DIODI RADDRIZZATORI (detti anche RETTIFICATORI) Il diodo è un componente elettronico passivo non lineare a due terminali (bipolo), la cui funzione ideale è quella di permettere il flusso di corrente elettrica in una direzione e di bloccarla nell'altra, la qual cosa viene realizzata ponendo dei vincoli alla libertà di movimento e di direzione dei portatori di carica. Il simbolo circuitale del diodo esprime chiaramente questa funzione: il triangolo indica la direzione in cui può scorrere la corrente Il suo segno grafico è il seguente: Il CATODO in pratica viene identificato sul corpo del diodo con una striscia nera su corpo chiaro o viceversa. Datasheet 1N4004 Quando conduce, cioè è in polarizzazione diretta, il terminale ANODO è a potenziale elettrico più positivo del CATODO di almeno 0,6V. L'andamento della corrente che scorre in un diodo in funzione della tensione è del tipo: Si osserva che per tensioni inferiori a 0,6V la corrente è praticamente nulla mentre diventa molto alta (dell'ordine di A) quando la tensione fra anodo e catodo raggiunge e supera gli 0,8V. È da ritenere che la tensione massima di un diodo al silicio in conduzione non possa mai superare gli 0,8 ÷ 1 V altrimenti la giunzione si fonderebbe per l'eccessiva corrente. Sfruttando la caratteristica del diodo si può raddrizzare la tensione alternata fornita da un qualsiasi generatore sinusoidale. I raddrizzatori sono usati negli alimentatori pertanto il generatore in pratica sarà sostituito dal trasformatore di alimentazione. Tramite i diodi raddrizzatori si realizzano I CIRCUITI RADDRIZZATORI che da una grandezza alternata (valor medio nullo) forniscono una corrispondente grandezza unidirezionale (valor medio ≠ 0). Nel caso di potenza si usa la tensione di rete, che è una sinusoide, con tensione modificata (in genere ridotta) tramite un Trasformatore RADDRIZZATORE AD UNA SEMIONDA La forma d'onda dell'alternata al secondario del Trasformatore sarà: Un'alternata sappiamo essere caratterizzata da alcuni parametri fondamentali: Vp o VM è il valor di picco o massimo Valore efficace (RMS in inglese) pari a circa il 71% del valore massimo Vp. Veff = Vp / √2 da cui Vp = Veff √ 2 √2 = 1,41 circa Da ricordare che quando si parla di alternata senza specificare altro si intende sempre valore efficace; 230V di linea è efficace, 24V al secondario di un trasformatore è efficace; il periodo T (il tempo che impiega a compiere un intero ciclo) che si misura anche con l'oscilloscopio e mediante il quale si può risalire alla frequenza f (quanti cicli al secondo compie l'alternata) pertanto f = 1/T. Se rappresentiamo la Vo ai capi della R dopo il diodo avremo: Come si può osservare il diodo conduce solo per le semionde positive, cioè quando l'anodo è più positivo del catodo. Si eliminano, si tagliano, le semionde negative ottenendo una tensione unipolare (solo positiva in questo caso) anche se pulsante. Come si osserva la tensione Vo d'uscita non è perfettamente costante come una vera tensione continua, ma assume un andamento ondulatorio e cioè è come se si avesse una Vo(AV) tensione d'uscita media, con sovrapposto una tensione alternata che prende il nome di RESIDUO DI ALTERNATA o ONDULAZIONE o tensione di RIPPLE (in inglese) che a tutti gli effetti è un disturbo Per conoscere quanto vale questo disturbo si definisce il fattore di ripple r = Vr(RMS) / Vo(AV) spesso lo si da in %: r% = 100 Vr(RMS) / Vo(AV) Tanto più piccolo è r e tanto minore è il disturbo dovuto al ripple è cioè ci si avvicina di più ad una vera continua.. Se r = 0, allora Vr = 0 e si ha una perfetta continua (disturbo nullo) Il fattore di ripple pertanto ci da l'idea di quanto sia efficiente o no il raddrizzatore. Facendo i calcoli si trova r = 1,21 = 121% il ripple è del 121% (il 21% più grande della continua !!!). Dunque l’efficienza del circuito è molto scarsa Oltre a questo, i raddrizzatori a una semionda in pratica danno parecchi altri problemi: La corrente continua passa nel secondario del trasformatore producendo effetti indesiderati molto gravi se risulta elevata Il trasformatore deve avere una potenza molto più elevata rispetto a quella fornita al carico, diventando inutilmente “grosso” e costoso La Vo(AV) è troppo piccola rispetto alla Vop Tranne che per applicazioni sui segnali, nel caso di potenza in pratica si usano quasi sempre i raddrizzatori a doppia semionda, detti anche a onda intera: RADDRIZZATORE A DOPPIA SEMIONDA Si può realizzare secondo due schemi: CON TRASFORMATORE A PRESA CENTRALE A PONTE (DI GRAETZ) Il primo schema richiede solo due diodi, ma un trasformatore con due secondari e oltretutto di potenza maggiore rispetto a quello a ponte. Poiché il ponte lo si trova già integrato a basso costo, quello a ponte è più economico e di gran lunga il più usato. In entrambi gli schemi le considerazioni fatte sulla Vo restano le stesse (a parte il fatto che per il primo schema Vop = Vgp – VD) , cambiano invece le caratteristiche di T1 e dei diodi Per il CIRCUITO A PONTE Facendo i calcoli si trova: Sul carico VD è la tensione ai capi del diodo in conduzione (0,7 – 1) V Vop = Vgp – 2 VD Circuito a Ponte Vo(AV) = 2 Vop / π = 0,64 Vop Vo(RMS) = Vop / √2 = 1,11 Vo(AV) Io(AV) = Vo(AV) / RL Tensione media o valore della Tensione continua Tensione efficace in uscita Corrente continua assorbita dal carico RL Io(RMS) = Vo(RMS) / RL = 1,11 Io(AV) Corrente efficace di uscita Po = Vo Io Potenza media fornita al carico r = 48,2% Sul Diodo ID (AV) = Io(AV) / 2 corrente media ID(FRM) = π Io(AV) / 2 = 1,57 Io(AV) corrente diretta ripetitiva massima ID(RMS) = π Io(AV) / 2 = 0,79 Io(AV) valor efficace della corrente VD(RRM) = Vgp -Vd = √2 Vg(RMS) -Vd tensione inversa ripetitiva massima sul diodo Sul Trasformatore Vgp = π/2 Vo(AV) + 2VD = 1,57 Vo(AV) + 2VD Tensione secondaria di picco Vg(RMS) = Vgp / √2 Valore efficace della tensione al secondario S = Vg(RMS) Io(RMS) Valore minimo della Potenza Apparente [VA] S = 1,23 Po (CIRCA) se Vgp >> 2VD: in pratica se Vgp >18V o Vg(RMS) > 12V Nel caso del trasformatore a presa centrale si sarebbe avuto S = 1, 75 Po (CIRCA) , ossia una potenza maggiore del 42% rispetto a quella necessaria nel circuito a ponte ALIMENTATORI NON STABILIZZATI Nei circuiti elettronici quasi sempre necessita una tensione continua per la polarizzazione degli elementi attivi (transistori) che dev’essere molto più vicina all’ideale di quella fin qui vista. Cioè il Ripple dev’essere molto più piccolo del 48,2% ottenibile con i raddrizzatori. Per far ciò occorre usare dei filtri Passa Basso che riducano di molto l’ondulazione. Un raddrizzatore seguito da un filtro di chiama ALIMENTATORE NON STABILIZZATO Per piccole potenze (fino a circa 200 W) si possono usare i filtri capacitivi In un circuito raddrizzatore (a semionda, ad es.) se al posto di RL mettiamo un Condensatore questa si caricherà al valore massimo a cui è sottoposta e cioè al valore Vop livellando così quello che era una tensione continua pulsante. Si ottiene pertanto una tensione continua, per cui la forma d’onda pulsante è stata livellata Vop = Vgp - VD VD è la tensione ai capi del diodo in conduzione (0,7 – 1) V Se in parallelo alla capacità vi è anche il carico RL, questo assorbirà corrente, fornita dal condensatore, durante le semionde negative in cui il generatore non fornisce energia. Il condensatore durante questo tempo si comporta come una batteria che ha immagazzinato energia. Proprio come una batteria anche il condensatore se prelevo corrente tende a scaricarsi e pertanto la tensione ai suoi capi scende. Scenderà meno rapidamente se la corrente prelevata è piccola o più rapidamente se la corrente è elevata. Si avrà pertanto: Come visto precedentemente anche qui si definisce il fattore di ripple: a parità di valore della capacità C il fattore di ripple r aumenta all'aumentare della corrente prelevata da R cioè al diminuire del valore della R di carico. Viceversa il fattore di ripple r diminuisce all'aumentare di R o al diminuire della corrente prelevata. Si avrà r = 0 (nullo) quando R = ∞: cioè corrente d'uscita nulla. Minore è il fattore di ripple migliore è il livellamento Osservando il grafico si nota che se il condensatore si ricaricasse più frequentemente il fattore di ripple diminuirebbe migliorando così il raddrizzamento. Questo però significa aumentare la frequenza del ripple. Un modo è quello di raddrizzare entrambe le semionde cioè riportando al positivo anche quella negativa (per f=100Hz la C si ricarica ogni 10 ms anziché 20ms). Il circuito è dunque il seguente Con opportuni calcoli, approssimando il ripple ad un dente di sega si trova che: Vr(pp) = Io(AV) / (2 f C) e quindi Vrp = Io(AV) / (4 f C) Io(AV) = Vo(AV) / RL è la corrente continua assorbita dal carico RL Per quanto riguarda la componente continua, si può dunque scrivere: Vo(AV) = Vop – Ro Io(AV) con Ro = 1/ (4 f C) Il raddrizzatore è dunque visto secondo Thevenin, con: Ro = Resistenza interna e Vop tensione a vuoto del generatore Per calcolare il coefficiente di ripple (vedi i raddrizzatori), dal grafico si vede che: Vo(AV) = Vop – Vr(pp) /2 = Vop – Vrp Tenendo conto che per una forma d’onda triangolare simmetrica com’è quella del ripple: Vr(RMS) = Vrp / √3 = Vrpp /(2 √3 ) e facendo delle sostituzioni r = 1/ (4 √3 f C RL) da cui C = 100 / (4 √3 f RL r%) Per f = 50 Hz, misurando C in uF si ha la formula semplificata r = 2887 / (RL C [uF]) da cui C [uF] = 2887 / (r RL) Considerando poi un r% = 15% che è un buon compromesso pratico si ottiene C [mF]= 20 / RL (circa) Un’altra regola pratica dice che: C [mF]= (10 / Vrpp ) Io(AV) Fissato Vrpp, il fattore (10/Vrpp) ci dice quanti mF servono per ogni ampere assorbito dal carico CORRENTE DI SURGE Quando si accende l’alimentatore C risulta scarico. Nei diodi passa dunque una elevatissima e a volte distruttiva corrente di carica, chiamata di SURGE, limitata solo dalla serie: Rt = Rs + rD + ESR Rs = resistenza equivalente secondaria del trasformatore rD = resistenza serie dei diodi ESR = resistenza equivalente serie del condensatore (elettrolitico) I SURGE = (1,1 Vgp -2 Vd) / Rt (1,1 per tener conto che la rete ha un 10% di tolleranza) Benché questa corrente duri molto poco nel tempo (transitorio con costante di tempo Rt C) può distruggere i diodi se maggiore di quella sopportabile. Per proteggerli durante la carica iniziale del condensatore elettrolitico, conviene a volte collegare sulle uscite del secondario del trasformatore della tensione di rete, alcune resistenze R di basso valore ohmico cosicché Rt = R + Rs + rD + ESR sia sufficiente a mantenere la I nei valori ammessi. I condensatori, inseriti in parallelo con i diodi, eliminano eventuali disturbi a radiofrequenza. Sono di tipo ceramico di valore capacitivo compreso tra 10 e i 10 nF TENSIONE PIV (Peak Inverse Voltage) E’ la massima tensione inversa che il diodo può sopportare. Bisogna sempre verificare che sia inferiore al PIV. Nei circuiti a bassa tensione non ci sono problemi: nel comunissimo ed economico 1N4004 è di ben 400 V, nel 1N4007 arriva a 1000V. Però dove i diodi lavorano su alte tensioni, ad es. nei moltiplicatori di tensione potrebbe essere un problema. VERIFICA PRATICA Realizza saldando i componenti su basetta mille fori il raddrizzatore a ponte Regola il generatore su una frequenza di 200 Hz per una Vg di 10 Vpp vista con l'oscilloscopio ; Visualizza sull'oscilloscopio l'uscita ai capi della RL da 470 Ohm e disegna la forma d'onda e confrontala con quella d'ingresso; Sostituisci la RL con una condensatore elettrolitico da 22 uF e visualizza la tensione ai suoi capi con l'oscilloscopio in CC e confrontala con quella di prima; A che valore si è caricato il condensatore ?; Quanto varrebbe Vo se la tensione alternata fosse quella del secondario di un trasformatore a 12V sul secondario ?; Modifica il circuito come lo schema in modi da realizzare un alimentatore Ripeti le misure e disegna le nuove forme d'onda; Quanto vale il valore di ripple in Vpp (misurato con osc.) e il valore Vo(AV) (con multimetro) ?; Trova il fattore di ripple r come rapporto Vr(RMS) su Vo(AV); Calcola il fattore di ripple r con la formula Confronta i due valori, quello pratico e quello teorico ed esprimi le tue considerazioni; completa la seguente tabella: RADDRIZZATORE A doppia SEMIONDA A PONTE con C = 22uF e RL = 470 Ohm Frequenza = f Ripple = Vr Vo(AV) Fatt. Ripple = r Fatt. Ripple = r miusrata misurato misurata misurato calcolato Hz Vpp V Vr(RMS) / V(AV) r = 0,35 / f·RL·C Veff 50 100 200 500 1000 2000 5000 Modelli di raddrizzatori a ponte attualmente reperibili in commercio. I simboli in essi riportati, consentono l'applicazione circuitale corretta dei componenti. I condensatori elettrolitici, dei quali è riportato il simbolo elettrico in posizione centrale, possono essere diversamente costruiti, con gli elettroni fuoriuscenti da entrambi le parti o da una sola di queste.