Storia breve del Premio Venezia

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Note veneziane
Storia breve del Premio Venezia
Nel 2008 la prestigiosa manifestazione festeggia i suoi primi 25 anni
di Domenico Cardone*
N
el 2008 il Premio Venezia compivamente affinato nella difficoltà e nel reperrà un quarto di secolo di preziosa
torio da presentare. Le prove vengono porIl primo e secondo
esistenza. ll concorso pianistico
tate da 3 a 4: nella prima - denominata Seleha via via dimostrato negli anni una validità
zione – si richiede di presentare un brano a
classificato del 2007
sempre maggiore, centrando e irrobusten- si esibiranno il 9 febbraio scelta e uno studio virtuosistico scegliendodo le finalità per cui, nel 1983, era stato fonlo tra gli album romantici più complessi ma
al Centro Candiani,
dato: la lungimirante idea dell’allora presianche, ad esempio, quelli composti da Cain un concerto promosso sella o Ligeti; nella seconda prova denomidente degli Amici della Fenice Giorgio Mada Euterpe Venezia
nera di proporre una nobile gara tra i neonata Concerto dei Concorrenti, - aperta codiplomati con il massimo dei voti dei sette
melesuccessivealpubblico- i12ammessial
Conservatori statali veneti, premiandone i tre più meritevoli attraconcorso devono optare, con libera opzione, per una delle Sonate
verso un montepremi complessivo di 2.800.000 lire e 7 concerbeethoveniane e colmare la durata prevista per ciascuno, tra i 40’ e
ti, già nel 1986 si estendeva al Triveneto e grazie a un contributo
i 45’, con uno o più pezzi a piacimento scelti tra i maggiori dell’amdella Regione, da allora sempre riconfermato, e alla costante collabito romantico; segue poi la Cinquina dei Semifinalisti, che garegborazione del Teatro la Fenice, i premi potevano accrescersi sino
giano finalmente nella Sala grande del nostro prestigioso teatro
a 11.300.000 lire. L’anno successivo la «giuria tecnica», i cui compresentando un programma libero, tra i 30’ e i 35’, ma obbligatoponenti per espressa norma regolamentare non possono restare
riamente composto di un’opera dell’Ottocento e una del Novein carica per più di due anni consecutivi,
passava da 4 a 6 membri, mentre resterà confermata nel tempo la presenza –
prevista sin dall’istituzione del concorso – di un importante organo che le si
affianca – con un unico voto complessivorisultantedallamediaesattadeivoti
espressi –, composto, ancora a rotazione biennale, di «rappresentanti del pubblico» particolarmente competenti, denominato Giuria popolare degli Amici della Fenice. Quasi sempre, peraltro,
i giudizi tra le due giurie sono risultati allineati, anche se in qualche occasione la
Giuriapopolarehapotutodeterminare
L’edizione 2007
correzioni nell’ordine definitivo di graduatoria. Nel frattempo a dirigere l’associazione «Amici della Fenice» è pervenuta Barbara di Valmarana che farà del potenziamento del concento; i finalisti possono essere soltanto 2 anziché 3 e, dal 2000, al
corso, tra i molti eccezionali meriti acquisiti, uno degli impegni più
secondo classificato – che spesso equivale nella qualità al vincitore
caratterizzanti della sua Presidenza.
assoluto del Premio Venezia e se ne discosta, davvero, solo per un
Nel 1991 il concorso diviene nazionale e l’invito a iscriversi viesoffio – è assegnato il prestigioso premio intitolato ad Alfredo Cane esteso ai neodiplomati con il massimo dei voti anche in tutti gli
sella, istituito su desiderio della Fondazione Giorgio Cini. A magIstituti musicali pareggiati italiani. Ottiene da allora l’Alto Patrogiore impegno, sacrificio e fatica corrisponde, naturalmente, un
nato del Presidente della Repubblica e, ogni anno che passa, grazie
montepremi adeguato, giunto alla ragguardevole cifra di 62.000
alla straordinaria generosità dimostrata da innumerevoli sponsor
euro e incrementato di un numero assai considerevole di concerti;
quasi tutti privati, si arricchiscono sempre più, esponenzialmente,
in proposito si può ancora segnalare che, dal presente anno 2007,
i premi in denaro e in borsa di studio, le opportunità di tenere conla FondazioneTeatro La Fenicein accordo con la Prefettura diVecerti presso prestigiose istituzioni nazionali e internazionali, i sonezia offre al vincitore assoluto la possibilità di esibirsi con la prostegni e le segnalazioni promozionali. Tuttavia il Consiglio diAmpria Orchestra sotto la guida di un grande direttore, in occasione
ministrazione dell’associazione e la direzione del Teatro la Fenice
della Festa della Repubblica del 4 giugno. Lo spazio non consenstabiliscono di mantenere rigorosamente invariate le peculiarità e
te di citare alcun nome degli eminenti membri delle Giurie, dei lole finalità del concorso riservandone la partecipazione ai soli neoro Presidenti, e dei pianisti che affollano l’Albo d’oro del concorso:
diplomati, pianisti di giovanissima età - molti tra i vincitori e i «sequesti ultimi tuttavia figurano sempre più nella stampa nazionagnalati»sonoappenadiciottennienel2005trionfaaddiritturauna
le e internazionale, come vincitori - o nelle prime posizioni - di altri
precocissimatredicenne!-daaiutareinmodoconcretoesignificaimportanti concorsi di livello mondiale e, ciò che più conta, come
tivonei«primipassi»diunacarrieradifficile,incertaefaticosa.Dal
protagonisti di recital e concerti in sedi prestigiose.
2006 si provvede anzi a porre un limite di età massimo – 26 an* Segretario del Premio Venezia e responsabile Area Formazione,
ni – ai concorrenti. Il Regolamento del concorso viene progressiRicerca, Progetti innovativi della Fondazione Teatro la Fenice
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Note veneziane
Il Premio Venezia 2007
di Gian Paolo Minardi
L
o scorrere il volumetto che ripercorre i primi vent’anni del Premio Venezia è stata per me, che del premio sono stato partecipe quale membro della giuria
tecnica, con i consueti bienni sabbatici, dal 1988 fino a quest’ultima edizione, un’occasione sorprendente, nel senso di
ricompormi una prospettiva scorciata che ha reso riconoscibile la progressiva crescita del concorso; e non solo nei termini quantitativi dati dalla trasformazione di una rassegna
pianistica che dall’ambito ristretto del Veneto, quindi del Triveneto, si è estesa a tutti i diplomati nei Conservatori italiani, ma ancor più in termini qualitativi. Uno sguardo retrospettivo infatti che consente anche di cogliere la peculiarità
delle scelte, nel constatare come alcuni giovani pianisti usciti vincitori abbiano via via consolidato una posizione di sicura autorevolezza entro lo scenario sempre più affollato, spesso confuso, del concertismo, italiano e internazionale. Penso
innanzitutto a Filippo Gamba, vincitore nel 1990, (e pochi
anni dopo del prestigioso Concorso «Geza Anda» di Zurigo)
oggi uno degli interpreti più interessanti e più qualificati. Ma
poi spiccano i nomi di Olaf Laneri, di Maurizio Baglini, di
Roberto Proseda, di Andrea Bacchetti, di Alberto Nosé, di
Giuseppe Albanese e più prossimi a noi di Mariangela Vacatello e di Giuseppe Andaloro, fino alla giovanissima Eleonora Armellini, che dalla competizione veneziana hanno preso avvio per altri impegnativi cimenti conquistando riconoscimenti via via più prestigiosi: per ricordare solo Andaloro e
la Vacatello, primo e secondo premio al penultimo Concorso «Busoni». E proprio tale progressione qualitativa ha trovato ulteriore conferma in quest’ultima edizione il cui vincitore, Mirco Ceci, è uscito da un
confronto non poco impegnativo per la stessa commissione
che si è trovata a gestire la sequenza selettiva con crescente
imbarazzo; già la prima scelta
dei dodici pianisti da ammettere alla seconda prova si è rivelata infatti ardua per la preparazione, tecnica e musicale, dei
concorrenti. Lo sforzo del giudizio tanto più intenso, quindi,
nel cercare di individuare le potenzialità interpretative da una
prova di breve durata: e qui inevitabile l’inserirsi di quell’elemento di imprevedibilità insito
in ogni scelta, riscontrabile nelle storie di ogni concorso: sempre ricordato, come emblematico, il quarto posto di Alfred
Brendel a uno dei primi «Busoni» come pure il contrappasso della «scomparsa» dall’orizzonte concertistico di alcuni
vincitori di concorsi di assoluto
prestigio quali lo «Chopin» di
Varsavia o quello di Ginevra. Per dire, in ogni modo, come
l’edizione del Premio Venezia di quest’anno abbia mostrato
di aver messo a frutto un’immagine sempre più consolidata che escludeva l’occasionalità di certe partecipazioni di sapore dilettantesco come potevano cogliersi nelle prime edizioni. Aspetto sottolineato nel corso della cerimonia finale
dal presidente della giuria, Marcello Abbado il quale proprio
sulla scorta della sua lunghissima esperienza in tanti concorsi internazionali ha voluto dar risalto al fatto che anche nella cifra qualitativa sempre più determinata affiorata nel corso della selezione si respirasse un’aria comune a quella di tante celebrate competizioni a livello mondiale. La stessa concordia che ha regolato nel corso dell’intensa settimana il rapporto tra i membri della commissione «tecnica» e pure quello
con la giuria «popolare» mi solleva, nel tracciare queste brevi
note, dallo scrupolo del «segreto professionale». La vittoria
di Mirco Ceci è stata netta, nell’indicare una musicalità sottile quanto mirata, sorretta da un dominio della tastiera ammirevole e soprattutto da un controllo del suono che in certo qual modo «faceva la differenza». Credo che avremo altre
occasioni per ritrovare il nome di questo diciannovenne. Ma
non meno significative sono risultate le testimonianze degli altri quattro finalisti, considerate nella varietà di angolazioni illuminate lungo il percorso delle quattro prove: talento indiscutibile quello di Viviana Lasaracina, seconda classificata e vincitrice del «Premio Casella», che ha offerto un’interpretazione appassionata delle quattro Ballate chopiniane.
Come pure si era potuto apprezzare la sensibilità con cui Ilaria Loatelli è entrata nell’intimità del mondo schumanniano, inseguendo i fantasmi inquieti che percorrono l’ampia
Sonata in fa diesis minore e l’ultima
Novelletta. Schumann ha avuto
una presenza particolarmente viva nei programmi, segnale anche questo di una maturità, indispensabile per affrontare un autore che ancora molti
si ostinano banalmente a considerare «poco pianistico». Ricordo la sottigliezza fantastica
con cui Ceci ha eseguito la Sonata in sol minore, come pure la
ricchezza di moti svelata in una
magnifica esecuzione di Humoreske da Riccardo Schwartz,
terzo classificato, altro giovane
di sicuro avvenire per la solidità d’impianto e una capacità di
concentrazione rara. Senza trascurare, infine, l’approccio virtuosistico di Scipione Sangiovanni , premessa non poco accattivante per il lavoro di maturazione che il giovane potrà
Mirco Ceci
sviluppare.
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Note veneziane
La Scuola di musica «Ermanno Wolf-Ferrari»
A Venezia dal 2004, ecco le attività di un progetto variegato
S
u iniziativa della violinista Edda Pittan-Lazzarini,
già dall’anno scolastico 2006-2007 ha stipulato proprio con
è nel 2004 che nasce a Venezia la Scuola di Musica
la «Wolf-Ferrari» una convenzione comprendente lezioni
«E. Wolf-Ferrari». Sostenuta da un gruppo di valenti
di musica, sia pratiche che teoriche, nonché concerti.
professionisti, la scuola porta avanti la nobile intenzione di divulgare l’arte della musica attraverso un linguaggio che sia comprensibile a ogni livello di apprendimento,
senza limiti d’età.
E il nome della scuola, tutt’altro che lasciato alla scelta del caso,
mette in primo piano
l’intendimento di dar
lustro a quel compositore veneziano che
troppo spesso è stato inspiegabilmente
Ermanno Wolf-Ferrari
Carlo Lazari, violino; Anna Lazzarini, pianoforte
trascurato dalle associazioni culturali della città. Intendimento confermato e sottolineato anche dal nome scelto per il
Va poi senz’altro sottolineato anche il ruolo sociale che
complesso da camera, che accoglie i suoi musicisti sotto il
l’istituzione veneziana svolge nei confronti di ospizi, ospetitolo di «Quintetto Wolf-Ferrari».
dali e scuole, con manifestazioni musicali all’interno delScopo principale della scuola è quello di sviluppare senle quali a esibirsi sono giovanissimi allievi affiancati da arsibilità e interesse nei confronti della musica attraverso
tisti più affermati.
conoscenze teoriche e pratiche: partendo dalla fascia preProprio al Liceo «Marco Polo», con l’intento di avviciscolare, si rivolge forse con maggior slancio alla poponare i più giovani alla musica classica, la scuola offre agli
lazione studentesca, senstudenti e alla cittadinanza
za però dimenticare queuna vera e propria stagiogli adulti che, non avendo
Quintetto Wolf-Ferrari
ne di concerti promossa da
completato gli studi musiAndrea Ferrazzi, vice precali in età scolare, sono anCompostodamusicistivenezianiattividadecennisullascenamusicale
sidente della Provincia, incora desiderosi di dedicarinternazionale – Carlo Lazari, violino; Paola Carraro, violino; Mario Patitolata «I concerti del sasi alle note.
ladin, viola; Carlo Teodoro, violoncello; Anna Lazzarini, pianoforte –,
bato al Liceo “Marco PoLa «Wolf-Ferrari» intendebuttail17marzo2005alTeatroLaFenice,conletrascrizionieleelabolo”». Un percorso musicale
razioni della produzione di Ermanno Wolf-Ferrari a opera del maestro
de inoltre colmare quelche, tenuto dal «Quintetto
la pericolosa lacuna scoEzio Lazzarini. L’intento del gruppo è quello di far conoscere, riproporWolf-Ferrari», vede anche
lastica che sempre più sta
re e diffondere la musica del compositore veneziano.
interventi del prof. Franscavando la trasformazioNel luglio del 2006 il gruppo è stato inserito quale unica proposta mucesco Rizzoli atti a facilitane dei Conservatori in istisicale nella programmazione del XXXVIII Festival Internazionale del
re la comprensione del linTeatrodellaBiennalediVenezia«GozzieGoldonieuropei»,essendoamtuzioni universitarie. I raguaggio musicale.
gazzi saranno così prepapia parte della produzione di Wolf-Ferrari legata al teatro goldoniano.
Con la finalità di prerati ad accedere alla nuoEsattamente un anno fa, nel gennaio 2007, in occasione della messinparare il giovane pubbliva struttura con adeguate
scena della Vedova scaltra al Teatro La Fenice, assieme a Massimo Gaspaco all’ascolto dei concerron, regista dell’opera, il Quintetto è stato protagonista di una serata decompetenze e conoscenze
ti del sabato, inoltre, i dodicata proprio a Wolf-Ferrari.
delle materie musicali di
centi della scuola di musibase, richieste per un inParallelamente all’attività svolta in questi anni, due dei componenti
ca terranno un ciclo di leserimento adeguato.
hanno ritenuto di dar vita al «Duo Wolf-Ferrari»: composto dal violino
zioni di storia della musiEd è proprio per tale modi Carlo Lazari e dal pianoforte di Anna Lazzarini, il duo spazia in un reca rivolto, in orario scolapertorio che dal periodo classico arriva al Novecento. Avvalendosi deltivo che il Liceo Ginnasio
stico, agli studenti del liceo
l’opera di Ezio Lazzarini, include elaborazioni inedite di brani di Wolf«Marco Polo» di Venezia,
veneziano. (i.p.)
attuale sede della scuola,
Ferrari e Schubert.
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Note veneziane
La multiforme attività musicale
di Claudio Gasparoni
Tra le rassegne dirette, anche
«Musiche al tempo dei Dogi», che riparte a marzo
C
laudio Gasparoni – di cui si può
leggere una breve biografia nel
box poco sotto – da anni svolge
un’importante e generosa opera di divulgazione della musica antica e classica. E tra le tante modalità in cui questa divulgazione, si articola centralità assume la direzione artistica di manifestazioni di prim’ordine, tra le quali «I Concerti sulla Laguna», «Musiche
Il Maestro veneziano
porta a Gubbio la
Compagnia de Calza
«I Antichi» in uno
spettacolo intitolato
«Le cortigiane di
Marco Polo»
Paolo Veronese, Le nozze di Cana (1563)
al tempo dei Dogi», «Concerti al Castello» e «Gubbio Arte Medioevale», tutte rassegne che con l’anno
nuovo vedranno il loro atteso rifiorire.
«Per citare un paio
d’esempi fra questi», ci
spiega, «il festival “Musiche al tempo dei Dogi” è
una rassegna ideata al fine
di poter diffondere, riscoprire e rivisitare la musica
antica veneziana e veneta:
dal tempo di Marco Polo
fino alla caduta della Serenissima, infatti, la scuola veneziana è stata un faro per la cultura musicale di quell’epoca. Il 2008
lo vedrà muoversi in una
più ampia e ambiziosa programmazione, che coinvolgerà varie città storiche
del Veneto e della provincia di Venezia
al fine di poter riscoprire e rivalutare la
musica antica della nostra regione. Grazie anche ai contributi della Provincia,
si presenta come un progetto di grande
importanza culturale che partirà dal mese di marzo. Il festival di Gubbio invece
coinvolge annualmente nel periodo esti-
Claudio Gasparoni
Contrabbassista, violagambista, direttore e organizzatore di una serie
di consolidate rassegne musicali, Claudio Gasparoni consegue giovanissimo e con il massimo dei voti il magistero superiore di contrabbasso
presso il Conservatorio «Benedetto Marcello» di Venezia, perfezionandosi in seguito in musica da camera e in tecnica orchestrale. Vincitore di
vari concorsi nazionali e internazionali nella veste di contrabbassista, fa
parte dell’orchestra della Fenice per oltre un decennio, ricoprendo anche il ruolo di primo contrabbasso e partecipando a varie edizioni della Biennale Musica, collaborando con i più grandi tra solisti e direttori.
Collabora inoltre con il New York City Ballet e Il Balletto del XX secolo di Béjart. Da sempre interessato ai diversi linguaggi della musica contemporanea, partecipa a vari spettacoli con artisti quali Bregovic, Corea,
Battiato e con gli attori Bene, Albertazzi, Proclemer e con Carlo Simoni
nel monologo Il contrabbasso di Suskind, curandone inoltre la parte musicale. Lasciato il teatro per dedicarsi all’attività concertistica-cameristica, per molti anni Gasparoni fa parte dei Solisti Veneti, dei Virtuosi Italiani, dell’Accademia «I Filarmonici»… Oltre ai Cameristi di Venezia, ai
Solisti Barocchi, alla Camerata Antiqua, nel 1982 fonda il gruppo vocale-strumentale veneziano «I Musici della Serenissima», ambasciatori nel
mondo della musica antica veneziana e veneta.
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vo tra i più noti e affermati gruppi di musica medievale, che si riuniscono in
chiese, taverne, piazze, castelli, ecc. La programmazione prevista per il 2008
vedrà anche la collaborazione della Compagnia di
Calza “I Antichi”: con loro abbiamo infatti deciso
di portare uno spettacolo musicale che si intitolerà Le cortigiane di Marco Polo,
una festa-spettacolo veneziana in puro stile medievale. Tengo poi a sottolineare il fatto che i concerti
proposti sono tutti a entrata libera: amo la musica e
penso che debba essere alla portata di tutti». (i.p.)
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