Comune di Trento Provincia Autonoma di Trento itinerari Folk 2004 Festival di musica acustica, etnica e contemporanea Trento, 2-23 luglio 2004 COMUNE DI TRENTO PROVINCIA AUTONOMA DI TRENTO CENTRO SERVIZI CULTURALI S.CHIARA Venerdì 2 luglio, ore 21.30 Giardino Centro S. Chiara Carlo Rizzo, Norbet Pignol, Michel Mandel Lunedì 5 luglio, ore 21.30 Piazza C. Battisti itinerari Folk Sabato 3 luglio, ore 21.30 Giardino Centro S. Chiara Orchestra dei Miracoli Saggio dei Laboratori di Musica popolare Martedì 6 luglio, ore 21.30 Piazza C. Battisti Mercoledì 7 luglio, ore 21.30 Piazza C. Battisti Musicalia Birkin Fusion & Alberto Massi Earth Wheel Sky Band Venerdì 9 luglio, ore 21.30 Piazza C. Battisti Giovedì 15 luglio, ore 21.30 Contrada Larga, via Belenzani Martedì 20 luglio, ore 21.30 Giardino Centro S. Chiara Franca Masu & Quartetto Kalamata Ljiljana Buttler & Mostar Sevdah Reunion Lo Cor de la Plana Mercoledì 21 luglio, ore 21.30 Giardino Centro S. Chiara Giovedì 22 luglio, ore 21.30 Giardino Centro S. Chiara Venerdì 23 luglio, ore 21.30 Giardino Centro S. Chiara Hamilton De Holanda Quartet TrioAmaro Janos Hasur & Aleksey Asenov Mont-Joia Tutti gli spettacoli sono ad ingresso libero ed avranno inizio alle ore 21.30 Consulenza artistica e testi di Mauro Odorizzi itinerari folk incontri musiche meticce & Il folk, la musica tradizionale o etnica rimandano al concetto di identità, un valore che sta acquistando nuovi significati e importanza proprio nell’epoca che è dominata da processi che minano le specificità culturali e che inducono fenomeni di omologazione in funzione delle logiche economiche dei mercati. Il mondo che è diventato, come si dice, più piccolo ci offre sempre nuove opportunità di conoscere i valori delle innumerevoli civiltà umane e le espressioni artistiche rappresentano un modo affascinante per avvicinarsi a tante diversità. La circolazione delle persone e i fenomeni di immigrazione verso i paesi più sviluppati stanno veramente mescolando le nostre comunità che si stanno lentamente trasformando con percorsi non sempre facili. Al di là di fenomeni come la “world-music”, che discende dalla logica della globalizzazione dei mercati culturali, si può osservare in generale che tra i musicisti che muovono da radici etniche è sempre più diffusa la ricerca di contaminarsi, di incontrare la diversità da sé, di imparare linguaggi diversi, in forme non sempre strumentali alla vendita di un prodotto, ma per un’esigenza diciamo esistenziale oltre che per abbeverarsi a nuove fonti di ispirazione. In questo quadro si colloca soprattutto il dialogo tra generi musicali; jazzisti e rockettari che si appropriano dei linguaggi tradizionali e popolari, e al contrario musicisti folk che introducono nei propri repertori l’improvvisazione, sonorità elettriche o ritmiche particolari. Un’altra dimensione è quella dell’incontro tra musiche etniche: si tratta spesso di uomini e donne che affermano le loro radici lontano da casa e che vivono positivamente e quasi naturalmente il rapporto con le tradizioni del paese che li ospita. In molti casi mescolare le culture a partire dalla propria identità è un’occasione veramente creativa. Gli esempi di queste “fusion” sono innumerevoli e non di rado i risultati sono esteticamente apprezzabili, in taluni casi entusiasmanti. Irlandesi e algerini, scozzesi e cubani, bretoni e rumeni, marocchini e calabresi hanno trovato strade convincenti per armonizzare le rispettive peculiarità musicali e strumentali, dimostrando che l’epoca delle frontiere è veramente finita. Si può dialogare, senza rinunciare alla propria identità, anche a partire dagli elementi più eterogenei e distanti tra loro, e la musica lo dimostra. Questo trio, costituito dal percussionista Carlo Rizzo con Norbert Pignol agli organetti diatonici e Michel Mandel ai clarinetti, ben rappresenta l’idea che sta alla base del festival di quest’anno. Innanzitutto c’è l’incontro di tre musicisti con percorsi molto differenti tra loro: due autodidatti come Rizzo e Pignol cresciuti a base di musica tradizionale e successivamente proiettatisi nel vortice della musica di improvvisazione, nel jazz, nella ricerca di avanguardia; un figlio dell’accademia con tanta voglia di trasgredire e di inventarsi un proprio mondo musicale. In secondo luogo c’è una concezione estremamente innovativa e creativa della musica che strapazza le regole dei generi musicali, basandosi con rigore sui più svariati stimoli filtrati da una ricerca maniacale sulle possibilità tecniche ed espressive dei rispettivi strumenti. Tutti e tre si sono dedicati alla composizione e dispongono di una tecnica strumentale virtuosistica che favorisce i più diversi percorsi di sperimentazione. Rizzo in particolare è noto per aver creato due nuovi strumenti: il tamburello politimbrico e il tamburello multitimbrico che permettono alla semplice percussione a cornice di sviluppare possibilità melodiche e variare il timbro dei colpi, con una dinamica e una ricchezza sonora paragonabili a quella di un complesso set di batteria. Pignol ha aperto nuove strade all’organetto, ritenuto uno strumento esclusivamente tradizionale, ed è venerato dalla nuova generazione di organettisti. Mandel è una personalità veramente eclettica avendo spaziato dalla musica contemporanea e romantica, all’improvvisazione più radicale e straniante, dal teatro di strada alla composizione per il cinema e la danza; ha in preparazione uno spettacolo che debutterà nel 2005 con musicisti tradizionali cinesi e jazzisti francesi come Pifarely e Ducret. Carlo Rizzo Norbert Pignol, Michel Mandel Venerdì 2 luglio 2004 ore 21.30 Etno-jazz Giardino Centro S.Chiara Francia Per il quinto anno consecutivo Itinerari folk ospita i Laboratori di musica popolare, iniziativa nata proprio a margine del festival, come offerta formativa legata alla musica tradizionale e ad alcuni strumenti particolari che non vengono insegnati altrove come il mandolino, l’organetto diatonico, le percussioni a cornice, etc.. Quest’anno i Laboratori, in collaborazione con i gruppi di danza popolare che sono nati in Trentino negli ultimi anni, hanno proposto anche due riusciti seminari sulle danze delle valli occitane e sui balli staccati dell’Appennino emiliano. Per questa ragione il concerto della cosiddetta “Orchestra dei miracoli”, composta dagli allievi dei corsi di strumento, dai docenti e da una serie di ospiti, sarà arricchito dalla presenza dei danzatori e dalla possibilità per il pubblico di partecipare ai balli che animeranno la seconda parte della serata. Oltre a questa novità rappresentata dall’incontro tra il mondo dei suonatori e dei danzatori, l’elemento da sottolineare è la presenza degli allievi di mandolino e dei gruppi mandolinistici trentini di recente formazione: tutti insieme in un ensemble a plettro di circa 15 elementi eseguiranno alcuni brani classici del repertorio dei primi circoli mandolinistici trentini. Un’occasione per ricordare che un secolo fa nasceva il Club Armonia, orchestra a plettro che fu diretta da Giacomo Sartori, autore trentino di musiche per mandolino noto in tutto il mondo. I corsi di strumento sono stati condotti da Sandro Boni (mandolino), Sara Giovinazzi (percussioni a cornice), Nicola Odorizzi (organetto diatonico), Denis Pisetta (chitarra). Orchestra dei miracoli Quartetto Neuma, Compagnia del fil de fer, i Violincelli della Scuola C. Moser di Pergine, Prosdocimus Gruppi di danza popolare: La Corte, Tersicore, Danzare la Pace, Insieme per la pace, Insieme danza Sabato 3 luglio 2004 ore 21.30 Giardino Centro S.Chiara Saggio dei Laboratori di musica popolare Laboratori Fondato verso la fine degli anni settanta dai fratelli Amerigo e Marcello Ciervo il gruppo beneventano rappresenta una delle realtà più solide ed affermate nell’ambito della musica di radice tradizionale in Campania. Il progetto artistico si è fortemente evoluto negli anni, ma poggia le sue basi su un’attenta e rigorosa ricerca dei “materiali folklorici” della Campania interna e più specificamente del Sannio beneventano. La produzione originale de i Musicalia è caratterizzata da una grande raffinatezza e dalla persistente ricerca di segni musicali diversi e nuovi in termini di strutture armoniche e timbriche. A partire al 1984 il gruppo ha pubblicato sette dischi e partecipato a quattro raccolte. Nel concerto di Trento presenteranno il loro ultimo CD, appena uscito, dal titolo “Incantamenti” (Folkest dischi 2004). “Un album – come affermano i fratelli Ciervo – nel quale ci apriamo al mondo e non più e non solo alla nostra tradizione colta o popolare (...). Ci siamo prefissi lo scopo di rompere esteticamente ogni barriera, di mescolare voci e suoni amici e di amici, guardandoci intorno a trecentosessanta gradi”. Oltre ad Amerigo e Marcello Ciervo che cantano e suonano numerosi strumenti tra cui chitarre, organetto, mandoloncello, fisarmonica, bouzouki, tamburo a pedale, tammorra e altre percussioni fanno parte della formazione: Fabio Crisci (chitarrone, basso elettrico, voce), Gina Leo (“colori”, castagnette, voce), Michele Iuliano (violino), Elisabetta Landi ( tammorra, darabuka, voce), Mario Parente (trombone, flicorno), Corrado Ciervo (tammorre, tamburello, tamburi) e Antonella Noviello (voce ). i Musicalia Lunedì 5 luglio 2004 ore 21.30 Piazza C. Battisti Incantamenti Campania I Birkin tree sono senza dubbio la più nota ed affermata band italiana di musica irlandese. Hanno collaborato con musicisti del calibro di Liam O’Flynn, Niamh Parsons, Martin Hayes e da circa dieci anni frequentano regolarmente i festival dell’Isola di smeraldo riscuotendo ovunque un grande consenso. Con il progetto “Birkin fusion” si tuffano in una personalissima rilettura del repertorio irlandese che viene permeato da sonorità, timbriche e arrangiamenti completamente nuovi ma che non stravolgono il fascino e l’atmosfera dei temi tradizionali. Non si tratta quindi della solita “Irish music” ma di qualcosa di veramente originale e accattivante, un amalgama di melodie classiche del mondo celtico mescolate con sonorità jazz e con l’inserimento di strumenti come il sax, il pianoforte e la chitarra semiacustica. L’ultimo CD del gruppo (3 Three – Felmay 2003) che ha ottenuto la menzione di qualità dalla francese “Trad Magazine”, una delle più autorevoli riviste europee nel settore, anticipa alcune idee che vengono sviluppate nel progetto fusion. Componenti della band sono Devis Longo (pianoforte, sax soprano e contralto), Fabio Rinaudo (uillean pipes, flauti), Daniele Caronna (violino, chitarra acustica e jazz), Aldo Zunino (contrabbasso). Ospite speciale del concerto sarà Alberto Massi, un autentico virtuoso della cornamusa scozzese. La sua grande competenza e abilità strumentale gli hanno permesso di vincere nel 2003 la prestigiosa “Archie Kenneth Quaich Competition”, l’importante gara che si tiene annualmente presso la Pibroch Society di Edimburgo. Massi è l’unico musicista non scozzese ad aver conseguito fino ad oggi questo risultato. Birkin Fusion & Alberto Massi Martedì 6 luglio 2004 ore 21.30 Piazza C. Battisti Celtic fusion Italia Fondata da Olah Vince, attivista zingaro e musicista leggendario, da quasi quarant’anni sulla scena musicale di Novi Sad, la “Earth Wheel Sky Band” rappresenta una novità nel ricco panorama gypsy. Originari della Voivodina, una regione fortemente influenzata da lingue, religioni e culture assai diverse, questi cinque serbi sono realmente capaci di far vibrare le corde della passione e della malinconia con una originale fantasia ispirata alla vita metropolitana e la ricerca di contaminazioni arrangiative mai ascoltate finora da una formazione gitana. Il gruppo conserva comunque una forte identità complice anche una strumentazione acustica che vede in primo piano violino, cymbalon, e chitarre, supportate da contrabbasso e percussioni. C’è una tale molteplicità di atmosfere nella musica di questo gruppo che ammalia e stupisce: dalle struggenti ballate serbe, ai vorticosi ritmi horo, da sonorità e vocalità ancestrali che evocano le radici indiane del popolo gypsy, ad inserti di flamenco e di pura improvvisazione straniante. “Waltz Rromano” è il titolo del loro primo disco pubblicato nel 2003 e inserito nella classifica dei Top CD dalla rivista “World Music Magazine”. La formazione è così composta: Olah Vince (chitarra, violino e voce), Karlo Varga (violino), Ramiz Toplica (percussioni), Michael Kurina (cymbalon), Ferenc Kurina (contrabbasso). Earth Wheel Sky Band Mercoledì 7 luglio 2004 ore 21.30 Gypsy metropolitano Piazza C. Battisti Serbia-Vojvodina Nata nel 1962 ad Alghero, enclave catalana in Sardegna, Franca Masu si è affermata a livello internazionale con il progetto “Alguìmia” (vento della speranza), uno spettacolo e un CD pubblicato nel 2003, dedicato alla grande tradizione musicale della sua città, ricco di sonorità mediterrane, di sfumature jazz, ma soprattutto adatto a mettere in luce il suo grande talento di cantante, abile e fantasiosa improvvisatrice nonché dotata di profonda intensità e sensibilità interpretativa. L’uso dell’antico idioma catalano ha favorito il successo della Masu in terra di Spagna dove è ormai considerata una stella del circuito world music. Le canzoni si avvalgono di testi di diversi poeti dell’area catalana e rimandano in musica al fado, al tango, alle moresche e ai sapori di quel mare che abbraccia diverse culture. Gli arrangiamenti musicali sono firmati da Mauro Palmas, uno dei più attivi musicisti sardi nonché profondo conoscitore delle tradizioni isolane, già ospite degli Itinerari folk con Elena Ledda e Riccardo tesi. Nelle esibizioni dal vivo che si caratterizzano per una grande raffinatezza Franca Masu si avvale di musicisti molto qualificati come Paolo Alfonsi (chitarre), Fausto Beccalossi (fisarmonica), Salvatore Maiore (contrabbasso) e Pepito Ros (sax), noto ai trentini come docente presso il Conservatorio Bomporti. Franca Masu & Quartetto Kalamata Venerdì 9 luglio 2004 ore 21.30 Alguìmia Piazza C. Battisti Italia - Sardegna Il suo ritorno sulle scene, nel 2002 dopo la guerra nella ex Yugoslavia, è un segno di speranza. La Madre dell’Anima Gypsy, come veniva chiamata prima del 1987 quando improvvisamente e misteriosamente abbandona i palcoscenici dei balcani, invasi dal turbo-folk dell’era Milosevic, è una donna nata a Belgrado 58 anni fa, con una voce profonda e caldissima, amata come una star perché capace di interpretare in profondità i sentimenti della sua terra. Figlia di un virtuoso di fisarmonica e di una cantante croata, inizia a cantare per necessità all’età di 12 anni. Si afferma cantando nei locali di Skadalia, il famoso quartiere dei ristoranti di Belgrado, una specie di Montmartre dei Balcani. Poi i grandi concerti negli anni ottanta e la crisi morale che a suo giudizio investe la Serbia. “Già molto prima della guerra mi ero resa conto che la gioia era sparita e gli uomini balcanici non si interessavano più alle storie d’amore... Ho realizzato che il mio tempo era finito. Era il momento delle armi e dell’odio.” Il suo ritorno alla madrepatria e l’incisione del CD con il trombettista Boban Markovic e la Mostar Sevdah Reunion è stata salutata con grande entusiasmo. La Mostar Sevdah Reunion è il gruppo che più di ogni altro rappresenta i valori artistici ed etnici della Bosnia. Sevdah è uno stile tradizionale che va indietro nel tempo di almeno tre secoli, e significa amore, desiderio, estasi. Come ci tiene a sottolineare Dragi Sestic produttore del CD “The Mother of Gypsy Soul”, i più grandi poeti di sevdah sono nati a Mostar. Mostar è sevdah. Lo straordinario ensemble di Mostar è composto da: Ilijaz Delic (voce), Mustafa Santic (voce, fisarmonica, clarinetto), Nedjo Kovacevic (voce, violino), Miso Petrovic (chitarra), Sandi Durakovic (chitarra ritmica), Kosta Latinovic (contrabbasso), Senad Trnovac (percussioni). Ljiljana Buttler & Mostar Sevdah Reunion Giovedì 15 luglio 2004 ore 21.30 Contrada Larga via Belenzani Anima Gypsy Serbia-Bosnia Cinque voci maschili, provenienti da Marsiglia, che con magnifica tecnica polifonica raccontano l’incontro tra la religiosità popolare della Provenza occitana e gli umori musicali della città francese affacciata sul Mediterraneo. Nato nel 2001 per iniziativa di Manu Theron, già protagonista della vocalità delle terre d’Oc con il gruppo Gacha Empega, lo Cor de la Plana è un gruppo vocale fuori dagli schemi ma con un obiettivo molto chiaro: inscrivere la cultura occitana nella modernità. L’operazione prende le mosse dal quartiere popolare de la Plana, da qui il nome del gruppo, in una città portuale piena di contaminazioni culturali e molto vivace dal punto di vista musicale. Ascoltando il loro primo disco (Es lo titre, Nord Sud - 2003), pluripremiato dalla critica musicale, è evidente che sui materiali tradizionali si innestano vari elementi dal ragamuffin al techno-grove, mentre alle articolate e suggestive architetture vocali si affiancano percussioni corporee (battito di mani e piedi) urla, sussurri, tamburi a cornice di origine araba, elettronica, effetti sonori e registrazioni d’archivio. Il gruppo sta riscuotendo un grande successo in tutta Europa per i suoi live act di grande intensità e impatto emotivo. I componenti del quintetto sono: Manu Theron, Sebastien Spessa, Denis Sampieri, Rodin Kaufmann, Benjamin Novarino-Giana. Lo Cor de la Plana Martedì 20 luglio 2004 ore 21.30 Polifonie occitane Giardino Centro S. Chiara Francia - Provenza In una recentissima intervista Hermeto Pascoal, il padre di tutti i musicisti brasiliani, ha definito Hamilton de Holanda il migliore mandolinista del mondo. Nato a Rio de Janeiro nel 1976, figlio di musicisti, inizia a suonare il mandolino all’età di cinque anni e ben presto inizia l’attività concertistica con il fratello rivelandosi un autentico enfant prodige. Studia violino e composizione all’Università di Brasilia, vince numerosi premi come interprete di choro e musica popolare brasiliana ed avvia numerose collaborazioni con musicisti affermati come Hermeto Pascoal, Rosa Passos, Marco Pereira, Zelia Duncan, Leila Pinheiro, Beth Carvalho, Guinga, Cliff Korman, per citarne alcuni. La sua forte personalità musicale è segnata dalle influenze della musica brasiliana, del jazz e della musica classica e sa spaziare con grande duttilità in tutte le direzioni. Nel 2001 vince il premio Icatu Hartford de Artes come miglior strumentista del Brasile. Così scrive di lui la rivista Guitar Player: “Con tecnica superba e brasilianità assoluta, sia sul palco che in studio, Hamilton toglie il fiato di qualsiasi persona con le sue interpretazioni e performances piene di emozione”. Nel suo repertorio rientrano le composizioni dei grandi autori come Pixinguinha, Jacob do Bandolim, Egberto Gismonti, Hermeto Pascoal, Tom Jobim e i brani originali che rappresentano il presente ed il futuro della musica popolare brasiliana. Si esibirà in quartetto accompagnato da Daniel Santiago (chitarra), André Vasconcellos (basso) e Marcio Bahia (batteria). Hamilton de Holanda quartet Mercoledì 21 luglio 2004 ore 21.30 Mandolino Giardino Centro S. Chiara Brasile Nel capitolo degli incontri va certamente inserito il sodalizio tra Janos Hasur e Aleksey Asenov che esordiscono questa sera nell’ambito di Itinerari folk. Violinista il primo, fondatore del gruppo Vizonto (Ungheria) e componente stabile della Theater Orchestra di Moni Ovadia; fisarmonicista il secondo, arrivato a Trento dalla Bulgaria come musicista di strada, componente del Destrani taraf, e alla ricerca di affermarsi con un proprio progetto musicale che possa valorizzare il suo notevole talento. Insieme per proporre un repertorio che va alle radici del klezmer e che metterà in luce le capacità strumentali dei due musicisti, con i sapori delle musiche dell’Europa orientale crogiolo di culture e influenze diverse. Il Trioamaro è una formazione trentina costituita nel 1998 da Giuliano Cramerotti (chitarra acustica), Roberto Segato (armonium) e Carlo La Manna (contrabbasso), musicisti cresciuti nel mondo del jazz e di altri generi musicali, che attraverso un originale percorso di ricerca dei moduli espressivi e delle strutture linguistiche folcloriche e popolari hanno sintetizzato un proprio linguaggio creativo alla cui base c’è un effervescente processo di contaminazione. Il risultato di questo lavoro è raccolto nel pregevole CD uscito nel 2003 dal titolo “Azonzo”, un prodotto ricco di idee originali, che mette in risalto la qualità tecnica dei musicisti e un’ispirazione influenzata dalla musica balcanica ma anche dal flamenco e da altre sonorità mediteranee. TrioAmaro Janos Hasur & Aleksey Asenov Giovedì 22 luglio 2004 ore 21.30 Roots of Klezmer e Balkan-jazz Giardino Centro S. Chiara Italia-Ungheria-Bulgaria Il gruppo provenzale “Mont-Jòia” rappresenta, insieme a “Perlinpinpin Folc” e “Bachas”, la nascita della riproposta di musica occitana, e più in generale uno dei gruppi storici che hanno dato l’impulso al variegato movimento del folk revival in Francia e non solo. Nasce nel 1973 ed incide quattro dischi tra il 1976 e il 1981. La formazione storica era composta da: Jean-Mari Carlotti (voce, chitarra), Patrice Conte (voce, galoubet, tambourin, ton-ton, fiati), François Dupont (voce, violino, viella). Nel 1981 avviene la fusione con il gruppo nizzardo “Bachas” (Patrick Vaillant, Michel Bianco, Jacques Magnani). Nel 1983 Carlotti lascia i “Bachas-Mont-Jòia” per intraprendere un percorso solista e di collaborazione con Patrick Vaillant che lo porta ad incidere “Linhana” e poi a preparare il progetto “Anita Anita” che porterà nel 1988 all’uscita dell’ormai mitico disco realizzato dal quartetto Carlotti, Vaillant, Tesi, Craighead. Nel 2001 nasce la prima collaborazione di Carlotti con Silvio Peron e Gabriele Ferrero, occitani delle valli piemontesi, nell’ambito di uno spettacolo sulle tradizioni natalizie “Novès dei 4 Vents” e poco dopo l’invito a far parte dei nuovi Mont-Joia. L’attuale formazione che ha debuttato nel gennaio scorso comprende: Jean-Mari Carlotti (voce, chitarra), Patrick Verdiè (galoubet, tambourin, ton ton, flauti, ocarina, percussioni, voce), Silvio Peron (organetti, voce), Gabriele Ferrero (violino, mandolino, voce). Il repertorio del gruppo spazia dalla rivisitazione di brani tradizionali e novès provenzali alle canzoni d’autore di Jean-Mari, tra le quali la reinterpretazione di alcuni brani da Anita Anita. Inoltre il gruppo propone un ballo in parte cantato ed incentrato sul repertorio provenzale e delle valli occitane del Piemonte. Mont-Jòia Venerdì 23 luglio 2004 ore 21.30 Giardino del Centro S. Chiara Occitania Francia - Italia itinerari Info: Centro Servizi Culturali S. Chiara Folk www.itinerarifolk.it www.centrosantachiara.it T. 0461-213811 N. Verde 800-013952 [email protected] itinerari Folk