Il nostro notiziario
ANNO VII - N° 3
Maggio-Giugno 2016
TRIO FRIEDRICH
Residenze in Musica
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L’editoriale
Cari ospiti e amici, anche quest’anno abbiamo riaperto il sipario con Residenze in
musica, con la novità che anche altre due strutture hanno aderito al progetto ospitanospitando nuovi concerti di musica classica.
Ormai appuntamento stabile, la rappresentazione
dei racconti –animati che ha coinvolto il
Comune di Malnate, il centro ricreativo
Culturale Lena Lazzari, Malnate. La Città dei bambini e della bambine, la
biblioteca comunale e il contributo
dell’associazione EMI che gestisce il canile municipale di
Varese. Insieme sì è affrontato il tema degli “animali brava gente “ sensibilizzato dagli educatori cinofili.
Altro appuntamento storico è quello con gli Amici e il Consiglio della Fondazione
della Residenza: nella mattinata si sono svolte tutte le riunioni organizzative e con
molta soddisfazione la giornata, che è proseguita con il pranzo ufficiale, ha visto
coinvolti amici, parenti e consiglieri, un momento di festa per ribadire un altro anno
trascorso con soddisfazione all’interno della Fondazione.
Un ringraziamento a Mariella Meunier per aver inviato un racconto, in ricordo della
sua nonna, che abbiamo pubblicato con piacere.
La direttrice
Antonella De Micheli
2
La festa degli amici
Come da consuetudine anche quest’anno il 28 maggio, presso la Residenza, si è
svolta la festa dell’ Amicizia, magistralmente organizzata dalla nostra direttrice
Dott.ssa Antonella De Micheli con la collaborazione dell’efficiente personale addetto.
La giornata stupenda che ha coronato il successo, ha permesso a tutti un colpo
d’occhio bellissimo, le tavole imbandite nel giardino interno, con al centro il grande
faggio che le ombreggiava, erano un piacevole invito, per gli ospiti, ad occupare i
posti assegnati.
L’atmosfera era cordiale e festosa e tutto era preparato con cura ed estrosità. Il ricco
buffet di aperitivi e stuzzichini che ha iniziato il pranzo, ha certo soddisfatto i gusti
più raffinati. E via via le portate che ne sono seguite non erano da meno.
Il dessert è stato molto sfizioso ed ha accontentato anche i più golosi.
Un bravo quindi agli artefici di tutto, che con la capacità che li contraddistingue
hanno preparato un pranzo eccezionale. Chi gentilmente ci ha serviti lo ha fatto in
maniera degna di lode ed ogni ospite ha avuto modo di essere oggetto della loro attenzione.
Un gradevole sottofondo di brani musicali, eseguiti con molta bravura dal maestro
Fabio...ha accompagnato il pranzo, creando all’ambiente un tono di eleganza e
modernità.
Il fascino della musica ha sempre il potere di farci sognare, ricordare e rivivere momenti indimenticabili della nostra vita, che rimangono impressi nel cuore.
Ci hanno onorato della loro presenza il Presidente Dr. Fossati, la vicepresidente Signora Erica Hofer Tenuzzo e tutto il Consiglio della Fondazione che da sempre ci
offrono la loro disponibilità per starci vicino. Il nostro ringraziamento va pertanto a
tutti coloro che ci hanno concesso il piacere di presenziare a questa ricorrenza, con
accanto le persone care che abbiamo potuto invitare e che hanno manifestato la loro
sincera ammirazione per la riuscita della festa.
Luciana Gilli
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Residenze in Musica
Al termine di un prodigioso concerto il grande Maestro Daniel Baremboim così disse “ Purtroppo negli ultimi tempi troppe persone vivono senza mai nessun contatto
con la musica.
La musica è finita in una torre d’avorio, mentre invece dovrebbe essere prima di tutto educazione alla vita.
Se impari a “pensare la musica capisci tutto: che il tempo può essere infinito, la relazione tra passione e disciplina, la necessità di aprirsi agli altri…”
Una bellezza di suoni, che suscitano forti sentimenti e intense emozioni: questo il
miracolo che il magico mondo della musica sa offrire a tutti, perché, come dice un
altro grande, il maestro Riccardo Muti “La musica non ha confini”.
Felice quindi l’iniziativa realizzata dalla professoressa Livia Rigano del Civico Liceo musicale di Varese e statale “ Manzoni”, di portare nelle strutture di persone anziane momenti di musica e cultura musicale.
Un dono a chi nella vita ha elargito per tanti anni energie di mente e di cuore nella
famiglia e nella comunità.
Un’offerta ampia e variegata di brani, che non si limiterà nel tempo, ma proseguirà
favorita dai capi di istituto e dalle autorità locali in una atmosfera serena di bellezza,
di gioia, di entusiasmo.
Il sentimento di riconoscenza è rivolto a tutti coloro che hanno dato vita, con viva
sensibilità ad un evento storico, che entrerà negli Annali della Residenza a testimoniare quanto sia importante la musica in un mondo di imperfezioni e di incertezze
nel cammino dell’individuo.
E che dire del concerto eseguito dai giovani virtuosi Massimo Gatti, Stefano
Pramauro e Flavia Costantino. Splendido! I giovani musicisti lo avevano eseguito in
stretta simbiosi che li accomunava e con una dolcezza infinita, pregi questi che hanno dato ancora più smalto ai brani musicali. Il bis affascinante ha fatto vibrare i cuori. Il nostro grazie era un segno tangibile, ma ben poca cosa al confronto del bene
che ci avevano donato.
Angela Prandina
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Perché fu scelta la colomba
Il giorno 28 maggio le diverse manifestazioni hanno contribuito a rendere più bella
la “Festa degli amici”. Per i bambini c’era una sorpresa: Il racconto animato “Perché
fu scelta la colomba” ambientata al tempo di Noè, uomo giusto, saggio, buon conoscitore dell’animo umano, era stata allestita dal gruppo di animazione del Centro Lena Lazzari, alla guida della versatile Marta Cambiaghi, in collaborazione con alcune
ospiti della Residenza.
Ben riuscita la scelta del racconto, studiata con cura la scenografia realizzata da Daniela,del centro Lena Lazzari. Infatti l’arca di Noè, che doveva proteggere gli animali dal diluvio universale, ricordava bene l’antico rifugio. I costumi confezionati ad
arte e indossati dai bravi attori richiamavano il leone,la tigre,l’elefante, l’orso e tanti
altri animali. Felicemente imitate le loro voci, rendevano lo spettacolo ancor più accattivante. I bambini applaudivano con gioia.
A questo punto voglio inserire una mia personale riflessone. Quando Noè ordinò alla
colomba di uscire per constatare se intorno ci fosse terra asciutta, essa dimostrò di
essere ubbidiente, umile senza inorgoglire dei suoi meriti, comportamento che non
tennero certo il re della foresta e tutti gli altri, vantando ciascuno le proprie qualità:
la forza,il coraggio, l’eleganza, il mantello.
Ma alla colomba che ritornò all’arca con l’ulivo nel becco, venne conferito il simbolo della Pace e dell’innocenza. Aveva qualcosa di unico che nessun altro possedeva.
Io penso che le mamme, le nonne che avevano assistito allo spettacolo con i loro
bimbi e nipotini avranno poi colto l’occasione per farli riflettere sull’insegnamento
che la fiaba racchiudeva: il Bene trionfa sempre e cioè tutto ciò che è buono, giusto,
onesto. La presenza dei bambini e dei loro genitori ha offerto l’occasione di celebrare per il IV anno il progetto intergenerazionale che quest’anno aveva come tema
“ Animali brava gente” con lo scopo di sensibilizzare i giovani al rispetto degli animali e ad adottare cani abbandonati del canile di Varese. Il responsabile Stefano…
spiegava con efficacia i motivi, raccomandando di avere cura di loro e di amarli con
sensibilità e protezione.
Angela Prandina
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La mia nonna
Parte prima
E rimane ancora vivo in me il ricordo di un tempo lontano, come il passato di un
epoca remota e di Pavia com’era e che, anche se ci fosse ancora, nessuno la vedrebbe più.
Viveva nella vecchia Pavia, quasi in centro in una via che da Corso Mazzini porta
alla piazzetta della BNL e alla Camera di Commercio, “via Bardoni”. Una strada acciottolata con i marciapiedi in mezzo e da un lato il muro di cinta di un giardino solo immaginabile e dall’altro lato un cancello in ferro battuto - di questi cancelli se
ne trovano ancora in alcune vecchie dimore - che si apriva su un cortile quadrato,
circondato da case e muri.
Entravo subito e salivo una larga scala di pietra, e aprendo una doppia porta, entravo
nella “fantastica” casa di mia nonna. Non era proprio una casa come quella di oggi,
c’era un soggiorno a sinistra un brevissimo corridoio e a destra un bagno.
La grande porta aveva un’anta con due cardini tenuta aperta da un cofanetto di legno
inciso e colorato, che recava un mazzetto di ciliegie e una scritta “quando di maggio
le ciliegie sono nere– oh che piacere…”
Dalla soglia potevo vedere nella sua vaporosa magnificenza il lettone dentro il quale
tra cuscini di piume e pizzi c’era la mia nonna, che aveva un nastrino di velluto intorno al collo; che ella voleva sempre più stretto nell’illusione di vedersi la pelle più
tesa.
Dopo aver scalato il lettone e dato un bacio fuggevole alla mia dolce nonna, rimanevo seduta accanto a lei.
Potevo ammirare la sua camera, era un incanto, così affascinante che la ricordo ancora perfettamente e ne percepisco persino i profumi.
Ma voglio andare con ordine.
Il bacio che davo alla mia nonna era “fuggevole” perché aveva sempre il naso umido
e da bambina questo mi dava fastidio.
Alla destra del letto c’era un armadio come si usava allora con due ante e sotto due
cassetti.
Di fronte al letto, proprio davanti alla finestra c’era un grazioso tavolino ovale con
in mezzo un vassoio con sopra una bottiglia di vetro intagliato e i bicchierini da rosolio
Oltre la porta– finestra c’era un balconcino e un glicine profumatissimo in primavera ed estate. A sinistra del letto c’era una stufa come non l’ho mai più vista e dentro
il fornetto c’erano delle fette di pane da abbrustolire e mi facevano soffrire sino al
momento in cui la nonna diceva di prenderle.
Non ricordo di aver mangiato niente di così buono. Tra le piastrelle
della stufa di maiolica
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C’erano anche dei riccioli di scorzette d’arancia che profumavano piacevolmente.
Quella stanza era magica! Non la vidi più, dopo che la nonna morì. Ma se chiudo gli
occhi ecco sono là.
Era un’apprezzatissima concertista, ogni sera, dopo cena, sorretta dalle mie zie arrivava al pianoforte. Intanto nella strada sostavano sotto le finestre con gli scuri aperti
dei signori ascoltarla suonare.
Nonna suonava ed era un incanto! L’armonia si diffondeva nell’aria ed emozionava
gli ascoltatori.
Dopo una mezz’ora un discreto applauso le rendeva omaggio, ed ella ringraziava
con un arpeggio.
Il silenzio tornava ovunque e la nonna, le zie, la casa, il cortile, la via e la città avrebbero riposato sino all’indomani.
Poi nonna non riuscì più ad alzarsi se non raramente tempo dopo papà mi disse che
dovevo andare da una zia sorda (zia Manin).
La grassa badante e cuoca, fece un dolce e mi terrorizzò per la quantità di uova usate. Mi fece paura per via della mia allergia; poi la zia Manin andò a riposare ed io
andai in giardino. Rimasi colpita dai colori e dai profumi: era un giardino non curato, ma fiorito, fiori di tutti i colori. Verso le 18.00 arrivò papà col viso stanco e sofferente e corsi ad abbracciarlo, ma qualcosa fermò il mio abbraccio, perché vidi una
fascia nera sul suo braccio. Ne chiesi il perché e papà ne fu sorpreso, e dopo un attimo d’imbarazzo, mi disse che era perché gli aeroplani, l’avrebbero visto e non
l’avrebbero colpito. Il mio meraviglioso papà, aveva detto la sua prima ed ultima bugia alla sua bambina.
L’argomento sembrò chiuso. Passai un brutto periodo ma non osavo chiedere delle
sue sofferenze. E da allora non ne parlammo mai più.
Mariella Meunier
7
Chef Antonio
Carissima Mia, la richiesta di nuove ricette mi inorgoglisce, e con il petto gonfio e il
cappello da cuoco ben calcato in testa rispondo all’appello. Con l’assortimento di
ricette di cui dispongo non ho imbarazzo di scelta, e attenendomi alla regola “cibi di
stagione” mi cade l’occhio sulla ricetta di un primo piatto molto ricorrente non solo
in casa mia, stagione permettendo.
Oggi propongo o ricordo i “Risi e Bisi”. Risotto
di origine veneta, ma molto gradito anche nelle nostre zone per la vicinanza delle
risaie del Novarese e del Vercellese che hanno influito sulla diffusione dell’uso del
riso .
Chi la troverà dirà…la conosco già… , Uffa che barba…
Riso a parte, da mia Moglie non riuscivo ad avere la…fornitura dei “risi e bisi” prima del mese di Maggio perché non voleva cucinare i piselli in scatola e dovevo aspettare l’arrivo di quelli freschi in primavera. La mia passione per i risotti comunque confezionati è sempre stata conosciuta fin dagli anni dell’Asilo ‘infanzia . Per
mia fortunata combinazione godevo di un’ occhio di riguardo presso le Suore che
gestivano l’Asilo; e dopo la distribuzione a tutti i bimbi presenti avevo la possibilità
di andare in cucina a “ruspare” nella pentolona nella quale era stato confezionato il
risotto. Il vizio ha resistito al passare del tempo, E sfido chiunque a sostenere che il
risotto “attaccato giù” non è una bontà ; come la crosta della polenta che riceve
l’ultima fiammata per potersi staccare dal paiolo.
Questa che propongo oggi fa parte delle ricette semplici che mi sono arrivate come
lasciti da Nonne e bisnonne, ottime esecutrici e collaudatrici di cibi semplici e sani.
Ricordiamoci i tempi andati, quando non esistevano i “Fast food” e i cibi nelle scatolette. Ma le cucine erano animate da tanta passione e competenza che producevano
profumi appetitosi e sapori ancor migliori. Altro che dispepsie e inappetenze!
Continuo la consultazione della mia raccolta, e qualcosa di buono lo trovo sicuramente. A un cordiale saluto aggiungo come d’uopo il mio buon appetito…!
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LE RICETTE RACCOLTE DAL NONNO
Risi e Bisi
è quello che faceva mia Moglie!
ARRIVATA LA PRIMAVERA ! E’ ORA DI PISELLI FRESCHI ! (I Bisi, per i
veneti)
Fate un soffritto con 40 grammi di burro,100 grammi di lardo o meglio pancetta con
le venature tagliata a dadini, e tre quarti di una bella cipolla affettata.
Quando la cipolla è rosolata toglietela, mettete sale e pepe e 450 grammi di piselli
freschi, appena sgranati. Aggiungeteci il brodo necessario.
Quando i piselli hanno raggiunto un buon grado di cottura aggiungete 450 grammi
di riso,rimescolate bene, finite la cottura e servite.
Buon appetito!
Nota del goloso che scrive: se voleste usare, fuori stagione i piselli “in scatola” ,
prendete il tipo “fini” perchè i “finissimi” sono troppo piccoli e sanno di ben poco.
Buon lavoro.
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La mia vita a bocconcini
ADM: Dunque, sig. Golzi, Lei è un uomo dalle “mille e una idea”, nel senso che Lei
è una fucina di idee che non rimangono solo tali ma le porta a compimento. Ricordo
quando poco tempo fa mi disse del suo desiderio di scrivere un libro..ed ecco, pochi
mesi dopo lo ha realizzato! Avrebbe voglia di spiegare ai lettori di cosa tratta?
GOLZI:Mettere Novant’anni di vita nelle mani del pubblico richiede tanto coraggio
e faccia tosta, e l’ho fatto senza uno scopo preciso e senza velleità particolarmente
informative o educative.
E’ la raccolta di pezzi di vita raccontati a episodi staccati e volutamente senza una
trama che li colleghi. Forse per lazzaronismo, Ho preso tutti questi pezzi accantonati
in dieci anni, ne ho fatto un fascio badando solo che non fossero farciti di refusi.
Ho avuto la fortuna di avere l’aiuto di una carissima nipote che con pazienza li ha
riletti, corretti, e resi presentabili per la stampa. Come atto dovuto ringrazio il Padre
Eterno di avermi concesso di scriverli per l’acuirsi ella memoria dopo il superamento dell’ictus cerebrale della fine del 2006. Mi ha graziato delle tante storture fisiche
e mentali conseguenti agli ictus, Gli avevo chiesto il favore con tutto il cuore, ha
funzionato…! bastava che si presentasse un fatto nella vita quotidiana, perché dai
miei pensieri uscisse l’analogo già visto e vissuto negli anni precedenti. Nella vita di
noi uomini tutto si ripete, e basta guardarlo con curiosità perché si aggrappi alle nostre cellule cerebrali per ritornare come ricordo più o meno gradevole. Non ho voluto “creare” un’autobiografia, anche per un pudore che mi ha sempre trattenuto dal
mettere in pubblico i miei sentimenti. Ma, scrivi scrivi un pezzo dietro all’altro senza particolari scelte mi sono ritrovato una raccolta di racconti di tanti episodi vissuti
in ambiti e situazioni diversi. Hanno avuto una particolare evidenza anche per quantità quelli che sono nati dalle giornate passate con figlio tenendomelo al fianco da
quando ha potuto rincorrermi e accompagnarmi in tante avventure, e facendolo partecipe delle mie attività extralavorative. Spiccano le nostre “imprese” in terra di Maremma che dagli anni ‘60 è diventata la mia seconda patria e teatro delle nostre attività per terra e per mare. Un grazie particolare a Annalisa, mia carissima nipotina
che ha reso possibile la pubblicazione di questo libro e del precedente di poesie dialettali-bosine- uscito nel 2013 mentre mi faceva diventare bisnonno per la seconda
volta(per la prima ci aveva pensato la sorella Silvia!).
Spero che qualche giovane trovi materia su cui pensare, leggendo quello che si può
combinare per arrivare sani e salvi in vista dei Novant’anni pur avendo rispettato le
leggi di Dio e dell’Uomo.
Qui mi fermo .
ADM: Mercoledì, 6 luglio verrà presentato il suo libro presso la nostra Casa, sarà
occasione per rivolgerLe qualche domanda ed entrare così nel vivo della sua vita
piena ed avventurosa.
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Fondazione "la Residenza"
presenta
LA MIA VITA A
BOCCONCINI
raccolta di racconti
di
Antonio Golzi
seguirà rinfresco
mercoledì, 6 luglio 2016
ore 17
11
Fondazione la Residenza
Via Paolo Lazzari, 25 Malnate
Www.laresidenza.it
[email protected]
Chiediamo scusa per eventuali errori di battitura
Un po’ di cucina: spiedini di frutta!
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