IL CONCETTO DI CORAGGIO CIVICO 1. Il Concetto di Coraggio

IL CONCETTO DI CORAGGIO CIVICO
1. Il Concetto di Coraggio Civico
Cosa si intende con coraggio civico? Coraggio civico denota una forma di azione coraggiosa – non
solo verso se stessi (come ad esempio il bungee jump), ma nei confronti di terzi e in pubblico. Cosa
caratterizza le situazioni specifiche, i modelli di comportamento, e i motivi in cui viene attuata
un’azione di coraggio civico?
Il coraggi civico è un tipo di azione sociale in specifiche situazioni che sono caratterizzate dalle
seguenti componenti:
• un evento, che viola l’integrità psico-fisica e/o i valori e gli interessi essenziali di un individuo o
gruppo di persone;
• un conflitto con terzi scaturito da tale violazione;
• la pressione di agire, ma anche spazio per azioni alternative,
• una platea che osserva e/o partecipa (ad esempio più di due persone sono presenti),
• uno squilibrio di potere reale o percepito, nel caso in cui ad esempio la persona che compie
un’azione di coraggio civico si trova in una situazione di minoranza/maggioranza in un gruppo o
in una posizione di subordinazione in una scala gerarchica, dominato o dipendente da altri,
condizione che nella vasta maggioranza dei casi è combinata a una forte pressione per
conformarsi o adeguarsi;
• rischi che emergono con azioni di coraggio civico, quale può essere il successo incerto di suddette
azioni, svantaggi probabili che devono essere accettati da colui che compie atti di coraggio civico.
Il coraggio civico è un tipo specifico di azione sociale che si verifica
• in specifiche situazioni (di cui sopra),
• in diversi contesti sociali e tipi di pubblico ad essi connessi,
• quando una persona o un gruppo di persone volontariamente si battono per interessi legittimi,
principalmente non-materiali e/o per l’integrità e il benessere di altre persone, ma anche per se
stessi e agendo in tal modo, si conforma a principi umani e democratici.
Cosa distingue il coraggio civico dalle consuete forme di comportamento a favore della società
(aiutare il prossimo, altruismo, solidarietà) o dal coraggio in generale? Il discriminante è il carattere
peculiare delle situazioni in cui è richiesta tale azione: una situazione conflittuale con uno squilibrio
di potere, rischi e possibili svantaggi e interazioni potenziali che possono aver luogo in pubblico. Il
coraggio civico non è tuttavia limitato ad estreme ed isolate situazioni (“emergenze”) che
inaspettatamente richiedono un intervento immediato. Spesso, ma non sempre, si crea una
situazione di “autore/vittima”, che può anche includere situazioni in cui l’ insoddisfazione e la
pressione di agire aumenta col tempo, ad esempio nel lavoro, nelle istituzioni o nella comunità. Se
qualcuno volesse atteggiarsi coraggiosamente in tali situazioni, dovrebbe attendere “il momento
giusto nel luogo giusto” per agire da solo o supportato da terzi.
2. Attori e Modi di Azione
Nella maggior parte dei casi, ma non in tutti, il coraggio civico è messo in atto da individui. Ad ogni
modo, gruppi di individui possono anche compiere azioni di coraggio civico, perlopiù in relazione a
questioni pubbliche. Il coraggio civico è una componente di uno specifico tipo di interazione sociale
e non un tratto della personalità. Ciò non implica un modello costante di comportamento. Tale
azione può essere spontanea o accuratamente programmata, determinata in modo razionale, emotivo
o intuitivo. In molte situazioni, timore e altre soglie intra-personali possono essere superate. Nella
maggioranza dei casi, i soggetti che agiscono con coraggio civico lo fanno indipendentemente dalle
loro chances di successo o da ricompense esogene. Ma il coraggio sociale non richiede eroismo o
cieco sacrificio.
Di norma coraggio civico significa azione non violenta. Tuttavia, in casi eccezionali, possono
verificarsi episodi di auto-difesa o emergenze in cui, al fine di tutelare valori di più alto livello,
come l’integrità fisica di una persona, l’intervento immediato implicante l’uso della forza è
necessario e legittimato come ultima spiaggia, nel caso in cui non vi sia alternativa o aiuto esterno
disponibile. La disobbedienza civica è un tipo di azione pubblica non violenta che può essere
considerata come una forma di coraggio sociale collettivo, così come quest’ultimo compare nella
maggioranza dei casi. Tuttavia la disobbedienza civica va oltre ciò che si intende per coraggio
civico in relazione a tre aspetti principali: la disobbedienza civica è generalmente finalizzata a un
pubblico più vasto e vuole richiamare l’attenzione sullo stato deteriore e pericoloso di affari
pubblici che richiede un cambiamento di politica e coscienza pubblica. La disobbedienza civica
deve essere non violenta, ma allo stesso tempo rompere le regole per affermare interessi e valori
legittimi oltraggiati; infine coloro che agiscono sono preparati ad incontrare l’opposizione e disposti
ad accettare sanzioni, inclusa l’ipotesi di comparire davanti ad una corte.
Si distinguono tre tipi di azioni implicanti coraggio civico:
1.
Intervenire a favore degli altri, nella maggior parte dei casi in situazioni inaspettate, in cui
un soggetto deve rapidamente decidere su come agire.
2.
Battersi per alcuni valori, per i diritti di altre persone o interessi legittimi, spesso in assenza
di un’accentuata pressione per l’azione, in special modo in contesti organizzati, nell’ambiente
lavorativo o in seno alle istituzioni.
3.
Difendere se stessi o gli altri, sostenere le convinzioni di qualcuno, supportare, resistere,
dire di “no”. In molti casi, questo si traduce in difesa di sé o di un gruppo di persone, dell’integrità
personale di un individuo, contro richieste irragionevoli, ingiustizie, molestie e/o aggressioni.
3. Motivazione e Giustificazione
Agire con coraggio civico significa sostenere volontariamente, evidentemente e attivamente
valori umani e democratici, diritti e/o interessi legittimi di individui o gruppi di persone. Di
conseguenza il “coraggioso” sostegno di xenofobia, autoritarismo ed estremismo di destra,
odio, guerra o violenza per risolvere i conflitti sociali, non deve essere considerato
coraggio civico. Taluni potrebbero obiettare sull’azione normativa implicita in questa
definizione. Se qualcuno preferisse una definizione priva di giudizio di valore, qualsiasi azione
di coraggio civico finalizzata a qualsiasi obiettivo contrario all’esistente volontà della
maggioranza sarebbe inclusa nella nozione. Questa comprenderebbe l’azione il coraggio di un
estremista che ad esempio vuole sostituire l’ordine democratico con uno autoritario, il coraggio
di pregiudicati o cittadini intolleranti che considerano tutti i Musulmani reali o potenziali
terroristi che dovrebbero abbandonare il paese, ecc.. Ad ogni modo, per quanto riguarda gli
studiosi, io seguo il concetto di coraggio civico (“Zivilcourage”) secondo un approccio normativo,
prevalente nei paesi di lingua tedesca (e in qualsiasi parte d’Europa).
Qualora un soggetto agisca con coraggio civico, questi volontariamente e pubblicamente si assume
la responsabilità per gli altri, ma anche per se stesso. La salvaguardia altruistica degli altri, i principi
morali (come per esempio la giustizia sociale) e i valori umanistici (la dignità personale ad
esempio) rappresentano sicuramente un motivo positivo forte per agire con coraggio sociale e
solitamente sono prevalenti. Ma questi non sono richiesti per definizione come unica motivazione e
giustificazione. Il coraggio sociale attiene principalmente alla promozione del benessere di altre
persone, nonché a quello di se stessi. I diritti e gli interessi legittimi di coloro che agiscono con
coraggio sociale possono essere inclusi in qualità di motivazioni per azioni coraggiose. Il coraggio
sociale dovrebbe idealmente essere inclusivo e universale, ma in realtà è spesso ristretto alla cerchia
di un soggetto o organizzazione , senza l’intenzione di discriminare o reprimere terzi. Inoltre
altruismo, solidarietà e benessere universale, in generale, valori di “self-trascendence” si
accompagnano ad alcuni “self-interests” per mantenere il concetto morale di taluni, la coscienza
pulita o per assecondare le idee di un gruppo di individui. Di conseguenza è sempre presente una
soddisfazione personale nell’aiutare (e perciò nell’evitare i costi del non-aiutare), ma non vi è
alcuna predominanza di interessi di “auto-elevazione” (ad esempio benefici materiali, promozioni
professionali, potere, supporto degli elettori, prestigio o pubblicità).
Il coraggio sociale trova la sua ragion d’essere anzitutto in motivi non materialisti, valori e interessi.
Interessi legittimi sono legalmente e moralmente obiettivi giustificati. In una democrazia ciò si
traduce in azioni “buone e giuste” secondo le norme e i principi generalmente accettati, in
particolare valori basilari e diritti umani citati nelle costituzioni o nella carta ratificata delle Nazioni
Unite, norme etiche o leggi non scritte basate su un dilagante consensus della società. Dunque,
interessi finanziari (ad esempio denaro/rendita, beni, servizi) per perseguire obiettivi particolaristici
aldilà delle procedure democratiche , o attività che sono ingiuste e danneggiano terzi, sono esclusi
dal concetto normativo di coraggio sociale. Così come non è sempre semplice determinare i limiti
fra azioni democratiche e non democratiche, interessi legittimi e illegittimi, il giudizio rimarrà
controverso in alcuni casi, compreso in politica e scienza.
4. Coraggio Sociale, Civico o Morale?
Il coraggio sociale è un concetto che raramente viene utilizzato nella lingua inglese. Alcuni autori
(vedi Staub) parlano invece di coraggio morale o coraggio psicologico. Nei paesi di lingua tedesca
il termine “Zivilcourage” (coraggio civico) è prevalentemente usato sia in pubblico che nel campo
scientifico. In tedesco il termine “Zivilcourage” è perlopiù connesso a situazioni di autore-vittima,
emergenza o contesti violenti, nonché a bullying/mobbing, ma ha anche una forte connotazione
politica. Io personalmente ho utilizzato il termine coraggio civico anche in scritti precedenti (vedi
Meyer 2004). Ad ogni modo adesso preferisco l’espressione coraggio sociale (“sozialer Mut”). In
linea di principio, coraggio sociale e coraggio civico hanno il medesimo significato, anche se il
primo copre situazioni “normali” e conflitti nella vita di tutti i giorni e nella società nel suo insieme.
Coraggio sociale può essere anche inteso più facilmente in inglese. Su questa base, in questo
articolo, utilizzo l’espressione/termine coraggio sociale anziché coraggio morale o civico. In
conclusione, se volessimo puntare l’accento sui i diritti e i doveri degli individui come cittadini,
potremmo anche parlare di coraggio civico.
Ricapitolando, il coraggio sociale è un concetto empirico, teoretico e normativo. (Le implicazioni
normative sono anche più forti nel termine tedesco “Zivilcourage”). Su fino a che punto il concetto
di coraggio sociale sia culturalmente dipendente è ancora una questione aperta. Per esempio, i limiti
fra sfera pubblica e privata, o i limiti di un intervento legittimo, possono essere designati in modi
abbastanza diversi fra loro, legalmente, moralmente o abitualmente. In molti paesi asiatici, ad
esempio, le persone evitano con ogni mezzo, incluso lo scontro aperto, di “perdere la faccia” (o
rischiare di compromettere quella degli altri). Dulcis in fundo, le condizioni sono molto diverse nei
sistemi autoritari in cui vi è una forte repressione e mostrare coraggio sociale in tali circostanze/in
tali contesti significa assumersi rischi seri, in casi estremi, anche mettere a repentaglio la propria
vita e quella degli altri.
traduzione di Letizia Lo Giacco