Un`architettura di vetro

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Un'architettura di vetro
So che l'approccio didattico/pedagogico all'argomento scuola ormai pare riduttivo ai più.me ne sono
accorta leggendo in rete o, su pubblicazioni cartacee, vari scritti di diversa provenienza.
Eppure, tale approccio non è da poco se si pensa alle schiere di esseri umani piccoli e assolutamente
indifesi dinanzi alla "grandezza" di intellettuali, politici, opinionisti.
Forse mi ripeto, ma ritengo che la politica maligna si vinca nelle aule spoglie, prive di tutto, tranne
che di pensiero e di mani con cui far vivere il futuro dentro le menti dei cuccioli.
In fondo, riflettiamo, i grandi antifascisti sono nati da scuole fasciste!
Perché ciò?
Io credo che sia stato dovuto all'apporto di numerosi docenti liberi e ricchi di ideali che andavano
ben oltre il contingente e che facevano, di creatività pedagogica e didattica, virtù.
Allora facciamoci coraggio e andiamo avanti con noi stessi e con il materiale umano che abbiamo,
ragionando sul fatto inconfutabile che esso è lì, inconsapevole, che esso aspetta, da noi, la spinta per
dipingere, danzare, cantare, poetare, narrare, matematizzare, pensare a un futuro che non c'è ora, ma
che sarà comunque domani, indipendentemente da ciò che è l'oggi.
Perfino la presa d'atto che i programmi mutano, che sono più o meno sperimentali, non tocca più
di tanto i veri docenti, di ruolo o precari che siano, i quali fanno i conti con la realtà priva di utopia,
priva di denaro, priva di voli, priva di tutto.
La realtà non è quella dei Programmi o delle Indicazioni, è quella dei bambini e delle bambine che
chiedono di volare, di pensare, di vivere il loro mondo e le loro difficoltà quotidiane mentre esse
hanno luogo. La realtà è quella che in un mondo velocissimo fatto di sms, di internet, di immagini,
di fiabe fantasmagoriche, ci si ritrova a fare i conti con aule, strumenti e mezzi inesistenti,
sorpassati; un modo in cui il denaro è il dio del momento ma non è per tutti.
La realtà è quella che vede la lotta per l'esistenza dell'intelletto, per l'esistenza dei valori pensati,
ma negati nei fatti, è quella che dice di voler integrare, ma poi disgrega nei fatti per mancanza di
considerazione concreta alle problematiche, è quella per cui ci vorrebbero forze in più. sì, in più,
checchè ne dica qualcuno che guadagna cifre spropositate, e poi pontifica sul risparmio e sul taglio
delle spese pubbliche!
Allora, viva la vera scuola, quella che resiste, viva i docenti e i loro alunni che pensano, che se ne
sbattono di architetture di fragile vetro, che chiudono gli orecchi al suono del rumore di vacue
parole di attendismo, di machiavellici giochi burocratici, degli attendismi sperimentali, dei
tentennamenti di una politica scolastica sognata ma inesistente che non ha il coraggio di dire a
chiare lettere che la storia del '900 va insegnata e ripetuta nei diversi gradi dell'istruzione per
approfondimenti sempre maggiori, che il pensiero filosofico va stimolato fin dalla più tenera età,
che Internet deve diventare il pane, non sotto il falso nome di Informatica, bensì perché è il tramite
della comunicazione delle idee per creare vera unità, indipendenza e repubblica di mazziniana
memoria.
La scuola deve crescere in consapevolezza, certo, ma non di "nuovi programmi" o "indicazioni",
bensì in coscienza di quanto essa possa realizzare per far crescere la capacità critica di chi la vive,
di chi ci manda i suoi figli e le figlie. Il pensiero è l'unica cosa che ha la scuola, e quello va educato,
sollecitato, incitato a vedere, a controllare, a indagare, va forzato a riappropriarsi della volontà di
cambiare la realtà, di sconvolgere il mondo circostante con il pensiero divergente, con gli strumenti
che soli le rimangono: l'originalità, la creatività, la responsabilità dello studio e della fatica che lo
sostiene, in collaborazione con adulti cocciuti e resistenti.
Allora non importiamocene più di bla bla provenienti da qualsiasi luogo "più alto" del NOSTRO e
procediamo fiere/i delle nostre strategie didattiche, pedagogiche, fatte di sapienza professionale ed
esperienziale, della NOSTRA, unica e irripetibile pratica, fatta per vincere il Presente assurdo del
nulla, della mancanza di coraggio ideale, della carenza di ideali, speranze, e.utopia!
Vorrei un'architettura del pensiero che contrapponesse la scuola alla fragile architettura vetrata dei
pensieri traballanti e irrisolti degli ultimi anni di riforme senza senso, o mezze riforme!
Claudia Fanti
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