La terza coalizione

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Guerre napoleoniche Definizione
Guerre napoleoniche è il termine usato per definire l'insieme delle guerre combattute nel periodo in cui
Napoleone Bonaparte governò la Francia. Furono in parte una estensione dei conflitti innescati dalla
rivoluzione francese e continuarono durante tutto il Primo Impero francese. Non esiste un'unanime convergenza
sul momento in cui ebbero inizio queste guerre. Qualcuno ritiene che siano cominciate con la presa del potere
in Francia da parte di Napoleone nel novembre del 1799. Altri propendono per il periodo che va dal 1799 al
1802 nel contesto delle guerre rivoluzionarie francesi e considerano la dichiarazione di guerra fra la Francia e
l'Inghilterra del 1803, che seguì il breve periodo di pace intervenuto dopo il Trattato di Amiens, come l'inizio
delle guerre napoleoniche. Esse ebbero termine il 20 novembre 1815 dopo la disfatta napoleonica alla battaglia
di Waterloo, con il Secondo Trattato di Parigi del 1815. Il periodo che va dal 20 aprile del 1792 al 20 novembre
1815 viene anche indicato come "la grande guerra francese".
Definizione .......................................................................................................................................... 1
La prima coalizione ............................................................................................................................. 1
La seconda coalizione.......................................................................................................................... 1
Guerra delle cannoniere ...................................................................... Error! Bookmark not defined.
La Pace di Amiens ............................................................................................................................... 2
La terza coalizione ............................................................................................................................... 2
La quarta coalizione ............................................................................................................................ 2
La quinta coalizione ............................................................................................................................ 3
La sesta coalizione ............................................................................................................................... 3
La settima coalizione ........................................................................................................................... 4
Effetti politici delle guerre................................................................................................................... 5
Eredità militare delle guerre ................................................................................................................ 5
Perdite stimate ..................................................................................................................................... 6
La prima coalizione
La prima coalizione (1793-1797), fra Austria, Prussia, Inghilterra, Spagna, Regno di Sardegna e Regno di
Napoli contro la Francia, fu il primo tentativo di sconfiggere il repubblicanesimo scaturito dalla rivoluzione
francese. La coalizione venne sconfitta dai francesi a seguito della guerra totale dichiarata dal Direttorio. Nel
1795 la Francia si annesse i Paesi Bassi austriaci e la Renania. Seguì la conquista delle Province unite d'Olanda,
alle quali aveva dichiarato la guerra nel 1793, e la trasformazione in Repubblica Batava. Si realizzavano così le
antiche mire francesi sul piccolo ma ricco vicino olandese. La Spagna davanti alla minaccia francese firmò una
pace separata, il 22 luglio 1795 (seconda pace di Basilea).
Le campagne italiane di Napoleone nel 1796 e nel 1797 fecero sì che anche il Regno di Sardegna abbandonasse
la coalizione. Bonaparte impiegò un mese per conquistare il Piemonte (parte del Regno di Sardegna) e per far
retrocedere gli austriaci. Le forze dello Stato Pontificio si arresero ai francesi a Forte Urbano, obbligando il
papa Pio VI a firmare un trattato di pace provvisoria, mentre Bonaparte entrava nel Friuli-Venezia Giulia. La
guerra finì con la sconfitta austriaca sfociata nel Trattato di Campoformio. La Gran Bretagna rimase così l'unica
potenza in guerra contro la Francia.
La seconda coalizione
(1798-1801) fra Russia, Gran Bretagna, Austria, Impero Ottomano, Portogallo, Regno di Napoli e Stato
Pontificio contro la Francia, fu all'inizio più importante della prima. Il governo corrotto e diviso della Francia,
sotto il Direttorio, si trovava in piena agitazione, e la Repubblica era in bancarotta; quando nel 1799 Bonaparte
prese il potere, trovò solo 60.000 franchi nel Tesoro Nazionale. La partecipazione russa produsse un
cambiamento decisivo rispetto alla prima coalizione. Le forze austro-russe in Italia erano comandate dal
prestigioso generale Suvorov. Napoleone era occupato in una campagna in Egitto, con l'obiettivo di minacciare
l'Impero britannico.
La Francia soffrì iniziali sconfitte. Napoleone ritornò in patria nel 1799, lasciando la campagna d'Egitto.
Tornato a Parigi prese il controllo del governo francese, abbattendo il Direttorio con l'aiuto di Emmanuel
Sieyès. Napoleone riorganizzò la milizia francese per contrattaccare sul Reno come in Italia. In tutti i fronti, le
avanzate francesi trovarono gli austriaci impreparati. In Italia si batté con gli austriaci nella battaglia di
Marengo il 14 giugno del 1800 ed avrebbe potuto perdere la battaglia se non fosse stato per l'intervento del
generale Desaix che sconfisse la retroguardia austriaca. Desaix morì in battaglia e Napoleone ne fece un eroe
nazionale incidendo il suo nome sull'Arco di Trionfo. Sul Reno, invece, la decisiva battaglia giunse quando un
esercito francese di 180.000 uomini affrontò 120.000 soldati austriaci nella battaglia di Hohenlinden il 3
dicembre. L'Austria fu definitivamente sconfitta ed abbandonò il conflitto a seguito del Trattato di Lunéville,
nel febbraio del 1801.
Il maggiore problema pendente di Napoleone era ora l'Inghilterra che non avrebbe mai accettato un’ Europa
continentale ad egemonia francese. Napoleone era convinto che senza la sconfitta britannica non avrebbe potuto
ottenere una vera pace. L'esercito britannico era una minaccia relativamente modesta per la Francia, ma la
Royal Navy era una continua minaccia per la flotta francese e per le colonie nei Caraibi. Ma l’ impossibilità
dell'offensiva in Gran Bretagna fu chiara a seguito della sconfitta subite dalla Francia nella battaglia di
Trafalgar (21 ottobre 1805), dove morì l' ammiraglio Horatio Nelson. Napoleone non abbandonò del tutto l’
idea di invadere le Isole Britanniche ma la subordinò alla politica del cosiddetto Blocco Continentale.
La Pace di Amiens
Il Trattato di Amiens (1802) diede come risultato la pace fra l'Inghilterra e la Francia, e significò il collasso
finale della seconda coalizione. Tuttavia, non si considerò mai un trattato duraturo: nessuna delle parti era
soddisfatta ed entrambe misero in atto delle inadempienze. Le ostilità ricominciarono il 18 maggio 1803.
L'oggetto del conflitto cambiò e fu dettato dal desiderio di restaurare la Monarchia in Francia e cacciare
Napoleone. Bonaparte dichiarò la costituzione dell'Impero il 28 maggio del 1804 e fu incoronato imperatore
nella Cattedrale di Notre-Dame di Parigi il 2 dicembre dello stesso anno.
La terza coalizione
Nell'aprile del 1805, La GB e la Russia firmarono un trattato per espellere i francesi da Olanda e Svizzera. L'
Austria si unì all'alleanza dopo l'annessione di Genova da parte dei francesi e la proclamazione di Napoleone
Re d'Italia. Gli austriaci cominciarono la guerra invadendo la Baviera con un esercito di circa 70.000 uomini.
Nella battaglia di Ulma (25 settembre - 20 ottobre 1805), Napoleone sconfisse l'esercito austriaco con una
brillante manovra avvolgente, forzando la sua resa senza sostanziali perdite. Con l'esercito principale
dell'Austria battuto a nord delle Alpi Napoleone poté occupare Vienna.
Gli fu inviato contro un grosso esercito austro-russo numericamente assai superiore al suo: in quella che è
solitamente considerata la sua maggiore vittoria, il 2 dicembre Napoleone sconfisse il nemico ad Austerlitz, in
Moravia. Inferse un totale di 25.000 perdite mentre ne ebbe meno di 7.000. Dopo Austerlitz, l' Austria firmò il
Trattato di Pressburg, lasciando la coalizione. Questo costò all' Austria la revisione delle clausole di
Campoformido con la cessione di Venezia al Regno d'Italia napoleonico e del Tirolo alla Baviera. Con la
ritirata dell'Austria dalla guerra l' esercito napoleonico aveva un record di vittorie in terra, ma il grosso
dell'esercito russo e la Prussia non erano ancora in gioco.
La quarta coalizione
La quarta coalizione (1806-1807), fra Prussia, Sassonia e Russia contro la Francia si formò solo un mese dopo
la sconfitta della terza coalizione. Nel luglio del 1806, Napoleone aveva creato la Confederazione del
Germania. Molti degli Stati più piccoli furono accorpati ai più grandi. Sassonia e Baviera furono elevati da
Napoleone al rango di regni, guadagnando alla Francia nuovi alleati.
In agosto, il re di Prussia Federico Guglielmo III prese la decisione di andare alla guerra indipendentemente
dalle altre grandi potenze. Sarebbe stato meglio decidersi l' anno precedente ed unirsi ad Austria e Russia.
Questo avrebbe potuto evitare il disastro alleato di Austerlitz.
In settembre, Napoleone lanciò tutte le forze francesi sul Reno. L'esercito prussiano fu doppiamente sconfitto
da Napoleone a Jena e dal maresciallo Davout ad Auerstädt (14 ottobre del 1806). Napoleone entrò a Berlino
il giorno 27 ottobre, e visitò la tomba di Federico II il Grande, ordinando ai suoi marescialli di togliersi il
cappello e dicendo: «Se egli fosse vivo, noi non saremmo qui oggi». In totale, Napoleone aveva impiegato
solamente 19 giorni dal principio del suo attacco alla Prussia fino alla conclusione della guerra con la caduta di
Berlino e la distruzione dei suoi principali eserciti a Jena ed Auerstädt. Il militarismo prussiano usciva
completamente sconfitto dall’ esercito democratico e repubblicano francese.
A Berlino, Napoleone promulgò una serie di decreti che entrarono in vigore il 21 novembre del 1806,
impostando il Blocco Continentale contro La GB. La Royal Navy era un problema per i commerci extra europei
della Francia, ma non costituiva una minaccia per il territorio francese. Tuttavia, l’ insularità ed il dominio dei
mari da parte della GB le permetteva di realizzare continue coalizioni antifrancesi. Questa era la premessa del
cosiddetto Blocco Continentale. La seguente tappa della guerra portò all'espulsione di truppe russe dalla
Polonia e la creazione del nuovo Granducato di Varsavia. A questo punto Napoleone fece rotta verso nord per
affrontare i resti dell'esercito russo e cercare di invadere la nuova capitale prussiana di Königsberg. Un
movimento
tattico nella battaglia di Eylau, tra il 7 e l'8 febbraio, costrinse i russi ad una successiva resa. Napoleone portò
allora un attacco all'esercito russo a Friedland, il 14 giugno. Dopo questa sconfitta, Alessandro I si vide
obbligato a firmare la pace con Napoleone con il Trattato di Tilsit, il 7 luglio del 1807.
La quinta coalizione
La quinta coalizione (1809) fra Regno Unito ed Austria contro la Francia, si formò mentre La GB attaccava la
Francia sui mari. Mentre Napoleone rinunciava all’ invasione della GB, gli inglesi non riuscivano a cacciare i
francesi dai porti di Anversa e Rotterdam. La lotta divenne economica, Blocco Continentale francese contro
blocco navale inglese. Entrambi i contendenti aprirono nuovi fronti per imporre i loro blocchi: gli inglesi
combatterono (e persero) negli Stati Uniti la guerra del 1812 ed i francesi affrontarono la guerra contro la
Spagna (1808 - 1813).
Bonaparte decise l’ invasione della Spagna e del Portogallo, i quali nonostante il divieto francese continuavano
a commerciare con l' Inghilterra. Le truppe francesi occuparono gradualmente il territorio iberico fino ad entrare
a Madrid e fu quello che propiziò l'intervento inglese. L'Austria, all'inizio neutrale, approfittò dell'opportunità
per cercare di recuperare il suo antico Impero Tedesco che era esistito prima della Battaglia di Austerlitz.
Napoleone ottenne un successo in Spagna sconfiggendo spagnoli ed inglesi e cacciando questi ultimi dalla
penisola iberica (ma non per molto tempo). L'attacco dell'Austria prese alla sprovvista Napoleone. Gli austriaci
si introdussero nel Granducato di Varsavia, ma furono sconfitti a Radzyn il 19 aprile del 1809. Napoleone
spinse l'esercito a contrattaccare in Austria. Una serie di battaglie relativamente minori assicurarono la vittoria
austriaca nella battaglia di Essling, la prima sconfitta tattica di Napoleone. Napoleone rispose con un nuovo
tentativo di assediare Vienna, battendo gli austriaci a Wagram, tra il 5 ed il 6 luglio 1809. La guerra della
quinta coalizione finì col Trattato di Schönbrunn, il 14 ottobre del 1809. Nel 1810, l'Impero Francese raggiunse
la sua massima estensione. Napoleone si sposò con Marie-Louise, figlia dell’ imperatore, per assicurare
un'alleanza stabile con l'Austria e dare all'Imperatore un erede, cosa che la sua prima moglie, Giuseppina
Beauharnais, non aveva potuto dargli. Oltre all'Impero Francese, Napoleone controllava la Confederazione
Svizzera, La Confederazione del Reno, il Granducato di Varsavia ed il Regno d'Italia. I territori alleati
includevano: il Regno di Spagna di Giuseppe Bonaparte, il regno di Westfalia di Gerolamo Bonaparte, il Regno
di Napoli di Gioacchino Murat, suo cognato, il principato di Lucca e Piombino di Félix Bacciocchi, anch'egli
cognato di Napoleone, ed i suoi antichi nemici, Prussia ed Austria.
La sesta coalizione
La sesta coalizione(1812 - 1814) consistette nell'alleanza fra Regno Unito, Russia, Prussia, Svezia, Austria ed
un certo numero di stati tedeschi, contro la Francia. Nel 1812, Napoleone diede inizio alla Campagna di Russia
invadendola per obbligare lo Zar Alessandro I a rimanere nel Blocco Continentale ed estenderlo alla Crimea. La
Grande Armée, 650.000 uomini, 270.000 francesi e molti soldati di paesi alleati o sudditi, attraversò il fiume
Niemen il 23 giugno del 1812. Napoleone proclamava un «Seconda Guerra Polacca», ma contro le aspettative
dei polacchi che fornirono quasi 100.000 soldati contro l’ odiato oppressore russo, Napoleone evitò di dare
concessione alcuna alla Polonia, per tenerla come merce di scambio nelle successive negoziazioni con la
Russia.
Questa mantenne la tattica di ritirarsi, lasciando dietro di sé «terra bruciata». Suvorov accettò il combattimento
a Borodino, il 7 settembre ma non riuscì a fermare l’ armata francese che puntava su Mosca. Il 14 settembre,
Mosca venne conquistata e saccheggiata ma Alessandro I rifiutò la resa. Privo di vettovagliamenti ed in una
città in fiamme, Napoleone si vide costretto a ritirarsi. Così cominciava la disastrosa «Gran Ritirata», con
370.000 morti e 200.000 prigionieri. In novembre, rimanevano solo 27.000 soldati per attraversare il fiume
Berezina.
Allo stesso tempo la guerra iberica giungeva ad una svolta definitiva. Nella battaglia di Vitoria (21 giugno del
1813), il Duca di Wellington sconfisse Giuseppe Bonaparte ed i francesi si videro obbligati ad abbandonare la
Spagna attraversando i Pirenei.
Vedendo un'opportunità nella sconfitta francese la Prussia tornò in guerra; ma Napoleone raccolse rapidamente
un nuovo esercito e distrusse nuovamente i prussiani a Lützen (2 maggio del 1813) e Bautzen ( dal 20 al 21
maggio). Queste battaglie videro affrontarsi sul campo un totale di 300.000 uomini, probabilmente la cifra più
alta di fino ad allora in una singola battaglia.
In questo periodo gli alleati convinsero l'Austria che la Francia era fortemente indebolita e che conveniva
affrontarla adesso. La coalizione schierava oltre 950.000 uomini sul confine austro-francese. Napoleone poté
arrivare a circa 650.000 uomini. Gli alleati tedeschi della Confederazione del Reno, il Regno di Napoli di
Murat nel Sud ed il Regno d'Italia di Eugenio di Beauharnais diedero a Napoleone circa 250.000 uomini.
Pertanto, 900.000 soldati francesi in totale si opposero su tutti i fronti di battaglia a circa un milione di effettivi
alleati.
Tuttavia molti dei soldati tedeschi che combattevano nelle linee francesi non erano affidabili. È ragionevole
pensare che Napoleone non contasse su più di 450/500.000 uomini fedeli, cioè era superato nel rapporto di due
a uno. Verso la fine dell'armistizio, Napoleone sembrava avere recuperato finalmente l'iniziativa a Dresda,
dove vinse su di un esercito alleato numericamente superiore, infliggendogli enormi perdite, mentre i francesi
ne soffrirono relativamente poche. Tuttavia a Lipsia in Sassonia (dal 16 al 19 ottobre del 1813), anche chiamata
«battaglia delle Nazioni», 200.000 francesi lottarono contro più di 450.000 alleati, ed i francesi furono sconfitti
e costretti a ritirarsi in Francia. Napoleone lottò in una serie di battaglie, compresa la battaglia di Arcis-surAube, in Francia, ma a poco a poco fu obbligato a retrocedere davanti alla superiorità dei suoi avversari. Gli
alleati entrarono a Parigi il 30 marzo del 1814. Napoleone era deciso a lottare, incapace di accettare la sconfitta.
Durante la campagna aveva calcolato di inserire rinforzi di 900.000 reclute fresche, ma poté mobilitare solo una
frazione di quella cifra e subì l’ abbandono da parte di molti sostenitori (come Bernadotte, creato Re di Svezia
da Napoleone, passato agli Alleati pur di conservare il trono). Napoleone abdicò il 6 aprile a seguito del
Trattato di Fontainebleau. Il 1° ottobre 1814 ebbe inizio il Congresso di Vienna. Napoleone fu esiliato all'isola
d'Elba, e si restaurò la dinastia borbonica in Francia sotto Luigi XVIII.
La settima coalizione
La settima coalizione (1815) unì Regno Unito, Austria, Prussia, Russia, Paesi Bassi e Regno di Sardegna ed un
certo numero di stati tedeschi, contro la Francia. Il periodo conosciuto come quello dei Cento Giorni cominciò
quando Napoleone abbandonò l'Elba e sbarcò a Cannes, il 1° marzo del 1815. Man mano che si trasferiva verso
Parigi, chiedeva appoggi nei territori che attraversava e giunto a Parigi abbatté l'appena restaurato regno di
Luigi XVIII. Gli alleati prepararono immediatamente i loro eserciti per affrontarlo di nuovo. Napoleone preparò
280.000 uomini, divisi in molti eserciti. Prima del suo arrivo c'era un esercito di 90.000 uomini, ed egli riuscì a
riunire oltre un milione di veterani di passate campagne, e promulgò un decreto per mobilitare circa 2,5 milioni
di uomini nell'esercito francese. Questo fu quello che dispose di fronte ad un esercito alleato inizialmente forte
di circa 700.000 soldati. Si voleva sorpassare numericamente l’ esercito francese, il quale non arrivò mai ad
avvicinarsi neanche lontanamente al numero di effettivi di 2,5 milioni voluto da Napoleone.
Napoleone guidò circa 124.000 uomini dell'esercito al nord in una manovra preventiva per attaccare gli alleati
in Belgio. La sua intenzione era attaccare gli eserciti alleati prima che arrivassero ad unirsi alla flotta inglese.
Inizialmente la manovra riuscì ed i prussiani furono nuovamente sconfitti a Ligny il 16 giugno 1815. Tuttavia l’
esercito alleato sotto il comando di Wellington rinforzò la sua posizione-chiave, scelta in precedenza, su di un
pendio a poche miglia a sud della cittadina di Waterloo, in Belgio.
L'inizio della battaglia di Waterloo, nella mattina del 18 giugno 1815, ritardò per molte ore, poiché Napoleone
stava aspettando che il suolo si asciugasse dopo la pioggia della notte precedente. Nel tardo pomeriggio,
l'esercito francese non era ancora riuscito a cacciare le truppe di Wellington dal pendio scosceso dove si erano
rifugiate. Quando arrivarono i prussiani ed attaccarono il fianco destro francese, la strategia di Napoleone di
mantenere gli alleati divisi si rivelò fallimentare, ed il suo esercito si dovette rifugiare in una confusa ritirata,
pressato dall'avanzata degli eserciti alleati. Napoleone comunque guidò una ritirata ordinata verso Parigi, dove
il maresciallo Davout aveva 117.000 uomini preparati per far retrocedere i 116.000 uomini di Blücher e
Wellington. Questo sarebbe stato militarmente possibile, ma fu la politica a far precipitare la caduta
dell'Imperatore.
Arrivando a Parigi, tre giorni dopo Waterloo, Napoleone si afferrava ancora alla speranza della resistenza
nazionale, ma i politici, ed il popolo , dopo avergli fornito una ultima ed estrema occasione di rivincita, gli
avevano ritirato il loro appoggio. Napoleone fu costretto ad abdicare di nuovo il 22 giugno del 1815. Gli alleati
lo esiliarono nella remota isola di Sant'Elena, nell'Atlantico meridionale, a circa 1900 km dalla costa
dell'Angola.
Effetti politici delle guerre
Le guerra napoleoniche ebbero grandi ripercussioni sul continente europeo:
In molti paesi dell'Europa, l'importazione degli ideali della rivoluzione francese (democrazia, processi giusti
nei tribunali e abolizione dei privilegi) lasciò un profondo segno. Malgrado le leggi di Napoleone fossero
autoritarie, presentavano alcuni aspetti meno autoritari di quelle dei
monarchi precedenti, o quelle dei
giacobini e del regime del Direttorio durante la rivoluzione. I monarchi europei trovarono serie difficoltà nel
restaurare l'assolutismo pre-rivoluzionario, e si videro costretti, in molti casi, a mantenere alcune delle riforme
indotte dall'occupazione. Il lascito istituzionale è rimasto fino ad oggi; molti paesi europei hanno un sistema di
leggi civili, con un codice legale chiaramente influenzato dal codice napoleonico.
La Francia tornò ad essere una potenza dominante in Europa, come era stata dai tempi di Luigi XIV. Si
sviluppò un nuovo e potenzialmente poderoso movimento: il nazionalismo. Esso cambiò il corso della storia
dell'Europa per sempre. Fu la forza che spinse alla nascita di alcune nazioni e alla fine di altre. La mappa
dell'Europa dovette essere ridisegnata nei cento anni successivi alle guerre napoleoniche senza basarsi sulle
norme dell'aristocrazia, bensì sulla base della cultura, dell'origine e dell'ideologia delle genti. La Gran
Bretagna si trasformò nella potenza egemonica indiscutibile in tutto il globo, tanto in terra come sul mare.
L'occupazione dell'Olanda da parte della Francia all'inizio delle guerre, le servì da pretesto per prendere le
colonie olandesi d'oltremare, quelle di maggior valore strategico come Ceylon, Malacca, Sudafrica e Guyana
che erano divenute inglesi alla fine della contesa.
La guerra nella penisola iberica lasciò completamente distrutta la Spagna, così come il suo esercito. Questa
situazione fu sfruttata dai gruppi indipendentisti delle sue colonie americane per ribellarsi contro il paese
oppressore; sotto l'influsso degli ideali delle rivoluzioni americana e francese, nel 1825, tutte le colonie
spagnole d'America, ad eccezione di Cuba e Porto Rico, si erano trasformate in repubbliche indipendenti o
erano passate a far parte degli Stati Uniti, (Florida e Louisiana) o Gran Bretagna (Trinidad), Haiti e Santo
Domingo.
Secondo alcuni Napoleone sarebbe da annoverare tra gli antesignani dell’ europeismo. Bonaparte menzionò in
molte occasioni la sua intenzione di modellare uno Stato europeo unico e, nonostante il suo tragico fallimento,
questo internazionalismo tornerà a sorgere dopo 150 anni, quando venne riscoperta l'identità europea dopo la
seconda guerra mondiale.
Eredità militare delle guerre
Fino ai tempi di Bonaparte, gli stati dell'Europa avevano utilizzato eserciti relativamente piccoli, con un'alta
percentuale di mercenari che spesso combattevano contro i loro paesi di origine. Le innovazioni militari della
metà del XVIII secolo riuscirono a valorizzare una nazione intera in guerra.
Alla fine del XVIII secolo, con la quarta maggiore popolazione su scala mondiale, 27 milioni, paragonata ai 12
milioni del Regno Unito ed ai 35-40 milioni della Russia, la Francia si vedeva in una posizione propizia per
trarre vantaggio dall'arruolamento di massa.
Ma non deve darsi tutto il merito delle innovazioni a Napoleone. Lazare Carnot svolse un ruolo fondamentale
nella riorganizzazione dell'esercito francese tra il 1793 ed il 1794, un periodo nel quale la fortuna della Francia
cambiò per merito degli eserciti repubblicani, avanzando in tutti i fronti.
Il numero degli effettivi degli eserciti è una chiara indicazione circa il cambiamento nella strategia militare.
Durante l'ultima importante guerra dell'Europa, ovvero la Guerra dei Sette Anni, pochi eserciti avevano
superato il numero di 200.000 uomini. In contrasto, l'esercito rancese raggiunse, negli anni novanta del XVIII
secolo, la cifra di un milione e mezzo di effettivi. In totale, circa 2,8 milioni di francesi combatterono battaglie
di terra e 150.000 in quelle di mare, tanto che il totale dei combattenti francesi raggiunse la cifra di circa tre
milioni di uomini.
Un'altra innovazione che venne applicata in guerra fu l'uso del telegrafo ottico, che permetteva al ministro della
guerra Carnot di comunicare con le forze francesi alle frontiere durante l'ultima decade del XVIII secolo.
Questo sistema continuò ad essere usato anche dopo. In aggiunta, si usò per la prima volta la vigilanza aerea
durante le guerre, quando i francesi usarono un pallone aerostatico per spiare le posizioni alleate nella battaglia
di Fleurus, il 26 giugno 1794.
Perdite stimate
400.000 caduti o dispersi russi in totale
400.000 caduti o dispersi prussiani in totale
200.000 caduti o dispersi austriaci in totale
300.000 caduti o dispersi spagnoli in totale
200,000 caduti o dispersi britannici in totale
400.000 caduti francesi in guerra
600.000 morti francesi per altre cause
CON SEGNE GENERALE:
a) INSERISCI L’ INTERO ARGOMENTO IN TABELLA
PERIODO
COALIZIONI
COMPONENTI
E BATTAGLIE/ESITI
PACI
TRATTATI
E RISULTATI
POLTICI E
TERRITORIALI
Prima coalizione
(descrivere):
Seconda coalizione
(descrivere):
Etc.
Etc.
b) fai l’ elenco cronologico di tutte le VITTORIE di Napoleone, indicando per ognuna l’ anno e chi è lo
sconfitto
c) esponi in breve (SENZA COPIARE/INCOLLARE) le conseguenze politiche e militari delle guerre
napoleoniche
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