2 i Grandi Festival Pergine Spettacolo Aperto? Uno spazio teatrale bellissimo. La strana sensazione di stare in un piccolo paese le cui finestre sono vivacemente affacciate sul mondo. i Grandi Festival Luciana Savignano Sono stupito dalla ricchezza della proposta culturale di questa piccolissima cittadina. Piergiorgio Odifreddi Ma tutto questo succede a Pergine? Alejandro Jodorowsky Pergine Spettacolo Aperto Seguendo l’avvincente percorso di esperienze riassunto nel volume, scoprirete Pergine Spettacolo Aperto, una manifestazione differente da tutte le altre per la scelta e l’accostamento dei contenuti proposti nelle varie edizioni, la cui unicità è parte integrante e carattere identitario del suo stesso concept: la scoperta e la valorizzazione della Diversità come valore aggiunto per vivere appieno le nostre esistenze. Edito da TM ISBN 9788862981705 in collaborazione con in collaborazione con 9 788862 981705 i Grandi Festival i Grandi Festival in collaborazione con i Grandi Festival © Associazione Fanatic About Festivals collana di Festival of Festivals diretta da Andrea Romeo Indice Edita da Festival of Festivals in collaborazione con Morellini Editore Editor di collana: Caterina Mazzucato Festival of Festivals Riccardo Volpe Marco Pisciotta Concetta Mucci Lorenza Toffolon Festival of Festivals Via Paolo Fabbri, 1/3 40138, Bologna tel. 051 4070166 Fax. 051 18891658 [email protected] www.festivaloffestivals.org Pergine Spettacolo Aperto Coordinamento editoriale: Maria Giovanna Franch Testi: Cristina Pietrantonio, Klaus Saccardo, Lucia Maroni, Gianluca Filippi, Ugo Baldessari, Sara Sciortino, Marianna Tozzo, Daniela Rosi Immagini concesse da: Marco Ambrosi, Adelio da Ronch, Goffredo Pezzola, Archivio Fotoamatori Pergine, Archivio Associazione “Amici della Storia” Pergine, Fondazione Museo Storico del Trentino Morellini Editore Via De Sanctis, 35 20141, Milano Tel. 02 28970820 Fax. 02 2893997 [email protected] www.morellinieditore.it Prefazione di Andrea Romeo … …………………………………… … 7 Introduzione di Cristina Pietrantonio, Direttore artistico di Pergine Spettacolo Aperto……… … 9 storia del Festival… ………………………………………… Le origini………………………………………………………………… Gli sviluppi … ………………………………………………………… La svolta: il festival-laboratorio………………………… Il ritorno a Pergine: l’Arte di essere fuori… … … 11 … 11 … 13 … 18 … 22 La ricerca di una nuova identità ………………… Si riparte dal 2007 … …………………………………………… La Città dei Matti … …………………………………………… Il ruolo di PSA … ………………………………………………… Breve storia dell’Ospedale Psichiatrico di Pergine………………………………………………………………… … 27 … 27 … 29 … 29 La … 31 Il futuro del festival e il nuovo teatro……… … 37 Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale, stampa, web e in qualsiasi formato di tutti i contenuti senza previa concessione d’uso da parte dell’Associazione Fanatic About Festivals. Immagini per gentile concessione di: Pergine Spettacolo Aperto ISBN 978-88-6298-170-5 Progetto grafico: [email protected] Finito di stampare nell’ottobre 2010 presso: Tipografia Moderna Industrie Grafiche - Bologna L’organizzazione …………………………………………………… Organigramma … ………………………………………………… I numeri del festival … ………………………………………… Il bilancio … ……………………………………………………………… Il pubblico ………………………………………………………………… Presidenti e Direttori artistici ………………………………… … 41 … 42 … 43 … 43 … 47 … 49 5 Indice Istituzioni e rapporti con il territorio……… … 51 Eventi da ricordare … …………………………………………… Le origini … …………………………………………………………… I primi cartelloni … ……………………………………………… La rivoluzione di fine anni Novanta … ………… PergineMusica ……………………………………………………… La notte bianca … ………………………………………………… 2007/2010: L’arte di essere fuori …………………… Apriamo alla follia … ……………………………………………… La città che sogna …………………………………………………… Verso le stelle …………………………………………………………… Cantieri mutanti … ………………………………………………… Outsider Art … ……………………………………………………… … 55 … 55 … 56 … 57 … 58 … 60 … 60 … 64 … 64 … 67 … 73 … 78 Il Festival visto da… … ………………………………………… … 79 Paolo Conte, Maurizio Scaparro, Yves Lebreton, Jean-Baptiste Thierrée, Luciana Savignano, Arturo Brachetti, Mara Baronti, Milva, Andrea Castelli, Giuseppe Carbone, Ascanio Celestini, Piergiorgio Oddifredi, Alejandro Jodorowsky, Alessandro Preziosi, Francesco Ventriglia, Roberto Zappalà, Daniele Agiman, Daniela Rosi, Caterina Marinelli, Raffaele Sepe, Ilaria Postal, Marianna Tozzo Approfondimenti… ………………………………………………… … 91 Istituzioni pubbliche Partner Associazioni e altre realtà locali Enti di formazione Collaborazioni Privati Links 6 Prefazione I Festival, un universo da conoscere gni anno in Italia milioni di persone vivono l’esperienza dei festival culturali. Che trattino di cinema, di musica, di teatro, di culture o di scienze, partecipare a uno degli oltre ottocento festival italiani è diventata per tantissimi spettatori affezionati ormai una lieta consuetudine. Ma cosa fa di un festival un’esperienza, ogni anno nuova, eppure strettamente legata alle precedenti? Come nasce l’identità di una manifestazione? In che modo queste complesse macchine organizzative e di contenuti si consolidano, evolvono, si trasformano? Festival of Festivals, il congresso italiano degli operatori degli eventi, ha tra i suoi obiettivi editoriali quello di raccontare i valori delle manifestazioni italiane, segnalarne le eccellenze, raccontarne e conservarne la storia. Nasce da queste ambizioni la collana I Grandi Festival, la cui vocazione sarà di raccontare le grandi e piccole storie che i festival italiani hanno vissuto, ma non hanno mai scritto. Un’occasione unica per chi li ama di guardare dietro le quinte del proprio evento preferito, per conoscerne la genesi, le teoriche, le dinamiche produttive. Uno strumento formidabile per tutti gli operatori per conoscere altre esperienze e formule sempre diverse di “fare festival”. Un’esperienza importante infine per le manifestazioni che avranno l’occasione di ripercorrere la propria storia e trasmetterne i valori e consolidarne la memoria. Per il secondo numero della collana, Festival of Festivals ha voluto celebrare la trentennale e po- O 7 Pergine Spettacolo Aperto liedrica esperienza di Pergine Spettacolo Aperto. Un festival nato da e per il territorio in cui opera e per il quale, negli anni, ha saputo ricoprire il ruolo di promotore culturale e sociale, di formatore per le nuove generazioni e, attraverso l’arte, la musica, il ballo e il teatro ha saputo infine, non solo simbolicamente, riconciliare la comunità con il suo passato e la sua storia. Un festival che è stato capace di trasformarsi e rigenerarsi trovando forme sempre nuove per “parlare” alle persone e che, con la costruzione del nuovo teatro, si prepara a diventare un punto di riferimento imprescindibile di sperimentazione culturale per il Trentino e per l’Italia. Seguendo l’avvincente percorso di esperienze riassunto nel volume, scoprirete una manifestazione differente da tutte le altre per la scelta e l’accostamento dei contenuti proposti nelle varie edizioni, la cui unicità è parte integrante e carattere identitario del suo stesso concept: la scoperta e la valorizzazione della Diversità come valore aggiunto per vivere appieno le nostre esistenze. Andrea Romeo General Manager Festival of Festivals 8 Introduzione N el 2007 mi è stata proposta la direzione artistica del Festival di Pergine Spettacolo Aperto con la precisa indicazione di cambiarne format e contenuti. Ricordo bene quel misto di sensazioni, tra euforia e timore, senso di responsabilità e incoscienza, con le quali mi accingevo ad affrontare il compito. PSA era (ed è) una strana bestia: ha raggiunto un’età ragguardevole senza assumere una forma definitiva (ha sempre proposto tanti generi di spettacolo in tanti modi diversi) o un assetto strutturato (essendo da sempre espressione di un appassionato gruppo di volontari) e si muove in un contesto territoriale di provincia, in cui eccellenze e arretratezze spesso si mescolano senza soluzione di continuità. Soppesavo limiti e valori di questa formula domandandomi dove fosse il confine e quale il punto di potenziale trasformazione degli uni negli altri. Oggi, in procinto di affrontare la mia quinta edizione, continuo a stupirmi per la determinazione e la tenacia con cui i membri di questa associazione riescono a trascinare le politiche culturali del territorio: in una cittadina che sfiora appena i ventimila abitanti, trentacinque anni fa idearono il primo festival del Trentino e oggi immaginano il progetto di un polo culturale avanzatissimo con due sale teatrali per complessivi 2500 posti. Il grande cilindro di legno che ospiterà la torre scenica del nuovo teatro all’aperto è il simbolo di una sfida ambiziosa, che apre nuovi scenari culturali ed economici per Pergine e la Valsugana, imponendo all’associazione un inedito assetto imprenditoriale. 9 Pergine Spettacolo Aperto Un progetto visionario che mette il canto, la danza, la musica, il teatro, l’arte in primo piano nella vita di una comunità: non preziosi accessori, ma attività fondamentali. E che, non a caso, abita i luoghi dove i “pensieri diversi” erano confinati: l’ex manicomio. Una sorta di monito a non dimenticare che - come sempre accade nell’arte - l’accoglienza del non conforme nutre l’erompere del nuovo. Proporre ora un volume su PSA assume perciò un significato particolare: non si tratta di celebrare, ma di riconoscere e raccogliere la preziosa eredità lasciata dal festival affermando allo stesso tempo la radicalità di un cambiamento in atto. Nel 2007 PSA si è avventurata in un territorio scabroso, avvicinando la parte più dolorosa e rimossa della storia di Pergine. È nata così la nuova “città dei matti”: art in progress, vitale e creativa, porosa e cangiante, fucina di fermenti disordinati. È qui che il “cantiere mutante” del festival ripone il proprio futuro e la propria anima. Grazie alle istituzioni e ai partner che sostengono la nostra attività, ai volontari e ai collaboratori che la rendono possibile, al pubblico che anno dopo anno ci accompagna con fiducia ed entusiasmo. La storia del Festival Le origini a prima edizione di Pergine Spettacolo Aperto, il più antico e longevo festival del Trentino, risale al 1976 e nasce su iniziativa di tre associazioni culturali cittadine: il Comitato Turistico Locale, il Comitato Dama in Costume e gli Amici della Musica e del Teatro. L’obiettivo è quello di creare un programma di spettacoli che faccia da cornice alla partita di Dama vivente in costume, manifestazione tradizionale allestita nella piazza municipale di Pergine. Un esordio apparentemente occasionale che però ha dato vita a un festival solido, longevo e radicato nel territorio, capace di sopperire positivamente al vuoto legislativo dell’amministrazione provinciale nell’incenti- L Cristina Pietrantonio Direttore artistico Pergine Spettacolo Aperto Dama vivente, 1976. 10 11 Pergine Spettacolo Aperto La storia del Festival vazione della cultura tra gli anni Settanta e Ottanta. PSA è dunque un festival nato dal “basso”, su base volontaristica, e ha sempre mantenuto un legame diretto con la propria comunità di riferimento, nell’intento di promuoverne la crescita culturale e sociale. Questo ruolo assunto nei confronti del territorio è stato, ed è tuttora, tra i principi fondamentali che orientano l’agire di PSA. Ciò è evidenziato a partire dalla scelta di mantenere il nome della città come elemento costitutivo nella denominazione del festival. Fin dal principio si è agito nella convinzione di lavorare per un bene pubblico, comprendendo il ruolo vitale che la Cultura gioca nello sviluppo della collettività. Rassegna cinematografica, 1981. Old & New Dreams, 1982. Gli sviluppi Le prime edizioni del festival sono state definite “pioneristiche” da più di uno dei fondatori. Negli anni ’76, ’77 e ‘78 le rappresentazioni si svolgevano nella piazza del Municipio, per l’occasione trasformata in un vero e proprio piccolo teatro; una cornice affascinante ma assai limitata. Da subito la mancanza di infrastrutture adeguate è stato uno dei problemi fondamentali per la tipologia di attività che il festival desiderava organizzare e proporre. In risposta alla crescente domanda di consumo culturale di quegli anni, nel 1979 fu realizzato il teatro all’aperto. Per 10 mila lire all’anno venne affittato simbolicamente il giardino dell’Hotel Posta e lì, sulla base di un contratto di 15 anni, venne costruito l’edificio, ispirato all’architettura del Teatro Romano di Verona. La nascita di uno spazio dedicato portò due impor12 13 Pergine Spettacolo Aperto La storia del Festival Aterballetto, 1981. tanti risultati: la possibilità di proporre una programmazione più ricca e la possibilità di ricorrere all’autofinanziamento in aggiunta ai contributi pubblici. Ed è quanto accade negli anni ’80, quando PSA cambia la sua formula organizzativa e da comitato organizzatore nel 1981 passa ufficialmente ad associazione, affidando la guida del nuovo corso a Marco Bernardi, il primo direttore artistico nella storia del festival, incarico che il giovane regista manterrà fino al 1993. La caratteristica multiforme è da allora una peculiarità della conduzione del festival: l’offerta di spettacoli spazia dal folklore al jazz, dalla musica d’autore alla classica e alla lirica. In più, la competenza di Bernardi sposta inevitabilmente l’attenzione sul teatro, così che PSA inizia a percorrere le strade della coproduzione, la prima nel 1981, e della produzione, l’anno seguente e i successivi. Dopo le edizioni di assestamento, alla ricerca della propria essenza e specificità, le scelte dell’associazione mirano a un’unità d’intento attraverso due tappe: prima tramite un processo di crescita qualitativa dell’of14 Roberto Vecchioni, 1985. ferta, poi mediante la definizione di un progetto culturale che faccia da punto di aggregazione sociale per il proprio ambiente di riferimento. L’associazione non vuole più solamente rendere viva l’estate perginese, Manifesto 1977, Ivo Fruet. 15 Pergine Spettacolo Aperto La storia del Festival Manifesto 1978, Luigi Senesi. ma si prefigge di diventare un operatore della promozione culturale attraverso la formazione del proprio pubblico. L’aspetto formativo non è tuttavia rivolto soltanto all’insieme degli spettatori, visto che la somma delle scelte di questo periodo porta con sé la necessità da parte dei volontari che operano nell’associazione di perfezionare professionalmente le proprie conoscenze e pratiche. Si pensi alla necessità di far fronte in maniera competente a esigenze organizzative, amministrative e tecniche, sempre in evoluzione. In questi primi anni la realizzazione del manifesto viene affidato ad artisti locali: il pittore Ivo Fruet firma il primo, quello che poi, stilizzato, divenne l’inconfondibile logo di Pergine Spettacolo Aperto (suoi anche quelli del 1977, del 1980, del 1987). Dopo di lui, Luigi Senesi nel 1978 e nel 1986, Raffaele Fanton nel 1979, Carlo Girardi nel 1981, Tullio Garbari nel 1982, Guido Polo nel 1983, Paolo Vallorz nel 1984, Bruno Colorio nel 1988, Cesarina Seppi nel 1989, Riccardo Schweizer nel 1990, Silvio Cattani nel 1991, Ines Fedrizzi nel 1993. Dopo una fase di costante espansione, negli anni Novanta comincia invece un periodo buio: l’eccessivo Momix in Supermomix, 1997. Manifesto 1981, Carlo Girardi. 16 17 Pergine Spettacolo Aperto La storia del Festival affollamento di iniziative identiche non consente alla kermesse perginese di emergere con decisione e i bilanci si fanno rapidamente insostenibili. Alla direzione artistica di Marco Bernardi seguono quella di Andrea Castelli nel triennio 1994-1996 e, nel 1997, quella di Paolo Facchini, che nel 1998 assume il ruolo di consulente alla programmazione. La svolta: il festival-laboratorio A metà degli anni Novanta la parabola di crescita che ha portato successo, numeri, riconoscibilità al festival ben oltre i confini regionali ha raggiunto l’apice e PSA entra in una fase di maturità. Il carattere generalista e poliedrico non è più sufficiente, anzi trasforma quello che prima era un punto di forza del festival in un elemento che ne segna la perdita d’identità. L’offerta di spettacoli è sempre di alta qualità, ma spesso si Balletto Accademico Nazionale Ucraino Pavel Virski, 1993. Il Barbiere di Siviglia, 2002. ricorre alla proposta di nomi di richiamo, in risposta a meccanismi di mercato piuttosto che a una ricerca innovativa. I soci di PSA comprendono il momento delicato e decidono di seguire una nuova strada. L’edizione del 1999 certifica la svolta e la nuova missione si concretizza in un modello originale: il “festival-laboratorio”. Ci si affida in questa nuova stagione alla coppia formata da Juan Lombana, che assume il ruolo di direttore musicale, e Leonardo Cantelli, nominato direttore artistico-organizzativo. La formula è semplice e originale allo stesso tempo. Da una parte giovani selezionati tramite audizioni, che si trovano nel momento di passaggio fra il percorso accademico e il mestiere artistico; dall’altra professionisti del mondo dello spettacolo in veste di insegnanti, per una formazione che va oltre l’aspetto 18 19 Pergine Spettacolo Aperto La storia del Festival li e culturali. È del dicembre 2003 il riconoscimento giuridico di Pergine Spettacolo Aperto, assegnato dal Commissariato del Governo di Trento. Il riconoscimento giuridico è un altro tassello del processo di trasformazione del festival perginese. Vanno qui ricordate due convenzioni storiche: la prima con il Centro Santa Chiara di Trento per l’attività artistica estiva, tramite la quale viene individuata Pergine come piazza estiva di riferimento per l’opera e l’attività artisticomusicale. La seconda con la Provincia, che definisce i rapporti con l’ente principale del territorio, portando Pergine Spettacolo Aperto a far parte di quel piccolo gruppo di enti culturali con i quali la Provincia intende sviluppare un rapporto privilegiato, sia sotto il profilo della determinazione delle politiche culturali, che sul piano meramente finanziario. La coppia Lombana-Cantelli termina il suo manCose turche, 2005. Pulcinella, 2003. puramente tecnico e interessa la consapevolezza della costruzione di uno spettacolo. Ai ragazzi, provenienti non solo dall’Italia, ma anche da diversi paesi stranieri, è data l’occasione di vivere un’esperienza globale di scambio artistico e umano prima che tecnico-formativo; si vuole puntare sul processo di apprendimento indiretto grazie alla dimensione dell’incontro. PSA si specializza così nella formazione e nella produzione, secondo una linea orientata inizialmente all’attività musicale (concertistica, lirica) e successivamente all’interazione possibile fra musica, teatro e danza. Dalla stagione 1999 a quella del 2005 le produzioni dei laboratori PSA sono ventinove e coinvolgono strumentisti, ballerini, bandisti, attori, coristi e cantanti per quasi 1300 persone. S’instaurano inoltre collaborazioni con conservatori, accademie, enti teatra20 21 Pergine Spettacolo Aperto La storia del Festival dato nel 2004. L’anno successivo la direzione artistica è affidata a Juan Lombana e a Mimma Gallina. Nel 2006 si aggiunge Cristina Pietrantonio e la “direzione” si trasforma in una “commissione” artistica. Il ritorno a Pergine: l’Arte di essere fuori A questo punto si decide di abbandonare la formula esclusiva dei Laboratori PSA, una svolta apparentemente sorprendente visti i risultati raggiunti in termini numerici e il respiro internazionale che avvolge l’atmosfera del festival in questi anni. Le ragioni che spingono al cambiamento nascono dalla constatazione del fatto che i Laboratori hanno il limite di non poter far entrare le produzioni nel circuito professionistico, ma non solo. I soci di PSA nota- Interni abbandonati ex Ospedale Psichiatrico. Out of Body, 2007. no infatti che il festival ha perduto il rapporto diretto con la città, configurandosi come un evento a sé stante, che potrebbe esistere in qualsiasi altro centro urbano simile a quello perginese. Il passaggio successivo viene fatto con queste motivazioni ed è riassunto in maniera efficace dallo slogan posto ora accanto al nome ufficiale di PSA: L’arte di essere fuori. Nel 2007 la direzione artistica viene affidata a Cristina Pietrantonio, che lavora sull’ottimizzazione degli aspetti organizzativi e gestionali, sul riposizionamento del festival e sulla realizzazione di un programma in grado di offrire proposte culturali innovative e che possiedano nel contempo un grado elevato di appeal nei confronti del pubblico. 22 23 Pergine Spettacolo Aperto La storia del Festival La riconquista del territorio avviene occupando l’ex manicomio, uno spazio “scomodo” nella storia di Pergine. Il nuovo ruolo che PSA sceglie per il festival è quello di farsi medium, tramite, per rendere viva la memoria di questo luogo e far sì che il passato riemerga e interagisca con il presente. Ciò avviene in due modi: con la proposta di spettacoli multidisciplinari connessi ai temi della devianza, del disagio, della marginalità e più ampiamente caratterizzati da una creatività dai confini indefinibili e con la riappropriazione e rilettura degli spazi dell’ex Ospedale Psichiatrico. Una seconda sezione del Festival “PeM PergineMusica” si ricollega più direttamente alla tradizione di PSA, con la proposta di spettacoli di teatro Normale. Anche la follia merita i suoi applausi, 2008. Requiem per Chris. E. Rava e S. Rubini, 2008. musicale presso lo storico Teatro Tenda. Produzioni e coproduzioni, laboratori e azioni di sostegno e promozione per giovani artisti sono gli elementi principali di una formula che fa da ponte tra il passato e il futuro di un festival poliedrico che, dopo trentacinque anni, affronta nuovamente una fase di trasformazione e di crescita. 24 25 Pergine Spettacolo Aperto La ricerca di una nuova identità Si riparte dal 2007 l direttivo di PSA, insieme alla nuova presidenza e direzione artistica, decide di inaugurare il nuovo corso scommettendo su una proposta che pare ad alcuni un’ardita provocazione, ad altri un’offensiva riesumazione di un tabù collettivo, ad altri ancora un intelligente e stimolante rilancio per una delle rassegne festivaliere più longeve e seguite in Trentino. Il titolo dell’edizione 2007 è quanto mai emblematico e non lascia adito a equivoci: “Apriamo alla follia”. Un’apertura non soltanto tematica, ma anche e soprattutto reale: dopo tanti anni gli edifici che per oltre un secolo hanno ospitato uno dei più importanti manicomi del Nord Italia sono stati riaperti e simbolicamente restituiti all’antica destinazione d’uso. Per un giorno - anch’esso dall’alto contenuto simbolico, il 14 luglio (anniversario dell’assalto alla Bastiglia, luogo simbolo di un potere chiuso e che rinchiude) - sono diventati teatro di mostre fotografiche, documentari, performance, laboratori, incontri, discussioni pubbliche, ma soprattutto l’occasione per restituire a un’intera comunità un immenso patrimonio di storie, una memoria rimossa che, nel bene e nel male, ha segnato la vita di tutti i perginesi. L’inaspettata partecipazione di pubblico, il grande interesse manifestato per ogni singola iniziativa, le critiche - rivelatesi quasi sempre costruttive - mosse dai detrattori hanno avuto il potere di consolidare un audace esperimento in un vero e proprio progetto, sul quale PSA ha intenzione di investire, in futuro, risorse materiali, energie creative e tanta passione. I 26 27 Pergine Spettacolo Aperto L’itinerario tracciato nel 2007 prosegue nel triennio successivo, che dedica al tema della memoria quattro giornate nel 2008, cinque nel 2009 e un’intera settimana nel 2010. Di volta in volta alcune aree dell’ex Ospedale Psichiatrico sono elette a luoghi di rappresentazione artistica, di narrazione e di riflessione, spazi di incontro e di dialogo, di testimonianza e di emozione. L’intento è ancora quello di abbattere metaforicamente sbarre e recinti, di esplorare il misterioso e scabroso territorio della follia umana mediante il multiforme linguaggio dell’arte, offrirle semplicemente margini di rappresentazione e dunque di possibile integrazione, senza con questo operare indebite sovrapposizioni con tutti quegli operatori che Il complesso originario del manicomio di Pergine nel 1882. La ricerca di una nuova identità quotidianamente hanno a che fare con la sofferenza della malattia mentale e del bisogno di cura. Questa parte del festival è oggi denominata “La città dei matti” e ospita un atelier di outsider art, una sezione video, momenti di formazione e di confronto, un ricco programma di spettacoli live, musicali e teatrali, uno spazio aperto al dialogo tra gli artisti e il pubblico. La Città dei Matti Con questo nome era conosciuta, fino a poco tempo fa, Pergine Valsugana. Una città il cui paesaggio, reale e simbolico, era dominato dal manicomio, un luogo senza nome, come tutti i manicomi, un luogo della vergogna, che per oltre un secolo ha ospitato gente di lingua e cultura diverse, italiani e tedeschi, ma anche ladini e mocheno-cimbri. Un luogo in cui ogni identità - culturale, linguistica, ma soprattutto umana - si perdeva in un’esistenza anonima, dove l’estraneità della parola era la muta traccia che conduceva dentro storie di dolore e segregazione, ma anche di speranza e riscatto. Dall’Ospedale Psichiatrico sono transitate migliaia di esistenze, che hanno intrecciato la loro vicenda personale con quella di un’intera città: tanti pazienti, altrettanti medici e paramedici, ma anche personale di servizio e di gestione, che aveva il compito di tenere in piedi l’istituzione totale. Un universo di microstorie, racconti e testimonianze di chi stava dentro, di chi stava fuori, di chi stava un po’ dentro e un po’ fuori. È forse il luogo più autentico della memoria collettiva, un patrimonio con cui un’intera comunità si specchia nel suo passato. Il ruolo di PSA Una memoria dolorosa e rimossa che chiede di essere recuperata e approfondita, spazi della mente e del paesaggio che vogliono essere ancora abitati, prima che ne spariscano le tracce o che non se ne riconoscano più i segni. Non si tratta soltanto di alimentare un pa- 28 29 Pergine Spettacolo Aperto trimonio condiviso di storie, cronache, eventi e personaggi, di arricchire archivi storici e produrre sempre nuovi materiali documentari, ma di fare in modo che un passato comune interagisca efficacemente con il presente in trasformazione. Da questa esigenza, che si radica nel tessuto fisico del territorio, ancora prima che in quello sociale, PSA vuole partire per proporsi come contenitore di sperimentazione creativa e di produzioni artistiche connesse a vario titolo con la devianza, il disagio e la marginalità. Dall’edizione 2007 il festival si fa carico di un compito difficile, quello di mantenere viva l’attenzione su temi scomodi come quello della follia, ospitando mostre, rassegne cinematografiche, spettacoli teatrali e di danza, incontri pubblici, produzioni musicali, workshop e altre iniziative riconducibili ad ambiti disciplinari differenti. Ciò anche nell’ottica della costruzione di un nuovo teatro all’interno degli spazi che un tempo appartenevano al manicomio, ma soprattutto in sintonia con la vocazione più genuina del festival, che da oltre 30 anni trae la sua linfa vitale dal luogo che lo ospita. Potremmo definirlo una sorta di debito culturale verso ciò che ci circonda e verso noi stessi: l’andare a riprendersi un’identità. Normale. Anche la follia merita i suoi applausi, 2008. 30 La ricerca di una nuova identità Breve storia dell’Ospedale Psichiatrico di Pergine Per garantire anche ai cittadini di lingua italiana l’assistenza psichiatrica sul territorio di origine, affiancando così al grande manicomio di Hall un ulteriore centro di raccolta e cura dei malati psichiatrici nella provincia tirolese dell’Impero asburgico, il 12 ottobre 1874 la Dieta tirolese approva il progetto di costruzione di una nuova struttura manicomiale. Il luogo designato a ospitarla è Pergine Valsugana. Realizzato tra il 1879 e il 1881, l’edificio, molto simile per pianta e stile architettonico ad altri stabili pubblici che si andavano erigendo in quegli anni in tutto l’Impero, viene inaugurato il 19 settembre 1882. Inizialmente pensato per ospitare 200 degenti, fin dall’inizio i suoi spazi devono contenere un numero di presenze ben superiore, imponendo alla direzione già negli anni Novanta una prima serie di interventi di ampliamento, sia a livello strutturale, sia in termini di organizzazione e classificazione dei vari metodi di cura. Nel 1905 viene portata a termine la costruzione di due nuovi padiglioni esterni all’edificio centrale, che qualche anno dopo verranno intitolati ai martiri di guerra Gennaro Pandolfi e Gaetano Perusini. Con l’acquisto del podere Gasperini a Vigalzano viene inoltre aperta una colonia agricola. Con lo scoppio della prima guerra mondiale i degenti vengono trasferiti in altre strutture dell’Impero e il manicomio di Pergine viene trasformato nel 1916 in ospedale militare. Con la successiva annessione del Trentino-Alto Adige all’Italia la struttura, tornata nel frattempo ad accogliere malati psichiatrici, passa dall’amministrazione austriaca a quella italiana e ad essere così soggetta alla legge italiana sui manicomi del 14 febbraio 1904 e a tutte le sue successive modifiche e integrazioni. Nel frattempo viene esteso il territorio di competenza: fra il 1923 e il 1925 il manicomio inizia a ospitare anche pazienti di lingua tedesca, altoatesini, e a richiedere ulteriori interventi di ampliamento. 31 Pergine Spettacolo Aperto La ricerca di una nuova identità Viene dunque approvato nel 1924 il progetto di costruzione di tre nuovi padiglioni, di cui se ne realizzarono soltanto due, inaugurati tra il 1927 e il 1934. Tra questi, il “Valdagni” è destinato ad accogliere pazienti femminili. In seguito a questi interventi, l’istituto è in grado di ospitare fino a 750 persone. Il periodo che comprende la seconda guerra mondiale è caratterizzato da una situazione assai difficile: alle precarie condizioni di vita all’interno dell’istituto corrisponde un sensibile aumento della mortalità fra i degenti. Inoltre, facendo seguito all’accordo italo-tedesco sulle opzioni, il 26 maggio 1940 i circa trecento pazienti di lingua tedesca vengono trasferiti nell’ospedale psichiatrico tedesco di Zwiefalten e quasi tutti eliminati sulla base del programma di eutanasia e di eliminazione sistematica degli individui fisicamente e psichicamente menomati voluto dal regime nazista. Rimane questa una delle pagine più tristi nella storia dell’Ospedale Psichiatrico di Pergine. Anche nel Dopoguerra il problema principale si chiama sovraffollamento. Nonostante tra il 1949 e il 1966 vengano aperti tre nuovi padiglioni e i lavori di trasformazione e di ampliamento delle strutture esistenti siano pressoché continui, l’ospedale deve far fronte a un numero di malati quasi sempre superiore alle proprie capacità. Negli anni Sessanta si arriva addirittura a contare 1700 degenti psichiatrici, un dato peraltro in sintonia con gli altri manicomi italiani e che contribuisce, tra l’altro, a un generale ripensamento del ruolo e della funzione terapeutica e sociale degli ospedali psichiatrici e alla ridefinizione di un nuovo assetto legislativo che privilegi la creazione e lo sviluppo di strutture di assistenza psichiatrica più piccole, decentrate e distribuite uniformemente sul territorio. Manicomio di Pergine, interno. Manicomio di Pergine, personale medico e infermieristico. 32 È con la legge Mariotti del 18 marzo 1968 e con l’istituzione dei primi “centri o servizi di igiene mentale” che si ha la conferma di un nuovo orientamento nella diagnosi e nella cura del disagio terapeutico più mirato, efficace e adeguato alla sempre più crescente richiesta di cura. Vi sarà tutta una serie di tappe intermedie e di avvicinamento prima di arrivare all’evento che trasformerà radicalmente nel nostro Paese l’assistenza e la cura del disagio psichico: la legge Basaglia del 13 maggio 1978, con la quale si decreta la progressiva chiusura di tutti i manicomi presenti sul territorio italiano. Automaticamente anche a Pergine vengono così interrotti i ricoveri coatti e di volontari non recidivi, mentre si continuano ad accogliere i recidivi, ma soltanto fino all’aprile 1981. Con il 1982 la competenza sul servizio di salute mentale passa dalla Provincia all’Unità sanitaria locale. Da allora inizia il graduale smantellamento dell’Ospedale Psichiatrico di Pergine fino alla sua chiusura, nell’ottobre 2002, quando una delibera della Direzione generale dell’Azienda provinciale Servizi sanitari sanziona definitivamente la cessazione delle attività della struttura, che da quel giorno in poi verrà legittimamente chiamata “ex Ospedale Psichiatrico”. 33 Eventi da ricordare 35 Il futuro del Festival e il nuovo teatro N elle prime edizioni, dal 1976 al 1978, Pergine Spettacolo Aperto si svolgeva nella piccola piazza municipale. Nel 1979 si dotò di una tensostruttura di circa 700 posti, oggi obsoleta sia dal punto di vista tecnico-strutturale sia per la nuova conformazione e funzione urbanistica che l’area è venuta ad assumere. Se infatti trent’anni fa il teatro tenda sorgeva in una zona di incolti, oggi è attorniata da condomini e palazzine, la cui convivenza con attività di spettacolo dal vivo e all’aperto risulta piuttosto problematica. Si è deciso dunque di costruire un nuovo teatro all’interno del parco dell’ex Ospedale Psichiatrico, nell’ottica di valorizzare un’area di interesse storico e naturalistico, che tuttavia è poco conosciuta e frequentata dagli abitanti del territorio. Il nuovo teatro all’aperto avrà caratteristiche innovative, improntate alla massima flessibilità di utilizzo e alla sostenibilità ambientale. In primis una torre scenica prefabbricata in legno e una platea modulare, che può essere coperta all’occorrenza, con una capienza dagli 800 ai 2000 posti. Nei mesi invernali, quando il teatro sarà chiuso al pubblico, la torre scenica è predisposta per diventare un teatro di posa ove ospitare produzioni televisive e cinematografiche. 37 Pergine Spettacolo Aperto IL NUOVO TEATRO DI PERGINE Il progetto del nuovo teatro all’aperto di Pergine risponde alle esigenze di flessibilità espresse dal committente sia per la capienza (800 posti in platea, 1200 in tribuna) sia per le funzioni; con questo edificio, infatti, Pergine Spettacolo Aperto intende ospitare molteplici attività: teatro, danza, lirica, concerti, cinema, congressi, mostre ed esposizioni temporanee nei locali annessi, oltre alla produzione di format televisivi. Il palco, delle dimensioni di 20m x 20m, e i servizi di supporto allo stesso si trovano al piano terra di un volume coperto alto 24m, il quale contiene anche il foyer, la biglietteria e la caffetteria. La torre scenica comprende gli elementi di collegamento verticali (scale e ascensore) che servono per raggiungere la graticcia, i camerini, i cameroni con lavanderia e sartoria, nonché i locali per le attività di gestione che sono posti ai piani superiori. Una grande sala prove, magazzini, depositi per le scenografie, locali tecnici e laboratori si trovano nel piano interrato che presenta un’altezza utile di 4m. La platea e la tribuna assecondano l’andamento naturale del terreno. La doppia copertura retrattile costituita da una tensostruttura a membrana permette di proteggere dalle intemperie la platea e, se necessario, comprende anche la tribuna. Le caratteristiche morfologiche del territorio, sinuosità e altimetria, suggeriscono la forma dell’edificio. La torre scenica assume un andamento curvilineo che, allungandosi verso nord-est, crea una piazza che accoglie il pubblico e può ospitare manifestazioni. Progetto nuovo teatro di Pergine - sezione, arch. Cristina Pasquale. 38 Il futuro del Festival e il nuovo teatro Insieme alle necessità tecnico-funzionali dell’edificio, in fase di redazione del progetto è stata effettuata un’analisi del luogo sia dal punto di vista climatico e naturalistico sia con riguardo alla viabilità, alla mobilità e al grado di relazione dell’area con il centro abitato e i servizi esistenti, al fine di massimizzare la sostenibilità dell’intervento. In quest’ottica, oltre che per contenere significativamente i tempi di costruzione, si è previsto di utilizzare la prefabbricazione in legno per le strutture fuori terra e la copertura della torre scenica. L’utilizzo del legno a fini strutturali, il rispetto del severo protocollo di certificazione energetico-ambientale LEED in fase di progettazione, il ricorso a fonti di energia rinnovabile e a un sistema impiantistico a basso impatto ambientale ed economico fanno di questo edificio un virtuoso esempio di sostenibilità. Ciò in sintonia con la politica di sensibilizzazione e attenzione al rispetto per l’ambiente che PSA sta portando avanti negli ultimi anni. Il progetto del nuovo teatro sta innescando un processo di rinnovamento e di ripensamento profondo della funzione dell’Associazione Pergine Spettacolo Aperto, che non si configurerà più solo come organizzatore di un Festival, bensì come primo motore di una rivoluzione culturale del territorio. Entro il prossimo triennio, infatti, il Comune porterà a compimento anche il Teatro Comunale, 39 Pergine Spettacolo Aperto sito in zona centrale, con circa 500 posti a sedere. L’apertura delle due nuove strutture teatrali costituirà un evento unico nella vita della città di Pergine e del suo territorio, che si stanno trasformando così in un vero e proprio distretto culturale. L’attualità e l’urgenza del problema gestionale sta portando diversi soggetti a dialogare tra loro con l’obiettivo di dar vita a un network che abbia la forza propulsiva per determinare fortemente la vita culturale del territorio, con un alto potenziale innovativo per caratteristiche strutturali, tecnologiche e di servizi per la comunità. Sono molti i temi “caldi” ai quali le attività culturali possono dare risposte concrete: interculturalità, disagio giovanile, un centro storico in crisi, la valorizzazione delle aree dismesse dell’ex Ospedale Psichiatrico, il rischio di perdita d’identità per una cittadina che vede costantemente crescere i residenti che lavorano altrove senza “abitare” la città. Il nuovo sistema culturale ha l’ambizione di governare un vero e proprio “rinascimento” del territorio, trasformandolo in un importante polo creativo e culturale, volano per il rilancio della vita sociale e dell’economia locale. Padiglione Perusini, Out of Body, 2007. 40 L’organizzazione I l Festival Pergine Spettacolo Aperto nasce come realtà gestita interamente da volontari. L’anima del Festival, in particolare per i primi vent’anni, era fondata sulla forza di persone di tutte le età che si spartivano i diversi compiti: segreteria, amministrazione, personale tecnico, maschere; ognuno portava la propria esperienza maturata in altri contesti teatrali o più spesso in settori completamente diversi. Dalla fine degli anni ’90, con l’introduzione dell’idea di “Festival Laboratorio” e quindi di un’attività produttiva complessa e strutturata, si comprende che le forze dei volontari, comunque fondamentali, dovevano essere affiancate da professionisti del settore, perché il sistema organizzativo diveniva sempre più complesso da gestire e richiedeva totale disponibilità di tempo, competenze specifiche e maggiori responsabilità. Basti pensare che dal 1999 al 2006 il Festival ha prodotto per ogni edizione un balletto, un concerto e un’opera lirica, trovandosi a gestire in un periodo di 5/6 settimane circa 150 artisti (la maggior parte dei quali giovanissimi) provenienti da tutto il mondo, impegnati su produzioni diverse, con tempi di prova spesso sovrapposti. Non dimentichiamo poi l’impegnativa attività di trasferta che in quel periodo portava Pergine Spettacolo Aperto ogni anno in diverse località italiane, in Spagna e in Portogallo. Dalla fine degli anni ’90 si sono quindi introdotte gradualmente nuove figure con contratti professionali: – responsabili di produzione che potessero seguire nel dettaglio le diverse attività, affiancati dalla se41 Pergine Spettacolo Aperto greteria e sotto la supervisione di un unico responsabile organizzativo; - un direttore tecnico per il coordinamento dei giovani tecnici volontari; - un ufficio stampa interno, fondamentale per una comunicazione quotidiana delle sempre più numerose attività in programma. Dal 2007 a oggi, con la nascita e lo sviluppo del progetto “L’arte di essere fuori”, il Festival gestisce un’attività molto più concentrata a livello temporale, in cui produzioni, ospitalità, eventi speciali si susseguono con ritmi incalzanti e contemporaneamente in spazi diversi. L’elemento più complesso da gestire attualmente è proprio l’utilizzo degli spazi, non solo teatrali: la moltiplicazione dei luoghi performativi rende necessaria un’organizzazione che ottimizzi i tempi e suddivida le squadre e le azioni di lavoro in modo preciso. Attualmente possiamo pensare a Pergine Spettacolo Aperto come a un grande laboratorio anche dal punto di vista organizzativo. L’entusiasmo e l’operosità dei fondatori storici, alcuni dei quali ancora attivissimi, ha permeato il modus operandi dei giovani professionisti, dei volontari e dei tanti tirocinanti che ogni anno arrivano al Festival. Si è creato quindi un team eterogeneo dove la formazione continua e il passaggio di consegne sono i cardini di un’organizzazione semplice ma entusiasta, in continua evoluzione e con il desiderio di migliorarsi anno dopo anno, senza dimenticare le origini e gli insegnamenti di coloro che ci sono stati “prima”. Organigramma Festival PSA Numericamente parliamo di circa 15 professionisti e 40 volontari per ogni edizione. L’impegno dei professionisti si concentra durante il periodo estivo e dura circa cinque settimane. Nell’ultimo decennio si è resa permanente l’atti42 L’organizzazione vità di segreteria come punto di riferimento per tutti i collaboratori del Festival e per gestire l’attività ordinaria, incrementata di recente in seguito alla collaborazione tra il Festival e altri enti e associazioni locali, per l’organizzazione di eventi anche nel periodo invernale. Se fino al 2005 circa i collaboratori professionisti esterni potevano cambiare a ogni edizione, la politica degli ultimi anni è stata invece quella di creare un team di lavoro permanente a cui affiancare di volta in volta nuovi volontari, tirocinanti, figure di supporto, per arrivare a una struttura solida e ben strutturata e allo stesso tempo aperta a nuovi stimoli e capace di coinvolgere e formare nuovi elementi. È interessante constatare la crescita professionale di tanti giovanissimi che hanno iniziato adolescenti e negli anni hanno acquisito maturità e consapevolezza, decidendo di trasformare un passatempo estivo in una scelta professionale. È questo percorso di crescita che contribuisce a creare una squadra affiatata, che unisce persone di provenienze diverse che si trovano a condividere spazi e tempi esclusivi, totalizzanti, e che per un mese lavorano con ritmi a volte estenuanti ma resi sostenibili da una profonda condivisione. I numeri del festival Il bilancio Le entrate sfiorano attualmente i 500.000 euro e sono suddivise come segue: – il 70% da Enti pubblici (Provincia, Regione, Comune); – il 10% da privati (Fondazione Caritro, Cassa Rurale, ditte varie); – il 12% da prestazioni di servizi svolti a terzi (organizzazioni di spettacoli, service, affitti); – l’8% incassi da sbigliettamento. 43 Pergine Spettacolo Aperto 44 L’organizzazione 45 Pergine Spettacolo Aperto L’organizzazione – 40% compensi per prestazioni artistiche; – 15% oneri e accessori (scenografie, allestimenti vari, alloggi); – 5% spese di manutenzione struttura; – 5% oneri finanziari e Siae; – 5% affitti, pulizie; – 10% altri costi (elaborazioni contabili, assicurazioni, cancelleria, bollette telefoniche, spese postali, varie). Gianni Schicchi, 2004. L’obiettivo da raggiungere, ogni anno, è quello del pareggio di bilancio. Un obiettivo che viene perseguito con cura certosina da quando il festival si basa per larga parte su attività proprie di produzione, che per loro natura prevedono molte variabili in corso d’opera. Far quadrare i conti era certo assai più facile negli anni in cui l’attività si basava sul semplice acquisto di spettacoli. Le uscite sono suddivise nelle seguenti macro aree: – 10% personale dipendente; – 10% prestazioni professionali (direzione artistica, collaboratori organizzativi e tecnici); 46 Il bilancio delle ultime cinque edizioni del Festival è stato esaminato sotto il profilo del cosiddetto “bilancio sociale”. Si è osservato che circa il 70-75% delle uscite viene assorbito dal territorio: dai compensi ai collaboratori residenti in zona agli acquisti di generi diversi presso esercizi locali, fino ad arrivare agli interessi passivi pagati alla cassa rurale cittadina, i denari spesi dal Festival restano in buona sostanza “in famiglia”. L’indotto, invece, non è mai stato quantificato: oltre al pubblico, per un periodo di circa due mesi il festival ospita collaboratori, artisti, tecnici, personale vario. Tutte persone che in quel periodo girano il territorio. E spendono. Il pubblico Nelle ultime quattro edizioni il pubblico si è attestato su una media di 25 mila presenze, grazie anche al grande richiamo della serata di apertura, una notte bianca che coinvolge il centro storico e l’incantevole Parco Tre Castagni. Tradizionalmente al pubblico vengono somministrati dei questionari in occasione degli spettacoli a pagamento, da cui si evince che un 70% è di provenienza extra locale e di questo il 30% proviene da fuori Provincia. Con le due trasmissioni in diretta radio “NBC” è stato raggiunto un complessivo di 52.000 ascoltatori nelle province di Trento e Bolzano (dati S.V.D.). 47 Pergine Spettacolo Aperto 48 L’organizzazione anno serate spettatori Presidenti e Direttori artistici 1976-2010 1976 3 1.211 anno PRESIDENTE DIRETTORE ARTISTICO 1977 5 2.563 1978 9 5.651 1976 1978 Bruno Petri Marco Bernardi 1979 10 4.725 Franco Oss Noser Marco Bernardi 1980 12 5.294 1979 1982 1981 24 7.568 1983 1988 Giorgio Torgler Marco Bernardi 1982 23 8.641 1983 42 21.672 1989 Franco Oss Noser Marco Bernardi Giorgio Antoniacomi 1984 52 22.533 Franco Oss Noser Marco Bernardi 1985 38 21.362 1990 1991 1986 23 10.576 1992 1993 Giorgio Antoniacomi Marco Bernardi 1987 26 10.122 1988 22 6.539 1994 1995 Roberto Filippi Andrea Castelli 1989 20 12.689 1996 Giorgio Torgler Andrea Castelli 1990 26 8.518 1997 Giorgio Torgler Paolo Facchini 1991 58 7.606 1992 18 8.210 1998 2004 Giorgio Torgler Leonardo Cantelli Julian Lombana 1993 17 7.502 2005 Giorgio Torgler 1994 20 7.819 Julian Lombana Mimma Gallina 1995 26 12.911 2006 Giorgio Torgler 1996 24 15.182 Mimma Gallina Julian Lombana Cristina Pietrantonio 1997 30 6.847 Paolo Oss Noser Cristina Pietrantonio 1998 14 5.474 2007 2010 1999 16 5.330 2000 10 3.978 2001 12 3.247 2001 10 3.773 2003 18 4.660 2004 11 2.988 2005 10 3.062 2006 13 6.195 2007 18 26.314 2008 26 27.000 2009 29 23.000 2010 52 25.000 Attuale Consiglio di Amministrazione Presidente Paolo Oss Noser Consiglieri Gabriele Buselli Gianluca Filippi Roberto Filippi Marco Frisanco Emanuele Masi Marcello Pallaoro 49 Istituzioni e rapporti con il territorio L a cultura diffusa sul territorio è uno degli indicatori dello stato di salute di una comunità. È infatti nelle periferie che la cultura si coniuga con la concretezza, che riesce più facilmente a fare rete e a diventare anche offerta per un turismo di qualità, oppure si qualifica come laboratorio di ricerca o di aggregazione sociale o di formazione delle giovani generazioni. In questo la storia di Pergine Spettacolo Aperto il più longevo festival del Trentino, con i suoi 35 anni di vita - è emblematica delle potenzialità che la Cultura condivisa riesce a estrinsecare, specie quando si basa sul lavoro, sulle competenze e sulla passione di un gruppo di persone altamente qualificate. Oggi Pergine Spettacolo Aperto è sinonimo di Cultura che mescola sapientemente Spettacolo e Divertimento e che si pone come “mission” l’intrattenimento intelligente ma anche la provocazione intellettuale, non disgiunta da una sensibilità del tutto particolare per le forme di spettacolo alternative, ma allo stesso tempo radicate nella tradizione. E se questo palcoscenico ideale si allarga fino ad abbracciare i territori confinanti, la Provincia non può non rispondere, non può non mettere gli amici di Pergine nelle condizioni di proseguire nella loro esperienza. Per questo motivo abbiamo pensato di appoggiare la realizzazione di un nuovo teatro, che dovrà rinnovare il concetto di “culla” di cultura e di spettacolo e che avrà l’intera comunità del Trentino come punto di riferimento. Un nuovo teatro come tappa di una 51 Pergine Spettacolo Aperto nuova vita, di nuove esperienze, di nuovi radicamenti. Una nuova sfida per Pergine Spettacolo Aperto, che siamo certi non ci deluderà. Franco Panizza Assessore alla Cultura, Rapporti europei e Cooperazione della Provincia autonoma di Trento Pergine Spettacolo Aperto è una delle associazioni, se non “l’Associazione”, che ha fatto la storia culturale della città ed è quella che più ha contribuito a far circuitare il nome di Pergine Valsugana in ambito regionale, nazionale e internazionale. Pergine Spettacolo Aperto è anche l’associazione che per prima in Trentino ha capito le potenzialità di politica culturale del Festival, un progetto culturale che di volta in volta ha saputo interpretare il bisogno di cultura della gente e l’ha sapientemente coniugato con la capacità di innovazione espressiva dei grandi artisti che negli anni ha ospitato, segnando una strada che successivamente in molti hanno cercato di imitare. Per questo a PSA va la tutta la riconoscenza dell’Amministrazione comunale e della comunità perginese. Silvano Corradi Sindaco di Pergine Marco Morelli Assessore alle Attività Culturali di Pergine Publistampa Arti Grafiche crede in una strategia di espansione vincolata alla propria responsabilità sociale e alla sostenibilità ambientale del lavoro e dei propri prodotti e vuole essere attore di un’economia che riporta le valutazioni sociali e ambientali sullo stesso piano di quelle economiche. Il concetto di cultura d’impresa che informa le sue attività investe, pertanto, il suo comportamento come soggetto sia nelle di52 Istituzioni e rapporti con il territorio namiche economiche sia nel più vasto contesto in cui opera. È presente attivamente sul piano culturale e sostiene organizzazioni di solidarietà sociale, ambientaliste, etiche e associazioni culturali fornendo il proprio contributo. Fondamentale, nei confronti di Pergine Spettacolo Aperto, con cui lavoriamo dal 1995, è non solo il sostegno ma anche la collaborazione nell’allestimento dei piani di comunicazione e promozione, i cui supporti sono realizzati in carte riciclate e certificate FSC. Manuela Dalmeri Responsabile reparto grafico Publistampa Arti Grafiche Sant’Orsola e Pergine Spettacolo Aperto, un matrimonio creativo tutto trentino. Passione, magia e forte legame con il territorio. Sono destini incrociati quelli di Sant’Orsola, Cooperativa leader in Italia nella produzione di piccoli frutti, fragole e ciliegie tardive, e l’Associazione Pergine Spettacolo Aperto. Due realtà con profonde radici nell’area della Valsugana, accomunate da un ricco patrimonio di valori e dal fine comune della crescita sociale e culturale del territorio. Una identità di vedute concretizzatasi tre anni fa, quando dalla loro collaborazione iniziò a prendere forma quella che oggi è uno degli appuntamenti clou dell’estate perginese: la favolosa Festa dei Piccoli Frutti. Un’incantevole iniziativa che, in concomitanza con la Notte Bianca di Pergine, unisce in un’unica e ricca esperienza storia, cultura, divertimento e gastronomia, celebrando ogni volta la creatività e le eccellenze gastronomiche della zona. Silvio Bertoldi Presidente cooperativa S.Orsola Il significato della collaborazione tra Plus Communications e PSA va oltre la stima che unisce i due soggetti (Agenzia e Festival) e l’amicizia che da sem53 Pergine Spettacolo Aperto pre caratterizza i rispettivi referenti. Si lega a una scelta strategica fondante, ovvero il fatto di rappresentare il tema di ogni stagione attraverso un’idea: originale, pertinente e propria. La promessa che Plus ha chiesto e che PSA ha mantenuto nel tempo è infatti la possibilità e la libertà di esprimere un’idea. Credetemi, per un’Agenzia di pubblicità che decide di investire tempo e risorse per alcuni soggetti del mondo della cultura, questo è già il compenso. Ed è anche una soddisfazione il fatto che PSA investa ogni anno quattrini nella produzione di questa idea, quando sarebbe senz’altro più economico dare fondo a immagini di archivio delle ospitate o delle produzioni, risolvendo la pratica con esercizi eminentemente grafici, magari di alto profilo. Peraltro consuetudine della maggior parte degli altri festival. Roberto Locatelli Presidente Plus Communications Agenzia di comunicazione 54 Eventi da ricordare Le origini elle estati della prima metà degli anni Settanta, piazza Municipio si colorava a festa: il selciato veniva coperto da una grande dama e le pedine si animavano, per dare vita alle prime timide manifestazioni culturali estive della cittadina perginese. N Orchestra Haydn, 1978. 55 Pergine Spettacolo Aperto Eventi da ricordare I primi cartelloni Dal 1981 al 1993 PSA vive una stagione felice, in costante espansione e diventa in Trentino il festival estivo per antonomasia. Sul palco del Teatro Tenda salgono Paolo Conte, Gino Paoli, Anna Proclemer, Piera Degli Esposti, Marcel Marceau, Roberto Vecchioni, Victoria Chaplin, Carla Fracci, Al Di Meola, Franco Battiato, Francesco De Gregori, Milva, Amalia Rodriguez, Angelo Branduardi, Astor Piazzolla, Ernesto Calindri, Giorgio Albertazzi, Enzo Jannacci, Ute Lemper, Ornella Vanoni, Rossana Casale, Richard Galliano. Marcel Marceau, 1985. Paolo Rossi, 1982. La rivoluzione di fine anni Novanta Nel 1998 giunge – non certo a ciel sereno – la prima rivoluzione pacifica della storia di Pergine Spettacolo Aperto. PSA vuole tornare a essere promotore di cultura e non più solo contenitore di intrattenimento. Con la produzione dei “Catulli Carmina”, diretti da Julian Lombana, parte il progetto di formazione di giovani musicisti provenienti da tutto il mondo. 56 57 Pergine Spettacolo Aperto Eventi da ricordare registi che possano portare sguardi nuovi sull’Opera. I cantanti vengono reclutati attraverso audizioni internazionali, che hanno l’obiettivo di scovare e valorizzare giovani interpreti. I debutti: 2007 Madama Butterfly di Giacomo Puccini. Regia Laura Corradi, direttore Daniele Agiman. Orchestra Laboratori PSA. Catulli Carmina, 1998. PergineMusica Nel 1999 PSA decide di rendere più specifica la propria attività, esplorando “La musica nel teatro” e per sette stagioni consecutive attiva un grande laboratorio che coinvolge strumentisti, ballerini, bandisti, attori, coristi e cantanti. Fino al 2005 le produzioni sono state ventinove e hanno coinvolto quasi 1300 persone, anche attraverso scambi e collaborazioni con conservatori, accademie, enti teatrali e culturali. Il percorso continua tutt’oggi con la sezione del Festival denominata “PergineMusica” (PeM): opera, danza, musical, reading con musica, grandi ospiti. I laboratori per giovani artisti e la produzione di nuovi allestimenti rimangono caratteristiche fondanti. Nel 2007 è partito il progetto Operamanía: un “ibrido” tra lirica e teatro, con orchestra, cantanti e attori, che mette in scena gli highlights di un titolo del grande repertorio italiano in allestimenti affidati a 58 2008 La Traviata di Giuseppe Verdi. Regia di Alessio Pizzech, direttore Daniele Agiman. Orchestra sinfonica G. Rossini di Pesaro. 2009 La Bohème di Giacomo Puccini. Regia Bruno Streiff, direttore Daniele Agiman. Orchestra sinfonica G. Rossini di Pesaro. 59 Pergine Spettacolo Aperto 2010 Eventi da ricordare 2007 Apriamo alla follia Il Trovatore di Giuseppe Verdi. Regia Hiroki Ihara, direttore Daniele Agiman. Orchestra sinfonica G. Rossini di Pesaro. La notte bianca Magica è la notte: Pergine si accende di luci, si popola di personaggi fantastici, di oggetti stravaganti, di musica e di artisti di ogni tipo. E non dorme. 2007-2010: L’arte di essere fuori Nel 2007 si aprono gli spazi dell’ex Ospedale Psichiatrico. Il nuovo teatro all’aperto sorgerà all’interno del bellissimo parco, che un tempo era separato dalla cittadina da alte mura. Un pezzo di storia attorno a cui PSA sta costruendo buona parte del suo futuro. Sabato 14 luglio 2007 Spettacoli: La Pecora Nera. Elogio funebre del manicomio elettrico. Di e con Ascanio Celestini. Notte Bianca, 2007. Out of body Nuova Produzione PSA Festival con Segnale.it e il Laboratorio di danza di PSA. 60 61 Pergine Spettacolo Aperto Eventi da ricordare Video non stop: Marat Sade Di Peter Weiss. Regia di Peter Brook. Dall’altra parte del cancello Documentario di A. Puliafito e S. Cristicchi. Ci tocca… a volte Performance teatrale di Nazario Zambaldi con gli utenti di Casa Basaglia, Merano. Dentro. Installazione per pubblico in camicia di forza. Approfondimenti: Da vicino nessuno è normale Workshop teatrale condotto da Claudio Misculin e i matt-attori dell’Accademia della Follia di Trieste. Tracce di memoria Ricordi ed esperienze sull’Istituzione manicomiale. Incontro pubblico dedicato alle interconnessioni tra arte e follia. Il mare in catene, 2007. Esposizioni: Leros Reportage fotografico di Alex Majoli. Il Manicomio di Pergine Documentazione fotografica a cura dell’Associazione Amici della Storia di Pergine. I dipinti di Carlo Girardi 62 63 Pergine Spettacolo Aperto 2008 La città che sogna Dal 15 al 19 luglio 2008 Spettacoli: Il sacro segno dei mostri Regia di Danio Manfredini. Eventi da ricordare Instrument 1 (scoprire l’invisibile) Compagnia Zappalà Danza. Coreografia di Roberto Zappalà. Normale. Anche la follia merita i suoi applausi Nuova Produzione PSA Festival e Compagnia Eliopoli. Regia e Coreografia di Francesco Ventriglia. La torre (stagioni) Spettacolo in 5 quadri a cura di Nazario Zambaldi con gli utenti di Casa Basaglia di Merano. Esposizioni: Ad occhi aperti Percorsi di Outsider Art a cura di Daniela Rosi. Faceless. Viaggio all’interno degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. A cura di Claudio Cricca. 64 65 Pergine Spettacolo Aperto Alle porte del cielo A cura di Giorgia Pallaoro. Eventi da ricordare 2009 Verso le stelle Video non stop: Code di lucertola (Valentina Giovanardi, 2008); Matti da slegare (Silvano Agosti e Marco Bellocchio, 1975); Nubi fragili alle porte del cielo (Giorgia Pallaoro e Francesco Capuzzo, 2008); Scemi di guerra. La follia nelle trincee (Enrico Verra, 2008). Dal 14 al 18 luglio 2009 Spettacoli: Il rospo e la lucciola Incontro-spettacolo con Alejandro Jodorowsky. Serenate per il nuovo mondo Con Antonio Catalano e Matteo Ravizza. 66 67 Pergine Spettacolo Aperto 68 Eventi da ricordare 69 Pergine Spettacolo Aperto Nuvole di passaggio Regia di Antonio Viganò, con gli utenti di Maso S. Pietro di Pergine. Nuova Produzione PSA 2009. Cage sculpture lab Nuova Produzione di PSA Festival in collaborazione con Modem studio atelier e ArtEZ Dansacademie (Arnhem -Olanda). Coreografia di Roberto Zappalà. Eventi da ricordare 4.48 Di Sarah Kane. Produzione Estroteatro. I.A.M.O.S. In a manner of speaking Applicazione-concerto di Teatrino Clandestino. SD. Silent Disco DJ set Sonarmigration. Esposizioni: Gli anelli di saturno Percorsi di Outsider Art a cura di Daniela Rosi. Il migliore amico dell’uomo Le sculture di Caterina Marinelli. To ARF or not to ARF Installazione di Daniela Rosi e Caterina Marinelli. 70 71 Pergine Spettacolo Aperto Museo sentimentale di Antonio Catalano. Video non stop: Sloi, la fabbrica degli invisibili - Docu-fiction (Katia Bernardi e Luca Bergamaschi, 2009); La montagna sacra (Alejandro Jodorowsky, 1973); El topo (Alejandro Jodorowsky, 1971); Anche i morti ballano (Beppe Calopresti e Andrea Bessone, 2009). Approfondimenti: Psicomagia Stage intensivo condotto da Alejandro Jodorowsky. Radio PSA Incontri, interviste, impulsi in diretta dall’ex OP. Eventi da ricordare 2010 Cantieri mutanti Dal 3 al 10 luglio 2010 Spettacoli: E se il matto parlasse? Incontro spettacolo con Alejandro Jodorowsky. Jekyll e Hyde. Il lato oscuro del comico Di Paolo Nani. In Co-Produzione con Norland Visual Theatre Stamsund, Norvegia. Il mio mondo al contrario Recital pianistico con Maurizio Mastrini. 72 73 Pergine Spettacolo Aperto I misteri del monte di Venere Di e con Duccio Canestrini. Tutte storie Di e con Antonio Catalano. Overtoure des saponettes Di e con Michele Cafaggi. La Boîte a Musique Installazione sonora e luminosa a cura di NaturalMente ArtEventi. Asini Regia di Antonio Viganò, in collaborazione con la Comunità Terapeutica di Maso S. Pietro. Nuova produzione PSA. 74 Eventi da ricordare Il Babau Associazione culturale StradaNòva e Servizio Salute Mentale di Cles. Soave sia il vento Teatro a Canone e Casa del Sole di Trento, Coproduzione PSA. Musicatantra Con Luca Vignali. Corpomatto Di e con Duccio Canestrini. Fuori! Sezione off Fuori! è la sezione OFF di Pergine Spettacolo Aperto dedicata a tutti gli artisti e alle compagnie di teatro, musica, danza e di strada che intendono avere uno spazio per presentare/rappresentare i loro lavori in occasione del Festival. Sette compagnie selezionate attraverso un bando nazionale si fanno portavoci della creatività e del fermento artistico spesso nascosti dalle programmazioni ufficiali: Caroline Pagani, AttivaMente, Macelleria Ettore, Teatro Arjuna, Etnia Supersantos, Trio BET, Tiziano Zanotti. Esposizioni: Trans-form-action. Artisti in cantiere, performance, art in progress. Oltre l’outsider. A cura di Daniela Rosi. 75 Pergine Spettacolo Aperto Eventi da ricordare Video non stop: Sogno lucido Cortometraggi, documentari e video-inchieste. In collaborazione con Milano Film Festival e Fuori Dove? Approfondimenti: Convegno. Teatro nel disagio psichico tra arte e terapia. 76 77 Pergine Spettacolo Aperto Outsider Art È anche detta Arte Irregolare. Comprende la grande e variegata famiglia di artisti marginali, emarginati, folk, naif, visionari, spesso malati mentali, e sempre o quasi sempre sprovvisti di formazione artistica. Persone che operano solitarie, al di fuori del condizionamento di canoni, movimenti, mercati, e che traggono dalle profondità della propria personalità, per se stessi e non per altri, opere eccezionali nel concetto, nell’oggetto, nelle tecniche. Oggi è distinta dall’Art Brut, ma ne discende e ne è estensione. L’interesse verso queste forme d’arte risale alle avanguardie artistiche del ‘900. È tuttavia attorno agli anni Cinquanta che le opere escono dagli ospedali psichiatrici per essere acquisite da artisti e da collezionisti. Con Dubuffet e la fondazione della Compagnie de l’Art Brut nel 1948 si assiste alla consacrazione del genere. All’art culturelle ufficiale si contrappone l’art non-culturelle, grezza, bruta, ma pulsante, viva. La collezione di Dubuffet viene acquistata dalla Svizzera, che nel 1971 le assegna un museo all’interno del Castello di Beaulieu, vicino a Losanna, dove tuttora risiede. A Vienna gli Essl, grandi collezionisti, iniziano ad acquistare gli artisti del Gugging, l’Ospedale Psichiatrico dove a lungo hanno operato personaggi le cui opere sono famose e oggi altamente quotate. Nel 1970, il francese Serge Tekielski apre il “Petit Museée du Bizzarre”. Nel 1967 viene organizzata dal Museo di Arti Decorative di Parigi la prima mostra di Art Brut, a cui farà seguito, nel 1974, quella al Walzer Art Center di Minneapolis (Minnesota). Nel 1979 all’Art Council of Great Britain e nel 1982 al Corcoran Gallery of Art di Washington. Sono gli anni in cui in Francia cominciano a nascere nuovi centri espositivi: tra i più prestigiosi L’Aracine, La Fabuloserie, il Site de la Creation Franche. Nel 1994 apre a Lagrasse un museo che ospita la collezione di Ceres Franco e recentemente due giovani collezionisti svizzeri hanno aperto al pubblico la raccolta Mermod ed Eternod. Nel 1996 nasce a Baltimora il primo museo specializzato in Outsider e Visionary Art. Eventi da ricordare Dal 2008 Daniela Rosi, una delle maggiori esperte di Outsider Art in Italia e curatrice di diverse mostre, gestisce all’interno dell’ex Ospedale Psichiatrico gli spazi che PSA ha deciso di dedicare a questa importante forma d’arte. Esposizioni, perfomance e video in nome dell’irregolarità. «Tutte queste espressioni artistiche – così Daniela – attingono la loro linfa nel profondo di ognuno di noi, nell’inconscio collettivo dell’umanità. È un’arte che fa delle nostre misere vite un inno alla Vita. Un’arte che ci rappresenta tutti, nessuno escluso». Outsider Art A PERGINE SPETTACOLO APERTO 2008 Ad occhi aperti Con Diego Salezze, Marco Ambrosi, Tiziano Spinelli, Renata Anselmi, Varinia Rettondini, Stefano Favaro. Con gli artisti degli atelier La Tinaia (Firenze), La Manica Lunga (Cremona), Adriano e Mi2009 chele (Milano), Blu Cammello (Livorno), Fatato Gli anelli di Saturno Gengiscao (Verona), Aut Art (Mantova), Atelier dell’Errore (Reggio Emilia). 2010 Trans-form-action Artisti in cantiere, performance, art in progress. Oltre l’outsider. Con Ramón Ramírez Ruiz, Meng Huang, Zhu Bing, Mirco Tarsi, Caterina Marinelli, artisti conduttori e artisti outsider di atelier storici e di nuovi atelier italiani. Diego Salezze, Macchie, La città dei matti 2008. Con il diffondersi di riconoscimenti e apprezzamenti le opere di Outsider Art assumono sempre più valore nei mercati internazionali. Nel gennaio 2003 Christie’s organizza a New York la prima vendita pubblica di un lotto di ben 120 opere provenienti dalla collezione di Robert M.Greenberg, nel corso della quale viene venduto l’80% delle proposte, con un incasso pari a 1.146.603 dollari. A proporre e ad acquistare opere di Outsider Art sono stati finora soprattutto gallerie e collezionisti svizzeri, austriaci, tedeschi, francesi, inglesi, statunitensi. In Italia, la conoscenza e l’interesse si stanno diffondendo in questi ultimi anni: il successo della mostra “Oltre la Ragione”, curata da Bianca Tosatti a Bergamo nel 2006, ha creato un’eco a lungo attesa. ArtVerona ha dato spazio all’Outsider Art fin dalla sua prima edizione del 2005, dedicandole una sezione speciale, che nel 2006 si è anche arricchita della mostra retrospettiva di Carlo Zinelli. Un ruolo ancor più ampio le ha assegnato nelle edizioni successive. 78 79 Il festival visto da… Hanno scritto sull’album dei saluti: Paolo Conte Per Pergine Spettacolo Aperto si trattava del primo incontro con la canzone d’autore. Per me quel 1981 a PSA si trattava di uno dei primi incontri come cantante, esecutore di me stesso. Cantai nell’arena all’aperto che aspettava il suo tendone, me ne parlarono entusiasti, la loro organizzazione avrebbe poi sicuramente fatto il resto, e l’impressione d’allora è stata confermata. Maurizio Scaparro Un piccolo gruppo di volontari ha fatto veramente miracoli con questo teatro all’aperto. È affascinante l’idea di Pergine come “Spoleto del Nord”. L’entusiasmo degli organizzatori è contagioso e soprattutto molto costruttivo. Yves Lebreton Il mio rapporto di lavoro con PSA si è svolto a due diversi livelli nei 4 anni in cui ho collaborato: come artista e come coordinatore per la Rassegna Internazionale di teatro comico. È un gruppo pieno di entusiasmo, che ha dato vita a un’esperienza unica: la creazione di un ambiente artistico di qualità a opera di un’associazione di volontari. Tutto funziona bene, e anche il pubblico, attento e partecipe, contribuisce a un’accoglienza di prim’ordine. 81 Pergine Spettacolo Aperto Jean-Baptiste Thierrée Un festival molto interessante e in una soluzione teatrale particolare. Tanto più pensando che Pergine Valsugana, un centro periferico, ha un festival stabile, poliedrico di proposte ambiziose e realizzate. Luciana Savignano Pergine Spettacolo Aperto? Uno spazio teatrale bellissimo. La strana sensazione di stare in un piccolo paese le cui finestre sono vivacemente affacciate sul mondo. Arturo Brachetti È pur vero che Pergine Spettacolo Aperto sta da qualche anno nelle agende d’agenzia come un festival d’obbligo. Ma poi, lavorando sotto quel tendone, davvero mi sono sorpreso! Organizzazione, ineccepibile professionalità, simpatia, entusiasmo. È certo più di un festival. Mara Baronti In un luogo di grandi memorie, abbiamo ricordato l’antico per progettare il futuro. Milva lo non amo cantare nei teatri tenda, ma questo di Pergine Spettacolo Aperto ha un’acustica perfetta, un’ottima e simpatica organizzazione che è riuscita con la forza del suo volontariato a creare una realtà davvero notevole. Ricordo una serata intensa e il pubblico entusiasta e stimolante. Andrea Castelli Seguiamo Pergine Spettacolo Aperto sin dalla sua prima edizione, con la partita di dama in costume. Ciò che subito si evidenzia è il rapporto imprenditoriale che questa associazione sa instaurare, l’unica forse in Regione ad aver colto questo fondamentale aspetto professionale. Se poi parliamo di ruolo culturale, PSA è stato un detonatore e dopo 14 edizioni detiene ancora il ruolo-guida. Unico handicap è la mancanza di un Teatro “4 stagioni”. 82 Il Festival visto da… Giuseppe Carbone Il festival Pergine Spettacolo Aperto si può considerare un evento unico e speciale. La mia esperienza e le mie conoscenze in materia non mi danno modo di ricordare che ci sia al mondo un progetto simile. Il periodo trascorso con tutto lo staff nel 2005 mi ha lasciato un ricordo che non si cancella. Sono convinto che l’idea della combinazione musica-balletto-prosa sia straordinaria e vincente. Ho potuto constatare in prima persona il grande valore artistico, didattico e sociale che il festival dà ai giovani. Per loro è un’occasione unica. Quando a volte mi capita di rincontrare i ragazzi che hanno vissuto assieme a me quella bellissima esperienza, vedo nei loro occhi la gioia e il desiderio di poterla ripetere. Ascanio Celestini Sono arrivato a Pergine dopo tre anni di interviste nei manicomi, un paio d’anni di tournée e un libro. Ci sono arrivato subito prima di iniziare a scrivere la sceneggiatura tratta dal mio racconto La pecora nera, ma soprattutto ci sono arrivato bruciato dal sole per una camminata in montagna. Negli ultimi otto anni ho visto molti manicomi e in quello di Roma c’ho anche girato un film. Ogni volta che mi hanno invitato a vederne uno mi sono sentito dire “vedrai che è un posto molto affascinante”. E infatti i manicomi hanno fascino come le galere, le caserme, le fabbriche, i lager, eppure Adriano Pallotta, che nel manicomio di Roma ci ha lavorato più di trent’anni, mi dice sempre “sono contento di vedere i padiglioni abbandonati coi tetti che si sfondano. Quando ne vedo uno mezzo crollato capisco che davvero non esiste più”. Perciò sono contento di aver visto un altro manicomio che non c’è più e spero che il vostro di Pergine crolli del tutto o si trasformi in qualcosa di molto lontano affinché il manicomio crolli anche nelle nostre teste. 83 Pergine Spettacolo Aperto Il Festival visto da… Piergiorgio Odifreddi Sono stupito dalla ricchezza della proposta culturale di questa piccolissima cittadina. Alejandro Jodorowsky Ma tutto questo succede a Pergine? Alessandro Preziosi Un gruppo di collaboratori giovanissimi, efficientissimi, affiatatissimi. Francesco Ventriglia La collaborazione con il festival Pergine Spettacolo Aperto nasce nel 2007 con lo spettacolo “Il Mare in catene” coprodotto con la Biennale di Venezia e la compagnia Eliopoli da me diretta. La poesia dello spettacolo che aveva come tema “amore e disabilità” era il giusto anello di congiunzione fra la nuova linea artistica del Festival e il mio modo di fare teatro. L’anno successivo sono nuovamente chiamato dalla direttrice del laboratorio di danza Mariapia Di Mauro per la conduzione del laboratorio vero e proprio con la realizzazione di uno spettacolo prodotto per e con il festival PSA: “Normale”. Uno spettacolo che raccoglie la memoria di un’umanità diversa, che per molto tempo ha abitato quei non-luoghi, i manicomi, dove il confine era solo da una parte o dall’altra di un cancello. “Normale” è stato un’indagine sulle ancore che la follia cala 84 quotidianamente nella normalità, sovvertendo il destino di uomini comuni alla ricerca continua di un equilibrio, in bilico tra l’esistere e il dover essere. La collaborazione con il Festival Pergine Spettacolo Aperto è stata per me un’esperienza personale e artistica da non dimenticare. Roberto Zappalà La mia collaborazione con Pergine Spettacolo Aperto è iniziata nel 2008 in coincidenza con l’avvio del progetto “Atelier a domicilio - laboratori e creazioni su misura per giovani danzatori” ed è stata una felice intuizione quella di voler far partire questo mio progetto proprio a Pergine. Non posso negare di aver trovato a Pergine un terreno fertile, un ambiente positivo e un fermento che ho avuto il piacere di assecondare e che spero negli anni possa essere ancor più incoraggiato e sviluppato nella direzione che ho conosciuto, che ritengo vincente in quanto si distingue tra le varie iniziative culturali in ambito nazionale. Essendo stata in passato “casa” della follia, Pergine è anche stata per me spunto e ispirazione per indagare questo tema, tramite il laboratorio “cage sculpture lab”. Daniele Agiman È una grande emozione ripercorrere questi quattro anni di lavoro a Pergine come direttore ospite per gli allestimenti lirici del Festival: Madama Butterfly, Traviata, Boheme, Trovatore; questi i titoli che abbiamo scelto di anno in anno e che mostrano la volontà di confrontarsi con i massimi capolavori del repertorio lirico italiano partendo dalla definizione di cast in gran parte formati da debuttanti nei ruoli e talvolta da giovani voci per la prima volta in scena. E poi un laboratorio lirico di perfezionamento che permette a cantanti, pianisti e direttori d’orchestra di studiare per due settimane l’opera in programma con i docenti dei corsi e avendo l’opportunità di lavorare con un’orchestra professionale. 85 Pergine Spettacolo Aperto Questo è lo spirito di Pergine. Uno spirito che anima un luogo che ho più volte definito come “bottega”, un luogo cioè dove confrontarsi, crescere, divertirsi a contatto con quella splendida e vitale forma d’arte che è il nostro melodramma. Per me un’avventura meravigliosa dal punto di vista artistico ma anche dal punto di vista umano: i ricordi più forti sono i saluti tra i ragazzi alla fine del corso, dopo il concerto finale, spesso bagnati da lacrime per la fine di un’esperienza unica e importante. Noi lo chiamiamo lo spirito di Pergine Spettacolo Aperto. Daniela Rosi (curatrice sezione Outsider Art) Per tre edizioni ho curato la sezione di Outsider Art a Pergine Spettacolo Aperto. Per me, che da molti anni curo mostre di arte irregolare, Pergine rappresenta un “teatro” ideale di riscatto di quegli artisti che il sistema ufficiale lascia fuori proprio perché diversi. Inoltre PSA ripropone, in modo creativo, l’uso e la riappropriazione da parte dei cittadini di luoghi storicamente off-limits, proibiti ai più in quanto luoghi di reclusione, obbligatori per tanti in quanto luoghi di reclusione. L’arte è per sua natura sempre libera e molti sono i reclusi che l’hanno usata come strumento di sopravvivenza. Il corpo può essere fermato e anche la mente. Ma la fantasia può far muovere sempre e comunque, sia quello che questa. Portare il fermento creativo a Pergine significa abbattere barriere e costruire alleanze, vuol dire includere e non escludere, vuol dire ripartire dalle radici della creatività che ha sempre come scopo quello di comunicare. Non si deve dimenticare che “comunicare” significa etimologicamente mettere in comune e che questo termine contiene in sé la matrice “munis”: che vuol dire regalo. 86 Il Festival visto da… Caterina Marinelli (artista outsider) Per me l’esperienza di Pergine è stata molto bella perché ho conosciuto nuovi artisti e ho imparato una nuova tecnica di sottrazione che mi ha insegnato Mirco Tarsi. Trovo bello l’edificio dell’ex manicomio, l’architettura e il fatto che prima c’era gente rinchiusa e oggi invece può diventare un luogo d’arte. Per me dovrebbe essere un museo per le espressioni artistiche. Il Festival è bello perché si può lavorare tutti assieme, anche con chi ha problemi, che lì la differenza non si vede e questo è bello. Raffaele Sepe (laboratorio lirico) Posso dire che come giovane artista è stata una bellissima esperienza lavorare con dei grandi artisti. Gli organizzatori di Pergine sono delle persone di teatro che amano i giovani talenti e quest’arte eterna. Questo loro amore lo hanno trasmesso anche a me. Grazie al Maestro Agiman l’orchestra era preparatissima per le numerose prove. Pergine è stato un esempio di come una realtà italiana (che a dirlo oggi con tutti i tagli da parte dello Stato sulla cultura sembra una nota stonata) possa aiutare le giovani promesse a emergere, spendendo pochi soldi, ma allo stesso tempo offrendo dei buonissimi spettacoli. Ricorderò quella Traviata, i cantanti, il direttore, il regista e tutti i collaboratori e organizzatori. Vi porterò nel cuore e nel mio canto. Ilaria Postal (laboratorio Jodorowsky) Dall’ignoranza alla paura, dalla paura al tabù, dal tabù alla solitudine. Il festival è, secondo me, una piccola forma, un piccolo passo che ognuno può fare per togliere i veli e guardare ciò che spaventa come, in questo caso, la Pazzia. Siamo tutti parte di un tutto. 87 Pergine Spettacolo Aperto Marianna Tozzo (laboratorio orchestra) Nel 2005 mi è stata data l’occasione di partecipare per la prima volta al Festival di Pergine Spettacolo Aperto. Avevo 20 anni e frequentavo il terzo anno di percussioni presso il conservatorio di Trento. Fino a quel momento non erano state molte le occasioni per mettermi in gioco, mettere in gioco non solo le tecniche acquisite nelle aule della filarmonica ma anche, e soprattutto, la mia capacità di comunicare, di aprirmi a tutto ciò che prima non conoscevo. Vivevo a Pergine da quasi 15 anni, ma mai come in quel caldo periodo estivo mi sono sentita parte di qualcosa di più grande: Pergine diventava davvero quella che Musil definì la valle incantata. In quel breve periodo colombiani, americani, ungheresi, inglesi, spagnoli, turchi, rumeni, italiani, giapponesi, cinesi e altri ragazzi di cui non ricordo la provenienza facevano parte della stessa famiglia, tutti sotto l’ala protettiva dell’espansivo maestro Lombana e dei sui collaboratori, ma tutti, soprattutto, uniti da un interesse comune, la musica. Il Festival di Pergine Spettacolo Aperto lo ricordo soprattutto per questo: per la sua capacità di creare un piccolo folle mondo, separato da tutto il resto, in una piccola valle che sembra ormai abituata a quell’ondata cosmopolita che le viene proposta ogni anno per una magica mezza estate. Il Festival visto da… LA TESTIMONIANZA DI UNA SPETTATRICE Pergine Valsugana era conosciuta come la “città dei matti”: infatti c’era un “gran” bel manicomio che dominava “culturalmente” la città, quasi quanto il castello la domina tutt’ora dall’altura del monte Tegazzo. Dal maggio del 1978, data in cui entrò in vigore la Legge Basaglia e i manicomi chiusero, Pergine ha potuto conquistarsi una propria identità culturale diversa. Ho avuto modo di vederlo lo scorso week-end, pertecipando a un’intera giornata del festival PSA dedicata alla follia, nei luoghi dell’ex-manicomio. Titolo: Roba da matti. Sottotitolo: Storie di (stra)ordinaria follia. L’evento centrale della giornata è stato lo spettacolo di Ascanio Celestini: La pecora nera. Elogio funebre del manicomio elettrico. Una roba da matti veramente, che avevo già avuto modo di vedere lo scorso febbraio... il buio fa paura e si può morire per la paura del buio. Poi c’è stato uno spettacolo di danza strepitoso: Out of body che mi ha fatto capire che forse dovrei andare a vedere più spesso la danza contemporanea, visto che mi emoziona in maniera profonda. L’evento centrale del mio cuore si è svolto però nel pomeriggio. In una stanza dell’ex-manicomio. Con me nelle mani di matti (non ex). Perché è vero che i manicomi sono stati chiusi, è ben vero che Pergine può finalmente riconciliarsi con quel luogo incommensurabilmente triste e ingiusto. Però il malato mentale esiste ancora. Esiste e ha una malattia che, come tutte le malattie, gli rende difficoltoso fare alcune cose. Mica tutte. Tant’è vero che sono stata bendata, presa dolcemente per mano e condotta all’interno di una stanza. Poi mi sono state messe delle cuffie alle orecchie ed è iniziato un percorso emozionantissimo di voci e mani. I dodici (se non sbaglio) pazienti della Casa Basaglia di Merano hanno accompagnato le loro voci registrate in cuffia con il tocco gentile e amorevole delle loro mani sulle mie: per condividere con me un loro personalissimo ricordo e una loro emozione. Quando mi sono state tolte cuffia e benda mi sono ritrovata di fronte ai loro visi sorridenti o incuriositi o eccitati e quelle mani che mi avevano dolcemente accompagnato in un breve viaggio attraverso le loro vite ora stavano applaudendo me. Loro applaudivano me. Sono scoppiata a piangere, così di botto, di fronte ai matti. Credo che i pochi fortunati che si sono iscritti a questa performance - necessariamente a numero chiuso visto che era rivolta ad uno “spettatore” per volta - non abbiano avuto alcun pudore a mostrare le proprie emozioni. Laura Orteschi, Padova 88 89 Approfondimenti Istituzioni pubbliche – Regione autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol – Provincia autonoma di Trento – Comune di Pergine Valsugana – Progetto Memoria per il Trentino (dal 2007) Partner – Azienda per il Turismo Valsugana Lagorai Terme Laghi – Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari Alta Valsugana – Cassa Rurale di Pergine – Centro Servizi Culturali S.Chiara di Trento – Cooperativa Sant’Orsola – Coordinamento Teatrale Trentino – Fondazione Caritro – Trentino Spa – Fondazione Museo Storico del Trentino – Palcos srl – Publistampa Arti Grafiche Pergine Associazioni e altre realtà locali – Associazione commercianti (COPI) Pergine – Associazione Danzamania di Pergine – Associazione “Giratutto” – Associazione Progetto Prijedor – Banda Sociale di Pergine Valsugana – Biblioteca Comunale di Pergine Valsugana – Castel Pergine – Centro Franca Martini A.T.M.S Onlus Trento – Centro Teatro Trento 91 Pergine Spettacolo Aperto – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – – Compagnie Teatrali Unite (2009) Comunità di S. Patrignano Comunità terapeutica Maso S. Pietro (dal 2008) Coro Castel Pergine di Pergine Valsugana Coro Città di Trento Coro Valbronzale di Ospedaletto Corte Trapp di Caldonazzo Cooperativa sociale Samuele Cooperativa Città Futura Estroteatro Trento FaRe Jazz Federazione dei cori del Trentino Istituto di Istruzione Marie Curie di Pergine Ludoteca di Pergine Mandacarù ScS Onlus MoviMente Pro Loco di Pergine Quan Ki-Do Pergine Scuola Musicale C. Eccher di Pergine Studio d’Arte Nova Astrid Teatro delle Garberie, Pergine Enti di formazione – Accademia del Teatro alla Scala di Milano – Accademia di Belle Arti Cignaroli, Verona – Accademia Pianistica Internazionale Incontri con il Maestro, Imola – Conservatorio di Musica F.A. Bonporti di Trento – Conservatorio di Musica G. Verdi di Milano – Dansacademie Arnhem Olanda – Istituto statale d’Arte Vittoria di Trento – Scuola di arte drammatica Paolo Grassi di Milano – Scuola di arte drammatica Nico Pepe di Udine Collaborazioni Dal 2006 al 2010 – Accademia della Follia, Trieste (2007) – ArtEz (2009) – Arte Sella di Borgo Valsugana 92 Approfondimenti – Astronomi del MTSN (2009) – Casa Basaglia, Merano (2007,2008) – Castel Thun (TN) – Esterni, Milano (2010) – Etnafest Arte (2008) – Festival Bolzano Danza – Festival Fuori Dove, Milano (2010) – Festival internazionale del Circo di Brescia (2005) – Festival Oriente Occidente, Rovereto – Fondazione Teatro La Fenice di Venezia – Festival di Guanajuato, Messico (2005) – La Biennale di Venezia (2007) – Modem Studio Atelier (2009) – Municipalità di Amstetten, Austria (2010) – Orchestra Haydn di Bolzano e Trento – Orchestra sinfonica G. Rossini di Pesaro (dal 2007) – Osservatorio Nazionale di Outsider Art – Pinè Musica (TN) – Progetti Dadaumpa (2007) – Scenario Pubblico (2008) – TIM Teatro Instabile di Merano (2007) – Teatro Stabile di Bolzano – Università degli Studi di Trento – Uva Grapes Festival (2008) Dal 1996 al 2006 – Associazione Mozart Italia – Associazione Teatro dell’Obliquo – A.T.I.R. Milano – Cantoria Sine Nomine – Coro A.Li.Ve. Chorus di Verona – Coro Novo Spiritu – Festival “Musica in Villa” di Varese – Fondazione Teatro La Fenice di Venezia – GAD Sperimentale Città di Trento – Gruppo ATA Teatro – International School of Disarmament and Research on Conflicts – Istituto Austriaco di Cultura – Operastudio di Merano 93 Pergine Spettacolo Aperto – – – – – Puppentheater di Berlino Teatro Nazionale delle Marionette di Praga Teatro Stabile dell’Umbria e Fabbrica Unione Scienziati per il Disarmo Yamaha Musica Italia Privati – Mediocredito – Trenta – Hydro Dolomiti Energia – Far leva – STET – Invisibile site – Itas Assicurazioni – Videoframe Multimedia – Pulinet – Shop Center Valsugana – Bimotor – Bottega della musica Link – www.perginepsa.it – www.centrosantachiara.it – www.trentinocultura.net – www.valsugana.info – www.artedellavacanza.it 94