Studio e sperimentazione
■ Luana Perioli, Elena Massetti*
*Dipartimento di Chimica e Tecnologia del Farmaco, Università degli Studi di Perugia
Argille anioniche
nei cosmetici:
skin care e make-up
Le idrotalciti,
o argille anioniche,
sono materiali
inorganici costituiti
da miscele di
idrossidi lamellari
naturali contenenti
anioni scambiabili
nella regione
interstrato.
Il termine idrotalcite
deriva dal fatto
che i primi studi
sulla loro struttura
sono stati condotti su
un idrossicarbonato
di magnesio e
alluminio
a formula generale di questi
composti è:
M(II)1-xM(III)x(OH)2]x+[Ax/n]x-mS,
dove M(II) è un metallo bivalente, M(III) un metallo trivalente, An- un anione organico o inorganico
che bilancia le cariche positive dello strato
L
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generate dalla sostituzione isomorfa
M(II)-M(III), e m sono le moli di solvente
S co-intercalate per mole di composto.
Gli strati (o lamelle) sono costituiti dalla
concatenazione di ottaedri i cui centri sono occupati da cationi metallici e i vertici
da ioni idrossido.
Ogni gruppo OH è coordinato da tre cationi e l’idrogeno è diretto verso la regione
interstrato.
La carica positiva dei piani è compensata
da anioni scambiabili che si dispongono
tra gli strati e che determinano la distanza
interstrato [1].
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Fig. 2 - Polvere
fine e bianca
simile al talco.
Fig. 1 - Minerale inorganico naturale.
Il minerale inorganico naturale (fig.1),
scoperto in Svezia intorno al 1843, in
seguito a triturazione fornisce una polvere fine e bianca molto simile al talco
(fig.2) formata da microcristalli esagonali
regolari e piatti impilati l’uno sull’altro
(fig.3).
Le idrotalciti naturali sono piuttosto rare
in natura ma si possono sintetizzare agevolmente in laboratorio, con elevato grado
di purezza, e trovano molte applicazioni industriali per la produzione di una svariata
gamma di prodotti tra i quali anche quelli
cosmetici. Grazie alle loro particolari caratteristiche strutturali, coniugate a elevata biocompatibilità, possono entrare a far
parte di formulazioni cosmetiche non solo
come eccipienti inerti ma come ingredienti
attivi in grado di migliorare l’impiego del
cosmetico sia dal punto di vista formulativo che della sua applicazione. L’impiego
di idrotalciti sintetiche (HydroTalcite Like
Compouds, HTlc) risulta essere molto
conveniente perché queste possiedono le
stesse proprietà di quelle naturali e hanno
il vantaggio di essere esenti da impurezze e
avere una composizione nota e ben definita;
inoltre il loro grado di cristallinità può essere controllato durante la preparazione.
L’aspetto della purezza è molto importante nella prospettiva di utilizzare questi
materiali in formulazioni cosmetiche che
devono essere ipoallergeniche: le idrotalciti sintetiche, oggi disponibili anche sul
mercato (Prolabin&Tefarm), sono quindi
senza dubbio da preferire rispetto a quelle naturali le cosiddette “argille di cava”.
Generalmente i cristalli di HTlc hanno
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Fig. 3 - Microcristalli
esagonali regolari e
piatti.
dimensioni di pochi micron (polveri microfini) e questo è molto importante in
quanto questi materiali risultano facilmente incorporabili in qualsiasi tipo di
formulazione e non creano mai problemi
di spandibilità o abrasione per formulazioni da applicare sulla pelle.
Un altro vantaggio legato all’impiego di
HTlc è rappresentato dalla possibilità di
poter variare la natura dei cationi metallici M(II) e M(III) scegliendo quelli più
idonei a seconda dell’impiego del prodotto finale.
Negli ultimi tempi l’interesse per questi prodotti è molto aumentato e il loro
impiego ha assunto una notevole importanza nell’ambito dell’health care [2-3] e
quindi, in riferimento alla definizione di
salute che viene data dall’OMS, non solo
in ambito medico e farmaceutico ma anche cosmetico. Recentemente sono stati
descritti gli effetti positivi esercitati da
idrotalciti sull’efficacia e sulla stabilità di
formulazioni destinate alla protezione so-
lare [4] ma il loro impiego è senza dubbio
fruttuoso anche in altri prodotti cosmetici con funzione deodorante, adsorbente, astringente, rinfrescante, detergente,
protettiva, e in preparazioni per maquillage e camufflage, basi per il trucco come
opacizzanti e antilucido.
Idrotalciti e skin care: il valore
aggiunto delle HTlc
Le HTlc conferiscono alle preparazioni
semisolide buone caratteristiche reologiche e permettono alle formulazioni di
aderire molto bene alla pelle esercitando
così un effetto protettivo, antiinfiammatorio e anche deodorante; sulla base di ciò
è aumentato l’interesse per questa classe
di materiali che sono stati impiegati per
mettere a punto cosmetici, utilizzati prevalentemente in Giappone, molto apprezzati perché idonei a mantenere in forma il
corpo e la pelle [5].
L’impiego di argille in campo cosmetico
non è tuttavia nuovo, infatti i suoi benefici
35
Studio e sperimentazione
erano conosciuti già 4000 anni fa: la regina
Cleopatra in persona utilizzava argille per
la pulizia del corpo e per il trucco.
Le argille anioniche in particolare sono
degli eudermici, eccellenti protettori dermatologici e vengono impiegate a questo
scopo direttamente come polveri o inserite
in emulsioni e paste. Possono proteggere
la pelle dagli agenti esterni o anche quelli
prodotti dalla pelle ed escreti nei liquidi
(detriti epidermici). In seguito a questo effetto adsorbente aderiscono tenacemente
alla pelle formando un film in grado di offrire protezione meccanica contro agenti
esterni chimici e/o fisici. Inoltre, grazie al
meccanismo di adsorbimento delle secrezioni della pelle, esercitano anche un’azione rinfrescante e antisettica.
La rimozione infatti di materiale organico, tra cui grasso e tossine, parallelamente all’assorbimento di acqua contribuisce
a creare un ambiente povero di acqua e
nutrienti che diventa sfavorevole per la
crescita di batteri. La presenza di argille
anioniche dunque è desiderabile in formulazioni che sono destinate a pelli infiammate, acneiche, grasse/lucide o semplicemente impure [6].
Mentre nel caso delle argille cationiche la
rimozione di materiale e acqua è dovuto al
solo processo fisico di assorbimento, per
le argille anioniche il meccanismo è più
complesso perché queste ultime sono degli scambiatori anionici e anche gli anioni,
normalmente contenuti tra le lamelle (es.
cloruri, carbonati, ossidrili ecc.), giocano
un ruolo importante. Questi infatti, proprio come nelle resine a scambio ionico,
si scambiano con materiali caricati negativamente che dall’esterno migrano all’interno dove rimangono così intrappolati tra
le lamelle. Questo particolare meccanismo
potrebbe essere sfruttato per migliorare ed
estendere ulteriormente l’impiego di argille anioniche; infatti, invece di utilizzare
argille semplici, contenenti tra le lamelle
piccoli ioni inorganici, si potrebbero impiegare delle argille “caricate” con molecole anioniche di natura organica, dotate di
attività, che verrebbero rilasciate sulla pelle durante l’applicazione del cosmetico.
A tale scopo si potrebbero intercalare preventivamente tra le lamelle dell’idrotalcite
molecole con attività rinfrescante, antiossidante, detergente, profumante, colorante
ecc. Con l’applicazione di cosmetici a base
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di queste HTlc “caricate” sarebbe quindi
possibile ottenere un doppio effetto: i)
adsorbimento di materiale indesiderato
(cleaning) ii) rilascio di ingredienti attivi
in modo prolungato.
Quando argille anioniche, contenenti ioni
inorganici tra le lamelle, sono impiegate
sotto forma di polvere hanno ottime proprietà idratanti e rimineralizzanti e possono essere utilizzate anche in caso di cute
secca. Quando invece sono adoperate in
formulazioni semisolide come geli, creme, paste, creme-gel e sospensioni, oltre
a esercitare la loro funzione come ingredienti attivi, risultano essere degli ottimi
“agenti reologici” in grado di modificare
favorevolmente le caratteristiche di scorrimento delle preparazioni influenzando
positivamente conservazione, estrudibilità e spalmabilità che sono essenziali per
una buona usability. Questo fenomeno
potrebbe sembrare apparentemente strano, ma in letteratura viene descritto l’uso
di miscele di HTlc per conferire un comportamento pseudoplastico e aumento
della scorrevolezza ai fluidi [2-3, 7-9]. Ciò
risulta positivo perché le formulazioni
contenenti HTlc sono caratterizzate da
maggiore viscosità in condizioni di riposo,
favorevole in fase di conservazione, mentre in seguito ad aumento di temperatura
o sollecitazioni meccaniche (massaggio)
tendono leggermente a fluidificarsi facilitando l’applicazione.
Idrotalciti e skin care: pulizia e
protezione della pelle
Per tutto quanto riportato è chiaro che le
HTlc possono trovare molteplici applicazioni in molte formulazioni a uso cosmetico destinate sia ai trattamenti specifici in centri
estetici e health spas che all’uso personale
quotidiano. D’altra parte l’utilizzazione, anche frequente, dei più svariati tipi di argille
anioniche può essere affrontato con estrema sicurezza. La presenza, infatti, di metalli
(sotto forma di idrossidi) non desta alcuna
preoccupazione in quanto gli idrossidi sono
altamente concatenati nelle strutture lamellari, strutture da cui i metalli non possono
migrare né essere scambiati.
Nei centri specializzati le argille vengono
utilizzate nella cosiddetta “geoterapia” per
la quale più tipi di argilla, anche di natura
cationica, vengono uniti assieme e poi miscelati con acqua e applicati direttamente
sulla pelle formando uno strato abbastanza
consistente di circa un centimetro di spessore. Le applicazioni possono prendere la
forma di cataplasmi o fanghi a seconda dell’area di applicazione.
Entrambi sono molto utili per il trattamento di problemi cutanei (bolle, acne, ulcere,
ascessi, punti neri, seborrea, per promuovere la persipiratio) e anche per alleviare
il senso di fastidio in caso di cute un po’
infiammata.
Si parla di cataplasmi quando l’applicazione
viene fatta in zone ristrette del corpo; quando ci sono aree infiammate o congestionate
si possono applicare delle miscele argillose
con temperatura minore di quella cutanea
(impacchi freddi) ottenendo un raffreddamendo dell’area trattata (clay cooling). Si
possono utilizzare questi impacchi anche nei
casi di ritenzione di liquidi con l’accorgimento di fare prima un’applicazione calda poi
seguita da una fredda.
Con il termine bagni di fango si intende invece l’applicazione di miscele argillose su
una superficie corporea estesa e in questo
caso l’applicazione viene fatta per diretta immersione della parte interessata (braccia,
mani, gambe, piedi o tutto il corpo) in vasche
preriempite: la temperatura della massa argillosa può essere fredda o calda a seconda
dell’effetto desiderato.
L’impiego di argille è contemplato anche nella peloidoterapia; a tal proposito la Società
Internazionale di Idrologia Medica definisce
peloide il materiale ottenuto dalla mescolanza di un’acqua minerale o sali di origine marina con materie organiche e/o inorganiche
e classifica i peloidi secondo la componente
solida di origine, l’acqua minerale e le condizioni di “maturazione”. In questi prodotti la
componente inorganica (argilla) in seguito
al contatto con i sali minerali (solfuri, solfati, cloruri, bromuri ecc.) va incontro a un
“processo di maturazione” che modifica alcune proprietà come plasticità, capacità di
assorbimento, indice di raffreddamento e di
scambio ionico.
Altro impiego delle argille nei centri benessere è sottoforma dei cosiddetti paramuds
ovvero miscele di argilla e paraffina che
vengono preparate in forma di blocchetti o
placche, di spessore tra 1 e 5 cm, tramite
mescolamento in appositi recipienti.
Si applicano sulla pelle molto caldi (40-45°C)
e vi si lasciano per 20-30 minuti: la loro impermeabilità non fa disperdere il calore e,
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trattenendo l’acqua, produce emollienza.
Vengono impiegati nella medicina estetica
per trattare la lipodistrofia, nel suo stato
iniziale, ritardare lo sviluppo di processi di
cellulite poiché stimolano la circolazione
linfatica e venosa nell’area di applicazione.
Grazie all’attivazione di processi osmotici
combattono la ritenzione idrica e assorbono
i liquidi in eccesso. Sempre per quanto riguarda il trattamento degli inestetismi della
cellulite, queste argille hanno un’azione dermopurificante in quanto adsorbono i detriti
e le tossine della pelle e rilasciano minerali
utili restituendo una pelle rosea, perfettamente levigata e soda.
Non ultimo le argille sono impiegate sottoforma di maschere, semplicemente mescolate con acqua, per applicazione sul viso poiché questa forma di pulizia cutanea
permette di promuovere la perspiratio e le
secrezioni sebacee e anche di dilatare gli orifizi pilosebacei. Durante la perspiratio vari
ioni, come i cloruri, sono eliminati, cambia
il metabolismo della pelle e viene favorita
l’escrezione dei cataboliti.
Dopo l’applicazione di questi prodotti (paramuds e maschere) gli strati più esterni
della pelle sono imbibiti di acqua, la pelle è
generalmente molto umida e con pori aperti
cosicché le sostanze cosmetiche applicate
successivamente potranno essere assorbite
dallo strato corneo e raggiungere gli strati più profondi dell’epidermide [6]. Nelle
miscele di argille messe a punto per gli usi
precedentemente descritti si impiegano ancora principalmente argille cationiche e solo
recentemente si è accresciuto l’interesse per
quelle anioniche, in particolare HTlc, che sono state oggetto di studio e apprezzamento.
Queste, infatti, grazie allo specifico meccanismo di scambio ionico e alla loro struttura
nanoporosa assicurano l’assorbimento e la
rimozione delle scorie, degli essudati della
pelle e del sudore immagazzinandoli all’interno della loro struttura lamellare [9].
Un altro vantaggio derivante dall’impiego di
HTlc sintetiche è offerto inoltre dalla loro
elevate purezza chimica e assoluta assenza
di specie decomposte. Questo è rilevante
in considerazione del fatto che sono anche
microbiologicamente pure e quindi possono essere utilizzate senza subire trattamento
termico per la loro sterilizzazione o comunque per l’abbattimento della carica microbica prima di essere utilizzate. Trattamenti
termici a elevate temperature sono, infat-
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Figura 4
ti, da evitare poiché provocano la perdita
di acqua modificando l’altezza interstrato
(gallery height) e le capacità di scambio e
adsorbimento delle argille.
L’impiego delle argille anioniche al di fuori
ci centri specializzati è costituito prevalentemente dall’uso formulazioni cosmetiche
preconfezionate come creme (sebo-equilibranti, idratanti, protettive anti-age), ciprie
e rossetti.
Idrotalciti e skin care: make-up
Le idrotalciti sono degli ottimi “contenitori”
per intercalare ingredienti attivi per cosmetici e per controllarne il rilascio; a tutt’oggi
non sono ancora molto utilizzate ma ci sono
numerosi studi in fase avanzata e proposte
molto interessanti. Indubbiamente queste
strutture lamellari sono molto versatili e possono contemporaneamente esercitare più
effetti positivi nella stessa formulazione:
1. miglioramento delle proprietà reologiche
della formulazione;
2. protezione chimica e fotochimica dell’ingrediente attivo intercalato durante la sua
shelf-life;
3. modulazione del rilascio dell’ingrediente
attivo;
4. azione protettiva sulla pelle con contestuale effetto antilucido.
Per quanto riguarda il rilascio dell’ingrediente attivo è molto importante osservare che questo non avviene fino a quando
la formulazione non è applicata sulla pelle
e, dopo questo momento, sono proprio i
prodotti del metabolismo della pelle che,
innescando un processo di scambio con la
molecola intercalata, ne provocano la sua
graduale liberazione. Questa azione può
essere adiuvata dalla presenza di anidride carbonica nell’aria che, in presenza di
umidità, forma degli anioni (carbonato e
bicarbonato), competitivi per l’intercalazione tra le lamelle. Questo rilascio graduale
è desiderabile quando si pensi ad esempio
a una “crema 24 ore”, senza distinzione tra
crema da giorno e da notte, adatta per tutta
la giornata a cui sarà richiesto quindi di rilasciare gradatamente il prinicipio attivo.
Le idrotalciti sono state, dunque, utilizzate
per intercalare svariate molecole di interesse cosmetico come filtri solari [4] vitamine,
radical scavengers, rigeneranti per la pelle,
antirughe, acido ascorbico, tocoferolo [9],
acido retinoico [8,9].
Alcuni studiosi giapponesi hanno inserito
molecole antiossidanti come acido ascorbico e i suoi derivati all’interno di queste
strutture e sono stati realizzati dei composti di intercalazione con buona resistenza
all’acqua e con un buon rilascio, idonei a
essere inseriti in creme base per il trucco
con azione anti-age [10].
Creme anti-age
Molto interessante anche la proposta di
Hwang e collaboratori in cui una formulazione contenente vitamina C, oltre che servire come base per il trucco, potrebbe anche contemporaneamente produrre effetti
37
Studio e sperimentazione
benefici sulla pelle [11] grazie al suo buon
grado di penetrazione. Come mostrato in
figura 4, la vitamina C intercalata e protetta negli strati del materiale inorganico (nanoibrido vitaminaC-HTlc) viene depositata
tramite l’applicazione del cosmetico sullo
strato superficiale della pelle. A seguito di
questo contatto gli anioni inorganici presenti sullo strato corneo, i detriti epidermici
e la presenza di anidride carbonica innescano i processi di scambio che permettono il
rilascio graduale di vitamina C che diffonderà nell’epidermide.
È molto importante sottolineare che un ingrediente attivo, come la vitamina C in questo caso, presente in una formulazione in
forma semplicemente dispersa o sottoforma di nanoibrido avrà un comportamento
molto diverso. Nel primo caso infatti nella
formulazione saranno presenti dei cristalli
in cui le molecole sono aggregate tra di loro;
anche se i cristalli sono di piccole dimensioni, sarà necessario fornire energia affinchè
le molecole si possano liberare, diffondere
liberamente e svolgere la loro funzione. Nel
secondo caso invece le molecole organiche
si trovano nella matrice inorganica senza
struttura cristallina e senza aggregazione,
in uno stato “quasi liquido”. Dopo l’applicazione del cosmetico non devono intervenire
eventi che permettano la rottura cristallina
e l’ingrediente attivo viene rilasciato subito
in forma molecolare, in grado di diffondere
agevolmente e passare attraverso i pori della pelle per raggiungere l’epidermide.
Anche molecole con attività antiossidante
(radical scavenger) come l’acido ferulico
[12] sono state intercalate con successo
in HTlc e formulate per ottenere creme
protettive dai raggi UV, antirughe e antiinvecchiamento. A questo proposito è bene
ricordare che la cura della pelle non deve
iniziare quando i processi di invecchiamento sono già visibili, ma la pulizia e la corretta idratazione della pelle devono iniziare in
età giovanile. In particolar modo i prodotti
cosmetici antirughe ideali per una pelle
ancora giovane, ad esempio a venti anni,
sono quelli idratanti, invece a trent’anni,
quando iniziano a comparire le prime rughe d’espressione, sono preferibili creme
contenenti vitamine e sostanze ad azione
antiossidante (vitamina C, coenzima Q10)
e alcune creme antirughe che contengono
alfa-idrossiacidi impiegati prevalentemente
per l’azione levigante e idratante.
38
Creme idratanti,
leviganti e schiarenti
Più comunemente detti acidi
naturali della frutta, penetrano
facilmente nella pelle, accelerando il
ricambio cellulare che normalmente
con l’età rallenta e stimola la produzione del collagene a livello del tessuto
connettivo. Questi acidi della frutta riescono
a scindere i legami che uniscono le cellule
morte a quelle vive, facilitandone l’allontanamento e grazie alle piccole dimensioni possono penetrare in profondità e favorire la
riparazione di fibre di collagene ed elastina.
Tra gli ultimi ritrovati in campo cosmetico
c’è l’acido lattobionico che stimola l’esfoliazione e il turnover cellulare ma ha anche un
forte potere idratante.
La particolare forma chimica dell’acido lattobionico evita i fenomeni d’irritazione della
pelle del viso come pizzicore e prurito che
spesso accompagnano l’applicazione dei
tradizionali alfa-idrossiacidi. Questi effetti
indesiderati potrebbero essere alleviati, se
non eliminati, con il loro intrappolamento
in strutture idrotalcitiche. Tenendo conto
infatti delle modalità con cui l’HTlc rilascia
le molecole intercalate, si può immaginare
che non tutta la quantità di alfa-idrossiacido,
presente nella crema applicata, sarà immediatamente pronta per venire in contatto con
la pelle nell’area di applicazione e quindi l’entità del fenomeno irritativo sarà senz’altro di
minore portata. HTlc inoltre offre protezione
cutanea e, essendo di natura leggermente
basica, può contrastare gli effetti procurati
da un agente acido contribuendo ad alleviare
il senso di bruciore.
Gli alfa-idrossiacidi, inoltre, vengono utilizzati per applicazioni su pelli grasse in quanto
permettono al siero di fuoriuscire in maniera
agevole, evitando la formazione di foruncoli e comedoni. In questo caso quindi l’associazione con HTlc sarebbe del tutto logica
perché, grazie alla sua attività di assorbente,
produrrebbe di sicuro un’azione sinergica.
Le HTlc potrebbero essere utili anche per la
veicolazione di prodotti antimacchia e sbian-
canti della pelle che, grazie all’esfoliazione
superficiale aiutano a eliminare le cellule
pigmentate. A questo proposito, recentemente è stata descritta l’intercalazione in HTlc
di acido cogico [13], un agente schiarente
utilizzato per uso topico per il trattamento
degli inestetismi dovuti a iperpigmentazione
cutanea e di macchie derivanti da prolungata
esposizione al sole o a farmaci (es. ormoni)
e all’età. Il suo impiego è piuttosto limitato
a causa della sua notevole sensibilità all’ossigeno, alla luce, alle variazioni di pH e di
temperatura, che invalida il mantenimento
dell’attività schiarente nel tempo; le proprietà protettrici e la capacità di controllare il
rilascio individuano nelle HTlc la risoluzione
dei problemi.
Lip gloss e rossetti
Oltre all’inserimento in creme, le HTlc
vengono anche impiegate, per la loro consistenza polverosa, nella realizzazione di
lip gloss, un cosmetico per far apparire le
labbra più lucide, che si applica come il
rossetto ma appare trasparente, raramente colorato. Ne sono un esempio alcune
formulazioni lucidalabbra, messe a punto
in Giappone [14], arricchite di micropagliuzze luccicanti, consistenti e di colore
rosso. Queste particolari caratteristiche
unitamente a una maggior tenuta, sono ottenute grazie all’impiego di argille molto
fini e polverulente.
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La presenza di HTlc su lipgloss e rossetti è
auspicabile in quanto, in virtù dei già citati
effetti sulle caratteristiche reologiche:
■ migliora la stesura sulle labbra;
■ evita la sedimentazione del pigmento colorato (lip gloss);
■ garantisce la consistenza (rossetto) durante la conservazione, anche nei mesi caldi,
mantenendo la facilità di applicazione.
Polveri e Ciprie
L’HTlc potrebbe essere anche un ottimo
ingrediente per l’allestimento di cosmetici
polverosi da applicare direttamente sulla
pelle, come per esempio le ciprie.
Questo cosmetico, di solito, è principalmente costituito da una miscela di argille,
quali caolino o talco, con carbonato di magnesio e ossido di zinco. Usare l’HTlc vorrebbe dire usare un unico ingrediente che
contiene tutto il necessario, in più l’HTlc
è una polvere fine e questo è un requisito
fondamentale per una cipria. Oltre a “dare
corpo” a una cipria, HTlc potrebbe svolgere anche un ruolo funzionale in quanto la
cipria deve produrre sulla pelle anche gli
effetti opacizzante e antilucido desiderabili soprattutto nelle pelli oleose, ricche di
trigliceridi e acidi grassi liberi.
Generalmente per ottenere un effetto antilucido le ciprie vengono arricchite di biossido di titanio, amidi, silicato di alluminio, silicato di magnesio e ossido di magnesio che
assorbono l’oleosità in eccesso opacizzando cosi’ la superficie della pelle. L’impiego
di idrotalciti sarebbe dunque sicuramente
più mirato in quanto esse, oltre a un’elevata area superficiale, presentano anche
affinità chimica per alcuni componenenti
del grasso cutaneo (acidi grassi) e capacità
di “asportare l’oleosità” immagazzinandola
all’interno degli strati lamellari. Questo effetto di “sottrazione” è inoltre positivo in
quanto dovrebbe:
■ far diminuire i tentativi istintivi, di chi
soffre di oleosità cutanea, di allontanare
meccanicamente l’eccesso di sebo prodotto con lavaggi frequenti, utilizzando
talvolta anche prodotti aggressivi, che
non risolvono il problema di base e possono condurre alla comparsa di fenomeni irritativi: la pelle seborroica è una pelle
costituzionalmente piu’ irritabile;
■ diminuire l’effetto irritante degli acidi
grassi liberi sulle pareti della ghiandola sebacea;
■ creare un ambiente meno favorevole alla crescita di batteri, soprattutto Corinebatteri, produttori di enzimi (amilasi, ialuronidasi, proteasi) che favoriscono l’infiammazione perifollicolare.
Inoltre con le HTlc si possono preparare
anche ciprie colorate. Intercalando infatti
coloranti, in varie percentuali, tra le lamelle
è possibile ottenere polveri con varie sfumature di colore (nuances) che sarebbero
sicuramente vantaggiose rispetto alle classiche ciprie poiché:
■ dopo l’applicazione il colorante così “intrappolato” non si troverebbe a diretto
contatto con la pelle e il suo assorbimento verrebbe evitato o comunque ridotto;
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Kosmetica • novembre 2009
■ il colorante, protetto dalle lamelle inorganiche, sarebbe stabilizzato conferendo maggior persistenza e durata al cosmetico.
Quest’ultimo aspetto è avvalorato da recenti
scoperte che hanno dimostrato che, proprio
grazie alle argille, l’intensità del colore può
essere mantenuta molto a lungo. È questo il
caso “Maya blu” il famoso colore turchese
utilizzato dalla civiltà maya che è arrivato fino ai giorni nostri intenso e brillante. Questo
pigmento turchese che caratterizza opere
d’arte, ceramiche, offerte votive e ricopriva
il corpo delle vittime sacrificali dell’antica civiltà precolombiana, ha suscitato l’interesse
degli studiosi per la sua eccezionale stabilità
chimica e per la resistenza agli acidi, ai solventi, alle intemperie e al clima durissimo
della regione... Il segreto?
I Maya preparavano il pigmento mescolando
a caldo il colore vegetale indaco con la paligorskite, un minerale argilloso lamellare.
Conclusioni
Da questa breve presentazione emergono
molte possibilità e idee di impiego di HTlc
in svariate formulazioni cosmetiche idonee
per la cura della pelle e il make up. Risulta
anche evidente che l’utilizzazione di argille
anioniche sintetiche è vantaggioso per la loro
purezza, sia chimica che microbiologica, e per
le innumerevoli funzioni. La loro produzione
inoltre è semplice, poco costosa e prevede
l’impiego di materiali e solventi poco inquinanti e con basso fattore ambientale.
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