La storia del Festival - Pergine Spettacolo Aperto

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i Grandi Festival
Pergine Spettacolo Aperto?
Uno spazio teatrale bellissimo.
La strana sensazione di stare in un piccolo
paese le cui finestre sono vivacemente
affacciate sul mondo.
i Grandi Festival
Luciana Savignano
Sono stupito dalla ricchezza della proposta
culturale di questa piccolissima cittadina.
Piergiorgio Odifreddi
Ma tutto questo succede a Pergine?
Alejandro Jodorowsky
Pergine Spettacolo Aperto
Seguendo l’avvincente percorso di esperienze
riassunto nel volume, scoprirete Pergine Spettacolo
Aperto, una manifestazione differente da tutte le
altre per la scelta e l’accostamento dei contenuti
proposti nelle varie edizioni, la cui unicità è
parte integrante e carattere identitario del suo
stesso concept: la scoperta e la valorizzazione
della Diversità come valore aggiunto per vivere
appieno le nostre esistenze.
Edito da
TM
ISBN 9788862981705
in collaborazione con
in collaborazione con
9 788862 981705
i Grandi Festival
i Grandi Festival
in collaborazione con
i Grandi Festival
© Associazione Fanatic About Festivals
collana di Festival of Festivals diretta da Andrea Romeo
Indice
Edita da Festival of Festivals in collaborazione con Morellini Editore
Editor di collana: Caterina Mazzucato
Festival of Festivals
Riccardo Volpe
Marco Pisciotta
Concetta Mucci
Lorenza Toffolon
Festival of Festivals
Via Paolo Fabbri, 1/3
40138, Bologna
tel. 051 4070166
Fax. 051 18891658
[email protected]
www.festivaloffestivals.org
Pergine Spettacolo Aperto
Coordinamento editoriale: Maria Giovanna Franch
Testi: Cristina Pietrantonio, Klaus Saccardo,
Lucia Maroni, Gianluca Filippi, Ugo Baldessari,
Sara Sciortino, Marianna Tozzo, Daniela Rosi
Immagini concesse da: Marco Ambrosi, Adelio da Ronch,
Goffredo Pezzola, Archivio Fotoamatori Pergine,
Archivio Associazione “Amici della Storia” Pergine,
Fondazione Museo Storico del Trentino
Morellini Editore
Via De Sanctis, 35
20141, Milano
Tel. 02 28970820
Fax. 02 2893997
[email protected]
www.morellinieditore.it
Prefazione di Andrea Romeo … …………………………………… … 7
Introduzione di Cristina Pietrantonio,
Direttore artistico di Pergine Spettacolo Aperto……… … 9
storia del Festival… …………………………………………
Le origini…………………………………………………………………
Gli sviluppi … …………………………………………………………
La svolta: il festival-laboratorio…………………………
Il ritorno a Pergine: l’Arte di essere fuori… …
… 11
… 11
… 13
… 18
… 22
La ricerca di una nuova identità …………………
Si riparte dal 2007 … ……………………………………………
La Città dei Matti … ……………………………………………
Il ruolo di PSA … …………………………………………………
Breve storia dell’Ospedale Psichiatrico
di Pergine…………………………………………………………………
… 27
… 27
… 29
… 29
La
… 31
Il futuro del festival e il nuovo teatro……… … 37
Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale, stampa, web e in qualsiasi
formato di tutti i contenuti senza previa concessione d’uso da parte dell’Associazione
Fanatic About Festivals.
Immagini per gentile concessione di: Pergine Spettacolo Aperto
ISBN 978-88-6298-170-5
Progetto grafico: [email protected]
Finito di stampare nell’ottobre 2010
presso: Tipografia Moderna Industrie Grafiche - Bologna
L’organizzazione ……………………………………………………
Organigramma … …………………………………………………
I numeri del festival … …………………………………………
Il bilancio … ………………………………………………………………
Il pubblico …………………………………………………………………
Presidenti e Direttori artistici …………………………………
… 41
… 42
… 43
… 43
… 47
… 49
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Indice
Istituzioni e rapporti con il territorio……… … 51
Eventi da ricordare … ……………………………………………
Le origini … ……………………………………………………………
I primi cartelloni … ………………………………………………
La rivoluzione di fine anni Novanta … …………
PergineMusica ………………………………………………………
La notte bianca … …………………………………………………
2007/2010: L’arte di essere fuori ……………………
Apriamo alla follia … ………………………………………………
La città che sogna ……………………………………………………
Verso le stelle ……………………………………………………………
Cantieri mutanti … …………………………………………………
Outsider Art … ………………………………………………………
… 55
… 55
… 56
… 57
… 58
… 60
… 60
… 64
… 64
… 67
… 73
… 78
Il Festival visto da… … ………………………………………… … 79
Paolo Conte, Maurizio Scaparro,
Yves Lebreton, Jean-Baptiste Thierrée,
Luciana Savignano, Arturo Brachetti,
Mara Baronti, Milva, Andrea Castelli,
Giuseppe Carbone, Ascanio Celestini,
Piergiorgio Oddifredi, Alejandro Jodorowsky,
Alessandro Preziosi, Francesco Ventriglia,
Roberto Zappalà, Daniele Agiman,
Daniela Rosi, Caterina Marinelli,
Raffaele Sepe, Ilaria Postal, Marianna Tozzo
Approfondimenti… ………………………………………………… … 91
Istituzioni pubbliche
Partner
Associazioni e altre realtà locali
Enti di formazione
Collaborazioni
Privati
Links
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Prefazione
I Festival, un universo da conoscere
gni anno in Italia milioni di persone vivono
l’esperienza dei festival culturali. Che trattino di cinema, di musica, di teatro, di culture o di scienze, partecipare a uno degli oltre ottocento
festival italiani è diventata per tantissimi spettatori affezionati ormai una lieta consuetudine.
Ma cosa fa di un festival un’esperienza, ogni anno
nuova, eppure strettamente legata alle precedenti? Come nasce l’identità di una manifestazione? In che modo queste complesse macchine organizzative e di contenuti si consolidano, evolvono, si trasformano?
Festival of Festivals, il congresso italiano degli operatori degli eventi, ha tra i suoi obiettivi editoriali
quello di raccontare i valori delle manifestazioni italiane, segnalarne le eccellenze, raccontarne e conservarne la storia.
Nasce da queste ambizioni la collana I Grandi Festival, la cui vocazione sarà di raccontare le grandi e
piccole storie che i festival italiani hanno vissuto, ma
non hanno mai scritto. Un’occasione unica per chi li
ama di guardare dietro le quinte del proprio evento
preferito, per conoscerne la genesi, le teoriche, le dinamiche produttive. Uno strumento formidabile per
tutti gli operatori per conoscere altre esperienze e formule sempre diverse di “fare festival”. Un’esperienza
importante infine per le manifestazioni che avranno
l’occasione di ripercorrere la propria storia e trasmetterne i valori e consolidarne la memoria.
Per il secondo numero della collana, Festival of
Festivals ha voluto celebrare la trentennale e po-
O
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Pergine Spettacolo Aperto
liedrica esperienza di Pergine Spettacolo Aperto.
Un festival nato da e per il territorio in cui opera
e per il quale, negli anni, ha saputo ricoprire il ruolo di promotore culturale e sociale, di formatore per
le nuove generazioni e, attraverso l’arte, la musica, il
ballo e il teatro ha saputo infine, non solo simbolicamente, riconciliare la comunità con il suo passato e la
sua storia. Un festival che è stato capace di trasformarsi
e rigenerarsi trovando forme sempre nuove per “parlare” alle persone e che, con la costruzione del nuovo
teatro, si prepara a diventare un punto di riferimento imprescindibile di sperimentazione culturale per il
Trentino e per l’Italia.
Seguendo l’avvincente percorso di esperienze riassunto nel volume, scoprirete una manifestazione differente da tutte le altre per la scelta e l’accostamento dei contenuti proposti nelle varie edizioni, la cui
unicità è parte integrante e carattere identitario del
suo stesso concept: la scoperta e la valorizzazione della Diversità come valore aggiunto per vivere appieno
le nostre esistenze.
Andrea Romeo
General Manager
Festival of Festivals
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Introduzione
N
el 2007 mi è stata proposta la direzione artistica del Festival di Pergine Spettacolo
Aperto con la precisa indicazione di cambiarne format e contenuti. Ricordo bene quel misto
di sensazioni, tra euforia e timore, senso di responsabilità e incoscienza, con le quali mi accingevo ad affrontare il compito. PSA era (ed è) una strana bestia:
ha raggiunto un’età ragguardevole senza assumere una
forma definitiva (ha sempre proposto tanti generi di
spettacolo in tanti modi diversi) o un assetto strutturato (essendo da sempre espressione di un appassionato
gruppo di volontari) e si muove in un contesto territoriale di provincia, in cui eccellenze e arretratezze
spesso si mescolano senza soluzione di continuità.
Soppesavo limiti e valori di questa formula domandandomi dove fosse il confine e quale il punto di
potenziale trasformazione degli uni negli altri.
Oggi, in procinto di affrontare la mia quinta edizione, continuo a stupirmi per la determinazione e la
tenacia con cui i membri di questa associazione riescono a trascinare le politiche culturali del territorio:
in una cittadina che sfiora appena i ventimila abitanti, trentacinque anni fa idearono il primo festival del
Trentino e oggi immaginano il progetto di un polo
culturale avanzatissimo con due sale teatrali per complessivi 2500 posti.
Il grande cilindro di legno che ospiterà la torre scenica del nuovo teatro all’aperto è il simbolo di
una sfida ambiziosa, che apre nuovi scenari culturali
ed economici per Pergine e la Valsugana, imponendo all’associazione un inedito assetto imprenditoriale.
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Pergine Spettacolo Aperto
Un progetto visionario che mette il canto, la danza, la
musica, il teatro, l’arte in primo piano nella vita di una
comunità: non preziosi accessori, ma attività fondamentali. E che, non a caso, abita i luoghi dove i “pensieri diversi” erano confinati: l’ex manicomio. Una
sorta di monito a non dimenticare che - come sempre
accade nell’arte - l’accoglienza del non conforme nutre l’erompere del nuovo.
Proporre ora un volume su PSA assume perciò un
significato particolare: non si tratta di celebrare, ma di
riconoscere e raccogliere la preziosa eredità lasciata dal
festival affermando allo stesso tempo la radicalità di un
cambiamento in atto. Nel 2007 PSA si è avventurata
in un territorio scabroso, avvicinando la parte più dolorosa e rimossa della storia di Pergine. È nata così la
nuova “città dei matti”: art in progress, vitale e creativa, porosa e cangiante, fucina di fermenti disordinati. È qui che il “cantiere mutante” del festival ripone
il proprio futuro e la propria anima.
Grazie alle istituzioni e ai partner che sostengono
la nostra attività, ai volontari e ai collaboratori che la
rendono possibile, al pubblico che anno dopo anno ci
accompagna con fiducia ed entusiasmo.
La storia del Festival
Le origini
a prima edizione di Pergine Spettacolo Aperto,
il più antico e longevo festival del Trentino, risale al 1976 e nasce su iniziativa di tre associazioni culturali cittadine: il Comitato Turistico Locale,
il Comitato Dama in Costume e gli Amici della Musica e del Teatro. L’obiettivo è quello di creare un programma di spettacoli che faccia da cornice alla partita
di Dama vivente in costume, manifestazione tradizionale allestita nella piazza municipale di Pergine. Un
esordio apparentemente occasionale che però ha dato
vita a un festival solido, longevo e radicato nel territorio, capace di sopperire positivamente al vuoto legislativo dell’amministrazione provinciale nell’incenti-
L
Cristina Pietrantonio
Direttore artistico
Pergine Spettacolo Aperto
Dama vivente, 1976.
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Pergine Spettacolo Aperto
La storia del Festival
vazione della cultura tra gli anni Settanta e Ottanta.
PSA è dunque un festival nato dal “basso”, su base volontaristica, e ha sempre mantenuto un legame diretto
con la propria comunità di riferimento, nell’intento di
promuoverne la crescita culturale e sociale.
Questo ruolo assunto nei confronti del territorio
è stato, ed è tuttora, tra i principi fondamentali che
orientano l’agire di PSA. Ciò è evidenziato a partire dalla scelta di mantenere il nome della città come
elemento costitutivo nella denominazione del festival. Fin dal principio si è agito nella convinzione di
lavorare per un bene pubblico, comprendendo il ruolo vitale che la Cultura gioca nello sviluppo della collettività.
Rassegna cinematografica, 1981.
Old & New Dreams, 1982.
Gli sviluppi
Le prime edizioni del festival sono state definite “pioneristiche” da più di uno dei fondatori. Negli anni
’76, ’77 e ‘78 le rappresentazioni si svolgevano nella piazza del Municipio, per l’occasione trasformata
in un vero e proprio piccolo teatro; una cornice affascinante ma assai limitata. Da subito la mancanza di
infrastrutture adeguate è stato uno dei problemi fondamentali per la tipologia di attività che il festival desiderava organizzare e proporre. In risposta alla crescente domanda di consumo culturale di quegli anni,
nel 1979 fu realizzato il teatro all’aperto. Per 10 mila
lire all’anno venne affittato simbolicamente il giardino
dell’Hotel Posta e lì, sulla base di un contratto di 15
anni, venne costruito l’edificio, ispirato all’architettura del Teatro Romano di Verona.
La nascita di uno spazio dedicato portò due impor12
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Pergine Spettacolo Aperto
La storia del Festival
Aterballetto, 1981.
tanti risultati: la possibilità di proporre una programmazione più ricca e la possibilità di ricorrere all’autofinanziamento in aggiunta ai contributi pubblici.
Ed è quanto accade negli anni ’80, quando PSA
cambia la sua formula organizzativa e da comitato organizzatore nel 1981 passa ufficialmente ad associazione, affidando la guida del nuovo corso a Marco
Bernardi, il primo direttore artistico nella storia del
festival, incarico che il giovane regista manterrà fino
al 1993.
La caratteristica multiforme è da allora una peculiarità della conduzione del festival: l’offerta di spettacoli spazia dal folklore al jazz, dalla musica d’autore
alla classica e alla lirica. In più, la competenza di Bernardi sposta inevitabilmente l’attenzione sul teatro,
così che PSA inizia a percorrere le strade della coproduzione, la prima nel 1981, e della produzione, l’anno seguente e i successivi.
Dopo le edizioni di assestamento, alla ricerca della
propria essenza e specificità, le scelte dell’associazione
mirano a un’unità d’intento attraverso due tappe: prima tramite un processo di crescita qualitativa dell’of14
Roberto Vecchioni, 1985.
ferta, poi mediante la definizione di un progetto culturale che faccia da punto di aggregazione sociale per
il proprio ambiente di riferimento. L’associazione non
vuole più solamente rendere viva l’estate perginese,
Manifesto 1977,
Ivo Fruet.
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Pergine Spettacolo Aperto
La storia del Festival
Manifesto 1978,
Luigi Senesi.
ma si prefigge di diventare un operatore della promozione culturale attraverso la formazione del proprio pubblico.
L’aspetto formativo non è tuttavia rivolto soltanto all’insieme degli spettatori, visto che la somma delle scelte di questo periodo porta con sé la necessità da
parte dei volontari che operano nell’associazione di
perfezionare professionalmente le proprie conoscenze
e pratiche. Si pensi alla necessità di far fronte in maniera competente a esigenze organizzative, amministrative e tecniche, sempre in evoluzione.
In questi primi anni la realizzazione del manifesto
viene affidato ad artisti locali: il pittore Ivo Fruet firma il primo, quello che poi, stilizzato, divenne l’inconfondibile logo di Pergine Spettacolo Aperto (suoi
anche quelli del 1977, del 1980, del 1987). Dopo di
lui, Luigi Senesi nel 1978 e nel 1986, Raffaele Fanton nel 1979, Carlo Girardi nel 1981, Tullio Garbari nel 1982, Guido Polo nel 1983, Paolo Vallorz nel
1984, Bruno Colorio nel 1988, Cesarina Seppi nel
1989, Riccardo Schweizer nel 1990, Silvio Cattani
nel 1991, Ines Fedrizzi nel 1993.
Dopo una fase di costante espansione, negli anni
Novanta comincia invece un periodo buio: l’eccessivo
Momix in Supermomix, 1997.
Manifesto 1981,
Carlo Girardi.
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Pergine Spettacolo Aperto
La storia del Festival
affollamento di iniziative identiche non consente alla
kermesse perginese di emergere con decisione e i bilanci si fanno rapidamente insostenibili.
Alla direzione artistica di Marco Bernardi seguono quella di Andrea Castelli nel triennio 1994-1996 e,
nel 1997, quella di Paolo Facchini, che nel 1998 assume il ruolo di consulente alla programmazione.
La svolta: il festival-laboratorio
A metà degli anni Novanta la parabola di crescita che
ha portato successo, numeri, riconoscibilità al festival ben oltre i confini regionali ha raggiunto l’apice e
PSA entra in una fase di maturità. Il carattere generalista e poliedrico non è più sufficiente, anzi trasforma
quello che prima era un punto di forza del festival in
un elemento che ne segna la perdita d’identità. L’offerta di spettacoli è sempre di alta qualità, ma spesso si
Balletto Accademico Nazionale Ucraino Pavel Virski, 1993.
Il Barbiere di Siviglia, 2002.
ricorre alla proposta di nomi di richiamo, in risposta
a meccanismi di mercato piuttosto che a una ricerca
innovativa.
I soci di PSA comprendono il momento delicato e
decidono di seguire una nuova strada. L’edizione del
1999 certifica la svolta e la nuova missione si concretizza in un modello originale: il “festival-laboratorio”.
Ci si affida in questa nuova stagione alla coppia
formata da Juan Lombana, che assume il ruolo di direttore musicale, e Leonardo Cantelli, nominato direttore artistico-organizzativo.
La formula è semplice e originale allo stesso tempo. Da una parte giovani selezionati tramite audizioni,
che si trovano nel momento di passaggio fra il percorso accademico e il mestiere artistico; dall’altra professionisti del mondo dello spettacolo in veste di insegnanti, per una formazione che va oltre l’aspetto
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Pergine Spettacolo Aperto
La storia del Festival
li e culturali. È del dicembre 2003 il riconoscimento
giuridico di Pergine Spettacolo Aperto, assegnato dal
Commissariato del Governo di Trento. Il riconoscimento giuridico è un altro tassello del processo di trasformazione del festival perginese. Vanno qui ricordate due convenzioni storiche: la prima con il Centro
Santa Chiara di Trento per l’attività artistica estiva,
tramite la quale viene individuata Pergine come piazza estiva di riferimento per l’opera e l’attività artisticomusicale. La seconda con la Provincia, che definisce i
rapporti con l’ente principale del territorio, portando
Pergine Spettacolo Aperto a far parte di quel piccolo
gruppo di enti culturali con i quali la Provincia intende sviluppare un rapporto privilegiato, sia sotto il profilo della determinazione delle politiche culturali, che
sul piano meramente finanziario.
La coppia Lombana-Cantelli termina il suo manCose turche, 2005.
Pulcinella, 2003.
puramente tecnico e interessa la consapevolezza della
costruzione di uno spettacolo. Ai ragazzi, provenienti
non solo dall’Italia, ma anche da diversi paesi stranieri, è data l’occasione di vivere un’esperienza globale di
scambio artistico e umano prima che tecnico-formativo; si vuole puntare sul processo di apprendimento
indiretto grazie alla dimensione dell’incontro.
PSA si specializza così nella formazione e nella
produzione, secondo una linea orientata inizialmente all’attività musicale (concertistica, lirica) e successivamente all’interazione possibile fra musica, teatro
e danza.
Dalla stagione 1999 a quella del 2005 le produzioni dei laboratori PSA sono ventinove e coinvolgono
strumentisti, ballerini, bandisti, attori, coristi e cantanti per quasi 1300 persone. S’instaurano inoltre collaborazioni con conservatori, accademie, enti teatra20
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Pergine Spettacolo Aperto
La storia del Festival
dato nel 2004. L’anno successivo la direzione artistica è affidata a Juan Lombana e a Mimma Gallina. Nel
2006 si aggiunge Cristina Pietrantonio e la “direzione” si trasforma in una “commissione” artistica.
Il ritorno a Pergine: l’Arte di essere fuori
A questo punto si decide di abbandonare la formula
esclusiva dei Laboratori PSA, una svolta apparentemente sorprendente visti i risultati raggiunti in termini
numerici e il respiro internazionale che avvolge l’atmosfera del festival in questi anni.
Le ragioni che spingono al cambiamento nascono
dalla constatazione del fatto che i Laboratori hanno il
limite di non poter far entrare le produzioni nel circuito professionistico, ma non solo. I soci di PSA nota-
Interni abbandonati ex Ospedale Psichiatrico.
Out of Body, 2007.
no infatti che il festival ha perduto il rapporto diretto
con la città, configurandosi come un evento a sé stante, che potrebbe esistere in qualsiasi altro centro urbano simile a quello perginese.
Il passaggio successivo viene fatto con queste motivazioni ed è riassunto in maniera efficace dallo slogan posto ora accanto al nome ufficiale di PSA: L’arte di essere fuori.
Nel 2007 la direzione artistica viene affidata a Cristina Pietrantonio, che lavora sull’ottimizzazione degli
aspetti organizzativi e gestionali, sul riposizionamento del festival e sulla realizzazione di un programma
in grado di offrire proposte culturali innovative e che
possiedano nel contempo un grado elevato di appeal
nei confronti del pubblico.
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Pergine Spettacolo Aperto
La storia del Festival
La riconquista del territorio avviene occupando
l’ex manicomio, uno spazio “scomodo” nella storia di
Pergine. Il nuovo ruolo che PSA sceglie per il festival
è quello di farsi medium, tramite, per rendere viva la
memoria di questo luogo e far sì che il passato riemerga e interagisca con il presente. Ciò avviene in due
modi: con la proposta di spettacoli multidisciplinari
connessi ai temi della devianza, del disagio, della marginalità e più ampiamente caratterizzati da una creatività dai confini indefinibili e con la riappropriazione e rilettura degli spazi dell’ex Ospedale Psichiatrico.
Una seconda sezione del Festival “PeM PergineMusica” si ricollega più direttamente alla tradizione di PSA, con la proposta di spettacoli di teatro
Normale. Anche la follia merita i suoi applausi, 2008.
Requiem per Chris. E. Rava e S. Rubini, 2008.
musicale presso lo storico Teatro Tenda. Produzioni
e coproduzioni, laboratori e azioni di sostegno e promozione per giovani artisti sono gli elementi principali di una formula che fa da ponte tra il passato e il
futuro di un festival poliedrico che, dopo trentacinque anni, affronta nuovamente una fase di trasformazione e di crescita.
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Pergine Spettacolo Aperto
La ricerca di una nuova identità
Si riparte dal 2007
l direttivo di PSA, insieme alla nuova presidenza
e direzione artistica, decide di inaugurare il nuovo corso scommettendo su una proposta che pare
ad alcuni un’ardita provocazione, ad altri un’offensiva
riesumazione di un tabù collettivo, ad altri ancora un
intelligente e stimolante rilancio per una delle rassegne festivaliere più longeve e seguite in Trentino. Il
titolo dell’edizione 2007 è quanto mai emblematico
e non lascia adito a equivoci: “Apriamo alla follia”.
Un’apertura non soltanto tematica, ma anche e soprattutto reale: dopo tanti anni gli edifici che per oltre un secolo hanno ospitato uno dei più importanti
manicomi del Nord Italia sono stati riaperti e simbolicamente restituiti all’antica destinazione d’uso. Per
un giorno - anch’esso dall’alto contenuto simbolico, il
14 luglio (anniversario dell’assalto alla Bastiglia, luogo
simbolo di un potere chiuso e che rinchiude) - sono
diventati teatro di mostre fotografiche, documentari,
performance, laboratori, incontri, discussioni pubbliche, ma soprattutto l’occasione per restituire a un’intera comunità un immenso patrimonio di storie, una
memoria rimossa che, nel bene e nel male, ha segnato
la vita di tutti i perginesi. L’inaspettata partecipazione
di pubblico, il grande interesse manifestato per ogni
singola iniziativa, le critiche - rivelatesi quasi sempre
costruttive - mosse dai detrattori hanno avuto il potere di consolidare un audace esperimento in un vero e
proprio progetto, sul quale PSA ha intenzione di investire, in futuro, risorse materiali, energie creative e
tanta passione.
I
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Pergine Spettacolo Aperto
L’itinerario tracciato nel 2007 prosegue nel triennio successivo, che dedica al tema della memoria
quattro giornate nel 2008, cinque nel 2009 e un’intera settimana nel 2010. Di volta in volta alcune aree
dell’ex Ospedale Psichiatrico sono elette a luoghi di
rappresentazione artistica, di narrazione e di riflessione, spazi di incontro e di dialogo, di testimonianza e
di emozione. L’intento è ancora quello di abbattere
metaforicamente sbarre e recinti, di esplorare il misterioso e scabroso territorio della follia umana mediante il multiforme linguaggio dell’arte, offrirle semplicemente margini di rappresentazione e dunque di
possibile integrazione, senza con questo operare indebite sovrapposizioni con tutti quegli operatori che
Il complesso originario del manicomio di Pergine nel 1882.
La ricerca di una nuova identità
quotidianamente hanno a che fare con la sofferenza
della malattia mentale e del bisogno di cura.
Questa parte del festival è oggi denominata “La
città dei matti” e ospita un atelier di outsider art, una
sezione video, momenti di formazione e di confronto, un ricco programma di spettacoli live, musicali e
teatrali, uno spazio aperto al dialogo tra gli artisti e il
pubblico.
La Città dei Matti
Con questo nome era conosciuta, fino a poco tempo
fa, Pergine Valsugana. Una città il cui paesaggio, reale e simbolico, era dominato dal manicomio, un luogo senza nome, come tutti i manicomi, un luogo della vergogna, che per oltre un secolo ha ospitato gente
di lingua e cultura diverse, italiani e tedeschi, ma anche ladini e mocheno-cimbri. Un luogo in cui ogni
identità - culturale, linguistica, ma soprattutto umana
- si perdeva in un’esistenza anonima, dove l’estraneità
della parola era la muta traccia che conduceva dentro
storie di dolore e segregazione, ma anche di speranza
e riscatto. Dall’Ospedale Psichiatrico sono transitate
migliaia di esistenze, che hanno intrecciato la loro vicenda personale con quella di un’intera città: tanti pazienti, altrettanti medici e paramedici, ma anche personale di servizio e di gestione, che aveva il compito
di tenere in piedi l’istituzione totale. Un universo di
microstorie, racconti e testimonianze di chi stava dentro, di chi stava fuori, di chi stava un po’ dentro e un
po’ fuori. È forse il luogo più autentico della memoria
collettiva, un patrimonio con cui un’intera comunità
si specchia nel suo passato.
Il ruolo di PSA
Una memoria dolorosa e rimossa che chiede di essere
recuperata e approfondita, spazi della mente e del paesaggio che vogliono essere ancora abitati, prima che
ne spariscano le tracce o che non se ne riconoscano
più i segni. Non si tratta soltanto di alimentare un pa-
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Pergine Spettacolo Aperto
trimonio condiviso di storie, cronache, eventi e personaggi, di arricchire archivi storici e produrre sempre nuovi materiali documentari, ma di fare in modo
che un passato comune interagisca efficacemente con
il presente in trasformazione.
Da questa esigenza, che si radica nel tessuto fisico del territorio, ancora prima che in quello sociale, PSA vuole partire per proporsi come contenitore
di sperimentazione creativa e di produzioni artistiche
connesse a vario titolo con la devianza, il disagio e la
marginalità. Dall’edizione 2007 il festival si fa carico
di un compito difficile, quello di mantenere viva l’attenzione su temi scomodi come quello della follia,
ospitando mostre, rassegne cinematografiche, spettacoli teatrali e di danza, incontri pubblici, produzioni musicali, workshop e altre iniziative riconducibili
ad ambiti disciplinari differenti. Ciò anche nell’ottica
della costruzione di un nuovo teatro all’interno degli
spazi che un tempo appartenevano al manicomio, ma
soprattutto in sintonia con la vocazione più genuina
del festival, che da oltre 30 anni trae la sua linfa vitale
dal luogo che lo ospita. Potremmo definirlo una sorta di debito culturale verso ciò che ci circonda e verso
noi stessi: l’andare a riprendersi un’identità.
Normale. Anche la follia merita i suoi applausi, 2008.
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La ricerca di una nuova identità
Breve storia dell’Ospedale Psichiatrico di Pergine
Per garantire anche ai cittadini di lingua italiana l’assistenza psichiatrica sul territorio di origine, affiancando così al grande manicomio di Hall
un ulteriore centro di raccolta e cura dei malati psichiatrici nella provincia tirolese dell’Impero asburgico, il 12 ottobre 1874 la Dieta tirolese
approva il progetto di costruzione di una nuova struttura manicomiale. Il
luogo designato a ospitarla è Pergine Valsugana. Realizzato tra il 1879
e il 1881, l’edificio, molto simile per pianta e stile architettonico ad
altri stabili pubblici che si andavano erigendo in quegli anni in tutto
l’Impero, viene inaugurato il 19 settembre 1882. Inizialmente pensato
per ospitare 200 degenti, fin dall’inizio i suoi spazi devono contenere
un numero di presenze ben superiore, imponendo alla direzione già
negli anni Novanta una prima serie di interventi di ampliamento, sia a
livello strutturale, sia in termini di organizzazione e classificazione dei
vari metodi di cura.
Nel 1905 viene portata a termine la costruzione di due nuovi padiglioni
esterni all’edificio centrale, che qualche anno dopo verranno intitolati
ai martiri di guerra Gennaro Pandolfi e Gaetano Perusini. Con l’acquisto del podere Gasperini a Vigalzano viene inoltre aperta una colonia
agricola.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale i degenti vengono trasferiti
in altre strutture dell’Impero e il manicomio di Pergine viene trasformato nel 1916 in ospedale militare. Con la successiva annessione del
Trentino-Alto Adige all’Italia la struttura, tornata nel frattempo ad accogliere malati psichiatrici, passa dall’amministrazione austriaca a quella
italiana e ad essere così soggetta alla legge italiana sui manicomi del
14 febbraio 1904 e a tutte le sue successive modifiche e integrazioni.
Nel frattempo viene esteso il territorio di competenza: fra il 1923 e il
1925 il manicomio inizia a ospitare anche pazienti di lingua tedesca,
altoatesini, e a richiedere ulteriori interventi di ampliamento.
31
Pergine Spettacolo Aperto
La ricerca di una nuova identità
Viene dunque approvato nel 1924 il progetto di costruzione di tre nuovi
padiglioni, di cui se ne realizzarono soltanto due, inaugurati tra il 1927
e il 1934. Tra questi, il “Valdagni” è destinato ad accogliere pazienti
femminili. In seguito a questi interventi, l’istituto è in grado di ospitare
fino a 750 persone.
Il periodo che comprende la seconda guerra mondiale è caratterizzato
da una situazione assai difficile: alle precarie condizioni di vita all’interno dell’istituto corrisponde un sensibile aumento della mortalità fra i
degenti. Inoltre, facendo seguito all’accordo italo-tedesco sulle opzioni,
il 26 maggio 1940 i circa trecento pazienti di lingua tedesca vengono
trasferiti nell’ospedale psichiatrico tedesco di Zwiefalten e quasi tutti
eliminati sulla base del programma di eutanasia e di eliminazione sistematica degli individui fisicamente e psichicamente menomati voluto
dal regime nazista. Rimane questa una delle pagine più tristi nella storia
dell’Ospedale Psichiatrico di Pergine.
Anche nel Dopoguerra il problema principale si chiama sovraffollamento. Nonostante tra il 1949 e il 1966 vengano aperti tre nuovi padiglioni
e i lavori di trasformazione e di ampliamento delle strutture esistenti
siano pressoché continui, l’ospedale deve far fronte a un numero di
malati quasi sempre superiore alle proprie capacità.
Negli anni Sessanta si arriva addirittura a contare 1700 degenti psichiatrici, un dato peraltro in sintonia con gli altri manicomi italiani e
che contribuisce, tra l’altro, a un generale ripensamento del ruolo e
della funzione terapeutica e sociale degli ospedali psichiatrici e alla
ridefinizione di un nuovo assetto legislativo che privilegi la creazione e
lo sviluppo di strutture di assistenza psichiatrica più piccole, decentrate
e distribuite uniformemente sul territorio.
Manicomio di Pergine, interno.
Manicomio di Pergine, personale medico e infermieristico.
32
È con la legge Mariotti del 18 marzo 1968 e con l’istituzione dei primi
“centri o servizi di igiene mentale” che si ha la conferma di un nuovo
orientamento nella diagnosi e nella cura del disagio terapeutico più
mirato, efficace e adeguato alla sempre più crescente richiesta di cura.
Vi sarà tutta una serie di tappe intermedie e di avvicinamento prima di
arrivare all’evento che trasformerà radicalmente nel nostro Paese l’assistenza e la cura del disagio psichico: la legge Basaglia del 13 maggio
1978, con la quale si decreta la progressiva chiusura di tutti i manicomi
presenti sul territorio italiano. Automaticamente anche a Pergine vengono così interrotti i ricoveri coatti e di volontari non recidivi, mentre si
continuano ad accogliere i recidivi, ma soltanto fino all’aprile 1981. Con
il 1982 la competenza sul servizio di salute mentale passa dalla Provincia all’Unità sanitaria locale. Da allora inizia il graduale smantellamento
dell’Ospedale Psichiatrico di Pergine fino alla sua chiusura, nell’ottobre 2002, quando una delibera della Direzione generale dell’Azienda
provinciale Servizi sanitari sanziona definitivamente la cessazione delle
attività della struttura, che da quel giorno in poi verrà legittimamente
chiamata “ex Ospedale Psichiatrico”.
33
Eventi da ricordare
35
Il futuro del Festival
e il nuovo teatro
N
elle prime edizioni, dal 1976 al 1978, Pergine Spettacolo Aperto si svolgeva nella piccola piazza municipale. Nel 1979 si dotò di
una tensostruttura di circa 700 posti, oggi obsoleta sia
dal punto di vista tecnico-strutturale sia per la nuova
conformazione e funzione urbanistica che l’area è venuta ad assumere. Se infatti trent’anni fa il teatro tenda sorgeva in una zona di incolti, oggi è attorniata da
condomini e palazzine, la cui convivenza con attività
di spettacolo dal vivo e all’aperto risulta piuttosto problematica. Si è deciso dunque di costruire un nuovo
teatro all’interno del parco dell’ex Ospedale Psichiatrico, nell’ottica di valorizzare un’area di interesse storico e naturalistico, che tuttavia è poco conosciuta e
frequentata dagli abitanti del territorio.
Il nuovo teatro all’aperto avrà caratteristiche innovative, improntate alla massima flessibilità di utilizzo e
alla sostenibilità ambientale. In primis una torre scenica prefabbricata in legno e una platea modulare, che
può essere coperta all’occorrenza, con una capienza
dagli 800 ai 2000 posti. Nei mesi invernali, quando il
teatro sarà chiuso al pubblico, la torre scenica è predisposta per diventare un teatro di posa ove ospitare
produzioni televisive e cinematografiche.
37
Pergine Spettacolo Aperto
IL NUOVO TEATRO DI PERGINE
Il progetto del nuovo teatro all’aperto di Pergine risponde alle esigenze
di flessibilità espresse dal committente sia per la capienza (800 posti in
platea, 1200 in tribuna) sia per le funzioni; con questo edificio, infatti,
Pergine Spettacolo Aperto intende ospitare molteplici attività: teatro,
danza, lirica, concerti, cinema, congressi, mostre ed esposizioni temporanee nei locali annessi, oltre alla produzione di format televisivi.
Il palco, delle dimensioni di 20m x 20m, e i servizi di supporto allo
stesso si trovano al piano terra di un volume coperto alto 24m, il quale
contiene anche il foyer, la biglietteria e la caffetteria. La torre scenica
comprende gli elementi di collegamento verticali (scale e ascensore)
che servono per raggiungere la graticcia, i camerini, i cameroni con
lavanderia e sartoria, nonché i locali per le attività di gestione che sono
posti ai piani superiori. Una grande sala prove, magazzini, depositi per
le scenografie, locali tecnici e laboratori si trovano nel piano interrato
che presenta un’altezza utile di 4m. La platea e la tribuna assecondano
l’andamento naturale del terreno. La doppia copertura retrattile costituita da una tensostruttura a membrana permette di proteggere dalle
intemperie la platea e, se necessario, comprende anche la tribuna.
Le caratteristiche morfologiche del territorio, sinuosità e altimetria, suggeriscono la forma dell’edificio. La torre scenica assume un andamento
curvilineo che, allungandosi verso nord-est, crea una piazza che accoglie il pubblico e può ospitare manifestazioni.
Progetto nuovo teatro di Pergine - sezione, arch. Cristina
Pasquale.
38
Il futuro del Festival e il nuovo teatro
Insieme alle necessità tecnico-funzionali dell’edificio, in fase di redazione del progetto è stata effettuata un’analisi del luogo sia dal punto di
vista climatico e naturalistico sia con riguardo alla viabilità, alla mobilità
e al grado di relazione dell’area con il centro abitato e i servizi esistenti,
al fine di massimizzare la sostenibilità dell’intervento. In quest’ottica,
oltre che per contenere significativamente i tempi di costruzione, si è
previsto di utilizzare la prefabbricazione in legno per le strutture fuori
terra e la copertura della torre scenica.
L’utilizzo del legno a fini strutturali, il rispetto del severo protocollo di
certificazione energetico-ambientale LEED in fase di progettazione, il ricorso a fonti di energia rinnovabile e a un sistema impiantistico a basso
impatto ambientale ed economico fanno di questo edificio un virtuoso
esempio di sostenibilità. Ciò in sintonia con la politica di sensibilizzazione e attenzione al rispetto per l’ambiente che PSA sta portando avanti
negli ultimi anni.
Il progetto del nuovo teatro sta innescando un
processo di rinnovamento e di ripensamento profondo della funzione dell’Associazione Pergine Spettacolo Aperto, che non si configurerà più solo come organizzatore di un Festival, bensì come primo motore di
una rivoluzione culturale del territorio.
Entro il prossimo triennio, infatti, il Comune
porterà a compimento anche il Teatro Comunale,
39
Pergine Spettacolo Aperto
sito in zona centrale, con circa 500 posti a sedere.
L’apertura delle due nuove strutture teatrali costituirà un evento unico nella vita della città di Pergine e del suo territorio, che si stanno trasformando così in un vero e proprio distretto culturale. L’attualità e
l’urgenza del problema gestionale sta portando diversi
soggetti a dialogare tra loro con l’obiettivo di dar vita
a un network che abbia la forza propulsiva per determinare fortemente la vita culturale del territorio, con
un alto potenziale innovativo per caratteristiche strutturali, tecnologiche e di servizi per la comunità.
Sono molti i temi “caldi” ai quali le attività culturali possono dare risposte concrete: interculturalità,
disagio giovanile, un centro storico in crisi, la valorizzazione delle aree dismesse dell’ex Ospedale Psichiatrico, il rischio di perdita d’identità per una cittadina
che vede costantemente crescere i residenti che lavorano altrove senza “abitare” la città. Il nuovo sistema
culturale ha l’ambizione di governare un vero e proprio “rinascimento” del territorio, trasformandolo in
un importante polo creativo e culturale, volano per il
rilancio della vita sociale e dell’economia locale.
Padiglione Perusini, Out of Body, 2007.
40
L’organizzazione
I
l Festival Pergine Spettacolo Aperto nasce come
realtà gestita interamente da volontari. L’anima
del Festival, in particolare per i primi vent’anni,
era fondata sulla forza di persone di tutte le età che
si spartivano i diversi compiti: segreteria, amministrazione, personale tecnico, maschere; ognuno portava la
propria esperienza maturata in altri contesti teatrali o
più spesso in settori completamente diversi.
Dalla fine degli anni ’90, con l’introduzione
dell’idea di “Festival Laboratorio” e quindi di un’attività produttiva complessa e strutturata, si comprende
che le forze dei volontari, comunque fondamentali,
dovevano essere affiancate da professionisti del settore,
perché il sistema organizzativo diveniva sempre più
complesso da gestire e richiedeva totale disponibilità
di tempo, competenze specifiche e maggiori responsabilità.
Basti pensare che dal 1999 al 2006 il Festival ha
prodotto per ogni edizione un balletto, un concerto e un’opera lirica, trovandosi a gestire in un periodo di 5/6 settimane circa 150 artisti (la maggior parte
dei quali giovanissimi) provenienti da tutto il mondo,
impegnati su produzioni diverse, con tempi di prova
spesso sovrapposti. Non dimentichiamo poi l’impegnativa attività di trasferta che in quel periodo portava
Pergine Spettacolo Aperto ogni anno in diverse località italiane, in Spagna e in Portogallo. Dalla fine degli
anni ’90 si sono quindi introdotte gradualmente nuove figure con contratti professionali:
– responsabili di produzione che potessero seguire
nel dettaglio le diverse attività, affiancati dalla se41
Pergine Spettacolo Aperto
greteria e sotto la supervisione di un unico responsabile organizzativo;
- un direttore tecnico per il coordinamento dei giovani tecnici volontari;
- un ufficio stampa interno, fondamentale per una
comunicazione quotidiana delle sempre più numerose attività in programma.
Dal 2007 a oggi, con la nascita e lo sviluppo del
progetto “L’arte di essere fuori”, il Festival gestisce
un’attività molto più concentrata a livello temporale, in cui produzioni, ospitalità, eventi speciali si susseguono con ritmi incalzanti e contemporaneamente
in spazi diversi.
L’elemento più complesso da gestire attualmente è
proprio l’utilizzo degli spazi, non solo teatrali: la moltiplicazione dei luoghi performativi rende necessaria
un’organizzazione che ottimizzi i tempi e suddivida le
squadre e le azioni di lavoro in modo preciso.
Attualmente possiamo pensare a Pergine Spettacolo Aperto come a un grande laboratorio anche dal
punto di vista organizzativo. L’entusiasmo e l’operosità dei fondatori storici, alcuni dei quali ancora attivissimi, ha permeato il modus operandi dei giovani
professionisti, dei volontari e dei tanti tirocinanti che
ogni anno arrivano al Festival. Si è creato quindi un
team eterogeneo dove la formazione continua e il passaggio di consegne sono i cardini di un’organizzazione
semplice ma entusiasta, in continua evoluzione e con
il desiderio di migliorarsi anno dopo anno, senza dimenticare le origini e gli insegnamenti di coloro che
ci sono stati “prima”.
Organigramma Festival PSA
Numericamente parliamo di circa 15 professionisti e
40 volontari per ogni edizione. L’impegno dei professionisti si concentra durante il periodo estivo e dura
circa cinque settimane.
Nell’ultimo decennio si è resa permanente l’atti42
L’organizzazione
vità di segreteria come punto di riferimento per tutti
i collaboratori del Festival e per gestire l’attività ordinaria, incrementata di recente in seguito alla collaborazione tra il Festival e altri enti e associazioni locali,
per l’organizzazione di eventi anche nel periodo invernale.
Se fino al 2005 circa i collaboratori professionisti
esterni potevano cambiare a ogni edizione, la politica degli ultimi anni è stata invece quella di creare un
team di lavoro permanente a cui affiancare di volta in
volta nuovi volontari, tirocinanti, figure di supporto, per arrivare a una struttura solida e ben strutturata
e allo stesso tempo aperta a nuovi stimoli e capace di
coinvolgere e formare nuovi elementi.
È interessante constatare la crescita professionale di
tanti giovanissimi che hanno iniziato adolescenti e negli anni hanno acquisito maturità e consapevolezza,
decidendo di trasformare un passatempo estivo in una
scelta professionale.
È questo percorso di crescita che contribuisce a
creare una squadra affiatata, che unisce persone di
provenienze diverse che si trovano a condividere spazi e tempi esclusivi, totalizzanti, e che per un mese lavorano con ritmi a volte estenuanti ma resi sostenibili
da una profonda condivisione.
I numeri del festival
Il bilancio
Le entrate sfiorano attualmente i 500.000 euro e sono
suddivise come segue:
– il 70% da Enti pubblici (Provincia, Regione, Comune);
– il 10% da privati (Fondazione Caritro, Cassa Rurale, ditte varie);
– il 12% da prestazioni di servizi svolti a terzi (organizzazioni di spettacoli, service, affitti);
– l’8% incassi da sbigliettamento.
43
Pergine Spettacolo Aperto
44
L’organizzazione
45
Pergine Spettacolo Aperto
L’organizzazione
– 40% compensi per prestazioni artistiche;
– 15% oneri e accessori (scenografie, allestimenti
vari, alloggi);
– 5% spese di manutenzione struttura;
– 5% oneri finanziari e Siae;
– 5% affitti, pulizie;
– 10% altri costi (elaborazioni contabili, assicurazioni, cancelleria, bollette telefoniche, spese postali,
varie).
Gianni Schicchi, 2004.
L’obiettivo da raggiungere, ogni anno, è quello del
pareggio di bilancio. Un obiettivo che viene perseguito con cura certosina da quando il festival si basa per larga parte su attività proprie di produzione,
che per loro natura prevedono molte variabili in corso d’opera. Far quadrare i conti era certo assai più facile negli anni in cui l’attività si basava sul semplice acquisto di spettacoli.
Le uscite sono suddivise nelle seguenti macro aree:
– 10% personale dipendente;
– 10% prestazioni professionali (direzione artistica,
collaboratori organizzativi e tecnici);
46
Il bilancio delle ultime cinque edizioni del Festival
è stato esaminato sotto il profilo del cosiddetto “bilancio sociale”. Si è osservato che circa il 70-75% delle uscite viene assorbito dal territorio: dai compensi
ai collaboratori residenti in zona agli acquisti di generi diversi presso esercizi locali, fino ad arrivare agli
interessi passivi pagati alla cassa rurale cittadina, i denari spesi dal Festival restano in buona sostanza “in famiglia”.
L’indotto, invece, non è mai stato quantificato: oltre al pubblico, per un periodo di circa due mesi il
festival ospita collaboratori, artisti, tecnici, personale
vario. Tutte persone che in quel periodo girano il territorio. E spendono.
Il pubblico
Nelle ultime quattro edizioni il pubblico si è attestato su una media di 25 mila presenze, grazie anche
al grande richiamo della serata di apertura, una notte
bianca che coinvolge il centro storico e l’incantevole
Parco Tre Castagni.
Tradizionalmente al pubblico vengono somministrati dei questionari in occasione degli spettacoli a pagamento, da cui si evince che un 70% è di provenienza extra locale e di questo il 30% proviene da fuori
Provincia. Con le due trasmissioni in diretta radio
“NBC” è stato raggiunto un complessivo di 52.000
ascoltatori nelle province di Trento e Bolzano (dati S.V.D.).
47
Pergine Spettacolo Aperto
48
L’organizzazione
anno
serate
spettatori
Presidenti e Direttori artistici 1976-2010
1976
3
1.211
anno
PRESIDENTE
DIRETTORE ARTISTICO
1977
5
2.563
1978
9
5.651
1976
1978
Bruno Petri
Marco Bernardi
1979
10
4.725
Franco Oss Noser
Marco Bernardi
1980
12
5.294
1979
1982
1981
24
7.568
1983
1988
Giorgio Torgler
Marco Bernardi
1982
23
8.641
1983
42
21.672
1989
Franco Oss Noser
Marco Bernardi
Giorgio Antoniacomi
1984
52
22.533
Franco Oss Noser
Marco Bernardi
1985
38
21.362
1990
1991
1986
23
10.576
1992
1993
Giorgio Antoniacomi
Marco Bernardi
1987
26
10.122
1988
22
6.539
1994
1995
Roberto Filippi
Andrea Castelli
1989
20
12.689
1996
Giorgio Torgler
Andrea Castelli
1990
26
8.518
1997
Giorgio Torgler
Paolo Facchini
1991
58
7.606
1992
18
8.210
1998
2004
Giorgio Torgler
Leonardo Cantelli
Julian Lombana
1993
17
7.502
2005
Giorgio Torgler
1994
20
7.819
Julian Lombana
Mimma Gallina
1995
26
12.911
2006
Giorgio Torgler
1996
24
15.182
Mimma Gallina
Julian Lombana
Cristina Pietrantonio
1997
30
6.847
Paolo Oss Noser
Cristina Pietrantonio
1998
14
5.474
2007
2010
1999
16
5.330
2000
10
3.978
2001
12
3.247
2001
10
3.773
2003
18
4.660
2004
11
2.988
2005
10
3.062
2006
13
6.195
2007
18
26.314
2008
26
27.000
2009
29
23.000
2010
52
25.000
Attuale Consiglio di Amministrazione
Presidente
Paolo Oss Noser
Consiglieri
Gabriele Buselli
Gianluca Filippi
Roberto Filippi
Marco Frisanco
Emanuele Masi
Marcello Pallaoro
49
Istituzioni e rapporti
con il territorio
L
a cultura diffusa sul territorio è uno degli indicatori dello stato di salute di una comunità.
È infatti nelle periferie che la cultura si coniuga con la concretezza, che riesce più facilmente a fare
rete e a diventare anche offerta per un turismo di qualità, oppure si qualifica come laboratorio di ricerca o
di aggregazione sociale o di formazione delle giovani
generazioni.
In questo la storia di Pergine Spettacolo Aperto il più longevo festival del Trentino, con i suoi 35 anni
di vita - è emblematica delle potenzialità che la Cultura condivisa riesce a estrinsecare, specie quando si basa sul lavoro, sulle competenze e sulla passione di un
gruppo di persone altamente qualificate.
Oggi Pergine Spettacolo Aperto è sinonimo di
Cultura che mescola sapientemente Spettacolo e Divertimento e che si pone come “mission” l’intrattenimento intelligente ma anche la provocazione intellettuale, non disgiunta da una sensibilità del tutto
particolare per le forme di spettacolo alternative, ma
allo stesso tempo radicate nella tradizione.
E se questo palcoscenico ideale si allarga fino ad
abbracciare i territori confinanti, la Provincia non
può non rispondere, non può non mettere gli amici di Pergine nelle condizioni di proseguire nella loro esperienza.
Per questo motivo abbiamo pensato di appoggiare la realizzazione di un nuovo teatro, che dovrà rinnovare il concetto di “culla” di cultura e di spettacolo
e che avrà l’intera comunità del Trentino come punto di riferimento. Un nuovo teatro come tappa di una
51
Pergine Spettacolo Aperto
nuova vita, di nuove esperienze, di nuovi radicamenti. Una nuova sfida per Pergine Spettacolo Aperto,
che siamo certi non ci deluderà.
Franco Panizza
Assessore alla Cultura, Rapporti europei e Cooperazione
della Provincia autonoma di Trento
Pergine Spettacolo Aperto è una delle associazioni,
se non “l’Associazione”, che ha fatto la storia culturale
della città ed è quella che più ha contribuito a far circuitare il nome di Pergine Valsugana in ambito regionale, nazionale e internazionale.
Pergine Spettacolo Aperto è anche l’associazione
che per prima in Trentino ha capito le potenzialità
di politica culturale del Festival, un progetto culturale che di volta in volta ha saputo interpretare il bisogno di cultura della gente e l’ha sapientemente coniugato con la capacità di innovazione espressiva dei
grandi artisti che negli anni ha ospitato, segnando una
strada che successivamente in molti hanno cercato di
imitare.
Per questo a PSA va la tutta la riconoscenza
dell’Amministrazione comunale e della comunità perginese.
Silvano Corradi
Sindaco di Pergine
Marco Morelli
Assessore alle Attività Culturali di Pergine
Publistampa Arti Grafiche crede in una strategia di
espansione vincolata alla propria responsabilità sociale e alla sostenibilità ambientale del lavoro e dei propri prodotti e vuole essere attore di un’economia che
riporta le valutazioni sociali e ambientali sullo stesso piano di quelle economiche. Il concetto di cultura
d’impresa che informa le sue attività investe, pertanto, il suo comportamento come soggetto sia nelle di52
Istituzioni e rapporti con il territorio
namiche economiche sia nel più vasto contesto in cui
opera. È presente attivamente sul piano culturale e sostiene organizzazioni di solidarietà sociale, ambientaliste, etiche e associazioni culturali fornendo il proprio
contributo. Fondamentale, nei confronti di Pergine
Spettacolo Aperto, con cui lavoriamo dal 1995, è non
solo il sostegno ma anche la collaborazione nell’allestimento dei piani di comunicazione e promozione, i
cui supporti sono realizzati in carte riciclate e certificate FSC.
Manuela Dalmeri
Responsabile reparto grafico Publistampa Arti Grafiche
Sant’Orsola e Pergine Spettacolo Aperto, un matrimonio creativo tutto trentino. Passione, magia e
forte legame con il territorio. Sono destini incrociati
quelli di Sant’Orsola, Cooperativa leader in Italia nella produzione di piccoli frutti, fragole e ciliegie tardive, e l’Associazione Pergine Spettacolo Aperto. Due
realtà con profonde radici nell’area della Valsugana,
accomunate da un ricco patrimonio di valori e dal fine comune della crescita sociale e culturale del territorio. Una identità di vedute concretizzatasi tre anni
fa, quando dalla loro collaborazione iniziò a prendere forma quella che oggi è uno degli appuntamenti
clou dell’estate perginese: la favolosa Festa dei Piccoli
Frutti. Un’incantevole iniziativa che, in concomitanza con la Notte Bianca di Pergine, unisce in un’unica
e ricca esperienza storia, cultura, divertimento e gastronomia, celebrando ogni volta la creatività e le eccellenze gastronomiche della zona.
Silvio Bertoldi
Presidente cooperativa S.Orsola
Il significato della collaborazione tra Plus Communications e PSA va oltre la stima che unisce i due
soggetti (Agenzia e Festival) e l’amicizia che da sem53
Pergine Spettacolo Aperto
pre caratterizza i rispettivi referenti. Si lega a una scelta strategica fondante, ovvero il fatto di rappresentare
il tema di ogni stagione attraverso un’idea: originale,
pertinente e propria.
La promessa che Plus ha chiesto e che PSA ha
mantenuto nel tempo è infatti la possibilità e la libertà di esprimere un’idea. Credetemi, per un’Agenzia di
pubblicità che decide di investire tempo e risorse per
alcuni soggetti del mondo della cultura, questo è già
il compenso.
Ed è anche una soddisfazione il fatto che PSA investa ogni anno quattrini nella produzione di questa
idea, quando sarebbe senz’altro più economico dare
fondo a immagini di archivio delle ospitate o delle
produzioni, risolvendo la pratica con esercizi eminentemente grafici, magari di alto profilo. Peraltro consuetudine della maggior parte degli altri festival.
Roberto Locatelli
Presidente Plus Communications
Agenzia di comunicazione
54
Eventi da ricordare
Le origini
elle estati della prima metà degli anni Settanta, piazza Municipio si colorava a festa:
il selciato veniva coperto da una grande
dama e le pedine si animavano, per dare vita alle prime timide manifestazioni culturali estive della cittadina perginese.
N
Orchestra Haydn, 1978.
55
Pergine Spettacolo Aperto
Eventi da ricordare
I primi cartelloni
Dal 1981 al 1993 PSA vive una stagione felice, in
costante espansione e diventa in Trentino il festival
estivo per antonomasia. Sul palco del Teatro Tenda
salgono Paolo Conte, Gino Paoli, Anna Proclemer,
Piera Degli Esposti, Marcel Marceau, Roberto Vecchioni, Victoria Chaplin, Carla Fracci, Al Di Meola,
Franco Battiato, Francesco De Gregori, Milva, Amalia Rodriguez, Angelo Branduardi, Astor Piazzolla,
Ernesto Calindri, Giorgio Albertazzi, Enzo Jannacci, Ute Lemper, Ornella Vanoni, Rossana Casale, Richard Galliano.
Marcel Marceau, 1985.
Paolo Rossi, 1982.
La rivoluzione di fine anni Novanta
Nel 1998 giunge – non certo a ciel sereno – la prima
rivoluzione pacifica della storia di Pergine Spettacolo Aperto. PSA vuole tornare a essere promotore di
cultura e non più solo contenitore di intrattenimento. Con la produzione dei “Catulli Carmina”, diretti
da Julian Lombana, parte il progetto di formazione di
giovani musicisti provenienti da tutto il mondo.
56
57
Pergine Spettacolo Aperto
Eventi da ricordare
registi che possano portare sguardi nuovi sull’Opera. I
cantanti vengono reclutati attraverso audizioni internazionali, che hanno l’obiettivo di scovare e valorizzare giovani interpreti.
I debutti:
2007
Madama Butterfly di Giacomo Puccini.
Regia Laura Corradi, direttore Daniele Agiman.
Orchestra Laboratori PSA.
Catulli Carmina, 1998.
PergineMusica
Nel 1999 PSA decide di rendere più specifica la propria attività, esplorando “La musica nel teatro” e per
sette stagioni consecutive attiva un grande laboratorio
che coinvolge strumentisti, ballerini, bandisti, attori,
coristi e cantanti.
Fino al 2005 le produzioni sono state ventinove e
hanno coinvolto quasi 1300 persone, anche attraverso
scambi e collaborazioni con conservatori, accademie,
enti teatrali e culturali.
Il percorso continua tutt’oggi con la sezione del
Festival denominata “PergineMusica” (PeM): opera,
danza, musical, reading con musica, grandi ospiti. I
laboratori per giovani artisti e la produzione di nuovi
allestimenti rimangono caratteristiche fondanti.
Nel 2007 è partito il progetto Operamanía: un
“ibrido” tra lirica e teatro, con orchestra, cantanti e
attori, che mette in scena gli highlights di un titolo
del grande repertorio italiano in allestimenti affidati a
58
2008
La Traviata di Giuseppe Verdi.
Regia di Alessio Pizzech, direttore Daniele Agiman.
Orchestra sinfonica G. Rossini di Pesaro.
2009
La Bohème di Giacomo Puccini.
Regia Bruno Streiff, direttore Daniele Agiman.
Orchestra sinfonica G. Rossini di Pesaro.
59
Pergine Spettacolo Aperto
2010
Eventi da ricordare
2007
Apriamo alla follia
Il Trovatore di Giuseppe Verdi.
Regia Hiroki Ihara, direttore Daniele Agiman.
Orchestra sinfonica G. Rossini di Pesaro.
La notte bianca
Magica è la notte: Pergine si accende di luci, si popola
di personaggi fantastici, di oggetti stravaganti, di musica e di artisti di ogni tipo. E non dorme.
2007-2010: L’arte di essere fuori
Nel 2007 si aprono gli spazi dell’ex Ospedale Psichiatrico. Il nuovo teatro all’aperto sorgerà all’interno del
bellissimo parco, che un tempo era separato dalla cittadina da alte mura. Un pezzo di storia attorno a cui
PSA sta costruendo buona parte del suo futuro.
Sabato 14 luglio 2007
Spettacoli:
La Pecora Nera. Elogio funebre del manicomio elettrico.
Di e con Ascanio Celestini.
Notte Bianca, 2007.
Out of body
Nuova Produzione PSA Festival con Segnale.it e il Laboratorio di danza di PSA.
60
61
Pergine Spettacolo Aperto
Eventi da ricordare
Video non stop:
Marat Sade
Di Peter Weiss. Regia di Peter Brook.
Dall’altra parte del cancello
Documentario di A. Puliafito e S. Cristicchi.
Ci tocca… a volte
Performance teatrale di Nazario Zambaldi con gli utenti
di Casa Basaglia, Merano.
Dentro. Installazione per pubblico in camicia di forza.
Approfondimenti:
Da vicino nessuno è normale
Workshop teatrale condotto da Claudio Misculin e i
matt-attori dell’Accademia della Follia di Trieste.
Tracce di memoria
Ricordi ed esperienze sull’Istituzione manicomiale. Incontro pubblico dedicato alle interconnessioni tra arte e
follia.
Il mare in catene, 2007.
Esposizioni:
Leros
Reportage fotografico di Alex Majoli.
Il Manicomio di Pergine
Documentazione fotografica a cura dell’Associazione
Amici della Storia di Pergine.
I dipinti di Carlo Girardi
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Pergine Spettacolo Aperto
2008
La città che sogna
Dal 15 al 19 luglio 2008
Spettacoli:
Il sacro segno dei mostri
Regia di Danio Manfredini.
Eventi da ricordare
Instrument 1 (scoprire l’invisibile)
Compagnia Zappalà Danza.
Coreografia di Roberto Zappalà.
Normale. Anche la follia merita i suoi applausi
Nuova Produzione PSA Festival e Compagnia Eliopoli.
Regia e Coreografia di Francesco Ventriglia.
La torre (stagioni)
Spettacolo in 5 quadri a cura di Nazario Zambaldi con
gli utenti di Casa Basaglia di Merano.
Esposizioni:
Ad occhi aperti
Percorsi di Outsider Art a cura di Daniela Rosi.
Faceless. Viaggio all’interno degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.
A cura di Claudio Cricca.
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Pergine Spettacolo Aperto
Alle porte del cielo
A cura di Giorgia Pallaoro.
Eventi da ricordare
2009
Verso le stelle
Video non stop:
Code di lucertola (Valentina Giovanardi, 2008); Matti da slegare (Silvano Agosti e Marco Bellocchio, 1975);
Nubi fragili alle porte del cielo (Giorgia Pallaoro e
Francesco Capuzzo, 2008); Scemi di guerra. La follia
nelle trincee (Enrico Verra, 2008).
Dal 14 al 18 luglio 2009
Spettacoli:
Il rospo e la lucciola
Incontro-spettacolo con Alejandro Jodorowsky.
Serenate per il nuovo mondo
Con Antonio Catalano e Matteo Ravizza.
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Pergine Spettacolo Aperto
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Eventi da ricordare
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Pergine Spettacolo Aperto
Nuvole di passaggio
Regia di Antonio Viganò, con gli utenti di Maso S. Pietro di Pergine. Nuova Produzione PSA 2009.
Cage sculpture lab
Nuova Produzione di PSA Festival in collaborazione con Modem studio atelier e ArtEZ Dansacademie
(Arnhem -Olanda). Coreografia di Roberto Zappalà.
Eventi da ricordare
4.48
Di Sarah Kane. Produzione Estroteatro.
I.A.M.O.S. In a manner of speaking
Applicazione-concerto di Teatrino Clandestino.
SD. Silent Disco
DJ set Sonarmigration.
Esposizioni:
Gli anelli di saturno
Percorsi di Outsider Art a cura di Daniela Rosi.
Il migliore amico dell’uomo
Le sculture di Caterina Marinelli.
To ARF or not to ARF
Installazione di Daniela Rosi e Caterina Marinelli.
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Pergine Spettacolo Aperto
Museo sentimentale
di Antonio Catalano.
Video non stop:
Sloi, la fabbrica degli invisibili - Docu-fiction (Katia Bernardi e Luca Bergamaschi, 2009); La montagna
sacra (Alejandro Jodorowsky, 1973); El topo (Alejandro
Jodorowsky, 1971); Anche i morti ballano (Beppe Calopresti e Andrea Bessone, 2009).
Approfondimenti:
Psicomagia
Stage intensivo condotto da Alejandro Jodorowsky.
Radio PSA
Incontri, interviste, impulsi in diretta dall’ex OP.
Eventi da ricordare
2010
Cantieri mutanti
Dal 3 al 10 luglio 2010
Spettacoli:
E se il matto parlasse?
Incontro spettacolo con Alejandro Jodorowsky.
Jekyll e Hyde. Il lato oscuro del comico
Di Paolo Nani. In Co-Produzione con Norland Visual
Theatre Stamsund, Norvegia.
Il mio mondo al contrario
Recital pianistico con Maurizio Mastrini.
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Pergine Spettacolo Aperto
I misteri del monte di Venere
Di e con Duccio Canestrini.
Tutte storie
Di e con Antonio Catalano.
Overtoure des saponettes
Di e con Michele Cafaggi.
La Boîte a Musique
Installazione sonora e luminosa a cura di NaturalMente ArtEventi.
Asini
Regia di Antonio Viganò, in collaborazione con la Comunità Terapeutica di Maso S. Pietro. Nuova produzione PSA.
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Eventi da ricordare
Il Babau
Associazione culturale StradaNòva e Servizio Salute
Mentale di Cles.
Soave sia il vento
Teatro a Canone e Casa del Sole di Trento, Coproduzione PSA.
Musicatantra
Con Luca Vignali.
Corpomatto
Di e con Duccio Canestrini.
Fuori! Sezione off
Fuori! è la sezione OFF di Pergine Spettacolo Aperto dedicata a tutti gli artisti e alle compagnie di teatro, musica,
danza e di strada che intendono avere uno spazio per presentare/rappresentare i loro lavori in occasione del Festival.
Sette compagnie selezionate attraverso un bando nazionale si fanno portavoci della creatività e del fermento artistico spesso nascosti dalle programmazioni ufficiali: Caroline
Pagani, AttivaMente, Macelleria Ettore, Teatro Arjuna,
Etnia Supersantos, Trio BET, Tiziano Zanotti.
Esposizioni:
Trans-form-action. Artisti in cantiere, performance, art in progress. Oltre l’outsider.
A cura di Daniela Rosi.
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Pergine Spettacolo Aperto
Eventi da ricordare
Video non stop:
Sogno lucido
Cortometraggi, documentari e video-inchieste. In collaborazione con Milano Film Festival e Fuori Dove?
Approfondimenti:
Convegno. Teatro nel disagio psichico tra arte e
terapia.
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Pergine Spettacolo Aperto
Outsider Art
È anche detta Arte Irregolare. Comprende la grande e variegata famiglia di artisti marginali, emarginati, folk, naif, visionari, spesso malati
mentali, e sempre o quasi sempre sprovvisti di formazione artistica.
Persone che operano solitarie, al di fuori del condizionamento di canoni, movimenti, mercati, e che traggono dalle profondità della propria
personalità, per se stessi e non per altri, opere eccezionali nel concetto,
nell’oggetto, nelle tecniche. Oggi è distinta dall’Art Brut, ma ne discende e ne è estensione.
L’interesse verso queste forme d’arte risale alle avanguardie artistiche
del ‘900. È tuttavia attorno agli anni Cinquanta che le opere escono
dagli ospedali psichiatrici per essere acquisite da artisti e da collezionisti. Con Dubuffet e la fondazione della Compagnie de l’Art Brut nel
1948 si assiste alla consacrazione del genere. All’art culturelle ufficiale
si contrappone l’art non-culturelle, grezza, bruta, ma pulsante, viva. La
collezione di Dubuffet viene acquistata dalla Svizzera, che nel 1971 le
assegna un museo all’interno del Castello di Beaulieu, vicino a Losanna, dove tuttora risiede.
A Vienna gli Essl, grandi collezionisti, iniziano ad acquistare gli artisti
del Gugging, l’Ospedale Psichiatrico dove a lungo hanno operato personaggi le cui opere sono famose e oggi altamente quotate. Nel 1970,
il francese Serge Tekielski apre il “Petit Museée du Bizzarre”. Nel 1967
viene organizzata dal Museo di Arti Decorative di Parigi la prima mostra
di Art Brut, a cui farà seguito, nel 1974, quella al Walzer Art Center di
Minneapolis (Minnesota). Nel 1979 all’Art Council of Great Britain e nel
1982 al Corcoran Gallery of Art di Washington. Sono gli anni in cui in
Francia cominciano a nascere nuovi centri espositivi: tra i più prestigiosi L’Aracine, La Fabuloserie, il Site de la Creation Franche. Nel 1994
apre a Lagrasse un museo che ospita la collezione di Ceres Franco e
recentemente due giovani collezionisti svizzeri hanno aperto al pubblico
la raccolta Mermod ed Eternod. Nel 1996 nasce a Baltimora il primo
museo specializzato in Outsider e Visionary Art.
Eventi da ricordare
Dal 2008 Daniela Rosi, una delle maggiori esperte di Outsider Art in
Italia e curatrice di diverse mostre, gestisce all’interno dell’ex Ospedale
Psichiatrico gli spazi che PSA ha deciso di dedicare a questa importante
forma d’arte. Esposizioni, perfomance e video in nome dell’irregolarità.
«Tutte queste espressioni artistiche – così Daniela – attingono la loro
linfa nel profondo di ognuno di noi, nell’inconscio collettivo dell’umanità.
È un’arte che fa delle nostre misere vite un inno alla Vita. Un’arte che ci
rappresenta tutti, nessuno escluso».
Outsider Art A PERGINE SPETTACOLO APERTO
2008
Ad occhi aperti
Con Diego Salezze, Marco Ambrosi, Tiziano
Spinelli, Renata Anselmi, Varinia Rettondini,
Stefano Favaro.
Con gli artisti degli atelier La Tinaia (Firenze),
La Manica Lunga (Cremona), Adriano e Mi2009
chele (Milano), Blu Cammello (Livorno), Fatato
Gli anelli di Saturno
Gengiscao (Verona), Aut Art (Mantova), Atelier
dell’Errore (Reggio Emilia).
2010
Trans-form-action
Artisti in cantiere, performance, art in progress.
Oltre l’outsider.
Con Ramón Ramírez Ruiz, Meng Huang, Zhu
Bing, Mirco Tarsi, Caterina Marinelli, artisti
conduttori e artisti outsider di atelier storici e di
nuovi atelier italiani.
Diego Salezze, Macchie, La città dei matti 2008.
Con il diffondersi di riconoscimenti e apprezzamenti le opere di Outsider Art assumono sempre più valore nei mercati internazionali. Nel
gennaio 2003 Christie’s organizza a New York la prima vendita pubblica di un lotto di ben 120 opere provenienti dalla collezione di Robert
M.Greenberg, nel corso della quale viene venduto l’80% delle proposte,
con un incasso pari a 1.146.603 dollari.
A proporre e ad acquistare opere di Outsider Art sono stati finora soprattutto gallerie e collezionisti svizzeri, austriaci, tedeschi, francesi, inglesi, statunitensi. In Italia, la conoscenza e l’interesse si stanno diffondendo in questi ultimi anni: il successo della mostra “Oltre la Ragione”,
curata da Bianca Tosatti a Bergamo nel 2006, ha creato un’eco a lungo
attesa. ArtVerona ha dato spazio all’Outsider Art fin dalla sua prima
edizione del 2005, dedicandole una sezione speciale, che nel 2006 si
è anche arricchita della mostra retrospettiva di Carlo Zinelli. Un ruolo
ancor più ampio le ha assegnato nelle edizioni successive.
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Il festival visto da…
Hanno scritto sull’album dei saluti:
Paolo Conte
Per Pergine Spettacolo Aperto si
trattava del primo incontro con la
canzone d’autore. Per me quel
1981 a PSA si trattava di uno
dei primi incontri come cantante, esecutore di me stesso. Cantai
nell’arena all’aperto che aspettava
il suo tendone, me ne parlarono entusiasti, la loro organizzazione avrebbe poi sicuramente fatto il resto, e l’impressione d’allora è stata confermata.
Maurizio Scaparro
Un piccolo gruppo di volontari ha fatto veramente miracoli con questo teatro all’aperto. È affascinante l’idea di
Pergine come “Spoleto del Nord”. L’entusiasmo degli
organizzatori è contagioso e soprattutto molto costruttivo.
Yves Lebreton
Il mio rapporto di lavoro con PSA si è svolto a due diversi livelli nei 4 anni in cui ho collaborato: come artista e
come coordinatore per la Rassegna Internazionale di teatro comico. È un gruppo pieno di entusiasmo, che ha dato
vita a un’esperienza unica: la creazione di un ambiente
artistico di qualità a opera di un’associazione di volontari. Tutto funziona bene, e anche il pubblico, attento e
partecipe, contribuisce a un’accoglienza di prim’ordine.
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Pergine Spettacolo Aperto
Jean-Baptiste Thierrée
Un festival molto interessante e in una soluzione teatrale
particolare. Tanto più pensando che Pergine Valsugana,
un centro periferico, ha un festival stabile, poliedrico di
proposte ambiziose e realizzate.
Luciana Savignano
Pergine Spettacolo Aperto? Uno spazio teatrale bellissimo. La strana sensazione di stare in un piccolo paese le
cui finestre sono vivacemente affacciate sul mondo.
Arturo Brachetti
È pur vero che Pergine Spettacolo Aperto sta da qualche
anno nelle agende d’agenzia come un festival d’obbligo.
Ma poi, lavorando sotto quel tendone, davvero mi sono
sorpreso! Organizzazione, ineccepibile professionalità,
simpatia, entusiasmo. È certo più di un festival.
Mara Baronti
In un luogo di grandi memorie, abbiamo ricordato l’antico per progettare il futuro.
Milva
lo non amo cantare nei teatri tenda, ma questo di Pergine Spettacolo Aperto ha un’acustica perfetta, un’ottima e simpatica organizzazione che è riuscita con la forza
del suo volontariato a creare una realtà davvero notevole. Ricordo una serata intensa e il pubblico entusiasta e
stimolante.
Andrea Castelli
Seguiamo Pergine Spettacolo Aperto sin dalla sua prima
edizione, con la partita di dama in costume. Ciò che subito si evidenzia è il rapporto imprenditoriale che questa
associazione sa instaurare, l’unica forse in Regione ad
aver colto questo fondamentale aspetto professionale. Se
poi parliamo di ruolo culturale, PSA è stato un detonatore e dopo 14 edizioni detiene ancora il ruolo-guida. Unico handicap è la mancanza di un Teatro “4 stagioni”.
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Il Festival visto da…
Giuseppe Carbone
Il festival Pergine Spettacolo Aperto si può considerare un
evento unico e speciale. La mia esperienza e le mie conoscenze in materia non mi danno modo di ricordare che ci
sia al mondo un progetto simile. Il periodo trascorso con
tutto lo staff nel 2005 mi ha lasciato un ricordo che non
si cancella. Sono convinto che l’idea della combinazione
musica-balletto-prosa sia straordinaria e vincente.
Ho potuto constatare in prima persona il grande valore
artistico, didattico e sociale che il festival dà ai giovani.
Per loro è un’occasione unica. Quando a volte mi capita
di rincontrare i ragazzi che hanno vissuto assieme a me
quella bellissima esperienza, vedo nei loro occhi la gioia e
il desiderio di poterla ripetere.
Ascanio Celestini
Sono arrivato a Pergine dopo tre
anni di interviste nei manicomi,
un paio d’anni di tournée e un
libro. Ci sono arrivato subito prima di iniziare a scrivere la sceneggiatura tratta dal mio racconto La pecora nera, ma soprattutto
ci sono arrivato bruciato dal sole per una camminata in
montagna. Negli ultimi otto anni ho visto molti manicomi e in quello di Roma c’ho anche girato un film. Ogni
volta che mi hanno invitato a vederne uno mi sono sentito dire “vedrai che è un posto molto affascinante”. E
infatti i manicomi hanno fascino come le galere, le caserme, le fabbriche, i lager, eppure Adriano Pallotta, che
nel manicomio di Roma ci ha lavorato più di trent’anni, mi dice sempre “sono contento di vedere i padiglioni
abbandonati coi tetti che si sfondano. Quando ne vedo
uno mezzo crollato capisco che davvero non esiste più”.
Perciò sono contento di aver visto un altro manicomio che
non c’è più e spero che il vostro di Pergine crolli del tutto
o si trasformi in qualcosa di molto lontano affinché il manicomio crolli anche nelle nostre teste.
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Pergine Spettacolo Aperto
Il Festival visto da…
Piergiorgio Odifreddi
Sono stupito dalla ricchezza della
proposta culturale di questa piccolissima cittadina.
Alejandro Jodorowsky
Ma tutto questo succede a Pergine?
Alessandro Preziosi
Un gruppo di collaboratori giovanissimi, efficientissimi,
affiatatissimi.
Francesco Ventriglia
La collaborazione con il festival Pergine Spettacolo Aperto nasce nel 2007 con lo spettacolo “Il Mare in catene”
coprodotto con la Biennale di Venezia e la compagnia
Eliopoli da me diretta.
La poesia dello spettacolo che aveva come tema “amore e
disabilità” era il giusto anello di congiunzione fra la nuova linea artistica del Festival e il mio modo di fare teatro.
L’anno successivo sono nuovamente chiamato dalla direttrice del laboratorio di danza Mariapia Di Mauro per
la conduzione del laboratorio vero e proprio con la realizzazione di uno spettacolo prodotto per e con il festival PSA: “Normale”. Uno spettacolo che raccoglie la
memoria di un’umanità diversa, che per molto tempo
ha abitato quei non-luoghi, i manicomi, dove il confine
era solo da una parte o dall’altra di un cancello. “Normale” è stato un’indagine sulle ancore che la follia cala
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quotidianamente nella normalità, sovvertendo il destino
di uomini comuni alla ricerca continua di un equilibrio,
in bilico tra l’esistere e il dover essere. La collaborazione
con il Festival Pergine Spettacolo Aperto è stata per me
un’esperienza personale e artistica da non dimenticare.
Roberto Zappalà
La mia collaborazione con Pergine Spettacolo Aperto è iniziata
nel 2008 in coincidenza con l’avvio del progetto “Atelier a domicilio - laboratori e creazioni su misura per giovani danzatori” ed è
stata una felice intuizione quella
di voler far partire questo mio progetto proprio a Pergine.
Non posso negare di aver trovato a Pergine un terreno
fertile, un ambiente positivo e un fermento che ho avuto
il piacere di assecondare e che spero negli anni possa essere
ancor più incoraggiato e sviluppato nella direzione che ho
conosciuto, che ritengo vincente in quanto si distingue tra
le varie iniziative culturali in ambito nazionale.
Essendo stata in passato “casa” della follia, Pergine è
anche stata per me spunto e ispirazione per indagare questo tema, tramite il laboratorio “cage sculpture lab”.
Daniele Agiman
È una grande emozione ripercorrere questi quattro anni
di lavoro a Pergine come direttore ospite per gli allestimenti lirici del Festival: Madama Butterfly, Traviata,
Boheme, Trovatore; questi i titoli che abbiamo scelto di
anno in anno e che mostrano la volontà di confrontarsi
con i massimi capolavori del repertorio lirico italiano partendo dalla definizione di cast in gran parte formati da
debuttanti nei ruoli e talvolta da giovani voci per la prima volta in scena. E poi un laboratorio lirico di perfezionamento che permette a cantanti, pianisti e direttori
d’orchestra di studiare per due settimane l’opera in programma con i docenti dei corsi e avendo l’opportunità di
lavorare con un’orchestra professionale.
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Pergine Spettacolo Aperto
Questo è lo spirito di Pergine. Uno spirito che anima un
luogo che ho più volte definito come “bottega”, un luogo cioè dove confrontarsi, crescere, divertirsi a contatto con
quella splendida e vitale forma d’arte che è il nostro melodramma. Per me un’avventura meravigliosa dal punto
di vista artistico ma anche dal punto di vista umano: i ricordi più forti sono i saluti tra i ragazzi alla fine del corso, dopo il concerto finale, spesso bagnati da lacrime per
la fine di un’esperienza unica e importante. Noi lo chiamiamo lo spirito di Pergine Spettacolo Aperto.
Daniela Rosi (curatrice sezione Outsider Art)
Per tre edizioni ho curato la sezione di Outsider Art a Pergine
Spettacolo Aperto.
Per me, che da molti anni curo
mostre di arte irregolare, Pergine
rappresenta un “teatro” ideale di riscatto di quegli artisti
che il sistema ufficiale lascia fuori proprio perché diversi.
Inoltre PSA ripropone, in modo creativo, l’uso e la riappropriazione da parte dei cittadini di luoghi storicamente
off-limits, proibiti ai più in quanto luoghi di reclusione,
obbligatori per tanti in quanto luoghi di reclusione. L’arte è per sua natura sempre libera e molti sono i reclusi che
l’hanno usata come strumento di sopravvivenza. Il corpo
può essere fermato e anche la mente. Ma la fantasia può
far muovere sempre e comunque, sia quello che questa.
Portare il fermento creativo a Pergine significa abbattere barriere e costruire alleanze, vuol dire includere e non
escludere, vuol dire ripartire dalle radici della creatività
che ha sempre come scopo quello di comunicare.
Non si deve dimenticare che “comunicare” significa etimologicamente mettere in comune e che questo termine
contiene in sé la matrice “munis”: che vuol dire regalo.
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Il Festival visto da…
Caterina Marinelli
(artista outsider)
Per me l’esperienza di Pergine è
stata molto bella perché ho conosciuto nuovi artisti e ho imparato
una nuova tecnica di sottrazione
che mi ha insegnato Mirco Tarsi.
Trovo bello l’edificio dell’ex manicomio, l’architettura e il fatto che prima c’era gente rinchiusa e oggi invece può diventare un luogo d’arte. Per
me dovrebbe essere un museo per le espressioni artistiche.
Il Festival è bello perché si può lavorare tutti assieme, anche con chi ha problemi, che lì la differenza non si vede
e questo è bello.
Raffaele Sepe (laboratorio lirico)
Posso dire che come giovane artista è stata una bellissima
esperienza lavorare con dei grandi artisti. Gli organizzatori di Pergine sono delle persone di teatro che amano
i giovani talenti e quest’arte eterna. Questo loro amore
lo hanno trasmesso anche a me. Grazie al Maestro Agiman l’orchestra era preparatissima per le numerose prove.
Pergine è stato un esempio di come una realtà italiana
(che a dirlo oggi con tutti i tagli da parte dello Stato sulla
cultura sembra una nota stonata) possa aiutare le giovani promesse a emergere, spendendo pochi soldi, ma allo
stesso tempo offrendo dei buonissimi spettacoli. Ricorderò
quella Traviata, i cantanti, il direttore, il regista e tutti i collaboratori e organizzatori. Vi porterò nel cuore e
nel mio canto.
Ilaria Postal (laboratorio Jodorowsky)
Dall’ignoranza alla paura, dalla paura al tabù, dal tabù
alla solitudine. Il festival è, secondo me, una piccola forma, un piccolo passo che ognuno può fare per togliere i
veli e guardare ciò che spaventa come, in questo caso, la
Pazzia. Siamo tutti parte di un tutto.
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Pergine Spettacolo Aperto
Marianna Tozzo (laboratorio orchestra)
Nel 2005 mi è stata data l’occasione di partecipare per
la prima volta al Festival di Pergine Spettacolo Aperto.
Avevo 20 anni e frequentavo il terzo anno di percussioni
presso il conservatorio di Trento. Fino a quel momento
non erano state molte le occasioni per mettermi in gioco,
mettere in gioco non solo le tecniche acquisite nelle aule
della filarmonica ma anche, e soprattutto, la mia capacità di comunicare, di aprirmi a tutto ciò che prima non
conoscevo.
Vivevo a Pergine da quasi 15 anni, ma mai come in
quel caldo periodo estivo mi sono sentita parte di qualcosa di più grande: Pergine diventava davvero quella che
Musil definì la valle incantata. In quel breve periodo colombiani, americani, ungheresi, inglesi, spagnoli, turchi,
rumeni, italiani, giapponesi, cinesi e altri ragazzi di cui
non ricordo la provenienza facevano parte della stessa famiglia, tutti sotto l’ala protettiva dell’espansivo maestro
Lombana e dei sui collaboratori, ma tutti, soprattutto,
uniti da un interesse comune, la musica.
Il Festival di Pergine Spettacolo Aperto lo ricordo soprattutto per questo: per la sua capacità di creare un piccolo
folle mondo, separato da tutto il resto, in una piccola valle che sembra ormai abituata a quell’ondata cosmopolita che le viene proposta ogni anno per una magica mezza estate.
Il Festival visto da…
LA TESTIMONIANZA DI UNA SPETTATRICE
Pergine Valsugana era conosciuta come la “città dei matti”: infatti c’era
un “gran” bel manicomio che dominava “culturalmente” la città, quasi
quanto il castello la domina tutt’ora dall’altura del monte Tegazzo.
Dal maggio del 1978, data in cui entrò in vigore la Legge Basaglia e i
manicomi chiusero, Pergine ha potuto conquistarsi una propria identità culturale diversa. Ho avuto modo di vederlo lo scorso week-end,
pertecipando a un’intera giornata del festival PSA dedicata alla follia,
nei luoghi dell’ex-manicomio. Titolo: Roba da matti. Sottotitolo: Storie
di (stra)ordinaria follia.
L’evento centrale della giornata è stato lo spettacolo di Ascanio Celestini: La pecora nera. Elogio funebre del manicomio elettrico. Una roba
da matti veramente, che avevo già avuto modo di vedere lo scorso
febbraio... il buio fa paura e si può morire per la paura del buio.
Poi c’è stato uno spettacolo di danza strepitoso: Out of body che mi
ha fatto capire che forse dovrei andare a vedere più spesso la danza
contemporanea, visto che mi emoziona in maniera profonda. L’evento
centrale del mio cuore si è svolto però nel pomeriggio. In una stanza dell’ex-manicomio. Con me nelle mani di matti (non ex). Perché
è vero che i manicomi sono stati chiusi, è ben vero che Pergine può
finalmente riconciliarsi con quel luogo incommensurabilmente triste e
ingiusto. Però il malato mentale esiste ancora. Esiste e ha una malattia
che, come tutte le malattie, gli rende difficoltoso fare alcune cose.
Mica tutte. Tant’è vero che sono stata bendata, presa dolcemente per
mano e condotta all’interno di una stanza. Poi mi sono state messe
delle cuffie alle orecchie ed è iniziato un percorso emozionantissimo
di voci e mani. I dodici (se non sbaglio) pazienti della Casa Basaglia
di Merano hanno accompagnato le loro voci registrate in cuffia con il
tocco gentile e amorevole delle loro mani sulle mie: per condividere
con me un loro personalissimo ricordo e una loro emozione. Quando
mi sono state tolte cuffia e benda mi sono ritrovata di fronte ai loro
visi sorridenti o incuriositi o eccitati e quelle mani che mi avevano
dolcemente accompagnato in un breve viaggio attraverso le loro vite
ora stavano applaudendo me. Loro applaudivano me. Sono scoppiata
a piangere, così di botto, di fronte ai matti. Credo che i pochi fortunati
che si sono iscritti a questa performance - necessariamente a numero
chiuso visto che era rivolta ad uno “spettatore” per volta - non abbiano
avuto alcun pudore a mostrare le proprie emozioni.
Laura Orteschi, Padova
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Approfondimenti
Istituzioni pubbliche
– Regione autonoma Trentino-Alto Adige/Südtirol
– Provincia autonoma di Trento
– Comune di Pergine Valsugana
– Progetto Memoria per il Trentino (dal 2007)
Partner
– Azienda per il Turismo Valsugana Lagorai Terme
Laghi
– Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari Alta Valsugana
– Cassa Rurale di Pergine
– Centro Servizi Culturali S.Chiara di Trento
– Cooperativa Sant’Orsola
– Coordinamento Teatrale Trentino
– Fondazione Caritro
– Trentino Spa
– Fondazione Museo Storico del Trentino
– Palcos srl
– Publistampa Arti Grafiche Pergine
Associazioni e altre realtà locali
– Associazione commercianti (COPI) Pergine
– Associazione Danzamania di Pergine
– Associazione “Giratutto”
– Associazione Progetto Prijedor
– Banda Sociale di Pergine Valsugana
– Biblioteca Comunale di Pergine Valsugana
– Castel Pergine
– Centro Franca Martini A.T.M.S Onlus Trento
– Centro Teatro Trento
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Pergine Spettacolo Aperto
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Compagnie Teatrali Unite (2009)
Comunità di S. Patrignano
Comunità terapeutica Maso S. Pietro (dal 2008)
Coro Castel Pergine di Pergine Valsugana
Coro Città di Trento
Coro Valbronzale di Ospedaletto
Corte Trapp di Caldonazzo
Cooperativa sociale Samuele
Cooperativa Città Futura
Estroteatro Trento
FaRe Jazz
Federazione dei cori del Trentino
Istituto di Istruzione Marie Curie di Pergine
Ludoteca di Pergine
Mandacarù ScS Onlus
MoviMente
Pro Loco di Pergine
Quan Ki-Do Pergine
Scuola Musicale C. Eccher di Pergine
Studio d’Arte Nova Astrid
Teatro delle Garberie, Pergine
Enti di formazione
– Accademia del Teatro alla Scala di Milano
– Accademia di Belle Arti Cignaroli, Verona
– Accademia Pianistica Internazionale Incontri con il
Maestro, Imola
– Conservatorio di Musica F.A. Bonporti di Trento
– Conservatorio di Musica G. Verdi di Milano
– Dansacademie Arnhem Olanda
– Istituto statale d’Arte Vittoria di Trento
– Scuola di arte drammatica Paolo Grassi di Milano
– Scuola di arte drammatica Nico Pepe di Udine
Collaborazioni
Dal 2006 al 2010
– Accademia della Follia, Trieste (2007)
– ArtEz (2009)
– Arte Sella di Borgo Valsugana
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Approfondimenti
– Astronomi del MTSN (2009)
– Casa Basaglia, Merano (2007,2008)
– Castel Thun (TN)
– Esterni, Milano (2010)
– Etnafest Arte (2008)
– Festival Bolzano Danza
– Festival Fuori Dove, Milano (2010)
– Festival internazionale del Circo di Brescia (2005)
– Festival Oriente Occidente, Rovereto
– Fondazione Teatro La Fenice di Venezia
– Festival di Guanajuato, Messico (2005)
– La Biennale di Venezia (2007)
– Modem Studio Atelier (2009)
– Municipalità di Amstetten, Austria (2010)
– Orchestra Haydn di Bolzano e Trento
– Orchestra sinfonica G. Rossini di Pesaro (dal 2007)
– Osservatorio Nazionale di Outsider Art
– Pinè Musica (TN)
– Progetti Dadaumpa (2007)
– Scenario Pubblico (2008)
– TIM Teatro Instabile di Merano (2007)
– Teatro Stabile di Bolzano
– Università degli Studi di Trento
– Uva Grapes Festival (2008)
Dal 1996 al 2006
– Associazione Mozart Italia
– Associazione Teatro dell’Obliquo
– A.T.I.R. Milano
– Cantoria Sine Nomine
– Coro A.Li.Ve. Chorus di Verona
– Coro Novo Spiritu
– Festival “Musica in Villa” di Varese
– Fondazione Teatro La Fenice di Venezia
– GAD Sperimentale Città di Trento
– Gruppo ATA Teatro
– International School of Disarmament and Research
on Conflicts
– Istituto Austriaco di Cultura
– Operastudio di Merano
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Pergine Spettacolo Aperto
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Puppentheater di Berlino
Teatro Nazionale delle Marionette di Praga
Teatro Stabile dell’Umbria e Fabbrica
Unione Scienziati per il Disarmo
Yamaha Musica Italia
Privati
– Mediocredito
– Trenta
– Hydro Dolomiti Energia
– Far leva
– STET
– Invisibile site
– Itas Assicurazioni
– Videoframe Multimedia
– Pulinet
– Shop Center Valsugana
– Bimotor
– Bottega della musica
Link
– www.perginepsa.it
– www.centrosantachiara.it
– www.trentinocultura.net
– www.valsugana.info – www.artedellavacanza.it
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