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ISTITUTO COMPRENSIVO “AMERIGO VESPUCCI” - VIBO MARINA
Fasti memores
Luigi Lilio, illustre uomo calabrese
A.S. 2011/2012
Capitolo 1
Fasti
memores
Istituto comprensivo “A. Vespucci” di Vibo Marina
Anno scolastico 2011-2012
Por Fse Calabria 2007/2013
Asse IV Capitale umano
Obiettivo Operativo 1.2 “Ridurre l’abbandono
scolastico e le disparità di genere nella
partecipazione all’apprendimento permanente”
Piano regionale per le risorse umane
Piano d’azione 2011-2013
Una scuola per la legalità - Modulo 2
Fasti memores – Luigi Lilio, illustre uomo calabrese
Presentazione
Fasti memores - Luigi Lilio, illustre uomo calabrese
PRESENTAZIONE DEL CORSO
1. Il presente libro digitale nasce come prodotto finale del corso avviato presso
1. I finanziamenti del Fondo europeo
l’Istituto comprensivo “A. Vespucci” di Vibo Marina durante l’Anno scolastico
2. Il progetto e il gruppo di lavoro
2011-2012, grazie ai progetti Por Fse Calabria 2007/2013 (Asse IV Capitale umano
Obiettivo Operativo 1.2 “Ridurre l’abbandono scolastico e le disparità di genere
3. I contenuti del modulo
nella partecipazione all’apprendimento permanente”) previsti dal Piano regionale
4. Gli obiettivi operativi
per le risorse umane (Piano d’azione 2011-2013) intitolato “Una scuola per la
5. Gli strumenti utilizzati
legalità”.
2. Nello specifico, il gruppo di lavoro che ha realizzato il libro digitale è quello
composto dai ragazzi che hanno seguito il Modulo 2, intitolato “Fasti memores –
Luigi Lilio, illustre uomo calabrese”. I destinatari del modulo sono stati gli alunni
delle classi I e II. Hanno preso parte ai lavori di realizzazione del presente
progetto i seguenti alunni: Fabrizio Daniel Inveninato, che si è distinto fra tutti in
modo particolare ed è degno di nota, Greta e Alessia Callipo, El Ali Ali, Gabriele
Messina, Giuseppe Annaccarato, Francesco Bova, Gianfranco La Pietra, Marco
Malara, Claudia e Roberta Marziano, Alessandra Marrella, Alessia Nappi,
Martina Pesante, Domenico Ceravolo e Francesco Boragina.
3. Gli obiettivi operativi del processo formativo sono stati mirati a far conoscere il
contributo dell’illustre uomo calabrese Luigi Lilio alla Riforma gregoriana del
calendario, conoscere l’origine dei nomi del calendario, conoscere i movimenti del
2
cielo e della Terra. Grazie al corso, gli studenti hanno potuto
un grande uomo calabrese che si è contraddistinto nella storia e
vivere sempre più coinvolgenti e positive occasioni di
nelle scienze, riscoprendo in generale la sua vita pubblica e
apprendimento-approfondimento di
privata, e più approfonditamente le
contenuti scolastici, chiarire la
sue opere e le gesta.
fondamentale importanza di un
rapporto positivo con se stessi,
4. Tutto ciò ha permesso di rendere
collaborativo con gli altri, con il
l’approccio alla realtà cognitiva più
territorio e con quanto, di esso,
coinvolgente e motivante e ha
appartiene al passato. Tra gli altri
facilitato gli studenti nel lavoro di
obiettivi trasversali, vi è stato anche
ricerca, soprattutto in quello
quello di insegnare agli studenti a
finalizzato a potenziare le competenze
come progettare il proprio futuro
relative all’utilizzo delle nuove
partendo dalla riscoperta del proprio
tecnologie, attraverso strumenti
territorio e del proprio passato. Non
diversi, necessario per operare nella
sono stati tralasciati obiettivi utili a
realtà odierna. I ragazzi sono stati
migliorare l’interazione tra gli studenti,
inoltre stimolati ad osservare,
creando un clima relazionale nella
descrivere e interpretare fatti e
classe e nella scuola favorevole al
fenomeni, sia nell’esperienza
dialogo, alla comprensione e alla
quotidiana che in situazioni
collaborazione, intesi non solo come
controllate di laboratorio e attraverso
accettazione e rispetto delle idee e
il planetario. Durante il corso sono
dei valori e delle culture altre, ma
state compiute osservazioni guidate
come rafforzamento della propria
del cielo, anche attraverso gli
identità culturale, nella prospettiva di
strumenti messi a disposizione dalla
un reciproco cambiamento ed
scuola, come lo planetario e i
arricchimento. È stato altresì
materiali presenti sul web e fruibili in
promosso un percorso didattico su di
classe attraverso la Lim.
3
Il sistema solare
Il Sole, la Terra e gli altri pianeti
ARGOMENTI
1. Il Sole
2. Pianeti, pianeti nani e satelliti
3. Corpi minori
4. Le galassie
5. I pianeti
• Mercurio
• Venere
• Terra
1. Il Sole - L'uomo abita sulla Terra, che è
uno dei pianeti del Sistema solare, che si
trova in un piccolo angolo dell'Universo. Al
centro del Sistema solare si trova una stella,
il Sole, attorno alla quale girano i pianeti. Il
sistema solare è solo uno dei tanti sistemi
che formano la Via Lattea, la nostra
Galassia.
2.Pianeti, pianeti nani e satelliti - Il sistema solare
comprende otto pianeti, ma ci sono anche pianeti nani,
satelliti, comete, meteore e asteroidi. I pianeti compiono un giro
• Marte
attorno al Sole che è detto di "rotazione". I pianeti nani, dal loro nome,
• Giove
potrebbero sembrare più piccoli rispetto agli altri, ma sono definiti così perché
• Saturno
• Urano
• Nettuno
non catturano corpi minori. Nel Sistema solare sono presenti piccoli corpi detti
"satelliti". L'unico satellite della Terra è la Luna.
3. Corpi minori - Corpi più piccoli sono gli asteroidi poi ci sono le comete. I
meteoriti sono dei frammenti di asteroidi o di comete. Nel cielo notturno, si
possono osservare lunghe scie luminose dette stelle cadenti.
4
4. Le Galassie - Sono raggruppamenti di miliardi di stelle e si
• La Terra ha una distanza media dal
distinguono in: ellittiche, a spirale barrata e irregolari.
Sole di 149,6 milioni di chilometri ed
ha un satellite, cioè la Luna. Essa è
5. I pianeti - I pianeti del sistema solare sono otto:
il terzo pianeta del sistema solare.
In questo pianeta c'è vita; ciò è
• Mercurio è un piccolo pianeta situato vicino al
possibile grazie alla presenza di
Sole ed è privo di satelliti, atmosfera e
acqua allo stato liquido. Il satellite
acqua. Il suo periodo di rotazione è pari a
58,65 giorni. Sulla sua superficie è presente
ha un terzo di grandezza rispetto
un'escursione termica di circa 720 C°, infatti
alla Terra. La Luna non ha atmosfera e
la sua superficie presenta crateri,
mentre nella parte più calda la temperatura
può raggiungere i 510 C° contemporaneamente
depressioni e catene montuose. La Terra ha un diametro
nella parte più fredda può raggiungere i -210 C°. La distanza
equatoriale di 12.756 chilometri. Essa impiega 0,9973 giorni
media dal Sole è di 57,39 milioni di chilometri mentre il suo
a ruotare.
diametro equatoriale è di 4880 chilometri.
• Venere è il secondo pianeta del Sistema
Solare. Ha le dimensioni simili a quelle
della Terra; è privo di satelliti, inoltre il
• Marte è il quarto pianeta del Sistema solare, è circondato da
un leggero strato di biossido di carbonio e possiede due
piccoli satelliti (Phobos e Deimos). Il suo diametro
equatoriale misura poco meno della metà di quello
suo periodo di rotazione è pari a 243
terrestre, cioè 6787 chilometri, inoltre in esso è presente
giorni. Ha un'atmosfera molto densa. In
il fenomeno delle stagioni. La
essa sono concentrate anidride
temperatura varia dai 20° nelle
carbonica, acido solforico, acqua e
acido cloridrico. Questi gas provocano un
zone più calde a -60°nelle
zone dei poli. La distanza
effetto serra sul pianeta, capace di alzare la
media dal sole è di 227,9 milioni
temperatura fino a 500 C°, con venti da 400 Km/h.
di chilometri, mentre il suo
La distanza media dal Sole è di 108, 72 milioni di chilometri,
periodo di rotazione è di 1,0260.
mentre il diametro equatoriale è di 12,104 chilometri.
5
Giove è il quinto pianeta
•
profondità. Saturno ha degli anelli di
del Sistema solare ed
roccia e ghiaccio. Ruotano attorno a
ha un diametro
questo pianeta 60 satelliti rocciosi di
equatoriale di
grandezze variabili: il più famoso è
143mila
Titano, il più grande satellite del
chilometri e una
Sistema solare.
distanza media
dal Sole di 778,3
milioni di
chilometri. La sua
temperatura
superficiale è bassa,
ma aumenta scendendo in
profondità. Ha un periodo di
rotazione pari a 0,410 giorni. Ruotano attorno a Giove 63
satelliti, dei quali i più importanti sono: Io, Europa, Ganimede e
Callisto, scoperti da Galileo Galiei.
• Urano è il settimo pianeta del Sistema
solare, con un diametro equatoriale di circa
51.118 chilometri. La sua temperatura è di circa 200 C°, con
una distanza media dal Sole di 2870,1 milioni di chilometri. Il
suo periodo di rotazione è pari a 0,45 giorni e intorno ad esso
girano 27 satelliti dei quali i cinque più importanti sono: Ariel,
Umbriel, Titania, Oberon e Mirandia.
• Nettuno è l'ottavo pianeta del Sistema solare. È simile ad Urano
e possiede 13 satelliti, il più grande dei quali si chiama Tritone,
seguito da Nereide, Proteo, Larissa e altri
minori. La
• Saturno è Il sesto pianeta del
Sistema solare. È un pianeta
gassoso e ha una
temperatura in superficie
di 180 gradi, che
aumenta in
distanza
media dal
sole è di circa
4500 milioni di
chilometri, mentre il suo
diametro equatoriale è di
49681 chilometri. Il suo periodo
di rotazione è di 0,67.
6
La Terra
Il nostro pianeta
ARGOMENTI
1. I movimenti della Terra
2. La rotazione determina il giorno e la notte
• L’asse di rotazione
3. La rivoluzione e l’inclinazione determinano
la diversa durata di giorno e notte e le
stagioni
• Le stagioni
1. I movimenti della Terra - La Terra è nata circa 5 miliardi di anni fa, con
l'addensamento di polveri e gas. Essa appare leggermente schiacciata ai poli e
rigonfia all'equatore, quindi ha una forma irregolare, che viene perciò detta a
"geoide". La Terra dista mediamente dal Sole circa 150 milioni di chilometri e ha
due principali movimenti, che sono: il movimento di rotazione attorno al proprio
asse e quello di rivoluzione attorno al Sole. Questi due movimenti, insieme
all'inclinazione dell'asse terrestre, determinano l'alternarsi del giorno e della
notte, la loro diversa durata nell'anno e l'avvicendarsi delle stagioni.
2. La rotazione determina il giorno e la notte - La Terra ruotando attorno al proprio
asse in direzione Ovest-Est compie un giorno siderale, cioè una rotazione
completa, in 23 ore 56 minuti e 4 secondi. Poiché si è contemporaneamente
spostata per il moto di rivoluzione si ritroverà nella posizione iniziale rispetto al
Sole soltanto dopo 24 ore, compiendo il giorno solare. Essendo sferica,
durante il moto di rotazione è illuminata solo per metà, mentre l'altro lato resta al
buio. Ciò determina l'alternarsi del giorno e della notte. L'atmosfera, però,
riflette e diffonde la luce solare in modo graduale, e ciò causa il diffondersi della
luce dell'alba prima che il Sole sorga all'orizzonte e il crepuscolo dopo che
questo è tramontato. Per via della rotazione, inoltre, non si ha la stessa ora
contemporaneamente su tutta la Terra: dove batte il sole perpendicolarmente si
ha mezzogiorno, dal lato opposto si ha la mezzanotte. Perciò la terra è divisa in
24 parti (le ore del giorno) dette fusi orari.
7
• L'asse di rotazione - L’asse di rotazione della Terra non è
compiuto dal nostro pianeta, alla velocità di 30km/s, per girare
orientato nella stessa direzione rispetto al circolo di
sull'orbita intorno al Sole in 356 giorni, 5 ore e 48 minuti). In
illuminazione, ma forma un angolo di circa 23,7°, cioè 66,3°
questo modo, la durata del giorno e della notte cambia durante
dal piano dell’ellittica. L'equatore divide la Terra in emisfero
l'anno e così si alternano le stagioni, con giornate invernali più
boreale a Settentrione ed emisfero australe a Meridione. A
brevi della notte e giornate estive più lunghe. Solo in due giorni
Nord vi è poi il Circolo polare artico, mentre a Sud il Circolo
dell'anno, il 21 marzo (equinozio di primavera) e il 22-23
polare antartico. Tra l'equatore e il Polo nord vi è il Tropico
settembre (equinozio d'autunno), su entrambi gli emisferi vi è
del Cancro, tra il Polo sud e l'equatore il Tropico del
una uguale durata del giorno e della notte, perché il circolo di
Capricorno (posti a 23° 27’ N e S rispetto all’equatore).
illuminazione passa per i due poli. I solstizi, del 21 dicembre e
3. La rivoluzione e l’inclinazione determinano la diversa durata di
giorno e notte e le stagioni - Se l'asse del pianeta non fosse
inclinato, il giorno e la notte avrebbero la stessa durata in ogni
punto della Terra. La zona illuminata dal sole, cioè il Circolo di
illuminazione, si sposta invece proprio per effetto di questa
inclinazione, combinata con il moto di rivoluzione (il moto
21 giugno, sono i due giorni in cui il circolo di illuminazione è
alla distanza massima dai poli. In queste due date si ha la
massima differenza tra la durata del giorno e della notte.
Soltanto all'equatore giorno e notte hanno la stessa durata per
tutto l'anno.
• Le stagioni - Visto che l'inclinazione dell'asse terrestre è
costante, nel moto di rivoluzione cambia la zona esposta al
sole: tra marzo e settembre i raggi cadono meno inclinati e
perciò riscaldano in misura maggiore l'emisfero boreale,
mentre tra settembre e marzo ciò vale per l'emisfero australe,
per cui si determinano le stagioni: quelle astronomiche non
coincidono sempre con quelle meteorologiche, cioè con il
reale andamento del tempo. Tutto ciò è perché l'atmosfera,
l'idrosfera e la litosfera assorbono la radiazione solare e
diffondono calore in ritardo, impedendo in questo modo di
percepire immediatamente gli effetti sul clima causati dalle
variazioni dell'inclinazione dei raggi solari.
8
La Luna
La Luna e le fasi lunari
ARGOMENTI
1. I moti lunari
• Moto di rotazione e librazioni lunari
• Moto di rivoluzione e trascinamento
2. I periodi lunari
3. Le fasi lunari
1. I moti lunari - La Luna è soggetta alle leggi della meccanica celeste, perciò
compie un moto di rotazione attorno al proprio asse. Ma compie anche un
moto di rivoluzione attorno alla Terra su di un'orbita inclinata di 5° rispetto
all'eclittica e così viene trascinata dal nostro pianeta attorno al Sole. I primi due
moti sono perfettamente sincronizzati.
• Moto di rotazione e librazioni - La Luna compie una rotazione attorno al
proprio asse e - grazie alla coincidenza di tempo tra il moto di rotazione e il
• Luna nuova
moto di rivoluzione - essa volgerà sempre la stessa faccia verso la Terra.
• Luna crescente
Grazie al fenomeno delle librazioni (cioè le oscillazioni del corpo lunare), la
• Primo quarto
• Gibbosa crescente
• Luna piena
• Gibbosa
calante
parte visibile della Luna è allargata ad un 10% di più della superficie. Le
oscillazioni del corpo lunare agiscono sia in longitudine che in latitudine. Nel
caso della longitudine, in seguito alla differente velocità delle orbite, saranno
visibili le parti orientale e occidentale, mentre nel caso della latitudine, in
seguito all'inclinazione dell'asse terrestre, saranno visibili a fasi alterne il Polo
nord e il Polo sud.
• Ultimo quarto
•Moto di rivoluzione e di trascinamento - Durante l'orbitazione attorno alla
• Luna calante
Terra, la Luna aumenta o diminuisce la sua velocità in base al variare della
distanza dal nostro pianeta. Il valore medio della sua velocità e di 384.400
km/h. In due soli momenti avrà la stessa velocità, cioè quanto passa per i
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nodi lunari. Avvicinandosi all'apogeo, cioè il punto più
• Luna nuova, o congiunzione, quando la Luna si trova
lontano dalla Terra, la sua velocità diminuirà, mentre
nella stessa direzione del Sole e perciò tramonta e sorge
avvicinandosi al perigeo, cioè il punto più vicino alla Terra, la
con esso;
sua velocità aumenterà. La Luna si muove da Ovest a Est,
ma siccome la Terra ruota su se stessa nello stesso verso,
ma più velocemente, sembrerà che la Luna si muova da Est
• Luna crescente, quando mostra solo un disco
illuminato rivolto verso Ovest;
verso Ovest. A causa di ciò si determinerà uno spostamento
• Primo quarto, o quadratura, quando la Luna è a
di circa 13° al giorno, cioè quasi 50 minuti di ritardo negli
novanta gradi dal Sole, sorge e tramonta sei ore dopo di
istanti di levata e tramonto.
esso, mostrandosi per metà illuminata verso Ovest;
2. I principali periodi lunari sono il mese draconico (l'intervallo di
tempo compreso tra due passaggi nello stesso punto orbitale,
• Gibbosa crescente, quando la proporzione del disco
lunare illuminato ammonta a oltre la metà;
che è pari a 27,2 giorni); il mese siderale (la durata del periodo
di rivoluzione, che equivale a 27,3 giorni); il mese anomalistico
• Luna piena, o opposizione, quando si trova dalla parte
(il periodo compreso tra due successivi passaggi al perigeo,
opposta al Sole e perciò la luna è completamente
che è uguale a 27,5 giorni); il mese sinodico o lunazione
illuminata;
(l'intervallo di tempo compreso tra due fasi uguali, che è pari a
29,5 giorni).
3. Le fasi lunari - La Luna, percorrendo la sua orbita, può essere
vista dalla Terra in varie posizioni, e così la superficie è
completamente o per nulla illuminata dalla luce solare. L'intero
ciclo delle fasi lunari dura circa 29,5 giorni e viene chiamato
• Gibbosa calante, quando il disco lunare appare
illuminato per oltre la metà ma è in fase decrescente;
• Ultimo quarto, quando il nostro satellite sta per
compiere un giro completo e si trova a 90° dal Sole;
• Luna calante, quando la frazione illuminata dal disco
anche periodo sinodico o lunazione. Esso è l'intervallo di
lunare continua a decrescere mostrando una piccola
tempo compreso tra due fasi uguali e si suddivide in:
parte illuminata, che si trova verso Est.
10
Il calendario nella storia - I parte
I calendari nel mondo antico
ARGOMENTI
1. Introduzione
2. Il calendario presso i babilonesi
1. Fin dall'antichità tutte le civiltà sentirono la necessità di ordinare in base al
tempo le proprie attività. Per misurare il tempo dovettero realizzare dei calendari,
basati sui movimenti dei corpi celesti, che fino a poco tempo fa
rappresentavano il modo più affidabile per calcolare lo scorrere del tempo.
3. Il calendario presso gli ebrei
Abbiamo notizie dei primi calendari usati in Mesopotamia circa 4000 anni fa dai
4. Il calendario presso gli egizi
babilonesi. La maggior parte dei calendari antichi erano basati sui cicli della
5. Il calendario presso i greci
6. Il calendario presso i romani
Luna e avevano mesi di 29 giorni alternati a mesi di 30, visto che il mese lunare
dura 29 giorni e mezzo. Siccome una fase lunare dura 7 giorni circa, il mese
venne diviso in settimane, anche se in Egitto il mese era frazionato in 3 decadi e
in Africa occidentale in cicli da 4 giorni. I primi ad usare il sistema delle
settimane furono gli ebrei. L'anno lunare dura 354 giorni 8 ore 48 minuti e 38
secondi, quindi è più breve dell'anno solare di 10 giorni, 21 ore e 7 secondi.
Nell'antichità si dovette adeguare il calendario lunare a quello solare. In questo
modo delle date importanti potevano essere ricordate e mantenute nello stesso
periodo (per esempio il pagamento delle tasse e la riproduzione del bestiame).
Per ottenere questo, si aggiungeva 1 mese ogni 3 anni. Queste riforme
cominciarono con gli antichi egizi, che dovevano sapere quando avveniva
l'alluvione del Nilo. Gli astronomi cominciarono a rielaborare il calendario e
riuscirono a sincronizzarlo alla Luna e al Sole.
11
2. Il calendario presso i babilonesi - L'anno
lunare si trova nella storia babilonese.
sull'anno lunare, con mesi di 29 o 30 giorni. I loro nomi erano
derivati da un'altra tradizione, quella assiro-babilonese, infatti
Questo calendario era diviso in 12 mesi di
non significano niente in ebraico. I mesi del calendario ebraico
30 giorni ciascuno e incominciava con
erano questi: Nissan o Abid (30 giorni corrispondenti a marzo-
l'equinozio di primavera. Ogni mese
aprile); Jiar (29 giorni corrispondenti ad aprile-maggio); Sivan
prendeva il nome di una costellazione e
(30 giorni corrispondenti a maggio-giugno); Thamuz (29 giorni
iniziava con la neomenia, visibile a sera.
corrispondenti a giugno-luglio); Ab (30 giorni corrispondenti a
Poiché erano stati trascurati i 5 giorni e le
luglio-agosto); Elul (29 giorni corrispondenti ad agosto-
6 ore circa che l'anno solare ha in più,
ogni 124 anni si veniva a creare la differenza
di 1 mese. L'antico calendario basato sui cicli della Luna venne
poi coordinato, attraverso le intercalazioni, con il corso del Sole
circa 19 secoli prima dell'avvento di Cristo. I nomi dei dodici
mesi in cui era diviso l'anno erano: Nissannu, Ayaru, Simanu,
Du uzu, Abu, Ululu, Tasritu, Arahsamna, Kislimu, Tabetu,
Sabatu e Addaru. Siccome si raggiungeva un anno di 355
giorni, ogni 3 anni era necessario aggiungere 1 mese per
tornare in sincronia con le stagioni, soprattutto per via delle
abitudini legate alle attività agricole e alla pastorizia. A svolgere
questi compiti erano alcuni sacerdoti della casta dei Caldei.
3. Il calendario presso gli ebrei - Gli ebrei facevano iniziare l'anno
settembre); Thisri (30 giorni corrispondenti a settembreottobre); Marchevan (29 giorni corrispondenti a ottobrenovembre); Kislev (30 giorni corrispondenti a novembredicembre); Thebet (29 giorni corrispondenti a dicembregennaio); Scebat (30 giorni corrispondenti a gennaio-febbraio);
Adar (30 giorni corrispondenti a febbraio-marzo); Ne veniva
fuori un anno 355, ma Mosè, volendo che la Pasqua cadesse
ogni anno in primavera, e
che la festa del
Tabernacolo cadesse in
autunno, cominciò a
ricorrere alle intercalazioni,
per mettere in armonia
con il solstizio d'estate, ma dopo la liberazione del popolo
l'anno lunare con la durata
ebreo da parte di Mosè per volere di Dio, decisero di far iniziare
della rivoluzione della
l'anno con il mese di Nissan, cioè il mese in cui avveniva
Terra. E così venne fuori il
l'equinozio di primavera. Gli inizi dei mesi venivano determinati
tredicesimo mese,
con la Luna nuova, infatti il calendario degli ebrei si basava
assegnato soltanto a 3
12
anni di ogni ciclo lunisolare di 19, chiamato
aprile); Pachon o Pakhon (dal 26 aprile al 25
Ve-adar o Adar II (29 giorni corrispondenti
maggio); Payni (dal 26 maggio al 24 giugno);
a marzo).
Epiphi o Epiph (dal 25 giugno al 24 luglio);
4. Il calendario presso gli egizi - Gli egiziani
ebbero un anno lunare fino al 3285, anno in
cui venne convertito in anno solare. Solo
Mesori o Mesore (dal 25 luglio al 23 agosto);
Mykoydji uabot (giorni detti “epagomeni” dal
24 al 28 agosto).
nel 2782 fu regolarizzato e questo nuovo
5. Il calendario presso gli antichi greci - I greci
calendario rimase fino alla conquista
basavano il loro calendario sui cicli della
romana. Esso era composto di 365 giorni,
Luna. Ne risultò un anno di 354 giorni. Per
ma non teneva conto delle 6 ore circa che
sincronizzarlo con l'anno solare, che dura 365
completano la durata esatta dell’anno
giorni, si stabilì di aggiungere un mese di 30
stesso. Infatti, gli egiziani rimanevano
giorni ogni due anni lunari, chiamato
indietro di 1 anno ogni 1460, durante i quali
Poseidon II, raggiungendo così la durata di
il succedersi delle stagioni passava per tutti i mesi del
calendario. Le stagioni erano quelle di Akhet, Peret e Shemu e
738 giorni (con 8 giorni in più di quelli di 2 anni solari, pari a
730 giorni e 12 ore). Nel tempo il calendario subì molte altre
iniziavano in estate. I mesi erano quelli di:
variazioni. Nel V secolo a.C. Cleostrato di
Thot (dal 29 agosto al 27 settembre);
Tenedo si accorse della differenza di 8 giorni
Phaophi (dal 28 settembre al 27 ottobre);
ogni 2 anni e decise di aggiungere 3 mesi
Athyr o Hathor (dal 28 ottobre al 26
intercalari di 30 giorni ogni 8 anni (anziché 4
novembre); Choiak o Khoiak (dal 27
mesi) stabilendo il ciclo ottaeride. Nel IV
novembre al 26 dicembre); Tybi (dal 27
secolo a.C. Metone ed Eutimene, proposero
dicembre al 25 gennaio); Meshir o Mekhir
di aggiungere 7 mesi ogni 19 anni anziché 6
(dal 26 gennaio al 24 febbraio); Phaminoth
ogni 16 (due cicli ottaeridi). Questo nuovo
o Phamenoth (dal 25 febbraio al 26
sistema fu chiamato ciclo metonico. Sotto
marzo); Pharmouti (dal 27 marzo al 25
Alessandro Magno si utilizzò il ciclo di
Calippo, tra il IV e il III secolo a.C.,
13
consistente in 4 cicli metonici con 940 mesi ogni 76 anni, cioè
la leggenda, la prima riforma del calendario è stata fatta da
921 mesi più 28 mesi intercalari. I greci decisero di mantenere il
Romolo. È probabile che la divisione usata dai latini fosse la
ciclo di Calippo, nonostante una migliore proposta di Ipparco,
stessa in uso presso le altre popolazioni italiche. La divisione in
fino a quando non utilizzarono il calendario giuliano dei romani.
10 mesi sarebbe durata fino all'epoca di Tarquino Prisco, anche
Ogni mese cominciava con un giorno chiamato neomenia ed
se già con la riforma di Numa il calendario avrebbe guadagnato
era diviso in 3 parti da 10 giorni. I nomi dei mesi, ma solo
i mesi di gennaio e febbraio. In principio l'anno iniziava a
secondo gli attici, furono: Ecatombeon (30 giorni tra luglio e
marzo, poi lo si fece iniziare a febbraio, poi a gennaio. Il
agosto); Melagitnion (29 giorni tra agosto e settembre);
calendario di Numa era basato sui cicli lunari: 7 mesi erano
Boedromion (30 giorni tra settembre e ottobre); Pianepsion
formati da 29 giorni, cioè Ianuarius, Aprilis, Iunius, Sextilis,
(28 giorni tra ottobre e novembre); Mematterion (30 giorni tra
September, November, December, mentre Februarius era di
novembre e dicembre); Poseidon (30 giorni tra dicembre e
28 giorni e gli altri 4 mesi di 31, quelli cioè di Martius, Maius,
gennaio); Gamelion (30 giorni tra gennaio e febbraio);
Quintilis, October, per un totale di 355 giorni. Quest'ultimo
Antesterion (29 giorni tra febbraio e marzo); Elofebolion (30
numero era volutamente dispari per un buon augurio. Per
giorni tra marzo e aprile); Munichion (29 giorni tra aprile e
recuperare gli unici giorni di differenza tra questo calendario e
maggio); Targelion (30 giorni tra maggio e
giugno); Sciroforion (29 giorni tra giugno e
luglio).
6. Il calendario presso i romani - Secondo alcuni gli
l'anno solare, Numa stabilì di inserire un mese
intercalare di 22/23 giorni ogni 2 anni tra il 23 e il
24 Februarius. A stabilire la durata esatta di
questo mese, che fu chiamato Mercedonio
(perché in quel giorno si pagavano le mercedi),
anni dell'antica Roma erano formati di 10 mesi, 4
dovevano essere i pontefici. Ma poiché alcuni
dei quali di 31 giorni e i restanti 6 da 30 per un
pontefici non accordarono il Mercedonio in base
totale di 304 giorni. Secondo altri l'anno romano
alla lunghezza dell'anno solare ma in base agli
fu di 12 mesi fin dall'inizio. Secondo altri ancora, il
interessi di alcuni privati, la durata del calendario
ciclo di 10 mesi non serviva per contare un anno,
non coincise con la durata dell'anno solare.
ma piuttosto il periodo di mesi lunari che
servivano per regolare alcuni pagamenti. Secondo
14
ll calendario nella storia - II parte
Le riforme del calendario
ARGOMENTI
1. La riforma giuliana del calendario
2. Gli errori applicati al calendario giuliano e
l’intervento di Augusto
3. Il calendario giuliano
4. Un esempio di calendario non uniformato al
giuliano: quello musulmano
5. La necessità di una riforma
1. La riforma giuliana del calendario - Giulio Cesare, essendo pontefice massimo
indisse una nuova riforma e riuscì a sostituire l’anno lunare con quello solare,
calcolato in 365 giorni e 6 ore, aggiungendo un giorno ogni 4 anni tra il 23 e il 24
febbraio. Per questo motivo il giorno intercalare veniva chiamato bisestile,
poiché era il doppio (bis) sesto giorno (sextilis) prima dell’inizio di marzo (ante
Kalendas Martias). Nel 46 a.C., cioè nel 708 dalla fondazione di Roma, iniziò il
primo anno giuliano, soprannominato “annus confusionis ultimus” perché di 445
giorni, cioè con 90 giorni in più per sincronizzarsi con il solstizio d’inverno
(23 aggiunti dopo il 23 febbraio, 67 fra novembre e dicembre). Il 45 a.C.,
6. Il concilio di Nicoca
cioè il 709 per i romani, fu il primo anno giuliano regolare.
7. Il concilio di Costanza
2. Gli errori applicati al calendario giuliano e l’intervento di Augusto -
8. Il concilio di Basilea
Dopo la morte di Giulio Cesare, i pontefici, che avevano il compito di
9. Il concilio di Trento
10. La riforma Gregoriana
• Gli uomini calabresi della riforma
• Le novità della riforma
fare le intercalazioni, aggiunsero un giorno ogni 3 anni anziché ogni 4.
Perciò, trascorsi 36 anni, si verificò un errore di 3 giorni in più. Per
rimediare, nel 746 Augusto tolse ai successivi 12 anni quei 3 giorni
intercalari e applicò la riforma giuliana regolarmente.
3. Il calendario giuliano - I nomi dei mesi del calendario giuliano sono
quelli tutt’ora in uso: Ianuarius (deriva da Ianus, o Giano, in onore del
quale si cantavano gli inni festivi); Februarius (deriva da februare, è il
purificarsi del popolo con sacrifici espiatori); Martius (deriva da Marte);
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Aprilis (da aperire, cioè dall’aprirsi della terra a nuova
Dulcaada
vegetazione); Maius (da Maia, oppure da Madius, o ancora da
(riposo, di 36
maioribus, per rispetto agli anziani); Iunins (da Giunone, oppure
giorni) Dulage
in onore ai iuniorum, cioè ai giovani destinati alle armi); Iulius
(pellegrinaggio,
(da Giulio Cesare); Augustus (dall’imperatore Augusto); e poi
di 29 giorni o di
gli altri mesi che prendevano il nome dal posto occupato dopo
30 con il giorno
Martius, che in origine era il primo mese, cioè September;
intercalare). Sulla
October; November e December.
riforma del calendario
4. Un esempio di calendario non uniformato al giuliano: quello
musulmano - Per i musulmani l’anno è formato dai
seguenti dodici mesi: Moharram (che
significa mese sacro, di 30 giorni); Sefer
(mese della partenza per le scorrerie, di 29
Maometto sbagliò come gli Ebrei e
gli Arabi,
dividendo l'anno in 12 mesi di 28 giorni. Per rimettersi al passo
col Sole, ogni 3 anni aggiungevano un mese supplementare,
mentre Maometto abolì quest'ultimo mese intercalare
imponendo una ripartizione in mesi alternativamente di trenta
e 29 giorni. Così il calendario musulmano ogni 2 anni e
giorni); Rabiè I o Rabi al Ewwel (mese di
mezzo si trovò in anticipo di un anno sul calendario
primavera, di 30 giorni); Rabiè II o Rabi al
cristiano.
Ettsang (seconda primavera, di 29 giorni);
Giumadi I o Iomadah al Ewwel (primo mese dei
ghiacci, di 30 giorni) Giumadi II o Iomadah al
Ettsang (secondo mese dei ghiacci, di 29
giorni); Rageb (mese desiderabile per le
corse e le feste, di 30 giorni); Sciaban
5.Serve una riforma - Sosigene di Alessandria aveva
calcolato l'anno in 365 giorni e 6 ore, tralasciando 11' 14" che,
accumulandosi nell'arco di 2 secoli e mezzo, avevano
raggiunto 2 giorni, facendo cadere l'equinozio di primavera il 23
marzo. I cristiani, come gli ebrei, fissavano le feste in base
alle lunazioni e alle stagioni, perciò sentirono il bisogno di
(germoglio degli alberi, di 29 giorni);
una riforma del calendario, visto che Pasqua non
Ramadan (caldo struggente, dedicato al
coincideva più con il plenilunio.
digiuno, di 30 giorni); Sciual
(accoppiamento dei cammelli, di 29 giorni);
6.Il concilio di Nicoca - Ci si era accorti dell'errore dei 2
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giorni mediante l'osservazione degli astri, e così, nel 325, il
9. Il concilio di Trento - Dopo Sisto IV altri papi tentarono di
Concilio di Nicoca stabiliva di eliminarli. In questo modo, però,
occuparsi della questione (Giulio II e Leone X, che tentò di
il problema non era risolto per l'avvenire. Nel XIII secolo
trovare una soluzione più per gloria personale che per il
l'astronomo inglese Giovanni Sacrobosco dimostrava la
prestigio della Chiesa). Leone X diede incarico di studiare il
necessità di una riforma, tentata invano nel secolo successivo
calendario a una commissione presieduta da Paolo di
da Pier Filomena, Nicolò Gregora e Isacco Argirò.
Middelburg. Sotto il suo pontificato molti illustri dotti da tutto il
7. Il concilio di Costanza - Durante il concilio di Costanza del
1414, promosso dall'Imperatore Sigismondo e da papa
Giovanni XXIII, si cercò di riformare il calendario in base alla
proposta fatta nel 1415 da Pietro di Aliaco al papa e discussa
nel 1417. Ma nel 1418, sotto il nuovo papa Martino V il concilio
veniva chiuso senza arrivare né alla riforma della Chiesa, né a
quella del calendario.
8. Il concilio di Basilea - Nel 1431 il nuovo papa Martino V
convocò un nuovo concilio a Basilea, ma morì il 20 febbraio
dello stesso anno. Intanto il cardinale Cusano preparava uno
scritto sul calendario che, successivamente, presentò al
concilio di Basilea. Il successore del pontefice, Eugenio IV, fece
rivolgere l'attenzione del concilio sul calendario, intorno al
quale i prelati rimasti a Basilea ripresero l'esame, senza trovare
soluzione. Durante gli anni di pontificato di Paolo II (1464-1471)
il cardinale Bessarione presentò un'altra soluzione e papa Sisto
IV (1472-1484) pensò di eliminare l'errore cronologico e trovare
il modo di sistemare le feste mobili.
mondo giunsero a Roma e tra questi anche Copernico. Ma le
difficoltà non vennero superate e si dovette attendere il concilio
di Trento, iniziato da Paolo III nel 1545 per riconoscere
definitivamente la necessità di riformare il calendario e
concluso da Pio IV, zio di Carlo Borromeo.
10. La riforma Gregoriana - Gregorio XIII (1572-1585) volle
occuparsi attivamente del calendario, sul quale erano stati
pubblicati vari studi dal concilio di Trento in poi. Il papa
convocò un Congresso per occuparsi delle formule presentate
dagli studiosi del tempo. Dopo tanto lavoro, ci si trovò sulla
giusta direzione soltanto quando fu discusso quanto contenuto
nel “Compendium novae rationis restituendi Kalendarium”,
scritto dal calabrese Luigi Lilio, il quale però morì nel 1576, cioè
prima di poter vedere attuata la riforma. La sua opera può
essere considerata ancora più importante visti i vani tentativi
dei suoi predecessori: il Beda, Pietro Pilati di Verona, Basilio
Lupi e Antonio Pulciati di Firenze, Giovanni Tolosani di Colle,
Giustino Ristori, Filippi Fantoni e molti altri. A presentare al
papa il lavoro di Luigi Lilio fu suo fratello Antonio nel 1577, di
fronte a un Congresso presieduto dal cardinale Guglielmo
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Silerto da Guardavalle e composto, oltre allo stesso Antonio
• Le novità della riforma - Dopo l’attento esame di molti dotti, il
Lilio, dal vescovo Vincenzo Lauro da Tropea (divenuto cardinale
14 febbraio del 1582 veniva approvata a Frascati la Costituzione
dopo la riforma), dal Padre gesuita Cristaforo Clavio di
Inter gravissimas pastoralis officii nostri curas. Il 5 ottobre
Bamberga, dal Padre domenicano Ignazio Danti da Perugia,
diveniva 15, per rimettere a posto i 10 giorni di errore in cui si
dallo spagnolo Pietro Ciaconio, dall’Uditore di Rota Serafino
era, mentre per gli anni terminanti con due o più zeri, si stabilì di
Olivier, dal Patriarca dei Siri Ingnazio Nehemet, dal messinese
farne 3 comuni e 1 bisestile ogni 4 (bisestile il 1600 e comuni
Giuseppe Moletti (professore di astronomia a Padova), e
1700, 1800, 1900; bisestile il 2000, comuni il 2100, 2200 e 2300
dall’interprete per le lingue orientali Leonardo Abele.
e così via). In pratica sono bisestili soltanto i secoli che, eliminati
• Gli uomini calabresi della riforma - Quattro erano quindi i
meridionali: uno siciliano e tre calabresi. Il primo tra questi, il
Guglielmo Sirleto, era nato nel 1514 ed era figlio di Tommaso,
scelto sindaco della piazza dei nobili di Stilo dal Viceré Pietro de
Toledo. Era ritenuto un uomo molto dotto, ricevendo alte
cariche, stima e riconoscimenti. Fu creato da papa Pio IV
Diacono Cardinale e fino a Gregorio XIII crebbe la sua fama a tal
punto che per poco non venne eletto papa. Vincenzo Lauro,
l’altro calabrese, era nato a Tropea nel 1523. Fu nunzio papale
i due zeri a destra, contengono nei due numeri a sinistra un
multiplo di 4. Quindi sono bisestili i secoli multipli di 400! Ma la
riforma calcolò anche che dopo 4258 anni, l’equinozio sarà
ancora anticipato di un giorno, per cui uno degli anni bisestili di
quell’epoca sarà reso comune. Grazie al ciclo delle epatte
calcolato da Lilio, inoltre, il Congresso riuscì a mettere a punto
la Tavola estesa delle Epatte, superiore, nel calcolo dei noviluni,
ai numeri d’oro che si erano usati sino ad allora.
• Luigi Lilio (o Aluisius Lilium) nacque attorno al 1510 a Cirò,
presso la corte di Maria Stuart e nel 1583 fu nominato
piccolo paese della Calabria. Della sua vita si hanno poche
Cardinale. Dopo la morte di Urbano VII, nel 1590, stava per
notizie riguardanti anche il fratello Antonio. I due furono avviati
divenire papa. Morì l’anno dopo e in suo nome venne innalzato
allo studio della filosofia e delle lettere, guidati dal maestro
un monumento nella chiesa di San Clemente. Assieme a loro,
Casopero. Luigi e Antonio proseguirono i loro studi scientifici e
dunque, sedette anche il fratello di Luigi Lilio, Antonio Lilio.
matematici per poi darsi agli studi di medicina a Napoli. Luigi
Molte copie del compendio di Luigi Lilio furono inviate, in latino
divenne molto dotto e la sua opera si dimostrò determinante
e volgare, ai monarchi dell’epoca, con la richiesta di sottoporlo
per la riforma del calendario.
al giudizio delle accademie.
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