LA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA NEI DISTURBI PERVASI DELLO SVILUPPO Dott.ssa Roberta Tartaglia [email protected] LA C.A.A. E L’AUTISMO Comunicazione Aumentativa e Alternativa La Comunicazione Aumentativa e Alternativa può essere definita come: ogni forma di comunicazione che sostituisce, integra, aumenta il linguaggio verbale orale; l’insieme di conoscenze, tecniche, strategie e tecnologie che facilitano e aumentano la comunicazione in persone che hanno difficoltà ad usare i più comuni canali comunicativi, soprattutto il linguaggio orale e la scrittura (*) (*) A. Rivarola - "Comunicazione Aumentativa e Alternativa". Centro Benedetta D'Intino Onlus, 2009 2 LA C.A.A. E L’AUTISMO SIS Comunicazione Aumentativa e Alternativa TE MA MU LT IM OD AL E Tradizionalmente utilizzata per supportare la comunicazione espressiva OUTPUT in persone con disturbo dello sviluppo. Di recente utilizzata come supporto per sostenere la comprensione. INPUT 3 LA C.A.A. E L’AUTISMO Comunicazione Aumentativa e Alternativa SISTEMA MULTIMODALE Il sistema multimodale corrisponde all’integrazione delle componenti verbali residue, alle componenti non verbali disponibili e di modalità aumentative. 4 LA C.A.A.: CARATTERISTICHE LINGUAGGIO VEBALE vs IMMAGINI: Messaggio uditivo • • Necessita di ritmi di elaborazione molto rapidi Svanisce prima di essere messo a fuoco Messaggio visivo • Permette alla persona di elaborare l’informazione con i propri tempi • Permane nel tempo LINGUAGGIO DEI SEGNI vs IMMAGINI: Pregi Difetti • Non sono compresi da tutti • Sono sempre a portata di mano • Necessitano di buona manualità • • Si basano su memoria prassica Non possono essere perduti o lasciati in giro • Spesso sbloccano le capacità comunicative • Sono transitori nello spazio 5 LA C.A.A.: I VANTAGGI I principali vantaggi riscontrati sul paziente autistico a seguito dell’utilizzo di una strategia basata sulla Comunicazione Aumentativa e Alternativa sono: • un migliore comprensione del proprio ambiente e delle aspettative insite in esso • un miglioramento delle abilità sociali • maggior controllo sull’ambiente • spesso si intravedono abilità cognitive e potenziali nascosti DSM V Devono essere soddisfatti i criteri A, B,C E D: A. Deficit persistente nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale B. Comportamenti e/o interessi attività ristretti e ripetitive C. I sintomi devono essere presenti nella prima infanzia D. L’insieme dei sintomi deve compromettere il funzionamento quotidiano 6 LA C.A.A.: I VANTAGGI BAMBINI CHE SVILUPPANO IL LINGUAGGIO VERBALE BAMBINI CHE NON SVILUPPANO IL LINGUAGGIO VERBALE DSM V Devono essere soddisfatti i criteri A, B,C E D: A. Deficit persistente nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale B. Comportamenti e/o interessi attività ristretti e ripetitive C. I sintomi devono essere presenti nella prima infanzia D. L’insieme dei sintomi deve compromettere il funzionamento quotidiano 7 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Partner comunicativo non verbale: errori e rimedi I principali errori in cui si incorre comunicando con un partner non verbale sono: • fare domanda e risposta • non rispettare il turno • dare per scontato di sapere cosa vuole il bambino • fare domande di cui si conosce la risposta •non comunicare al livello di comprensione del bambino 8 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Partner comunicativo non verbale: errori e rimedi … cosa si può fare? MODIFICARE LO STILE COMUNICATIVO ADOTTARE STRATEGIE COMUNICATIVE ADEGUATE LAVORARE SUL POTERE DELLA COMUNICAZIONE COMUNICAZIONE AUMENTATIVA E ALTERNATIVA 9 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO SCOPO DELL’INTERVENTO INIZIALE Trasmettere, nei fatti, al bambino (sia non verbale che verbale) il “potere della comunicazione”. Ricettivo Quando vedi un oggetto, stai per usarlo, puoi sapere cosa farai prestano attenzione a me. Espressivo Fra te e l’oggetto ci sono io. Tu puoi fare qualcosa per “attivarmi” e otterrai ciò che desideri. 10 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Il potere della comunicazione Espressivo • • Ad ogni gesto (porgere il bicchiere, indicare, dare un immagine, ecc.) avrà da noi ciò che desidera Tale gesto è utile a soddisfare alcuni specifici bisogni comunicativi NB: è fondamentale dare sempre conseguenza alle comunicazioni! BISOGNO RELAZIONE COMUNICATIVA EFFICACE COMUNICAZIONE GESTO 11 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Dopo aver definito azione e strumento, si passerà alla comunicazione. Prima di fare ciò è importante tenere in considerazione che la comunicazione è soprattutto uno scambio. Ossia: IL BAMBINO PARTNER dovrebbe: bisogna che capisca: • l’azione che deve compiere • la conseguenza a quell’azione • • • essere molto veloci nel dare conseguenza al gesto ripetere molte volte per chiarire il legame causaeffetto variare gli oggetti da richiedere 12 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Le opportunità di comunicazione Il solo vero prerequisito per intraprendere un intervento di CAA è la presenza di reali opportunità di comunicazione (Mirenda P., 1990)… …Tuttavia, è notevolmente diffusa la convinzione che un intervento di CAA non possa essere iniziato fino a quando non vengono raggiunti determinati livelli di funzionamento cognitivo, di abilità simboliche, di linguaggio ricettivo e di abilità sociali. È CERTAMENTE INUTILI CONCENTRARSI SULL’INSEGNAMENTO DI ALCUNE ABILITÀ DI BASE, E ANCOR MENO DI FORME SIMBOLICHE DI COMUNICAZIONE, SE L’AMBIENTE È PRIVO DI OPPORTUNITÀ DI INTERAZIONE E NON È IN GRADO DI STIMOLARE LO SVILUPPO. (Rivarola A., Principi e pratica in CAA, Milano, 2005, ) 13 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Le opportunità di comunicazione La SCELTA dà la possibilità al bambino di influenzare l’ambiente. La responsabilità della comunicazione si sposta dalle persone che non parlano a chi le circonda 14 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO La scelta: aiuta ad instaurare una relazione rende la persona più propensa a prestare attenzione incoraggia la partecipazione attiva (anche in soggetti meno abili) è altamente motivante alla comunicazione offre un rinforzo immediato diminuisce i comportamenti problematici legati all’impotenza 15 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Alcuni esempi per scegliere (1/4): esempio fratta oggetto reale 16 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Alcuni esempi per scegliere (2/4): esempio foto 17 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Alcuni esempi per scegliere (3/4): esempio foto 18 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Alcuni esempi per scegliere (4/4): esempio scelta fra parole scritte 19 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO SCOPO DELL’INTERVENTO INIZIALE Costruire le basi per uno sviluppo di una comunicazione simbolico - intenzionale AUMENTARE LE OPPORTUNITÀ: • proporre scelte • utilizzare pause • creare bisogni e possibilità di eseguire richieste • creare opportunità per l’interazione (contesti e situazioni) 20 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO COMUNICAZIONE A DUE VIE INPUT Dà alle persone informazioni riguardanti la loro vita Li prepara a ciò che accadrà o a ciò che non accadrà Riduce l’ansia che, soprattutto nei momenti di cambiamento, deriva dagli imprevisti Li aiuta a comprendere che qualcosa è completato o finito Supporta la comunicazione e la conversazione 21 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO COMUNICAZIONE A DUE VIE INPUT • DARE INFORMAZIONI - COME? - DOVE? - QUANDO? - PERCHÈ? 22 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO COMUNICAZIONE A DUE VIE INPUT • DARE INFORMAZIONI - COME? - DOVE? - QUANDO? - PERCHÈ? 23 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO COMUNICAZIONE A DUE VIE PRIMA - DOPO INPUT VARIAZIONI 24 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO COMUNICAZIONE A DUE VIE INPUT • REGOLARE I COMPORTAMENTI • PREPARARE A NUOVE SITUAZIONI 25 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO COMUNICAZIONE A DUE VIE INPUT • SVILUPPARE LE AUTONOMIE 26 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO COMUNICAZIONE A DUE VIE INPUT • INSEGNARE NUOVE ABILITÀ • SVILUPPARE LE AUTONOMIE 27 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO COMUNICAZIONE A DUE VIE INPUT • REGOLE DI COMPORTAMENTO Le regole definiscono cose da fare Comunicano chiaramente cosa non fare Ricordano alla persona come comportarsi Aiutano a comprendere quale comportamento ci si aspetta da loro 28 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO COMUNICAZIONE A DUE VIE INPUT 29 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO COMUNICAZIONE A DUE VIE INPUT • INSEGNARE NUOVE ABILITÀ • SVILUPPARE LE AUTONOMIE • REGOLE DI COMPORTAMENTO 30 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO COMUNICAZIONE A DUE VIE INPUT • DOMANDE 31 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO COMUNICAZIONE A DUE OUTPUT • Esercitare forme di azione e controllo sull’ambiente e sulle persone • Vedere riconosciuti bisogni e desideri • Accrescere le occasioni di interazione socializzazione • SCEGLIERE • RIFIUTARE • RICHIEDERE • ESPRIMERE UN BISOGNO O UNO STATO D’ANIMO • PER RACCONTARE… 32 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO COMUNICAZIONE A DUE OUTPUT • SCEGLIERE 33 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO COMUNICAZIONE A DUE OUTPUT • RIFIUTARE 34 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO COMUNICAZIONE A DUE OUTPUT • ESPRIMERE UN BISOGNO • ESPRIMERE UNO STATO D’ANIMO • PER RACCONTARE… 35 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO COMUNICAZIONE A DUE OUTPUT 36 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO COMUNICAZIONE A DUE Occorrerà quindi selezionare gli strumenti più adeguati alla capacità di rappresentazione del bambino, selezionando tra: • oggetti reali (o parte di esso) OUTPUT • foto • disegni • pittogrammi colorati, in bianco e nero • scritte INPUT 37 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO • • Il linguaggio si sviluppa; la CAA deve essere appresa (Smith, 2006) Egli impara a utilizzare gli strumenti visivi attraverso il modellamento NON DEVE DIVENTARE ESERCIZIO! creare significato ai simboli e la loro valenza comunicativa 38 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO COMUNICAZIONE A DUE Modellamento: Durante la conversazione spontanea il partner OUTPUT comunicativo: • utilizza i supporti di CAA INPUT • ribadisce la parte del discorso mancante. INPUT La tabella di comunicazione come strumento a 2 vie 39 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO L’attenzione è rivolta: al significato all'aspetto comunicativo e non alla morfo-sintassi Pur trascurando alcuni elementi della sintassi l’aspetto comunicativo non ne risente. 40 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO L’attenzione è rivolta: al significato all'aspetto comunicativo e non alla morfo-sintassi 41 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Pur trascurando alcuni elementi della sintassi l’aspetto comunicativo non ne risente. 42 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Pur trascurando alcuni elementi della sintassi l’aspetto comunicativo non ne risente. 43 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO L’elemento fondamentale per la selezione dello strumento visivo più adatto è la capacità di astrazione del soggetto autistico e la complessità dello strumento/ supporti offerti (INPUT/OUTPUT). … il desiderio di comunicare aumenterà COMPLESSITÀ … la volontà di comunicare diminuisce FORMATI ADEGUATI AL LIVELLO DI RAPPRESENTAZIONE DEL BAMBINO 44 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO La strategia comunicativa: da dove iniziare La strategia comunicativa si compone di due fasi principali, che possono essere rappresentate come segue: Individuazione di: Valutazione di: 1. BISOGNI 2. INTERESSI 3. COMPETENZE Nella prima fase occorre individuare: 1. i bisogni comunicativi del bambino: cosa lo motiva? 2. gli interessi, le attività, giochi o il cibo maggiormente gradito: cosa gli piace? 3. le competenze e le modalità comunicative già possedute: cosa sa fare? SUPPORTI ADEGUATI AZIONE E MODALITA’ COMUNICATIVE Nella seconda fase occorre valutare: 1.quale è lo strumento visivo più adatto 2.quale è l’azione e la modalità* comunicative *SISTEMA MULTIMODALE 45 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Al fine di decidere quale è l’azione, occorre osservare: Quali sono le modalità comunicative corrette del bambino: 1. 2. • Indica? • Sceglie? • Scarta? • Porge? COMPORTAMENTI PROBLEMA Quali sono le modalità comunicative scorrette Per incentivare una azione piuttosto che un’altra è importante: evolvere le modalità comunicative adeguate e intervenire su quelle inadeguate. 46 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Relazione tra comunicazione e problemi di comportamento • Spesso i comunicatori iniziali utilizzano comportamenti non simbolici che creano problemi a coloro con cui vivono (attacchi d'ira, aggressioni, urla, comportamenti autoaggressivi, ecc.) • La maggior parte di questi comportamenti possono esser interpretati come comunicativi e trattati come tali (Donnellan et al., 1984; Durand, 1990; Reichle e Wacker, 1993, Carr et al., 1994) • 3 principi sono comuni agli interventi di comunicazione non simbolica e simbolica rispetto ai comportamenti problema: 1– Principio dell'equivalenza funzionale 2– Principio dell'efficienza e dell'efficacia della risposta 3– Principio del buon adattamento 47 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Relazione tra comunicazione e problemi di comportamento 1• Principio dell'equivalenza funzionale: insegnare alla persona che un comportamento alternativo che abbia la stessa funzione del comportamento problema Occorre eseguire un'approfondita analisi della funzione dei comportamento oggetto (Functional Behavior Assessment) 2• Principio dell'efficienza e dell'efficacia della risposta: le persone comunicano nella maniera più efficiente ed efficace possibile in un certo momento Il comportamento alternativo deve essere altrettanto facile ed efficace nell'ottenere il comportamento desiderato 3• Principio del buon adattamento: La risposta più appropriata al comportamento problema è creare un miglior "adattamento" tra persona e ambiente Occorre eseguire un'approfondita analisi della funzione dei comportamento oggetto (FBA) e, conseguentemente, una modifica di alcuni aspetti di contesto 48 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Relazione tra comunicazione e problemi di comportamento E' determinate offrire opportunità di comunicazione e di controllo all'interno di attività significative e ambienti interattivi 49 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Partecipazione/ interazione sociale Valutazione e intervento Modello di Partecipazione Beukelman & Mirenda 2013 Opportunità Accesso c’è qualcuno con cui parlare? qualcosa di cui parlare? c’è un facilitatore? interventi per oggi e per domani Valutazione c’è un modo per comunicare? RILEVAZIONE DELLA PARTECIPAZIONE LIVELLO DI INDIPENDENZA BARRIERE DI OPPORTUNITÀ BARRIERE DI ACCESSO 50 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Quali sono gli elementi da osservare Perseverare nella comunicazione Creare spontaneità Il gesto di indicare Indicare un’immagine TABELLA COMUNICATIVA Richiamare l’attenzione Triangolazione dello sguardo 51 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Il gesto di indicare Bisognerà: 1. individuare un oggetto gradito alla persona 2. posizionare l’oggetto “visibile ma non raggiungibile” 3. quando il soggetto allunga la mano per prendere l’oggetto, dare significato comunicativo al gesto e consegnare immediatamente l’oggetto “richiesto” 4. aiutare con la ripetizione a comprendere il significato comunicativo del gesto 5. aiutare a segmentare il dito 52 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Indicare un’immagine In questa fase bisognerà: 1. 2. 3. posizionare di fronte al soggetto l’immagine dell’oggetto (o dell’azione) che sappiamo essere desiderato in quel momento aiutare il soggetto a indicare (o all’inizio anche solo toccare) l’immagine e dare immediatamente l’oggetto rappresentato (verbalizzando il nome dell’oggetto o una frase minima es. “Palla !” o “Ecco la palla !”) dopo varie volte eliminare gradualmente l’aiuto fornito e aspettare 53 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Triangolazione dello sguardo 1. attendere qualche secondo prima di dare l’oggetto 2. molto probabilmente il soggetto, stupito della rottura della routine, guarderà l’adulto per vedere cosa sta facendo e immediatamente dopo riguarderà l’oggetto gradito nella speranza che questo venga preso 3. ripetere l’operazione varie volte 54 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Richiamare l’attenzione In questa fase bisognerà: 1. 2. 3. 4. creare volontariamente una situazione in cui il soggetto ha bisogno dell’adulto. aiutare il bambino a richiamare l’attenzione dell’adulto, ad esempio: attraverso l’emissione di un suono, toccandogli una spalla, tirandogli la giacca, ecc. dare immediatamente attenzione al soggetto ripetere l’operazione varie volte diminuendo l’aiuto e aiutandolo a perfezionare l’azione 55 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO “Creare” spontaneità Per “creare” spontaneità è importante: 1. 2. 3. 4. essere sicuri che il soggetto abbia interiorizzato il “potere” della comunicazione prevedere un ambiente strutturato in maniera tale da stimolare la comunicazione (e fornire occasioni per la comunicazione) che non sia tutto raggiungibile e perfetto fare in modo che il soggetto abbia modo di insistere nella comunicazione e riparare i fallimenti comunicativi 56 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Perseverare nella comunicazione (e riparare ai fallimenti) In questa fase bisognerà: 1. 2. 3. 4. utilizzare attività favorite o molto motivanti richiedere un aumento nell’uso di segnali chiari prima di rispondere, e contemporaneamente riconoscere (in maniera verbale o non) che si è compreso che la persona ha cercato di comunicare qualcosa sostenere ogni tentativo di perseverare, non mostrare stizza, non allontanarsi … richiedere che la persona cerchi di ottenere chiaramente l’attenzione dell’interlocutore GESTIRE LA PERSISTENZA !!! 57 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Costruire una tabella comunicativa Se il soggetto è in grado di richiedere spontaneamente un oggetto o un’azione, bisogna: • aumentare il numero di oggetti o azioni da richiedere • generalizzare le immagini in altri luoghi di vita La tabella sarà individualizzata per: • dimensione delle immagini • livello di astrazione • materiali usati • distanza tra le immagini Il linguaggio e il vocabolario sono dinamici e devono modificarsi con il cambiare dei bisogni comunicative del bambino. • numero di immagini 58 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO La tabella comunicativa – cosa ricordare: • • • • La tabella deve essere costruita sulle esigenze comunicative del soggetto e non con i simboli di ciò che si desidera che il soggetto comunichi I simboli vanno inseriti sulla tabella con il bambino nel momento stesso in cui sorge il bisogno comunicativo e dimostrandone contestualmente l’efficacia La tabella deve essere utilizzata esclusivamente a scopi comunicativi Attraverso il modellamento è possibile ampliare l’utilizzo dei simboli, facendo attenzione alla reale comprensione del bambino. 59 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Strumenti a bassa tecnologia con uscita in voce • VOCA • ALBUM DI FOTO PARLANTI • STRUMENTI A PIU’ CELLE Super talker Talking album Bigmack Smart 128 60 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Strumenti a bassa tecnologia Vantaggi I principali vantaggi connessi all’utilizzo di ausili a bassa tecnologia sono: • effetto rinforzante e motivante • partecipazione attiva • possibilità di essere uditi a distanza • più facilmente catturano l’attenzione dei coetanei • poco costosi • facili da utilizzare 61 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Strumenti a bassa tecnologia Svantaggi I principali svantaggi connessi all’utilizzo di ausili a bassa tecnologia sono: • alcune persone sono sovra-stimolate e continuano ad azionare il dispositivo in modo ripetitivo e con conseguente scarsa partecipazione all’attività • altre persone reagiscono con fastidio … E’ POSSIBILE COMBINARE GLI STRUMENTI SENZA TECNOLOGIA CON QUELLI A BASSA TECNOLOGIA 62 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Strumenti ad alta tecnologia • • • L’organizzazione del lessico Il fatto che esistano altri simboli che non sono immediatamente visibili ma che sono comunque accessibili La sequenza corretta di selezione per accedere al lessico necessario XL tablet XL tablet plus 63 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Strumenti ad alta tecnologia Utilizzare la tastiera come ausilio per la C.A.A. Tavole tecnologiche con lettere in ordine alfabetico o nel formato tradizionale QWERTY con uscita in voce Allora Neo 64 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Altri strumenti: le tabelle a tema Scelta una determinata attività o gioco, l’interazione con il bambino o tra i bambini può continuare attraverso la strutturazione di tabelle che contengono i simboli necessari alla strutturazione e conduzione del gioco stesso. 65 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO L’organizzazione del tempo e dello spazio con supporti visivi Il quaderno dei resti Un ulteriore strumento di supporto alla comunicazione è rappresentato dal quaderno dei resti è una forma di diario che raccoglie in un quaderno i "resti“ delle esperienze significative che il bambino vive. 66 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO L’organizzazione del tempo e dello spazio con supporti visivi Il quaderno dei resti I "resti" possono essere oggetti concreti o parti di essi, fotografie, e quanto possa essere utilizzato dal bambino per raccontare ciò che ha vissuto. Il quaderno fornisce all’interlocutore argomenti ed elementi che possono arricchire il bagaglio lessicale e l’intenzionalità comunicativa del bambino. 67 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO L’organizzazione del tempo e dello spazio con supporti visivi Il quaderno dei resti 68 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO L’organizzazione del tempo e dello spazio con supporti visivi Il quaderno dei resti 69 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO LA DIDATTICA 70 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO LA DIDATTICA 71 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO LA DIDATTICA 72 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO LA DIDATTICA: ● Etichettatura Letto - scrittura Esporre il bambino alla parola scritta: il consiglio è di etichettare, ad Es. in camera sua: cassetti (calze, maglie, ecc.); tavolo, letto…. Facendogli notare che ogni cosa si dice e si scrive ● Vocali ● Parole che iniziano con…(metafonologia) ● sillabe 73 O MA PA PÀ LA VALUTAZIONE LOGOPEDICA DEL LINGUAGGIO E DELLA COMUNICAZIONE NEI ASD Competenze pragmatiche • Atti linguistici • Abilità conversazionali • Regolazione del discorso • Inferenze Teoria della mente • Abilità narrative • Comunicazione referenziale 77 LA VALUTAZIONE LOGOPEDICA DEL LINGUAGGIO E DELLA COMUNICAZIONE NEI ASD Competenze pragmatiche - Sono le funzioni che il messaggio può assumere - Capacità di cogliere il significato di • Atti linguistici un messaggio risolvendone l’ambiguità - Saper riconoscere che dietro ad un determinato enunciato si cela una richiesta particolare - Linguaggio metaforico 78 LA VALUTAZIONE LOGOPEDICA DEL LINGUAGGIO E DELLA COMUNICAZIONE NEI ASD Competenze pragmatiche - Capacità di adattare il proprio stile di comunicazione in funzione di • Codice linguistico e registro conversazionale caratteristiche dell’ascoltatore (età, stato sociale, rapporto, abilità linguistiche, contesto) - Forme di cortesia 79 LA VALUTAZIONE LOGOPEDICA DEL LINGUAGGIO E DELLA COMUNICAZIONE NEI ASD Competenze pragmatiche - Iniziare il discorso • Abilità conversazionali e di regolazione del discorso - Rispondere - Mantenere o variare l’argomento - Turni - Ripetizioni e riformulazioni 80 LA VALUTAZIONE LOGOPEDICA DEL LINGUAGGIO E DELLA COMUNICAZIONE NEI ASD Competenze pragmatiche - Espressioni idiomatiche • Inferenze - Proverbi - Richieste indirette Integra le informazioni acquisite con altre pescate dal proprio vissuto di conoscenza ed esperienza 81 LA VALUTAZIONE LOGOPEDICA DEL LINGUAGGIO E DELLA COMUNICAZIONE NEI ASD Competenze pragmatiche - Formulare messaggi nel modo più • Comunicazione referenziale chiaro possibile. - Riconoscere quando messaggi ricevuti non sono chiari e occorre adottare strategie atte a risolvere l’ambiguità 82 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO IL RACCONTO AUTOBIOGRAFICO 83 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO ABILITÀ CONVERSAZIONALI Offrire supporti visivi relativi alle regole da rispettare: • Interrompere Carol Gray, ”Conversazione a fumetti” Armando Editore 84 L'INTERVENTO RIABILITATIVO DELLA COMUNICAZIONE ABILITÀ CONVERSAZIONALI Offrire supporti visivi relativi alle regole da rispettare: • Interrompere • Pensieri 85 L'INTERVENTO RIABILITATIVO DELLA COMUNICAZIONE ABILITÀ CONVERSAZIONALI Offrire supporti visivi relativi alle regole da rispettare: • Interrompere • Pensieri • Ascoltare 86 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO Sistemi di comunicazione in OUTPUT Picture Exchange Communication System Il sistema di comunicazione basato sullo scambio di immagini (PECS) fu sviluppato nel 1985 come unico programma di training in comunicazione aumentativa alternativa che insegna l’iniziativa comunicativa a bambini e adulti con autismo o altre patologie della comunicazione. • Approccio comportamentista • Basato sullo scambio • Preferenze del bambino (cibo e giocattoli) • Suggerimento fisico, non verbale (fase iniziale con due operatori) 87 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO PECS Picture Exchange Communication System Il PECS si articola in sei fasi, che mirano a rendere il bambino capace di: • imparare lo scambio delle immagini; • avviare comunicazioni spontanee e trovare attivamente qualcuno a cui dare il simbolo come richiesta; • discriminare tra diversi simboli e apprendere nomi, attributi e verbi; • usa un quaderno di comunicazione e costruire frasi semplici sia di richiesta che di comportamento. 88 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO PECS PUNTI DI FORZA • Specifico per l’intervento nella comunicazione per l’autismo • Sostiene la comunicazione per frasi • Permette di di visualizzare l’atto comunicativo della richiesta e della richiesta di attenzione PUNTI DI DEBOLEZZA • Funzioni comunicative ristrette • Non considera il livello di attribuzione del significato • Sostiene prevalentemente la comunicazione in uscita • Può estinguere la forma comunicativa gestuale • Richiede la riproduzione delle strutture linguistiche anche nei bambini non verbali 89 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO IN-BOOK Centro Sovrazonale della Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale maggiore Policlinico Milano Elemento importante del modello di intervento del CSCA sono gli IN-Book, libri illustrati con il testo completamente tradotto in simboli. Sviluppati negli ultimi 15 anni proprio dall’esperienza del CSCA. IN-Book hanno come obiettivo sostenere la comprensione linguistica dei bambini con i disturbi di comunicazione più complessi. Utilizzo didattico: l’acquisizione dell’italiano come seconda lingua nei bambini di origine straniera e più in generale nell’ambito dei disturbi del linguaggio. 90 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO IN-BOOK PREREQUISITI La partecipazione ad alcuni incontri informativi e formativi (introduzione alla CAA, Laboratorio “Libri su Misura”) è attualmente considerata “prerequisito” per poter accedere alla fase attiva dell’intervento per genitori, insegnanti ed operatori specialistici • Alla famiglia, all’equipe multidisciplinare e agli insegnanti è richiesto di partecipare insieme alla formazione, in modo da condividere fin da subito le informazioni necessarie • La parte pratica della formazione aiuta anche a “sperimentare” un lavoro insieme, ed una modalità partecipata di intervento, indispensabili per l’intervento attivo successivo 91 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO IN-BOOK 92 LA COMUNICAZIONE VISIVA NELL’AUTISMO WLS SYMWRITER PCS 93 PRECONCETTI ALL’INTERVENTO DI C.A.A. A. Va messo in atto solo dopo aver provato tutto il resto B. È solo per chi non parlerà mai C. Impedisce lo sviluppo del linguaggio verbale D.Richiede un certo livello cognitivo E. Non si può usare nei disturbi primari della comunicazione F. Serve solo in uscita G.Non è adatto se ci sono problemi di comportamento A. Va messo in atto il più precocemente possibile B. È per chiunque abbia bisogni comunicativi C. Accelera lo sviluppo linguistico D. Sostiene lo sviluppo cognitivo E. È fondamentale nei disturbi primari della comunicazione F. Sostiene la comprensione G.Migliora i problemi di comportamento 94 APP PER LA COMUNICAZIONE 95 APP PER LA COMUNICAZIONE OUTPUT INPUT • Prevedono l’uscita in voce • Vengono utilizzate dall’adulto • Permettono la costruzione della frase • Consentono la personalizzazione • Consentono la combinazione di carte in sequenza • Organizzano le immagini in categorie • Permettono la personalizzazione • Hanno costi molto variabili • Hanno costi variabili (in media più bassi) • Permettono l’utilizzo di tutti i formati bidimensionali • Permettono l’utilizzo di tutti i formati bidimensionali • Difficoltà motorie • Difficoltà di reperimento delle immagini • Uso stereotipato dello strumento • Fragilità del device LIMITI 96 I Disturbi dello Spettro Autistico, Montuschi 16/10/2015 I Disturbi dello Spettro Autistico, Montuschi 16/10/2015 App per la comunicazione APP PER LAper COMUNICAZIONE App la comunicazione in INPUT in INPUT Per la in OUTPUT Percomunicazione la comunicazione in OUTPUT OUTPUT Comunicatore omunicatore Per la comunicazioneINPUT Per la comunicazione Per le agendePer le agende di comunicazione TabelleTabelle di comunicazione a comunicazione in OUTPUT Per la comunicazione in OUTPUT LetMeTalk LetMeTalk SoundingBoard SoundingBoard Immaginario Immaginario App per comu Applaper la in INPUT in INPUT Niky Agenda Niky Ag Vengono utilizzate d Vengono utiliz Hanno la funzione di Hanno la funz Permettono la persola Permettono I Disturbi dello Spettro Autistico, Montuschi 16/10/2015 Consentono la combl Consentono sequenza sequenza LetMeTalkLetMeTalk Pecs III Pecs III Hanno costi variabili Hanno costi v I Disturbi dello Spettro Autistico, Montuschi 16/10/2015 I Disturbi dello Spettro Autistico, Montuschi 16/10/201 Permettono Permettono l’utilizzol’ bidimensiona bidimensionali atoreComunicatore Tabelle di comunicazione Tabelle di comunicazione I Disturbi dello Spettro Autistico, Montuschi 16/10/2015 I Disturbi dello Spettro Autistico, Montuschi I Disturbi dello Spettro Autistico, Montuschi 16/10/2015 16/10/2015 I Disturb I Disturbi dello 97 Spettro GRAZIE.