV
NNPV
NPV
6[[VIY
6[[VI
6[[VIYL
[[VIYL
[[VI
[VIYL
VIYL
IYL
YL
L
1000x
.LU -LI 4HY
(WY 4HN .P\
3\N (NV
:L[
6[[
5V]
+PJ
Perché i danni alle apparecchiature
elettroniche sono in aumento?
Apparecchiature
sempre più
sensibili
Reti
sempre più
complesse
Elettronica
di consumo
sempre più diffusa
in ambito domestico
Dipendenza
sempre maggiore
dai sistemi
di elaborazione dati
Filtri
Infografica: 9AKK105713A7388
Misure preventive
Vantaggi
Progettazione impianto
APPLICABILI ANCHE
IN IMPIANTI ESISTENTI
DIMENSIONAMENTO
SEMPLICE
Schermatura .HIIPHKP-HYHKH`
COSTO CONTENUTO
Cosa sono e come funzionano gli SPD?
:VUVKPZWVZP[P]PKPWYV[LaPVULJOLKL]PHUVSHJVYYLU[LKPZJHYPJHVPTW\SZP]H
LSPTP[HUVSHZV]YH[LUZPVULULSSLHWWHYLJJOPH[\YLH]HSSL
:VUVPWPƒHKH[[PLKLMMPJHJPKPZWVZP[P]PWLYSHWYV[LaPVULJVU[YV
M\STPUHaPVUPKPYL[[LLPUKPYL[[LKLSS»LKPMPJPVLKLSSLSPULLLU[YHU[P
Senza SPD
Con SPD
3HZV]YH[LUZPVULYHNNP\UNL
S»HWWHYLJJOPH[\YHLSL[[YPJH
3HZV]YH[LUZPVULYHNNP\UNLSVZJHYPJH[VYL
JOLKL]PHSHJVYYLU[LKPZJHYPJH]LYZV[LYYH
:LSHZV]YH[LUZPVUL
Z\WLYHSH[LU\[HHSS»PTW\SZV
KLSS»HWWHYLJJOPVLSL[[YPJV
SHJVYYLU[LPTW\SZP]H
ZPWYVWHNHSPILYHTLU[L
H[[YH]LYZVPSKPZWVZP[P]VKHUULNNPHUKVSV
3HZV]YH[LUZPVUL]PLULSPTP[H[H
H\U]HSVYLHTTPZZPIPSL
WLYS»HWWHYLJJOPH[\YHH]HSSL
3»PU[LNYP[nKLSS»HWWHYLJJOPH[\YH
]PLULWYLZLY]H[H
Fonti
www.fulmini.it
www.lightningmaps.org/blitzortung/europe/index.php?bo_page=statistics&lang=it
www.puntosicuro.it/incendio-emergenza-primo-soccorso-C-79/prevenzione-incendi-misure-di-protezione-C-85/buone-pratiche-per-la-prevenzione-del-rischio-fulmini-AR-8126/
Per informazioni e contatti, www.abb.it/lowvoltage , @ABB_SACE
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http://goo.gl/gJXya
, ABB SACE
Gli specialisti rispondono
Lettere al fronte quadro
La redazione risponde
Frédéric Camelet: Product Manager Apparecchi Modulari ABB S.p.A. - ABB SACE Division
La gamma DS201-DS202C è disponibile nelle versioni 1P+N e 2P.
Quali sono le applicazioni e i vantaggi
per ogni tipologia?
Nel Bel Paese per la quasi totalità delle applicazioni vengono utilizzate le protezioni di linee
terminali con polarità 1P+N. Tuttavia esistono
alcuni casi particolari in cui sono impiegate le
protezioni 2P: vediamo quali sono e perché.
In casa
In alcune zone d’Italia, ad esempio nel
centro di Roma, la distribuzione elettrica fu
realizzata distribuendo due fasi con tensione
fase-fase 230V. Per fortuna l’utilizzo di tali circuiti, ancora attivi, non rende necessario l’utilizzo di apparecchiature dedicate, in quanto
dal punto di vista del carico tensione e corrente sono giuste. La differenza si riscontra
però nel centralino, che deve prevedere la
protezione di entrambi i poli per garantire la
protezione in caso di guasto a terra di ciascuna delle due fasi.
Negli ospedali o in altri luoghi con sistema di distribuzione IT
In sistemi di distribuzione IT la protezione
di linee fase-fase e fase-neutro deve essere
realizzata con una protezione 2P. Nel primo caso perché si tratta di una rete bifase, come visto in precedenza, mentre nel
secondo caso perché un doppio guasto
su due partenze può provocare un cortocircuito che fluisce attraverso i conduttori
di fase e neutro di due linee separate.
In vacanza
L’allacciamento di un camper a una presa
di corrente è un altro caso dove la protezione 2P trova impiego. Benché la distribuzione elettrica sia realizzata con tensione 230V
fase-neutro, non è sempre possibile riconoscere ciascun conduttore (le prese di corrente
italiane non sono polarizzate). Occorre quindi installare una protezione 2P a valle della
presa per proteggere la fase in tutti i casi.
Al lavoro
L’impiego principale è semplicemente…
per comodità! La protezione 2P fornisce lo
stesso livello di protezione con una più ampia
gamma di soluzioni e con la possibilità di
gestire un numero minore di codici.
Inviateci le vostre domande:
[email protected]
Soluzioni ABB per la protezione delle linee e delle persone con due conduttori:
Protezioni delle linee per
distribuzione terminale,
basse potenze.
Rete 230V 1P+N
con indicazione
della fase.
Rete 230V 1P+N
senza indicazione della
fase
Rete bifase 230V.
Protezione
magnetotermica
Protezione differenziale
SN 201
1 modulo, fino a 40 A
S 201Na, S 202
2 moduli, fino a 63 A
DS941, DS201
2 moduli, fino a 40 A
F 202
2 moduli, fino a 125 A
S 202
2 moduli, fino a 63 A
Protezione
magnetotermica
e differenziale
DS202C
2 moduli, fino a 32 A
DS202
4 moduli, fino a 63 A
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Novità e fatti
Top 5
L'offerta di soluzioni ABB per il raggiungimento del
comfort personale è molto ampia e garantisce la disponibilità
di una risposta opportuna ed efficace a ogni esigenza
di climatizzazione e controllo della temperatura ambientale
D Line
Interruttori orari digitali
settimanali
Mylos Home
Automation
Termoregolazione
Grazie all'innovativa gestione dei periodi di
ferie, gli orologi della Linea D consentono
l'esclusione del normale programma
settimanale in uno o più periodi dell'anno
o a cavallo di diversi anni. La gamma
comprende versioni a 1 e 2 canali, provviste
di batteria interna di grande capacità per il
funzionamento in assenza di alimentazione
di rete, e di memoria permanente
EEPROM, che garantisce il rispetto della
programmazione e il mantenimento delle
impostazioni di data e ora anche in caso
di mancanza di alimentazione. Le versioni
"PLUS" permettono di copiare e trasferire
uno o più programmi su diversi apparecchi
attraverso una chiave di memoria, evitando
noiose perdite di tempo ed eventuali errori
dovuti alla riprogrammazione. Le versioni
"SYNCHRO" vengono abbinate alle
antenne DCF77 o GPS, permettendo la
sincronizzazione automatica dell'interruttore
con il segnale dell'ora esatta. Queste
versioni sono necessarie per mantenere
sincronizzati uno o più interruttori, anche se
installati in luoghi non presidiati.
10
Day by DIN 2 | 13
Il sistema Mylos Home Automation
permette di gestire un sistema di
termoregolazione articolato su 4 zone
indipendenti.
La zona principale è quella destinata
al dispositivo programmatore
(cronotermostato o Mylos Touch), che
svolge anche la funzione di dispositivo
Master per la termoregolazione.
Nelle 3 zone residue vengono impiegati
dei termostati sonda (2CSYE1202C/S).
È possibile controllare l’intero sistema
di termoregolazione localmente dal
dispositivo Master, forzando le zone
configurate al cambio di stato. Mylos
Touch riporta inoltre a video lo stato attivo
su ogni zona e le relative temperature
di set point. Lo stesso controllo è
ottenibile da remoto per mezzo di menù
domotico, via smartphone, quando è
predisposto l’interfacciamento con la
centrale Domuslink munita di interfaccia
(2CSYE1703M).
Novità e fatti
KNX
KNX
KNX
Termostati KNX
Attuatori Fan Coil
Controllo valvole
Una gamma completa di termostati
in grado di controllare qualunque tipo
di attuatore KNX per la gestione della
termoregolazione (attuatori fan-coil,
posizionatori elettrotermici per valvole,
valvole motorizzate).
È possibile impostare il controllo della
temperatura sia in modalità manuale che
automatica e passare automaticamente
(o anche da pulsante esterno o touch
screen/software di supervisione) da
modalità estate a inverno e viceversa.
La famiglia dei dispositivi è in grado
di adattarsi a qualunque esigenza
estetica e installativa: dal termostato
per installazione in scatola tonda, al
design ricercato di priOn e Triton, fino
al comfort e all'estetica accattivante dei
termostati e cronotermostati Mylos KNX
per installazione in scatola da incasso
rettangolare a standard italiano.
Questa serie di attuatori è in grado di
controllare fan-coil fino a 3 o 5 velocità
e sistemi a 2, 3 e 4 tubi. Permettono non
solo il controllo delle velocità, ma anche
quello delle valvole del riscaldamento e
raffrescamento. Gli LFA/S gestiscono il
controllo di elettrovalvole e posizionatori
elettrotermici, gli FCA/S quello di valvole,
motorizzate e 0-10V.
Tramite i termostati KNX è possibile
comandare gli attuatori fan-coil sia
in automatico (a partire dal set-point
impostato sul termostato), sia inviando
dal termostato comandi manuali per la
modifica delle velocità.
Gli FCA/S sono dotati in aggiunta di
ingressi binari per permettere di disabilitare
il riscaldamento/condizionamento
all'apertura di porte/finestre, ottimizzando i
consumi energetici.
Il controllo di qualunque tipo di valvole
è semplicissimo con la gamma ABB
KNX dedicata alla termoregolazione.
I posizionatori elettrotermici per valvole
sono disponibili con un'ampia scelta
di adattatori per le principali valvole in
commercio e possono essere controllate
sia da attuatori di commutazione
standard SA/S, sia da attuatori specifici
come i VAA/S e VAA/A o gli attuatori
elettronici ES/S.
Oltre ai posizionatori elettrotermici
(TSA/K) sia a 24V che a 230V controllati
dagli attuatori, la gamma per la
termoregolazione ABB KNX comprende
anche l'azionamento per valvole ST/K,
che riceve comandi direttamente
sul bus KNX dal termostato e, grazie
a un motorino integrato, è in grado
di controllare in maniera proporzionale
valvole motorizzate.
Day by DIN 2 | 13
11
Tecnica
REACH e RoHS
L’attenzione di ABB nei confronti dell'ambiente e della salute
dei propri clienti e fornitori è garantita dal rispetto
del Regolamento REACH e della Direttiva RoHS
Marco Lucca: Local Sustainability Officer ABB S.p.A. - ABB SACE Division
L
I portafusibili E 90, gli interruttori
differenziali puri F 200 e i trasformatori
monofase TM sono alcuni dei prodotti
ABB già rispondenti alle normative
REACH e RoHS.
12
Day by DIN 2 | 13
a politica integrata di ABB SACE
Division, in armonia con i requisiti delle norme internazionali di
riferimento UNI EN ISO 9001, UNI
EN ISO 14001, OHSAS 18001, IRIS STANDARD, fa propri i principi della Qualità,
dell'Ambiente e della Salute e Sicurezza
sul posto di lavoro. Costituisce la base
per poter pianificare gli obiettivi, i traguardi e le attività che servono per raggiungerli, riflettendo l'impegno della Direzione
al continuo miglioramento delle prestazioni. In particolare, nell'applicazione del
sistema di gestione ambientale UNI EN
ISO 14001, ABB garantisce i requisiti
cogenti attraverso la particolare attenzione a uno sviluppo dei prodotti che sia
conforme al Regolamento REACH e alla
Direttiva RoHS. Approfondiamo insieme i
contenuti delle due norme.
Il Regolamento REACH per la gestione
delle sostanze chimiche
Il Regolamento REACH prevede la creazione di un sistema di gestione del rischio
delle sostanze chimiche attraverso:
− registrazione delle sostanze prodotte
e/o importate nell’UE in quantità pari
o superiore a 1 tonnellata anno;
− valutazione della sicurezza delle sostanze e delle sostanze prioritarie in tema
di rischio;
− autorizzazione delle sostanze estremamente problematiche per usi specifici;
− sistema di restrizioni;
− istituzione di un’Agenzia Europea delle
sostanze chimiche;
− accesso del pubblico all’informazione;
− unificazione e semplificazione delle
norme.
Inoltre viene richiesto di rafforzare la protezione della salute umana e dell’ambiente dagli
effetti nocivi delle sostanze chimiche, prevedere la notifica non solo per sostanze nuove
(come previsto dalla precedente normativa)
ma anche per sostanze esistenti e creare una
banca dati centrale sulle sostanze chimiche.
ABB progetta i propri prodotti senza utilizzare nessuna sostanza SVHC (Substance
of Very High Concern) cancerogena, mutagena, tossica per la riproduzione, persistente, bioaccumulabile o comunque suscettibile
di produrre gravi effetti sulla salute umana o
sull’ambiente.
Per assicurare la conformità dei propri
prodotti, ABB mantiene attive tutte le azioni
necessarie a garantire la continuità della catena di fornitura, come ad esempio: l'aggiornamento delle informazioni richieste riguardanti l'evoluzione della direttiva, la ricerca di
fornitori alternativi, la ricerca e lo sviluppo di
sostanze alternative e di processi per garantire la continuità, la qualità e le prestazioni dei
prodotti.
Tecnica
La Direttiva ROHS contro l’uso di materiali pericolosi
La Direttiva ROHS (2011/65/CE), che
abroga la Direttiva 2002/95/CE, prevede
limitazioni nell’utilizzo di materiali pericolosi
(Restriction Of certain Hazardous Substances) e proibisce quindi l'impiego di alcuni materiali nella produzione di apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE):
− Piombo (0,1 %)
− Mercurio (0,1 %)
− Cadmio (0,01 %)
− Cromo esavalente (0,1 %)
− Bifenili polibromurati (PBB) (0,1 %)
− Eteri di difenile polibromurato (PBDE)
(0,1 %).
Si applica alle seguenti categorie:
1. Grandi elettrodomestici
2. Piccoli elettrodomestici
3. Apparecchiature informatiche e per
telecomunicazioni
4. Apparecchiature di consumo
5. Apparecchiature di illuminazione
6. Strumenti elettrici ed elettronici
7. Giocattoli e apparecchiature per il
tempo libero e per lo sport
8. Dispositivi medici
9. Strumenti di monitoraggio e di controllo (anche industriali)
10. Distributori automatici
11. Altre AEE non comprese nelle categorie sopra elencate
Declaration of Conformity
We ABB SpA - SACE Division – LBU LPED,
®
declare that the products of the System pro M compact range,
The E 90 Fuse holders and Fuse switch disconnectors , won’t be covered
by RoHS II till 07/22/2019, date of the entrance into force of the category 11 of Annex I
of the recasted RoHS directive.
Nevertheless, according to our current best knowledge, the E 90 Fuse holders and
fuse switch disconnectors product is compliant with the European RoHS
Directive 2011/65/EU and therefore does not contain any hazardous substance
exceeding 0.1% weight/weight.
Declaration of Conformity
We
ABB SACE LBU LPED,
declare that, starting from the production of December 2012, the products of the System
®
pro M range
ABB S.p.A. SACE Division – LBU LPED, keeps active each action necessary to ensure
the continuity of the supply chain, such as: the update of the required information
Politica integrata di ABB SACE
concerning the evolution of the RoHS Directive, the research of alternative suppliers in
order to ensure the continuity of the supply, the research and the development of
Una divisione di ABB S.p.A.
alternative substances and processes to ensure customer continuity, quality and
performance of its products.
LBU DIN Rail Components and Wiring Accessories
This Declaration is subject to the provisions of the relevant delivery contract of the
product
ABB SACE Division LBU DIN Rail Components
La nostra Politica per la Qualità, l’Ambiente e la Saand Wiring Accessories progetta, produce prodotti lute e Sicurezza sul luogo di lavoro definisce i prinVittuone 09/04/2013
elettrici ed elettronici di bassa tensione.
cipi e le finalità del Sistema di Gestione Integrato.
• Messa a disposizione di un ambiente di lavoro sano e sicuro nei
siti produttivi e nelle sedi in cui operiamo e predisporre misure
preventive adeguate per ridurre i riscJi d’incidenti e di infortuni
causati dalle attività lavorative, minimizzando, per quanto è possi
bile, le cause dei riscJi connessi con l’ambiente di lavoro.
• Impegno costante al rispetto di prescrizioni legali applicabili e altre
regole di gruppo in materia di qualità di ambiente salute e sicurezza,
noncJÅ alla ricerca di opportunità di continuo miglioramento della
qualità, della prestazione ambientale dei processi e dei prodotti
e servizi offerti e delle prestazioni inerenti gli aspetti di salute e sicu
rezza nei luogJi di lavoro.
• Creazione di indicatori di prestazione per sorvegliare nel tempo
l’andamento degli obiettivi e traguardi pianiƂcati.
• Coinvolgimento e sensibilizzazione di tutta la struttura direttiva
e dell’insieme dei dipendenti e di coloro cJe lavorano per
conto dell’organizzazione verso una cultura di responsabilità, di
partecipazione e di promozione per la qualità, l’ambiente e la salute
e sicurezza.
E930 – Fuse holders
E 90 Fuse holders and fuse switch disconnectors
to which this declaration relates is following the provision of the Regulation (EC) N°
1907/2006, issued by the European Union for the Registration, Evaluation, Authorization
and Restriction of Chemicals (REACH).
In particular, we advice that regarding Art. 33 and substances, published on 19th of
December 2012 on the candidate list, for inclusion in Annex XIV of REACH:
Quality & HSE Manager
Tommaso Abbattista
Tale politica, in armonia con i requisiti delle norme internazionali di
riferimento UNI EN ISO 9001, UNI EN ISO 14001, OHSAS 18001,
IRIS STANDARD fa propri i principi della politica ABB per la Qualità,
l’Ambiente e la Salute e Sicurezza sul posto di lavoro e costituisce la
base per poter pianiƂcare gli obiettivi, i traguardi e le attività cJe servono per raggiungerli, riƃettendo l’impegno della Direzione al continuo
miglioramento delle proprie prestazioni. In particolare ci proponiamo
di raggiungere obiettivi di: “zero incidenti”, eliminazione delle sostanze
criticJe nei prodotti ed eliminazione dei riƂuti inviati alla discarica.
I principi fondamentali su cui si basa il sistema di gestione integrato
attivo presso gli stabilimenti di Vittuone e Santa Palomba sono:
Type
do not contain any substance;
Vittuone 09/04/2013
Per la conformità delle categorie che
potrebbero impattare sui prodotti forniti
da ABB le date di scadenza sono:
− 22/07/2017 (gli strumenti di monitoraggio e controllo industriali dovranno
rispondere alle restrizioni sulle sostanze
cat. 9)
− 22/07/2019 (entrata nel campo di applicazione della cat.11, estensione a tutte
le AEE non esplicitamente escluse).
In proposito ABB ha predisposto un processo adeguato per verificare che il prodotto
sia stato progettato e fabbricato in accordo con le nuove prescrizioni della Direttiva.
È stata inoltre redatta la documentazione tecnica necessaria a eseguire
il controllo interno della produzione, è
stata garantita la predisposizione delle
procedure a tutela della conformità alla
Direttiva e, infine, si è assicurato che le
AEE abbiano un'indicazione seriale o
numero per garantirne la rintracciabilità.
Non va scordato l’adempimento degli obblighi di seguire i requisiti specifici di etichettatura (marcatura CE), di adottare misure correttive per rendere le AEE conformi
e di gestire eventuali reclami provenienti
dai clienti. Quanto sopra descritto andrà
valutato dopo il recepimento nazionale
della direttiva.
Quality Manager
Tommaso Abbattista
Declaration No: 2CSC444011K0202
Declaration N°: EA130003ML
ABB SpA
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Via Luciano Lama, 33
Tel.: +39 02 2414.1
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Capitale Sociale
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P.IVA/VAT: IT 11988960156
Codice Fiscale/Fiscal code: 00736410150
Registro delle imprese di Milano/
Official Company Book: 00736410150
R.E.A. Milano: 1513225
Unità Produttive
Factories
Bergamo
Dalmine (BG)
Frosinone
Garbagnate Monastero (LC)
Marostica (VI)
San Martino in Strada (LO)
Santa Palomba (Roma)
Vittuone (MI)
• Comunicazione della politica alle parti interessate attraverso pubblicazione su sito internet aziendale, trasmissione ai fornitori ed
al pubblico in generale, per coinvolgerli nelle strategie aziendali in
materia di qualità, ambiente, salute e sicurezza.
• Progettazione dei prodotti e processi atti a garantire la massima
soddisfazione dei clienti ed a prevenire o minimizzare l’impatto
ambientale e i riscJi per la salute e la sicurezza durante la costruzi
one, l’esercizio, la manutenzione, la dismissione dei propri prodotti
ed impianti, con il ricorso economicamente praticabile alle migliori
tecnologie disponibili.
• Impegno nell’informare, formare, motivare e coinvolgere tutti i
dipendenti afƂncJÅ svolgano i propri compiti in conformità agli obiettivi, fornendo loro l’adeguata preparazione a rispondere in modo
efƂcace alle emergenze e assicurarsi cJe ancJe coloro cJe lavorano
per conto dell’organizzazione eseguano le varie attività nel rispetto
della nostra Politica.
• Ricerca di fornitori, appaltatori e collaboratori qualiƂcati rispetto ai
criteri cJe ci siamo dati internamente in merito agli aspetti di qualità,
ambiente, salute e sicurezza.
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Alcuni esempi di dichiarazioni
REACH e RoHS rilasciate da ABB
e il documento "Nuova politica
integrata"
Documento integrato
nel Manuale
Qualità Ambiente
e Sicurezza QAS.
ABB S
SpA
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nel Manuale
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conto dell’organizzazione verso una cultura di responsabilità, di
e delloinsieme dei diRendenti e di Eoloro EJe lavorano Rer
• Coinvolgimento e sensibilizzazione di tutta la struttura direttiva
ambiente, salute
salute e sicurezza.
sicurezza.
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• 4icerca di fornitori, appaltatori e collaboratori qualiƂcati rispetto ai
della nostra Politica.
per conto dell’organizzazione eseguano le varie attività nel rispetto
efƂcace alle emergenze e assicurarsi cJe ancJe coloro cJe lavorano
tivi, fornendo loro l’adeguata preparazione a rispondere in modo
dipendenti
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• Impegno nell’informare, formare, motivare e coinvolgere tutti i
tecnologie disponibili.
ed impianti, con il ricorso economicamente praticabile alle migliori
one, l’esercizio, la manutenzione, la dismissione dei propri prodotti
ambientale e i riscJi per la salute e la sicurezza durante la costruzi
soddisfazione dei clienti ed a prevenire o minimizzare l’impatto
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13
Tecnica
Le nuove
lampadine
a risparmio
energetico
Claudio Amadori: R&D ABB S.p.A. - ABB SACE Division
U
na piccola rivoluzione tecnologica ha toccato i negozi e le
abitazioni di tutta Europa.
Il Regolamento n. 244/2009
della Commissione Europea ha infatti “messo al bando” le tradizionali lampadine a
incandescenza di vecchio tipo, sostituendole con nuovi e più moderni tipi, caratterizzati da una migliore efficienza energetica e da una maggiore durata di vita1).
Il ritiro graduale dal mercato delle vecchie
lampadine è iniziato nel 2009 e sì è concluso nel 2012. Le vecchie lampadine,
fuori produzione ma ancora diffuse nelle
abitazioni, sono assai poco efficienti in
quanto gran parte dell’energia elettrica
consumata non è trasformata in luce ma
è dispersa in calore.
Le nuove lampadine a risparmio energetico, a seconda del principio di funzionamento, appartengono a tre categorie
fondamentali:
− fluorescenti compatte (CFL)
− a incandescenza migliorate (alogene)
− a LED
14
Day by DIN 2 | 13
Tutti i tipi sono disponibili in diversi formati e potenze, anche con gli attacchi tradizionali a vite E14 ed E27 e possono facilmente sostituire le lampadine classiche
non più disponibili. Ognuna di queste tre
tecnologie ha i suoi pregi e i suoi difetti.
Molti inconvenienti lamentati dai consumatori, quali una durata di vita molto inferiore a quanto promesso o una scarsa luminosità delle nuove lampadine a risparmio
energetico, sono in gran parte attribuibili
alla scelta non corretta di esse in relazione all’uso a cui sono destinate.
La luminosità è il corretto criterio di
confronto
Per un confronto obiettivo tra le diverse lampadine è necessario fare riferimento al loro flusso luminoso, cioè alla quantità totale di luce emessa, che si misura
in lumen (lm) ed è sempre riportata sulla confezione 2). A parità di lumen, corrisponde un diverso consumo di elettricità,
misurato in watt, a seconda dell’efficienza
energetica dei diversi modelli di lampadina
(l’efficienza di una lampadina è il rapporto
fra flusso luminoso emesso e la potenza
Tecnica
elettrica assorbita dalla rete). Per esempio, un flusso luminoso di circa 750 lm
può essere ottenuto con una lampadina a
incandescenza tradizionale che consuma
60 W (con una efficienza di 12 lm/W), con
un’alogena che consuma 42 W (18 lm/W),
con una fluorescente compatta che consuma 11 W (68 lm/W) oppure con una
a LED che consuma 10 W (75 lm/W) 3).
Per questo è ingannevole confrontare la
luminosità delle lampadine facendo riferimento alla loro potenza elettrica espressa
in watt come si faceva in passato. Tuttavia, per consolidata abitudine è consuetudine fare riferimento alla potenza in watt
di una lampadina a incandescenza di vecchio tipo avente un equivalente flusso luminoso. Per facilitare la scelta delle lampadine, si è quindi stabilita una tabella di
corrispondenza tra i lumen e i “watt equivalenti” riportati sulle confezioni, che tuttavia non corrispondono al reale consumo della lampadina (tabella 1).
Per facilitare l’immediato riconoscimento dell’efficienza delle lampadine, al pari
degli elettrodomestici esse sono categorizzate in sette classi di efficienza energetica riportate sulla confezione: dalla A
(altamente efficiente) alla G (poco efficiente). Mediamente le lampadine fluorescenti
compatte e a LED entrano nelle classi A
e B, le lampadine alogene nelle classi B e
C, tutte le lampadine messe al bando nelle classi successive. Dal 2016, con poche
eccezioni, è previsto che vengano messe al bando anche le lampadine in classe
energetica C.
1)
Questo regolamento riguarda le
lampadine a incandescenza per uso
domestico di tipo comune e non
coinvolge le lampadine speciali:
per automobili, industriali, decorative,
per elettrodomestici ecc.
2)
Le lampadine a luce concentrata
(faretti) sono caratterizzate anche
dall’intensità luminosa, che si misura in
candele (cd) e che rappresenta il flusso
luminoso della sorgente luminosa
all’interno dell’angolo solido unitario
nella direzione del fascio di luce
(1 candela = 1 lumen / 1 steradiante).
3)
Le prestazioni delle lampadine
riportate a titolo di esempio in questo
articolo hanno solo valore indicativo.
Per i valori reali è necessario fare
riferimento ai dati del costruttore.
Tabella 1
Flusso
Consumo di lampadina
luminoso
tradizionale
120-140 lm
15 W
220-250 lm
25 W
410-470 lm
40 W
700-810 lm
60 W
920-1.060 lm
75 W
1.300-1.500 lm
100 W
2.100-2.500 lm
150 W
3.000-3.500 lm
200 W
Day by DIN 2 | 13
15
Tecnica
4)
Il numero massimo di accensioni e
spegnimenti è indicato dal costruttore.
5)
Il limite massimo di mercurio ammesso
è attualmente di 2,5 mg contro i
50 mg di una pila a bottone.
Le lampadine CFL sono costituite
da un tubo di vetro con una
miscela a bassa pressione di un
gas inerte con una piccola quantità
di mercurio.
La miscela è percorsa da una
corrente di scarica che sollecita il
mercurio a emettere una radiazione
ultravioletta invisibile. Le polveri di
fosfori fluorescenti sulla superficie
interna convertono le radiazioni
ultraviolette in luce visibile della
tonalità desiderata.
16
Day by DIN 2 | 13
Le lampadine fluorescenti compatte (CFL)
Le lampadine fluorescenti compatte
(CFL) non sono altro che l’evoluzione dei
classici “tubi” a fluorescenza in uso nell’industria e nel terziario e se ne differenziano, sostanzialmente, solo per la piegatura
del tubo e la miniaturizzazione del circuito di alimentazione (ballast), che normalmente è incorporato nella lampadina stessa. Entrate sul mercato ormai da decenni,
le CFL sono considerate le lampadine a
risparmio energetico per antonomasia, ma
questo non deve far credere che siano le
uniche.
Le lampadine CFL sono costituite da
un tubo di vetro al cui interno è presente
una miscela a bassa pressione di un gas
inerte con una piccola quantità di mercurio. Tramite due elettrodi posti all’estremità del tubo, la miscela è percorsa da una
corrente di scarica che sollecita il mercurio a emettere una radiazione ultravioletta invisibile. La superficie interna del tubo
è rivestita da polveri di fosfori fluorescenti
che convertono le radiazioni ultraviolette
in luce visibile della tonalità desiderata.
Le lampade fluorescenti non possono
essere collegate direttamente alla rete di
alimentazione (così come si fa per quelle a
incandescenza), ma richiedono un apposito circuito di alimentazione che limita la
corrente di scarica. Esso include un inverter elettronico ad alta frequenza per limitare le dimensioni e le perdite dell’induttore in ferrite necessario per stabilizzare
la corrente.
Vantaggi:
− il consumo è di circa il 65-80% inferiore rispetto alle vecchie lampadine,
con un’efficienza pari a 50-80 lm/W
a seconda dei modelli (le prestazioni
migliori si hanno con i modelli di forma più lineare: le fluorescenti tubolari
superano i 100 lm/W)
− durano circa sei volte di più (durata
stimata: 6.000 ore)
− sono disponibili in numerose varianti
rispetto a: forma, potenza, attacco,
tonalità (luce calda o luce fredda) ecc.
Svantaggi:
− frequenti accensioni e spegnimenti ne
accorciano la vita, talvolta in modo
notevole4)
− la luminosità è soggetta a calare con
l’invecchiamento, inoltre richiedono
qualche minuto prima di raggiungere
la luminosità massima
− in generale la luminosità non è regolabile
con dimmer tranne per alcuni modelli,
indicati come regolabili
− il pur minimo contenuto di mercurio 5)
richiede tecniche apposite per lo smaltimento come da normativa UE.
Applicazioni:
− sono adatte in tutti i casi in cui si accendono e si lasciano accese di seguito per
un lungo periodo (per esempio non più
di tre manovre di accensione al giorno).
Tecnica
Le lampadine a incandescenza migliorate (alogene)
Sono molto simili alle vecchie lampadine ma sono più efficienti (15-22 lm/W
contro 10-15 lm/W) e più durature (circa
2.000 ore contro 1.000). Hanno la fama
di consumare in modo eccessivo, ma
ciò è dovuto al loro impiego non a parità
di luce emessa. In realtà rappresentano
oggi il sostituto le cui caratteristiche più
si avvicinano a quelle dei modelli classici.
Le lampadine alogene di classe energetica C attualmente in commercio dal settembre 2016 verranno eliminate: resteranno disponibili solo i modelli di nuova
generazione di classe energetica B.
Nel bulbo di vetro in cui è contenuto il
filamento di tungsteno assieme a un gas
inerte vi è una piccola quantità di alogeno (di solito bromo o iodio). Quando la
lampada è accesa, per il grande calore
generato il tungsteno sublima staccandosi dal filamento. Mentre nelle lampadine
tradizionali il tungsteno staccato dal filamento si deposita sulla superficie interna
del bulbo di vetro annerendolo, in quelle alogene il tungsteno allontanatosi dal
filamento si combina con l’alogeno formando alogenuro di tungsteno che non
aderisce al vetro, ma venendo a contatto con il filamento si dissocia in alogeno
e in tungsteno e rigenera quindi, almeno
in parte, il filamento stesso. Si crea quindi un equilibrio dinamico che permette di
non consumare il filamento, dimensionabile in modo da poter lavorare a temperature molto alte (2500 °C) con una maggior
efficienza energetica. Il bulbo di vetro, per
sopportare tali elevate temperature, deve
essere al quarzo.
Il tungsteno sublima
staccandosi dal filamento
Vantaggi:
− luce calda molto brillante, simile a quella
delle vecchie lampadine
− accensione immediata alla massima
luminosità
− eccellente tolleranza a frequenti accensioni e spegnimenti
− regolazione sempre possibile con dimmer
− costo di acquisto contenuto.
Svantaggi:
− non risparmiano altrettanta energia
quanto le CFL o a LED (comunque, per
le alogene in classe C circa il 25% di
risparmio rispetto alle tradizionali, che
sale al 45% per le alogene in classe B)
− durano meno delle altre lampadine a
basso consumo (comunque circa il
doppio delle vecchie lampadine)
− non sono disponibili in versione opaca
e ciò ne limita l’impiego.
Applicazioni:
− quando si desidera la luce calda e brillante tipica delle lampadine tradizionali
(ad esempio per lampadari di cristallo)
− per accensioni e spegnimenti frequenti (es. luci comandate da sensore di
presenza)
− in caso di scarso utilizzo (non si ammortizzerebbe il maggior costo)
− in presenza di dimmer.
Il tungsteno si combina
con l'alogeno formando
alogenuro di tungsteno
che non aderisce al bulbo
L'alogeno di tungsteno
a contatto con il filamento
si dissocia restituendo
il tungsteno al filamento
Quando la lampada è accesa, per il
grande calore generato il tungsteno
sublima staccandosi dal filamento.
Mentre nelle lampadine tradizionali
il tungsteno staccato dal filamento
si deposita sulla superficie interna
del bulbo di vetro annerendolo, in
quelle alogene il tungsteno si
combina con l’alogeno formando
alogenuro di tungsteno che
venendo a contatto con il filamento
si dissocia in alogeno e in
tungsteno. Si rigenera quindi,
almeno in parte, il filamento stesso.
Creando un equilibrio dinamico che
non consuma il filamento.
Day by DIN 2 | 13
17
Tecnica
Lampadine a LED
I diodi emettitori di luce (LED) sono
dispositivi optoelettronici molto usati da
decenni come spie luminose sugli apparecchi, nei pannelli luminosi a messaggio
variabile oppure a scopo decorativo. Negli
ultimi anni l’evoluzione tecnologica ha reso
possibile l’impiego dei LED in campo illuminotecnico in sostituzione delle fonti luminose tradizionali e per esse ci si aspetta
un ampio sviluppo nei prossimi anni. Già
oggi esiste una discreta scelta di modelli,
che comprendono sia luce calda sia luce
fredda, sia opaca sia brillante, con interessanti campi di impiego e che nelle versioni più innovative sono in grado di raggiungere l’efficienza di 200 lm/W.
I LED si basano sulla proprietà di alcuni
materiali semiconduttori di emettere fotoni
se percorsi da una corrente continua. Dato
che la luce emessa da un LED è essenzialmente monocromatica, per ottenere
la luce bianca nella tonalità desiderata ai
LED che emettono luce blu o ultravioletto
si applica uno strato di particolari fosfori
in grado di convertire la radiazione emessa dal LED in luce bianca. Una tecnologia
alternativa prevede LED nei tre colori primari rosso, verde e blu miscelati opportunamente per produrre luce bianca. Completano la lampadina il circuito elettronico
di alimentazione e un eventuale riflettore
o diffusore ottico a seconda della forma
della lampadina.
I LED si basano sulla proprietà di
alcuni materiali semiconduttori
di emettere fotoni se percorsi
da una corrente continua. Dato
che la luce emessa da un LED è
essenzialmente monocromatica,
per ottenere la luce bianca nella
tonalità desiderata si applica uno
strato di particolari fosfori
In alternativa un diffusore miscela
la luce proveniente dai LED nei tre
colori rosso, verde e blu ottenendo
luce bianca
18
Day by DIN 2 | 13
Vantaggi:
− i modelli LED consumano circa l’80% in
meno di energia a parità di luce emessa (50-80 lm/W) rispetto alle vecchie
lampadine
− hanno durata di vita pari a circa dieci
volte quella delle versioni tradizionali
(circa 15.000 ore)
− si accendono immediatamente
− non soffrono per frequenti accensioni
− alcune (non tutte) sono regolabili tramite dimmer.
Svantaggi:
− prezzo di acquisto ancora relativamente
elevato
− disponibilità attuale solo per media
e bassa luminosità (raramente oltre
750 lm).
Applicazioni:
− ogni qualvolta siano richieste lunghe
accensioni o frequenti accensioni e
spegnimenti, con esclusione (per il
momento) delle necessità di elevata
luminosità.
Tecnica
Le informazioni sull’imballaggio
Le nuove lampadine non sono tutte
uguali e per scegliere quella più appropriata al proprio utilizzo è necessario leggere
con cura le informazioni riportate sull’imballaggio.
Innanzitutto l’etichetta riporta il flusso
luminoso (in lumen), la potenza assorbita
(in watt) e la classe energetica della lampadina. Un’altra importante informazione
riportata sulla confezione è il colore della
luce espresso in kelvin (K): 2.700 K per il
bianco caldo, 4.000 K per il bianco neutro,
6.000 K per il bianco freddo (luce diurna).
L’etichetta riporta anche il numero di ore
di utilizzo prima che si esaurisca la lampadina (o di anni stimando tre ore di accensione al giorno), il numero di accensioni/spegnimenti e il tempo necessario per
raggiungere la massima emissione (informazioni particolarmente importanti nel
caso della lampadine fluorescenti) 6). Un’altra informazione è la possibilità di regolazione mediante dimmer e le dimensioni
della lampadina per verificare che ci stia
nell’apparecchio di illuminazione a cui è
destinata. Infine è indicata la temperatura di utilizzo (alcune lampadine CFL o a
LED a temperature molto rigide riducono
l’emissione luminosa).
Come smaltire le lampadine
Le lampadine fluorescenti e a LED contengono componenti elettronici, fosfori e,
nel caso della lampade fluorescenti, anche
mercurio. Si tratta di sostanze inquinanti ma
che possono essere riciclate. Quindi le lampadine di questo tipo, al termine della loro
vita, devono essere smaltite in maniera differenziata tra i materiali RAEE. Per questo
debbono essere consegnate al rivenditore
o presso le apposite riciclerie comunali e
mai gettate nel vetro o nell’indifferenziato.
In caso di rottura accidentale di una lampadina fluorescente non ci sono particolari
pericoli tuttavia è bene evitare che la pelle
venga a contatto con i frammenti, aerare
il locale e pulire i residui con uno straccio
bagnato senza usare l’aspirapolvere.
Per ulteriori informazioni:
1. http://ec.europa.eu/energy/lumen/
index_it.htm
2. http://www.lampadine-efficienti.it
3. http://eur-lex.europa.eu/LexUriServ/
LexUriServ.do?uri=OJ:L:2009:076:00
03:0016:IT:PDF
1
2
6)
3
Questi dati medi si ottengono
tramite procedure standardizzate di
prova effettuate su lotti campioni di
lampadine.
Lo sapevi che?
La tecnologia TouchScreen, ormai presente in molti
dispositivi che utilizziamo quotidianamente, è in realtà
più vecchia di quello che ci aspetteremmo. È stata
infatti studiata fin dall’inizio degli anni ’60, con lo sviluppo della tecnologia sia resistiva sia capacitiva,
mentre poi nei primi anni ’70 furono realizzati i primi
prototipi presso il CERN di Ginevra.
Ma è stata sicuramente la scoperta del cosiddetto
"multi-touch" nei primi anni 80 a consentire una
modalità di interazione innovativa che ha aperto un
mondo di possibili applicazioni.
Come funzionano queste tecnologie?
Quella resistiva si basa su una serie di pannelli sovrapposti di cui due sono elettricamente resistivi e separati: quando si esercita una pressione, ad esempio
con un pennino o con un dito, i due pannelli entrano
a contatto chiudendo il circuito e indicando così la
posizione sullo schermo.
Uno schermo capacitivo è invece basato su un pannello di materiale isolante, tipicamente vetro, ricoperto di un conduttore trasparente. Il corpo umano
è anch'esso un buon conduttore di elettricità, quindi
toccando lo schermo si crea un disturbo nel campo
elettrostatico del pannello, misurabile in una variazione capacitiva, che consente quindi l'identificazione
della posizione.
Il multi-touch è caratterizzato dalla capacità dello
schermo di riuscire a riconoscere la presenza e posizione contemporanea di due o più punti di contatto,
consentendo quindi di eseguire gesture con più dita.
Tecnologia Resistiva
Tecnologia Capacitiva
ABB è stata tra le prime aziende
a utilizzare la tecnologia touch
screen nelle consolle domotiche
integrate KNX, con il lancio nel 2007
del ComfortTouch, completamente
rinnovato di recente con le nuove
versioni a 9 e 12 pollici.
Day by DIN 2 | 13
19
Case History
Monitorare a distanza
il consumo di un gruppo
elettrogeno per recuperare
le accise sull’energia
elettrica
Le incentivazioni fiscali sulle accise
rendono particolarmente importante
l’accurata e puntuale quantificazione
dell’energia elettrica.
Sebastiano Paganini: Product Manager Apparecchi Modulari ABB S.p.A. - ABB SACE Division
S
pesso si verificano situazioni in cui
non vi è disponibilità di energia elettrica con cui alimentare le macchine operatrici. Questo può avvenire
sia per la lontananza geografica della location
di lavoro (zone desertiche e comunque non
urbane) sia per la scarsa accessibilità alla
rete elettrica delle aree operative. È il caso
ad esempio di cantieri edili, porti, gallerie,
trafori, cui l’energia elettrica viene stabilmente assicurata da gruppi elettrogeni. Questi
ultimi dunque agiscono con continuità, diversamente dalle situazioni in cui eseguono
interventi tampone, per garantire la continuità di disponibilità di energia elettrica, in caso
di interruzione dell’alimentazione elettrica.
In questo articolo concentreremo l’attenzione su un sistema di monitoraggio a
distanza dei consumi elettrici dei gruppi
elettrogeni. La “scintilla” che ne ha favorita l’ideazione è stata la disponibilità di agevolazioni per le società che producono energia elettrica e la conseguente necessità
per queste ultime di misurarne la quantità.
In particolare, analizzeremo la quadristica
elettrica montata direttamente sui generatori dei gruppi elettrogeni, che ha la funzio20
Day by DIN 2 | 13
ne primaria di misurare e trasmettere i valori
dell’energia elettrica consumata. Una delle
più recenti applicazioni del sistema di monitoraggio energetico è stata in gruppi elettrogeni con potenza massima di 900 kW, che
alimentano le gru portuali di grandi dimensioni, adibite al carico e scarico dei container.
Misurare l’energia consumata per accedere alle agevolazioni
All’attività tradizionale di sviluppo di applicazioni per la localizzazione ed il monitoraggio dei veicoli nel settore del trasporto delle
merci, la società W.A.Y. di Torino ha affiancato il servizio di supporto per il recupero delle
accise impiegato nelle macchine operatrici
e nei gruppi elettrogeni.
Negli ultimi tre anni W.A.Y. ha installato oltre 3.000 sistemi utilizzati da circa 300
aziende, tra cui: PVB Petrolvilla, Terminali Italia, Buzzi, Sestrieres, Gruppo Spinelli, Laif.
Numerose società, infatti, con complessi di apparati di produzione, accumulazione
e trasformazione dell’energia elettrica che
costituiscono una “officina elettrica”, pur
potendo godere di agevolazioni sulle accise
gravanti sulla produzione di energia elettrica (art. 52 del D.lgs del 26.10.1995 n. 504
Case History
e relative modifiche), spesso non dispongono delle competenze tecniche e amministrative necessarie per usufruirne. A questi utenti si rivolge W.A.Y. con un sistema di
misura finalizzato alla quantificazione dell’energia elettrica tramite controllo a distanza e
alla raccolta, gestione e organizzazione dei
relativi dati. Questo supporto a valenza tecnica viene completato dalla gestione di tutta la
documentazione prescritta dall’Agenzia delle
Dogane per l’ottenimento delle agevolazioni fiscali: richiesta di agevolazione per conto
del cliente, certificazione del consumo sotto carico reale, compilazione dei registri trimestrali con computo dei consumi.
Ecco un esempio di calcolo per il recupero dell’accisa: Quale importo viene rimborsato?
Per comprendere se sia opportuno per
i gruppi elettrogeni avvalersi della soluzione
WAYAccise, è fondamentale calcolare l'importo del rimborso riconosciuto dall'Agenzia
delle Dogane, secondo quanto riportato nella Circolare 5/D del 12 marzo 2010. Per le
officine elettriche dotate di gruppi elettrogeni per cui l’utilizzatore accetta l’applicazione
di un consumo specifico forfettario, il calcolo dei consumi agevolati avviene sulla base
dell’energia elettrica prodotta, misurata da un
contatore appositamente sigillato. Per ogni
litro di gasolio consumato il rimborso delle
accise varia in dipendenza dalla produzione
annuale di energia elettrica. Per un valore di
100.000 KWh annui, il rimborso vale indicativamente 10.775 euro.
Il percorso tecnico e burocratico proposto da W.A.Y.
L’intervento di W.A.Y. parte dalla valutazione preliminare di ogni generatore di energia elettrica, in modo da valutare se esistano i presupposti minimi per la richiesta di
agevolazioni e, in caso positivo, per dimensionare correttamente il sistema di misura:
in particolare il trasformatore di ingresso e
il contatore di energia. Quest’ultimo si attiva alla misura solo al superamento del 5%
del valore nominale, per escludere dal computo i regimi di funzionamento “al minimo”.
Va dunque innanzi tutto evitato che un’errata scelta del valore nominale non faccia mai
superare la soglia minima del 5%.
Realizzato il sistema di monitoraggio, viene presentata all’Agenzia delle Dogane per
conto del cliente un’istanza per il recupero
dell’accisa sull’energia elettrica completo di
taratura e certificazione UTF del contatore
di energia, eseguita da una società regolarmente accreditata che verifica la correttezza del processo di misura.
Apposti i suggelli doganali (piombatura) al
contatore per impedirne la manomissione, da
quel momento l’accisa può essere recuperata
per tutti i consumi successivi, secondo una
contabilità trimestrale su registri, aggiornata
ogni settimana da W.A.Y. tramite telemisura.
Nella scelta dei prodotti da impiegare per la
realizzazione del sistema di misura dell’energia elettrica è stata determinante la positiva
esperienza di collaborazione con ABB, di cui
in passato erano stati utilizzati gli interruttori
magnetotermici nei sistemi di geolocalizzazione dei locomotori, e in particolare con la
società GIL di Caselle (TO).
Un partner ABB specializzato nella realizzazione di quadri elettrici
La realizzazione del quadro elettrico è stata
affidata alla GIL di Caselle (TO), da vent’anni specializzata nella progettazione e produzione di quadri elettrici di varie tipologie,
in cablaggi elettrici e nella distribuzione con
bandella. Tra i progetti principali, la realizzazione dell’intero sistema di raffreddamento
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21
Case History
Professionisti
Progettazione e realizzazione
quadro elettrico
GIL snc di Ferraresi Gilberto e C.
Gilberto Ferraresi Titolare
Strada Commenda, 9/D-E
10072 Caselle TO
Installazione sistema di monitoraggio,
registrazione dati da remoto e gestione
pratiche con Ufficio Dogane
W.A.Y. s.r.l.
Cipriano Cerasani Responsabile Tecnico
Corso Orbassano, 336
10137 Torino
Referente Commerciale
ABB S.p.A. – ABB SACE Division
Filiale di Torino
Francesco Anfuso
01
dei server della Radio Vaticana e tra i clienti più significativi: Pagine Gialle, Coop, Vigili
del Fuoco.
In aggiunta alla quadristica elettrica una
particolare menzione merita la distribuzione
delle potenze elevate con bandella (barra in
rame), necessaria quando i cavi non sono sufficienti a causa di correnti superiori a 800A.
Le bandelle che vengono inserite nei quadro sono prodotte internamente in GIL, grazie alla capacità di gestire il processo della
foratura e della piegatura delle barre di rame
attraverso macchinari a puntamento laser.
Un unico produttore per molte esigenze
Gilberto Ferraresi, titolare di GIL, ci ha
spiegato l’articolata serie di ragioni per cui
si è scelto di utilizzare componenti ABB per
la realizzazione dei quadri elettrici.
Da un solo vendor è disponibile una vasta
gamma di prodotti per tutte le esigenze. L’ottima affidabilità dei prodotti è un’importante
garanzia che i quadri installati nelle location
più diverse funzionino sempre correttamen-
te. Inoltre, la qualificata assistenza telefonica
ha consentito di utilizzare al meglio le funzioni del contatore di energia.
La rapidità nella consegna è molto preziosa ed è determinante in due diversi momenti
del ciclo di vita dei quadri. In fase di produzione la disponibilità praticamente da stock
del grossista locale (Comoli Ferrari di Novara) riduce sensibilmente i tempi di consegna. In caso di guasti, invece, i componenti
ABB sono altrettanto rapidamente disponibili sul territorio nazionale e quindi rimpiazzabili celermente.
Infine, GIL attribuisce un grande valore alla
collaborazione fondata sul rispetto e la correttezza. Per questo è stato molto importante
e apprezzato il supporto commerciale post
vendita del funzionario locale ABB, Francesco Anfuso, cui è spettato il delicato ruolo
d’interfaccia tra l’azienda cliente e i numerosi
interlocutori della multinazionale. In particolare il supporto commerciale ha grandemente
facilitato il processo di stesura preventivi e
approvvigionamento materiale: a fronte del-
01 Quadro realizzato per il progetto
W.A.Y. in cui sono installati il
contatore di energia DAB13000
e l'adattatore di comunicazione
GSM/GPRS per la comunicazione
remota dei consumi di energia.
02 Gruppo elettrogeno
02
22
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le specifiche di progetto, ne ha rapidamente restituito l’elenco materiale dettagliato.
Le soluzioni ABB in dettaglio
Nel progetto realizzato da W.A.Y., GIL ha
realizzato il quadro elettrico per il monitoraggio remoto dei consumi dei gruppi elettrogeni. In sintesi il sistema è composto da un trasformatore che legge il flusso elettrico, da un
contatore di energia che ne misura il valore
e da un trasmettitore GSM che rileva i consumi a distanza. Il contatore ABB di energia
certificato UTF è il DAB 13000, accoppiato in infrarossi con l’adattatore GSM/GPRS,
cui trasmette i valori di consumo misurati.
Il CGM 05000 è l’adattatore GSM/GPRS
che alloggia una scheda SIM e consente di
trasmettere i consumi alla centrale W.A.Y.
Tra gli altri componenti ABB ricordiamo:
− La centralina ATS021 di commutazione
automatica tra rete elettrica e gruppo
elettrogeno
− Gli interruttori magnetotermici modulari
della serie S 200, con varie curve di intervento: C, M, K, B etc
− Gli interruttori magnetotermici aperti di
potenza Emax da 2.000 / 2.500 A
− Gli interruttori magnetotermici scatolati
della serie Tmax: T5S (corrente nominale
In = 400/630A) e T7S (In = 1.250A)
− Le basi portafusibili di protezione voltmetrica del contatore per trifase e neutro:
E 93N/32 (trifase e neutro) e E 91N/32
(monofase)
− I centralini Gemini con porta trasparente
in PVC, scelti per la robustezza, per la
durata nel tempo anche all’aperto e per la
taglia ideale per adattarsi alle dimensioni
del quadro GIL
AB
Un
Ap
Te
ww
Trasformatori amperometrici CT PRO XT e CT MAX.
Efficienti per natura.
Efficienza energetica, contenimento dei costi attraverso il monitoraggio dei consumi,
garanzia della continuità di servizio: la misura ed il monitoraggio dei principali parametri
di rete contribuisce in modo fondamentale a tutto questo ed è in questo ambito
applicativo che si inserisce l'ampia gamma di trasformatori amperometrici ABB
con la nuove serie CT PRO XT e CT MAX. CT PRO XT e CT MAX sono i prodotti
all'avanguardia e ideali per quadri di sotto-distribuzione primaria, secondaria e power
center. Appositamente pensati per garantire un'elevata facilita d'installazione e massime
prestazioni in termini di accuratezza, CT PRO XT e CT MAX sono una garanzia anche
dal punto di vista della sicurezza grazie all'introduzione dell'innovativo circuito
elettronico di protezione del secondario, integrato nelle versioni CT…SELV.
www.abb.it/ApparecchiModulari
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Una divisione di ABB S.p.A.
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Effic
amp
ass
dei
all’a
amp
prim
prot
del
e id
Essere ABB
L’evento Essere ABB di Bologna rilancia
la capacità dei partner di emozionare
attraverso la tecnologia
Il sistema integrato Mylos non è solo design, tecnologia e innovazione:
è una filosofia professionale, un percorso da intraprendere insieme,
perché l’impianto elettrico diventi protagonista all’interno di un’abitazione.
Marco Simonella: Product Manager Wiring Accessories ABB S.p.A - ABB SACE Division
E
ssere ABB è il programma che
rappresenta il nuovo modo di
essere al fianco di quegli installatori che vogliono distinguersi e
fare la differenza nel mercato elettrico,
proponendo soluzioni ad alto valore tecnologico. Dopo il successo e le numerose
adesioni al programma nel 2012, lo scorso aprile Bologna ha ospitato il primo
evento interamente dedicato ai partner
Essere ABB, che ha visto la partecipazione di oltre 120 tra i migliori installatori e i
loro referenti commerciali di ABB.
L’ intervento di apertura del Macro Area
Manager Andrea Gallorini ha evidenziato l’impegno del gruppo nello sviluppo
tecnologico e nell’efficienza energetica.
A seguire Riccardo Izzi, Responsabile Vendite Italia Business Installazione, ha sottolineato il costante impegno di ABB ormai
da 10 anni nel mercato residenziale italiano in cui “la differenza sta nella capacità di rispondere alle nuove opportunità”.
“Essere ABB è stato e continuerà a essere
una grande opportunità per chi ha compreso l’unicità delle iniziative ABB a supporto degli installatori”.
Durante l’intervento di chi scrive, è stato
sottolineato il concetto che “ABB sta investendo moltissimo in tecnologia”. Tuttavia
se in un’abitazione il valore di un impianto
elettrico moderno è ancora inferiore all’1%
è evidente che l’aspetto tecnologico da
solo non è sufficientemente motivante.
È per questo che “il più grande investimento di ABB è in voi che volete Essere ABB e
che insieme a noi sarete in grado di emozionare attraverso la tecnologia”.
24
Day by DIN 2 | 13
L’evento è stato un’opportunità per condividere e premiare i successi conseguiti
dai partner attraverso i sistemi di automazione e sicurezza: chi ha raggiunto l’obiettivo sfidante per il 2012 ha passato uno
splendido weekend a Barcellona, mentre
i top hanno trascorso una settimana allinclusive in un magnifico resort di Ibiza!
È stato soprattutto un momento per incontrarsi, discutere e divertirsi con le battute del Trio Boiler, nel contesto dinamico e
innovativo di Eataly Bologna.
Essere ABB significa viaggiare al massimo. E le grandi performance del sistema integrato Mylos sono essenziali per
poter crescere insieme in un contesto
di mercato ancora difficile. Ecco perché
le elevate prestazioni sono alla base del
programma per la stagione 2013, ricca
di nuove sfide ma anche di novità e premi ancora più allettanti. Ad attendere nel
2014 chi vorrà cogliere la sfida insieme e
rinnovarci la fiducia ci sarà il rombo della
“rossa”…
Istantanee dal primo evento
Essere ABB ospitato a Bologna
in aprile
Accedi al mondo Mylos:
visita il sito dedicato!
Clicca su “Vuoi far parte
del programma Essere ABB?
Richiedi il contatto di un
rappresentante ABB
e scopri i vantaggi”
Novità e fatti
Da installatore
a esperto di Marketing
E-mail Marketing
Federico Mai: Marketing Communication Account ABB S.p.A. - ABB SACE Division
P
rodotti, caratteristiche tecniche,
prestazioni, funzioni ed esempi
di applicazioni sono conoscenze
indispensabili per esercitare la
professione di Installatore di impianti elettrici. È però altrettanto evidente che in un
mercato sempre più competitivo come
l’attuale è più che mai indispensabile acquisire competenze in materie che stanno al
di fuori dell’ambito tecnico. Esse permettono di distinguersi dai propri diretti concorrenti, con lo scopo di far crescere il
proprio giro d’affari: per questo motivo
trovate in questo spazio una piccola rubrica di informazioni e suggerimenti (“tips”
direbbero gli inglesi). Suggerimenti che
crediamo possano aiutarvi a comprendere meglio e applicare nel vostro lavoro
concetti e pratiche di marketing e comunicazione che spesso, a parità di offerta,
prodotti e prezzi, fanno la differenza nell’approccio al Cliente, stimolano la creazione
di nuove idee e soluzioni o semplicemente aiutano a superare le domande “Da
dove si comincia ?” o “Come si fa ?”.
E-mail marketing
L'e-mail marketing è un tipo di marketing diretto che usa la posta elettronica
come mezzo per comunicare messaggi
commerciali (e non) al pubblico.
In senso lato qualunque e-mail inviata a
un cliente (o cliente potenziale) può essere
considerata e-mail marketing. Solitamente
si usa però questo termine per riferirsi a:
− Invio di e-mail con l'intento di portare
a un livello più avanzato il rapporto tra
l'azienda e i suoi clienti precedenti o
attuali e di incoraggiarne la fidelizzazione.
− Invio di e-mail con l'intento di acquisire
nuovi clienti o convincere quelli precedenti ad acquistare subito qualcosa.
− Aggiunta di elementi pubblicitari nei
messaggi e-mail inviati da altre aziende
ai propri clienti.
Le aziende, sia negli Stati Uniti che nei
Paesi Europei che nelle economie emergenti,
investono sempre più risorse nell'e-mail marketing, che spesso viene utilizzato anche da
organizzazioni pubbliche e no-profit.
Negli ultimi anni si sta ponendo una
sempre maggiore attenzione all'integrazione dell'e-mail marketing con altri sistemi di
gestione (es. CRM – Customer Relationship Management) e comunicazione (es.
Social Media). L'evoluzione recente si sta
concentrando sempre più sulla qualità del
contatto (profilazione dei nominativi, cura
della customer satisfaction), rispetto agli
invii massivi di posta che avevano caratterizzato l'e-mail marketing degli esordi.
Vantaggi
L'e-mail marketing piace alle aziende
perché:
− È meno costoso del marketing diretto
fatto con materiale cartaceo.
− Il Ritorno dell'Investimento (ROI) è solitamente molto alto se il lavoro viene
fatto bene.
− È istantaneo, soprattutto se comparato
con la posta cartacea: una e-mail arriva
in pochi secondi o minuti.
− Permette al pubblicitario di "spingere"
il messaggio al pubblico, al contrario di
un sito web che "aspetta" che i visitatori
lo raggiungano.
− È facile da tracciare. Un pubblicitario
può tracciare gli utenti con i web bug,
bounce message, disiscrizioni, conferme
di ricezione, click-through etc. Questi
possono essere usati per tracciare i
tassi di apertura delle e-mail, i riscontri
positivi o negativi, le vendite derivate da
attività di comunicazione.
− I pubblicitari possono acquisire grandi
numeri di iscritti che desiderano ricevere
e-mail su argomenti di loro interesse.
− Oltre la metà degli utenti della Rete
inviano o leggono messaggi di posta
elettronica in una loro giornata tipo.
− Consente di stabilire una relazione "uno a
uno", cioè di personalizzare il messaggio
in base al destinatario che riceverà quella
comunicazione specifica.
− Permette di fare test per vedere quale tipo di messaggio produce migliori
risultati in base al pubblico cui si rivolge.
Day by DIN 2 | 13
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Curiosità
Uno dei più grandi impianti
fotovoltaici del mondo
Claudio Raimondi: Product Manager Apparecchi Modulari ABB S.p.A. - ABB SACE Division
S
ta per essere realizzato in Giappone il più ambizioso progetto
mai concepito nell’ambito dello
sfruttamento dell’energia solare.
Saranno infatti necessari ben 290.000
moduli fotovoltaici per ricoprire l’area di
1,27 milioni di metri quadrati dedicata a
questo utilizzo.
Un investimento cospicuo, calcolato in
circa 309 milioni di dollari, che segnerà il
primo passo del Giappone verso l’inevitabile cambiamento di rotta nella metodologia
di produzione elettrica. Il tragico evento di
Fukushima ha infatti segnato duramente
l’opinione pubblica sia del paese del Sol
Levante sia del mondo intero, aumentando significativamente l’ostilità nei confronti
della più efficiente ma pericolosa energia
nucleare.
26
Day by DIN 2 | 13
L’impianto, denominato ”Kagoshima Nanatsujima Mega - Solar Power
Plant”, avrà una capacità produttiva di
79.000 MWh annuali, potrà quindi sostenere le esigenze energetiche di circa 22
mila abitazioni, in pratica una piccola città, ed eviterà l’emissione in atmosfera di
circa 22 mila tonnellate di CO2.
Le sue dimensioni sono davvero ragguardevoli. Per dare un termine di paragone, il progetto già molto significativo della
Apple per l’alimentazione del datacenter
del North Carolina, che ha fatto sognare
gli ecologisti, ha dimensioni 3 volte e mezzo inferiori di quello di Kagoshima.
L'area dedicata al parco
fotovoltaico è di 1,27 milioni di m2,
equivalente a quella di 730 campi
da calcio
AB
Un
Ap
Te
ww
S 800 B. Interruttori magnetotermici semplicemente
innovativi. La sicurezza a portata di mano.
Ridurre i tempi di fuori servizio degli impianti industriali garantendo la massima sicurezza
dell’operatore e la facilità di intervento: gli interruttori magnetotermici S 800 B, che
completano la gamma S 800, uniscono i costi contenuti all’efficacia di prodotti progettati
per la protezione da sovraccarico e cortocircuito nei sistemi di distribuzione con potere
d’interruzione 16 kA. Conformi alla Norma CEI EN 60947-2 e con valori di corrente
nominale compresi tra 80 e 125 A con curve caratteristiche B, C, D e K, gli S 800 B, grazie
a un indicatore rosso/verde che indica la posizione interna dei contatti mobili e alla leva
di comando che segnala le cause dell’intervento, permettono di individuare subito i motivi
dello sgancio e dare il via immediato alla manutenzione. Disponibili da 1 a 4 poli, veri
modulari con prestazioni da scatolato. www.abb.it/ApparecchiModulari
ABB SACE
Una divisione di ABB S.p.A.
Apparecchi Modulari
Tel. 02 9034.1
www.abb.it
Gli specialisti rispondono
Quante ne sa
L’esperto risponde
Luce su… i poteri d’interruzione
Frédéric Camelet: Product Manager Apparecchi Modulari ABB S.p.A. - ABB SACE Division
I
l corto circuito è senza dubbio il pericolo più grande per un’installazione
elettrica: la mette in una condizione
estrema nella quale fluisce tutta l’energia disponibile dalla sorgente, con un
rischio evidente di provocare incendi e
danni alle persone. Per stare sempre al
sicuro, ogni linea elettrica deve quindi
essere dotata di un dispositivo che la protegge sia dal corto circuito sia dal sovraccarico (ad esempio un interruttore automatico). Ciascun interruttore automatico
è caratterizzato da diversi valori di poteri
d’interruzione; scopriamo perché e come
scegliere il giusto valore per ciascuna
applicazione.
Utente
Un prodotto, quattro poteri di interruzione
A seconda della normativa di riferimento e
del comportamento dopo il guasto, ciascun
interruttore automatico può essere caratterizzato da quattro poteri d’interruzione.
Inoltre gli interruttori devono avere conformità diverse, dipendenti dalla competenza degli
utilizzatori del quadro elettrico:
− Nel caso in cui il quadro elettrico sia
usato da personale non addestrato, gli
interruttori automatici devono risultare
conformi alla norma CEI EN 60898.
È il caso comune per l’uso residenziale.
− Se invece il personale che utilizza il quadro elettrico è addestrato, si devono
scegliere interruttori conformi alla norma
CEI EN 60947-2.
É il caso comune per le applicazioni
industriali.
Stato della linea dopo il corto circuito
Potere d'interruzione
Possibilità di riattivare la linea dopo
la rimozione del guasto (fino a sostituzione)
¼ di servizio
Ics - di servizio
secondo CEI EN 60898
Necessità di cambiare la protezione
prima di riattivare il circuito
¼ nominale
Icn - nominale
secondo CEI EN 60898
Possibilità di riattivare la linea dopo
la rimozione del guasto (fino a sostituzione)
¼ di servizio
Ics - di servizio
secondo CEI EN 60947-2
Necessità di cambiare la protezione
prima di riattivare il circuito
¼ nominale
Icu - estremo
secondo CEI EN 60947-2
Non addestrato
¼ CEI EN 60898
Scelta potere
interruzione
Addestrato
¼ CEI EN 60947-2
28
Day by DIN 2 | 13
Gli specialisti rispondono
Tabella 1
Poteri d’interruzione
Secondo CEI EN 60898
(utente non addestrato)
– Di servizio Ics = 7.5 kA
– Nominale Icn = 10 kA
Ciascuna normativa di riferimento, che
prevede dei test specifici, è quindi legata
alla tipologia di cliente che usa l’impianto.
Il comportamento dopo un guasto
Le normative citate in precedenza definiscono ciascuna due poteri d’interruzione
che si distinguono dal modo di testare il prodotto. Possiamo distinguere i tipi “di servizio”
“nominale o estremo” in funzione delle prestazioni dell’interruttore dopo il corto circuito.
− Il potere d’interruzione “di servizio” è
il valore di corrente di corto circuito
per il quale il prodotto garantisce delle
prestazioni minime dopo il guasto. Prendendo come riferimento questo valore nel
calcolo dell’impianto si garantisce che,
in caso di corto circuito, sarà possibile
continuare a usare la linea dopo la rimozione del guasto (e fino alla sostituzione
dell’interruttore automatico, comunque
necessaria dopo il corto circuito).
− Il potere d’interruzione “nominale o estremo” è il valore massimo di corrente di
corto circuito che l’interruttore può interrompere. Il servizio della linea elettrica non
è garantito dopo l’intervento. Prendendo
come riferimento questo valore nel calcolo
dell’impianto, l’utilizzo della linea elettrica
dopo il corto circuito non è garantito.
Secondo CEI EN 60947-2
(utente addestrato)
– Di servizio Ics230V = 18,7 kA
– Estremo Icu230V = 25 kA
– Di servizio Ics400V = 11.2 kA
– Estremo Icu400V = 15 kA
La scelta del valore di potere d’interruzione “di servizio” è quindi indicata nei
casi in cui la continuità di servizio è rilevante mentre il valore “estremo” è indicato quando si ricerca una soluzione più
economica.
Un esempio concreto
Sono riportati nella tabella 1 i diversi valori
di potere d’interruzione per un interruttore automatico di uso comune, con l'indicazione di come i poteri di corto circuito
variano in funzione della tipologia di utente finale e della garanzia di funzionamento
dopo un guasto. Per ciascuna applicazione è possibile selezionare il potere d’interruzione che dà il giusto compromesso tra prestazioni e continuità di servizio,
mantenendo sempre il massimo livello di
sicurezza per gli utenti.
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Interruttore automatico S 202 M – C16
– 2 poli
– Corrente nominale 16 A
– Curva C
– Tensione d’impiego 230/400V
Catalogo | 2013
System pro M compact®
Interruttori magnetotermici,
differenziali e apparecchi modulari
per impianti in bassa tensione
Tutti i dati tecnici relativi agli
interruttori automatici sono
presenti nel catalogo tecnico
System pro M compact®
2CSC400002D0908
www.abb.it/ApparecchiModulari
Il potere d’interruzione
A cosa corrisponde il potere d’interruzione Icn1?
Il valore Icn 1 è il potere d’interruzione nominale, secondo la norma
CEI EN 60898, considerando un unico polo di un interruttore multipolare
(compreso le versioni 1P+N). Laddove il valore di Icn 1 non è dichiarato, il
suo valore è uguale a Icn.
A che potere d’interruzione si riferisce la caratteristica di backup tra due
interruttori?
La tabella di backup tra due interruttori indica il potere d’interruzione estremo
Icu secondo la norma CEI EN 60947-2
che l’interruttore a valle raggiunge grazie al coordinamento con un interruttore a monte.
Ad esempio l’interruttore S 200 M, che
ha per valore Icu=15kA, può essere
installato in circuiti con corrente di corto circuito 50kA grazie alla prestazione
di backup con l'S 800 S.
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Tecnica
L'elettrizzante
fenomeno naturale
dei fulmini
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Tecnica
L'analisi del fenomeno dei fulmini aiuta
a capire meglio la potenza della natura.
Francesca Sassi: Product Manager Apparecchi Modulari ABB S.p.A. - ABB SACE Division
Temporali
La presenza di masse instabili d'aria
umida e calda provoca la formazione di
cumulonembi temporaleschi. Queste nubi
assumono un'ampia estensione, sia in senso orizzontale (circa 10 km di diametro)
che in senso verticale (fino a 15 km). La
loro forma caratteristica è spesso paragonata al profilo di un'incudine di cui mostra
la superficie orizzontale superiore e inferiore. L'esistenza di gradienti di temperatura
estremi in un cumulonembo (la temperatura può scendere fino a - 65° C nella parte
superiore) genera correnti d'aria ascensionali molto rapide che causano l'eccitazione elettrica delle particelle d'acqua. In una
tipica nube temporalesca la parte superiore, costituita da cristalli di ghiaccio, ha
solitamente una carica positiva, mentre
la parte inferiore, costituita da goccioline
d'acqua, ha una carica negativa. Di conseguenza, la parte inferiore della nube
provoca lo sviluppo di cariche elettriche
opposte (ovvero positive sopra la parte di
terreno adiacente).
Così la formazione di un cumulonembo costituisce una sorta di enorme condensatore con la terra, la cui distanza
mediana può raggiungere spesso 1 - 2 km.
Il campo elettrico atmosferico al suolo, circa 600 V/m nella bella stagione, è invertito
e può raggiungere un valore assoluto da
15 a 20 kV/m, quando sta per verificarsi
una scarica a terra (il fulmine).
Prima e durante la comparsa del fulmine, le scariche possono essere viste sia
all'interno della nuvola che tra le nuvole.
Fulmini
A seconda della direzione in cui si sviluppa la scarica elettrica (verso il basso
o verso l'alto) e della polarità delle cariche che sviluppa (negativa o positiva) è
possibile distinguere quattro tipi di fulmine nube-terra. In pratica, i fulmini di tipo
discendente e negativo sono di gran lunga i più frequenti: si stima che in pianura
e nelle zone temperate essi rappresentino il 96% di tutte le scariche suolo-nube.
Meccanismo del fulmine
È impossibile distinguere le singole fasi
del fulmine con una semplice osservazione.
Per farlo sono necessarie macchine fotografiche ultrarapide. La maggior parte dei
fulmini presenta i seguenti fenomeni: una
scarica pilota lascia un punto nella nube
e percorre circa 50 metri ad una velocità
molto elevata di circa 50.000 km/s. Successivamente una seconda scarica pilota
parte dallo stesso punto, segue il percorso
precedente a una velocità simile, va oltre
il punto finale della prima scarica pilota di
una distanza circa identica e scompare a
sua volta. Il processo si ripete fino a quando la punta dell'ultima scarica pilota raggiunge un punto a qualche dozzina di metri
o anche solo alcuni metri dal suolo.
I getti ascendenti poi convergono, producendo una scarica di richiamo da terra
verso la nube (scarica verso l'alto), durante
la quale circola corrente elettrica: la convergenza di questi due fenomeni produce la scarica principale, che può essere
seguita da una serie di scariche secondarie, passando ininterrotta lungo il canale ionizzato dalla scarica principale. In un
fulmine negativo medio, la corrente massima è di circa 35.000 ampere.
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31
Tecnica
Scarica l'infografica degli SPD
per una panoramica sugli effetti
dei fulmini e sulla soluzione
preventiva garantita dagli
scaricatori di sovratensione.
Sai cosè lo spettro rosso?
collegati a questo link.
http://on.fb.me/17zgW09
…e guarda le immagini
32
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Gli effetti dei fulmini
Gli effetti dei fulmini sono quelli di una
corrente impulsiva ad alta tensione che si
propaga inizialmente in un ambiente gassoso (atmosfera) e successivamente in un elemento solido più o meno conduttore (terra):
− effetti visivi (flash): causati dal meccanismo a valanga (Townsend)
− effetti acustici: causati dalla propagazione di un'onda d'urto (aumento della
pressione) originata nel percorso di
scarico e percettibili fino a una distanza
di circa 10 km
− effetto termico: il calore generato per
effetto Joule nel canale ionizzato
− effetti elettrodinamici: sono le forze
meccaniche applicate ai conduttori
posti in un campo magnetico creato dalla circolazione di alta tensione,
i quali possono causare deformazioni
− effetti elettrochimici: questi effetti relativamente minori sono convogliati sotto
forma di decomposizione elettrolitica
attraverso l'applicazione della legge
di Faraday
− effetti di induzione: in un campo elettromagnetico variabile ogni conduttore
sfrutta la corrente indotta
− effetti su un essere vivente (animale o
umano): il passaggio di una corrente
transitoria di un certo valore RMS è
sufficiente a comportare rischi di folgorazione che causano infarto o insufficienza
respiratoria, insieme al rischio di ustioni.
I fulmini provocano due tipi principali di
incidenti:
− Incidenti causati da una scarica diretta,
quando il fulmine colpisce un edificio
o una specifica zona. Ciò può causare
danni notevoli, di solito dovuti a incendi.
La protezione da questo pericolo è
fornita da impianti di protezione esterna
contro i fulmini (Lightning Protection
System LPS)
− Incidenti causati indirettamente, quando
il fulmine colpisce o causa sovratensioni
elettriche nei cavi di alimentazione o nei
collegamenti di trasmissione. Da qui la
necessità di proteggere le attrezzature a
rischio con scaricatori di sovratensione
contro la sovratensione e le correnti
indirette generate.
AB
Un
Ap
Te
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Contatori di energia EQ Meters. Un nuovo passo
verso l'efficienza energetica
Gestire l’energia significa sapere esattamente quando, dove e come questa viene utilizzata.
I nuovi contatori di energia EQ Meters ABB sono la risposta a questa esigenza e
rappresentano il modo più efficace per monitorare i consumi dell’impianto e avere una
panoramica dettagliata di dove siano necessari interventi per ottimizzarne le prestazioni.
Progettati per garantire la massima qualità della misura, un’elevata compattezza, facilità
installativa e di configurazione grazie al nuovo display LCD, i contatori di energia EQ Meters
si integrano perfettamente in qualsiasi sistema di supervisione attraverso l’uso dei più diffusi
protocolli di comunicazione. Certificati MID e testati direttamente nelle nostre fabbriche,
i nuovi contatori di energia EQ Meters garantiscono sempre la possibilità di individuare
il modello più adatto a ogni specifica esigenza applicativa. www.abb.it/ApparecchiModulari
ABB SACE
Una divisione di ABB S.p.A.
Apparecchi Modulari
Tel. 02 9034.1
www.abb.it
Case History
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Case History
E nessuno alla sera passa più
a spegnere luci e riscaldamento
L'adozione di un impianto domotico con standard KNX ha semplificato
notevolmente la gestione quotidiana della sede amministrativa della
Banca di Mantignana (PG), evitando le perdite di tempo dei controlli
di persona e garantendo efficienza e significativi risparmi energetici.
Guido Buttarelli: Redattore - Winning Associati
L
a richiesta emersa in occasione
del primo contatto tra la Banca e
il System Integrator Lucenergia
per la ristrutturazione della sede
amministrativa di Corciano era stata all’apparenza molto semplice. Si trattava di
realizzare un impianto elettrico con le “solite utenze”: punti luce, riscaldamento, illuminazione e così via.
Una banca fondata sui principi della
solidarietà e del mutualismo
La Cassa Rurale e Artigiana di Mantignana fu fondata nel 1957 con il sostegno
del parroco locale, Don Angelo Simonetti,
per creare uno strumento di supporto alle
classi sociali più deboli e contrastare l’usura attraverso l’autogestione del risparmio.
Per questo negli organi sociali comparirono da subito i rappresentanti dell’economia del tempo: agricoltori, agenti agrari,
un commerciante di generi alimentari, proprietari di impianti di molitura e di laboratori di falegnameria, un autotrasportatore, un appaltatore edile.
Dalla competenza territoriale di allora,
strettamente limitata al comune di Corciano (PG), si è passati all’apertura di fliali a
Perugia e altri centri limitrofi, fino ad arrivare alle 13 filiali e 2 sportelli automatizzati di
oggi. Recentemente è stata aperta la filiale
più prestigiosa (vedi box a pag. 37) nella
Piazza Grande, cuore del centro storico
di Perugia, e ristrutturata la sede amministrativa di Mantignana di Corciano.
Le inefficienze della precedente gestione manuale
La sede di Mantignana di Corciano
ha una superficie complessiva di circa
2.000 m 2 su due piani. Il primo con 15
uffici, presidiati per gran parte delle giornate lavorative, e il secondo interamente
dedicato alle riunioni, con due sale meeting con capienza di 70 e 350 posti.
L’ascolto attento da parte del System
Integrator delle esigenze operative ha fatto emergere l’opportunità di proporre una
soluzione domotica con controllo centralizzato per risolvere una serie di inefficienze e abitudini consolidate nel tempo.
L’accensione e lo spegnimento dell’illuminazione e del riscaldamento/condizionamento di ogni singolo ufficio erano in
passato sempre stati demandati alle persone presenti, con l’integrazione di una
sorta di “supervisione serale”. Alla fine di
ogni giornata, infatti, una persona di fiducia verificava l’effettivo spegnimento degli
impianti e provvedeva personalmente nel
caso fossero stati lasciati attivi.
Un’altra situazione critica si creava in inverno alla ripartenza dell’impianto di riscaldamento dopo la sosta notturna. La libertà
per tutti gli utenti di impostare a piacimento la temperatura dei termostati generava
elevate contemporanee richieste di calore
e stressava pesantemente la caldaia centrale, necessariamente sovra-dimensionata per sopportare il picco iniziale di lavoro.
L’abbandono del progetto di un impianto elettrico “normale” in favore della soluzione domotica proposta da ABB si spiega con l’immediata percezione che gli
amministratori della Banca hanno avuto
dei vantaggi della gestione centralizzata
dei principali impianti, in particolare di illuminazione e riscaldamento.
La soluzione proposta è un sistema
domotico ABB i-bus ® KNX, con controllo centralizzato di una vasta tipologia di
funzionalità e dei relativi stati tramite due
touch screen, uno alla reception al primo
piano e uno al secondo, vicino al tavolo
del relatore nella sala riunioni:
− riscaldamento e condizionamento e
interfacciamento con UTA per il ricircolo dell’aria
− illuminazione interna
− illuminazione nei bagni con sensori di
presenza
− gestione delle tapparelle
− illuminazione esterna con interruttori
crepuscolari
− predisposizione alla visualizzazione su
schermi dedicati dell’energia "pulita"
generata dai pannelli fotovoltaici sul tetto
− videocitofonia
− predisposizione alla gestione centralizzata in remoto delle altre sedi
In particolare l’utilizzo del sistema Mylos
per Building Automation ha consentito di
integrare tramite KNX gli attuatori alloggiati all’interno dei punti, con una soluzione esteticamente convincente e funzionalmente efficace.
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Case History
Ingresso della filiale di Piazza Grande in Perugia
Si ringraziano
per il contributo:
Banca di Mantignana e di Perugia
piazza Rinascimento, 7
06073 Mantignana di Corciano (PG)
Progettazione installazione impianto KNX
Lucenergia snc
Roberto Lunetti
via San Galigano, 26
06124 Perugia
Progettazione architettonica e design
Zup Associati srl
Marco Fagioli
via Fanti, 6
06121 Perugia
Gestione commerciale
e supporto tecnico
Erredue snc agenzia ABB per l’Umbria
Andrea Mazzalupi
Strada del Piano, 6
06087 Ponte San Giovanni (PG)
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La gestione intelligente del riscaldamento
consente l’adozione virtuosa di una caldaia più piccola e un importante risparmio energetico
Il condizionamento è garantito da termoconvettori (in posizione estiva) e da unità a soffitto a tre velocità gestite da attuatori
ABB SAS/S 8.6.1 a otto canali. Il sistema di
riscaldamento prevede l’utilizzo di testine di
regolazione nei collettori a pavimento e di
termoconvettori (nella posizione invernale),
la cui temperatura e velocità sono regolate dagli attuatori per fan coil LFA/S1.1 a un
canale, ed è sempre operativo nelle giornate feriali.
La gamma di regolazione manuale all’interno di ciascun ufficio è limitata rispetto all’impianto precedente: +/- 3°C. Questo garantisce una maggiore continuità del regime
della caldaia che, non sottoposta a richieste repentine di ampie escursioni di temperatura, può essere dimensionata per carichi
di lavoro inferiori. È stato dunque possibile
scegliere una caldaia meno potente e risparmiare di conseguenza sia in fase di acquisto
sia nel corso della gestione quotidiana.
Gli stati di entrambi i sistemi, di condizionamento e di riscaldamento, sono presenti sul bus KNX, permettendo così l’interfacciamento e l’opportuna integrazione
con l’Unità di Trattamento Aria (UTA) che si
occupa di garantire il ricircolo dell’aria e di
trattare opportunamente l’aria pulita prelevata dall’esterno, riscaldandola o raffreddandola a seconda delle stagioni.
Lo scenario proiezione gestisce con un
tocco l’illuminazione della sala riunioni
Dai touch screen si può controllare completamente l’illuminazione di tutti gli uffici,
in simultanea o locale per locale. Negli uffici sono stati montati dispositivi Mylos KNX
che soddisfano appieno le esigenze estetiche della committenza e dello studio di
architettura e alloggiano gli attuatori KNX
direttamente nei frutti.
Nelle sale riunioni, da touch screen si
possono attivare gruppi di luce a seconda
delle situazioni o, ancor meglio, definire e
utilizzare scenari che generino azioni coordinate. Ad esempio la situazione proiezione in sala, caratterizzata da un’icona sul
touch screen, determina una serie di azioni: discesa delle tapparelle (tramite l’attuatore ABB LR/S 2.16.1), spegnimento delle
luci, discesa del telo di proiezione, disponibilità del proiettore.
In particolare nei bagni, per evitare l’accensione dell’illuminazione nei periodi di
inutilizzo, sono stati impiegati i sensori di
Case History
L'utilizzo del sistema Mylos per
building automation ha consentito
di integrare tramite KNX gli attuatori
alloggiati all'interno dei punti.
presenza della serie civile Mylos in abbinamento con temporizzatori che determinano lo spegnimento automatico dopo l’ultima presenza rilevata.
Il funzionamento sincronizzato delle tapparelle
Al secondo piano le tapparelle dei tre
grandi finestroni sono gestibili da touch
screen, per farle salire e scendere simultaneamente (come nel caso dello scenario
proiezione) o in maniera totalmente indipendente, grazie agli attuatori a quattro canali
per tapparelle.
Sorgenti diverse di luce all’esterno per
soddisfare esigenze differenti
A ognuno dei due piani sono presenti due ampi terrazzi, la cui illuminazione è
gestita centralmente con l’ausilio di interruttori crepuscolari a tre canali HS/S 3.1.
L’illuminazione della facciata viene accesa
anticipatamente, per ragioni di estetica e
rappresentatività, mentre sul retro è attivata più tardi, esclusivamente per esigenze
di sicurezza.
Sul pavimento dei terrazzi sono stati utilizzati elementi LED per massimizzare il risparmio energetico. Laddove invece è necessaria
una maggiore intensità di luce per ottenere
illuminazione tramite luce riflessa da soffitto, sono state impiegate lampade a ioduri
metallici da 70W.
Comunicare la quantità di energia pulita generata
L’impianto fotovoltaico sul tetto della banca consente di alimentare completamente l’illuminazione condominiale con
energia pulita e rinnovabile. Grazie al collegamento al bus KNX, si prevede di rendere visualizzabile con continuità su schermi dedicati, istante per istante, la quantità
di energia pulita prodotta, in modo da trasmettere ai clienti un chiaro messaggio di
attenzione da parte della banca all’ambiente e al risparmio energetico.
Infine sono stati installati due videocitofoni
della serie 2Line ai due piani, per visualizzare a colori quanto avviene nelle due postazioni collocate una all’ingresso principale e
l’altra all’entrata del garage.
La flessibilità di controllo del sistema a
standard KNX rende possibile prevedere in
un futuro molto prossimo la possibilità, da
parte della sede centrale, di monitorare ed
eventualmente intervenire sugli impianti delle varie sedi collegate, per la realizzazione
di un unico ampio sistema integrato.
Soluzioni tecnologiche
nel rispetto delle
tradizioni storiche
Le foto dell'articolo sono relative ai
locali di pregio, densi di storia,
in cui alloggia l’agenzia più
prestigiosa della Banca di
Mantignana, nel pieno centro
della Piazza Grande di Perugia,
immortalati dai fotografi del primo
Novecento come Farmacia Inglese
e successivamente trasformati da
un mercante d’arte in un raffinato
negozio di antiquariato.
Per questo gli obiettivi primari
dell’ultima trasformazione d’uso
sono stati il mantenimento e il
recupero delle soluzioni costruttive
e ornamentali, per coniugare in
modo non invasivo l’eleganza
storica e artistica degli interni
con le più innovative esigenze
tecnologiche e di sicurezza.
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Tecnica
Nuove regole
tecniche di connessione come passo
fondamentale verso
la Smart Grid
La diffusione massiva di impianti di produzione
di energia elettrica da fonti rinnovabili ha creato
problematiche legate alla stabilità e affidabilità delle reti
elettriche di trasmissione e distribuzione impensabili
fino a pochissimi anni fa. In questo scenario è nata
la necessità di indicare precise regole tecniche per
la connessione alla rete, concretizzate nell’emissione
delle due Norme CEI 0-21 e CEI 0-16.
Guido Buttarelli: Redattore - Winning Associati
L
a Norma CEI 0-21 è entrata in
vigore secondo un piano transitorio, cominciato a dicembre 2011
e conclusosi con l’entrata in vigore nel dicembre 2012, e definisce i requisiti tecnici che gli utenti devono rispettare
per potersi collegare alla rete BT di qualsiasi distributore. Utenti che non sono più
solamente “passivi”, ossia in grado solo
di prelevare energia dalla rete, ma anche
“attivi”, ossia in grado di immetterla.
38
Day by DIN 2 | 13
La portata innovativa della norma riguarda per il 70% le regole di connessione
degli utenti attivi di generazione diffusa
(in larga parte fotovoltaici). L’obiettivo è di
rendere più stabile la rete, anche in presenza di massicci contributi di energia da
fonti non programmabili come l’eolico e
il fotovoltaico. Le nuove regole tecniche
prevedono infatti che le protezioni dell’utente attivo, in futuro, possano comunicare direttamente con il sistema di gestione
del distributore, in modo da meglio controllare il delicato equilibro produzioni/consumi. Si tratta di un passo fondamentale
verso le “smart grid”, ossia le integrazioni tra reti di distribuzione elettrica e reti di
informazioni, per una gestione intelligente
ed efficiente, che minimizza sovraccarichi
e variazioni di tensione rispetto al valore
nominale.
Tecnica
Nel nuovo scenario gli utenti possono
essere attivi e passivi
Considerando che la rete elettrica inseriva in precedenza perdite pari a circa il
6%, risulta chiaro che il primo effetto benefico della generazione distribuita, grazie
all’energia autoprodotta o prodotta localmente, è stato quello di alleggerire le reti
di trasmissione e distribuzione e di conseguenza di diminuire le perdite.
Alle grandi centrali produttrici d’energia
da distribuire a piccoli utenti si sta sempre di più affiancando la “micro-produzione” (fotovoltaico, eolico, idroelettrico, biomasse, cogenerazione), con benefici per
le realtà a grandissima crescita in termini
di fabbisogno energetico, che non devono
più investire in grandi progetti e, potendo
contare in larga parte su energie rinnovabili, realizzano un ciclo virtuoso di creazione e distribuzione dell’energia.
I flussi di energia non sono più unidirezionali
La rivoluzione in corso, che coinvolge
il sistema elettrico dal produttore all’utente attraverso i gestori delle reti di trasmissione e distribuzione e gli operatori
del mercato della vendita dell’energia, ha
però alzato il livello di attenzione relativamente alla sicurezza fisica degli operatori,
tecnici delle imprese di distribuzione compresi. Se infatti fino a pochissimo tempo
fa, una volta sezionato l’impianto a monte del luogo di lavoro si era sicuri di aver
eliminato il pericolo elettrico (presenza di
tensione), ora invece l’alimentazione può
arrivare anche da valle.
Anche per questo è ora necessario
rispettare le nuove regole tecniche di connessione, così da garantire la certezza
dell’interruzione dei flussi di energia, sia
a monte che a valle del punto in cui “l’operatore deve mettere le mani”.
Un’altra implicazione importante è quella relativa al Gestore della Rete di Trasmissione (GRT. In Italia, Terna), che, oltre a
trasmettere l’energia in alta tensione dal
produttore al distributore, ha il compito
di mantenere stabile il bilancio energetico
(produzioni e consumi) tramite la gestione
dei flussi di potenza.
La velocissima evoluzione degli impianti a generazione distribuita è stata favorita
principalmente dai decreti “conto energia”
che, a partire dal 2005, hanno determinato
la connessione alla rete di circa 530.000
impianti fotovoltaici, per una potenza totale installata pari a circa 18,2 GW, in grado
di coprire di norma circa il 7% del fabbisogno nazionale, arrivando in talune giornate primaverili e autunnali fino al 30% della
potenza istantanea (generata e consumata) presente in rete.
Day by DIN 2 | 13
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Tecnica
L’esigenza di regolamentarne la connessione in un’ottica di “protezione delle
reti” si è però manifestata solo con il “quarto conto energia” ossia il DM 06/08/2011,
quando la maggior parte degli impianti era
già stata collegata alla rete.
In passato le soglie di tolleranza su tensione e frequenza dei relè d’interfaccia erano molto strette e di conseguenza al primo sorgere di problemi erano immediati i
distacchi di tutti gli impianti collegati. Ciò
comprometteva la stabilità della rete, a causa delle continue fluttuazioni della potenza,
generata sia dalle grandi centrali, sia dalla
generazione distribuita.
Quattro novità a garanzia della stabilità della rete
In questo contesto di crescente peso
delle energie rinnovabili la Norma CEI 0-21
ha introdotto quattro novità principali.
1. Le soglie di frequenza sono meno restrittive, grazie alla disponibilità di relè d’interfaccia più sofisticati, in grado di restringere le soglie tramite segnali di controllo.
Il nuovo range operativo da 47,5 Hz a
51,5 Hz (prima era +/- 0,3 Hz) garantisce una minore reattività ai problemi
transitori ed è comunque restringibile
a 49,5 Hz / 50,5 Hz.
Le soluzioni ABB per la Norma CEI 0-21
Vari prodotti ABB permettono di
rispettare le prescrizioni della Norma
CEI 0-21 per la realizzazione del quadro di interfaccia: il relè di protezione
d’interfaccia CM-UFD.M32 (in figura), gli
interruttori generali serie S 200, i portafusibili sezionabili E 90, il contattore
onnipolare di categoria AC-3 (AF o EK
a seconda della corrente massima), il
contatto ausiliario e la bobina comando di rincalzo (obbligatori sopra i 20
kW), l’alimentatore CP-E e il buffer di
carica CP-B.
40
Day by DIN 2 | 13
Sono tutti componenti razionalmente
alloggiabili nei quadri Gemini, a forte resistenza meccanica e termica.
Rispetto alle versioni precedenti, il relé
di interfaccia CM-UFD.M32 si è evoluto
funzionalmente, acquisendo una nuova
flessibilità operativa per l’integrazione in
rete degli impianti medi e piccoli.
Completamente configurabile ha infatti il compito di controllare la tensione e la
frequenza della rete, per provvedere, in
combinazione con un dispositivo di sgancio (DDI), al distacco della generazione diffusa in caso di superamento dei valori di
soglia impostati oppure di guasti.
2. È stato introdotto un segnale di telescatto per il distacco remoto degli
impianti attivi, in caso di manutenzione, guasto o sovraproduzione, a
garanzia della sicurezza degli operatori.
I dispositivi di interfaccia oggi disponibili sono già predisposti alla ricezione del comando telescatto, un segnale
che sarà inviato secondo il protocollo
di comunicazione ai sensi della Norma
IEC 61850, di cui verranno usate alcune "parole-comando".
3. La diffusione di impianti fotovoltaici tende a far aumentare la tensione ai punti
di connessione, altera le vecchie logiche monte/valle e sempre più frequentemente crea in rete perturbazioni a volte
pericolose. Ora ai generatori è imposto
di mantenere stabile e costante il profilo
di tensione, non immettendo più solo
energia attiva, ma variando il rapporto tra energia attiva e reattiva (cosφ).
Sacrificare parte della potenza generata rappresenta comunque un’evoluzione positiva. In precedenza in caso
di sovratensioni l’energia era perduta
interamente, perché l’impianto doveva
essere staccato dalla rete.
4. L’inverter dovrà essere in grado di superare i “buchi di tensione”. In altre parole, pur interrompendo la generazione,
non deve spegnersi, così da essere in
grado di erogare prontamente potenza al ripristino delle condizioni nominali,
garantendo la continuità del servizio.
Tecnica
Nuove opportunità per gli installatori, nuovi requisiti per i componenti
Cosa cambia per gli installatori? Nascono nuove prescrizioni d’intervento. La serie
di nuove prescrizioni della Norma CEI 0-21
richiede per gli impianti dai 6 kW in su o
con più di tre generatori la realizzazione di
un quadro aggiuntivo non previsto in precedenza.
Inoltre i componenti richiesti sono caratterizzati da funzionalità più evolute rispetto ai componenti utilizzati in precedenza.
Il componente più coinvolto dal cambiamento è il relè di interfaccia (SPI), che
abbandona la rigidità del passato per adattarsi alle mutevoli condizioni della rete.
Sotto i 6 kW è integrabile nell’inverter,
mentre al di sopra di questo valore deve
essere esterno e lavorare secondo le nuove regole: disporre di nuove soglie operative di frequenza e di tensione regolabili,
prevedere il telescatto e la variazione di
frequenza, avere un’alimentazione esterna
e un interfaccia con l'utente, es. display.
Il secondo componente coinvolto dalla Norma CEI 0-21 è l’inverter (convertitore c.c./c.a.), che deve ora poter erogare
potenza reattiva per evitare sovratensioni di rete al punto di connessione. La sua
nuova capacità di rilevazione permette di
assegnare funzioni di controllo agli impianti
locali attivi già presenti, senza appesantire la struttura di ulteriori controllori centralizzati.
Cambia infine il Dispositivo di Interfaccia, che inserisce o disinserisce l’utenza
dalla rete. Deve essere onnipolare, per
interrompere sia le fasi sia il neutro. Viene comandato dalla protezione di interfaccia da cui riceve gli opportuni comandi di apertura e chiusura, in funzione dei
valori di tensione e frequenza.
E’ realizzabile tramite un contattore in
categoria AC3 con un interruttore idoneo
al sezionamento, dotato di apertura con
bobina di minima tensione e preferibilmente con chiusura automatica motorizzata.
L’altra novità molto importante è la
richiesta al sistema di Protezione di Interfaccia (SPI + DDI + eventuale rincalzo) di
essere “vigile” anche in assenza della rete
per 5 secondi e di mantenere attiva l’alimentazione principale tramite un sistema
UPS aggiuntivo. In questo modo si ottiene
il monitoraggio costante di ciò che accade
sulla rete e si minimizzano le conseguenze di problemi molto brevi. Si evita infatti
che l’inverter si spenga per buchi di tensione e debba dunque riavviarsi ogni volta. ABB suggerisce di utilizzare UPS con
tecnologia a ultra condensatori (e non a
batteria), per ragioni di durabilità, robustezza, basso impatto ambientale, funzionamento a basse temperature, limitata manutenzione.
Infine per gli impianti con potenze superiori a 20 kW è obbligatoria la presenza
di un dispositivo di rincalzo per l’eventuale mancata apertura del DDI. Può essere ricavato dal Dispositivo Generale (DG)
già presente nell’impianto, cui si applica
una bobina aggiuntiva di sgancio (preferibilmente di minima tensione), attivabile
da un segnale d’emergenza opportunamente generato dall’SPI all’insorgere di
problemi con il DDI.
La risposta ABB alle nuove prescrizioni della Norma CEI 0-21.
Come si coniuga tutto ciò con l’offerta ABB? Per alloggiare tutti componenti
necessari a rispondere alle nuove norme
è necessario disporre di un quadro elettrico e rispettarne le relative norme, come la
CEI EN 61439. Con il quadro ABB Gemini,
a forte resistenza meccanica e termica, in
accoppiata con l’inverter è possibile alloggiare tutti i componenti ora prescritti per
tutti gli impianti collegati in BT di qualsiasi potenza.
Per altri dettagli si veda il box "Le soluzioni ABB per la Norma CEI 0-21" a pag. 40.
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41
Tecnica
La scelta degli SPD per la
protezione degli impianti
fotovoltaici contro i fulmini:
Norma CEI 81-28
Claudio Brazzola: LP Local Training & Technical Committee Manager ABB S.p.A. - ABB SACE Division
42
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Tecnica
G
li impianti fotovoltaici (FV), sempre più diffusi, richiedono molto spesso una protezione contro i fulmini a causa della loro
ubicazione, della loro delicatezza e del loro
valore. La necessità di realizzare la protezione deve essere verificata effettuando la
consueta analisi del rischio ampiamente
descritta nella Norma CEI 81-10, parte 2.
Per la particolarità di questa applicazione
il CEI ha deciso di realizzare la guida “Protezione d’impianti fotovoltaici contro i fulmini”
di imminente pubblicazione, i cui contenuti
sono comunque già noti perché oggetto di
inchiesta pubblica.
La guida è in pratica l’applicazione della
Norma CEI/EN 62305 agli impianti fotovoltaici e sostituisce la Specifica Tecnica CENELEC CLC/TS 50539-12 pubblicata dal CEI
in lingua inglese nel marzo del 2011.
Finalmente sarà disponibile un documento in italiano, che oltre a fornire tutte
le regole necessarie offre anche una serie
di esempi pratici e numerici molto utili a
chiarire dubbi.
Gli impianti fotovoltaici considerati sono
sia quelli installati su edifici (in copertura,
su facciata, parapetti, frangisole, ecc.)
che quelli installati su strutture edilizie di
altro tipo (ad esempio serre, pergole, tettoie, pensiline, barriere acustiche e strutture temporanee).
Lo scopo è definire quando e quali soluzioni di protezione sono necessarie, dove
e come devono essere installate.
L’impianto è progettato unicamente per
proteggere:
− l’inverter e le sue interfacce sui lati c.c.
e c.a.
− il generatore di corrente continua
− le apparecchiature per il controllo e il
monitoraggio dell’impianto stesso
La tensione di tenuta di tali apparecchiature deve essere dichiarata dal costruttore. Tuttavia, per tutti quei casi in cui non è
facile reperire questa informazione, la guida fornisce alcuni dati indicativi che possono essere utilizzati con tranquillità perché rappresentano il minimo che le norme
di prodotto richiedono come si vede dalla
UOCSTC ≤ 213 V
Modulo FV
Inverter: interfaccia in c.c.
Inverter: interfaccia in c.a.
2.5 kV
tabella a fondo pagina, in cui UOC STC è la
tensione a circuito aperto misurata in condizioni di prova normalizzate su un modulo fotovoltaico.
Inoltre i cablaggi da proteggere contro
la fulminazione diretta sono:
− i cavi di alimentazione in c.a. dal quadro
generale all’inverter
− i cavi in c.c. dal generatore di c.c. fino
all’inverter
− i cavi di segnale che collegano i sensori
alla centralina
L’analisi del rischio secondo la Norma CEI 62305-2 dimostra che in queste applicazioni il rischio di perdita di vite
umane è sempre inferiore al rischio tollerabile, soprattutto per la limitata presenza di persone. Viceversa in tali strutture
esiste sempre il rischio di perdite economiche che non sono solo legate al valore
dei componenti dell’impianto, ma anche
e soprattutto al mancato reddito a seguito di un fermo della produzione!
Molto spesso, visto il forte impatto economico legato alla mancata produzione, il
costo delle perdite è maggiore di quello delle misure di protezione e si rende necessario l’impianto di protezione.
Resta però ben inteso che solo il proprietario o il gestore dell’impianto definisce la frequenza di danno tollerabile, F T e
che tale definizione non può prescindere
dalle valutazioni economiche di cui sopra.
La guida fornisce, a titolo indicativo,
un tipico intervallo di valori: si va da un
danno ogni 20 anni (F T = 0,05) a un danno ogni 10 anni (FT = 0,1).
Una volta definito e concordato il valore
della frequenza di danno, la guida ci permette, basandosi sull’applicazione della norma CEI EN 62305-2, di selezionare
e dimensionare le misure di protezione.
La guida considera il caso di impianti fotovoltaici installati su di un tetto separatamente da quelli installati a terra. Nel caso
di impianti fotovoltaici sul tetto, la prima
cosa da fare è calcolare l’area di captazione dell’edificio in modo da poter stabilire, secondo le norma CEI 62305-2, se
esista la necessità di installare un LPS.
UOCSTC ≤ 424 V
UOCSTC ≤ 849 V
UOCSTC ≤ 1500 V
4 kV
6 kV
8 kV
2.5 kV
4 kV
6 kV
OVR PV: gli SPD di ABB specifici
per impianti fotovoltaici
4 kV
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43
Tecnica
conduttori di collegamento dell’SPD verso i
conduttori e la BB di lunghezza (Δl). Però se
gli SPD sono con intervento a innesco, Up/f
è il maggiore tra i valori di Up e ΔU.
Se invece le apparecchiature sono più lontane si può scegliere tra installare un SPD
aggiuntivo in classe II coordinato in prossimità dell’apparecchiatura da proteggere oppure scegliere l’SPD in classe I visto
sopra con un livello di protezione decisamente più basso:
Up = U p/f - ΔU ≤ 0.5×Uw - ΔU
01
02
01 Esempio di installazione degli
SPD per un impianto sul tetto di
un'abitazione
02 Esempio di impianto a terra
Se non occorre installare un LPS, allora
bisogna provvedere alla protezione della
linea elettrica entrante, a meno che non ci
si trovi in un’area urbana. La protezione si
ottiene con SPD (Surge Protection Device)
in classe di prova P con una I imp di almeno
5 kA e una I n di almeno 15 kA. Maggiore attenzione merita la scelta del livello di
protezione U p: se gli SPD sono installati
a meno di 10 metri dalle apparecchiature da proteggere è necessario solo tenere conto della lunghezza dei collegamenti.
U p = Up/f - ΔU ≤ 0.8×Uw - ΔU
Dove Up/f è il livello di protezione effettivo
dell’SPD,
U p è il livello di protezione dell’SPD e
ΔU = Δl×1 kV/m è la caduta di tensione nei
44
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Successivamente occorre pensare anche
alla protezione del cavo in c.c. che arriva
dai pannelli. La prima cosa da fare è il collegamento equipotenziale tra la struttura
che sostiene i pannelli FV e la barra equipotenziale situata in prossimità dell’inverter, che deve stare il più possibile vicino
al cavo cc per limitare la spira (figura 1).
La Norma CEI EN 62305-4 permette di
calcolare la tensione indotta in tale spira e
dimensionare di conseguenza gli SPD nel
caso si superi il livello di tenuta. Il calcolo
però può essere evitato installando sempre SPD in classe II in prossimità dei pannelli da una parte e dell’inverter dall’altra.
Questi SPD in classe II dovranno avere una
In di almeno 5 kA, mentre il livello di protezione sarà stabilito come già fatto per
la linea BT tenendo in considerazione la
tenuta delle apparecchiature e le distanze.
Quanto sopra vale però solo nel caso,
assai frequente, di pannelli FV isolati. Nel
caso invece in cui essi siano collegati a
terra non bastano più gli SPD in classe II,
che devono essere sostituiti con SPD in
classe I la cui corrente I imp va calcolata,
come spiegato nelle norme, ripartendo la
corrente del fulmine. Il livello di protezione necessario invece non cambia.
Poi la guida prende in considerazione
gli impianti FV installati sul tetto di un edificio dotato di LPS e fornisce tutti i criteri che sono analoghi a quelli appena visti,
ma tengono in considerazione la necessità di coordinarsi con l’impianto LPS già
presente.
Nella seconda parte della guida invece
si tratta il caso di impianti FV a terra (figura 2). Questi impianti sono generalmente piuttosto estesi e sono ubicati in zone
rurali e isolate. Tipicamente sono alimentati
da una linea trifase in media tensione non
schermata che può essere lunga diversi
chilometri. La linea arriva a un trasformatore MT/BT a valle del quale troviamo gli
inverter, la cui tensione di tenuta in genere è pari a 4 kV. Il PE è di solito distribuito
Tecnica
03
nello stesso cavo dei conduttori di fase.
Va prestata particolare attenzione al fatto
che spesso nell’impianto FV entra anche
una linea di telecomunicazioni per il controllo e monitoraggio dell’impianto FV.
Prima di tutto, analogamente a quanto si
fa per gli edifici, si valuta l’area di raccolta
per determinare se la struttura è esposta
o meno. Nel caso in cui la struttura non
sia esposta, occorre comunque proteggere le linee in cc seguendo gli stessi criteri
visti per le strutture sul tetto. Se invece la
struttura è esposta, allora occorre realizzare un sistema LPS.
Un LPS di Classe IV o III (LPL III-IV, cioè
corrente di fulmine pari a 100 kA, 10/350)
è sufficiente.
Un LPS può essere isolato dall’impianto FV (figura 3)
I requisiti d’installazione di un LPS esterno
sono riportati nella Norma CEI EN 62305-3.
Nell’impianto FV può essere presente un
LPS naturale:
− Il captatore è costituito dalla struttura
metallica di supporto delle schiere FV.
− I pali di supporto e di ancoraggio al
terreno della struttura metallica costituiscono le calate.
− Il dispersore è costituito dai pali di ancoraggio nel terreno, collegati, tipicamente,
a uno o più dispersori orizzontali.
04
La linea elettrica BT in c.a. deve essere
protetta con SPD di Classe di prova I con
I imp di almeno 10 kA e In di almeno 15 kA,
mentre per la U p si può seguire lo stesso
criterio visto nei casi precedenti.
Al termine della guida sono riportati esempi numerici applicativi, molto utili alla comprensione della metodologia proposta:
− Allegato A1.1: impianto FV da 3kW sul
tetto di un edificio di abitazione civile
− Allegato A1.2: impianto FV da 20 kW
sul tetto di un capannone industriale
− Allegato 2: impianto FV a terra alimentato da una linea MT
03 Esempio di sistema di protezione da
fulmini (LPS) isolato dall'impianto
04 Esempio in cui il captatore è
costituito dalla struttura metallica di
supporto delle schiere FV
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Curiosità
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Curiosità
Il robot flessibile che lavora
gomito a gomito con gli umani
Il robot a due bracci Frida di ABB è nato per rendere più agile la produzione
industriale, consentendo l’integrazione tra assemblaggio automatizzato
e manodopera manuale. In questo modo operatori e robot possono lavorare
negli stessi spazi interagendo funzionalmente. Anche per questo Frida ha
rivestimenti morbidi e non presenta spigoli vivi!
Guido Buttarelli: Redattore - Winning Associati
I
l robot completo è costituito da un
sistema di presa flessibile, da una telecamera per la localizzazione dei componenti e dall’unità di controllo robotica ABB IRC5. Le sue dimensioni
estremamente compatte rispondono correttamente alle esigenze ergonomiche
degli spazi destinati agli operatori.
I prototipi di robot consistono in celle
portatili a due bracci con sistema di controllo integrato. Sono semplici da trasportare e possono essere montati facilmente
sulle postazioni di lavoro. Grazie alla sicurezza intrinseca della soluzione proposta,
i parametri per procedere alla valutazione
di sicurezza dell'installazione sono ridotti al minimo. In condizioni normali non è
necessario proteggere l'unità o delimitare l’area di lavoro del robot, per cui sono
molto rapide le fasi di installazione, commissioning e ricollocazione.
Le tecnologie impiegate comportano i
seguenti vantaggi:
− affidabilità per l'assemblaggio industriale
− bracci e aspetto umanoide con unità
di controllo IRC5 integrata
− affiancamento della manodopera umana
− sicurezza, produttività e flessibilità dei
due bracci, rivestiti da una morbida
imbottitura
− leggerezza e semplicità di montaggio,
rapido avvio del lavoro
− agilità dei movimenti basati sulle tecnologie robotiche ABB, leader nel settore.
Alla fase di sviluppo attuale, diversi
prototipi hanno lasciato il laboratorio di
ricerca per essere collaudati in applicazioni pilota.
L’automazione si affianca alla manualità
Dati i ritmi sempre più serrati di introduzione dei nuovi prodotti sul mercato,
l’imprevedibilità dei volumi di produzione e
la rapida evoluzione tecnologica, la robotica tradizionale non è in grado di creare
sistemi di produzione riconfigurabili, che
possano essere facilmente aggiornati e
adattati alle nuove tecnologie. In alcuni
casi l'assemblaggio manuale è preferibile
per minimizzare i costi d'investimento iniziali, ma pregiudica la possibilità di migrare in un secondo momento a tecnologie
d'automazione, a causa degli standard di
sicurezza.
Per risolvere il conflitto tra assemblaggio totalmente manuale e linee di produzione completamente automatizzate, ABB
ha sviluppato un nuovo concetto di robot
destinato alla movimentazione di piccoli componenti in sistemi di produzione
condivisi agili e flessibili. Questo concetto darà vita alla collaborazione fra operai
e robot, fianco a fianco o faccia a faccia,
attraverso speciali punti d'interazione.
Il robot è stato progettato per poter essere
spostato facilmente tra le diverse stazioni
di assemblaggio ed essere affiancato con
rischio minimo al lavoro manuale senza
requisiti di sicurezza aggiuntivi, riducendo così i limiti per l'automazione. Anche
i costi d'investimento per la realizzazione
del robot sono stati contenuti, per consentire un più veloce ritorno economico.
Grazie ai due bracci composti da sette articolazioni ciascuno e alla sofisticata
unità di controllo IRC5 integrata, il robot
è in grado di compiere movimenti straordinariamente agili e di rispettare i tempi
di ciclo della manodopera umana anche
lavorando in spazi ristretti, senza grovigli
di cavi. Attraverso la ridondanza cinematica dei bracci, i gomiti del robot possono
essere manovrati indipendentemente dal
punto centrale dello strumento per afferrare i componenti riposti in cima agli scaffali: un'agilità impensabile per i robot a sei
bracci standard. Ricorrendo a speciali algoritmi in tempo reale finalizzati a evitare le
collisioni con altri oggetti, è possibile stabilire traiettorie tra i bracci a prova di urto
senza richiedere l'intervento umano.
Per interagire con l'ambiente circostante, il robot è dotato di un sistema di presa
a ventosa sicuro e flessibile e può essere
connesso a videocamere, in modo da poter
afferrare i componenti con una flessibilità
superiore. Al momento il robot, tuttavia, ha
ancora difficoltà a eseguire alcune operazioni, come la movimentazione dei vassoi
e il sollevamento di contenitori. Per questo ABB sta studiando soluzioni opportune attraverso il collaudo di versioni prototipo in diverse applicazioni industriali.
Un approccio anche psicologico
L’applicabilità di Frida è innovativa:
il robot, infatti, nasce per lavorare a fianco
della manodopera umana, come conferma
il design industriale sviluppato nella fase
iniziale del progetto. Le prove con tecnici, prototipi e piloti per la dimostrazione
e il collaudo delle funzioni e dei livelli di
sicurezza sono state complesse e hanno
richiesto un'attenta analisi di un sistema
di sensorialità che riproducesse correttamente le azioni in carne ed ossa. In tema
di sicurezza è stato necessario adottare
un approccio non solo fisico, ma anche
psicologico: anche se il robot è affidabile,
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47
Curiosità
Frida risolve il conflitto tra
assemblaggio totalmente manuale
e linee di produzione completamente
automatizzate, consentendo
la condivisione degli spazi e la
collaborazione fra operatori e robot.
infatti, gli esseri umani non sono disposti
a collaborare con la macchina se l'aspetto non comunica un senso di sicurezza.
Queste sono le parole chiave (o valori),
scelte per descrivere gli obiettivi primari
dell'aspetto esteriore:
− precisione
− leggerezza
− affidabilità.
Importante, inoltre, è stato mantenere la qualità caratteristica e il design delle attuali famiglie ABB di robot. Il colore è stato un altro punto fondamentale.
In genere, i robot ABB sono arancioni, un
colore che indica rischio e pericolo.
Questa scelta cromatica sarebbe tuttavia risultata inappropriata per Frida, progettato per lavorare e interagire con operatori umani. Sono stati quindi scelti colori
che comunicano buone intenzioni (bianco)
e riflettono la morbidezza delle imbottiture
(grigio opaco). Il tradizionale colore arancione dei robot ABB è stato invece utilizzato nelle articolazioni semovibili, per conferire senso di precisione.
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Integrazione tra centri di ricerca ABB
e talenti esterni
Il progetto ha avuto inizio nel 2007 con
l'istituzione di un team ABB specifico, poi
affiancato da altri team nei centri di ricerca e sviluppo del Gruppo: Svezia, Norvegia, Germania, Cina e Stati Uniti. I prototipi
sono stati prodotti e assemblati in Svezia,
ad eccezione del sistema di presa, prodotto in Germania e Cina. Il progetto ha visto
la partecipazione di numerosi studenti da
tutte le università del mondo.
Frida è l'esempio più significativo di
come ABB sappia trarre vantaggio dal proprio sistema di competenza, distribuito e di
respiro globale, senza rinunciare alle idee
e ai talenti provenienti dall’esterno.
Per capire come lavora Frida, guarda
foto e video esplicativi nella sezione dedicata del sito ABB:
www.abb.com/cawp/abbzh254/fcfbdad9a72cfe08c1257862006bcfbf.aspx
Tecnica
L’errore nella
catena di misura
Sebastiano Paganini: Product Manager Apparecchi Modulari ABB S.p.A. - ABB SACE Division
È importante conoscere la classe di
precisione di uno strumento di misura?
Come viene definita?
In quale ambito applicativo è più rilevante conoscere questa informazione?
In generale nessuna misura può essere considerata esatta. Occorre perciò ogni
volta stabilire i limiti entro i quali è compreso il valore della grandezza misurata,
definendo l’entità dell’errore della misura.
Secondo quanto prescritto dalle Norme
CEI, gli strumenti elettrici vengono classificati in base al loro grado di precisione
nelle seguenti categorie:
0,05 – 0,1 – 0,2 – 0,3 – 0,5 – 1,0 – 1,5
– 2,5 - 5
Questi valori rappresentano gli errori
assoluti espressi in percentuale della portata nominale dello strumento. Ciò significa che ad esempio un voltmetro di classe 0,5 con portata nominale di 200 V non
deve presentare in nessun punto della scala un errore assoluto, rispetto al valore che
si legge sullo strumento, superiore a 1 V.
La valutazione dell’accuratezza dello
strumento assume rilevanza ancora maggiore nell'ambito del conteggio energetico. In particolarte l'accuratezza dei contatori di energia viene espressa in classi
di precisione definite da specifiche normative:
Contatori energia
attiva classe 0,5 1, 2
CEI 62052-11, CEI 62053-21
CEI 62052-11, CEI 62053-21
Contatori energia
reattiva classe 2
CEI 62053-23
CEI 62053-23
Contatori energia
attiva classe A, B, C
EN 50470-1, EN 50470-3
EN 50470-1, EN 50470-3
Queste normative stabiliscono le percentuali di errore ammissibili nella misura
delle grandezze elettriche rilevate dal contatore (V,I…) quando questo è sottoposto
a determinate condizioni di riferimento.
Uno strumento rientra in una determinata
classe quando tutte le grandezze misurate rientrano negli intervalli prescritti.
Differenti normative sono caratterizzate da differenti limiti di errore. Per via dei
diversi requisiti nella loro definizione, non
può essere fatta una comparazione diretta
tra loro anche se in maniera semplificata
è comunque possibile far corrispondere
le classi A, B, C (dalla meno precisa
alla più precisa) della Norma EN 50470
rispettivamente alle classi 2, 1 e 0.5 delle
Normative CEI 62052 e CEI 62053.
Come incide a livello pratico l’accuratezza di un contatore di energia e del
rispettivo trasformatore di corrente nella catena di misura e nelle valutazioni
di efficienza e risparmio energetico?
In un'ottica di Smart Metering è particolarmente importante la conoscenza della classe di precisione di uno strumento,
per valutare se l’accuratezza della misura
può essere considerata soddisfacente.
Questa importanza si può capire dall’esempio pratico che segue. Consideriamo un impianto con consumo energetico
medio di 100 kW e funzionamento medio
di 2.000 ore all’anno.
In un gruppo di misura composto da
contatore di energia e trasformatori di corrente, la propagazione dell’errore e la sua
incidenza sulla misura finale deve essere
calcolata utilizzando la formula che segue:
Si può vedere dalla tabella che segue
come la variazione della classe di precisione dello strumento di misura e dei trasformatori di corrente associati incide sulla precisione complessiva del sistema.
Esempio 1 Esempio 2 Esempio 3
Ƥct
0,5%
1%
Ƥc
0,5%
1%
2%
Ƥƌ
0,71%
1,41%
2,83%
201.420
202.820
205.650
Consumo annuo kWh
rilevato con errore
2%
Costo medio
energia
€/kWh 0,18
0,18
0,18
Spesa
complessiva
€
36.507
37.017
36.256
Scegliere uno strumento con più elevata accuratezza porta a una misura complessivamente più corretta e una minore
probabilità di errori nella valutazione dei
consumi.
Gli effetti benefici si possono vedere con
una diminuzione della spesa energetica proporzionale alla diminuzione dell'errore stesso. Per questo motivo le normative per l’utilizzo di strumenti di misura in ambito fiscale
(MID ) prescrivono l’impiego di contatori e
trasformatori amperometrici con precisioni
rientranti entro limiti ben definiti.
ƤL= Ƥc2Ƥct2
Dove:
ƤL= errore percentuale energia misurata
Ƥc= errore percentuale contatore di energia
Ƥct= errore percentuale trasformatore
di corrente
La gamma di contatori di energia EQ Meters
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Infine per rilassarsi
La Rete Elettrica
Tecnica, storia e curiosità
Orizzontale
1
2
3
1 - Può essere filare o wireless
7 - La sfera che si usa per valutare un impianto parafulmini
4
9 - Definisce la precisione di uno strumento
5
6
7
13 - Protegge dalle sovratensioni
15 - Gestore della rete di trasmissione italiana
8
16 - Conserva la memoria anche senza alimentazione
9
10
19 - Quelle ad incandescenza sono state messe al bando
22 - In illuminotecnica è data dal rapporto tra flusso
11
emesso e potenza assorbita
23 - Per le fluorescenti compatte è di circa 6.000 ore
24 - Imposta sull'energia elettrica
12
13
Verticale
14
15
2 - Un campo dove si coltivano kWh
3 - Il gradiente che favorisce i fulmini
4 - A volte è resistivo altre capacitivo
16
17
5 - Meriterebbe di essere mensile
6 - Leadership in Energy and Environmental Design
8 - Unità di misura del corto circuito
18
19
10 - Il papà del magnetotermico
11 - È necessario per una corretta comunicazione
20
21
12 - Il potere degli interruttori
14 - Quando è centralizzata migliorano efficienza e
22
comodità
17 - La direttiva ROHS limita l'impiego di quelli pericolosi
23
18 - Negli interruttori magnetotermici può essere B, C,
DeK
20 - Lampada fluorescente compatta
24
21 - Il magnetotermico inglese
Un bel pasticcio
Di seguito i cinque errori commessi dall'installatore sul numero 1|13 di Day by DIN.
1. L’interruttore ha potere di interruzione insufficiente in quanto per la Norma CEI 0-21
una fornitura con potenza disponibile fino
a 33kW può avere corrente di cortocircuito
massima al punto di consegna di 10kA.
2. L'involucro metallico del quadro generale
distribuzione non è protetto contro i contatti indiretti in quanto l'interruttore che lo
protegge è privo di protezione differenziale.
3. Essendo il sezionatore generale tripolare
nel quadro generale distribuzione, il conduttore di neutro non risulta collegato a
quello dell'alimentazione.
50
Day by DIN 2 | 13
4. Il differenziale relativo all'illuminazione non
è protetto dai sovraccarichi in quanto
ha portata inferiore sia alla taratura del
magnetotermico da cui riceve alimentazione che alla somma delle tarature degli
interruttori di partenza.
5. Il differenziale puro relativo alle prese, con
taratura 30mA intervento istantaneo, non
è selettivo con i differenziali degli interruttori dei singoli circuiti che hanno taratura
300mA intervento istantaneo.
Foto DINterni
Foto DINterni
Realizzare senza sforzo quadri per la misura
in remoto dei consumi di energia
Gilberto Ferraresi, titolare di GIL sas di Caselle TO, mostra la leggerezza e la razionalità
del quadro elettrico realizzato per il monitoraggio a distanza del consumo di energia elettrica
dei gruppi elettrogeni (articolo a pag. 20).
Inviate la foto di un’applicazione che avete realizzato con prodotti ABB da barra DIN e fronte quadro
all’indirizzo email: [email protected]. Quella più interessante sarà pubblicata.
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System pro E comfort®. Nuova serie MISTRAL65
Design unico. Infinite possibilità
Versatilità ed efficienza in un design unico, elegante e inconfondibile. MISTRAL65 è
la nuova e innovativa serie di centralini ABB con grado di protezione IP65. La gamma
comprende soluzioni con porta trasparente nell’esclusivo colore blue petrol oppure cieca,
con apertura fino a 180 gradi e totale reversibilità di utilizzo. Lo spazio interno ampio
e facilmente accessibile è stato progettato per ottimizzare i tempi di cablaggio, oltre
a permettere una totale integrazione fra interruttori modulari a barra DIN, scatolati e fronte
quadro. MISTRAL65 offre un’ampia scelta di grandezze, dai 4 ai 72 moduli, rendendo
questa serie idonea sia nelle installazioni residenziali che in quelle industriali.
www.abb.it/lowvoltage
ABB SACE
Una divisione di ABB S.p.A.
Prodotti per Installazione
Tel. 0424 478200
www.abb.it