Costi Variabili

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Università del SALENTO - Facoltà di INGEGNERIA
Corso di Laurea in Ingegneria Civile
A.A. 2016/2017
Corso di «Ingegneria Economica»
Sessione #6.1
«Ingegneria della Performance di Business»
Dott. Alessandro
IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com
MARGHERITA, PhD
Modello dell’INGEGNERIA d’IMPRESA
5 Aree - per ogni Area 2 Sotto-Aree - per ogni Sotto-Area 3 Processi (PEC)
5 x 2 x 3 = 30 Processi !!
Ingegneria delle
ATTIVITÀ
Ingegneria delle
RISORSE
Ingegneria degli
OUTPUT
Ingegneria del
VALORE
Ingegneria dei
SISTEMI
2014 © Alessandro MARGHERITA
PROGETTARE gli OBIETTIVI
di BUSINESS PERFORMANCE
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PERFORMANCE  Prestazione/Risultato ottenuto da qualcuno
o qualcosa (es. una macchina, un sistema) nell’esecuzione di una certa attività.
• Performance sportiva dell’atleta (es. tempo nei 100 m piani)
• Performance di un certo titolo di investimento nel tempo (es. obbligazione a 7 anni)
• Performance del dipendente in un certa organizzazione (es. numero di pratiche evase)
• Performance di un’automobile in termini di velocità e consumi (es. km/l)
• Performance di un musicista nella sua esecuzione (es. precisione nelle parti solistiche)
• Performance dello studente in una certa attività d’esame (es. voto e tempo impiegato)
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PRIMA
Conviene? È
opportuno?
DOPO
Rende? È
sostenibile?
REALIZZAZIONE
Impresa come un grande investimento: prima della sua realizzazione si
valutano convenienza e opportunità e a posteriori occorre valutare
rendimento e sostenibilità a lungo termine.
Ambiente MACRO e MICRO dell’IMPRESA
STRATEGIA
PIANI e PROGRAMMI
Azioni CORRETTIVE
ANALISI/VERIFICA
PERFORMANCE
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AZIONI
Performance come
ultimo anello di una
catena di scelte
strategiche, piani,
programmi ed azioni
Tre indici «generali» per valutare la performance dell’impresa:
EFFICIENZA  è la capacità dell’impresa di massimizzare gli output a parità di input, e
quindi di minimizzare gli sprechi (es. aumentare la produzione di bulloni utilizzando le stesse
quantità d’acciaio, ma anche ottenere maggiori utili investendo gli stessi capitali).
EFFICACIA  indica la capacità dell’impresa di raggiungere gli obiettivi prefissati (es.
pianificare e realizzare target di vendita di una certa automobile in un certo periodo)
FLESSIBILITÀ  indica la capacità dell’impresa di passare da una certa configurazione
produttiva ad una nuova configurazione (es. passare dalla produzione di macchine
fotografiche a rullino alla produzione di macchine fotografiche digitali).
EFFICIENZA
=
EFFICACIA =
FLESSIBILITÀ
=
Valore risorse prodotte
OUTPUT OTTENUTI
Valore risorse consumate
INPUT UTILIZZATI
Risultati effettivi
OUTPUT EFFETTIVI
Risultati attesi
OUTPUT PREVISTI
Output attuale
NUOVO OUTPUT
Input attuale
NUOVO INPUT
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N. Bulloni Prodotti
KG Acciaio Usati
N. FIAT PANDA Prodotte 2010
N. FIAT PANDA Previste 2010
Dalla Produzione di
Fotocamere a Rullino a
Fotocamera Digitali
Per comprendere gli elementi di performance specifici dell’impresa occorre
studiare i CICLI
di GESTIONE che caratterizzano la «vita» dell’impresa:
• ciclo PRODUTTIVO, va dalla consegna delle materie alla produzione del prodotto-servizio
• ciclo ECONOMICO, va dall’acquisto delle materie alla vendita del prodotto
• ciclo MONETARIO, va dal pagamento delle materie all’incasso delle vendite dai clienti
• ciclo FINANZIARIO, inizia dall’acquisto delle materie e termina con l’incasso delle vendite
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La vita dell’azienda è caratterizzata dal susseguirsi continuo di eventi durante l’anno
(acquisti di merci, pagamenti a fornitori, processi produttivi, etc.) che determinano un
intersecarsi di molteplici cicli che l’azienda dovrà ottimizzare (ridurre)
Perché ridurre
CICLO PRODUTTIVO
• Limitato «accumulo» di materie prime in magazzino
• Limitati tempi complessivi di produzione
• Maggiore «reattività» al cliente e al mercato
Perché ridurre
CICLO ECONOMICO
• Maggiore redditività nel breve e medio termine
• Vendite più «vicine» alla produzione
• Acquisiti più «vicini» alla produzione
Perché ridurre
CICLO MONETARIO
• Ridotto «anticipo» di denaro
• Ridotta necessità di liquidità aziendale
• Disponibilità di somme a breve termine
Perché ridurre
CICLO FINANZIARIO
• Rapida realizzazione degli investimenti realizzati
• Maggiore dinamicità complessiva della «macchina» impresa
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GLI «EQUILIBRI» e la PERFORMANCE dell’IMPRESA
Equilibrio ECONOMICO tra costi e ricavi  i ricavi derivanti dalla vendita di
prodotti/servizi devono essere maggiori dei costi sostenuti per produrre gli stessi
prodotti/servizi, consentendo all’impresa di generare un profitto per i soci attraverso
una gestione efficace ed efficiente [REDDITIVITÀ e PERFORMANCE ECONOMICA]
Equilibrio MONETARIO tra entrate e uscite di cassa  le uscite di denaro e simili per
acquisto di risorse ed altre spese collegate non devono superare gli introiti monetari
derivanti dalle vendite ed altri incassi [LIQUIDITÀ e PERFORMANCE MONETARIA]
Equilibrio FINANZIARIO-PATRIMONIALE tra fonti e impieghi di capitale  gli impieghi di
capitale nell’acquisto di risorse e fattori produttivi non devono superare il livello delle
fonti di capitale, bilanciando bene il mix di fonti, il mix tra immobilizzi e attivo circolante,
il costo ed il rischio ed ottimizzando la gestione finanziaria attiva [SOLVIBILITÀ e
PERFORMANCE FINANZIARIo-PATRIMONIALE]
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Performance
ECONOMICA
• MIN costi di produzione (ottimizzare processi, aumentare efficienza)
• MAX qualità prodotto attraverso innovazione
• MAX margini di vendita
• MIN lunghezza ciclo produttivo ed economico
• MAX flessibilità e capacità produttiva («spremere» l’infrastruttura)
Performance
MONETARIA
• MIN costo del capitale e interessi passivi
• MIN lunghezza ciclo monetario
• MAX solvibilità ottimizzando pagamenti e incassi
Performance
FINANZIARIAPATRIMONIALE
• MIN indebitamento ottimizzando mix fonti proprie/debiti
• MAX produttività degli impieghi di capitale
• MAX coerenza tra fonti e impieghi
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DEFINIRE il DASHBOARD
dei KPI di BUSINESS
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4 Variabili Fondamentali da cui deriva tutto !!!
L’impresa acquisisce …
FONTI
…e sostiene una serie di …
COSTI
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… che investe in …
IMPIEGHI
…per realizzare
RICAVI
L’impresa acquisisce i mezzi finanziari necessari al suo funzionamento
dall’imprenditore, dai soci e da terzi. Tali mezzi finanziari si chiamano FONTI e
sono le cosiddette PASSIVITÀ (o passivo) dell’impresa in quanto giuridicamente
rappresentano il valore dei diritti che i finanziatori hanno verso l’impresa.
L’impresa investe i mezzi finanziari acquisiti per ottenere i beni e gli elementi
patrimoniali che rappresentano la sua struttura produttiva. Tali elementi si
chiamano IMPIEGHI e sono le cosiddette ATTIVITÀ (o attivo) dell’impresa in
quanto giuridicamente rappresentano il valore dei beni di proprietà dell’impresa.
Poiché non può esistere un
impiego che non abbia una
corrispondente fonte di
finanziamento, vale
l’IDENTITÀ CONTABILE 
TOTALE ATTIVO (IMPIEGHI) = TOTALE PASSIVO (FONTI)
Attivo o Attività o Impieghi
Attività a Breve
Attività Immobilizzate
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Passivo o Passività o Fonti
Passività a Breve
Passività Consolidate
Patrimonio Netto
COSTO è il valore dei beni e delle risorse acquisite o consumate
per il funzionamento dell’impresa o di una sua parte. Diverse accezioni:
Costo Storico  Costo originariamente sostenuto per acquisire un bene o
risorsa
Costo di Acquisizione  Costo effettivo al netto di abbuoni, incentivi e sconti
Costo di Sostituzione  Costo da sostenere per rimpiazzare il bene o risorsa
Costo di Mercato  Costo di un bene o risorsa fissato sul mercato di
riferimento
Costo di Transazione  Somma dei costi di ricerca, contrattazione e
coordinamento con una controparte
Costo-Opportunità  costo derivante dal mancato sfruttamento di
un’alternativa possibile (su due investimenti possibili scelgo di realizzarne
uno, rinunciando quindi al secondo; il valore di questa seconda opzione
rappresenta il costo-opportunità)
Switching Cost  costo reale e/o psicologico sostenuto per realizzare un
passaggio da una risorsa, un prodotto o una tecnologia ad un’altra risorsa,
altro prodotto o altra tecnologia
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Nella gestione d’impresa e di progetto esistono le seguenti fondamentali
CLASSIFICAZIONI dei costi, a seconda del criterio usato:
Comportamento rispetto al Variare della Produzione
• Costi Fissi e Costi Variabili
Modalità di Imputazione agli Oggetti di Costo
• Costi Diretti e Costi Indiretti
Momento di Determinazione o Calcolo
• Costi Consuntivi e Costi Preventivi
Dati Utilizzati per il Calcolo
• Costi Standard e Costi Effettivi
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COSTI FISSI sono i costi che, entro
determinati limiti di tempo e di volume produttivo,
non variano al variare della quantità prodotta. Sono
anche definiti costi di struttura in quanto devono
essere sostenuti per il fatto stesso che esiste una
struttura aziendale. Essi gravano sulla gestione
economica dell’impresa anche se il fatturato è nullo.
Esempi: ammortamenti, affitti, stipendi
amministrativi, spese generali (es. postali,
amministrative), manutenzioni, canoni di leasing,
pubblicità.
PRODUZIONE
NB: Nel lungo periodo e/o al raggiungimento
di certi volumi produttivi, anche i costi fissi
variano, con una crescita che può quindi
essere definita “a scatti” o “a scalini”
TEMPO o VOLUME di Produzione
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COSTI VARIABILI sono i costi la cui
entità varia proporzionalmente al variare dei
volumi di produzione e vendita. La variazione
può essere perfettamente proporzionale, più che
proporzionale (es. i costi dei materiali oltre certi
volumi possono aumentare più che
proporzionalmente a causa di maggiori scarti), o
meno che proporzionale (es. il costo della
manodopera diretta può incidere
proporzionalmente meno oltre certi livelli di
attività, grazie all’apprendimento e all’esperienza
del personale). I costi variabili sono costi che
l’azienda sostiene se e solo se produce e vende.
Esempi: materie prime (costo della merce),
manodopera diretta, provvigioni ai distributori,
spese di trasporto.
Costo Variabile Totale (CVT)
CVT = Q * CVu
Costo Variabile Unitario (CVu)
Q = VOLUME di PRODUZIONE/VENDITA
NB: Esistono anche dei Costi Misti o Semivariabili, che hanno quindi una componente fissa ed
una che varia al variare della produzione (es. le bollette telefoniche o per l’energia hanno una
quota - o canone - fisso ed una quota variabile proporzionale ai consumi)
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COSTI DIRETTI o specifici sono costi (sia variabili sia fissi) relativi a fattori
produttivi che contribuiscono esclusivamente all’ottenimento di un determinato oggetto
(prodotto, servizio, reparto, fase di lavorazione, ecc.). Sono costi che, in quanto specifici,
non si sosterrebbero se si decidesse di eliminare l’oggetto al cui ottenimento servono.
Sono costi imputabili direttamente ed in modo univoco ad un determinato oggetto di
calcolo.
Esempi: costi variabili di prodotto (consumi, manodopera diretta, provvigioni, ecc.), costi
riferibili ad un reparto dedicato alla produzione di una determinata linea di prodotti
(ammortamenti, energia, manodopera, ecc.).
Es. il costo del legno utilizzato
per la produzione del
prodotto “tavolo” è un costo
diretto per il prodotto stesso
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COSTI INDIRETTI o comuni sono costi (sia variabili sia fissi) e relativi a fattori
produttivi che contribuiscono all’ottenimento di più oggetti di calcolo (prodotti, servizi,
reparti, fasi di lavorazione, ecc.). Essi possono perciò essere attribuiti ad un determinato
oggetto di calcolo soltanto in modo indiretto e non univoco. La loro attribuzione può
avvenire mediante stime e ipotesi, ripartendoli in quote mediante basi di ripartizione
soggettive e criteri di comunanza.
Esempi: spese amministrative e generali, costi della direzione generale, commerciale,
marketing, produzione; costi di affitto e di gestione di un magazzino comune a tutti i prodotti;
costi relativi alla struttura informatica dell’azienda (personale, ammortamenti, utenze, ecc.).
Es. l’ammortamento
del macchinario o le
spese del personale di
magazzino sono costi
indiretti per il
prodotto “tavolo”, in
quanto costi in
comune a diversi
prodotti
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COSTI PREVENTIVI sono costi determinati prima dello svolgimento della
gestione o di un suo evento, del sostenimento di un certo costo, o della realizzazione di un
certo prodotto o servizio. Si tratta quindi di costi previsti in base ad accordi di fornitura, ai
valori di mercato ed alle aspettative o potenzialità di spesa dell’azienda in relazione ad un
certo oggetto (es. preventivo per la sostituzione del nastro trasportatore usato sulla linea di
montaggio).
COSTI CONSUNTIVI sono costi calcolati al termine dello svolgimento della
gestione o dopo il sostenimento effettivo del costo. Si tratta quindi dei costi realmente
sostenuti (es. costo totale per l’acquisto delle materie prime). Possono ovviamente
divergere, in maniera più o meno significativa, dai preventivi.
Prima Costo PREVENTIVO
Gestione, Sostenimento o
Realizzazione
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Dopo Costo CONSUNTIVO
COSTI EFFETTIVI sono oneri realmente sostenuti per la produzione di un
certo bene o servizio o per la normale operatività della gestione dell’impresa o del
progetto. Rappresentano quindi la base per la consuntivazione dei costi.
COSTI STANDARD sono costi definiti ex-ante in base a predefiniti livelli di
efficienza ed altre condizioni operative (valide in uno specifico orizzonte temporale) ed
alle azioni che l’azienda intende attuare per il raggiungimento dei propri obiettivi. I costi
standard possono essere: 1) ideali, definiti in considerazione di un livello ottimale di
efficienza tecnico-produttiva; 2) pratici, determinati attraverso un’analisi dei costi
effettivamente sostenuti dall’azienda in funzione dei livelli di output che si intende
raggiungere. I costi standard sono quindi un’importante base per la preventivazione e il
controllo dell’efficienza operativa.
NB: Il confronto tra Costi Standard e Costi Effettivi fornisce un’importante parametro di valutazione della
qualità della gestione di un’impresa, di un progetto o altra unità organizzativa. Per aziende con diverse sedi
produttive, la definizione di un costo standard di produzione di un certo prodotto è, per esempio, un
potente strumento di confronto dei vari stabilimenti e di giudizio della capacità degli stessi di attenersi al
valore predefinito.
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Esempio di applicazione dei costi standard ed effettivi per valutare qualità gestione di una struttura ospedaliera
L’entità degli scostamenti dà un’idea dell’efficienza della gestione, fornendo
quindi anche un metro per giudicare l’operato dei manager
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Che «tipo» di costi sostiene l’azienda?
COSTI per IMMOBILI
COSTI per IMPIANTI e ATTREZZATURE
COSTI per MATERIE
COSTI per SERVIZI
COSTI del PERSONALE
COSTI AMMINISTRATIVI
COSTI per PUBBLICITÀ
COSTI per TASSE
…
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RICAVO
(Valore economico positivo ottenuto dall’impresa
attraverso operazioni di vario tipo)
RICAVI
da vendita di
materie e
prodotti e/0
erogazione di
servizi
RICAVI
da investimenti
finanziari e
patrimoniali
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RICAVI
da operazioni
straordinarie ed
altri ricavi
MISURARE la BUSINESS
PERFORMANCE
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La misurazione della performance dell’impresa ha 4 finalità:
1) controllare la posizione odierna in relazione ad un’area/obiettivo
2) comunicare tale posizione a soggetti interessati
3) identificare le priorità strategiche e operative
4) stimolare il miglioramento definendo nuovi obiettivi
La misurazione della performance può basarsi su diversi strumenti:
[A] CONTABILITÀ GENERALE, con BILANCIO d’ESERCIZIO e sua ANALISI
[B] CONTABILITÀ INDUSTRIALE, con ANALISI dei COSTI e dei RICAVI
[C] REPORTISTICA ed altri Strumenti di CONTROLLO di GESTIONE
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Il BILANCIO d’esercizio è un documento amministrativo/contabile che
descrive, in termini quantitativi, la gestione dell’impresa ai soggetti ad essa legati
da vincoli diversi, fornendo importanti indicazioni sulla performance
complessiva.
Il bilancio mostra tutto ciò che l’azienda “ha” e tutto ciò che “deve ad altri”, ossia
come sono stati impiegati i soldi, quali sono state le fonti di finanziamento, e quali
ricavi e costi hanno caratterizzato le attività operative. La finalità ultima è la
rilevazione periodica del reddito, cioè del risultato economico della gestione, e
del capitale di funzionamento, ossia del patrimonio a disposizione dell’impresa
tenuto conto dei debiti ed altri obblighi assunti verso terzi.
Il bilancio d’esercizio consta di 4 parti: 1) Stato Patrimoniale; 2) Conto Economico;
3) Nota Integrativa; 4) Relazione sulla Gestione. Insieme, le 4 componenti
rappresentano un sistema informativo destinato ad assolvere, attraverso il
linguaggio contabile, una duplice finalità informativa:
• INTERNA  per FARE IL PUNTO sulla gestione, ai fini di guida per il futuro
(funzione prospettica);
• ESTERNA  per RENDERE IL CONTO a tutti coloro che sono interessati alla
gestione (es. azionisti, obbligazionisti).
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Lo STATO PATRIMONIALE mostra la fotografia al 31/12 (Visione Statica) di ogni
anno del patrimonio dell’azienda, rappresentando analiticamente le fonti di
finanziamento e gli impieghi/investimenti. Misura il Patrimonio Netto o Mezzi
Propri dell'azienda quale differenza tra Impieghi e Fonti.
Il CONTO ECONOMICO mostra invece annualmente il flusso (Visione Dinamica)
dei ricavi e dei costi della gestione operativa (o caratteristica), accessoria
finanziaria e straordinaria, dalla cui somma algebrica scaturisce il risultato
d’esercizio. Misura quindi l’utile o la perdita generato dalla gestione attraverso
differenze progressive di componenti di costo e di ricavo.
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Le attività si distinguono in Attività Correnti o a breve (es. denaro e crediti verso
clienti, rimanenze di magazzino) e Immobilizzazioni (es. capannoni industriali,
macchinari). Le passività si distinguono in Passività Correnti o a breve (es. debiti
verso fornitori), Passività Consolidate (es. mutuo bancario) e Patrimonio Netto
(es. capitale dei soci).
AC (Attivo Corrente o a Breve) + AI (Attivo Immobilizzato o Fisso o Immobilizzazioni) =
PC (Passivo Corrente o a Breve) + PL (Passivo a Lungo Termine o Passivo Consolidato) + MP
(Mezzi Propri o Patrimonio Netto)
Es. un’azienda possiede attività totali per € 450.000, passività correnti per
€80.000 e passività consolidate per 130.000. Calcolare il Patrimonio Netto
dell’Impresa  Patrimonio Netto= 450.000 - 80.000 – 130.000 = € 240.000
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Stato Patrimoniale
La struttura e il contenuto di dettaglio dello
sono regolati dagli articoli 2424 e 2424-bis del Codice Civile. L'art. 2424 definisce
il seguente schema di Stato Patrimoniale:
* Separata indicazione degli importi esigibili entro o oltre l’esercizio successivo
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ATTIVO o IMPIEGHI
A - CREDITI VERSO SOCI PER VERSAMENTI ANCORA DOVUTI
Crediti che la società vanta nei confronti degli azionisti per il capitale sottoscritto ma non ancora versato.
B - IMMOBILIZZAZIONI
I - IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI
Diritti, brevetti: si riferiscono ai diritti di utilizzazione esclusiva di opere dell’ingegno (scientifiche, letterarie, musicali,
figurative, ecc. ) e dei programmi per computer.
Concessioni, licenze, marchi: si riferiscono ai costi ad utilità pluriennale per l’acquisizione di concessioni rilasciate dalle
Autorità (es. occupazione del suolo pubblico); diritti di esercizio di attività di Enti concedenti (trasporti pubblici, autostrade,
acquedotti); licenze per l’esercizio di attività, marchi prodotti, fabbricati o commercializzati.
Costi R&S, Pubblicità: studi e progetti per realizzare nuovi prodotti/processi; costi pubblicitari rilevanti e non ricorrenti
riferiti al lancio di un prodotto o all'ingresso in un nuovo mercato.
Avviamento: maggior valore pagato per l’acquisizione di un'azienda rispetto al patrimonio netto della stessa.
Costi d'impianto e ampliamento: si riferisce a costi pluriennali connessi sia all’inizio di un’attività (adempimenti legali/fiscali,
ricerca e acquisizione di fonti di finanziamento, ricerca e addestramento di personale, ricerche di mercato) che al suo
sviluppo (nuove produzioni, acquisizioni, fusioni, ecc.).
II- IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI
Terreni e fabbricati: beni immobili ad uso industriale e civile e impianti fissi per la loro utilizzazione (es. illuminazione, strade,
ecc.).
Impianti e macchinari: struttura produttiva permanente (linee di produzione, macchine e sistemi produttivi).
Attrezzature industriali e commerciali: beni ausiliari alla struttura produttiva permanente.
Altri beni: arredi, macchine d'ufficio ordinarie, mezzi per il trasporto interno, imballaggi recuperabili.
III - IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE
Partecipazioni: titoli o diritti rappresentativi di quote di proprietà in altre imprese.
Crediti: crediti di natura finanziaria o simile.
Altri titoli: titoli diversi dalle partecipazioni detenute stabilmente (es. BTP, CCT, titoli emessi da enti privati e società
commerciali diversi dalle azioni)
Azioni proprie: valore nominale delle azioni proprie detenute stabilmente.
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C - ATTIVO CIRCOLANTE
I- RIMANENZE
Materie prime: beni destinati alla trasformazione attraverso il processo produttivo e beni che concorrono al processo
produttivo senza essere incorporati.
Prodotti finiti e merci: beni prodotti e destinati alla commercializzazione o beni acquistati per la rivendita.
Prodotti in corso di lavorazione: prodotti derivanti da cicli di produzione non terminati.
Acconti: anticipi per forniture di beni e/o servizi.
II- CREDITI
Verso clienti: crediti originati da transazioni commerciali per le vendite a clienti diversi da imprese collegate, controllate
o controllanti.
Verso altri: crediti verso l'Erario, anticipi al personale, contributi dallo Stato/Enti Pubblici in c/esercizio e c/capitale.
III- ATTIVITA’ FINANZIARIE
Partecipazioni in imprese collegate, controllate e controllanti e a tutte le altre attività evidenziate nelle immobilizzazioni
che vengono detenute a breve termine a scopi di trading.
IV- DISPONIBILITA’ LIQUIDE
Denaro, conti correnti, e tutti i valori accettati come mezzo di pagamento e detenuti dalla società.
D – RATEI e RISCONTI Attivi
Ricavi di competenze dell’anno di riferimento ma esigibili nel successivo (ratei) e costi sostenuti nell'esercizio ma di
competenza del successivo (risconti).
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PASSIVO o FONTI
A – PATRIMONIO NETTO
Capitale Sociale: capitale sottoscritto dai soci, anche se non interamente versato (questa parte è indicata nella voce
Crediti vs. soci dell’attivo), iscritto al valore nominale.
Riserva Legale: prelievo dall'utile netto annuale in misura del 5% fino al raggiungimento del 20% del capitale sociale. In
caso di perdite può essere utilizzata, ma deve essere reintegrata.
Riserve Statutarie: derivanti da prelievi dall'utile netto in base a norme statutarie.
B – FONDI RISCHI e ONERI
Fondi rischi: fondi destinati alla copertura di perdite o debiti certi o probabili, ma di natura indeterminata nell'importo e
nella data di sopravvenienza.
Fondo per imposte: accantonamenti per debiti fiscali probabili e di natura e data di sopravvenienza indeterminata.
Fondo quiescenza e simili: oneri di previdenza e assistenza diversi dal “trattamento di fine rapporto”.
Altri: accantonamenti per garanzia dei prodotti, per resi e rettifiche di fatturazione, per sconti ed abbuoni relativi a
promozioni, per copertura rischi di cambio, ecc.
C – FONDO TFR
Riserva di capitale da destinare a lavoratori che cessano il proprio rapporto di lavoro con l’azienda.
D – DEBITI
Obbligazioni: debiti obbligazionari iscritti al valore nominale.
Debiti verso banche: mutui, anticipazioni, scoperti di conto corrente, aperture di credito, ecc. verso istituti di credito
ordinario e speciale.
Debiti vs altri finanziatori: debiti verso soggetti diversi dagli istituti di credito.
Debiti vs fornitori: derivanti dalle forniture di beni o servizi.
Acconti: anticipi ricevuti da clienti per forniture di beni o servizi non ancora effettuate.
Debiti vs imprese controllanti, controllate, collegate: debiti di natura commerciale, finanziaria, ecc.
Debiti tributari: passività determinate come i debiti per imposte derivanti dalla dichiarazione dei redditi, per IVA, ecc.
Debiti vs Istituti previdenziali: Debiti verso INPS e simili.
Altri debiti: tutti i debiti non inclusi nelle voci precedenti (retribuzioni, ferie maturate e non godute, ecc.)
E – RATEI e RISCONTI Passivi
Costi di competenza dell’anno di riferimento ma esigibili nel successivo (ratei) e ricavi percepiti nell'esercizio ma di
competenza del successivo (risconti).
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Stato Patrimoniale (ATTIVO)
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Stato Patrimoniale (PASSIVO)
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CONTO ECONOMICO
Il
è un prospetto unico (detto scalare) in cui
vengono sommate e sottratte le diverse componenti di COSTO e di RICAVO derivanti dalla
gestione, e quindi calcolato l'utile o la perdita ottenuti dall’azienda in un determinato
esercizio. I RICAVI rappresentano il valore economico derivante delle vendite effettuate e
delle prestazioni realizzate in un certo anno; I COSTI rappresentano il valore economico
degli acquisti e delle prestazioni sostenuti per effettuare le operazioni relative alle quantità
vendute nel periodo considerato.
La forma scalare espone risultati parziali progressivi, che evidenziano come si è formato il
reddito d'esercizio e che indicano il contributo delle varie aree di gestione alla sua
formazione:
• GESTIONE CARATTERISTICA: comprende i ricavi e i costi della gestione tipica dell’azienda,
ossia l’attività volta a realizzare l’oggetto dell'impresa. In primo luogo, si considerano i ricavi
per vendite o prestazioni di servizi, ai quali vanno sottratti i costi di produzione e le spese
commerciali, amministrative e generali.
• GESTIONE PATRIMONIALE o accessoria: comprende i ricavi e i costi della gestione extracaratteristica e quindi derivanti da operazioni estranee alla gestione tipica ma che si
verificano con continuità nel corso dell'esercizio.
• GESTIONE FINANZIARIA: comprende i ricavi e i costi legati al reperimento dei mezzi
finanziari necessari all’attività d’impresa e all’impiego delle risorse eccedenti.
• GESTIONE STRAORDINARIA: comprende i ricavi e i costi straordinari dove il termine
straordinario è legato non all’eccezionalità o l’anormalità degli eventi da cui gli stessi
derivano, bensì l’estraneità della fonte del provento o del costo all’attività ordinaria
dell’impresa.
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AREA
della GESTIONE
CARATTERISTICA
e PATRIMONIALE
AREA
della GESTIONE
FINANZIARIA e
STRAORDINARIA
AREA
delle IMPOSTE
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Conto Economico
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Il processo attraverso il quale sono raccolte ed elaborate durante l’anno le informazioni
necessarie a comporre al 31/12 gli schemi di Stato Patrimoniale e Conto Economico è collegato
a un SISTEMA di REGISTRAZIONI COORDINATE, e di documenti o schemi risultanti dalle
stesse, che prende il nome di
contabilità generale.
Il fine della contabilità generale è quindi quello di registrare gli effetti patrimoniali/finanziari
ed economici di tutti gli eventi intercorsi tra l’azienda e l’ambiente esterno durante l’anno.
Tecnicamente, la registrazione è fatta secondo il metodo della “partita doppia”, un sistema
di scrittura contabile consistente nel registrare le operazioni aziendali simultaneamente in
due serie di conti finalizzati a registrare due aspetti collegati di ogni evento della gestione:
l’aspetto economico e l’aspetto finanziario (o monetario).
Es. registrazione di un acquisto di materie prime per 30.000 euro, con pagamento non immediato
Conto
Materie prime
Debiti verso fornitori
Dare
30.000
ASPETTO
ECONOMICO
(costo, che confluisce
nel Conto Economico)
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Avere
30.000
ASPETTO
FINANZIARIO
(debito, che confluisce
nello Stato Patrimoniale)
Il bilancio d’esercizio è un importante punto di partenza per misurare il valore creato
dall’impresa per i suoi shareholder e in particolare per misurare: 1) la performance
economica, analizzando redditività, efficienza e produttività dei fattori di produzione; 2) la
performance finanziaria, analizzando liquidità, solvibilità e struttura finanziaria; 3) la
performance patrimoniale, analizzando la gestione degli investimenti e le opportunità di
sviluppo e crescita futura.
Analisi del bilancio d’esercizio
può essere di diversi tipi a
seconda della tecnica o modalità utilizzata. In particolare, si possono identificare le
seguenti modalità operative fondamentali:
1. Lettura degli schemi contabili e delle loro voci;
2. Confronti “nello spazio” con benchmark esterni;
3. Confronti “nel tempo” con benchmark storici aziendali;
4. Calcolo di rapporti e indici sintetici;
5. Calcolo di margini o differenze significative;
6. Analisi di flussi di periodo.
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Lettura e Benchmark
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Analisi per Indici e Rapporti
INDICI ECONOMICI
Redditività del Capitale Proprio (ROE) = Utile Netto/Capitale Proprio
Redditività del Capitale Investito (ROI) = Risultato Operativo/Capitale Investito
Redditività delle Vendite (ROS) = Risultato Operativo/Ricavi di Vendita
Rotazione del Capitale Investito (ROCI) = Ricavi di Vendita/Capitale Investito
Incidenza Gestione non Caratteristica (IGnC) = Utile Netto/Risultato Operativo
INDICI MONETARI
Current Ratio = Attivo Corrente/Passivo Corrente
Quick Ratio = Attività Immediate/Passivo Corrente
Durata media dei crediti = (Crediti/Fatturato)×365
Durata media debiti = (Debiti/Fatturato)×365
Tasso di rotazione delle scorte = Costo del Venduto/Giacenza Media Scorte
INDICI FINANZIARI
Tasso di auto-copertura = Capitale Proprio/Immobilizzazioni
Tasso di copertura = (Capitale Proprio + Debiti a lungo Termine)/Immobilizzazioni
Indice di indebitamento o Leverage = Capitale Investito/Capitale Proprio
INDICI PATRIMONIALI
Rigidità delle fonti = (Capitale Proprio + Debiti a lungo Termine)/Passivo Corrente
Rigidità dei finanziamenti = Capitale Investito/Passivo Corrente
Elasticità del capitale investito = Attivo Corrente/Capitale Investito
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ROE =
UTILE NETTO
PATRIMONIO NETTO
Il Return on Equity (ROE) rappresenta il tasso di redditività NETTO del CAPITALE PROPRIO
investito dall’imprenditore e dai soci. Il ROE misura la convenienza ad investire capitale
nell’impresa da parte dell’imprenditore ed il suo valore dovrebbe essere superiore al rendimento
di investimenti alternativi, tenuto conto del rischio (costo-opportunità). Il suo valore dipende dai
ricavi e costi relativi a tutte le aree della gestione caratteristica, accessoria, finanziaria,
straordinaria dell’impresa, ma anche dall’imposizione fiscale e dal valore dei mezzi propri.
Es. nell’anno 2013 un’azienda ha realizzato un utile netto pari a € 13.000; il capitale proprio è pari a €
500.000  ROE= 13.000/500.000 = 0,026 = 2,6%
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ROI =
RISULTATO OPERATIVO
TOTALE IMPIEGHI
Il Return on Investment (ROI) rappresenta il tasso di redditività LORDO del CAPITALE TOTALE
investito dall’imprenditore e dai soci. Il ROI misura la convenienza ad investire capitale
nell’impresa da parte del generico investitore ed il suo valore dovrebbe essere superiore al
rendimento di investimenti alternativi, tenuto conto del rischio (costo-opportunità). Il suo valore
dipende dai ricavi e costi relativi alla sola gestione caratteristica e accessoria dell’impresa nonché
dal valore degli impieghi totali nell’impresa.
Es. nell’anno 2013 un’azienda ha realizzato un risultato operativo per € 25.000; il capitale investito è stato
pari a € 250.000  ROI= 25.000/250.000 = 0,1 = 10%
N.B. Il ROI va confrontato con il WACC per determinare il cosiddetto Economic Value Added (EVA) o
valore economico positivo creato dalla gestione EVA = Capitale Investito × (ROI – WACC)
Se EVA > 0 Azienda crea valore ; Se EVA < 0 Azienda distrugge valore
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ROE e ROI vanno …
…confrontati con i rendimenti attesi dagli investitori
…confrontati con i rendimenti di investimenti alternativi
…confrontati con i rendimenti medi del settore
…analizzati nel loro trend storico dell’azienda
…scomposti per identificare le determinanti ultime della
redditività dell’impresa!!
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Vale la relazione: ROE = ROI x Leverage × IGnC
Utile Netto/Capitale Proprio = Risultato Operativo/Capitale Investito x Capitale
Investito/Capitale Proprio x Utile Netto/Risultato Operativo
Vale la relazione: ROI = ROS x ROCI
Risultato Operativo/Capitale Investito = Risultato Operativo/Ricavi di Vendita x Ricavi di
Vendita/Totale Impieghi
Redditività Netta
Capitale Proprio
Redditività Lorda
Capitale Totale
Indebitamento e Mix
Fonti
Efficienza Gestione
Complessiva
Performance
Investimento Impresa
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Importanza Gestione
Secondaria
Il ROI può a sua volta essere scomposto per identificare cinque variabili
fondamentali che sono alla base del tasso di ritorno sugli investimenti dell’impresa.
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Margini Stato Patrimoniale
Capitale Circolante Netto = Attività a breve – Passività a breve
Indica la presenza di risorse libere da utilizzare per l’operatività della gestione
Margine di tesoreria = Attività a breve – Rimanenze – Passività a breve
Evidenzia la situazione di liquidità dell’impresa
Margine di struttura = Patrimonio Netto – Immobilizzazioni
Indica solidità patrimoniale dell’impresa e sua capacità di finanziarsi con il patrimonio netto
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Margini Conto Economico
Ricavi di vendita
- Costi del venduto
Valore Aggiunto
- Costi del personale
Margine Operativo Lordo (MOL o EBITDA)
- Ammortamenti e accantonamenti
Risultato Operativo o Margine Operativo Netto (MON)
+ Proventi finanziari
+ Proventi accessori
Risultato prima di Interessi e Imposte (EBIT)
- Oneri finanziari
Risultato Ordinario
+ Proventi straordinari
- Oneri straordinari
Risultato prime delle Imposte (EBT)
- Imposte dell’esercizio
Risultato Netto
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100
40
60
30
30
10
20
5
2
27
7
20
5
2
23
9
14
Analisi dei Flussi
- Il flusso di cassa o cash flow è la differenza tra tutte le entrate (cash inflow) e le uscite
monetarie (cash outflow) dell’azienda in un certo periodo
- Il principio di Competenza e Cassa genera divergenze tra costi/ricavi ed entrate/uscite
- Il risultato economico di un anno non coincide con il flusso di cassa dello stesso anno
- Il cash flow è una misura dell’autofinanziamento aziendale
- Un cash flow positivo rappresenta disponibilità liquida che può essere utilizzata per far
fronte ai debiti a breve o realizzare nuovi investimenti
- Un cash flow negativo indica una situazione di pericoloso assorbimento dei mezzi
finanziari.
Unlevered cash flow o FCFF - Free Cash Flow to Firm:
flusso netto a disposizione di tutti gli investitori
dell’impresa e al lordo degli interessi
Levered cash flow o FCFE – Free Cash Flow to Equity:
flusso di cassa netto a disposizione degli azionisti in
quanto decurtato degli effetti della gestione
finanziaria
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Reddito Operativo Netto
+ Ammortamenti e accantonamenti
- Incremento Attività a breve
+ Incremento Passività a breve
- Investimenti in capitale fisso
+ Disinvestimenti in capitale fisso
= FCFF
- Oneri finanziari netti
- Rimborso finanziamenti
+ Nuovi finanziamenti
= FCFE
La contabilità generale produce una sintesi (il bilancio) di fine anno e si concentra su valori aggregati.
Accanto alla contabilità generale, le aziende si avvalgono dei metodi della
contabilità
industriale
o analitica, una che, attraverso l’analisi e il controllo di dettaglio di costi e ricavi,
consente l’elaborazione di bilanci analitici relativi a commesse, stabilimenti, aree di business, linee di
prodotto e mercati geografici.
La contabilità industriale fornisce un potente supporto al processo di controllo di gestione o
direzionale, ossia al sistema operativo volto a guidare la gestione verso gli obiettivi stabiliti in sede di
pianificazione operativa rilevando, attraverso appositi indicatori, lo scostamento tra obiettivi e risultati e
informando di tali scostamenti i responsabili, affinché possano decidere e attuare le opportune azioni
correttive.
Particolarmente importanti, ai fini della contabilità analitica, sono due attività: 1) identificazione e
classificazione dei costi (es. costi diretti, indiretti e comuni, costi standard e costi effettivi); 2)
allocazione dei costi (es. Activity-Based Costing o driver di costo).
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L’obiettivo imprescindibile di ogni impresa è massimizzare il suo profitto, che non
FATTURATO
coincidono con il
!!
Il fatturato è una misura (importante) dei ricavi lordi derivanti dalla vendita dei
PROFITTO
prodotto/servizi mentre il
è rappresentato dalla differenza tra
ricavi totali e costi totali.
Il profitto è funzione del prezzo di vendita unitario (P) del prodotto/servizio, dei
costi totali (CT) e della quantità totale prodotta/venduta (Q). Il costo totale unitario
è determinato dalla somma del costo variabile unitario (CVu) e dei costi fissi totali
dell’impresa (CFT). La differenza tra prezzo di vendita unitario e costo variabile
unitario rappresenta il
margine di contribuzione.
Es. nell’anno 2013 un’azienda ha prodotto e venduto 1.000 scooter; il prezzo
medio di vendita di ogni scooter è stato di € 2.500 ed il costo variabile unitario di
€ 900. I costi fissi complessivi dell’impresa sono stati pari a €350.000.
 Fatturato = P*Q = 1.000*2.500= € 2.500.o00
 ∏ = RT – CT = P*Q – CVT – CFT= 1000*2.500 – 1.000*900 - 350.000 = € 1.250.000
 MC = P - CVu = 2.500 - 900 = € 1.600
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PREMESSA
∏ = RT – CT (Il profitto dell’impresa è dato dalla differenza tra ricavi totali e costi totali)
RT = P x Q (Il ricavo totale è dato dal prodotto del prezzo per le quantità vendute)
CT = CFT + CVT (il costo totale è la somma di costo fisso totale e costo variabile totale)
CFT = K (il costo fisso totale è una costante)
CVT = CVu x Q (Il costo variabile totale è il prodotto di costo variabile unitario per le quantità)
PUNTO di PAREGGIO
Esiste una quantità Q* in corrispondenza della quale il profitto è nullo in quanto i ricavi totali
sono uguali ai costi totali. Tale quantità prende il nome di punto di pareggio o Break Even Point
(BEP). Rappresenta un valore che ogni manager di produzione o direttore di stabilimento
dovrebbe conoscere per attuare decisioni e azioni sul prodotto.
COME SI CALCOLA IL BEP
∏ = RT – CT  ∏ = P x Q – CFT – CVT  ∏ = P x Q – K – CVu x Q  ∏ = Q x (P – CVu) – K
In corrispondenza del BEP il profitto è nullo, quindi avremo:
0 = Q x (P – CVu) – K  Q x (P - CVu) = K  Q
= K/(P – Cvu)
Possiamo quindi dire che il punto di pareggio si ottiene dal rapporto tra costi fissi e margine di
contribuzione  BEP = CF/MC
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Costi
Ricavi
RT = P x Q
CT = CFT + CVT
Area di Utile
Profitto
Margine di
contribuzione (MC)
Costi Fissi
RT = CT
CVT = CVu x Q
Area di Perdita
CFT = K
Costi Variabili
Q*
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Q
∏ = RT – CT  ∏ = P*Q – CFT – CVT  ∏ = P*Q – K – CVu*Q  ∏ = Q*(P – CVu) – K 
∏ = - K + Q*(P-CVu)
Richiama l’equazione di una
retta con forma y=a+bx
0
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Oltre che nel suo complesso, l’azienda ha bisogno di conoscere costi e
profittabilità di singoli OGGETTI
di CALCOLO
Prodotto
Quanto costa alla rosticceria «x» la produzione di
ogni singolo rustico? Quanto è il margine netto
per ogni pezzo?
Progetto
Quanto costa all’azienda edile «x» la realizzazione
dello specifico cantiere? Quale rendimento netto
genera l’opera?
Attività
Quanto costa all’azienda di recupero crediti «x»
eseguire i processi di rintraccio telefonico? Quali
effetti positivi determina sul business ed i profitti?
Unità
Organizzativa
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Quanto costa all’azienda di arredamenti «x» il
reparto magazzino e consegne? Che misure di
performance registra?
4 diverse tecniche per il calcolo del costo e della redditività dei diversi oggetti di calcolo. La scelta si basa
su settore aziendale (es. servizi, produzione industriale), dimensioni impresa e tipo di produzione (es. “su
commessa” o a flusso continuo standard).
All’oggetto di calcolo si attribuiscono soltanto i costi variabili. È un metodo
oggettivo” che evita stime per l’attribuzione di quote di costi fissi (considerati come
DIRECT COSTING “costi di periodo”). La redditività dell’oggetto di calcolo è misurata dal cosiddetto
“SEMPLICE”
primo margine di contribuzione calcolato con:
MC1 = Ricavi – Costi Variabili
All’oggetto di calcolo si attribuiscono soltanto i costi specifici, siano questi variabili o
DIRECT COSTING fissi sostenuti specificamente per l’oggetto stesso. La redditività dell’oggetto è
misurata dal secondo margine di contribuzione calcolato con:
“EVOLUTO”
MC2 = Ricavi – Costi Variabili – Costi Fissi Specifici
FULL COSTING
All’oggetto di calcolo si attribuiscono tutti i costi (variabili, fissi specifici e fissi
comuni). Il metodo è soggettivo e richiede stime per attribuire quote dei costi
comuni sulla base di coefficienti/parametri di riparto quali ore manodopera, consumi
materie prime. Il metodo può essere a «base unica» di ripartizione o a «base multipla»
con centri di costo. La redditività dell’oggetto è misurata dal Risultato Operativo
(se si misurano solo costi «caratteristici») o dal Reddito Netto (se sono attribuite
anche quote di oneri finanziari e imposte).
L’azienda è vista come insieme di “processi” ed attività svolte per realizzare i
prodotti/servizi (es. progettazione, gestione ordini, lavorazione, assistenza post–
ACTIVITY-BASED vendita). Tali attività consumano risorse e i costi fissi dipendono dal livello di
COSTING (ABC) “complessità” da gestire (es. numero di linee o varianti di prodotto, numero di canali
di vendita, numero di spedizioni, etc.). Le basi di ripartizione non sono correlate ai
“volumi” di output (es. ore-macchina, consumi di materie prime), bensì alle attività
ed alla loro complessità gestionale.
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Laboratorio DARWIN
Incubatore Euro-Mediterraneo (Edificio IBIL)
Campus Ecotekne, Via Monteroni sn 73100 Lecce
“Non siamo studiosi di specifiche materie, bensì di problemi
e i problemi travalicano i confini di qualsiasi materia o disciplina” [Karl L. Popper]
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