Università del SALENTO - Facoltà di INGEGNERIA Corso di Laurea in Ingegneria Civile A.A. 2016/2017 Corso di «Ingegneria Economica» Sessione #6.1 «Ingegneria della Performance di Business» Dott. Alessandro IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com MARGHERITA, PhD Modello dell’INGEGNERIA d’IMPRESA 5 Aree - per ogni Area 2 Sotto-Aree - per ogni Sotto-Area 3 Processi (PEC) 5 x 2 x 3 = 30 Processi !! Ingegneria delle ATTIVITÀ Ingegneria delle RISORSE Ingegneria degli OUTPUT Ingegneria del VALORE Ingegneria dei SISTEMI 2014 © Alessandro MARGHERITA PROGETTARE gli OBIETTIVI di BUSINESS PERFORMANCE IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com PERFORMANCE Prestazione/Risultato ottenuto da qualcuno o qualcosa (es. una macchina, un sistema) nell’esecuzione di una certa attività. • Performance sportiva dell’atleta (es. tempo nei 100 m piani) • Performance di un certo titolo di investimento nel tempo (es. obbligazione a 7 anni) • Performance del dipendente in un certa organizzazione (es. numero di pratiche evase) • Performance di un’automobile in termini di velocità e consumi (es. km/l) • Performance di un musicista nella sua esecuzione (es. precisione nelle parti solistiche) • Performance dello studente in una certa attività d’esame (es. voto e tempo impiegato) IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com PRIMA Conviene? È opportuno? DOPO Rende? È sostenibile? REALIZZAZIONE Impresa come un grande investimento: prima della sua realizzazione si valutano convenienza e opportunità e a posteriori occorre valutare rendimento e sostenibilità a lungo termine. Ambiente MACRO e MICRO dell’IMPRESA STRATEGIA PIANI e PROGRAMMI Azioni CORRETTIVE ANALISI/VERIFICA PERFORMANCE IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com AZIONI Performance come ultimo anello di una catena di scelte strategiche, piani, programmi ed azioni Tre indici «generali» per valutare la performance dell’impresa: EFFICIENZA è la capacità dell’impresa di massimizzare gli output a parità di input, e quindi di minimizzare gli sprechi (es. aumentare la produzione di bulloni utilizzando le stesse quantità d’acciaio, ma anche ottenere maggiori utili investendo gli stessi capitali). EFFICACIA indica la capacità dell’impresa di raggiungere gli obiettivi prefissati (es. pianificare e realizzare target di vendita di una certa automobile in un certo periodo) FLESSIBILITÀ indica la capacità dell’impresa di passare da una certa configurazione produttiva ad una nuova configurazione (es. passare dalla produzione di macchine fotografiche a rullino alla produzione di macchine fotografiche digitali). EFFICIENZA = EFFICACIA = FLESSIBILITÀ = Valore risorse prodotte OUTPUT OTTENUTI Valore risorse consumate INPUT UTILIZZATI Risultati effettivi OUTPUT EFFETTIVI Risultati attesi OUTPUT PREVISTI Output attuale NUOVO OUTPUT Input attuale NUOVO INPUT IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com N. Bulloni Prodotti KG Acciaio Usati N. FIAT PANDA Prodotte 2010 N. FIAT PANDA Previste 2010 Dalla Produzione di Fotocamere a Rullino a Fotocamera Digitali Per comprendere gli elementi di performance specifici dell’impresa occorre studiare i CICLI di GESTIONE che caratterizzano la «vita» dell’impresa: • ciclo PRODUTTIVO, va dalla consegna delle materie alla produzione del prodotto-servizio • ciclo ECONOMICO, va dall’acquisto delle materie alla vendita del prodotto • ciclo MONETARIO, va dal pagamento delle materie all’incasso delle vendite dai clienti • ciclo FINANZIARIO, inizia dall’acquisto delle materie e termina con l’incasso delle vendite IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com La vita dell’azienda è caratterizzata dal susseguirsi continuo di eventi durante l’anno (acquisti di merci, pagamenti a fornitori, processi produttivi, etc.) che determinano un intersecarsi di molteplici cicli che l’azienda dovrà ottimizzare (ridurre) Perché ridurre CICLO PRODUTTIVO • Limitato «accumulo» di materie prime in magazzino • Limitati tempi complessivi di produzione • Maggiore «reattività» al cliente e al mercato Perché ridurre CICLO ECONOMICO • Maggiore redditività nel breve e medio termine • Vendite più «vicine» alla produzione • Acquisiti più «vicini» alla produzione Perché ridurre CICLO MONETARIO • Ridotto «anticipo» di denaro • Ridotta necessità di liquidità aziendale • Disponibilità di somme a breve termine Perché ridurre CICLO FINANZIARIO • Rapida realizzazione degli investimenti realizzati • Maggiore dinamicità complessiva della «macchina» impresa IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com GLI «EQUILIBRI» e la PERFORMANCE dell’IMPRESA Equilibrio ECONOMICO tra costi e ricavi i ricavi derivanti dalla vendita di prodotti/servizi devono essere maggiori dei costi sostenuti per produrre gli stessi prodotti/servizi, consentendo all’impresa di generare un profitto per i soci attraverso una gestione efficace ed efficiente [REDDITIVITÀ e PERFORMANCE ECONOMICA] Equilibrio MONETARIO tra entrate e uscite di cassa le uscite di denaro e simili per acquisto di risorse ed altre spese collegate non devono superare gli introiti monetari derivanti dalle vendite ed altri incassi [LIQUIDITÀ e PERFORMANCE MONETARIA] Equilibrio FINANZIARIO-PATRIMONIALE tra fonti e impieghi di capitale gli impieghi di capitale nell’acquisto di risorse e fattori produttivi non devono superare il livello delle fonti di capitale, bilanciando bene il mix di fonti, il mix tra immobilizzi e attivo circolante, il costo ed il rischio ed ottimizzando la gestione finanziaria attiva [SOLVIBILITÀ e PERFORMANCE FINANZIARIo-PATRIMONIALE] IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Performance ECONOMICA • MIN costi di produzione (ottimizzare processi, aumentare efficienza) • MAX qualità prodotto attraverso innovazione • MAX margini di vendita • MIN lunghezza ciclo produttivo ed economico • MAX flessibilità e capacità produttiva («spremere» l’infrastruttura) Performance MONETARIA • MIN costo del capitale e interessi passivi • MIN lunghezza ciclo monetario • MAX solvibilità ottimizzando pagamenti e incassi Performance FINANZIARIAPATRIMONIALE • MIN indebitamento ottimizzando mix fonti proprie/debiti • MAX produttività degli impieghi di capitale • MAX coerenza tra fonti e impieghi IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com DEFINIRE il DASHBOARD dei KPI di BUSINESS IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com 4 Variabili Fondamentali da cui deriva tutto !!! L’impresa acquisisce … FONTI …e sostiene una serie di … COSTI IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com … che investe in … IMPIEGHI …per realizzare RICAVI L’impresa acquisisce i mezzi finanziari necessari al suo funzionamento dall’imprenditore, dai soci e da terzi. Tali mezzi finanziari si chiamano FONTI e sono le cosiddette PASSIVITÀ (o passivo) dell’impresa in quanto giuridicamente rappresentano il valore dei diritti che i finanziatori hanno verso l’impresa. L’impresa investe i mezzi finanziari acquisiti per ottenere i beni e gli elementi patrimoniali che rappresentano la sua struttura produttiva. Tali elementi si chiamano IMPIEGHI e sono le cosiddette ATTIVITÀ (o attivo) dell’impresa in quanto giuridicamente rappresentano il valore dei beni di proprietà dell’impresa. Poiché non può esistere un impiego che non abbia una corrispondente fonte di finanziamento, vale l’IDENTITÀ CONTABILE TOTALE ATTIVO (IMPIEGHI) = TOTALE PASSIVO (FONTI) Attivo o Attività o Impieghi Attività a Breve Attività Immobilizzate IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Passivo o Passività o Fonti Passività a Breve Passività Consolidate Patrimonio Netto COSTO è il valore dei beni e delle risorse acquisite o consumate per il funzionamento dell’impresa o di una sua parte. Diverse accezioni: Costo Storico Costo originariamente sostenuto per acquisire un bene o risorsa Costo di Acquisizione Costo effettivo al netto di abbuoni, incentivi e sconti Costo di Sostituzione Costo da sostenere per rimpiazzare il bene o risorsa Costo di Mercato Costo di un bene o risorsa fissato sul mercato di riferimento Costo di Transazione Somma dei costi di ricerca, contrattazione e coordinamento con una controparte Costo-Opportunità costo derivante dal mancato sfruttamento di un’alternativa possibile (su due investimenti possibili scelgo di realizzarne uno, rinunciando quindi al secondo; il valore di questa seconda opzione rappresenta il costo-opportunità) Switching Cost costo reale e/o psicologico sostenuto per realizzare un passaggio da una risorsa, un prodotto o una tecnologia ad un’altra risorsa, altro prodotto o altra tecnologia IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Nella gestione d’impresa e di progetto esistono le seguenti fondamentali CLASSIFICAZIONI dei costi, a seconda del criterio usato: Comportamento rispetto al Variare della Produzione • Costi Fissi e Costi Variabili Modalità di Imputazione agli Oggetti di Costo • Costi Diretti e Costi Indiretti Momento di Determinazione o Calcolo • Costi Consuntivi e Costi Preventivi Dati Utilizzati per il Calcolo • Costi Standard e Costi Effettivi IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com COSTI FISSI sono i costi che, entro determinati limiti di tempo e di volume produttivo, non variano al variare della quantità prodotta. Sono anche definiti costi di struttura in quanto devono essere sostenuti per il fatto stesso che esiste una struttura aziendale. Essi gravano sulla gestione economica dell’impresa anche se il fatturato è nullo. Esempi: ammortamenti, affitti, stipendi amministrativi, spese generali (es. postali, amministrative), manutenzioni, canoni di leasing, pubblicità. PRODUZIONE NB: Nel lungo periodo e/o al raggiungimento di certi volumi produttivi, anche i costi fissi variano, con una crescita che può quindi essere definita “a scatti” o “a scalini” TEMPO o VOLUME di Produzione IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com COSTI VARIABILI sono i costi la cui entità varia proporzionalmente al variare dei volumi di produzione e vendita. La variazione può essere perfettamente proporzionale, più che proporzionale (es. i costi dei materiali oltre certi volumi possono aumentare più che proporzionalmente a causa di maggiori scarti), o meno che proporzionale (es. il costo della manodopera diretta può incidere proporzionalmente meno oltre certi livelli di attività, grazie all’apprendimento e all’esperienza del personale). I costi variabili sono costi che l’azienda sostiene se e solo se produce e vende. Esempi: materie prime (costo della merce), manodopera diretta, provvigioni ai distributori, spese di trasporto. Costo Variabile Totale (CVT) CVT = Q * CVu Costo Variabile Unitario (CVu) Q = VOLUME di PRODUZIONE/VENDITA NB: Esistono anche dei Costi Misti o Semivariabili, che hanno quindi una componente fissa ed una che varia al variare della produzione (es. le bollette telefoniche o per l’energia hanno una quota - o canone - fisso ed una quota variabile proporzionale ai consumi) IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com COSTI DIRETTI o specifici sono costi (sia variabili sia fissi) relativi a fattori produttivi che contribuiscono esclusivamente all’ottenimento di un determinato oggetto (prodotto, servizio, reparto, fase di lavorazione, ecc.). Sono costi che, in quanto specifici, non si sosterrebbero se si decidesse di eliminare l’oggetto al cui ottenimento servono. Sono costi imputabili direttamente ed in modo univoco ad un determinato oggetto di calcolo. Esempi: costi variabili di prodotto (consumi, manodopera diretta, provvigioni, ecc.), costi riferibili ad un reparto dedicato alla produzione di una determinata linea di prodotti (ammortamenti, energia, manodopera, ecc.). Es. il costo del legno utilizzato per la produzione del prodotto “tavolo” è un costo diretto per il prodotto stesso IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com COSTI INDIRETTI o comuni sono costi (sia variabili sia fissi) e relativi a fattori produttivi che contribuiscono all’ottenimento di più oggetti di calcolo (prodotti, servizi, reparti, fasi di lavorazione, ecc.). Essi possono perciò essere attribuiti ad un determinato oggetto di calcolo soltanto in modo indiretto e non univoco. La loro attribuzione può avvenire mediante stime e ipotesi, ripartendoli in quote mediante basi di ripartizione soggettive e criteri di comunanza. Esempi: spese amministrative e generali, costi della direzione generale, commerciale, marketing, produzione; costi di affitto e di gestione di un magazzino comune a tutti i prodotti; costi relativi alla struttura informatica dell’azienda (personale, ammortamenti, utenze, ecc.). Es. l’ammortamento del macchinario o le spese del personale di magazzino sono costi indiretti per il prodotto “tavolo”, in quanto costi in comune a diversi prodotti IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com COSTI PREVENTIVI sono costi determinati prima dello svolgimento della gestione o di un suo evento, del sostenimento di un certo costo, o della realizzazione di un certo prodotto o servizio. Si tratta quindi di costi previsti in base ad accordi di fornitura, ai valori di mercato ed alle aspettative o potenzialità di spesa dell’azienda in relazione ad un certo oggetto (es. preventivo per la sostituzione del nastro trasportatore usato sulla linea di montaggio). COSTI CONSUNTIVI sono costi calcolati al termine dello svolgimento della gestione o dopo il sostenimento effettivo del costo. Si tratta quindi dei costi realmente sostenuti (es. costo totale per l’acquisto delle materie prime). Possono ovviamente divergere, in maniera più o meno significativa, dai preventivi. Prima Costo PREVENTIVO Gestione, Sostenimento o Realizzazione IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Dopo Costo CONSUNTIVO COSTI EFFETTIVI sono oneri realmente sostenuti per la produzione di un certo bene o servizio o per la normale operatività della gestione dell’impresa o del progetto. Rappresentano quindi la base per la consuntivazione dei costi. COSTI STANDARD sono costi definiti ex-ante in base a predefiniti livelli di efficienza ed altre condizioni operative (valide in uno specifico orizzonte temporale) ed alle azioni che l’azienda intende attuare per il raggiungimento dei propri obiettivi. I costi standard possono essere: 1) ideali, definiti in considerazione di un livello ottimale di efficienza tecnico-produttiva; 2) pratici, determinati attraverso un’analisi dei costi effettivamente sostenuti dall’azienda in funzione dei livelli di output che si intende raggiungere. I costi standard sono quindi un’importante base per la preventivazione e il controllo dell’efficienza operativa. NB: Il confronto tra Costi Standard e Costi Effettivi fornisce un’importante parametro di valutazione della qualità della gestione di un’impresa, di un progetto o altra unità organizzativa. Per aziende con diverse sedi produttive, la definizione di un costo standard di produzione di un certo prodotto è, per esempio, un potente strumento di confronto dei vari stabilimenti e di giudizio della capacità degli stessi di attenersi al valore predefinito. IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Esempio di applicazione dei costi standard ed effettivi per valutare qualità gestione di una struttura ospedaliera L’entità degli scostamenti dà un’idea dell’efficienza della gestione, fornendo quindi anche un metro per giudicare l’operato dei manager IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Che «tipo» di costi sostiene l’azienda? COSTI per IMMOBILI COSTI per IMPIANTI e ATTREZZATURE COSTI per MATERIE COSTI per SERVIZI COSTI del PERSONALE COSTI AMMINISTRATIVI COSTI per PUBBLICITÀ COSTI per TASSE … IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com RICAVO (Valore economico positivo ottenuto dall’impresa attraverso operazioni di vario tipo) RICAVI da vendita di materie e prodotti e/0 erogazione di servizi RICAVI da investimenti finanziari e patrimoniali IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com RICAVI da operazioni straordinarie ed altri ricavi MISURARE la BUSINESS PERFORMANCE IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com La misurazione della performance dell’impresa ha 4 finalità: 1) controllare la posizione odierna in relazione ad un’area/obiettivo 2) comunicare tale posizione a soggetti interessati 3) identificare le priorità strategiche e operative 4) stimolare il miglioramento definendo nuovi obiettivi La misurazione della performance può basarsi su diversi strumenti: [A] CONTABILITÀ GENERALE, con BILANCIO d’ESERCIZIO e sua ANALISI [B] CONTABILITÀ INDUSTRIALE, con ANALISI dei COSTI e dei RICAVI [C] REPORTISTICA ed altri Strumenti di CONTROLLO di GESTIONE IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Il BILANCIO d’esercizio è un documento amministrativo/contabile che descrive, in termini quantitativi, la gestione dell’impresa ai soggetti ad essa legati da vincoli diversi, fornendo importanti indicazioni sulla performance complessiva. Il bilancio mostra tutto ciò che l’azienda “ha” e tutto ciò che “deve ad altri”, ossia come sono stati impiegati i soldi, quali sono state le fonti di finanziamento, e quali ricavi e costi hanno caratterizzato le attività operative. La finalità ultima è la rilevazione periodica del reddito, cioè del risultato economico della gestione, e del capitale di funzionamento, ossia del patrimonio a disposizione dell’impresa tenuto conto dei debiti ed altri obblighi assunti verso terzi. Il bilancio d’esercizio consta di 4 parti: 1) Stato Patrimoniale; 2) Conto Economico; 3) Nota Integrativa; 4) Relazione sulla Gestione. Insieme, le 4 componenti rappresentano un sistema informativo destinato ad assolvere, attraverso il linguaggio contabile, una duplice finalità informativa: • INTERNA per FARE IL PUNTO sulla gestione, ai fini di guida per il futuro (funzione prospettica); • ESTERNA per RENDERE IL CONTO a tutti coloro che sono interessati alla gestione (es. azionisti, obbligazionisti). IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Lo STATO PATRIMONIALE mostra la fotografia al 31/12 (Visione Statica) di ogni anno del patrimonio dell’azienda, rappresentando analiticamente le fonti di finanziamento e gli impieghi/investimenti. Misura il Patrimonio Netto o Mezzi Propri dell'azienda quale differenza tra Impieghi e Fonti. Il CONTO ECONOMICO mostra invece annualmente il flusso (Visione Dinamica) dei ricavi e dei costi della gestione operativa (o caratteristica), accessoria finanziaria e straordinaria, dalla cui somma algebrica scaturisce il risultato d’esercizio. Misura quindi l’utile o la perdita generato dalla gestione attraverso differenze progressive di componenti di costo e di ricavo. IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Le attività si distinguono in Attività Correnti o a breve (es. denaro e crediti verso clienti, rimanenze di magazzino) e Immobilizzazioni (es. capannoni industriali, macchinari). Le passività si distinguono in Passività Correnti o a breve (es. debiti verso fornitori), Passività Consolidate (es. mutuo bancario) e Patrimonio Netto (es. capitale dei soci). AC (Attivo Corrente o a Breve) + AI (Attivo Immobilizzato o Fisso o Immobilizzazioni) = PC (Passivo Corrente o a Breve) + PL (Passivo a Lungo Termine o Passivo Consolidato) + MP (Mezzi Propri o Patrimonio Netto) Es. un’azienda possiede attività totali per € 450.000, passività correnti per €80.000 e passività consolidate per 130.000. Calcolare il Patrimonio Netto dell’Impresa Patrimonio Netto= 450.000 - 80.000 – 130.000 = € 240.000 IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Stato Patrimoniale La struttura e il contenuto di dettaglio dello sono regolati dagli articoli 2424 e 2424-bis del Codice Civile. L'art. 2424 definisce il seguente schema di Stato Patrimoniale: * Separata indicazione degli importi esigibili entro o oltre l’esercizio successivo IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com ATTIVO o IMPIEGHI A - CREDITI VERSO SOCI PER VERSAMENTI ANCORA DOVUTI Crediti che la società vanta nei confronti degli azionisti per il capitale sottoscritto ma non ancora versato. B - IMMOBILIZZAZIONI I - IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI Diritti, brevetti: si riferiscono ai diritti di utilizzazione esclusiva di opere dell’ingegno (scientifiche, letterarie, musicali, figurative, ecc. ) e dei programmi per computer. Concessioni, licenze, marchi: si riferiscono ai costi ad utilità pluriennale per l’acquisizione di concessioni rilasciate dalle Autorità (es. occupazione del suolo pubblico); diritti di esercizio di attività di Enti concedenti (trasporti pubblici, autostrade, acquedotti); licenze per l’esercizio di attività, marchi prodotti, fabbricati o commercializzati. Costi R&S, Pubblicità: studi e progetti per realizzare nuovi prodotti/processi; costi pubblicitari rilevanti e non ricorrenti riferiti al lancio di un prodotto o all'ingresso in un nuovo mercato. Avviamento: maggior valore pagato per l’acquisizione di un'azienda rispetto al patrimonio netto della stessa. Costi d'impianto e ampliamento: si riferisce a costi pluriennali connessi sia all’inizio di un’attività (adempimenti legali/fiscali, ricerca e acquisizione di fonti di finanziamento, ricerca e addestramento di personale, ricerche di mercato) che al suo sviluppo (nuove produzioni, acquisizioni, fusioni, ecc.). II- IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI Terreni e fabbricati: beni immobili ad uso industriale e civile e impianti fissi per la loro utilizzazione (es. illuminazione, strade, ecc.). Impianti e macchinari: struttura produttiva permanente (linee di produzione, macchine e sistemi produttivi). Attrezzature industriali e commerciali: beni ausiliari alla struttura produttiva permanente. Altri beni: arredi, macchine d'ufficio ordinarie, mezzi per il trasporto interno, imballaggi recuperabili. III - IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE Partecipazioni: titoli o diritti rappresentativi di quote di proprietà in altre imprese. Crediti: crediti di natura finanziaria o simile. Altri titoli: titoli diversi dalle partecipazioni detenute stabilmente (es. BTP, CCT, titoli emessi da enti privati e società commerciali diversi dalle azioni) Azioni proprie: valore nominale delle azioni proprie detenute stabilmente. IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com C - ATTIVO CIRCOLANTE I- RIMANENZE Materie prime: beni destinati alla trasformazione attraverso il processo produttivo e beni che concorrono al processo produttivo senza essere incorporati. Prodotti finiti e merci: beni prodotti e destinati alla commercializzazione o beni acquistati per la rivendita. Prodotti in corso di lavorazione: prodotti derivanti da cicli di produzione non terminati. Acconti: anticipi per forniture di beni e/o servizi. II- CREDITI Verso clienti: crediti originati da transazioni commerciali per le vendite a clienti diversi da imprese collegate, controllate o controllanti. Verso altri: crediti verso l'Erario, anticipi al personale, contributi dallo Stato/Enti Pubblici in c/esercizio e c/capitale. III- ATTIVITA’ FINANZIARIE Partecipazioni in imprese collegate, controllate e controllanti e a tutte le altre attività evidenziate nelle immobilizzazioni che vengono detenute a breve termine a scopi di trading. IV- DISPONIBILITA’ LIQUIDE Denaro, conti correnti, e tutti i valori accettati come mezzo di pagamento e detenuti dalla società. D – RATEI e RISCONTI Attivi Ricavi di competenze dell’anno di riferimento ma esigibili nel successivo (ratei) e costi sostenuti nell'esercizio ma di competenza del successivo (risconti). IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com PASSIVO o FONTI A – PATRIMONIO NETTO Capitale Sociale: capitale sottoscritto dai soci, anche se non interamente versato (questa parte è indicata nella voce Crediti vs. soci dell’attivo), iscritto al valore nominale. Riserva Legale: prelievo dall'utile netto annuale in misura del 5% fino al raggiungimento del 20% del capitale sociale. In caso di perdite può essere utilizzata, ma deve essere reintegrata. Riserve Statutarie: derivanti da prelievi dall'utile netto in base a norme statutarie. B – FONDI RISCHI e ONERI Fondi rischi: fondi destinati alla copertura di perdite o debiti certi o probabili, ma di natura indeterminata nell'importo e nella data di sopravvenienza. Fondo per imposte: accantonamenti per debiti fiscali probabili e di natura e data di sopravvenienza indeterminata. Fondo quiescenza e simili: oneri di previdenza e assistenza diversi dal “trattamento di fine rapporto”. Altri: accantonamenti per garanzia dei prodotti, per resi e rettifiche di fatturazione, per sconti ed abbuoni relativi a promozioni, per copertura rischi di cambio, ecc. C – FONDO TFR Riserva di capitale da destinare a lavoratori che cessano il proprio rapporto di lavoro con l’azienda. D – DEBITI Obbligazioni: debiti obbligazionari iscritti al valore nominale. Debiti verso banche: mutui, anticipazioni, scoperti di conto corrente, aperture di credito, ecc. verso istituti di credito ordinario e speciale. Debiti vs altri finanziatori: debiti verso soggetti diversi dagli istituti di credito. Debiti vs fornitori: derivanti dalle forniture di beni o servizi. Acconti: anticipi ricevuti da clienti per forniture di beni o servizi non ancora effettuate. Debiti vs imprese controllanti, controllate, collegate: debiti di natura commerciale, finanziaria, ecc. Debiti tributari: passività determinate come i debiti per imposte derivanti dalla dichiarazione dei redditi, per IVA, ecc. Debiti vs Istituti previdenziali: Debiti verso INPS e simili. Altri debiti: tutti i debiti non inclusi nelle voci precedenti (retribuzioni, ferie maturate e non godute, ecc.) E – RATEI e RISCONTI Passivi Costi di competenza dell’anno di riferimento ma esigibili nel successivo (ratei) e ricavi percepiti nell'esercizio ma di competenza del successivo (risconti). IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Stato Patrimoniale (ATTIVO) IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Stato Patrimoniale (PASSIVO) IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com CONTO ECONOMICO Il è un prospetto unico (detto scalare) in cui vengono sommate e sottratte le diverse componenti di COSTO e di RICAVO derivanti dalla gestione, e quindi calcolato l'utile o la perdita ottenuti dall’azienda in un determinato esercizio. I RICAVI rappresentano il valore economico derivante delle vendite effettuate e delle prestazioni realizzate in un certo anno; I COSTI rappresentano il valore economico degli acquisti e delle prestazioni sostenuti per effettuare le operazioni relative alle quantità vendute nel periodo considerato. La forma scalare espone risultati parziali progressivi, che evidenziano come si è formato il reddito d'esercizio e che indicano il contributo delle varie aree di gestione alla sua formazione: • GESTIONE CARATTERISTICA: comprende i ricavi e i costi della gestione tipica dell’azienda, ossia l’attività volta a realizzare l’oggetto dell'impresa. In primo luogo, si considerano i ricavi per vendite o prestazioni di servizi, ai quali vanno sottratti i costi di produzione e le spese commerciali, amministrative e generali. • GESTIONE PATRIMONIALE o accessoria: comprende i ricavi e i costi della gestione extracaratteristica e quindi derivanti da operazioni estranee alla gestione tipica ma che si verificano con continuità nel corso dell'esercizio. • GESTIONE FINANZIARIA: comprende i ricavi e i costi legati al reperimento dei mezzi finanziari necessari all’attività d’impresa e all’impiego delle risorse eccedenti. • GESTIONE STRAORDINARIA: comprende i ricavi e i costi straordinari dove il termine straordinario è legato non all’eccezionalità o l’anormalità degli eventi da cui gli stessi derivano, bensì l’estraneità della fonte del provento o del costo all’attività ordinaria dell’impresa. IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com AREA della GESTIONE CARATTERISTICA e PATRIMONIALE AREA della GESTIONE FINANZIARIA e STRAORDINARIA AREA delle IMPOSTE IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Conto Economico IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Il processo attraverso il quale sono raccolte ed elaborate durante l’anno le informazioni necessarie a comporre al 31/12 gli schemi di Stato Patrimoniale e Conto Economico è collegato a un SISTEMA di REGISTRAZIONI COORDINATE, e di documenti o schemi risultanti dalle stesse, che prende il nome di contabilità generale. Il fine della contabilità generale è quindi quello di registrare gli effetti patrimoniali/finanziari ed economici di tutti gli eventi intercorsi tra l’azienda e l’ambiente esterno durante l’anno. Tecnicamente, la registrazione è fatta secondo il metodo della “partita doppia”, un sistema di scrittura contabile consistente nel registrare le operazioni aziendali simultaneamente in due serie di conti finalizzati a registrare due aspetti collegati di ogni evento della gestione: l’aspetto economico e l’aspetto finanziario (o monetario). Es. registrazione di un acquisto di materie prime per 30.000 euro, con pagamento non immediato Conto Materie prime Debiti verso fornitori Dare 30.000 ASPETTO ECONOMICO (costo, che confluisce nel Conto Economico) IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Avere 30.000 ASPETTO FINANZIARIO (debito, che confluisce nello Stato Patrimoniale) Il bilancio d’esercizio è un importante punto di partenza per misurare il valore creato dall’impresa per i suoi shareholder e in particolare per misurare: 1) la performance economica, analizzando redditività, efficienza e produttività dei fattori di produzione; 2) la performance finanziaria, analizzando liquidità, solvibilità e struttura finanziaria; 3) la performance patrimoniale, analizzando la gestione degli investimenti e le opportunità di sviluppo e crescita futura. Analisi del bilancio d’esercizio può essere di diversi tipi a seconda della tecnica o modalità utilizzata. In particolare, si possono identificare le seguenti modalità operative fondamentali: 1. Lettura degli schemi contabili e delle loro voci; 2. Confronti “nello spazio” con benchmark esterni; 3. Confronti “nel tempo” con benchmark storici aziendali; 4. Calcolo di rapporti e indici sintetici; 5. Calcolo di margini o differenze significative; 6. Analisi di flussi di periodo. IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Lettura e Benchmark IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Analisi per Indici e Rapporti INDICI ECONOMICI Redditività del Capitale Proprio (ROE) = Utile Netto/Capitale Proprio Redditività del Capitale Investito (ROI) = Risultato Operativo/Capitale Investito Redditività delle Vendite (ROS) = Risultato Operativo/Ricavi di Vendita Rotazione del Capitale Investito (ROCI) = Ricavi di Vendita/Capitale Investito Incidenza Gestione non Caratteristica (IGnC) = Utile Netto/Risultato Operativo INDICI MONETARI Current Ratio = Attivo Corrente/Passivo Corrente Quick Ratio = Attività Immediate/Passivo Corrente Durata media dei crediti = (Crediti/Fatturato)×365 Durata media debiti = (Debiti/Fatturato)×365 Tasso di rotazione delle scorte = Costo del Venduto/Giacenza Media Scorte INDICI FINANZIARI Tasso di auto-copertura = Capitale Proprio/Immobilizzazioni Tasso di copertura = (Capitale Proprio + Debiti a lungo Termine)/Immobilizzazioni Indice di indebitamento o Leverage = Capitale Investito/Capitale Proprio INDICI PATRIMONIALI Rigidità delle fonti = (Capitale Proprio + Debiti a lungo Termine)/Passivo Corrente Rigidità dei finanziamenti = Capitale Investito/Passivo Corrente Elasticità del capitale investito = Attivo Corrente/Capitale Investito IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com ROE = UTILE NETTO PATRIMONIO NETTO Il Return on Equity (ROE) rappresenta il tasso di redditività NETTO del CAPITALE PROPRIO investito dall’imprenditore e dai soci. Il ROE misura la convenienza ad investire capitale nell’impresa da parte dell’imprenditore ed il suo valore dovrebbe essere superiore al rendimento di investimenti alternativi, tenuto conto del rischio (costo-opportunità). Il suo valore dipende dai ricavi e costi relativi a tutte le aree della gestione caratteristica, accessoria, finanziaria, straordinaria dell’impresa, ma anche dall’imposizione fiscale e dal valore dei mezzi propri. Es. nell’anno 2013 un’azienda ha realizzato un utile netto pari a € 13.000; il capitale proprio è pari a € 500.000 ROE= 13.000/500.000 = 0,026 = 2,6% IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com ROI = RISULTATO OPERATIVO TOTALE IMPIEGHI Il Return on Investment (ROI) rappresenta il tasso di redditività LORDO del CAPITALE TOTALE investito dall’imprenditore e dai soci. Il ROI misura la convenienza ad investire capitale nell’impresa da parte del generico investitore ed il suo valore dovrebbe essere superiore al rendimento di investimenti alternativi, tenuto conto del rischio (costo-opportunità). Il suo valore dipende dai ricavi e costi relativi alla sola gestione caratteristica e accessoria dell’impresa nonché dal valore degli impieghi totali nell’impresa. Es. nell’anno 2013 un’azienda ha realizzato un risultato operativo per € 25.000; il capitale investito è stato pari a € 250.000 ROI= 25.000/250.000 = 0,1 = 10% N.B. Il ROI va confrontato con il WACC per determinare il cosiddetto Economic Value Added (EVA) o valore economico positivo creato dalla gestione EVA = Capitale Investito × (ROI – WACC) Se EVA > 0 Azienda crea valore ; Se EVA < 0 Azienda distrugge valore IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com ROE e ROI vanno … …confrontati con i rendimenti attesi dagli investitori …confrontati con i rendimenti di investimenti alternativi …confrontati con i rendimenti medi del settore …analizzati nel loro trend storico dell’azienda …scomposti per identificare le determinanti ultime della redditività dell’impresa!! IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Vale la relazione: ROE = ROI x Leverage × IGnC Utile Netto/Capitale Proprio = Risultato Operativo/Capitale Investito x Capitale Investito/Capitale Proprio x Utile Netto/Risultato Operativo Vale la relazione: ROI = ROS x ROCI Risultato Operativo/Capitale Investito = Risultato Operativo/Ricavi di Vendita x Ricavi di Vendita/Totale Impieghi Redditività Netta Capitale Proprio Redditività Lorda Capitale Totale Indebitamento e Mix Fonti Efficienza Gestione Complessiva Performance Investimento Impresa IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Importanza Gestione Secondaria Il ROI può a sua volta essere scomposto per identificare cinque variabili fondamentali che sono alla base del tasso di ritorno sugli investimenti dell’impresa. IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Margini Stato Patrimoniale Capitale Circolante Netto = Attività a breve – Passività a breve Indica la presenza di risorse libere da utilizzare per l’operatività della gestione Margine di tesoreria = Attività a breve – Rimanenze – Passività a breve Evidenzia la situazione di liquidità dell’impresa Margine di struttura = Patrimonio Netto – Immobilizzazioni Indica solidità patrimoniale dell’impresa e sua capacità di finanziarsi con il patrimonio netto IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Margini Conto Economico Ricavi di vendita - Costi del venduto Valore Aggiunto - Costi del personale Margine Operativo Lordo (MOL o EBITDA) - Ammortamenti e accantonamenti Risultato Operativo o Margine Operativo Netto (MON) + Proventi finanziari + Proventi accessori Risultato prima di Interessi e Imposte (EBIT) - Oneri finanziari Risultato Ordinario + Proventi straordinari - Oneri straordinari Risultato prime delle Imposte (EBT) - Imposte dell’esercizio Risultato Netto IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com 100 40 60 30 30 10 20 5 2 27 7 20 5 2 23 9 14 Analisi dei Flussi - Il flusso di cassa o cash flow è la differenza tra tutte le entrate (cash inflow) e le uscite monetarie (cash outflow) dell’azienda in un certo periodo - Il principio di Competenza e Cassa genera divergenze tra costi/ricavi ed entrate/uscite - Il risultato economico di un anno non coincide con il flusso di cassa dello stesso anno - Il cash flow è una misura dell’autofinanziamento aziendale - Un cash flow positivo rappresenta disponibilità liquida che può essere utilizzata per far fronte ai debiti a breve o realizzare nuovi investimenti - Un cash flow negativo indica una situazione di pericoloso assorbimento dei mezzi finanziari. Unlevered cash flow o FCFF - Free Cash Flow to Firm: flusso netto a disposizione di tutti gli investitori dell’impresa e al lordo degli interessi Levered cash flow o FCFE – Free Cash Flow to Equity: flusso di cassa netto a disposizione degli azionisti in quanto decurtato degli effetti della gestione finanziaria IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Reddito Operativo Netto + Ammortamenti e accantonamenti - Incremento Attività a breve + Incremento Passività a breve - Investimenti in capitale fisso + Disinvestimenti in capitale fisso = FCFF - Oneri finanziari netti - Rimborso finanziamenti + Nuovi finanziamenti = FCFE La contabilità generale produce una sintesi (il bilancio) di fine anno e si concentra su valori aggregati. Accanto alla contabilità generale, le aziende si avvalgono dei metodi della contabilità industriale o analitica, una che, attraverso l’analisi e il controllo di dettaglio di costi e ricavi, consente l’elaborazione di bilanci analitici relativi a commesse, stabilimenti, aree di business, linee di prodotto e mercati geografici. La contabilità industriale fornisce un potente supporto al processo di controllo di gestione o direzionale, ossia al sistema operativo volto a guidare la gestione verso gli obiettivi stabiliti in sede di pianificazione operativa rilevando, attraverso appositi indicatori, lo scostamento tra obiettivi e risultati e informando di tali scostamenti i responsabili, affinché possano decidere e attuare le opportune azioni correttive. Particolarmente importanti, ai fini della contabilità analitica, sono due attività: 1) identificazione e classificazione dei costi (es. costi diretti, indiretti e comuni, costi standard e costi effettivi); 2) allocazione dei costi (es. Activity-Based Costing o driver di costo). IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com L’obiettivo imprescindibile di ogni impresa è massimizzare il suo profitto, che non FATTURATO coincidono con il !! Il fatturato è una misura (importante) dei ricavi lordi derivanti dalla vendita dei PROFITTO prodotto/servizi mentre il è rappresentato dalla differenza tra ricavi totali e costi totali. Il profitto è funzione del prezzo di vendita unitario (P) del prodotto/servizio, dei costi totali (CT) e della quantità totale prodotta/venduta (Q). Il costo totale unitario è determinato dalla somma del costo variabile unitario (CVu) e dei costi fissi totali dell’impresa (CFT). La differenza tra prezzo di vendita unitario e costo variabile unitario rappresenta il margine di contribuzione. Es. nell’anno 2013 un’azienda ha prodotto e venduto 1.000 scooter; il prezzo medio di vendita di ogni scooter è stato di € 2.500 ed il costo variabile unitario di € 900. I costi fissi complessivi dell’impresa sono stati pari a €350.000. Fatturato = P*Q = 1.000*2.500= € 2.500.o00 ∏ = RT – CT = P*Q – CVT – CFT= 1000*2.500 – 1.000*900 - 350.000 = € 1.250.000 MC = P - CVu = 2.500 - 900 = € 1.600 IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com PREMESSA ∏ = RT – CT (Il profitto dell’impresa è dato dalla differenza tra ricavi totali e costi totali) RT = P x Q (Il ricavo totale è dato dal prodotto del prezzo per le quantità vendute) CT = CFT + CVT (il costo totale è la somma di costo fisso totale e costo variabile totale) CFT = K (il costo fisso totale è una costante) CVT = CVu x Q (Il costo variabile totale è il prodotto di costo variabile unitario per le quantità) PUNTO di PAREGGIO Esiste una quantità Q* in corrispondenza della quale il profitto è nullo in quanto i ricavi totali sono uguali ai costi totali. Tale quantità prende il nome di punto di pareggio o Break Even Point (BEP). Rappresenta un valore che ogni manager di produzione o direttore di stabilimento dovrebbe conoscere per attuare decisioni e azioni sul prodotto. COME SI CALCOLA IL BEP ∏ = RT – CT ∏ = P x Q – CFT – CVT ∏ = P x Q – K – CVu x Q ∏ = Q x (P – CVu) – K In corrispondenza del BEP il profitto è nullo, quindi avremo: 0 = Q x (P – CVu) – K Q x (P - CVu) = K Q = K/(P – Cvu) Possiamo quindi dire che il punto di pareggio si ottiene dal rapporto tra costi fissi e margine di contribuzione BEP = CF/MC IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Costi Ricavi RT = P x Q CT = CFT + CVT Area di Utile Profitto Margine di contribuzione (MC) Costi Fissi RT = CT CVT = CVu x Q Area di Perdita CFT = K Costi Variabili Q* IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Q ∏ = RT – CT ∏ = P*Q – CFT – CVT ∏ = P*Q – K – CVu*Q ∏ = Q*(P – CVu) – K ∏ = - K + Q*(P-CVu) Richiama l’equazione di una retta con forma y=a+bx 0 IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Oltre che nel suo complesso, l’azienda ha bisogno di conoscere costi e profittabilità di singoli OGGETTI di CALCOLO Prodotto Quanto costa alla rosticceria «x» la produzione di ogni singolo rustico? Quanto è il margine netto per ogni pezzo? Progetto Quanto costa all’azienda edile «x» la realizzazione dello specifico cantiere? Quale rendimento netto genera l’opera? Attività Quanto costa all’azienda di recupero crediti «x» eseguire i processi di rintraccio telefonico? Quali effetti positivi determina sul business ed i profitti? Unità Organizzativa IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com Quanto costa all’azienda di arredamenti «x» il reparto magazzino e consegne? Che misure di performance registra? 4 diverse tecniche per il calcolo del costo e della redditività dei diversi oggetti di calcolo. La scelta si basa su settore aziendale (es. servizi, produzione industriale), dimensioni impresa e tipo di produzione (es. “su commessa” o a flusso continuo standard). All’oggetto di calcolo si attribuiscono soltanto i costi variabili. È un metodo oggettivo” che evita stime per l’attribuzione di quote di costi fissi (considerati come DIRECT COSTING “costi di periodo”). La redditività dell’oggetto di calcolo è misurata dal cosiddetto “SEMPLICE” primo margine di contribuzione calcolato con: MC1 = Ricavi – Costi Variabili All’oggetto di calcolo si attribuiscono soltanto i costi specifici, siano questi variabili o DIRECT COSTING fissi sostenuti specificamente per l’oggetto stesso. La redditività dell’oggetto è misurata dal secondo margine di contribuzione calcolato con: “EVOLUTO” MC2 = Ricavi – Costi Variabili – Costi Fissi Specifici FULL COSTING All’oggetto di calcolo si attribuiscono tutti i costi (variabili, fissi specifici e fissi comuni). Il metodo è soggettivo e richiede stime per attribuire quote dei costi comuni sulla base di coefficienti/parametri di riparto quali ore manodopera, consumi materie prime. Il metodo può essere a «base unica» di ripartizione o a «base multipla» con centri di costo. La redditività dell’oggetto è misurata dal Risultato Operativo (se si misurano solo costi «caratteristici») o dal Reddito Netto (se sono attribuite anche quote di oneri finanziari e imposte). L’azienda è vista come insieme di “processi” ed attività svolte per realizzare i prodotti/servizi (es. progettazione, gestione ordini, lavorazione, assistenza post– ACTIVITY-BASED vendita). Tali attività consumano risorse e i costi fissi dipendono dal livello di COSTING (ABC) “complessità” da gestire (es. numero di linee o varianti di prodotto, numero di canali di vendita, numero di spedizioni, etc.). Le basi di ripartizione non sono correlate ai “volumi” di output (es. ore-macchina, consumi di materie prime), bensì alle attività ed alla loro complessità gestionale. IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com www.alessandromargherita.com [email protected] Laboratorio DARWIN Incubatore Euro-Mediterraneo (Edificio IBIL) Campus Ecotekne, Via Monteroni sn 73100 Lecce “Non siamo studiosi di specifiche materie, bensì di problemi e i problemi travalicano i confini di qualsiasi materia o disciplina” [Karl L. Popper] IE 2016 (C) Alessandro MARGHERITA – www.alessandromargherita.com